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01.

IL POSTO DELLE FAVOLE


(Relazione con Magica Sfera e Finale)

Le favole dove stanno?


Ce n'è una in ogni cosa:
nel legno, nel tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.

La favola sta lì dentro


da tanto tempo, e non parla:

è una bella addormentata
e bisogna svegliarla.

Ma se un principe, o un poeta,
a baciarla non verrà
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.
02. CHI MAI SARÀ?

All'improvviso si ode il suono squillante del campanello della porta. Tutti si


pietrificano per un istante. Poi iniziano a correre agitatissimi. Un tappeto musicale di
tensione febbrile sul quale si stagliano ritmicamente le successive battute.

Madame Phone’
(rompendo il silenzio sorpresa) Chi mai sarà?

Bianca
(felice della novità) E chi lo sa?!

Conte Cornetta
(titubante) Su vai ad aprir?

Gettone
(correndo alla porta e cercando le chiavi nelle tasche) Son qui, son qui !

Madame Phone’
(realizzando con disperazione che è finito è il the proprio ora che arriva un ospite)
Finito è il the!

Bianca
(cercando di sbriciare dalla vetrina) Chissà chi è?

Conte Cornetta
(cercando di riportare ordine) Si taccia ohibò!

Gettone
(riferendosi alla chiave della porta che ha appena trovato ) Ce l’ho! Ce l’ho!

Madame Phone’
Ne metto su…

Bianca
(che intanto si è avvicinata a Madame Phoné) …ancora un po’?

Conte Cornetta
Si apra orsù!

Gettone apre la porta e sulla soglia compare Giovannino con in braccio un telefono.

Gettone
E chi sei tu?

Giovannino
Io sono Giovannino!
03. GLI AGGIUSTA-TELEFONI

Gettone: Ascolta tu

Giovannino: tu tu tu

Bianca: non cercar più

Giovannino: tu tu tu

Gettone: che proprio qui

Giovannino: Ti ti ti

Bianca: ti capitò

Giovannino: to to to

TUTTI: di trovar chi \ può aggiustar \ senza timor \ l’affare che\ ti sta a cuor \

Gettone: lo vuoi tu?

Giovannino: Tu tu tu tu tu tu (che ha la cornetta del vecchio telefono all’orecchio) ma


suona occupato!

Gettone:
(prendendo il vecchio telefono di Giovannino e cercando di smontarlo con un cacciavite)
Io sono Gettone
non perdo occasione
svitare avvitare,
conosco il mestiere!
Non è occupato:
è vecchio annoiato,
da anni… decenni
non viene ascoltato.
Ma io so come fare
gli posso ridare
la voce che un tempo
sapeva usare.

Giovannino: Tu sai come fare?


Conte Cornetta
(prendendo a sua volta il telefono da Gettone e guardandolo con attenzione e
sospetto)
Il Conte Cornetta
che non ha mai fretta
consiglia in coscienza
un po’ di pazienza.
Ai miei tempi s’usava
che chi riparava
prima l’oggetto
per bene studiava.
E per dire la mia
io non vedo una via
per poter aggiustare
la mercanzia.

Gettone: (riprendendosi il telefono dalle mani del Conte) A me lo si dia!

Bianca
Caro bambino
vedrai che Gettone
ripara il telefono,
all(à) perfezione.
È pazzo il ragazzo,
ma bravo e raddrizza
ogni cosa che è rotta
in modo perfetto.
Le penso romantiche
e molto poetiche,
le fiabe qui dentro …
…telefoniche.

Giovannino: L’aggiusterà subito?


Madama Phone’
Pronto è il thè
di Madama Phoné!
E poi non c’è fretta,
lo dice Cornetta.
Una storia ogni volta
poi meglio s’ascolta
se assieme ci metti
il the coi biscotti.
La riparazione
la fa poi Gettone
ma prima si gusti
la colazione.
04. MAGICA SFERA

Le note di una dolcissima musica riecheggiano sognanti nell'aria.

Giovannino (ripetendo ad occhi chiusi)... qualcosa di bello... qualcosa che mi piace...che amo più più di ogni altra...

Conte Cornetta (bofonchiando) Ah non funzionerà mai!

Dopo qualche istante

Gettone E invece sì! Guardate!

La musica cresce gradualmente e improvvisamente la “Magica Sfera Libera Favole” inizia un lento
movimento rotatorio su se stessa. Piano piano una luce sempre più potente comincia a sprigionarsi dal
l'interno della sfera per poi liberarsi nell'aria dividendosi in tanti fasci luminosi che si irradiano in tutte
le direzioni. La musica esplode trionfale.

Gettone Eccole, sono loro ...

Bianca Sì, sono le favole!

Conte Cornetta Chi l'avrebbe mai detto!

Madame Phoné Guardate quante sono!

Bianca Sono tantissime.

Madame Phoné Come sono belle!

Conte Cornetta Incredibile!

Gettone (indicando un fascio luminoso) Ehi guardate! La favola delle strade di cioccolato!

Madame Phoné (indicandone un altro) Uh la famosa pioggia di confetti di Piombino!

Bianca (indicandone un terzo) L'Apollonia della marmellata!

Madame Phoné Chissà cosa avrai mai pensato quel ragazzo?

Conte Cornetta Di sicuro è un ragazzino goloso.

Giovannino (riaprendo gli occhi) Ehi ma che sta succedendo?

Bianca (con incontenibile entusiasmo) Giovannino, Giovannino, guarda, alcune favole hanno cominciato a risvegliarsi e a librarsi
nell'aria.

Giovannino Non posso crederci, dici davvero? (guardandosi attorno meravigliato) Ma...ma è stupendo!

Bianca Oh sì, lo è. (prendendolo per mano). Forza, vieni con me. Ecco, scegline una.

Giovannino Veramente io... non saprei...

Bianca Coraggio. Non avere paura.

Giovannino D'accordo. Allora vediamo... (avvicinandosi a un fascio luminoso) scelgo questa. (come leggendo il titolo nel fascio
luminoso) “Il Palazzo di gelato”. Oh sì, io adoro il gelato.

Conte Cornetta Ne ero certo!

Giovannino tocca il fascio luminoso, la musica si dissolve con un suono cristallino e tutti i fasci
luminosi lentamente scompaiono. L'atmosfera cambia gradualmente.

04a. MANGIONIA | 04b. RISTORANTE | 04c. Scampanellio


05. TUTTO IL MONDO IN FILASTROCCA

TUTTI (Conte Cornetta , Madame Phoné, Bianca, Gettone)


Io metto il mondo in filastrocca,

sotto a chi tocca!

L’arrotino, lo stagnino,

il fornaio, lo spazzacamino,

l’operaio, il contadino,

il dottore, il fattorino,

la scopa della nettezza urbana,

la gru che svetta, la Befana,

e i Sette Nani che strizzano l’occhio

alla Fatina di Pinocchio.

Quanta gente. A metterli in fila



sono più di centomila.

Io li metto in filastrocca:

sotto a chi tocca!

MADAME PHONE'
Filastrocca canterina
canta il gallo ogni mattina,
cantano i grilli in mezzo al prato

la serenata al cielo stellato;
pedalando svelto e gaio
canta il garzone del fornaio.
canta il soprano, canta il tenore
con la mano sopra al cuore;
Mentre si rade la barba e i baffetti
il babbo canticchia motivetti:
la sua voce è un po’ stonata

ma tutta la casa n’è rallegrata.
Per un momento scappano via
pensieri tristi e malinconia:
una canzone non dà da mangiare,

ma un po’ di coraggio te lo può dare.

CONTE CORNETTA
Filastrocca brontolona:
brontola il tuono quando tuona,
brontola il mare quando ha in testa
di preparare una tempesta,
brontola il nonno: “Ah, come vorrei
ritornare ai tempi miei…
Non c’erano allora, egregi signori,
elicotteri e micromotori,
e senza fare tanto fracasso
in carrozzella si andava a spasso”.
Accende la pipa, inforca gli occhiali
e affonda il naso nei giornali…

“Però… però…
senza lo scooter, che figura fò?
Il mondo cammina, il mondo ha fretta!”.
Evviva il nonno in motoretta.

BIANCA
Filastrocca solitaria,

voglio fare un castello in aria:

più su delle nubi,

più su del vento

un castello d’oro e d’argento.

Con una scala ci voglio salire

per sognare senza dormire

e su un cartello farò stampare:

Le cose brutte non possono entrare…

O filastrocca solitaria,

si starà bene lassù in aria: 

ma se un cartello scritto così
lo mettessimo anche qui?

GETTONE
Filastrocca un po’ burlona

per divertire qualunque persona:

se la salita fosse in discesa,

se la montagna stesse distesa,

se tutte le scale andassero in giù,

se i fiumi corressero all’insù,

se tutti i giorni fosse festa,

se fosse zucchero la tempesta,

se sulle piante crescesse il pane,
come le pesche e le banane,

se mi facessero il monumento…

io non sarei ancora contento.
Voglio prima veder sprofondare

tutte le armi in fondo al mare.

TUTTI (Conte Cornetta , Madame Phoné, Bianca, Gettone)


E in filastrocca andremo a trovare

i bimbi d’Italia, dalle Alpi al mare:

quello che succhia una lagrimuccia

e rosicchia una cannuccia,

quello che dorme su un vecchio divano

e per coperta ci ha un pastrano

quello che ha freddo, quello che ha pena,

quello che resta senza cena…
In filastrocca ad essi diremo:

“Tutto il mondo vi doneremo!

Vi metteremo nelle mani

città, palazzi di cento piani,

i monti, il mare, la felicità:

è tutto vostro guardate qua!

i monti, il mare, la felicità:



Prendete tutto, la vita è bella!”.

GIOVANNINO

Anche tu, filastrocca, sei bella.

Un inquietante squillo di telefono rompe la festosa atmosfera che si è creata. All'inizio il suono è
sommesso e poi diventa via via sempre più forte. Tutti si guardano perplessi e un po' spaventati.
Sembra che sia il telefono di Giovannino a suonare all'interno della sfera magica.
06. LA GUERRA DELLE CAMPANE

Conte Cornetta, Madame Phoné, Bianca, Gettone: DELLO STRAGENERALE BOMBONE SPARONE PESTAFRACASSONE!!!
Giovannino Chi???!!!

Segue il rumore dell'enorme esplosione di una bomba. Tutti vengono sbalzati via. Grida e commenti
vari a soggetto. Giovannino e Il Conte Cornetta si ritrovano come in trincea. Segue un tappeto sonoro
di rumori di guerra.

Conte Cornetta C’era una volta una guerra, una grande e terribile guerra, che faceva morire molti soldati da una parte e dall’altra.
Noi stavamo di qua e i nostri nemici stavano di là, e ci sparavano addosso giorno e notte, ma la guerra era tanto lunga che a un certo
punto ci venne a mancare il bronzo per i cannoni, non avevamo più ferro per le baionette, eccetera. Il nostro comandante, lo
Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone, ordinò di tirar giù tutte le campane dai campanili e di fonderle tutte insieme per
fabbricare un grossissimo cannone: uno solo, ma grosso abbastanza da vincere tutta la guerra con un sol colpo.
A sollevare quel cannone ci vollero centomila grù; per trasportarlo al fronte ci vollero novantasette treni. Lo Stragenerale si fregava
le mani per la contentezza e diceva: “Quando il mio cannone sparerà i nemici scapperanno fin sulla luna”.
Arrivo' il gran momento. Il cannonissimo era puntato sui nemici. Noi ci eravamo riempiti le orecchie di ovatta, perché il frastuono
poteva romperci i timpani e la tromba di Eustachio.Lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone ordinò: “Fuoco!”
Un artigliere premette un pulsante. E d’improvviso, da un capo all’altro del fronte, si udì:

Madame Phoné, Bianca, Gettone: Din! Don! Dan! Don! Dan! Don! Din! Don!

Conte Cornetta Era un enorme scampanio. Noi ci levammo l’ovatta dalle orecchie per sentir meglio.

Madame Phoné, Bianca, Gettone: Din! Don! Dan!

Conte Cornetta ...tuonava il cannonissimo. E centomila echi ripetevano per monti e per valli:

Madame Phoné, Bianca, Gettone: Dan! Don! Din! Don!


Conte Cornetta “Fuoco!” gridò lo Stragenerale per la seconda volta: “Fuoco, perbacco!” L’artigliere premette nuovamente il
pulsante e di nuovo un festoso concerto di campane si diffuse di trincea in trincea. Pareva che suonassero insieme tutte le campane
della nostro patria. Lo Stragenerale si strappava i capelli per la rabbia e continuò a strapparseli fin che gliene rimase uno solo. Poi ci
fu un momento di silenzio. Ed ecco che dall’altra parte del fronte, come per un segnale, rispose un allegro, assordante:

Madame Phoné, Bianca, Gettone: Din! Don! Dan! Don! Dan! Don! Din! Don!

Gettone (con spiccato accento tedesco) Perché anche il comandate dei nemici, il Mortesciallo Von Bombonen Sparonen
Pestrafrakasson, aveva avuto l’idea di fabbricare un cannonissimo con le campane del suo paese!

Madame Phoné, Bianca: Din! Don!

Conte Cornetta Tuonava adesso il nostro cannone.


Madame Phoné, Bianca: Din! Dan!

Gettone Rispondeva quello dei nemici.


Conte Cornetta E i soldati dei due eserciti balzavano dalle trincee, si correvano incontro,
Gettone ballavano e gridavano:
Conte Cornetta e Gettone: “Le campane, le campane! Evviva! E’ festa! E’ scoppiata la pace! Evviva!”.
Conte Cornetta Lo Stragenerale...
Gettone e il Mortesciallo...
Conte Cornetta ...salirono sulle loro automobili
Gettone ...e corsero lontano fino a consumare tutta la benzina,
Bianca ma il suono delle campane
Madame Phoné li inseguiva ancora.
Madame Phoné e Bianca Din! Don! Dan!

Tutti: Din! Don! Dan! Don! Dan! Don! Din! Don!

Il canto si trasforma in musica sulle note della quale tutti e quattro iniziano a cantare e a ridere coinvolgendo anche Giovannino
con il loro entusiasmo contagioso.

06a. GIROTONDO DI TUTTO IL MONDO


Giro girotondo
com'è grand il mondo
ci stanno gli italiani
tedeschi e americani,
cinesi con francesi,
polacchi e norvegesi,
russi ed inglesi,
slovacchi ed ungheresi,
rumeni ed indiani,
spagnoli e coreani,
bianchi e moretti,
rossi e gialletti,
noi siamo tutti amici,
vogliam essere felici,
su tutta la terra
non vogliamo più la guerra.

Alla fine cadono tutti cinque a terra stremati mentre la musica della campane sfuma lentamente in
lontananza.

Musica. Squilla il telefono del Conte Cornetta che corre a rispondervi quasi incredulo.

07. RE MIDA

Conte Cornetta
Re Mida era un gran spendaccione
feste e balli ad ogni occasione
con grande sfarzo organizzava
sicché non un soldo alla fin gli restava.

Fu così che dal Mago Apollo


il Re si recò a rotta di collo
Questi gli fece una grande magia
«ciò che tocchi d'ora in poi oro sia»

CORO
Oh che magia, che capolavoro
quel che toccava eccolo d’oro
eccolo d’oro diventare.
Forza continua a raccontare

Squilla il telefono di Gettone che corre a rispondere, tocca a lui ora continuare il
racconto

Gettone
Quando fa poi per tornare
e sulla macchina prova a montare
d’oro diventan motore e benzina
e l’auto non parte neppur in prima.

Né in prima o in seconda, ci vuol sentire


per quanto si faccia per farla partire.
Se ne sta ferma e si fa arrivare
un carro coi buoi per farla spostare.

CORO
Ohi ohi ohi non sia mai
per Re Mida saranno guai
guai saranno per Re Mida
conta la storia evviva evviva!
Squilla il telefono di Madame Phoné. E' il suo turno.

Madame Phoné
E una volta a casa arrivato
quello che toccava venia trasformato
tutto in purissimo oro zecchino
mobili sedie e pur tavolino.

Quando poi fu or di pranzare


Piatti e bicchieri vedea diventare
subito d’oro, e così pure il pane
e non poteva saziare la fame!

CORO
Così Re Mida se vuole mangiare
dalla Regina deve farsi imboccare
ridono i servi a crepapelle
non ne hanno mai viste di così belle

Squilla il telefono. E’ infine la volta di Bianca

Bianca
Quando fu l'ora d’andare a letto
diventò d’oro con ogni dispetto
il materasso e pure il cuscino
e non può più dormire il poverino.

Così stanco morto si risvegliò


e di corsa dal Mago allora tornò
gli chiese subito la cortesia:
«La tua magia, toglila via!»

CORO
Oh che magia, che capolavoro
quel che toccava eccolo d’oro
eccolo d’oro diventare.
Forza continua a raccontare.
Ognuno continua il racconto dal suo telefono

Conte Cornetta
«Non toccar nulla se non sian compiuti
almen sette ore e sette minuti.
Se sol qualche cosa tu sfiorerai
cacca di mucca diventar la farai”

Bianca
Fu questo il patto che il mago Apollo
siglò di nuovo col nostro rampollo.
Così Re Mida tutto contento
torna a casa e sta bene attento

CORO
Ohi ohi ohi non sia mai
per Re Mida saranno guai
guai saranno per Re Mida
conta la storia evviva evviva!

Gettone
Ma il suo orologio un poco scassato
a contare il tempo aveva sbagliato
per ogni ora va avanti un minuto
correndo sul tempo più del dovuto.

Madame Phonè
E quando sull’auto a salire provò
sai poveretto che gli capitò?
Invece di oro fresco di zecca
siede su un mucchio di cacca secca

CORO
A chi troppo vuole, non ci si scappa,
l’oro diventa tutta una cacca,
cacca di mucca per il nostro re
la storia è finita anche per te.
08. IL TRIONFO DELLO ZERO

BIANCA
C’era una volta un povero Zero

tondo come una o,

tanto buono però

contava proprio zero
e nessuno lo voleva in compagnia.

Una volta per caso



trovò il numero Uno

di cattivo umore perché

non riusciva più a contare

nemmeno fino a tre.

Vedendolo nero

il piccolo Zero,

si fece coraggio,

sulla sua macchina

gli offerse un passaggio;

schiacciò l’acceleratore,

fiero assai dell’onore

di avere a bordo
Cotanto signore
un uomo elegante e per ben
nientemeno, un’intera unità!

D’un tratto chi si vede



fermo lì sul marciapiede?

Il signor Tre

che si leva il cappello

e fa un inchino

fino al tombino…
e poi, per Giove

il Sette, l’Otto, il Nove

che fanno lo stesso.

Ma cosa era successo?
Che l’Uno e lo Zero

seduti vicini,

uno qua, l’altro di là

formavano un Dieci, un magnifico Dieci:

nientemeno, un’autorità!

TUTTI
Che l’Uno e lo Zero

seduti vicini,

uno qua, l’altro di là

formavano un Dieci, un magnifico Dieci:

nientemeno, un’autorità!

BIANCA
Da quel giorno lo Zero

fu molto rispettato,

anzi da tutti i numeri

ricercato e corteggiato:

gli cedevano la destra

con zelo e premura

(di tenerlo a sinistra

avevano paura),


e per il piccolo Zero

fu la felicità.
Giovannino Evviva il dieci!!! Promosso! Anzi promosso più due!
Tutti ridono. Musica

09. A INVENTARE I NUMERI

Bianca Dai Giovannino giochiamo a inventare i numeri?


Gettone Sì, sì, inventiamoli, comincio io.
Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque, quasi sei.

Conte Cornetta È troppo poco. Senti questi:


uno stramilione di biliardoni, un ottone di millantoni, un meravigliardo e un
meraviglione.

Bianca Noi allora inventeremo una tabellina, coraggio Madame Phonè.


Madame Phone' Sono pronta, mia cara.

Bianca Tre per uno


Madame Phonè Trento e Belluno

Bianca Tre per due


Madame Phonè bistecca di bue

Bianca Tre per tre


Madame Phonè latte e caffè

Bianca Tre per quattro


Madame Phonè cioccolato

Bianca Tre per cinque


Madame Phonè malelingue

Bianca Tre per sei


Madame Phonè patrizi e plebei

Bianca Tre per sette


Madame Phonè torta a fette

Bianca Tre per otto


Madame Phonè piselli e risotto

Bianca Tre per nove


Madame Phonè scarpe nuove

Bianca Tre per dieci


Madame Phonè pasta e ceci.
Gettone (rivolgendosi a Giovannino) Quanto costa questa pasta?
Giovannino (che si lascia coinvolgere) Due tirate d’orecchi.
Gettone Giusto!
Conte Cornetta Quanto c’è da qui a Milano?
Giovannino Mille chilometri nuovi, un chilometro usato e sette cioccolatini.
Tutti ridono

Tutti Forza bambini tutti con noi!


Bianca Tre per uno
Tutti Trento e Belluno

Bianca Tre per due


Tutti bistecca di bue

Bianca Tre per tre


Tutti latte e caffè

Bianca Tre per quattro


Tutti cioccolato

Bianca Tre per cinque


Tutti malelingue

Bianca Tre per sei


Tutti patrizi e plebei

Bianca Tre per sette


Tutti torta a fette

Bianca Tre per otto


Tutti piselli e risotto

Bianca Tre per nove


Tutti scarpe nuove

Bianca Tre per dieci


Tutti pasta e ceci.

Giovannino (che ora è entrato nello spirito del gioco) Quanto pesa una lacrima?
Madame Phone' Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di
tutta la terra.
Bianca Dai Giovannino, ora tocca a te.
Giovannino Ma io...

Bianca Forza, seguici.


Da qui in poi la musica potrebbe aumentare a ritmo vorticoso

Bianca Tre per uno


Giovannino Trento e Belluno

Bianca Tre per due


Giovannino bistecca di bue

Madame Phonè Tre per tre


Giovannino latte e caffè

Gettone Tre per quattro


Giovannino cioccolato

Conte Cornetta Tre per cinque


Giovannino malelingue

Bianca Tre per sei


Giovannino patrizi e plebei

Gettone Tre per sette


Giovannino torta a fette

Madame Phone' Tre per otto


Giovannino piselli e risotto

Conte Cornetta Tre per nove


Giovannino scarpe nuove

Tutti Tre per dieci


pasta e ceci.

Tutti ridono contenti.


Musica. Giovannino, affascinato dalla bellezza di queste nuove favole ,avanza in proscenio. Una volta
raggiunto il centro della scena, si avvicina ad un fascio luminoso, lo tocca delicatamente e questi
lentamente si dissolve. Assolo di Giovannino. (E' la prima volta che lo sentiamo cantare)

10. STORIA UNIVERSALE (Giovannino)

Giovannino

In principio la terra era tutta sbagliata,


renderla più abitabile fu una bella faticata.
Per passare i fiumi non c'erano ponti.
Non c'erano sentieri per salire sui monti.

Ti volevi sedere? Neanche l'ombra di un panchetto.


Cascavi dal sonno? Non esisteva il letto.
Per non pungersi i piedi, né scarpe, né stivali.
Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali.

Per fare una partita non c'erano palloni:


mancava la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni,
anzi a guardare bene mancava anche la pasta.
Non c'era nulla di niente. Zero via zero e basta.

C'erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare,


e agli errori più grossi si poté rimediare.
Da correggere, però, ne restano ancora tanti,
rimboccatevi le macchine, c'è lavoro per tutti quanti.

Tutti si stringono con entusiasmo attorno a Giovannino per abbracciarlo e congratularsi.


Qualche istante di silenzio mentre i quattro geni custodi restano di spalle ad osservare oltre la vetrina
Giovannino che si allontana. Il negozio resta vuoto. Sulle note della musica iniziale ciascuno di loro torna
lentamente al proprio telefono e cantando riprende la propria occupazione iniziale nell'attesa, chissà
quando, dell'arrivo di un nuovo visitatore.

11. IL POSTO DELLE FAVOLE

Le favole dove stanno?


Ce n'è una in ogni cosa:
nel legno, nel tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.

La favola sta lì dentro


da tanto tempo, e non parla:

è una bella addormentata
e bisogna svegliarla.

Ma se un principe, o un poeta,
a baciarla non verrà
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.

BUIO

APPAUSI

11a. IL POSTO DELLE FAVOLE (reprise veloce)


Tu tu tu tu tuuuuuuu….
Le favole dove stanno?……..

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