Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Ma se un principe, o un poeta,
a baciarla non verrà
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.
02. CHI MAI SARÀ?
Madame Phone’
(rompendo il silenzio sorpresa) Chi mai sarà?
Bianca
(felice della novità) E chi lo sa?!
Conte Cornetta
(titubante) Su vai ad aprir?
Gettone
(correndo alla porta e cercando le chiavi nelle tasche) Son qui, son qui !
Madame Phone’
(realizzando con disperazione che è finito è il the proprio ora che arriva un ospite)
Finito è il the!
Bianca
(cercando di sbriciare dalla vetrina) Chissà chi è?
Conte Cornetta
(cercando di riportare ordine) Si taccia ohibò!
Gettone
(riferendosi alla chiave della porta che ha appena trovato ) Ce l’ho! Ce l’ho!
Madame Phone’
Ne metto su…
Bianca
(che intanto si è avvicinata a Madame Phoné) …ancora un po’?
Conte Cornetta
Si apra orsù!
Gettone apre la porta e sulla soglia compare Giovannino con in braccio un telefono.
Gettone
E chi sei tu?
Giovannino
Io sono Giovannino!
03. GLI AGGIUSTA-TELEFONI
Gettone: Ascolta tu
Giovannino: tu tu tu
Giovannino: tu tu tu
Giovannino: Ti ti ti
Bianca: ti capitò
Giovannino: to to to
TUTTI: di trovar chi \ può aggiustar \ senza timor \ l’affare che\ ti sta a cuor \
Gettone:
(prendendo il vecchio telefono di Giovannino e cercando di smontarlo con un cacciavite)
Io sono Gettone
non perdo occasione
svitare avvitare,
conosco il mestiere!
Non è occupato:
è vecchio annoiato,
da anni… decenni
non viene ascoltato.
Ma io so come fare
gli posso ridare
la voce che un tempo
sapeva usare.
Bianca
Caro bambino
vedrai che Gettone
ripara il telefono,
all(à) perfezione.
È pazzo il ragazzo,
ma bravo e raddrizza
ogni cosa che è rotta
in modo perfetto.
Le penso romantiche
e molto poetiche,
le fiabe qui dentro …
…telefoniche.
Giovannino (ripetendo ad occhi chiusi)... qualcosa di bello... qualcosa che mi piace...che amo più più di ogni altra...
La musica cresce gradualmente e improvvisamente la “Magica Sfera Libera Favole” inizia un lento
movimento rotatorio su se stessa. Piano piano una luce sempre più potente comincia a sprigionarsi dal
l'interno della sfera per poi liberarsi nell'aria dividendosi in tanti fasci luminosi che si irradiano in tutte
le direzioni. La musica esplode trionfale.
Gettone (indicando un fascio luminoso) Ehi guardate! La favola delle strade di cioccolato!
Bianca (con incontenibile entusiasmo) Giovannino, Giovannino, guarda, alcune favole hanno cominciato a risvegliarsi e a librarsi
nell'aria.
Giovannino Non posso crederci, dici davvero? (guardandosi attorno meravigliato) Ma...ma è stupendo!
Bianca Oh sì, lo è. (prendendolo per mano). Forza, vieni con me. Ecco, scegline una.
Giovannino D'accordo. Allora vediamo... (avvicinandosi a un fascio luminoso) scelgo questa. (come leggendo il titolo nel fascio
luminoso) “Il Palazzo di gelato”. Oh sì, io adoro il gelato.
Giovannino tocca il fascio luminoso, la musica si dissolve con un suono cristallino e tutti i fasci
luminosi lentamente scompaiono. L'atmosfera cambia gradualmente.
L’arrotino, lo stagnino,
il fornaio, lo spazzacamino,
l’operaio, il contadino,
il dottore, il fattorino,
la scopa della nettezza urbana,
la gru che svetta, la Befana,
e i Sette Nani che strizzano l’occhio
alla Fatina di Pinocchio.
MADAME PHONE'
Filastrocca canterina
canta il gallo ogni mattina,
cantano i grilli in mezzo al prato
la serenata al cielo stellato;
pedalando svelto e gaio
canta il garzone del fornaio.
canta il soprano, canta il tenore
con la mano sopra al cuore;
Mentre si rade la barba e i baffetti
il babbo canticchia motivetti:
la sua voce è un po’ stonata
ma tutta la casa n’è rallegrata.
Per un momento scappano via
pensieri tristi e malinconia:
una canzone non dà da mangiare,
ma un po’ di coraggio te lo può dare.
CONTE CORNETTA
Filastrocca brontolona:
brontola il tuono quando tuona,
brontola il mare quando ha in testa
di preparare una tempesta,
brontola il nonno: “Ah, come vorrei
ritornare ai tempi miei…
Non c’erano allora, egregi signori,
elicotteri e micromotori,
e senza fare tanto fracasso
in carrozzella si andava a spasso”.
Accende la pipa, inforca gli occhiali
e affonda il naso nei giornali…
“Però… però…
senza lo scooter, che figura fò?
Il mondo cammina, il mondo ha fretta!”.
Evviva il nonno in motoretta.
BIANCA
Filastrocca solitaria,
voglio fare un castello in aria:
più su delle nubi,
più su del vento
un castello d’oro e d’argento.
Con una scala ci voglio salire
per sognare senza dormire
e su un cartello farò stampare:
Le cose brutte non possono entrare…
O filastrocca solitaria,
si starà bene lassù in aria:
ma se un cartello scritto così
lo mettessimo anche qui?
GETTONE
Filastrocca un po’ burlona
per divertire qualunque persona:
se la salita fosse in discesa,
se la montagna stesse distesa,
se tutte le scale andassero in giù,
se i fiumi corressero all’insù,
se tutti i giorni fosse festa,
se fosse zucchero la tempesta,
se sulle piante crescesse il pane,
come le pesche e le banane,
se mi facessero il monumento…
io non sarei ancora contento.
Voglio prima veder sprofondare
tutte le armi in fondo al mare.
GIOVANNINO
Anche tu, filastrocca, sei bella.
Un inquietante squillo di telefono rompe la festosa atmosfera che si è creata. All'inizio il suono è
sommesso e poi diventa via via sempre più forte. Tutti si guardano perplessi e un po' spaventati.
Sembra che sia il telefono di Giovannino a suonare all'interno della sfera magica.
06. LA GUERRA DELLE CAMPANE
Conte Cornetta, Madame Phoné, Bianca, Gettone: DELLO STRAGENERALE BOMBONE SPARONE PESTAFRACASSONE!!!
Giovannino Chi???!!!
Segue il rumore dell'enorme esplosione di una bomba. Tutti vengono sbalzati via. Grida e commenti
vari a soggetto. Giovannino e Il Conte Cornetta si ritrovano come in trincea. Segue un tappeto sonoro
di rumori di guerra.
Conte Cornetta C’era una volta una guerra, una grande e terribile guerra, che faceva morire molti soldati da una parte e dall’altra.
Noi stavamo di qua e i nostri nemici stavano di là, e ci sparavano addosso giorno e notte, ma la guerra era tanto lunga che a un certo
punto ci venne a mancare il bronzo per i cannoni, non avevamo più ferro per le baionette, eccetera. Il nostro comandante, lo
Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone, ordinò di tirar giù tutte le campane dai campanili e di fonderle tutte insieme per
fabbricare un grossissimo cannone: uno solo, ma grosso abbastanza da vincere tutta la guerra con un sol colpo.
A sollevare quel cannone ci vollero centomila grù; per trasportarlo al fronte ci vollero novantasette treni. Lo Stragenerale si fregava
le mani per la contentezza e diceva: “Quando il mio cannone sparerà i nemici scapperanno fin sulla luna”.
Arrivo' il gran momento. Il cannonissimo era puntato sui nemici. Noi ci eravamo riempiti le orecchie di ovatta, perché il frastuono
poteva romperci i timpani e la tromba di Eustachio.Lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone ordinò: “Fuoco!”
Un artigliere premette un pulsante. E d’improvviso, da un capo all’altro del fronte, si udì:
Madame Phoné, Bianca, Gettone: Din! Don! Dan! Don! Dan! Don! Din! Don!
Conte Cornetta Era un enorme scampanio. Noi ci levammo l’ovatta dalle orecchie per sentir meglio.
Conte Cornetta ...tuonava il cannonissimo. E centomila echi ripetevano per monti e per valli:
Conte Cornetta “Fuoco!” gridò lo Stragenerale per la seconda volta: “Fuoco, perbacco!” L’artigliere premette nuovamente il
pulsante e di nuovo un festoso concerto di campane si diffuse di trincea in trincea. Pareva che suonassero insieme tutte le campane
della nostro patria. Lo Stragenerale si strappava i capelli per la rabbia e continuò a strapparseli fin che gliene rimase uno solo. Poi ci
fu un momento di silenzio. Ed ecco che dall’altra parte del fronte, come per un segnale, rispose un allegro, assordante:
Madame Phoné, Bianca, Gettone: Din! Don! Dan! Don! Dan! Don! Din! Don!
Gettone (con spiccato accento tedesco) Perché anche il comandate dei nemici, il Mortesciallo Von Bombonen Sparonen
Pestrafrakasson, aveva avuto l’idea di fabbricare un cannonissimo con le campane del suo paese!
Il canto si trasforma in musica sulle note della quale tutti e quattro iniziano a cantare e a ridere coinvolgendo anche Giovannino
con il loro entusiasmo contagioso.
Alla fine cadono tutti cinque a terra stremati mentre la musica della campane sfuma lentamente in
lontananza.
Musica. Squilla il telefono del Conte Cornetta che corre a rispondervi quasi incredulo.
07. RE MIDA
Conte Cornetta
Re Mida era un gran spendaccione
feste e balli ad ogni occasione
con grande sfarzo organizzava
sicché non un soldo alla fin gli restava.
CORO
Oh che magia, che capolavoro
quel che toccava eccolo d’oro
eccolo d’oro diventare.
Forza continua a raccontare
Squilla il telefono di Gettone che corre a rispondere, tocca a lui ora continuare il
racconto
Gettone
Quando fa poi per tornare
e sulla macchina prova a montare
d’oro diventan motore e benzina
e l’auto non parte neppur in prima.
CORO
Ohi ohi ohi non sia mai
per Re Mida saranno guai
guai saranno per Re Mida
conta la storia evviva evviva!
Squilla il telefono di Madame Phoné. E' il suo turno.
Madame Phoné
E una volta a casa arrivato
quello che toccava venia trasformato
tutto in purissimo oro zecchino
mobili sedie e pur tavolino.
CORO
Così Re Mida se vuole mangiare
dalla Regina deve farsi imboccare
ridono i servi a crepapelle
non ne hanno mai viste di così belle
Bianca
Quando fu l'ora d’andare a letto
diventò d’oro con ogni dispetto
il materasso e pure il cuscino
e non può più dormire il poverino.
CORO
Oh che magia, che capolavoro
quel che toccava eccolo d’oro
eccolo d’oro diventare.
Forza continua a raccontare.
Ognuno continua il racconto dal suo telefono
Conte Cornetta
«Non toccar nulla se non sian compiuti
almen sette ore e sette minuti.
Se sol qualche cosa tu sfiorerai
cacca di mucca diventar la farai”
Bianca
Fu questo il patto che il mago Apollo
siglò di nuovo col nostro rampollo.
Così Re Mida tutto contento
torna a casa e sta bene attento
CORO
Ohi ohi ohi non sia mai
per Re Mida saranno guai
guai saranno per Re Mida
conta la storia evviva evviva!
Gettone
Ma il suo orologio un poco scassato
a contare il tempo aveva sbagliato
per ogni ora va avanti un minuto
correndo sul tempo più del dovuto.
Madame Phonè
E quando sull’auto a salire provò
sai poveretto che gli capitò?
Invece di oro fresco di zecca
siede su un mucchio di cacca secca
CORO
A chi troppo vuole, non ci si scappa,
l’oro diventa tutta una cacca,
cacca di mucca per il nostro re
la storia è finita anche per te.
08. IL TRIONFO DELLO ZERO
BIANCA
C’era una volta un povero Zero
tondo come una o,
tanto buono però
contava proprio zero
e nessuno lo voleva in compagnia.
Vedendolo nero
il piccolo Zero,
si fece coraggio,
sulla sua macchina
gli offerse un passaggio;
schiacciò l’acceleratore,
fiero assai dell’onore
di avere a bordo
Cotanto signore
un uomo elegante e per ben
nientemeno, un’intera unità!
TUTTI
Che l’Uno e lo Zero
seduti vicini,
uno qua, l’altro di là
formavano un Dieci, un magnifico Dieci:
nientemeno, un’autorità!
BIANCA
Da quel giorno lo Zero
fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri
ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra
con zelo e premura
(di tenerlo a sinistra
avevano paura),
e per il piccolo Zero
fu la felicità.
Giovannino Evviva il dieci!!! Promosso! Anzi promosso più due!
Tutti ridono. Musica
Giovannino (che ora è entrato nello spirito del gioco) Quanto pesa una lacrima?
Madame Phone' Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di
tutta la terra.
Bianca Dai Giovannino, ora tocca a te.
Giovannino Ma io...
Giovannino
Ma se un principe, o un poeta,
a baciarla non verrà
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.
BUIO
APPAUSI