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Cautela e disattenzione ne??Odissea:
la rovina (oXeftQO?) dei Proci
Gustavo Vagnone
gen 1970, pp. 57-59; vd. anche lo Schol. a A 86. Infine non ? indifferente, per una cor
retta lettura del passo, ilmodo come si intendono w.
i 387-389 che immediatamente pre
cedono: Penelope ascolta, non vista, i discorsi degli uomini nei (x?yo?QOV;
sul significato
da dare (che indicherebbe un posto ben preciso nei d?X.a
all'espressione xax'?vxrioxiv
\lo?, in luogo del tradizionale e un po' gen?rico "di fronte" o "di faccia") vd. A. Veneri,
e il sem?ntica di termini architet
'Omero palazzo miceneo: alcuni aspetti dell'evoluzione
tonici nei contesto della tradizione linguistico-stilistica delT?poca', inAtti del Convegno
Int.le La transizione dal miceneo alValto arca?smo. Dal palazzo alla citt?, Roma 1988 (di
prossima Vd. anche la nota a q.l. di J. Russo in Odissea V, cit.
pubblicazione).
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146 G. Vagnone
2?
35, 40, 100, 111, 350; qp376. Sul riso vd. D. Arnould, Mourir de rire dans l'O
dyss?e: les rapports avec le rire et le rire d?ment', Bull. Ass. G. Bud? 1985,
sard?nique
pp. 177-186; M. Colakis, 'The Laughter of the Suitors inOdyssey 20', Class. World 79,
1986, pp. 137-141.
3
Vd. per es. ? 146-156, 161-176; o 475-476; v 350-370. Naturalmente il segnale ?
sempre chiaro per l'uditore o per lo spettatore (nella tragedia: vd. per es. le allusioni di
Tiresia nel primo episodio delTEdipo Re), oltre che per l'interprete/vate (Teoclimeno,
ma non deve essere ? non del tutto ?
Tiresia), compreso almeno dal destinatario. In
questo caso (v 349) il destinatario si awicina alia comprensione (anexo, ma
'presentiva')
alla fine prevale l'in-coscienza (358: y?kaooav). Su tutto il passo vd. la lunga nota di J.
Russo, Odissea V, cit.
4
Vd. A. Heubeck, Odissea I, a cura di A. Heubeck e S. West, Milano 1981, p.
XXVII sgg.; S.West, ibid. p. LXXXI sgg.; B. Fenik, Studies in theOdyssey, Wiesbaden
1974, p. 160. Tra le due situazioni vi sono anche rispondenze tematiche: corne Agamen
none (y 301), anche Odisseo a Itaca con i ricchi doni dei Feaci, che nasconde con
giunge
cura (v 363 sgg.; ? 535 = X 411): l'agguato mortale ha luogo durante il banchetto: anche i
Proci sono sterminati durante la cena (cfr. ?. 419-420 con oo 185). Anzi per A. T. Edwards
(Achilles in theOdyssey: Ideologies ofHeroism in theHomeric Epic, K?nigstein/Ts. 1985)
la mnesterofonia ? un Xo/o? (vd. pp. 35-38: as an Ambush';
'The Mnesterophonia cfr.
con p. 27 sgg., 'The Ambush in the Odyssey'); e ?a?xa. Ma ?
vd. ? 531, ko%oc a parte
che taS/oi di v 49 significa "schiere" (vd. per es. anche M.P. Tn margine alla
Bologna,
di om. Xo/o?', ?
interpretazione Studi e saggi linguistici 13, 1973, pp. 207-214) mi sem
bra ehe il luogo e la chiusura delle porte ((p 236-241, cfr. 381-391) facciano piuttosto
pensare alla "trappola" (cos? anche inW. Shakespeare, Hamlet, Act V, Se. II: "...let the
door be lock'd..."): ?oxo? (228) ? ambiguo, potendo alludere alla "rete" di x 469. In
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Cautela e disattenzione nelYOdissea 147
rio sta con la guardia abbassata, come insegna Pepisodio del Ciclope 5:
alio stesso modo viene sorpreso Antinoo in un momento di fatale disat
tenzione.
Dal momento del ritorno di Odisseo a Itaca ha inizio un vero e pro
poi ad Itaca per opera di Atena, era in certo modo : "ma io credevo di trovare
"disguised"
un uomo e forte, non mi aspettavo di essere vinto da un ometto da nulla..." si
grande
lamenta Polifemo (i 513 sgg.). Vd. le osservazioni di B.B. Powell, Composition by Theme
in the Odyssey, Meisenheim am Glan 1977, p. 1 sgg., e la gi? cit. p. 45 sull'analog?a con il
fato dei Proci. Vd. anche G. Bona, Studi sull'Odissea, Torino 1966, p. 43 n. 23.
6
Come un esempio della cautela di Odisseo pu? essere visto anche il "testing" ch'e
sui membri della sua casa: su questo motivo vd. A. Thornton, and The
gli compie People
mes inHomer's Odyssey, London-Dunedin 1970, p. 47 sgg. (chapt. IV); R.B. Rutheford,
'The Philosophy of the Odyssey', Journ. Hell. Stud. 106, 1986, pp. 145-162: vd. p. 158
sgg
7
Prima del prudente occultamento Odisseo procede ad una accurata ricognizione
dei suoi beni, onde accertarsi che non manchi nulla: vd. v 215.
8 ? 281, e G. Bona,
Vd. J. Russo, op.cit. ad op. cit. p. 151.
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nente per due sia pur valorosi: 108 pi? 8 servitori. Odisseo, nella sua
piena di timor? (jt 260, 243 sgg.). Ma ci? che preme far notare ? il riferi
mento costante ? in questo e in altri passi analoghi ? al motivo del
jxo?jvo? ?(i)V, del "solo (soli) contro molti". Questo pu? colorarsi della
fosca tinta del desiderio di morte in due situazioni da me gi? esami
nate 10,main gen?rale riflette il continuo incombere, sullo sfondo, della
logo dei Proci); e in seguito, dallo stesso Odisseo {v 28 sgg.), che conti
nua a ?Li?Qfxr|Q?Y?iv (cfr. jt 237) come poter da solo battere iProci ((?o?
vo? 8C?V :
w. 30 e 40): punt?ale giunge il rimbrotto di Atena, che nella
voluta iperbole del v. 49 ("50 schiere di nemici") richiama certo quella
9A
questo tipo di informazione si pu? accostare il catalogo delle ancelle infedeli (x
420 sgg.).
10
Vd. jt 105 sgg. e d 315 sgg.
11 sua prima ? ?
La formulazione espressa dalla parte awersa ? in ? 245 sgg. (v.
251). Altri passi, oltre a quelli citati, sono v 313, x 107 e ip 38 (cfr. [i 297 e x 157). NelTJ
liade compare, sia pure con diversa sfumatura, in A 388 e P 94-95 (cfr. O 61 e Y 188).
12
Si veda per es. v 333: vvv ?'t??t] xo?e ?fjXov, ? x1 oiw?xi vooxiuo? ?oxiv.
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Cautela e disattenzione nelY Odissea 149
dall'immaginare che la morte gli possa venire proprio li, nel convito, da
"uno contro molti" (x 12): il vantaggio del numero non gli servir? a
niente 13.
'
N?v ?'?qtj xai o?qjtov Axotio?oiv xexux?oda?
...
evqp?ei,
(<p428-429)
?
Eustazio che d? al passo un'interpretazione banale e fundamen
talmente errata ? aggiunge che gli antichi (critici) dicevano che con
queste parole Odisseo "sv?a l'attenzione dei Proci" 14. La cautela
sarebbe qui perfino eccessiva, dato che essi son? ancora lontani dal com
prendere ci? che sta succedendo: cos? lontani che neppure la morte di
Antinoo li toglie dalla loro cecit?, tanto ? vero che la prima reazione ?
come al s?lito piena di iattanza: "ora la tua rovina ? certa..." (v. 28). Ecco
l'ultima e falsa certezza dei Proci, che nella loro stoltezza continuano a
non vedere che ad essi tutti, invece, pende "Pestrema rovina" (v. 33); ma
ci pensa Odisseo a far cadere loro le bende dagli occhi: "ora a voi tutti
13
II riflessivo o? ? ambiguo, potendosi riferire sia al soggetto della prop, principale
(xi?) che a quello della secondaria (uo?vov). Curiosamente, nei VI vol. della citata edi
zione de??Odissea (Milano 1986) si trovano entrambe le soluzioni (ehe owiamente
danno alla frase un senso diverso): la prima nella traduzione di G.A. Privitera,
alquanto
la seconda nei commento di M.F. Galiano. Ma appunto tutto il contesto, con i riferi
menti al motivodel [xo'uvo? ?obv, consiglia di scegliere la prima corne la pi? appropriata.
= d 139 nei secondo
Si noti ancora che il v. 13 ? emistichio.
14 un discorso
Vd. Eustath. ad (p 428. Secondo E., Omero farebbe qui figurato
(oyrwiaxi?Ei), per cui le parole di Odisseo prefigurerebbero in realt? i|> 133-136 e 143
147. A questa interpretazione, probabilmente sua, Eustazio fa pero seguir? quella dei
jtaXaio? (condivisa dalla critica moderna, vd. per es. Ameis-Hentze; W.W. Merry,
Odyssey, Oxford 1878 (repr. 1964); M. Valgimigli, Il canto dell'arco, Messina-Milano
1939) secondo cui nelle parole di Odisseo c'? un'allusione ir?nica a quanto seguir? tra
=
breve (?oqjiov fhxvaxo? etc.): e certo questo doveva percepire (e presentir?) l'ascol
? corne ? sono
tatore. In effetti tali parole quelle pronunc?ate subito dopo (x 5-7)
e come tali dovevano essere coite dall'uditorio, oltre che "non coite" dai Proci
ambigu?,
cui sono riferite.
15 un
Vd. 35-41. Con il riconoscimento, la sua identit? ? finalmente svelata: sol
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Nel rimbalzare delle minacce dagli uni alPaltro (scandite anche for
mularmente) di cujt?? oXe^qo?, si prepara lo scioglimento della sin qui
incerta querelle: ora iProci non sfuggiranno alla sieur a rovina (v. 43).
Torino
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