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Accademia Editoriale

Cautela e disattenzione nell'"Odissea": La rovina (ὄλεϑϱοϛ) dei Proci


Author(s): Gustavo Vagnone
Source: Quaderni Urbinati di Cultura Classica, New Series, Vol. 34, No. 1 (1990), pp. 145-150
Published by: Fabrizio Serra editore
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20547035
Accessed: 30-03-2015 19:56 UTC

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Cautela e disattenzione ne??Odissea:
la rovina (oXeftQO?) dei Proci

Gustavo Vagnone

?e?jtvov \iev y?g toi ye Ye^cocovxe? xeruxovTO


18 xai ...
r\bv ^evoeix??
(v 390-391)

I Proci si apprestano a terminare il pranzo "ridendo", mentre


Atena ed Odisseo stanno per preparare loro una ben amara cena *: tale
1 ? ?
? questo Fu?ico modo ch'io sappia di tradurre xexvxovxo, se vogliamo
intendere l'azione corne attuale e simultanea al contesto dato, come ? di norma (vd. per
es. ? 61, n 283 = ? 408, \i 307; anche nella sequenza pi? fr?quente n 478 = co384 = A
= = H
647 B 430 319 introdotta da ?jtei, e in coppia con jrau?ctvxo, l'azione precede
immediatamente il testo ed ? praticamente simultanea ad esso): cos? pi? o meno traduce

Romagnoli (L'Odissea, Bologna 1940): "a banchettare segu?ano...", eWilamowitz


quelli
(DieHeimkehr des Odysseus, Berlin 1927, p. 51): "Sie freuten sich an einem reichlichen
Se invece l'azione va riferita a un tempo pi? remoto (ossia a v 250-256) il
Mittagsmahl...".
verbo conserva il significato, ad esso usuale, di "preparare", con una valenza per? incon
sueta di piuccheperfetto; vd. G.A. Privitera, Odissea V, Milano 1985): "essi avevano,

allegri, apprestato un banchetto...". Si aggiunga che quasi certamente nella contrapposi


zione tra ?e?jtvov e il primo ha valore di "pranzo", anche se si sarebbe tentati di
?oqjtov
intenderlo come "cena" (LSJ "Evening meal", cfr. Q 170 e 176), mantenendo cos? l'a
zione simultanea al contesto (w. 387-389): "la cena ridendo essi preparavano..."; ?oq
jtov allora il significato gen?rico di "pasto", non pi? contrapposto ma anzi
acquisterebbe
riferito a ?e?jtvov, sul tipo di Hymn.Dem. 129. Sulla complessa questione di ?e?jtvov
(vd. per es. ? 61,
cfr. 213, dove certo ? "cena") vd. C. Robert, und ?e?jtvov',
'A?qtcov
Hermes 19,1884, pp. 469-472; G. Bruns, K?chewesen u.Mahlzeiten in den Epen, G?ttin

gen 1970, pp. 57-59; vd. anche lo Schol. a A 86. Infine non ? indifferente, per una cor
retta lettura del passo, ilmodo come si intendono w.
i 387-389 che immediatamente pre
cedono: Penelope ascolta, non vista, i discorsi degli uomini nei (x?yo?QOV;
sul significato
da dare (che indicherebbe un posto ben preciso nei d?X.a
all'espressione xax'?vxrioxiv
\lo?, in luogo del tradizionale e un po' gen?rico "di fronte" o "di faccia") vd. A. Veneri,
e il sem?ntica di termini architet
'Omero palazzo miceneo: alcuni aspetti dell'evoluzione
tonici nei contesto della tradizione linguistico-stilistica delT?poca', inAtti del Convegno
Int.le La transizione dal miceneo alValto arca?smo. Dal palazzo alla citt?, Roma 1988 (di
prossima Vd. anche la nota a q.l. di J. Russo in Odissea V, cit.
pubblicazione).

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connotazione gioiosa, che ricorre in precedenza tre volte nello stesso


canto (w. 346, 358, 374) e in altri2, non ? semplicemente un gen?rico
sorriso cordiale (corne per es. in ? 301), ma nei contesti citati sta ad indi
care una disposizione d'animo costante che non potrebbe maggior
mente contrastare con la fine drammatica che si sta preparando: si pu?
ben dire che tale riso ? ?cpQOOV, come ammette lo stesso Telemaco di s?
(q>105).
Nel momento infatti che richiederebbe la massima cautela, i Proci
non si awedono di nulla, neppure dei segnali non equivoci che pi? volte
essi hanno ricevuto e che avrebbero dovuto comprendere3: mentre ?
ben desto e vigile colui che, secondo ogni verosimiglianza, avrebbe
dovuto essere la loro vittima; chi infatti avrebbe mai pensato che da un
solo uomo, in mezzo a numerosi convitati, sarebbe loro venuta la morte
fatale (x 12 sgg.)? ? il noto rovesciamento della vicenda di Agamennone
ed Egisto, cui gi? si accenna all'inizio del poema e come ? poi chiara
mente ?
espresso nel libro XIII4: sappiamo che Odisseo ? s?lito nella
sua vigile sagacia ?
portare il colpo decisivo nell'attimo in cui l'awersa

2?
35, 40, 100, 111, 350; qp376. Sul riso vd. D. Arnould, Mourir de rire dans l'O
dyss?e: les rapports avec le rire et le rire d?ment', Bull. Ass. G. Bud? 1985,
sard?nique
pp. 177-186; M. Colakis, 'The Laughter of the Suitors inOdyssey 20', Class. World 79,
1986, pp. 137-141.
3
Vd. per es. ? 146-156, 161-176; o 475-476; v 350-370. Naturalmente il segnale ?

sempre chiaro per l'uditore o per lo spettatore (nella tragedia: vd. per es. le allusioni di
Tiresia nel primo episodio delTEdipo Re), oltre che per l'interprete/vate (Teoclimeno,
ma non deve essere ? non del tutto ?
Tiresia), compreso almeno dal destinatario. In
questo caso (v 349) il destinatario si awicina alia comprensione (anexo, ma
'presentiva')
alla fine prevale l'in-coscienza (358: y?kaooav). Su tutto il passo vd. la lunga nota di J.
Russo, Odissea V, cit.
4
Vd. A. Heubeck, Odissea I, a cura di A. Heubeck e S. West, Milano 1981, p.
XXVII sgg.; S.West, ibid. p. LXXXI sgg.; B. Fenik, Studies in theOdyssey, Wiesbaden
1974, p. 160. Tra le due situazioni vi sono anche rispondenze tematiche: corne Agamen
none (y 301), anche Odisseo a Itaca con i ricchi doni dei Feaci, che nasconde con
giunge
cura (v 363 sgg.; ? 535 = X 411): l'agguato mortale ha luogo durante il banchetto: anche i
Proci sono sterminati durante la cena (cfr. ?. 419-420 con oo 185). Anzi per A. T. Edwards
(Achilles in theOdyssey: Ideologies ofHeroism in theHomeric Epic, K?nigstein/Ts. 1985)
la mnesterofonia ? un Xo/o? (vd. pp. 35-38: as an Ambush';
'The Mnesterophonia cfr.
con p. 27 sgg., 'The Ambush in the Odyssey'); e ?a?xa. Ma ?
vd. ? 531, ko%oc a parte
che taS/oi di v 49 significa "schiere" (vd. per es. anche M.P. Tn margine alla
Bologna,
di om. Xo/o?', ?
interpretazione Studi e saggi linguistici 13, 1973, pp. 207-214) mi sem
bra ehe il luogo e la chiusura delle porte ((p 236-241, cfr. 381-391) facciano piuttosto
pensare alla "trappola" (cos? anche inW. Shakespeare, Hamlet, Act V, Se. II: "...let the
door be lock'd..."): ?oxo? (228) ? ambiguo, potendo alludere alla "rete" di x 469. In

gen?rale, il motivo ? presente nella letteratura popolare (vd. S. Thompson, Motif-Index

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rio sta con la guardia abbassata, come insegna Pepisodio del Ciclope 5:
alio stesso modo viene sorpreso Antinoo in un momento di fatale disat
tenzione.
Dal momento del ritorno di Odisseo a Itaca ha inizio un vero e pro

prio contrappunto, nelPopposizione tem?tica di cautela da una parte, e


di disattenzione dalTaltra: non ? utile tuttavia ripetere qui motivi a tutti
ben noti, quanto invece cercare di collegare al tema principale episodi o
frasi apparentemente slegati tra loro 6.
Abbiamo gi? visto con quanta cura Odisseo nasconde le sue ric
chezze (v 363 sgg.)7 cui accenna in seguito in uno dei suoi racconti semi
=
veritieri(x 272, 293 ? 323 sgg.): nei ripetuti accenni si sente una inge
nua ammirazione per il possesso, che ? costante nsu?Odissea (si veda per
es. la descrizionedel palazzo di Menelao) e che trova sp?ciale risalto nei
minuziosi elenchi
dei beni di Odisseo a ? 13 (e spec. 99 sgg.), veri e pro

pri "cataloghi" minori (v. 99 xaxaX?^ ): lo stesso compiacimento si


awerte nelPaltro catalogo dei doni nuziali offerti dai Proci (o 290 sgg.),
compiacimento accresciuto dal fatto che, come Puditorio certo avr? pre
sentito, quei doni poi gli rimarranno in casa (281, Y^^oev): prova ulte
riore, se ancora ce n'era bisogno, della malaccorta stupidit? dei preten
denti8.
Vi son? pero anche cataloghi meno piacevoli: ? il caso di Jt 247
sgg.: Telemaco elenca al padre il numero degli awersari, dawero impo

of Folk-Literature IV, Bloomington 1957 2, K 737, "Capture by closing entrance to vic


tim's home") dove si combina con quello dell'invito a cena e successiva uccisione a tradi
mento (vd. ibid. K 8111: "Enemies invited to banquet and killed". Cfr. 8712 citato da
Powell, Composition, vd. infra, a proposito di Antinoo: vd. p. 45 n. 101).
5
La poca accortezza del Ciclope non sta tanto nel lasciarsi ubriacare, quanto nel
non aver riconosciuto il nemico che pure gli era stato profetizzato, anche se questi, come

poi ad Itaca per opera di Atena, era in certo modo : "ma io credevo di trovare
"disguised"
un uomo e forte, non mi aspettavo di essere vinto da un ometto da nulla..." si
grande
lamenta Polifemo (i 513 sgg.). Vd. le osservazioni di B.B. Powell, Composition by Theme
in the Odyssey, Meisenheim am Glan 1977, p. 1 sgg., e la gi? cit. p. 45 sull'analog?a con il
fato dei Proci. Vd. anche G. Bona, Studi sull'Odissea, Torino 1966, p. 43 n. 23.
6
Come un esempio della cautela di Odisseo pu? essere visto anche il "testing" ch'e
sui membri della sua casa: su questo motivo vd. A. Thornton, and The
gli compie People
mes inHomer's Odyssey, London-Dunedin 1970, p. 47 sgg. (chapt. IV); R.B. Rutheford,
'The Philosophy of the Odyssey', Journ. Hell. Stud. 106, 1986, pp. 145-162: vd. p. 158
sgg
7
Prima del prudente occultamento Odisseo procede ad una accurata ricognizione
dei suoi beni, onde accertarsi che non manchi nulla: vd. v 215.
8 ? 281, e G. Bona,
Vd. J. Russo, op.cit. ad op. cit. p. 151.

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nente per due sia pur valorosi: 108 pi? 8 servitori. Odisseo, nella sua

prudenza, si informa minuziosamente sul numero e sulla qualit? dei suoi


xe jt ? ?
nemici (oaooi xai o? xtve?, 236)9, all? scopo dice lui di pon
derare bene se occorra cercare alleati, o se per awentura bastino loro
due soli: Pascoltatore sapeva bene, fin da v 392, quale era la potente soc
corritrice, mentre Telemaco lo apprende solo dopo aver dato la risposta

piena di timor? (jt 260, 243 sgg.). Ma ci? che preme far notare ? il riferi
mento costante ? in questo e in altri passi analoghi ? al motivo del
jxo?jvo? ?(i)V, del "solo (soli) contro molti". Questo pu? colorarsi della
fosca tinta del desiderio di morte in due situazioni da me gi? esami
nate 10,main gen?rale riflette il continuo incombere, sullo sfondo, della

preponderanza num?rica dei Proci n; taie preoccupazione ? gi? espressa


da Telemaco in jt 88 e ribadita a 121, dove a ?iuq?oi si contrappone la
ripetizione, quasi ossessiva, del tr?plice \iovvov che lo precede (18, 19,
w. ? ooooi ... ? sono un anticipo del cata
120; i che seguono ???oi

logo dei Proci); e in seguito, dallo stesso Odisseo {v 28 sgg.), che conti
nua a ?Li?Qfxr|Q?Y?iv (cfr. jt 237) come poter da solo battere iProci ((?o?
vo? 8C?V :
w. 30 e 40): punt?ale giunge il rimbrotto di Atena, che nella
voluta iperbole del v. 49 ("50 schiere di nemici") richiama certo quella

precedente, piena di fiducia, di Odisseo ("anche se fossero trecento...":


vd. v390).
A questo senso di cautela, che pu? par?re forse esagerato ma che
appartiene in ultima
analisi alla tipolog?a delPeroe che "non pu? dor
mir?" prima delPazione, si contrappone d'altra parte Pimprudenza dei
Proci: oltre a mostrare sempre una eccessiva sicurezza 12,essi non fanno
owiamente alcun calc?lo delle eventuali forze in campo. Ad Odisseo
che lo sfida con parole coraggiosissime e sferzanti, Eurimaco, fiducioso
nella forza num?rica della sua parte, risponde con insolenza contestan
dogli Pisolamento (o 390, "tra molti uomini"); Antinoo stesso, che dice
di ricordare la bravura di Odisseo (vd. cp94-95: ma ora non lo riconosce,
per cui tra poco 'guster?' quella bravura sulla propria pelle, v. 98) ? lungi

9A
questo tipo di informazione si pu? accostare il catalogo delle ancelle infedeli (x
420 sgg.).
10
Vd. jt 105 sgg. e d 315 sgg.
11 sua prima ? ?
La formulazione espressa dalla parte awersa ? in ? 245 sgg. (v.
251). Altri passi, oltre a quelli citati, sono v 313, x 107 e ip 38 (cfr. [i 297 e x 157). NelTJ
liade compare, sia pure con diversa sfumatura, in A 388 e P 94-95 (cfr. O 61 e Y 188).
12
Si veda per es. v 333: vvv ?'t??t] xo?e ?fjXov, ? x1 oiw?xi vooxiuo? ?oxiv.

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dall'immaginare che la morte gli possa venire proprio li, nel convito, da
"uno contro molti" (x 12): il vantaggio del numero non gli servir? a
niente 13.

'
N?v ?'?qtj xai o?qjtov Axotio?oiv xexux?oda?
...
evqp?ei,

(<p428-429)
?
Eustazio che d? al passo un'interpretazione banale e fundamen
talmente errata ? aggiunge che gli antichi (critici) dicevano che con
queste parole Odisseo "sv?a l'attenzione dei Proci" 14. La cautela
sarebbe qui perfino eccessiva, dato che essi son? ancora lontani dal com
prendere ci? che sta succedendo: cos? lontani che neppure la morte di
Antinoo li toglie dalla loro cecit?, tanto ? vero che la prima reazione ?
come al s?lito piena di iattanza: "ora la tua rovina ? certa..." (v. 28). Ecco
l'ultima e falsa certezza dei Proci, che nella loro stoltezza continuano a
non vedere che ad essi tutti, invece, pende "Pestrema rovina" (v. 33); ma
ci pensa Odisseo a far cadere loro le bende dagli occhi: "ora a voi tutti

pende l'estrema rovina" 15.

13
II riflessivo o? ? ambiguo, potendosi riferire sia al soggetto della prop, principale
(xi?) che a quello della secondaria (uo?vov). Curiosamente, nei VI vol. della citata edi
zione de??Odissea (Milano 1986) si trovano entrambe le soluzioni (ehe owiamente
danno alla frase un senso diverso): la prima nella traduzione di G.A. Privitera,
alquanto
la seconda nei commento di M.F. Galiano. Ma appunto tutto il contesto, con i riferi
menti al motivodel [xo'uvo? ?obv, consiglia di scegliere la prima corne la pi? appropriata.
= d 139 nei secondo
Si noti ancora che il v. 13 ? emistichio.
14 un discorso
Vd. Eustath. ad (p 428. Secondo E., Omero farebbe qui figurato
(oyrwiaxi?Ei), per cui le parole di Odisseo prefigurerebbero in realt? i|> 133-136 e 143
147. A questa interpretazione, probabilmente sua, Eustazio fa pero seguir? quella dei
jtaXaio? (condivisa dalla critica moderna, vd. per es. Ameis-Hentze; W.W. Merry,
Odyssey, Oxford 1878 (repr. 1964); M. Valgimigli, Il canto dell'arco, Messina-Milano
1939) secondo cui nelle parole di Odisseo c'? un'allusione ir?nica a quanto seguir? tra
=
breve (?oqjiov fhxvaxo? etc.): e certo questo doveva percepire (e presentir?) l'ascol
? corne ? sono
tatore. In effetti tali parole quelle pronunc?ate subito dopo (x 5-7)
e come tali dovevano essere coite dall'uditorio, oltre che "non coite" dai Proci
ambigu?,
cui sono riferite.
15 un
Vd. 35-41. Con il riconoscimento, la sua identit? ? finalmente svelata: sol

punto vede la fine della cautela e l'inizio dell'azione. Tale


spettacolare "reversal of sta
tus" ? marcato anche dal 'torvo di Odisseo a sua volta (x 34, 60 e 320), dopo
guardare'
aver la stessa cosa dai Proci o 388), come ben fa notare J.P. Holoka,
sopportato (q 459;
'I?cav): Reflections on Status and Decorum in Homer',
'Looking Darkly ('Yjio?qo:
Trans. Am. Philol. Ass. 113, 1983, soprattutto pp. 12-13.

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150 G. Vagnone

Nel rimbalzare delle minacce dagli uni alPaltro (scandite anche for
mularmente) di cujt?? oXe^qo?, si prepara lo scioglimento della sin qui
incerta querelle: ora iProci non sfuggiranno alla sieur a rovina (v. 43).

Torino

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