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ORDINE DEGLI INGEGNERI DI SIENA

Progetto delle Costruzioni in acciaio e composte acciaio-


calcestruzzo ai sensi del DM 2008

RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE


METALLICHE

Siena, 28 Maggio 2010

Prof. Ing. Enrico Mangoni


D
Docentet di “Progetto e Riabilitazione delle Strutture “
presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze
Email: emangoni@dicea.unifi.it, ing.enrico@studiomangoni.it
Sperimentazione al fuoco a Cardington
su edifici in scala 1:1 .
Incendio localizzato.
La struttura prima e dopo l’incendio.
Cosa si intende per resistenza al fuoco di un elemento?
Il concetto di resistenza al fuoco viene definito, nell nell’ambito
ambito della normativa
nazionale, come l’attitudine di un elemento da costruzioni, componente o struttura,
a conservare, secondo un programma termico prestabilito e per un tempo
d t
determinato,
i t in i tutto
t tt o in
i parte,
t i seguentiti requisiti:
i iti
• La stabilità o capacità portante :R
l’attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica
sotto l’azione del fuoco (D.M. Int. 30/11/1983)
capacità della struttura o di una sua membratura di sopportare le azioni
specifiche
p durante la ppertinente esposizione
p al fuoco ((Eurocodici))
• La tenuta o integrità: E
attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare né produrre, se
sottoposto all'azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato
non esposto (D.M.Int. 30/11/1983)
capacità delle membrature di separazione a prevenire il passaggio di gas caldi
o l'ignizione al di là della superficie esposta, durante la pertinente esposizione al
fuoco (Eurocodici)
• L'isolamento termico: I
I’ attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la
t
trasmissione
i i d l calore
del l (D M I t 30/11/1983)
(D.M.Int.
capacità di una membratura di separazione di prevenire un'eccessiva
trasmissione di calore (Eurocodici)
In definitiva:
Con il simbolo R si identifica un elemento
costruttivo che, in caso di incendio, deve
conservare la sola stabilità (ad esempio una
trave o un p
pilastro isolati))

Con il simbolo RE si identifica un elemento


costruttivo che deve conservare sia la stabilità
sia la tenuta (ad esempio un muro o un solaio
che hanno funzione di separazione e per i quali
non è necessario limitare l'incremento di
temperatura sulla faccia dell'elemento non
esposta
p all'incendio))

Con il simbolo REI si identifica un elemento


costruttivo
t tti che
h deve
d conservare la
l stabilità,
t bilità la
l
tenuta e l'isolamento (come l'esempio precedente
quando si vuole anche limitare l'incremento di
temperatura sulla faccia dell'elemento non
esposta all'incendio).
La normativa:

La verifica della resistenza al fuoco di un elemento costruttivo può essere ottenuta


mediante:

1. Prove di laboratorio su un campione rappresentativo dell'elemento in oggetto,


eseguite ai sensi di norme armonizzate o linee guida EOTA [-]
2 Mediante criteri di progetto e metodi di calcolo armonizzati
2.
3. Mediante combinazione di quanto previsto in 1 e 2
Per quanto riguarda i metodi di calcolo per le strutture in acciaio, le norme di
riferimento sono:

• Norme Tecniche per le Costruzioni, G.U. 23 settembre 2005, n. 222

• EN1993-1.2 Progetto di strutture in acciaio. Parte 1.2: Regole generali -


Progetto strutturale in caso di incendio; Appendice Tecnica Nazionale

• EN1994-1.2 Progetto di strutture composte in acciaio e calcestruzzo. Parte


1.2: Regole generali - progetto strutturale in caso di incendio
Appendice Tecnica Nazionale.
L’approccio prescrittivo: requisiti in funzione della destinazione
d’uso
d uso dei locali

1) Attività regolate da specifica norma tecnica:

Edifici per civile abitazione


La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D
Decreto Mi i
Ministero d ll'I
dell'Interno n. 246 del
d l 16 maggio
i 1987
198 "Norme
"N di sicurezza
i
antincendi per gli edifici di civile abitazione“

Edificii per uffici


Edifi ffi i
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. 22 febbraio 2006 "Approvazione della regola tecnica di prevenzione
incendi per la progettazione,
progettazione la costruzione e ll'esercizio
esercizio di edifici e/o locali
destinati ad uffici“

Alberghi
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
Decreto Ministero dellInterno 9 aprile 1994 Approvazione della regola tecnica
di prevenzione incendi per la costruzione e ll'esercizio
esercizio delle attività ricettive
turistico-alberghiere
Locali di pubblico spettacolo
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. 19 agosto 1996. Approvazione della regola tecnica di prevenzione
incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di
intrattenimento e pubblico spettacolo

Impianti sportivi
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. 25 agosto 1989 Norme di sicurezza per la costruzione degli impianti
sportivi

Scuole
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. 26 agosto 1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica

Grandi
G di magazzini
i i
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è la
Circolare n. 75 del 3 luglio 1967 Criteri di prevenzione incendi per grandi
magazzini empori,
magazzini, empori ecc.
ecc

Autorimesse
La regola tecnica in vigore per la costruzione e ll'esercizio
esercizio di tali attività è il
Decreto Ministero dell’Interno - 1 febbraio 1986 Norme di sicurezza antincendi
per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili
Ospedali
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. del 18 settembre 2002 Approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, costruzione e lesercizio delle
strutture
t tt sanitarie
it i pubbliche
bbli h e private
i t

Edifici pregevoli per arte o storia


La regola tecnica in vigore per la progettazione,
progettazione la costruzione e l'esercizio di
tali attività è riportata nei seguenti documenti:

D.M.Int.
D M Int 20 maggio 1992 Regolamento contenente norme di sicurezza
antincendio per gli edifici storici ed artistici destinati a musei, gallerie,
esposizioni e mostre per quanto riguarda i musei, le gallerie, le esposizioni
e le mostre

D.P.R. n. 418 del 30 giugno 1995 Regolamento concernente norme di


sicurezza antincendio per gli edifici di interesse storico ed artistico destinati
a biblioteche ed archivi per quanto riguarda le biblioteche e gli archivi
2) Attività non regolate da specifica regola tecnica:

Edifici industriali, artigianali, agricoli


Circolare del Ministero dell'Interno n°91 del 1961 [3];
T t Unitario
Testo U it i delle
d ll Norme
N T
Tecniche
i h per lel Costruzioni
C t i i [10].
[10]

Depositi
Circolare del Ministero dell'Interno n°91 del 1961 [3];
Testo Unitario delle Norme Tecniche per le Costruzioni [10].
L’approccio prestazionale
Oggi i più recenti regolamenti,
regolamenti prevedono la possibilità di eseguire la verifica della
sicurezza strutturale in caso di incendio mediante un approccio di tipo
prestazionale. Questo approccio è basato sull'applicazione di modelli di calcolo
definiti sia per la determinazione della temperatura nell nell'ambiente
ambiente (incendio
naturale di progetto) e negli elementi strutturali (analisi termica degli elementi),
sia per il comportamento meccanico dell'organismo strutturale (analisi strutturale
in caso di incendio). Esso, essendo basato su uno studio dello specifico caso di
incendio che può verificarsi, comprendente anche l'efficacia degli strumenti di
protezione attiva e passiva di cui è dotato l'edificio, permette una più approfondita
verifica del comportamento
p della struttura in caso di incendio e,, di conseguenza,
g ,
una maggiore affidabilità della sicurezza.

L'introduzione di questo approccio nel quadro normativo nazionale ed il suo campo


di applicazione presente nelle seguenti norme:
• Norme Tecniche per le Costruzioni, G.U. 23 Settembre 2005, n222.
• EN 1991-1-2 "Azioni sulle strutture" Parte 1-2: Azioni in generale - Azioni sulle
strutture esposte al fuoco - Allegato Tecnico Nazionale.
• EN 1993-1-2 Progetto di strutture in acciaio. Parte 1-2: Regole generali -
Progetto strutturale in caso di incendio - Allegato Tecnico Nazionale.
• EN 1994-1-2
1994 1 2 Progetto
P tt di strutture
t tt compostet in
i acciaio
i i e calcestruzzo.
l t P t 1.2:
Parte 12
Regole generali - Progetto strutturale in caso di incendio - Allegato Tecnico
Nazionale.
Occupiamoci dell’approccio prestazionale, che risulta quello più ingegneristico e
più innovativo.
innovativo
Le norme che ad oggi possono essere coinvolte in tale valutazione sono le
seguenti:
Il comportamento della trave in acciaio del filmato, sottoposta ad incendio, può
essere ingegneristicamente definito attraverso tre distinti sottomodelli.
sottomodelli

FASE 1: definizione dell dell’incendio


incendio di
progetto Modello di
? Costruzione – Geometria dei locali – Azione termica
incendio
Ventilazione
? Attività – Materiali combustibili
? Misure di protezione attiva

FASE 2: analisi termica della struttura


? Posizione e geometria degli elementi
Modello di
? Proprietà chimiche dei materiali della Temperatura della
trasmissione
struttura struttura
del calore
? Contributo
C t ib t di eventuali
t li sistemi
i t i
protettivi

FASE 3: analisi strutturale Modello di


? Schematizzazione strutturale Capacità portante
calcolo
? Analisi dei carichi meccanici strutturale
? Proprietà meccaniche dei materiali
Che cos’è l’incendio?

L’incendio è definito all’interno delle Norme Tecniche, ovvero degli Eurocodici,


come “azione eccezionale” che agisce nella struttura in condizioni eccezionali
che corrispondono ad uno stato limite ultimo (collasso per instabilità,
instabilità per
eccessive deformazioni, etc.).

L’incendio ha origine quando si ha la presenza di un combustibile, di un


comburente (ossigeno) e di una sorgente iniziale di calore.
E’ abitudine schematizzare l’incendio nell’ambiente dove si sviluppa attraverso
una curva che
h riporta
i t l’andamento
l’ d t delle
d ll temperature
t t i funzione
in f i d l tempo.
del t
Nella fase iniziale sull’andamento successivo dell’incendio hanno grande importanza
le misure di PROTEZIONE ATTIVA (presenza di estintori, sorveglianza, impianto di
rilevazione fumi, etc.).
Da tenere presente che se la ventilazione è insufficiente, l’ossigeno si riduce e si
rallenta la combustione. Spesso in ambienti vetrati la rottura dei vetri che avviene
attorno ai 100° C aumenta la q quantità di ossigeno
g eq
quindi la combustione.
Se l’incendio non si riduce si arriva al cosiddetto “FLASH OVER” ovvero una fase in
cui l’incendio da fenomeno locale coinvolge rapidamente tutto l’ambiente circostante
e le fiamme si estendono a tutti i materiali combustibili.
In questa fase la temperatura al soffitto è dell’ordine di 500 – 600 °C (Drysdale)
Nella fase post flash over tutti i materiali
combustibili sono sottoposti
p ad incendio,,
sono importanti le misure di
PROTEZIONE PASSIVA
(compartimentazione, protezione degli
elementi strutturali, etc.). Gli effetti
dell’incendio cominciano a diminuire,
consumandosi progressivamente i
combustibili. L’incendio tende a
spegnersi. Questa fase inizia in genere
quando il 70 – 75 % del combustibile è
stato
t t consumato.t
Notare che per gli strutturisti l’incendio è
dato dalla curva ISO.
All’interno delle più moderne norme gli incendi vengono suddivisi fra
• INCENDI NOMINALI
• INCENDI NATURALI

Le NTC 2008 fanno riferimento ad esempio a tre incendi nominali


i
incendio
di standard
t d d ISO 834 l 10 (8 ⋅ t + 1)
θ = θ 0 + 345 ⋅ log

incendio da idrocarburi θ = 1080 ⋅ (1 − 0.325 ⋅ e −0.167 t − 0.675 ⋅ e −2.5t ) + θ 0

incendio esterno θ = 660 ⋅ (1 − 0.687 ⋅ e −0.32t − 0.313 ⋅ e −3.8t ) + θ 0


(temperature θ espresse in °C)
Per gli incendi naturali invece si può fare riferimento a diversi modelli:

• incendi p
parametrici (p
(per fase p
post – flash over);
);
• incendio localizzato (per fase pre – flash over);
• incendio per elementi esterni (per tener conto delle fiamme che fuoriescono
p
dalle aperture del compartimento
p stesso);
)
• modelli a zona;
• modelli di campo.

In ciascuno di questi modelli si tiene conto di fattori importanti per l’andamento


dell’incendio,
’ ovvero:

• destinazione degli ambienti;


• ventilazione;
til i
• caratteristiche delle pareti del compartimento;
• presenza di impianti e protezioni attive
• etc
etc.
Curve temperatura – tempo parametriche per incendio controllato dalla
ventilazione
Una volta definito l’incendio e quindi la temperatura del gas
esterno, qual è la temperatura all’interno degli elementi
strutturali che ci interessa verificare o studiare?
La determinazione della distribuzione della temperatura
p all’interno di un elemento
strutturale richiede la soluzione di un problema non lineare di trasmissione del
calore.

La trasmissione del calore avviene attraverso tre meccanismi fondamentali:


conduzione, convezione e irraggiamento.

CO
CONDUZIONE:
O è il meccanismo che si genera tra due corpi posti a contatto a
diversa temperatura.

CONVEZIONE è il meccanismo
CONVEZIONE: i che
h sii genera tra
t due
d fluidi
fl idi o tra
t un fluido
fl id e un
corpo

IRRAGGIAMENTO: è il meccanismo che si genera tra due corpi non a contatto


ma in mutua esposizione
Le grandezze dell’elemento strutturale che occorre conoscere per determinare la
sua temperatura, nota quella del gas esterno, sono:
• densità (kg/m3);
( g );
• calore specifico (J/(kg K))
• conducibilità termica (W/(m K))

Entrambe queste ultime grandezze sono funzione della temperatura!

Curve di variazione della conducibilità termica e del calore specifico in funzione della
temperatura per l’acciaio e per il calcestruzzo
Per l’analisi termica degli elementi strutturali si possono impiegare modelli di tipo
avanzato, con l’impiego di elementi finiti, ovvero metodi semplificati che si basano su
soluzioni approssimate in forma chiusa.

In ogni caso l’equazione risolutiva del problema di trasmissione è sempre del tipo
∂ (ρ ⋅ c ⋅ θ )
di (− λ ⋅ grad
− div dθ ) = EQ NE DI FOURIER
EQ.NE
∂t
λ = conducibilità termica del materiale
c = calore specifico
t = tempo
θ = θ (t, x, y, z) = temperatura
Si riesce a dimostrare che: 1 Am ,i &
Δθ a ,t = hnet Δt
ca ρ a Vi
è l’INCREMENTO DI TEMPERATURA nell’acciaio nell’intervallo di tempo tra t e
(t+Δt) [°C]

( )
h&net = α c θ g − θ m =dell’elemento
flusso netto di calore trasmesso alla superficie
strutturale
αc = coefficiente di scambio per convezione
Valori di αc proposti nell’ENI 1991-1-2 (2002)
Am ,i = Fattore di sezione o massività riferito alla parte i-esima del profilo

Vi

Tale fattore è è’ il rapporto tra ll’area


area della superficie attraverso cui il calore viene
trasferito all’acciaio ed il volume dell’acciaio.

Se la temperatura
p si ritiene uniforme su tutto l’elemento strutturale Am,i
m i/Vi = Am/V.

Se gli elementi hanno sezione costante:

Am/V= (perimetro della sezione)/(area della sezione trasversale)

(N.B. Tale fattore indica quanto rapidamente si scalda una sezione. Tanto più
grande è tanto più velocemente si riscalda la sezione).

Uguale perimetro ma diversa


sezione trasversale!!!
Fattore di sezione Am/V per elementi in acciaio non protetti (EN 1993 -1-2, 2005)
Se l’elemento strutturale è protetto esternamente a parità di temperatura del gas
esterno si riscalderà meno.
meno
In questo caso l’equazione precedente cambia in:

Ap λ p (θ g ,t − θ a ,t )
Δθ a ,t = Δt
V dp ca ρ a

λp = conducibilità termica del materiale di protezione


dp = spessore del materiale di protezione
θa,t = temperatura dell’acciaio al tempo t;

θg,t = temperatura del gas dell’ambiente al tempo t


Δt = intervallo finito di tempo
Andamento della temperatura nel tempo di un elemento di acciaio
protetto con vari spessori di protezione
Fattore di sezione di elementi di acciaio protetti
I protettivi più utilizzati per elementi strutturali in acciaio sono quelli indicati nella
figura sottostante.
Proprietà di alcuni materiali protettivi di tipo passivo (UNI 9503, 2007)
Una volta definito l’incendio e la risposta termica della sezione
devo effettuare l’analisi strutturale.

Le combinazioni di carico per la situazione eccezionale di incendio sono definite


dalle NTC 2008 e dagli Eurocodici come

∑G
j ≥1
k, j + ψ 2,1Qk ,1 + ∑ψ 2,i Qk ,i + Ad (t )
i >1

ψ 2,1= coefficiente di combinazione per il valore quasi permanente delle azioni


(N.B.
- nelle norme non si considerano più azioni eccezionali concomitanti (es. fuoco +
sisma) cosa che invece può avvenire in pratica;
- è necessario considerare combinazioni di carico diverse, ponendo di volta in
volta come principali le varie azioni accidentali, a meno che non sia immediato
riconoscere q quale azione è p
principale;
p ;
- Ad(t) sono le azioni termiche indirette, ovvero le sollecitazioni che si generano
nella struttura a causa delle dilatazioni termiche impedite;

- negli Eurocodici e nel D.M. Ministero dell’Interno del 09/03/2007 si dice


chiaramente
hi t che
h tali
t li azioni
i i possono essere trascurate
t t se sii fa
f riferimento
if i t ad
d un
incendio nominale, sono invece da tenere in conto se si fa riferimento a modelli
più raffinati. Nelle NTC 2008 non si dice niente!!!!.
La verifica dell’elemento deve essere condotta come

R fi ,d ,t ≥ E fi ,d

Se le azioni indirette possono trascurarsi, può scriversi

E fi ,d = ηi Ed

Gk + ψ 2,1Qk ,1
ηi =
γ G Gk + γ Q ,1Qk ,1

ovvero le sollecitazioni nella combinazione di incendio (SLU) sono ηi-volte quelle


determinate sempre allo SLU ma a freddo.
L’Eurocodice consiglia di assumere ηi = 0.65 ÷ 0.7.
E per le resistenze R fi,d,t?

IIntanto
t t occorre osservare che h a causa dell’esposizione
d ll’ i i all’incendio
ll’i di sii degradano
d d l
le
proprietà resistenti dei singoli materiali.

Fattori di riduzione della resistenza e della


rigidezza per l’acciaio strutturale
Fattori di riduzione della resistenza per calcestruzzo normale (NC) e alleggerito (LC)

Valori dei principali parametri della relazione tensione – deformazione per calcestruzzo normale
(NC) e calcestruzzo alleggerito (LC) in funzione della temperatura
Quindi come risulta ovvio la resistenza a parità di sezione metallica varia con il
tempo.

Osservare che con il tempo varia anche il modulo elastico dell’acciaio, quindi
riferendosi all’esempio della colonna precedente, se avessi voluto trovare
ll’allungamento
allungamento della colonna e quindi NR(t) ad una temperatura di 500
500°C
C non si
poteva scrivere
NQ h
α a hΔT (500°C ) − = Δl
Ea Aa
Avrei dovuto suddividere l’intervallo di tempo che sulla curva ISO corrisponde al
raggiungimento di 500°C in intervalli Δt,i scrivendo per ciascuno di questi

NQh
Δli = α a h(Ti − Ti −1 ) −
⎛ Ti + Ti −1 ⎞
Ea ⎜ ⎟ Aa
⎝ 2 ⎠
Δltot = ∑ Δli
Da notare che la verifica poteva condursi anche secondo altri formati, ovvero:

• nel dominio del tempo

t fi ,d ≥ t fi ,richiesto

• nel dominio della temperatura


p

θ d ,t ≥ θ cr ,d

Per l’ingegnere strutturista è ovviamente più semplice ragionare in termini di


sollecitazioni e resistenze!!!!.
Notare anche che, riferendosi sempre all’esempio della colonna isolata, gli stessi
vincoli possono essere influenzati dalla temperatura.
Come può condursi l’analisi strutturale in caso di incendio?
Vediamo alcuni semplici
p esempi
p di sollecitazione.

ELEMENTI TESI

γ M ,0
N fi ,θ , Rd = k y ,θ N Rd
γ M , fi
k y,θ = fattore di riduzione alla temperatura θ della tensione di snervamento
γ M,0 = coefficiente parziale di sicurezza per la resistenza alla temperatura ordinaria
M fi = coefficiente p
γ M,fi parziale di sicurezza p
per la resistenza in caso di incendio (γ M,fi
M fi =1))

Quindi
f y ,d
N fi ,θ , Rd = A ⋅ k y ,θ
γ M , fi
Se la temperatura della sezione non è uniforme, è possibile suddividere la sezione in
sottoelementi in ciascuno dei quali può immaginarsi costante la temperatura e
d
determinare
i l resistenza
la i d ll sezione
della i all tempo t come somma delle
d ll resistenze
i d i
dei
singoli elementi.
ELEMENTI COMPRESSI

Gli elementi compressi, sottoposti ad alta temperatura, sono più facilmente


sottoposti ad instabilità dell’equilibrio poiché diminuisce il modulo elastico
dell’acciaio. Può diminuire però in qualche caso anche la lunghezza libera di
inflessione, se l’incendio è compartimentato !!!.
Si determina la “snellezza” a freddo:

Af yd l fi Af yd
λ= =
N cr π EJ
Si determina
d t i lal “snellezza”
“ ll ” a caldo:
ld
k yθ
λθ = λ
k E ,θ
Si effettua la verifica di instabilità:

N b , fi ,t , Rd = χ fi (λθ )Ak yθ
f yd
γ M , fi

χ fi (λθ ) =
1
Φθ + Φθ2 − λθ2
(
Φθ = 0.5 1 + αλθ + λθ2 )
235
α = 0.65
f yd
ELEMENTI SOTTOPOSTI A FLESSIONE E TAGLIO CON TRAVI DI SEZIONE 1,2,3

TAGLIO γ M ,0
V fi ,t , Rd = k y ,θ , webVRd
γ M , fi
FLESSIONE
γ M ,0
M fi ,t , Rd = k y ,θ M Rd
γ M , fi
per sezioni di classe 1,2 M Rd = W p f yd
per sezioni di classe 3 M Rd = We f yd

γ M ,o 1
M fi ,t , Rd = k y ,θ ,max M Rd
γ M , fi k1k 2
k1 = fattore di adattamento che tiene conto di temperatura non uniforme nella sezione
trasversale
per sezioni totalmente esposte k1 = 1
per sezioni
i i esposte
t su tre
t lati
l ti k1 = 0.85
0 85
per sezioni protette su tre lati k1 = 0.7
k2 = fattore di adattamento che tiene conto di temperatura non uniforme lungo l’asse
Per sezioni in cui si ha concomitanza di taglio e flessione con valori elevati del taglio si
considera una tensione di snervamento
f y ,red = (1 − ρ ) f yd
2
⎛ 2VEd ⎞

ρ =⎜ −1 ⎟

⎝ V pl , Rd ⎠

Distribuzione p
plastica delle tensioni modificata p
per l’interazione taglio-momento
g
La stessa relazione valida a freddo può utilizzarsi anche a caldo, con la sostituzione

V fi ,d VE , d
in luogo di
V fi ,t , Rd V pl , Rd
Per una verifica semplificata o primo dimensionamento degli elementi può utilizzarsi il
“Nomogramma”. Si tratta in sostanza di una verifica tabellare.
Tale metodo si basa sul concetto di “coefficiente di utilizzazione”

E fi ,d sollecitazione in caso di incendio (costante nel tempo)


μ0 = =
R fi ,d , 0 resistenza al fuoco al tempo 0

In base alla definizione di fattore di riduzione dei carichi risulta anche:

γ M , fi
μ 0 = η fi (E fi , d = η fi Ed )
γM0
Nomogramma
Per gli elementi compressi, invece, nota la snellezza a freddo e la tensione critica di
compressione:

λ l fi 235 N fi , Ed
λ(20°C ) = = λ 1 = 93 . 9 f ' y ,θ ,λ =
λ1 iλ1 f yd A
si utilizzano tabelle, in base alle quali si può ottenere la temperatura critica.
Esempio: Resistenza di una trave soggetta a flessione
Una trave
U t con sezione
i IPE 300 e acciaio
i i tipo
ti S275 è soggetta
tt a flessione.
fl i Il momento
t
sollecitante in condizioni di incendio è pari a 79.0 kNm. Sono esclusi fenomeni di
svergolamento perché la trave è connessa ad una soletta in c.a. Verificare la
resistenza al fuoco R90 della trave.
trave

Trave Carichi
Profilo IPE 300 Momento flettente di progetto in
Altezza ha = 300 mm caso di incendio
L h
Larghezza fl
flange bf = 150
1 0 mm Mfl,Ed = 79.0 kNm
Spessore anima tw = 10.7 mm
Spessore flange tf = 10.7 mm
R
Raccordidi r = 15 mm
Area A = 5380 mm2
Modulo di resistenza plastico Wpl =628.4 cm2
Acciaio S275 fay = 275 N/mm2
Determinazione della classe di duttilità della sezione in caso di incendio

235
ε = 0.85 = 0.7857
fy

Classe di duttilità dell’anima del profilo


c
= 35.014
t
72 ⋅ ε = 56.57
Poiché c/t<72 ε la classe di duttilità dell
dell’anima
anima è 1.
1

Classe di duttilità delle ali del profilo


c
= 5.2757
t
9 ⋅ ε = 7.072

Poiché c/t<9 ε la classe di duttilità delle ali è 1.

L’intera sezione appartiene alla classe di duttilità 1. Pertanto il nomogramma può


essere applicato al fine di ricavare la temperatura critica.
Determinazione del fattore di utilizzazione:
La sezione è di classe 1 di duttilità in caso di flessione pura, pertanto
nell’equazione
nell equazione è possibile usare il modulo di resistenza plastico Wpl
M fi ,d
μ0 = = 0.457
W pl f y
Determinazione del coefficiente κ
κ = κ1κ 2 = 0.7

Determinazione della temperatura critica


Conoscendo il valore del coefficiente κ e del fattore di utilizzazione dal
nomogramma si ottiene la temperatura critica

θ cr = 662°C

Determinazione del fattore di sezione


Dall’apposita tabella per il profilo in esame (IPE 300) si ottiene il fattore di
sezione
Ap
188m −1
= 188m
V
Applicazione del Nomogramma
Dal grafico precedente la temperatura critica è raggiunta con un tempo di
esposizione al fuoco pari a

tes = 14 min

La sezione non risulta verificata R90, sarà perciò applicata una protezione
costituita da intonaco a base di vermiculite (conducibilità termica λp = 0.15
W/(mK))

Determinazione del nuovo coefficiente κ


Avendo protetto la sezione il coefficiente κ vale (protette esposte su tre lati):
κ = κ 1κ 2 = 0 .85

Determinazione della nuova temperatura critica


Dal nomogramma si ottiene la temperatura critica

Tcr = 633°C
Determinazione dello spessore di protettivo necessario
Dal nomogramma per garantire una temperatura dell’elemento inferiore alla
temperatura critica per un tempo di esposizione di 90 min occorre adottare un
fattore di sezione modificato pari a:

Ap λ p
= 1070W /( m 3 K )
V dp

Da cui è possibile ricavare il valore dello spessore di intonaco a base di


vermiculite necessario perché la trave raggiunga la classe di resistenza al fuoco
R90
Ap λ p
= 1070W /( m 3 K ) ⇒ d p = 26.4mm
V dp
Per le travi composte acciaio-calcestruzzo come si valuta la
resistenza al fuoco?
Intanto occorre considerare che la piattabanda e la parte superiore della trave in
generale si riscaldano meno della p
g parte inferiore.
Questo fa subito capire che la dilatazione della parte inferiore è parzialmente
contrastata da quella superiore e quindi nascono rilevanti sollecitazioni aggiuntive sui
connettori.

N.B.
Azioni tangenziali di uguale verso
rispetto a quelle dovute ai carichi esterni
Esistono metodi di verifica analitici e tabellari che riguardano requisiti geometrici e di
resistenza (EC4).

Tabella progettuale con


dimensioni minime ed
armature aggiuntive
minime per
p travi
composte parzialmente
rivestite (Tabella 4.1
dell’EN 1994-1-2, 2005)
Minime distanze delle armature dai bordi per travi composte parzialmente rivestite (Tabella
4.2 dell’EN 1994-1-2, 2005)

Copriferro necessario per travi composte completamente rivestite in funzione della classe di
resistenza al fuoco (Tabella 4.3 dell’EN 1994-1-2, 2005)
Riferendosi alle verifiche precedenti, si noti come gli elementi fossero di tipo
isostatico. E’ p
possibile tenere conto della p presenza delle strutture di contorno,,
effettuando con metodi più o meno complessi analisi strutturali non lineari (per
materiali e geometria!!) dell’intera struttura o di sottostrutture.
Ci interessa fare delle considerazioni di tipo generale per comprendere il reale
comportamento
p di un elemento strutturale in acciaio sottoposto
p all’azione del fuoco,,
anche in relazione alle strutture di contorno.

Per la singola
g trave con p
profilo a “ “,a causa dell’elevata conducibilità dell’acciaio,
la temperatura è abbastanza costante sulla sezione.
Tuttavia la flangia superiore, anche per la presenza di un solaio, tende a riscaldarsi
un po’ meno.
Il decadimento delle proprietà resistenti in una trave (isostatica!) segue praticamente
quello del materiale ma,, naturalmente,, la crisi p
q può avvenire in modo anticipato
p a
causa dell’instabilità dell’equilibrio, visto che il modulo elastico si degrada più
rapidamente della resistenza.
E’ importante
p seguire
g il comportamento
p fino a collasso di un elemento strutturale
soggetto a fuoco perché si verificano comportamenti del tutto contrari rispetto a
quelli che possono avvenire a freddo.
FASE A FASE B FASE C FASE D
FASE A FASE B FASE C FASE D

Verticale in
mezzeria
Contrazione

Sposstamenti
Espansione Orizzontale
in mezzeria
Momenti
In mezzeria
M

Positivo
Negativo

In estremità
orzo normalee

Compressione
Sfo

Trazione
FASE A: Nascita di momenti negativig di estremità,, la trave + compressa,
p ,
allungamenti assiali, incremento della freccia.

FASE B: Avviene l’instabilità dell’equilibrio (è come se la trave assumesse minor


rigidezza assiale e flessionale). Si riducono i momenti di estremità e le
forze assiali.
FASE C: A causa della riduzione sempre più ampia del modulo elastico si
incrementa la freccia,, la trave tende a p
portare il carico come se fosse
una fune e non una trave.

Slab deflection after test


Date: 23th January 2003

15
0
12
-10
9
-20 7
-30
6
-40
5
-50
-60
60 4.5
-70
4
-80 -10.0-0.0
-90 -20.0--10.0
-100 -30.0--20.0 3.5
-40.0--30.0
0.00 -50.0--40.0 3
-60.0--50.0
2.25 -70.0--60.0 2
-80.0--70.0
4.50 -90.0--80.0
-100 0--90 0
-100.0--90.0 1

6.75
0

9.00

FASE D: analogo comportamento della fase C anche se più pronunciato.


Solo il 40% delle travi
protette con l’approccio
p pp
prestazionale!

Parte del materiale relativo alla presentazione deriva da appunti del Prof. Nigro e dell’Ing. Pustorino, che si ringraziano.

Grazie per
l’attenzione!!!!

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