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Alberghi
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
Decreto Ministero dellInterno 9 aprile 1994 Approvazione della regola tecnica
di prevenzione incendi per la costruzione e ll'esercizio
esercizio delle attività ricettive
turistico-alberghiere
Locali di pubblico spettacolo
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. 19 agosto 1996. Approvazione della regola tecnica di prevenzione
incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di
intrattenimento e pubblico spettacolo
Impianti sportivi
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. 25 agosto 1989 Norme di sicurezza per la costruzione degli impianti
sportivi
Scuole
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. 26 agosto 1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica
Grandi
G di magazzini
i i
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è la
Circolare n. 75 del 3 luglio 1967 Criteri di prevenzione incendi per grandi
magazzini empori,
magazzini, empori ecc.
ecc
Autorimesse
La regola tecnica in vigore per la costruzione e ll'esercizio
esercizio di tali attività è il
Decreto Ministero dell’Interno - 1 febbraio 1986 Norme di sicurezza antincendi
per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili
Ospedali
La regola tecnica in vigore per la costruzione e l'esercizio di tali attività è il
D.M.Int. del 18 settembre 2002 Approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, costruzione e lesercizio delle
strutture
t tt sanitarie
it i pubbliche
bbli h e private
i t
D.M.Int.
D M Int 20 maggio 1992 Regolamento contenente norme di sicurezza
antincendio per gli edifici storici ed artistici destinati a musei, gallerie,
esposizioni e mostre per quanto riguarda i musei, le gallerie, le esposizioni
e le mostre
Depositi
Circolare del Ministero dell'Interno n°91 del 1961 [3];
Testo Unitario delle Norme Tecniche per le Costruzioni [10].
L’approccio prestazionale
Oggi i più recenti regolamenti,
regolamenti prevedono la possibilità di eseguire la verifica della
sicurezza strutturale in caso di incendio mediante un approccio di tipo
prestazionale. Questo approccio è basato sull'applicazione di modelli di calcolo
definiti sia per la determinazione della temperatura nell nell'ambiente
ambiente (incendio
naturale di progetto) e negli elementi strutturali (analisi termica degli elementi),
sia per il comportamento meccanico dell'organismo strutturale (analisi strutturale
in caso di incendio). Esso, essendo basato su uno studio dello specifico caso di
incendio che può verificarsi, comprendente anche l'efficacia degli strumenti di
protezione attiva e passiva di cui è dotato l'edificio, permette una più approfondita
verifica del comportamento
p della struttura in caso di incendio e,, di conseguenza,
g ,
una maggiore affidabilità della sicurezza.
• incendi p
parametrici (p
(per fase p
post – flash over);
);
• incendio localizzato (per fase pre – flash over);
• incendio per elementi esterni (per tener conto delle fiamme che fuoriescono
p
dalle aperture del compartimento
p stesso);
)
• modelli a zona;
• modelli di campo.
CO
CONDUZIONE:
O è il meccanismo che si genera tra due corpi posti a contatto a
diversa temperatura.
CONVEZIONE è il meccanismo
CONVEZIONE: i che
h sii genera tra
t due
d fluidi
fl idi o tra
t un fluido
fl id e un
corpo
Curve di variazione della conducibilità termica e del calore specifico in funzione della
temperatura per l’acciaio e per il calcestruzzo
Per l’analisi termica degli elementi strutturali si possono impiegare modelli di tipo
avanzato, con l’impiego di elementi finiti, ovvero metodi semplificati che si basano su
soluzioni approssimate in forma chiusa.
In ogni caso l’equazione risolutiva del problema di trasmissione è sempre del tipo
∂ (ρ ⋅ c ⋅ θ )
di (− λ ⋅ grad
− div dθ ) = EQ NE DI FOURIER
EQ.NE
∂t
λ = conducibilità termica del materiale
c = calore specifico
t = tempo
θ = θ (t, x, y, z) = temperatura
Si riesce a dimostrare che: 1 Am ,i &
Δθ a ,t = hnet Δt
ca ρ a Vi
è l’INCREMENTO DI TEMPERATURA nell’acciaio nell’intervallo di tempo tra t e
(t+Δt) [°C]
( )
h&net = α c θ g − θ m =dell’elemento
flusso netto di calore trasmesso alla superficie
strutturale
αc = coefficiente di scambio per convezione
Valori di αc proposti nell’ENI 1991-1-2 (2002)
Am ,i = Fattore di sezione o massività riferito alla parte i-esima del profilo
Vi
Se la temperatura
p si ritiene uniforme su tutto l’elemento strutturale Am,i
m i/Vi = Am/V.
(N.B. Tale fattore indica quanto rapidamente si scalda una sezione. Tanto più
grande è tanto più velocemente si riscalda la sezione).
Ap λ p (θ g ,t − θ a ,t )
Δθ a ,t = Δt
V dp ca ρ a
∑G
j ≥1
k, j + ψ 2,1Qk ,1 + ∑ψ 2,i Qk ,i + Ad (t )
i >1
R fi ,d ,t ≥ E fi ,d
E fi ,d = ηi Ed
Gk + ψ 2,1Qk ,1
ηi =
γ G Gk + γ Q ,1Qk ,1
IIntanto
t t occorre osservare che h a causa dell’esposizione
d ll’ i i all’incendio
ll’i di sii degradano
d d l
le
proprietà resistenti dei singoli materiali.
Valori dei principali parametri della relazione tensione – deformazione per calcestruzzo normale
(NC) e calcestruzzo alleggerito (LC) in funzione della temperatura
Quindi come risulta ovvio la resistenza a parità di sezione metallica varia con il
tempo.
Osservare che con il tempo varia anche il modulo elastico dell’acciaio, quindi
riferendosi all’esempio della colonna precedente, se avessi voluto trovare
ll’allungamento
allungamento della colonna e quindi NR(t) ad una temperatura di 500
500°C
C non si
poteva scrivere
NQ h
α a hΔT (500°C ) − = Δl
Ea Aa
Avrei dovuto suddividere l’intervallo di tempo che sulla curva ISO corrisponde al
raggiungimento di 500°C in intervalli Δt,i scrivendo per ciascuno di questi
NQh
Δli = α a h(Ti − Ti −1 ) −
⎛ Ti + Ti −1 ⎞
Ea ⎜ ⎟ Aa
⎝ 2 ⎠
Δltot = ∑ Δli
Da notare che la verifica poteva condursi anche secondo altri formati, ovvero:
t fi ,d ≥ t fi ,richiesto
θ d ,t ≥ θ cr ,d
ELEMENTI TESI
γ M ,0
N fi ,θ , Rd = k y ,θ N Rd
γ M , fi
k y,θ = fattore di riduzione alla temperatura θ della tensione di snervamento
γ M,0 = coefficiente parziale di sicurezza per la resistenza alla temperatura ordinaria
M fi = coefficiente p
γ M,fi parziale di sicurezza p
per la resistenza in caso di incendio (γ M,fi
M fi =1))
Quindi
f y ,d
N fi ,θ , Rd = A ⋅ k y ,θ
γ M , fi
Se la temperatura della sezione non è uniforme, è possibile suddividere la sezione in
sottoelementi in ciascuno dei quali può immaginarsi costante la temperatura e
d
determinare
i l resistenza
la i d ll sezione
della i all tempo t come somma delle
d ll resistenze
i d i
dei
singoli elementi.
ELEMENTI COMPRESSI
Af yd l fi Af yd
λ= =
N cr π EJ
Si determina
d t i lal “snellezza”
“ ll ” a caldo:
ld
k yθ
λθ = λ
k E ,θ
Si effettua la verifica di instabilità:
N b , fi ,t , Rd = χ fi (λθ )Ak yθ
f yd
γ M , fi
χ fi (λθ ) =
1
Φθ + Φθ2 − λθ2
(
Φθ = 0.5 1 + αλθ + λθ2 )
235
α = 0.65
f yd
ELEMENTI SOTTOPOSTI A FLESSIONE E TAGLIO CON TRAVI DI SEZIONE 1,2,3
TAGLIO γ M ,0
V fi ,t , Rd = k y ,θ , webVRd
γ M , fi
FLESSIONE
γ M ,0
M fi ,t , Rd = k y ,θ M Rd
γ M , fi
per sezioni di classe 1,2 M Rd = W p f yd
per sezioni di classe 3 M Rd = We f yd
γ M ,o 1
M fi ,t , Rd = k y ,θ ,max M Rd
γ M , fi k1k 2
k1 = fattore di adattamento che tiene conto di temperatura non uniforme nella sezione
trasversale
per sezioni totalmente esposte k1 = 1
per sezioni
i i esposte
t su tre
t lati
l ti k1 = 0.85
0 85
per sezioni protette su tre lati k1 = 0.7
k2 = fattore di adattamento che tiene conto di temperatura non uniforme lungo l’asse
Per sezioni in cui si ha concomitanza di taglio e flessione con valori elevati del taglio si
considera una tensione di snervamento
f y ,red = (1 − ρ ) f yd
2
⎛ 2VEd ⎞
⎜
ρ =⎜ −1 ⎟
⎟
⎝ V pl , Rd ⎠
Distribuzione p
plastica delle tensioni modificata p
per l’interazione taglio-momento
g
La stessa relazione valida a freddo può utilizzarsi anche a caldo, con la sostituzione
V fi ,d VE , d
in luogo di
V fi ,t , Rd V pl , Rd
Per una verifica semplificata o primo dimensionamento degli elementi può utilizzarsi il
“Nomogramma”. Si tratta in sostanza di una verifica tabellare.
Tale metodo si basa sul concetto di “coefficiente di utilizzazione”
γ M , fi
μ 0 = η fi (E fi , d = η fi Ed )
γM0
Nomogramma
Per gli elementi compressi, invece, nota la snellezza a freddo e la tensione critica di
compressione:
λ l fi 235 N fi , Ed
λ(20°C ) = = λ 1 = 93 . 9 f ' y ,θ ,λ =
λ1 iλ1 f yd A
si utilizzano tabelle, in base alle quali si può ottenere la temperatura critica.
Esempio: Resistenza di una trave soggetta a flessione
Una trave
U t con sezione
i IPE 300 e acciaio
i i tipo
ti S275 è soggetta
tt a flessione.
fl i Il momento
t
sollecitante in condizioni di incendio è pari a 79.0 kNm. Sono esclusi fenomeni di
svergolamento perché la trave è connessa ad una soletta in c.a. Verificare la
resistenza al fuoco R90 della trave.
trave
Trave Carichi
Profilo IPE 300 Momento flettente di progetto in
Altezza ha = 300 mm caso di incendio
L h
Larghezza fl
flange bf = 150
1 0 mm Mfl,Ed = 79.0 kNm
Spessore anima tw = 10.7 mm
Spessore flange tf = 10.7 mm
R
Raccordidi r = 15 mm
Area A = 5380 mm2
Modulo di resistenza plastico Wpl =628.4 cm2
Acciaio S275 fay = 275 N/mm2
Determinazione della classe di duttilità della sezione in caso di incendio
235
ε = 0.85 = 0.7857
fy
θ cr = 662°C
tes = 14 min
La sezione non risulta verificata R90, sarà perciò applicata una protezione
costituita da intonaco a base di vermiculite (conducibilità termica λp = 0.15
W/(mK))
Tcr = 633°C
Determinazione dello spessore di protettivo necessario
Dal nomogramma per garantire una temperatura dell’elemento inferiore alla
temperatura critica per un tempo di esposizione di 90 min occorre adottare un
fattore di sezione modificato pari a:
Ap λ p
= 1070W /( m 3 K )
V dp
N.B.
Azioni tangenziali di uguale verso
rispetto a quelle dovute ai carichi esterni
Esistono metodi di verifica analitici e tabellari che riguardano requisiti geometrici e di
resistenza (EC4).
Copriferro necessario per travi composte completamente rivestite in funzione della classe di
resistenza al fuoco (Tabella 4.3 dell’EN 1994-1-2, 2005)
Riferendosi alle verifiche precedenti, si noti come gli elementi fossero di tipo
isostatico. E’ p
possibile tenere conto della p presenza delle strutture di contorno,,
effettuando con metodi più o meno complessi analisi strutturali non lineari (per
materiali e geometria!!) dell’intera struttura o di sottostrutture.
Ci interessa fare delle considerazioni di tipo generale per comprendere il reale
comportamento
p di un elemento strutturale in acciaio sottoposto
p all’azione del fuoco,,
anche in relazione alle strutture di contorno.
Per la singola
g trave con p
profilo a “ “,a causa dell’elevata conducibilità dell’acciaio,
la temperatura è abbastanza costante sulla sezione.
Tuttavia la flangia superiore, anche per la presenza di un solaio, tende a riscaldarsi
un po’ meno.
Il decadimento delle proprietà resistenti in una trave (isostatica!) segue praticamente
quello del materiale ma,, naturalmente,, la crisi p
q può avvenire in modo anticipato
p a
causa dell’instabilità dell’equilibrio, visto che il modulo elastico si degrada più
rapidamente della resistenza.
E’ importante
p seguire
g il comportamento
p fino a collasso di un elemento strutturale
soggetto a fuoco perché si verificano comportamenti del tutto contrari rispetto a
quelli che possono avvenire a freddo.
FASE A FASE B FASE C FASE D
FASE A FASE B FASE C FASE D
Verticale in
mezzeria
Contrazione
Sposstamenti
Espansione Orizzontale
in mezzeria
Momenti
In mezzeria
M
Positivo
Negativo
In estremità
orzo normalee
Compressione
Sfo
Trazione
FASE A: Nascita di momenti negativig di estremità,, la trave + compressa,
p ,
allungamenti assiali, incremento della freccia.
15
0
12
-10
9
-20 7
-30
6
-40
5
-50
-60
60 4.5
-70
4
-80 -10.0-0.0
-90 -20.0--10.0
-100 -30.0--20.0 3.5
-40.0--30.0
0.00 -50.0--40.0 3
-60.0--50.0
2.25 -70.0--60.0 2
-80.0--70.0
4.50 -90.0--80.0
-100 0--90 0
-100.0--90.0 1
6.75
0
9.00
Parte del materiale relativo alla presentazione deriva da appunti del Prof. Nigro e dell’Ing. Pustorino, che si ringraziano.
Grazie per
l’attenzione!!!!