Nel canto 16 Dante domanda al Duca delle anime che stanno cantando l’Agnus Dei e apprende che sono le anime degli
iracondi. Una di queste parla (Marco Lombardo) con Dante, si scambiano notizie, nome, informazioni sulla strada, la
preghiera da parte di Marco Lombardo di essere ricordato a Dio. A un certo punto l’anima allude alla corruzione del mondo ed
inizia una delle trattazioni più importanti e più centrali della Commedia (non a caso è posta al 50° canto di tutta la commedia –
in tutto 100 canti: Purgatorio e Paradiso 33 – Inferno 34 perché ha un canto proemiale).
DANTE domanda:
- se il male sulla terra è dovuto agli influssi malefici degli dei, o all’azione umana
IN SINTESI: la colpa della corruzione è dell’uomo, perché per quanto le stelle dispongano degli impulsi umani, vi sono due
forze nell’uomo che non provengono “dall’alto”, ma provengono bensì dall’intima dignità dello spirito creato “dall’alto” la
capacità di vedere il bene e la libertà di volerlo. (“Lume v’è dato a bene ed a malizia e libero voler” agli uomini è stato dato
il lume della ragione per distinguere il bene dal male, e il libero arbitrio)
Nel Medioevo l’idea di LIBERO ARBITRIO dell’uomo era condizionata dal fatto che si credeva che:
- gli astri potessero influenzare la vita terrena
- la volontà dell’uomo fosse subordinata alla grazia di Dio, che salvava l’uomo predestinandolo (fine del Medioevo
Lutero e Riforma Protestante diretta dell’opposizione a queste credenze)
METAFORA: L’anima viene paragonata ad una fanciulla che ha la tendenza a ciò che le procura piacere e si lascia attrarre
dai beni materiali se non è frenata da leggi e regole.
Dante vide DUE ONDATE DI CORRUZIONE distendersi nella storia del mondo:
1) La prima, la più grande, partiva dalla donazione di Costantino, che aveva “guastato” l’ordine stabilito da Dio riguardo
ai doveri che spettano alla Croce e all’Aquila, ovvero riguardo ai doveri che spettano alla Chiesa e all’Impero nei
confronti del governo della vita religiosa e civile.
2) La seconda era la corruzione che si era aggravata nel 13° secolo con Federico II di Hohenstaufen in Toscana,
Lombardia e Romagna. Da quando il potere politico e quello ecclesiastico erano entrati in conflitto, il disordine e la
decadenza si erano diffuse anche nelle regioni settentrionali, proprio dove un tempo regnavano ordine, virtù e
cortesia
DONAZIONE DI COSTANTINO
Era un documento risalente al 324, attribuito all’imperatore romano Costantino I, dimostrato poi falso dall’umanista Lorenzo
Valla, fatto ad hoc dalla Chiesa per legittimare i propri possedimenti e inserirsi nella vita politica dell'impero.
E' stata utilizzata la denominazione "Donazione di Costantino" perché è stato il primo imperatore a riconoscere, con l’Editto di
Milano (che poneva ufficialmente termine a tutte le persecuzioni religiose e proclamava la neutralità dell'Impero nei confronti
di ogni fede), il cristianesimo dopo un periodo in cui i cristiani si nascondevano nelle catacombe per professare il proprio
credo.
Con la donazione l’imperatore si trasferì a Bisanzio lasciando Roma al papa. Da questo momento iniziò il cosiddetto potere
temporale della Chiesa, che iniziò a trascurare sempre più la sua funzione puramente apostolica, cercando di ottenere
sempre più interessi materiali.
Il falso della donazione di Costantino è stata prodotta durante l'impero Carolingio quando la chiesa subì una forte crisi e si era
rotta l'idea universalistica del Cristianesimo. E si aveva la consapevolezza che la chiesa e la religione dividesse i popoli e non
rappresentasse un fattore di aggregazione.