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Zenone poco incline all'accettazione passiva di ogni imposizione culturale, di ogni dogma; il

periodo storico non è certo a lui favorevole, nel sedicesimo secolo la cultura imperante è fatta di
dogmi, verità assolute, di abitudini che sopravvivono da secoli e che certo non lasciano spazio al
libero pensiero, ne tantomeno alla pratica scientifica. Essere intellettuale, libero pensatore, eremita
alla ricerca solo del sapere, in quel periodo, più che inutile è sicuramente dannoso, la religione
imperante non può certo lasciare che anime libere possano incrinare il suo potere, e la persecuzione
per eresia è cosa ben nota.La sua vita sarà una continua fuga alla ricerca di questo sapere, di questa
esperienza, ma anche una fuga da chi vuole condannarlo semplicemente per aver usato il suo
cervello, alla fine tornerà da dove era partito, la sua Bruges, sotto falso nome, in quanto ricercato
dall’inquisizione per le sue opere. Riprende i contatti con un barbiere/medico della città con il quale
era stato amico in gioventù. Alla morte di questi ne eredita il patrimonio utilizzando il quale crea un
ospedale per poveri nel quale presta la sua opera. Apprendiamo, attraverso vari accenni, alcuni dei
posti in cui ha vissuto e dei passaggi più significativi della sua vita. Nella parte finale Zenone viene
riconosciuto e quindi imprigionato, processato e condannato al rogo. Si toglie la vita nella sua cella
utilizzando le sue profonde conoscenze dell’anatomia e della fisiologia umana.Nel mezzo delle sue
vicende, ciò che colpisce è la lugubre, tetra, opprimente, tenebrosa ambientazione dell'opera,
sembra quasi che al buio onnipresente nella vita di ogni giorno corrisponda il buio delle menti
svilite dalla oppressione intollerante dei costumi o, semplicemente dalla paura di pensare. La
sensazione che se ne ricava è quasi claustrofobica, come muoversi in un mondo senza luce e senza
speranza, in cui Zenone, e pochi altri coprotagonisti, sembrano essere gli unici portatori di una
tenue fiamella.La ricerca storica ed i riferimenti dell'opera sono dettagliati, precisi, assolutamente
calzanti alla realtà della vicenda; la vicenda di Zenone è immaginaria, ma basa la sua origine su fatti
storici reali. L’autore si è ispirato nella creazione di Zenone a vari personaggi dell’epoca come
Giordano Bruno e Paracelo, questo lo si può notare quando Zenone durante il processo afferma che
il mondo è un essere vivente riprendendo il pensiero di Bruno che affermava che Dio vive nel
mondo, ma fin dall’inizio si nota un collegamento con Paracelso, in quanto con questo ha in
comune il lavoro di medico.L’autore ricostruisce quella che doveva essere la motivazione interiore
che spingeva questi personaggi ad andare oltre le conoscenze, le nozioni e soprattutto i dogmi del
loro tempo. Zenone descrive tutte le cautele necessarie nell’esporre teorie che non siano
ampiamente riconosciute ed accettate dalla scienza ufficiale, dei rischi insiti nella libertà di pensiero
e nella necessità di mascherare i propri convincimenti interiori per poter continuare il proprio
cammino sulla via della conoscenza. Egli è un uomo libero da fedi e fedeltà, passa parte della sua
vita al servizio del sultano e vaga per l’Europa divisa dalle guerre di religione. I suoi interessi sono
unicamente rivolti alla comprensione della macchina della vita, delle possibilità del corpo umano e
animale. E’ alla ricerca della libertà, infatti quando capisce di non poterla avere per lui libera alcuni
piccoli coniglietti che aveva appena comprato. Non cerca comunque la salvezza a tutti costi, lo si
nota quando rivela la propria identità!
Il nome dato a questo personaggio, Zenone appunto trova la sua radice nello stoicismo di cui uno
dei fondatori è suo omonimo, questa corrente di pensiero giustificava il suicidio in condizioni di
vita impossibili. Il protagonista è anche riconducibile al personaggio di Seneca che quando viene
scoperta la congiura ,a cui aveva partecipato contro Nerone, si taglia le vene prima di essere
condannato!

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