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Gudrun Dalla Via

VISUALIZZAZIONE
CREATIVA
Forte come un pensiero

«Il pensiero è la vera superpotenza che governa il mondo. È più forte di


qualunque forza, più potente di qualunque potenza» disse il filosofo ameri-
cano Ralph W. Emerson (18031882). Un secolo più tardi abbiamo la dimo-
strazione ‘materiale’ di una convinzione antica quanto l’Umanità. Alcune
persone si sono sottoposte, come volontari, a test durante i quali degli elet-
trodi erano collegati alla loro testa. Essi riuscivano tutti, dopo poco tempo,
ad azionare macchine, a partecipare a videogiochi e ad eseguire dei calcoli
con il computer, con la sola intensità del loro pensiero, o meglio delle loro
onde cerebrali (senza peraltro poter dare spiegazioni sul come ciò avveniva:
il tutto si verificava spontaneamente dopo un certo numero di tentativi).
La fisica del nostro secolo è arrivata alla conclusione che ‘tutto è vibrazione’.
Non esisterebbe dunque differenza tra materia e spirito, come Cartesio (il
filosofo e matematico francese René Descartes, XVII secolo) suggerì in un
tentativo di conciliare le tesi della Chiesa cattolica con le scoperte della fisi-
ca di allora, ma tutto sarebbe energia in movimento. Le energie più ‘sottili’,
come quelle del pensiero, si muovono su piani vibratori molto più veloci, e
di conseguenza sono più duttili e più plasmabili. Tra l’altro, questa forza non
è vincolata dallo spazio e, come ormai la scienza ha definito, mind over mat-
ter: cioè la mente, il pensiero, è superiore, più forte della materia.

Il dominio sui pensieri


Torniamo indietro di due millenni e mezzo per collegarci a una frase espres-
sa da Gautama Buddha: «Il dominio sui pensieri conferisce il dominio sul
corpo e sulla vita». Le sue parole sono oggi di straordinaria attualità. Ener-

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FORTE COME UN PENSIERO

gia quantificabile e controllabile, come è stato dimostrato anche a livello di


laboratorio (una premessa che sembra indispensabile all’uomo d’oggi per
potersi convincere di qualunque cosa…), e non solo: energia sottile e velo-
ce che ha la caratteristica di essere attirata da altre energie simili, dandoci la
spiegazione del meccanismo delle ‘profezie autoadempienti’.
La forza dei nostri pensieri è tale da mettere in moto energie anche sul pia-
no più grossolano, materiale, per cui spesso si avvera ciò che ci aspettiamo,
e non ciò che vogliamo. Se a volte vi chiedete come mai alcune persone
riescano in determinati intenti e altre no, senza un’apparente diversità nelle
condizioni di partenza, allora osservate il loro modo di pensare.
Ogni azione, dalla più banale alla più complessa, è necessariamente prece-
duta da un pensiero. In apparenza è semplicissimo: pensiamo di fare una
telefonata, e la facciamo. Nessuna invenzione, nessuna conquista in tutta
la storia dell’umanità sarebbe però stata possibile se all’origine non vi fosse
stato un pensiero, o una serie di pensieri.
Al punto che noi finiamo con il… diventare i nostri pensieri, o meglio,
quello che pensiamo di essere. Quello che noi riteniamo ‘vero’ diventa ogni
giorno più solido e concreto nei nostri pensieri; essi diventano la matrice, il
modello di una realtà tangibile.
In altre parole, noi ci facciamo un’immagine, un’idea, un pensiero di noi
stessi e ci identifichiamo in essi, rinforzandoli giorno per giorno, fino a
quando diventano ‘veri’ anche per gli altri.

Un’arma a doppio taglio


Un’arma a doppio taglio, il pensiero: può portarci a grandi vette ed eccelsi
risultati, ma può anche limitarci in angusti e bui meandri.
Certamente è più facile definire un ‘pensiero negativo’ o una ‘aspettativa
negativa’. Tutti conosciamo probabilmente esempi di persone che hanno
rinunciato a lottare perché convinte dell’inesorabilità di un ‘destino’. Il ra-
gazzo che, a distanza di anni, seppe di un amico morto perché morso da un
cane rabbioso (lo stesso cane all’epoca aveva morso entrambi) e che morì
con sintomi di rabbia… poco dopo aver saputo della fine dell’amico. O l’o-

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FORTE COME UN PENSIERO

peraio chiuso per errore in un vagone frigorifero (che però casualmente


non era refrigerato) che morì nel giro di poche ore perché ‘sapeva’ che non
c’era nulla da fare.
Napoleone Bonaparte affermò: «Avviene sempre quello che più temo». Ed
ebbe, oltre a questa lucida consapevolezza, anche il coraggio di… vincere le
proprie paure. Lo dimostra il fatto che sostò spesso e a lungo nelle vicinan-
ze di soldati infetti da lebbra: era convinto di essere talmente sano da non
contrarre la lebbra (e così fu).

Una tecnica da imparare


Scopo di questo libro è quello di esplorare le possibilità che ognuno di noi
ha di plasmare la propria vita, il proprio destino, perché, per dirla con le pa-
role di Douglas MacArthur (generale statunitense, 1880-1964): «Su questa
terra non esiste sicurezza; esistono solo opportunità».
Saper riconoscere e cogliere queste opportunità è parte di una ‘tecnica’ che
si può acquisire.

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CHE COS’È
LA VISUALIZZAZIONE
CREATIVA
All’inizio fu il pensiero

Un viaggio di scoperte non consiste nel trovare


nuovi paesaggi, ma nell’avere occhi nuovi.
Marcel Proust

Prima di ogni atto creativo viene il pensiero che lo anticipa. Persino la mag-
gior parte delle nostre azioni quotidiane viene preceduta da un pensiero al
riguardo.
Per esempio, avvertiamo fame e ‘pensiamo’ di andare a mangiare qualche
cosa, o guardiamo l’orologio e ‘pensiamo’ che sia ora di interrompere.
L’uomo delle caverne sembra già consapevole del fatto che il suo pensiero
poteva condizionare l’esito della caccia; il contenuto di graffiti sulle pareti
delle caverne lascia quantomeno supporre che la vista quotidiana della raf-
figurazione di una caccia coronata da successo predisponesse per il meglio
gli uomini che partivano per una missione pericolosa.
Il Talmud (il commento ebraico ai testi sacri, IV e V secolo d.C.) cita: «Noi
non vediamo le cose per quel che sono. Noi le vediamo per quel che noi
siamo». I nostri atteggiamenti, le nostre abitudini, il nostro essere vengono
determinati dai nostri pensieri, così da modificare i nostri punti di vista.

Modificare in meglio il nostro modo di vedere


E se modificassimo (naturalmente in meglio) i nostri pensieri? Il nostro
modo di… guardare? Probabilmente si può affermare, senza paura di
smentite, che grandi uomini generano grandi pensieri. Se ne deduce che
quel che fa grandi questi uomini sono i loro pensieri. Quel che resta di loro,
infatti, ancora dopo secoli o millenni, sono soltanto i pensieri.

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CHE COS’È LA VISUALIZZAZIONE CREATIVA

Nessun grande personaggio della storia faceva ‘pensieri piccoli’ o ‘pensieri


negativi’. Molti dei loro pensieri sono arrivati a noi sotto forma di leggende
o aneddoti che, anche come tali, hanno conservato la loro forza. Il presi-
dente statunitense Franklin D. Roosevelt (1882-1945) ce ne dà un esempio
particolarmente significativo. A lui viene attribuita la frase, rivolta a un sa-
cerdote: «Smettila di concentrarti sui fallimenti. Quando io ho un’imma-
gine di esito positivo nella mia mente, questa è talmente forte che so che
succederà così».

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Una questione di metodo

Nell’antica Grecia i filosofi trasmettevano ai loro allievi non soltanto cono-


scenze ma anche, per dirlo in termini moderni, il know how (l’insieme delle
capacità e delle esperienze) del pensare.
Socrate, per esempio, disse: «La saggezza dell’anima fa guarire il corpo»,
una massima che mette in rilievo come all’epoca vi fosse una maggiore con-
sapevolezza rispetto a oggi sui legami tra spirito e corpo e sulle possibilità
del pensiero.
Nelle scuole odierne viene insegnato a memorizzare un grande numero di
dati; si impara a ripetere meccanicamente, a scrivere, a fare disegni o calco-
li, ma sostanzialmente non viene insegnato ‘come pensare’ e quanto il tipo
di pensiero influisca sul risultato finale (studi compresi).

Varie ‘scuole di pensiero’


Anche oggi tuttavia diverse ‘scuole’ e ‘correnti’ si occupano del pensiero.
Piuttosto nota è quella che si ispira a Émile Coué, farmacista e studioso
francese (inventore del metodo noto come ‘autosuggestione cosciente’, nei
primi anni del XX secolo), contemporaneo di altri pionieri come Augu-
ste Libéault, medico, Hippolyte Bernheim, professore a Nancy e Sigmund
Freud, il fondatore della psicanalisi.
Émile Coué fu allievo dei primi due ma, come farmacista, ebbe modo di
verificare l’effetto placebo (si intende l’azione di una sostanza priva di effica-
cia farmacologica, che però ha effetto positivo sul paziente, che è convinto
di assumere un farmaco) e sviluppò un suo metodo originale basato sulle
seguenti ‘leggi’.

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CHE COS’È LA VISUALIZZAZIONE CREATIVA

1. Quando vi è contrasto tra immaginazione e volontà è sempre la prima


a prevalere.
2. Nel conflitto tra volontà e immaginazione, la forza dell’immaginazione
varia in rapporto quadrato rispetto alla volontà.
3. Quando volontà e immaginazione sono in accordo, le loro forze non si
sommano ma si moltiplicano.
4. L’immaginazione può essere guidata.

Inoltre: «Ogni idea presente nella mente tende a diventare una realtà. L’in-
tensità di una suggestione è proporzionale all’emozione che l’accompagna.
Una volta posto un fine, il subcosciente trova da sé il modo di realizzarlo».
Il metodo di E. Coué e di un suo conterraneo, il medico Charles Poyen,
conquistò molti seguaci soprattutto negli Stati Uniti, e numerosi furono gli
operatori, specie in campo religioso, che si avvalsero dei loro insegnamenti,
in parte modificandoli e adattandoli.
Ricordiamo tra gli altri Mary Baker (nota anche come Mary Baker Eddy),
fondatrice di Christian Science; il teologo Joseph Murphy; il prolifico scrit-
tore Norman Vincent Peale; l’uomo d’affari Napoleon Hill; Shakti Gawain,
americana (che visse molto in Oriente), che si occupò soprattutto di salute
olistica; José Silva, americano di origine messicana, specialista in elettro-
nica e fondatore del metodo Silva Mind Control che propone la produzio-
ne volontaria di determinate onde cerebrali; la scrittrice canadese Michèle
Morgan… Ma l’elenco sarebbe ancora molto più lungo. Sempre negli Stati
Uniti ha avuto origine il movimento degli Alcolisti Anonimi. Il loro Pro-
gramma in Dodici Passi è basato su un forte credo religioso, ma può essere
definito anche il frutto di un’onda di pensiero, un pensiero positivo.
Esistono numerosissime varianti sul tema, secondo gli autori e i ricercatori.
C’è chi propone la tecnica della visualizzazione con appropriati esercizi; c’è
chi suggerisce invece esercizi di meditazione, oppure di avvalersi di ben
precisi momenti come il dormiveglia (caratterizzato da onde cerebrali di
tipo diverso rispetto allo stato di veglia); c’è chi invita a rivolgersi al proprio
inconscio, a parlargli, ringraziarlo, incoraggiarlo. E chi cerca di compren-
dere il ‘meccanismo’ del pensiero.

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UNA QUESTIONE DI METODO

L’apporto della visualizzazione


Un apporto importante, che completa e potenzia l’azione del pensiero, è
la visualizzazione. Visualizzazione significa vedere, configurare una cosa,
persona, scena o situazione senza l’uso del nostro ‘occhio fisico’ e senza la
necessità di avere davanti a sé materialmente l’oggetto visualizzato. Anzi,
non occorre neppure che lo abbiamo mai visto: la visualizzazione può es-
sere una creazione completamente nostra, modificabile in qualunque mo-
mento.

Combinare visualizzazione e pensiero


Combinare la visualizzazione creativa e positiva con il pensiero elimina il
rischio di rendere quest’ultimo troppo astratto. La tecnica è facile da prati-
care ed è di eccezionale efficacia, soprattutto nei seguenti campi.
• Perfezionare le prestazioni sportive.
• Migliorare il proprio stato di salute e accelerare i processi di guarigione.
• Incrementare il potenziale personale, a tutti i livelli (professionale, rela-
zionale, eccetera), la maturazione e la capacità di introspezione.

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La qualità del pensiero

Il pensiero ha effetto sul corpo


«Ma è solo un pensiero», o: «Pensare non fa male a nessuno» sono frasi
piuttosto ricorrenti.
Invece pensare male può fare molto male.
Volete fare una prova per verificare l’effetto che il pensiero ha sulla vostra
forza fisica? Allora chiedete a un amico di eseguire con voi alcuni test mu-
scolari. Per farli, basta che voi vi mettiate in piedi, a gambe unite, un brac-
cio lungo il fianco e l’altro steso orizzontalmente davanti a voi.
Pregate l’amico di appoggiare una mano sul vostro polso e di spingere verso
il basso il braccio teso. Dopo alcune prove avrete una misura approssimati-
va di quello che è la vostra ‘forza media’.
Ora, senza esprimerlo ad alta voce, formulate dentro di voi un pensiero
che trovate gradevole, per esempio un ricordo veramente bello, oppure un
progetto al quale tenete molto, e pregate l’amico di spingere verso il basso.
Quanta forza muscolare registrate? Fate ora la prova con un pensiero triste,
per esempio di malattia o di morte, e ripetete il test muscolare. C’è differen-
za, e quanta? Se volete, fate ancora diverse prove, senza mai comunicare
prima il vostro pensiero, cambiando braccio se vi sentite stanchi.
Provate a chiedere al vostro amico se riusciva a leggere la ‘qualità del pen-
siero’ anche nell’espressione del vostro viso.
In ogni caso, osservate le persone intorno a voi, e anche la vostra immagi-
ne allo specchio: l’espressione è ben diversa quando formulate un pensiero
positivo rispetto a uno triste, non è vero?

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Indice

5 Forte come un pensiero

CHE COS’È LA VISUALIZZAZIONE CREATIVA


11 All’inizio fu il pensiero
13 Una questione di metodo
16 La qualità del pensiero
28 Se è buono è leggero
33 Cambiare si può!
46 Quante forme ha il pensiero?
67 Il pensiero degli altri
74 Analizzare o comprendere?
79 E se dipendesse dal cervello?

LA TECNICA PASSO PER PASSO


87 Rinunciare al pensiero negativo
90 Formulare con precisione il pensiero
98 Quanto ti ami?
102 Il problema vero
105 Come voglio essere?
115 Ogni risposta esige una domanda
118 Esercizi

UN PENSIERO PER OGNI GIORNO DEL MESE


126 Come usare queste pagine

139 Bibliografia

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