Sei sulla pagina 1di 5

Nella Critica della Ragion Pura è centrale il primo interrogativo :

Che cosa posso sapere?


ovvero: la ragione umana è in grado di pervenire a conoscenze universali e
necessarie?
Secondo Kant matematica e fisica posseggono tali requisiti: si tratta
di spiegare perché → di giustificare cioè il loro statuto di scienze.

Nel contempo, però, egli si domanda: la metafisica – storica


“vocazione” della filosofia - può ambire a tale scientificità?
Le “oscurità e contraddizioni” in cu incorre la metafisica non devono però
spingerci all' “indifferenza” nei suoi confronti: si tratta piuttosto di chiarirne ,
in modo definitivo e inequivocabile, la possibilità e il significato

→ per far ciò occorre istituire un tribunale della Ragione, in cui la ragione sia
al contempo giudice e imputato, cioè possa, con le sue sole forze, definire le
pretese che può legittimamente avanzare e insieme i limiti che non può
superare

Occorre cioè una CRITICA DELLA RAGION PURA, vale a dire:


Domandarsi che cosa sia la “scienza” significa per Kant interrogarsi sul tipo di
giudizi ( ossia di enunciati) che sono propri di questo tipo di sapere.
Un tipico giudizio scientifico secondo Kant deve avere questi requisiti
(a) deve essere universale e necessario (vero per tutti e sempre)
Per avere tale requisito il giudizio deve essere a priori, cioè non deve derivare
dall'esperienza (come ci ha ammonito Hume, una conoscenza di origine empirica
non può essere mai necessaria....)

(b) ma deve anche accrescere le mie conoscenze, e non semplicemente ribadire


nel predicato ciò che è contenuto nel concetto del soggetto (come avviene ad es.
nella frase “ Tutti gli scapoli non sono sposati”: l'affermazione è indubbiamente
vera, ma il predicato è una semplice “ripetizione” del soggetto!)

Per avere tale requisito il giudizio deve essere sintetico, cioè, il predicato deve
aggiungere qualcosa al concetto del soggetto

→ I giudizi, gli enunciati scientifici sono SINTETICI A PRIORI


Es: 7 + 5 = 12 è a priori, perché non deriva dall'esperienza (pur potendovisi
applicare);
è sintetico, perché nei concetti del “7” e del “5”, presi
separatamente, non c'è quello del “12”.
La domanda diviene quindi :
Come sono possibili i giudizi sintetici a priori?
e per rispondervi occorre secondo Kant rovesciare l'mpostazione
tradzionale della riflessione filosofica sulla conoscenza:

non più chiedersi: “come conosciamo gli oggetti”?

ma piuttosto: a quali condizioni qualcosa può divenire per noi


oggetto di conoscenza?


E' il senso di ciò che Kant chiama rivoluzione copernicana: un
mutamento di prospettiva che già gli scienziati (ad es. Galileo,
Torricelli) hanno attuato, quando hanno compreso , in sostanza, che per
avere “risposte” dalla natura occorre decidere noi quali domande porre

Potrebbero piacerti anche