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epidemiologia, sorveglianza e
prevenzione
Morbillo..............................................................................................................................................................................2
Introduzione.............................................................................................................................................................................2
Eziologia..................................................................................................................................................................................2
Epidemiologia...........................................................................................................................................................................2
Patogenesi...............................................................................................................................................................................7
Manifestazioni cliniche e complicanze..........................................................................................................................................7
Diagnosi..................................................................................................................................................................................8
Terapia....................................................................................................................................................................................8
Burden of disease.....................................................................................................................................................................8
L’impatto economico..................................................................................................................................................................8
Allegato 1. Definizione di caso di morbillo..................................................................................................................................11
Rosolia..............................................................................................................................................................................12
Introduzione...........................................................................................................................................................................12
Eziologia................................................................................................................................................................................12
Epidemiologia.........................................................................................................................................................................12
Modalità di trasmissione...........................................................................................................................................................17
Patogenesi..............................................................................................................................................................................17
Manifestazioni cliniche e complicanze........................................................................................................................................18
Diagnosi.................................................................................................................................................................................19
Terapia...................................................................................................................................................................................20
Burden of disease....................................................................................................................................................................20
L’impatto economico................................................................................................................................................................21
Allegato 2. Definizione di caso di rosolia.....................................................................................................................................22
Allegato 3. Definizione di caso di rosolia congenita......................................................................................................................23
©Editore Zadig via Ampère 59, 20131 Milano Direttore: Pietro Dri
Morbillo
Introduzione
Il morbillo è una malattia infettiva esantematica di origine virale, estremamente contagiosa e diffusiva che
può essere contratta a ogni età, ma si manifesta principalmente durante l’infanzia in epoca pre-vaccinale.
Si presenta come malattia acuta, caratterizzata da febbre, mucosite ed esantema maculo-papuloso generaliz-
zato. Storicamente è stata una delle malattie più comuni e importanti a causa dell’elevata morbosità e morta -
lità, Benché l’incidenza del morbillo si sia drasticamente ridotta dopo l’introduzione della vaccinazione esten-
siva in età infantile, l’infezione risulta tuttora frequente e spesso fatale nei Paesi in via di sviluppo. Anche in
alcuni Paesi industrializzati il problema persiste a causa di epidemie periodiche dovute ai livelli di copertura
vaccinale non ottimali.
Eziologia
L’agente eziologico del morbillo è un virus appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, genere Morbillivi-
rus, isolato per la prima volta nel 1954. 1 Tale famiglia di virus comprende al suo interno anche i virus parain-
fluenzali e il virus della parotite. Si tratta di un virus a RNA a singola elica, il cui genoma comprende 16.000
nucleotidi e codifica per otto proteine, sei delle quali strutturali, tra cui le glicoproteine H ed F, implicate ri -
spettivamente nell’adesione e nella penetrazione nella cellula ospite. 2
Si ritiene che il virus del morbillo si sia insediato nel genere umano tra 5.000 e 10.000 anni fa in Medio
Oriente, quando la popolazione raggiunse una dimensione sufficiente per permetterne la circolazione. 3 Poi si
diffuse in Europa nell’VIII secolo dopo Cristo e in America nel XV secolo a seguito della scoperta del Conti -
nente.4
Nel 1954 Enders e Peebles isolarono il virus del morbillo dando inizio all’era della crescita in vitro del virus e
al successivo sviluppo di vaccini attenuati.5
Epidemiologia
In aree dove la copertura vaccinale non è elevata, le epidemie di morbillo tendono a manifestarsi ogni 3-4
anni in stretta dipendenza dal numero di soggetti suscettibili.
L’infezione non ha un vero andamento stagionale, anche se le epidemie avvengono di solito nel tardo inverno
e all’inizio della primavera. Prevalenza e incidenza, per fasce d’età, dipendono dalla densità di popolazione e
dalle condizioni socio-economiche. Poiché esiste un solo tipo antigenico del virus, alla malattia segue
un’immunità permanente.
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
ne.8 La Figura 1 mostra la distribuzione dei casi di morbillo registrati nel mondo da marzo 2017 ad agosto
2017.
Figura 1. Numero di casi di morbillo registrati da marzo 2017 ad agosto 2017 - WHO
http://www.who.int/immunization/monitoring_surveillance/burden/vpd/surveillance_type/active/measles_monthlydata/en/
Per quanto riguarda l’Europa, la situazione è estremamente disomogenea: accanto a nazioni che hanno già
eliminato il morbillo o sono prossime a farlo, ve ne sono altre in cui questo continua a essere un importante
problema di sanità pubblica. In particolare dai dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle
malattie (ECDC) del 2016 risulta che dei 53 Paesi della zona europea 24 hanno raggiunto l’obiettivo di elimi-
nazione del morbillo e 13 hanno interrotto la trasmissione endemica per 12-36 mesi, dimostrando così di es -
sere prossimi all’eliminazione della malattia. Al contrario in 6 Paesi dell’area europea (Belgio, Francia, Ger-
mania, Italia, Polonia e Romania) la malattia è ancora endemicamente presente. 9 In Romania è in corso
un’epidemia di morbillo iniziata a febbraio 2016: a partire dall’inizio del focolaio infettivo fino a maggio 2017
sono stati registrati 5.728 casi e 25 morti. 9 Anche altri Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno segnalato nell’ulti-
mo anno un crescente numero di casi di morbillo (Figura 2).
Figura 2. Tasso di notifica per morbillo da luglio 2016 a giugno 2017 – ECDC
http://ecdc.europa.eu/en/healthtopics/measles/epidemiological_data/Pages/measles_surveillance_reports.aspx
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
I focolai epidemici registrati in Europa negli ultimi anni hanno mostrato un crescente numero di casi tra i
giovani adulti che non erano stati precedentemente vaccinati contro il morbillo; in tale fascia di età la malat -
tia si manifesta in modo più aggressivo rispetto all’infanzia e più spesso determina complicanze a lungo ter-
mine.10
I tassi di notifica età-specifici più elevati sono stati osservati nei neonati sotto l’anno di età (76,1 casi per mi -
lione), seguiti dai bambini di età compresa tra 1 e 4 anni (55,3 casi per milione di abitanti) ( Figura 3). I neo-
nati e i bambini fra 1 e 4 anni sono sempre stati i gruppi di età con il più alto tasso di notifica annuale fin dal
2006. (Figura 4)
Figura 3. Tassi di notifica del morbillo per milione di abitanti (punti) e distribuzione per età
(barre). Anni 2000-2016
https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/measles-and-rubella-monitoring-january-2017
Figura 4. Tassi di notifica del morbillo per milione di abitanti, per età e anno (2000-2016).
https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/measles-and-rubella-monitoring-january-2017
In Italia negli anni ‘60, prima dell’introduzione del vaccino contro il morbillo (1976), venivano notificati circa
74.000 casi per anno, corrispondenti a un’incidenza di circa 150 casi/100.000 abitanti. 11 In seguito alla diffu-
sione del vaccino il numero di casi notificati è progressivamente diminuito, con un’incidenza media di 81
casi/100.000 negli anni ‘80 e di 41 casi/100.000 negli anni ‘90. La malattia ha presentato negli anni succes-
sivi un andamento oscillatorio con picchi epidemici ogni 3-4 anni. 11
Il 13 novembre 2003 è stato sancito in Conferenza Stato-Regioni, il piano nazionale per l’eliminazione del
morbillo e della rosolia congenita 2010-2015 (PNEMoRc); tale accordo è stato ulteriormente aggiornato con
l’Intesa del 23 marzo 2011 nella medesima Conferenza e pone come obiettivo il raggiungimento di una coper -
tura vaccinale di almeno il 95% sia per la prima dose (rilevata con le coperture a 24 mesi) sia per la seconda
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
dose (raccomandata intorno ai 5-6 anni). Purtroppo tali obiettivi non sono stati ancora raggiunti in nessuna
regione italiana (Figura 5a). La copertura vaccinale a 24 mesi di vita (prima dose) nel 2015 era ancora bassa
con un valore medio sul territorio nazionale dell’85,29% (dal 68,8% della Provincia Autonoma di Bolzano al
90,3% della Regione Lombardia); viene rilevato una tendenza in diminuzione della copertura vaccinale pres-
soché ovunque a partire dal 2013. Un lieve recupero di qualche punto percentuale nella copertura vaccinale
per prima dose (a 24 mesi di vita) si è invece riscontrato nel 2016 (Figura 5b), con 13 regioni che hanno rag -
giunto valori superiori all’85% e una media nazionale che ha raggiunto l’87,26%. 12,13
Figura 5b. Copertura vaccinale in Italia per morbillo nel 2016 – coorte di nascita 2014
(aggiornamento 5/06/2017)
http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/dati_Ita.asp#morbillo
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Come conseguenza della bassa copertura vaccinale l’obiettivo di eliminazione del morbillo in Italia non è an-
cora stato raggiunto e nel triennio 2013-2015 l’incidenza cumulativa dei casi di morbillo è stata di 2,4
casi/100.000 abitanti.14
Inoltre, da gennaio 2017 il nostro Paese è interessato da una nuova epidemia di morbillo ( Figura 6a): dal pri-
mo gennaio al 10 ottobre 2017 sono stati registrati 4.652 casi in 21 regioni e 4 decessi. L’88% dei casi non era
mai stato vaccinato e il 6% era vaccinato con una sola dose. La maggior parte delle infezioni si è verificata in
soggetti con più di 15 anni e l’età mediana dei casi risulta pari a 27 anni. Si sono verificate frequenti compli -
canze (35%) ed è stato spesso necessario un ricovero (44%). Sul totale dei casi il 6,5% (302 casi) si è verificato
in operatori sanitari.15
L’Italia diventa così il Paese con il numero più alto di casi di morbillo registrati in Europa nell’ultimo anno e
il quinto Paese a livello mondiale (Figura 6b). Il Ministero della Salute del nostro Paese è attualmente impe -
gnato su più fronti per affrontare questa emergenza ed aumentare i tassi di copertura vaccinale, implemen-
tando azioni anche per il recupero dei suscettibili, in particolare per offrire la vaccinazione agli operatori sa -
nitari che lavorano in ambienti ad elevato rischio, come ad esempio gli ospedali.
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Modalità di trasmissione
L’uomo rappresenta l’unico serbatoio naturale del virus, che sopravvive in natura unicamente tramite una
catena ininterrotta di infezioni acute. Anche le scimmie sono suscettibili all’infezione, ma vivendo in piccoli
gruppi non sono in grado di sostenere efficientemente la trasmissione virale e quindi non permettono la
sopravvivenza del virus.
Si tratta di una malattia infettiva con altissima contagiosità, la cui principale via di trasmissione è
rappresentata dalla via aerea come conseguenza di un contatto diretto con goccioline di saliva; è inoltre
possibile la trasmissione attraverso un contatto indiretto, ma la labilità del virus del morbillo nell’ambiente
rende questo meccanismo scarsamente efficace (sopravvive meno di 2 ore in aria o sulla superficie di
oggetti).2 Il malato è contagioso da 1 a 3 giorni prima dell’inizio dei sintomi prodromici fino a 7 giorni dopo la
comparsa dell’esantema.16
Nelle persone con alterazioni del sistema immunitario il morbillo può assumere un decorso particolarmente
grave e prolungato, con persistenza dell’eliminazione del virus per molte settimane dopo la fase acuta.
Patogenesi
Lo sviluppo dell’infezione segue diversi stadi, a partire dal momento del contagio sino alla fase in cui ha ini -
zio la risposta immunitaria da parte dell’organismo.
Tramite le goccioline di Flügge il virus entra in contatto con l’epitelio del rinofaringe con conseguente infe -
zione delle cellule epiteliali e replicazione virale. Entro 3 giorni si ha la diffusione del virus ai linfonodi regio-
nali con una fase di viremia primaria. Successivamente, il virus si moltiplica nell’epitelio respiratorio e nei
linfonodi regionali e non e si ha una fase di viremia secondaria. L’infezione si stabilisce quindi alla cute, ai
piccoli vasi e in altri organi tra cui la congiuntiva. Dopo 11-14 giorni il virus è presente nel sangue, nella cute e
a livello di organi quali polmoni e sistema nervoso centrale. A partire dal quindicesimo giorno la viremia e la
carica virale negli organi diminuiscono e inizia la risposta immunitaria.
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
vista clinico determina un progressivo scadimento delle funzioni neurologiche (paralisi spastica) ed è sempre
letale.2,17-18
I soggetti che presentano un rischio maggiore di sviluppare complicanze in caso di infezione da morbillo sono
i neonati e i bambini di età <5 anni, gli adulti di età >20 anni, le donne gravidanza e i soggetti con deficit del
sistema immunitario.
Forme clinicamente attenuate di morbillo si possono osservare nel neonato per il parziale effetto protettivo
svolto dalle immunoglobuline materne.
Se contratto in gravidanza il morbillo è associato a un aumentato rischio di aborto spontaneo, nascita pre -
termine, basso peso alla nascita e morte materna. Il neonato può sviluppare la malattia nei primi giorni di
vita anche in forma clinica grave per cui viene raccomandata l’immunoprofilassi passiva nei neonati da ma -
dre affetta da morbillo.19
Diagnosi
La diagnosi di morbillo non è di facile esecuzione durante la fase prodromica. Nella fase esantematica, al
contrario, risulta di solito piuttosto agevole e si basa principalmente sull’osservazione clinica. Eventualmente
si possono ricercare nel siero gli anticorpi specifici (Ig M) diretti contro il virus del morbillo, dopo 3 o 4 gior-
ni dalla comparsa dell’eruzione.
Per una definizione più precisa di caso di morbillo si veda l’Allegato 1.
Terapia
La terapia generalmente è sintomatica e comprende antipiretici, mucolitici e farmaci contro la tosse. Qualora
si manifestino, è necessario il trattamento specifico delle complicanze.
Burden of disease
Stimare il carico di una malattia significa valutare la mortalità e la morbosità attribuibili alla malattia stessa.
Nel caso delle infezioni da morbillo il rischio di morte è correlato a molteplici fattori come la malnutrizione, il
deficit di vitamina A e le condizioni di immunodepressione. 20
Dati dell’OMS mostrano che il morbillo rappresenta la quinta causa di morte più frequente nei bambini sotto
i 5 anni a livello globale. 8 Studi condotti tra il 1980 e il 2008 mostrano un rischio di mortalità per morbillo
molto variabile in base alla localizzazione geografica e al livello di sviluppo economico del paese: in Paesi in -
dustrializzati, nei bambini tra 1 e 4 anni, tale rischio risulta dello 0,05% circa, ma raggiunge il 6% nei Paesi in
via di sviluppo.20
Il rischio di morte per morbillo si è progressivamente ridotto nel tempo: dal 2000 al 2015 i casi di morte nel
mondo sono passati da 651.600 a 134.200 pari a un decremento del 79%; si stima che si siano evitate 20,3
milioni di morti grazie alla vaccinazione.8,21
Rimane tuttora una delle principali cause di morte prevenibili da vaccino nei bambini <5 anni.
Per quanto riguarda la morbosità nei Paesi industrializzati si stima che le complicanze acute riguardino dal
7,5% al 29% dei casi,17 includendo, oltre a quadri clinici relativamente poco gravi (otite, diarrea, convulsioni
febbrili), manifestazioni gravi quali la polmonite (1-6% dei casi di morbillo) e l’encefalite acuta (1 su 1.000-
2.000 casi). Si stima inoltre che l’1,4-19% dei pazienti con morbillo venga ricoverato, 22 con una stima italiana
del 2,4%.23
A conferma di un più alto rischio di complicanze nei soggetti adulti, studi condotti negli Stati Uniti nel perio-
do 1987-2000 (prima dell’eliminazione della malattia) mostrano che la percentuale di complicanze da pol-
monite era del 9% nei bambini sotto i 5 anni e saliva fino al 49%-57% negli adulti. 17
L’impatto economico
Nel valutare il danno economico causato da una malattia occorre considerare sia i costi diretti, che si riferi -
scono all’assistenza sanitaria (farmaci, visite mediche, ricoveri, trattamento delle complicanze), sia quelli in-
diretti di cui risente la società nel suo complesso (per esempio il tempo lavorativo perso dai genitori per accu -
dire il figlio malato o dal malato stesso se si tratta di un adulto).
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Studi condotti negli Stati Uniti stimano che il costo per il trattamento di un bambino con morbillo è 23 volte
superiore al costo per vaccinare un bambino contro il morbillo stesso; inoltre per ogni dollaro speso per il
vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MMR) vengono risparmiati più di 21 dollari di costi diretti legati
alla malattia.24-25 Uno studio condotto in Germania nel 2006 relativamente a un’epidemia di morbillo ha sti -
mato che il costo diretto medio di un’infezione è di circa 520 euro (inclusi i costi relativi alla sorveglianza e
prevenzione dei contatti).26 Lo stesso studio ha analizzato anche i costi indiretti dell’infezione del morbillo
evidenziando che gli studenti coinvolti nell’epidemia (311) hanno perso 2.854 giorni di scuola e gli insegnanti
(30) hanno perso 301 giornate lavorative.
Anche altre recenti esperienze evidenziano che i Paesi industrializzati si trovano ad affrontare spese elevate
per gestire focolai di morbillo.27-28
Dati italiani, relativi all’epidemia che si è verificata nel 2002-2003, mostrano che su 5.154 ricoveri per mor-
billo, in 594 (11,5%) c’era una diagnosi di polmonite post morbillosa e in 138 (2,7%) di encefalite; tali ospeda -
lizzazioni avevano generato una spesa pari a 8,8 milioni di euro. Assumendo che i costi di ricovero ospedalie -
ro per morbillo rappresentano il 40-50% dei costi diretti, è possibile stimare che in 2 anni siano stati spesi
17,6-22,0 milioni di euro per i soli costi diretti. Tale somma avrebbe consentito di vaccinare 1,5-1,9 milioni di
bambini (3-4 coorti di nascita) con una dose di MMR.29
In conclusione, una copertura vaccinale insufficiente può favorire lo sviluppo di epidemie che sono costose
non solo in termini di risorse sanitarie ma anche per la società nel suo insieme, dal momento che hanno im-
patto su altri fronti come la famiglie, il turismo e sui consumi.30
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Rosolia
Introduzione
La rosolia è una malattia infettiva moderatamente contagiosa, a eziologia virale; può essere contratta a ogni
età ma si manifesta principalmente durante l’infanzia, in epoca prevaccinale. È caratterizzata da esantema
maculo-papuloso e da tumefazioni linfoghiandolari retro-nucali, retro-auricolari e cervicali posteriori. Ha
abitualmente un decorso benigno, ma se contratta durante la gravidanza può determinare la morte del feto o
la comparsa di gravi malformazioni (rosolia congenita). 1
Eziologia
La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere Rubivirus, della famiglia dei Togaviridae. Il
primo isolamento del virus risale al 1962. 2 Il virione ha un diametro di 50-70 nm, ha una forma rotondeg-
giante, icosaedrica e un involucro lipoglicoproteico. 3 Si tratta di un virus a RNA positivo monocatenario a
singola elica con tre polipeptidi strutturali: la proteina capsidica C, che circonda l’RNA virale, e le glicoprotei-
ne dell’involucro E1 ed E2.
Il virus è termolabile ed è inattivato dai disinfettanti chimici, dai raggi UV e da pH estremi. 1
Epidemiologia
La rosolia è endemica, ubiquitaria, senza predilezioni di sesso o di etnia. L’incidenza stagionale appare mag-
giore nei mesi invernali e primaverili; ogni 5-10 anni, con cronologia irregolare si verificano epidemie, men -
tre molto più frequenti sono piccoli episodi epidemici in collegi, scuole e comunità. L’infezione da rosolia
conferisce un’immunità quasi sempre permanente. Il fatto che il 50-60% dei casi di rosolia decorra senza
esantema porta senza dubbio a una sottostima del numero reale dei casi. La morbosità risulta importante so -
prattutto nei bambini tra i 6 e i 12 anni ma può interessare anche gli adulti. 4
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
cia esiste un sistema di sorveglianza che notifica le infezioni da rosolia diagnosticate in donne in gravidanza o
in neonati.
Tabella 1. Numero dei casi di rosolia per ogni mese del 2016 e tasso di notifica
per i paesi dell’UE (1 gennaio - 31 dicembre 2016)
https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/measles-and-rubella-monitoring-january-2017
Il tasso di notifica della rosolia è risultato inferiore a quello ritenuto necessario ai fini dell’eliminazione della
malattia (un caso per milione di popolazione) in 26 dei 28 Paesi. Diciassette di questi 26 Paesi non hanno ri -
portato nessun caso. Dei due Paesi con un tasso di notifica al di sopra del target per l’eradicazione (Germania
e Polonia), la più alta percentuale di notifica è stata riportata dalla Polonia (30,1 casi per milione di abitanti).
I tassi di notifica più elevati sono stati osservati nei neonati sotto l’anno di vita (43,7 casi per milione di abi -
tanti), che rappresentano circa il 15% di tutti i casi notificati, e nei bambini di età compresa tra uno e quattro
anni (24,9 casi per milione di abitanti), che costituiscono quasi il 35% dei casi notificati (Figura 8).
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Figura 8. Tasso di notifica della rosolia per milione di abitanti (punti) e distribuzione per
gruppi d’età (colonne), dal 1 gennaio al 31 dicembre 2016 nei paesi dell’UE
https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/measles-and-rubella-monitoring-january-2017
In Polonia si sono verificati l’88% (n=1.144) di tutti i casi segnalati. Tuttavia questi dati dovrebbero essere in-
terpretati con cautela perché solo 19 casi hanno avuto un test di laboratorio positivo. Il numero più alto di
casi è stato osservato in bambini di età compresa tra 1 e 4 anni (n=395) e 5 e 9 anni (n=296). Il 33% dei sog-
getti non era stato vaccinato, il 47% aveva ricevuto una sola dose, il 7,7% due o più dosi mentre per il restante
13,4% dei casi non è stato possibile stabilire lo stato vaccinale.
I tassi di incidenza età-specifici più elevati sono stati osservati in bambini sotto l’anno di vita (73 casi per mi-
lione di abitanti) e in bambini tra 1 anno e 4 anni.7
Il numero di casi notificati in Europa fino ad aprile 2017, la copertura vaccinale per la prima dose di MPR e i
tassi di notifica per il periodo maggio 2016-aprile 2017 sono riportati nelle Figure 9 e 10. 8
Figura 9. Numero di casi di rosolia per ogni Paese dell’UE (aggiornato ad aprile 2017)
e copertura vaccinale (prima dose MPR, 2014-2015).
https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/monthly-measles-and-rubella-monitoring-report-april-2017
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Figura 10. Tassi di notifica della rosolia per milione di abitanti nei Paesi dell’UE
(maggio 2016-aprile 2017)
https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/monthly-measles-and-rubella-monitoring-report-april-2017
Per quanto riguarda la rosolia nel nostro Paese, dall’inizio del 2013 sono stati segnalati 153 casi tra possibili,
probabili e confermati, di cui 65 nel 2013, 26 nel 2014, 26 nel 2015, 30 nel 2016 e 6 nel 2017. Il 20,2% circa
dei casi è stato confermato in laboratorio. La Figura 11 mostra la distribuzione dei casi segnalati per mese di
insorgenza dell’esantema. L’età mediana dei casi è stata pari a 32 anni (range: 3 anni-49 anni).
Figura 11. Casi di Rosolia in Italia per mese di insorgenza dei sintomi
Italia, gennaio 2013 - febbraio 2017.
http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/bollettino.asp
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
zioni in gravidanza (confermate, probabili e possibili) per anno e la classificazione del caso. Si osservano due
picchi di segnalazioni, uno nel 2008 (78 casi) e uno nel 2012 (51 casi).
Figura 12. Infezioni rubeoliche in gravidanza per anno e classificazione. Italia, 2005-2016.
http://www.epicentro.iss.it/problemi/rosolia/bollettino.asp
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
La figura 14 mostra l’incidenza media annuale di rosolia congenita per Regione e i casi di rosolia in gravidan-
za per Regione.
Figura 14. Incidenza media annuale di rosolia congenita per 100.000 nati vivi (a sinistra),
casi confermati, probabili e possibili di rosolia in gravidanza (a destra)
per Regione/P.A.2005-2017
http://www.epicentro.iss.it/problemi/rosolia/bollettino.asp
Modalità di trasmissione
Le modalità di trasmissione del virus sono la via aerea e la via verticale (o transplacentare). Il virus della
rosolia si trasmette da un individuo infetto a una persona sana suscettibile tramite le goccioline di Flügge,
che vengono disperse nell’aria dal malato in seguito a colpi di tosse, starnuti o semplicemente parlando op-
pure attraverso contatto diretto con le secrezioni nasali.
Se si contrae la rosolia in gravidanza (trasmissione verticale), le conseguenze per il feto possono essere molto
gravi, soprattutto se l’infezione avviene nel primo trimestre. Il virus, infatti, è in grado di passare attraverso
la placenta determinando, in base alla settimana di gestazione, aborto spontaneo, morte intrauterina o gravi
malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita). Il neonato affetto da rosolia congenita rimane porta-
tore del virus per 12-18 mesi o anche oltre, e costituisce pertanto una prolungata pericolosa fonte di conta-
gio.4,9
Patogenesi
Dopo essere penetrato nell’organismo, il virus presenta un tropismo verso le cellule della alte vie respiratorie;
si lega infatti tramite dei recettori di superficie alle mucose, le attraversa e si replica nelle cellule del rinofa -
ringe e nei linfonodi cervicali. Infine nella fase viremica, che inizia al quinto-sesto giorno post esposizione, il
virus si localizza su cute e mucose e nelle altre stazioni linfoghiandolari. 3-4,10 La viremia cessa con l’inizio
dell’esantema e la comparsa di anticorpi specifici che vengono rilevati 24-48 ore dopo l’esantema.
Per contrarre la rosolia sembrano necessari contatti abbastanza stretti e prolungati con il soggetto infetto:
un’esposizione singola e breve non viene considerata pericolosa. La malattia, che ha una incubazione di 2-3
settimane prima della comparsa dei sintomi, è contagiosa nella settimana che precede l’apparizione dell’eru -
zione cutanea e per i 4 giorni successivi.11
Se il virus viene contratto in gravidanza, la viremia materna determina un’infezione placentare che può resta-
re localizzata, soprattutto negli ultimi mesi di gestazione, ma che più spesso raggiunge la circolazione fetale,
mediante la quale si dissemina in ogni organo. Il virus si moltiplica rapidamente nei tessuti embrionali dove
provoca necrosi cellulare, danni cromosomici e alterazione dei processi mitotici, ritardando o rendendo ano-
mala l’organogenesi.4
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Le complicanze sono rare e riguardano il sistema emopoietico, articolare e il sistema nervoso centrale.
L’artrite è segnalata nel 30% delle donne e coinvolge dita, polsi e ginocchia.
L’encefalite è una complicanza molto rara (1/5.000), è più frequente nell’adulto ed è gravata da elevata mor -
talità (20-50%): può presentarsi sotto forma di nevrassite o encefalite progressiva. In alcuni casi 3-4 giorni
dopo l’inizio dell’esantema possono verificarsi manifestazioni emorragiche cutanee e mucose, anche gravis -
sime, causate da una piastrinopenia legata a un’aumentata distruzione periferica (autoimmune) e a una dimi-
nuita produzione midollare.4
Le conseguenze della rosolia congenita sono svariate e imprevedibili, dalla morte del feto (10% dei casi)
alla nascita di un bambino sano ma portatore del virus.
Le manifestazioni cliniche nel bambino dipendono dall’epoca gestazionale al momento del contagio (Tabella
2).
Il 90% circa dei bambini la cui madre contrae l’infezione prima dell’undicesima settimana di gravidanza an-
drà incontro a malformazioni congenite. La percentuale si riduce al 33% per infezioni contratte nell’undicesi-
ma e dodicesima settimana (complessivamente, nel primo trimestre i bambini colpiti sono il 69% circa). Il ri -
schio è dell’11% nella tredicesima e quattordicesima settimana e del 24% nella quindicesima e sedicesima
settimana; in seguito non vi sono pericoli di malformazioni, benché la trasmissione dell’infezione al feto pos-
sa avvenire per tutta la durata della gestazione
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
<11 90%
11-12 33%
13-14 11%
15-16 24%
Diagnosi
La diagnosi della forma acquisita si basa principalmente sull’osservazione clinica, sebbene la sintomatologia
sia spesso sfumata (nel 20-50% decorre in maniera asintomatica); i comuni esami di laboratorio forniscono
elementi poco significativi: abitualmente si rileva una leucopenia con linfociti atipici, anche se il tasso di leu -
cociti può essere normale. Per la conferma diagnostica gli esami di laboratorio effettuati riguardano test sie-
rologici e/o la Real time PCR (reazione polimerasica a catena) dopo avere isolato il virus da campioni bio-
logici.
I test sierologici disponibili vengono effettuati mediante la tecnica immunoenzimatica (ELISA) o emoag-
glutinazione (EAI): le IgM specifiche compaiono pochi giorni dopo l’esordio dell’infezione e persistono per
1-3 mesi; le IgG compaiono più tardivamente e risultano permanenti nel corso della vita (Figura 16).
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Diverso è il discorso nella donna in gravidanza e nel neonato. Durante la gestazione è possibile eseguire nella
donna la ricerca di IgM specifiche nel sangue, la ricerca di antigeni virali o di RNA virale nel liquido amnio -
tico, su campioni di villi coriali (a 15 settimane di gestazione) o sangue cordonale (tra la 20° e la 26° settima -
na di gestazione). Nella gravida con alti titoli di IgG specifiche è inoltre opportuno determinare l’avidità an -
ticorpale: una bassa avidità delle IgG depone per un’infezione acuta acquisita meno di tre mesi prima
dell’esame. Per quanto riguarda la diagnosi di rosolia congenita, essa si basa sulle tipiche manifestazioni cli -
niche riscontrabili, come anche sulla presenza nel siero del bambino di età <6 mesi (che non abbia avuto
un’infezione postnatale) di anticorpi specifici anti rosolia.4
La diagnostica molecolare mediante la real time PCR prevede l’amplificazione di sequenze geniche da cam-
pioni biologici provenienti da naso, gola, urine, sangue e fluido cerebrospinale e la ricerca del genoma del
virus rubeolico, consentendo così di avere diagnosi certa di rosolia e di evidenziare forme subcliniche o la -
tenti della patologia. La tipizzazione molecolare è importante anche per monitorare eventuali epidemie, in
questo modo infatti è possibile confrontare le sequenze dei virus ottenuti dai nuovi casi di soggetti con rosolia
con altre sequenze del virus contenute nelle banche dati nazionali e internazionali e rintracciare l’origine di
particolari tipi di virus.13
La diagnosi differenziale viene posta con scarlattina, morbillo, mononucleosi infettiva, toxoplasmosi ed erite -
ma infettivo.1,12
Per una definizione più precisa di caso di rosolia e di rosolia congenita si vedano l’Allegato 2 e l’Allegato 3.
Terapia
Il decorso della rosolia acquisita è nella maggior parte dei casi benigno e autolimitante (fatta eccezione per le
eventuali complicanze sopra descritte) e non esiste una terapia specifica. Pertanto i soggetti affetti potranno
adottare un’eventuale terapia sintomatica mediante l’uso di antipiretici con lo scopo di abbassare la febbre. I
corticosteroidi sono indicati qualora compaia una porpora piastrinopenica o una nevrassite, gli antinfiamma -
tori non steroidei sono invece utilizzati in caso di artrite. Per quanto riguarda la rosolia congenita, i bambini
affetti richiedono trattamenti di tipo chirurgico o riabilitativo che devono essere valutati caso per caso. 4
Burden of disease
La sindrome da rosolia congenita è un problema di sanità pubblica a livello mondiale. I dati relativi all’ultima
grande epidemia avvenuta in America tra il 1964 e il 1965 riportano un totale di circa 12.500.000 casi di ro -
solia con più di 30.000 donne in gravidanza colpite dalla malattia. Di queste, circa 5.000 sono andate incon-
tro ad aborto terapeutico e 6.250 hanno perso il feto per aborto spontaneo. Circa 2.100 bambini sono nati
morti o sono deceduti poco dopo la nascita. La sindrome da rosolia congenita si è manifestata in 20.000
bambini sopravvissuti: 11.600 hanno riportato sordità permanente, 3.580 erano affetti da cecità e circa 1.800
hanno presentato un ritardo mentale di varia gravità. 14
Uno studio di follow-up effettuato in seguito a un’epidemia in Polonia ha mostrato che il 15% delle donne in
gravidanza era stato contagiato15 e uno studio effettuato in Francia ha evidenziato come il 16% delle cataratte
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
congenite siano da attribuire alla rosolia congenita. 16 Cluster di sindrome da rosolia congenita sono stati se-
gnalati in diversi Paesi in via di sviluppo quali Brasile, India e Panama, 17-19 tuttavia dati epidemiologici accu-
rati sono disponibili soltanto per un numero limitato di Paesi nel mondo.
L’impatto economico
Una revisione sistematica dei lavori pubblicati tra il 1970 e il 2012 sull’analisi dei costi dei casi di rosolia e
delle sindromi da rosolia congenita e sulle analisi di costo efficacia e di costo beneficio della vaccinazione anti
rosolia ha evidenziato 27 studi, la maggior parte dei quali effettuati in Paesi a elevato reddito. Nessuno studio
è stato condotto in Paesi a basso reddito, dove si concentra la maggior parte dei casi di rosolia e delle sindro -
mi da rosolia congenita.
In Paesi ad alto e medio reddito la cura per i casi di sindrome da rosolia congenita risulta molto costosa, di
conseguenza la vaccinazione anti rosolia è risultata essere costo-efficace.
Sia nei Paesi industrializzati sia in quelli meno industrializzati, in America Latina e nei Caraibi, dove la co -
pertura vaccinale è superiore all’80%, le analisi di costo-beneficio della vaccinazione anti rosolia hanno di -
mostrato che i benefici superano di gran lunga i costi e che la vaccinazione anti rosolia è economicamente
giustificata, soprattutto se in combinazione con la vaccinazione anti morbillo. 17,20-22
Il costo annuale per un singolo caso di sindrome da rosolia congenita (stimato nel 2012) risulta essere pari a
4.200-57.000 dollari nei Paesi a reddito medio-alto e fino a 140.000 dollari nei Paesi a tenore di vita elevato.
I programmi di vaccinazione anti rosolia, che includono la vaccinazione di operatori sanitari, bambini e don -
ne in età fertile, risultano avere un rapporto favorevole di costo-efficacia, costo-utilità e costo-beneficio in
Paesi a elevato e medio reddito. Uno studio condotto negli Stati Uniti nel 1983 ha stimato che, grazie al pro -
gramma di vaccinazione MPR, la riduzione dei costi attribuibili alla rosolia (in termini di morbosità e morta-
lità) è risultata pari a circa 380 milioni di dollari; il rapporto costo-benefici per il programma di immunizza -
zione contro la componente rosolia è stato quindi pari a circa 1:8.23
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Introduzione
Nonostante la disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci, morbillo e rosolia rappresentano ancora oggi un pro -
blema in sanità pubblica, il cui peso potrà essere notevolmente ridotto quando si raggiungerà la loro elimina -
zione mediante la vaccinazione, il miglior strumento costo-efficace disponibile per la prevenzione delle due
malattie.
L’eliminazione di morbillo e rosolia in almeno 5 Regioni dell’OMS entro il 2020 è uno degli obiettivi inseriti
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel “Global Vaccine Action Plan (GVAP) 2011-2020”. 1 Dato
l’impatto sanitario delle due malattie infettive, l’OMS ha inoltre redatto il “Global Measles and Rubella Stra-
tegic Plan 2012-2020”2, un piano specifico a cui gli Stati membri possono far riferimento nell’ottica di rag-
giungere l’eliminazione di morbillo e rosolia.
Le singole Regioni dell’OMS coordinano e promuovono piani di intervento allo scopo di raggiungere gli
obiettivi previsti dal GVAP. Il documento “European Vaccine Action Plan (EVAP) 2015-2020” 3 riassume le
raccomandazioni del GVAP da parte della Regione Europea dell’OMS ed è stato sviluppato per superare le
specifiche sfide relative all’immunizzazione nei Paesi Europei.
Gli obiettivi contenuti nell’EVAP 2015-2020 devono essere recepiti dai singoli Stati membri. Anche l’Italia ha
pertanto messo a punto una serie di azioni che si auspica possano portare all’eliminazione di morbillo e roso -
lia congenita nel nostro Paese.
L’impatto della vaccinazione contro il morbillo e la rosolia sul numero di casi notificati in Italia è mostrato
nelle Figure 17 e 18.
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Morbillo e rosolia: epidemiologia, sorveglianza e prevenzione
Figura 18. Casi di rosolia post natale e copertura vaccinale per MPR. Italia, 1970-2014
Dalla fine degli anni ’90 i casi di morbillo e rosolia in Italia si sono ridotti drasticamente a seguito
dell’aumento della copertura vaccinale in età pediatrica.
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operatori scolastici: la vaccinazione risulta indispensabile per il personale scolastico che lavora a
contatto con neonati, bambini e adolescenti. Infatti chi è a contatto con bambini nelle prime fasi di vita ha
un maggiore rischio di contrarre le tre patologie tipiche dell’infanzia o di essere veicolo di infezione.
Particolare attenzione deve essere posta a tutte le donne lavoratrici in asili nido, scuole dell’infanzia,
scuole primarie e scuole secondarie di primo grado.
False controindicazioni
Si riportano di seguito situazioni che costituiscono delle false controindicazioni. In tutti i casi descritti è pos -
sibile infatti effettuare la vaccinazione MPR o MPRV:
terapia antibiotica in corso;
gravidanza di un convivente;
reazioni locali o febbre lieve dopo una precedente vaccinazione;
storia personale o familiare di convulsioni e malattie neurologiche;
storia familiare di morte in culla (SIDS, Sudden Infant Death Syndrome);
sindrome di Down.
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ti avversi che si possono verificare. Infatti, nonostante i vaccini attualmente in uso siano sicuri ed efficaci,
come gli altri farmaci, non sono esenti da rischi potenziali e da eventi avversi che, seppur raramente, possono
manifestarsi in seguito alla vaccinazione.
Nella maggior parte dei casi, i soggetti riceventi la vaccinazione MPR o MPRV non manifestano alcun evento
avverso. Tuttavia, nel caso si riscontrino degli effetti collaterali, questi sono prevalentemente lievi e autolimi -
tanti. La tabella 3 riporta gli eventi avversi (e la relativa categoria di frequenza dell’episodio), che si possono
riscontrare da 6 a 12 giorni dopo la vaccinazione anti morbillo o anti rosolia.
rush 5% comune
Morbillo
convulsioni febbrili 0,05-0,03% rare
anafilassi 1-3,5/10 6
molto raro
febbre 2% comune
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