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>> A scuola di estetica

Battuto dal vento


di Antonio Ricchiari
>> A scuola di estetica

I
l vento è arrogante, pensa di possedere gli
alberi, di avere fatto sua la Natura, ma è solo
un’illusione. Lo Stile Battuto dal Vento ri-
corda molto lo Stile Inclinato dal quale deriva,
ma forse risulta più interessante per la disposizione
dei rami. Due sono le varianti: il vento soffia
sull’albero e il risultato dell’azione del vento dopo
molti anni.
Considerato dal punto di vista estetico que-
sto bonsai può avere qualche difficoltà nella rea-
lizzazione perché bisogna mettere in atto tutta la
perizia nel dare equilibrio ad una forma inclinata,
con una ramificazione insolita, masse dunque che lo
stile ventoso rappresenta una versione molto parti-
colare della Natura dell'albero in condizioni climati-
che estreme. Per i giapponesi è lo stile che infrange
le leggi di gravità, lo stile fukinagashi.
La percezione più immediata è quella di un
albero che sia lì per lì sul punto di abbattersi, con
una condizione di instabilità considerata insolita per
un Bonsai e per il suo spirito. Quindi, nella forma-
zione della pianta è necessario usare alcuni accorgi-
menti che diano un controbilanciamento che viene
da radici robuste che facciano da contrafforte nella
parte opposta all’inclinazione oppure dall’inseri-
mento di una roccia. La visione è comunque
drammatica poiché in natura questi alberi hanno un
sito nelle scogliere o nei picchi montani fortemente
battuti dal vento, pericolosamente inclinati
nell’impari lotta di sopravvivenza contro gli ele-
menti.
La vegetazione è molto rada, senza rami sul
lato battuto dal vento, con ampie parti del legno
scortecciate (shari); il tronco quindi appare molto
contorto ed esprime visivamente una eccezionale
potenza anche se spesso non è eccezionalmente ro-
busto. La compensazione di una silhouette così sbi-
lanciata può essere ottenuta pure da un attento
dimensionamento dei pochi rami sul fronte. Biso-
gna considerare un fatto importantissimo: abbiamo
in questo caso una forte tensione visiva innescata
dalla linea fortemente inclinata del tronco
(drammaticamente instabile) e l’assetto delle radici,
dei rami e della vegetazione che devono trasmettere
stabilità e ordine estetico. In tutto questo
contraddittorio visivo, la struttura deve conservare
tutta la dinamicità e il contrasto di linee di forza che

130 - Antonio Ricchiari -


è la caratteristica peculiare dello Stile.
Il punto focale primario è sicuramente il
tronco; i punti di interesse secondario possono esse-
re le radici di superficie (àncora robusta del piede)
la parte lavorata a shari, il terriccio spesso molto ri-
levato dalla linea d’orizzonte, eventuali rocce. Il va-
so deve essere necessariamente poco profondo o si
può usare una lastra di pietra che mette in risalto
ancora di più tutta la struttura dell’albero.
In sostanza, il bonsaista deve conciliare ordi-
ne estetico e dinamicità, raggiungendo un equilibrio
fra:
• tensione visuale, scatenata dalla linea diagonale
del tronco;
• armoniosa organizzazione formale della imposta-
zione del nebari, del tronco, dei rami, delle foglie
Il bilanciamento ottico è demandato al neba-
ri, che nello specifico deve essere molto sviluppato
nella parte opposta al vento, per trasmettere quella
sensazione di avvinghiato indispensabile alla stabili-
tà.
Questo stile ha delle similitudini con il ca-
scata che già abbiamo esaminato in un precedente
scritto pubblicato. Esso deve trasmettere nettamente
la sensazione del vento attraverso una chiara esposi-
zione estetica. I rami ed il tronco, con il loro movi-
mento, devono rappresentare l’andamento che il
vento ha dato loro.
I rami devono essere impostati con una ango-
lazione che guarda la direzione del vento, con la
quasi totalità di rami volti solo da una parte. Il
tronco può avere differenze che riflettono la rappre-
sentazione di un ambiente più o meno ventoso, ma
sarà sempre con pochi rami, una chioma piatta, nes-
sun ramo controvento.
Nello specifico di questo stile gli jin avranno
una funzione estetica importante perché accentuano
la drammaticità della rappresentazione.
Le specie adatte a questo stile sono da ri-
cercare naturalmente nelle conifere e nelle latifoglie
che si possono trovare in montagna, come per
esempio i faggi.
Per lo stile fukinagashi sono da preferire va-
si piatti o addirittura lastre che enfatizzano una
certa orizzontalità, che esaltano l'effetto ventoso del
tronco e dalle palcature.
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- Antonio Ricchiari - 131


>> Non tutti sanno che...

Wisteria sinensis

Li abbiamo recentemente visti fiorire con i loro grappoli di una


tonalità di lilla definita appunto color glicine, arrampicati sulle
recinzioni delle abitazioni, oppure nei vasi bonsai, sia lilla che
bianchi... Glicine, Wistaria o Wisteria sono tre nomi per la stes-
sa pianta e sono tutti corretti.

di Elisabetta Ruo

132 - Elisabetta Ruo -


lo nei paesi latini (Italia, Francia e Spagna ) è
“Glicine” in greco significa “pianta stato mantenuto il nome originale di glicine,
dolce” e Linneo (medico e naturalista svedese, mentre i tedeschi ne hanno coniato uno nuovo,
considerato il padre della moderna classificazio- “Blauregen”, che significa “Pioggia blu”, avvi-
ne scientifica degli organismi viventi) diede que- cinandosi a come la chiamano i cinesi, “ Zi
sto nome ad una pianta rampicante introdotta Teng”, che significa “Vite blu”.
dall'America, dalla costa orientale degli Stati
Uniti ai primi del 700. Si trattava del glicine
americano (Wisteria frutescens). Un secolo do- Per il mondo orientale il glicine ha
po il capitano Welbank portò dalla Cina e dal sempre rappresentato l'amicizia tenera e reci-
Giappone le varietà asiatiche che tutti conoscia- proca. Una leggenda infatti racconta che gli
mo (Wisteria sinensis), ma il botanico Nuttal Imperatori giapponesi, durante i lunghi viaggi
non comprese immediatamente che quella di rappresentanza, portassero con sé bonsai di
pianta era già stata classificata e la chiamò Wi- glicine da donare agli altri regnanti. Arrivati in
staria, in onore di un professore di anatomia e terra straniera si facevano precedere dai servi
antropologo tedesco che si chiamava Kaspar di corte che sostenevano gli alberelli di glicine
Wistar. Questo nome, però nella pronuncia fiorito al fine di rendere note le proprie
inglese fu storpiato in Wisteria e si diffuse rapi- intenzioni amichevoli e di riguardo agli abi-
damente in tutti i giardini d'Europa, tanto che tanti di quelle terre.
alcuni anni dopo, nonostante ci si fosse accorti Il significato che il dono del Glicine ha
dell'errore, il nome Wisteria era diventato di conservato è quello di segno di disponibilità ed
uso comune e fu deciso di utilizzare quello. So- anche prova di amicizia.

- Elisabetta Ruo - 133


>> Non tutti sanno che...

E' considerata l'essenza astrale del se-


Il primo glicine asiatico arrivò in Euro- gno dei pesci. Per le persone di questo segno
pa nel 1816 portato appunto dal capitano sarebbe uno stimolo che riattiva il flusso delle
Welbank che una sera di maggio si era trovato idee. E' ritenuta un talismano contro le calami-
a cena da un ricco commerciante di Guangzhou tà, un filo magico che ispira le sensazioni più
(Canton), sotto una pergola di glicine in fiore. sublimi.
Nessun europeo aveva mai visto prima uno PESCI 20/2 - 20/3 Segno d’Acqua, Mobile,
spettacolo simile ed il capitano Welbank si fe- perché si trova a cavallo di due stagioni,
ce dare alcune piantine che portò in Inghilterra inverno e primavera. Caratterizza personalità
donandole al suo amico C. H. Turner, a Rooks- emotive, sensibili, romantiche, sognatrici,
net nel Surrey. In questo giardino tre anni do- creative, musicali, dolci, affettuose, indecise,
po, nel 1819, fiorì per la prima volta e da lì si contrastanti. PIETRA: Acquamarina - COLO-
diffuse rapidamente in tutti i giardini del RE: Azzurro - ESSENZA: Glicine -FIORE:
vecchio continente. In Italia si ha notizia della Gelsomino - GIORNO: Giovedì L'essenza
sua esistenza già intorno al 1840. astrale :
1° decade - il gelsomino. L'essenza di questo
fiore è un ottimo rimedio contro i dolori reu-
Una leggenda di origine piemontese matici e polmonari.
narra di una giovane donna, di nome Glicine, 2° decade - il glicine. L'essenza di questo fiore,
che faceva la pastorella. Questa fanciulla era è uno stimolante per la psiche.
disperata per il suo aspetto fisico e si considera- 3° decade - la zagara. Stimola la riflessione.
va proprio brutta. Un giorno, persa nella dispera-
zione, piangeva da sola nel bel mezzo di un
prato; ad un certo punto le sue lacrime si tramu- Ci siamo sempre chiesti perché le radici
tarono in una meravigliosa pianta di Glicine di un bonsai autoctono girano in un verso,
con un'inebriante fioritura. mentre quelle di un bonsai nipponico girano
Una altra leggenda piemontese narra che una nell’altro. La spiegazione è la stessa per
fanciulla non bella, disperata per la sua l’avvolgimento del tronco...
bruttezza, un giorno, piangendo su di un albero Perché il glicine della Cina (Wisteria si-
perché nessuno la voleva, piano piano si tra- nensis) ha i rami che si avvolgono da sinistra a
sformò in un glicine; le sue lacrime, invece di destra in senso antiorario e il glicine del
cadere a terra, si accumularono al tronco, assu- Giappone (Wisteria floribunda) si avvolge
mendo l’ aspetto di grappoli dai fiori violetti, e invece all'inverso da destra a sinistra, in senso
il suo corpo, a poco a poco, divenne una flessibi- orario?
le pianta, e le braccia, tanti rami che reggevano Innanzitutto tutti i rampicanti che sono
i fili dei fiori. originari dell'emisfero boreale (nord) si
avvolgono in senso antiorario, mentre quelli
che sono originari dell'emisfero australe (sud)
Questa pianta è il simbolo primaverile, si avvolgono in senso orario. È lo stesso senso
la sensualità della giovinezza. e la femminilità di rotazione che ha l'acqua quando si apre il
nella sua aurorale epifania (iniziale manifesta- tappo di una vasca. Nel nostro emisfero gira in
zione). senso antiorario, mentre nell’altro in senso ora-
Curiosità: il glicine simboleggia la prima- rio. Questo è un fenomeno fisico oggettivo cau-
vera, il suo intenso profumo ricorda le sere sato dalla rotazione terrestre. Fin qui torna
d'estate. E' una pianta considerata scaccia- tutto, ma se ci pensi in realtà il Giappone si tro-
guai, allontana le negatività va nell'emisfero nord fra il 30° e il 45° paralle-
lo... allora perché i glicini giapponesi si

134 - Elisabetta Ruo -


>> Non tutti sanno che...
avvolgono in senso orario?
Bene, il Giappone, milioni di anni fa si
trovava nell'emisfero sud, poi come una zattera
ha navigato sulla crosta terrestre verso nord
alla velocità di qualche centimetro all'anno
senza mai inabissarsi nell'oceano, attra-
versando zone tropicali e subtropicali, per arri-
vare adesso in una zona temperata. Il percorso
è stato cosi lento che le piante sono riuscite a
sopravvivere adattandosi alle diverse condizio-
ni climatiche, ma hanno mantenuto le loro ca-
ratteristiche originali insite nel loro DNA.
Questa teoria spiegherebbe anche la
grande diversità che c'è nella flora spontanea
giapponese rispetto alle vicine Corea e Cina.
Inoltre spiega anche i tanti terremoti che ci so-
no in quella terra dato che la lunga marcia conti-
nua tutt'oggi.

Recentemente sono in commercio dei


prodotti a base di Persea americana e Glicine
max, in quanto La combinazione degli estratti
di Persea americana e di Glicine max è scientifi-
camente riportata in letteratura come un
approccio terapeutico alternativo per protegge-
re la degradazione cartilaginea in pazienti con
problematiche osteo-artrosiche.

Anticamente i suoi fiori venivano usati


come ingredienti di piatti a base di uova. L’ eli-
sir di lunga vita? Mangiare fiori e piante sponta-
nee: il glicine, ad esempio, è ideale nell’
insalata, mentre il sambuco è buono fritto. Que-
sto il segreto di Libereso Guglielmi, botanico
che ispirò il “Barone rampante” di Italo Calvi- zie ad una borsa di studio del Ministero
no. “Esiste una varietà incredibile di piante dell’Agricoltura, al quale ebbe accesso per
commestibili che non conosciamo nemmeno e l’intervento di Mario Calvino, botanico egli
che dovrebbero entrare a far parte della nostra stesso e padre dello scrittore Italo. Fu in
dieta“, ha detto Guglielmi, botanico 84enne, quell’occasione che Guglielmi ebbe modo di
intervenuto ai lavori del Festival della Salute a frequentare l’allora giovanissimo scrittore e di
Viareggio. ispirare la trama del famoso romanzo “Il baro-
ne rampante”.

Guglielmi, “guru verde” di fama interna-


zionale, cominciò la sua carriera di botanico gra- “L’ideale – ha affermato Guglielmi – sa-
rebbe invogliare i bambini, che sono più pro-

136 - Elisabetta Ruo -


pensi all’ascolto, a riappropriarsi di tutta una se- Le parti tossiche sono i semi e la radice.
rie di informazioni riguardanti l’alimentazione In caso di ingestione i primi sintomi sono simi-
e la cura di alcune malattie attraverso le piante, li a quelli di una gastroenterite: vomito e dolori
informazioni che sono andate del tutto perdute. addominali con diarrea, congestione del volto
In pochi sanno che ci sono dei fiori che, oltre e dilatazione pupillare.
ad essere bellissimi, sono anche molto buoni.
Ad esempio il glicine, l’acacia e il sambuco so-
no perfetti fritti o nell’insalata. Il tulipano è otti- La base di profumo/essenza al glicine è
mo se imbottito con del formaggio morbido e un prodotto dal sentore nostalgico, che ricorda
lo stesso vale per l’ibisco. L’ortica invece può i vecchi cortili di paese, le sere d'estate, la
essere molto utile per stimolare la diuresi“. campagna padana e le feste sull'aia dopo un
giorno di lavoro nei campi.

- Elisabetta Ruo - 137


>> Non tutti sanno che...
delle essenze è possibile far ricircolare
A chi cerca un profumo rilassante per la l’energia in questi centri, nel caso in cui sia
sera, il momento di stacco dalla frenesia della stata bloccata da esperienze negative.
giornata di lavoro; a chi ha cara l'amicizia e le La scoperta delle essenze per i chakra
cose semplici di tutti i giorni. avvenne per il desiderio di trovare una o più
essenze per alleviare i problemi e le sofferenze
degli uomini del nostro tempo. sono un ‘ evolu-
Parfum. zione dei ben noti FIORI DI BACH. Le es-
senze vengono prodotte esclusivamente
secondo il metodo del sole, in speciali giornate
L’essenza al glicine può essere impie- cariche di energia. La "pioggia blu" è una
gata al posto degli oli essenziali nei diffusori pianta rampicante energeticamente estrema-
d'essenza o nell'acqua dei caloriferi. mente forte, che ci collega alla terra con le sue
profonde radici e ci dà stabilità, per poterci
aprire verso l’alto e tendere sempre di più
STAR OF BETHLEHEM è consigliato verso alte mete. L’essenza ha un effetto sul
contro gli shock e in tutti i casi in cui un trau- settimo chakra e ci collega con la coscienza
ma anche passato, ma tuttora attivo, blocca o onnipresente, nel caso in cui scegliamo questa
disorienta la nostra energia vitale. li rimedio le- possibilità nella nostra vita. Per questo proces-
nisce la sofferenza interiore, tempera il dolore, so è necessario riformare l’equilibrio completo
spinge a reagire e ad affrontare la realtà. Con la tra l’emisfero cerebrale destro e sinistro. Lo
sua dolce azione riarmonizzante e rafforzante squilibrio può portare a mal di testa e a disturbi
agisce catarticamente dissolvendo gli effetti del della concentrazione e dell’attenzione. Il glici-
trauma. ne può venire applicato esternamente sulla
La qualità positiva che STAR OF BE- parte dolorante, per esempio in caso di mal di
THLEHEM evoca è la RISOLUZIONE. testa.
L’affermazione positiva corrispondente
è la seguente: SCIOLGO OGNI BLOCCO
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ENERGETICO E MI REINTEGRO
Il colore che lo rappresenta è il GLICI-
NE.
Il GLICINE è alla fine dello
spettro cromatico e la sua immaterialità è
ricca di vissuto e di saggezza. Questo co-
lore tenue, pastello, così volatile, ben si
adatta a rappresentare lo sciogliersi di
blocchi e tensioni accumulate. Si avvici-
na inoltre al rosa dell’amore e del perdo-
no, elementi indispensabili per una vera
risoluzione del trauma vissuto.

COLORARE LE PARETI DI CASA DI


LILLA è CONTRO L’INSONNIA.

Il nome chakra viene dal sanscri-


to, lingua madre indiana. Definisce i
centri di energia nel corpo. Con l’aiuto
Note di coltivazione <<

Kiryu e
Lapillo
N
ella composizione di un substrato, tipo ferroso, utili alla fisiologia vegetale nel
bisogna tenere presente di tutti gli fabbisogno giornaliero, questi substrati rappre-
aspetti che caratterizzano ogni suo- sentano un importante stimolo all’attività radi-
lo, al fine di comporre una miscela cale in quanto incentivanti i processi di
quanto più idonea alle esigenze della specie, al allungamento. Questo accrescimento implica
grado di rifinitura estetico, alla posizione geo- anche un acceleramento dell’instaurazione di
grafica, ma soprattutto agli obiettivi da processi simbionti operati da micorrize, che
raggiungere nel breve periodo (2-3 anni succes- grazie ai microlementi trovano anch’esse una
sivi al rinvaso). Notoriamente contrario all’uti- spinta nei rapporti con le radici.
lizzo di un singolo suolo, in particolare Il kiryu e il Lapillo, caratterizzati da un
all’Akadama al 100%, le numerose prove ope- Ph tendenzialmente acido (6-6,5) e da una
rate con diverse componenti hanno confermato CSC pari rispettivamente a 27 e 25, conferisco-
le ipotesi di sinergie che i diversi substrati no alla miscela non più quella condizione di to-
svolgono nelle interazioni con le radici, ed anco- tale inerzia utile solo in alcuni casi di
ra più convincenti sono i risultati che negli ulti- coltivazione, ma una fonte di approviggiona-
mi mesi si stanno ottenendo tramite l’aumento mento costante di componenti ferrose che gra-
o la diminuizione delle % relative alle singole zie al pH leggermente basso, mantengono
componenti, raggiungendo così un grado di attivi i processi di assorbimento tipici delle
raffinatezza nei risultati secondi solo ai giappo- condizioni di quasi neutralità di Ph. Grazie
nesi. inoltre alla loro struttura selezionabile tramite
Già in articoli precedenti sui suoli, si so- setacciatura, sono utilizzabili su tutte le catego-
no potuti enunciare i diversi benefici che una rie bonsaistiche, dai Mame ai Dai. Il loro uti-
miscela può apportare all’apparato radicale. lizzo ad oggi non è più circoscritto alle sole
Tra i suoli, quelli di fondamentale importanza conifere, ma anche e soprattutto ad essenze
e di imprescindibile ruolo troviamo quelli di ori- della macchia mediterranea che hanno mo-
gine vulcanica: per l’esattezza Kiryu e Lapillo. strato segni di grande sviluppo dall’inseri-
Ricchissimi dei fondamentali microelementi di mento di % variabili al’interno del substrato.
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- Luca Bragazzi - 139


>> Tecniche Bonsai

E' impossibile dare delle indicazioni assolute volta completamente rendendo saturo il
su questa particolare tecnica, che nell'arte terriccio. Questo assicura che il pane radicale
bonsai è senz'altro una delle più difficili. C'è venga bagnato completamente. Quando il pa-
un detto in Giappone, che ci vogliono minimo ne radicale non viene irrorato ad ogni
tre anni per imparare ad annaffiare corretta- annaffiatura si rischia la decomposizione e la
mente, molti probabilmente non crederanno a morte delle radici, con conseguente deteriora-
questa affermazione. Quasi certamente il 70% mento del fogliame corrispondente. Natu-
dei fallimenti dei principianti nei primi anni so- ralmente nell’irrigazione di qualità è
no dovuti a pratiche di innaffiamento imprescindibile l'uso di una tecnica manuale
scorrette. con tutte le difficoltà e la costanza che
"Bonsai ni ame ga ni do furimasu". Tradotto comporta.
letteralmente significa “Per bonsai piove due
volte” Il detto giapponese sopra menzionato CONSIGLI DI CORRETTA
ci ricorda che per innaffiare correttamente un ANNAFFIATURA.
bonsai bisogna bagnare completamente il Spesso, uno dei primi consigli che rice-
terriccio. Perché dovremmo innaffiare due viamo quando incominciamo a fare bonsai è
volte? Quando si bagna il terriccio di un “non annaffiare molto." La maggior parte dei
bonsai non rinvasato recentemente, l’acqua neofiti interpreta questo suggerimento nel
cercherà il percorso di incanalamento di mini- senso che dobbiamo bagnare poco il terriccio
ma resistenza che spesso non coinvolge tutto e non completamente. Questo è il primo degli
il substrato fuoriuscendo dai fori di drenaggio errori. Ogni volta che innaffiamo dobbiamo
senza che molte radici vengono bagnate e que- dare tanta acqua finché non fuoriesce dai fori
sto può causare danni al bonsai. Bisogna ba- di drenaggio. Quello che invece si intende per
gnare una prima volta il terriccio in minima “non annaffiare molto" è l’innaffiamento
quantità, in modo che il substrato accetti me- troppo frequente, il substrato non ha il tempo
glio l’acqua. Infine annaffiare una seconda di asciugarsi che viene di nuovo irrigato.
di Antonio Acampora
>> Tecniche bonsai
bonsai, concorrono ad indirizzare l'acqua
Questo impedisce all’ossigeno intrappo- verso il bordo dei vasi. Un sistema che evita
lato nel substrato di giungere alle radici, provo- l'inconveniente citato è l'annaffiatura per
cando asfissia radicale, prima e sviluppi di immersione, essa si seguirà con acqua al di so-
funghi e altri patogeni. Il tema del rapporto pra od al di sotto del bordo del vaso ed è un
tra acqua e terriccio è estremamente buon sistema di ricambio gassoso all'interno
importante per due motivazioni concrete: la della zolla. Di contro questa procedura è lenta
qualità delle micorrize e i marciumi radicali. ed onerosa, ha bisogno di tempi lunghi di co-
Le micorrize, sopratutto se esterne co- latura, impoverisce velocemente il terreno
me quelle delle conifere, non sopportano asportando notevoli quantità di sali solubili,
l'immersione in acqua prolungata, e si sviluppa- per collezioni con un notevole numero
no bene in un terreno drenato come avviene in d’esemplari deve eseguirsi a più riprese. Si
montagna. In linea di massima il bonsai deve può innaffiare per immersione ogni tanto
essere bagnato al massimo tre o quattro ore do- mentre la normale irrigazione conviene ese-
po essersi completamente asciugato, per evita- guirla ripassando non meno di tre volte ogni
re il colpo di secco, e questo comporta pianta in modo che l'acqua passi attraverso i
un'irrigazione quotidiana da maggio a fori di drenaggio rinnovando anche l'ossigeno
settembre, con i frequenti casi di due irrigazio- del substrato. L'annaffiatura in profondità evi-
ni giornaliere nei periodi più caldi e ventosi. terà la crescita delle radici in superficie e du-
Bisogna prestare attenzione a come rante l'estate eviterà altresì che le radici non
l’acqua si comporta quando incontra il trovino sufficiente umidità nel terreno. Per
terriccio. Se esce dalla superficie del quanto riguarda l'annaffiatura per immersione
substrato, andando fuori dal vaso, vuol dire si consiglia l'aggiunta di concime idroponico
che il terreno superficiale si è molto all'acqua, in questo caso si ridurranno i danni
compattato. La causa può essere stata la cresci- da dilavamento. Nel periodo estivo le
ta delle radici, o il fertilizzante organico che annaffiature vanno eseguite nei periodi più
spezzandosi è andato a chiudere la superficie freschi della giornata, si deve evitare di bagna-
del terriccio. Se è successo questo bisogna re i vasi caldi soprattutto se esposti al sole (
prendere un bastoncino e sgretolare la superfi- calore ed umidità sono le condizioni ideali per
cie del substrato verso il fondo per 2-3 cm. eli- la proliferazione dei patogeni e delle crittoga-
minandolo. Sostituendo poi questo strato con me ) L'acqua usata per le irrigazioni dovrà
terriccio nuovo ricoperto con del muschio sbri- inoltre essere sempre a temperatura ambiente.
ciolato. Questo permetterà all'acqua di penetra- E' bene innaffiare alla mattina in modo che
re meglio il terriccio e rendere saturo l’intero l'acqua fornita sia utilizzata durante il periodo
volume del substrato. Ricordiamo che l'irriga- più caldo della giornata. Nel periodo inverna-
zione è uno dei quattro elementi sul quale lavo- le le annaffiature vanno eseguite nelle
rare per una coltivazione programmata, giornate soleggiate possibilmente nel mezzo-
insieme a terriccio, concime ed esposizione. giorno, operando in questo modo la pianta
Il terreno dei vasi, in superficie, deve avrà tempo di assorbire l'acqua necessaria, eli-
sempre essere smosso, soprattutto in prossimi- minando per colatura quella in eccesso, que-
tà del fusto, ciò faciliterà l'annaffiatura del sto sistema eviterà che le eventuali gelate
ceppo. E' facile che alberi che s’innaffiano notturne danneggino i nostri bonsai. La vapo-
con i sistemi tradizionali: annaffiatoio, pompa rizzazione dei bonsai è poi una pratica da tene-
d’irrigazione, spruzzatore, irrigazione a re in seria considerazione, essa dovrebbe
pioggia e per gocciolamento mantengano ari- essere eseguita con acqua demineralizzata,
da la parte centrale della zolla, infatti, la su- infatti, le acque calcaree evaporando lasciano
perficie di separazione tra il contenitore ed il sulle foglie residui salini che possono
terreno, i fori di drenaggio ed il posiziona- danneggiare gli stomi delle medesime, la va-
mento sopraelevato del nebari dei nostri

142 - Antonio Acampora -


porizzazione oltre a termoregolare la sì detto smog. E' questa la causa della
chioma delle nostre piante nei periodi comparsa delle deprecate " piogge aci-
particolarmente caldi, serve ad elimina- de."
re la polvere ed a condizionare l'attacco L'acidità delle piogge varia da
dei vari acari nocivi (ragnetto rosso luogo a luogo e durante un periodo
ecc.). piuttosto lungo di precipitazioni tende a
ridursi in modo direttamente proporzio-
IL TIPO D’ACQUA. nale al perdurare della pioggia. Quindi
Notevole importanza ha poi il ti- si consiglia di usare acqua piovana pre-
po d’acqua da impiegare, quella piova- levata in zone notoriamente a basso ca-
na un tempo era la più indicata ora rico d’inquinamento atmosferico,
occorre fare alcune doverose considera- prelevandola possibilmente alcune ore
zioni sul suo uso. L'acqua piovana du- dall'inizio della precipitazione e possi-
rante le precipitazioni è un eccellente bilmente quando questa si prolunga nel
diluente atmosferico, infatti, per il suo tempo, in ogni caso il livello d’acidità
altissimo potere solvente veicola moltis- piovana si può controllare con le carti-
sima parte dei componenti prodotti ne di misurazione del pH reperibili in
dalle innumerevoli attività umane il co- qualunque farmacia. Il pH ottimale per

- Antonio Acampora - 143


>> Tecniche bonsai
qualunque tipo d’acqua usata de- solvente cesserà quando la
ve rimanere nei limiti compresi concentrazione salina sulle due
tra 7,5 e 6,5. L'acqua corrente è facce della parete semi-porosa sa-
una buona alternativa a quella pio- rà eguale. Siccome la concentra-
vana purché non provenga da zione salina dei liquidi
corsi d'acqua inquinati da scari- fisiologici delle piante è sempre
chi urbani o peggio ancora indu- maggiore di quella dei liquidi
striali. L'ideale sarebbe usare presenti nel terreno, l'acqua
l'acqua di fonte o di falda pro- tende a passare, attraverso le
fonda. L'acqua degli acquedotti pareti semi permeabili dei tessuti
purtroppo è sempre addizionata cuticolari all'interno della pianta.
al cloro usato come disinfettante, Annaffiatura con acqua
spesso poi risulta avere una note- eccessivamente salina può
vole durezza ( alto contenuto di bloccare il processo osmotico od
carbonato di calcio ), un indicato- addirittura invertirlo ( perdita
re della durezza dell'acqua è la idrica dai tessuti della pianta ).
crosta bianco-giallognola che si Si consideri inoltre che le
deposita sul bordo dei vasi. membrane cuticolari
Il contenuto di sali trattengono le molecole saline a
disciolti nell'acqua irrigua è mo' di barriera filtrante, quindi
importantissimo per la salute dei un eccesso di queste può compro-
nostri alberi. Infatti, l'assorbi- mettere l'integrità delle cuticole
mento dell'acqua avviene per quindi la capacità funzionale
osmosi, è esclusivamente di tipo della radice. La concentrazione
fisico, esso si estrinseca nella massima ammissibile di sali nei
tendenza che hanno due soluzio- liquidi d’irrigazione non deve in
ni saline a diversa concentrazio- ogni caso superare il 5% totale,
ne separate da una parete oltre questo limite la radice non
semi-porosa (membrana) ad equi- è più in grado di assorbire acqua.
librare, per migrazione del Da quanto detto si evince che
solvente attraverso la membrana, l'assorbimento (assimilazione)
la loro salinità, in pratica si verifi- dei sali minerali esula dal proces-
ca il passaggio d’acqua dalla solu- so osmotico, infatti, questo
zione meno concentrata a quella complesso meccanismo si basa
più concentrata, il passaggio del sulle due fasi dell'assimilazione
ionica, processo tuttora in gran parte ipotetico, metodo è comunque da sconsigliare, come
queste sono: la fase passiva iniziale ed il tra- quello di aggiungere acido nitrico all'acqua
sporto ionico attivo. delle irrigazioni. L'abitudine di lasciare de-
Un suolo troppo ricco di sali è un suolo cantare l' acqua ricordiamo che permette l'eva-
sterile, per questo motivo le idroconcimazioni porazione del cloro ma non del calcare, e non
devono cedere al terreno basse concentrazioni è quindi sufficiente per l' uso bonsai. Non è as-
saline sarà poi opportuno ripeterle con una solutamente da consigliare l'acqua deminera-
certa frequenza. In ogni periodo dell'anno in lizzata acquistabile nei supermercati in quanto
cui l'annaffiatura delle nostre piante sarà pro- il processo di demineralizzazione utilizzato a
blematica occorrerà sospendere la pratica livello industriale non utilizza membrane
della concimazione. Nelle fasi di concimazio- osmotiche, bensì resine o altro e ciò comporta
ne quando le dosi sono alte, è anche opportu- un innalzamento del pH a valori oltre 8-9. Un
no lasciare asciugare bene il pane di terra da sistema è la depurazione attraverso l' impianto
una volta all'altra in modo da evitare che per osmosi inversa. Quest'ultimo è l' unico ve-
l'eccesso di umidità inneschi la fermentazione ro sistema per filtrare completamente le acque
dei concimi organici troppo rapida, con un con delle spese che oscillano dei 300 ai 1500
conseguente aumento dell' ammonica libera. euro. Questo è il sistema migliore sia per la
Il drenaggio ed i relativi fori garantisco- qualità dell'acqua che si ottiene, sia per la ge-
no anche l'eliminazione ad ogni annaffiatura stione dei costi.
dell'eccesso di sali eventualmente presente nel
terreno. In commercio si trovano prodotti per
© RIPRODUZIONE RISERVATA
precipitare l'eccesso di sali contenuti
nell'acqua, anche se a nostro giudizio questo

- Antonio Acampora - 145


>> L'angolo di Oddone
Il Carlo ODDONE

Biancospino

C
ol nome di Bianco- materiale di partenza.
spino si intendono I vecchi soggetti sono in gene-
alcune varietà di re non facili da raccogliere in
Crataegus. Il Cratae- natura o da qualche siepe per
gus oxyacantha, con foglioline la tendenza, che il Biancospino
profondamente frastagliate e ha, di garantirsi l’acqua indi-
due o più semi in ogni frutto; il spensabile scendendo pro-
Crataegus monogina, con un fondo nel terreno, con qualche
unico seme; il Crataegus cu- grossa radice. D’altronde i gio-
neata, di origine orientale a fio- vani soggetti presi in vivaio
re rosso e poche altre cultivar, (per lo più monogina coltivati
variamente decorativa, proo- come portinnesti) si prestano a
dotte in vivaio per il giardino. lasciarsi manipolare solo
Questa essenza, come la finchè sono ancora sottili. Cre-
maggior parte delle piante spi- scono però molto rapidamente,
nose, produce numerosi getti tanto da potere ottenere del
ad ogni nodo, generalmente materiale con un buon po-
perpendicolari al ramo da cui tenziale, se li si coltiva in pie-
nascono, e ciò dà alla sua na terra o in grandi vasi per
struttura un aspetto intricato e qualche anno allo scopo di
spigoluto. Non è difficile ingrossare il diametro del
perciò trovare dei soggetti tronco e dei rami principali, e
spontanei che la forma del di renderne la superficie sca-
tronco renda interessanti come brosa a simulare una certa età.

- Carlo Oddone - 147


SPECIE E VARIETA' SPERI- soggetto maturo. La moltiplicazione è abba-
MENTATE: LORO CARATTERISTI- stanza facile. I semi vanno stratificati (anche
CHE se talvolta impiegano fino a 18 mesi per germo-
La generosità del Biancospino nel ri- gliare), ma si possono fare anche radicare talee
cacciare si associa ad un notevole vigore nel cre- e margotte. Risponde bene l'innesto, meglio a
scere: per questa ragione si riesce a far cuneo o triangolo, per cui si può mettere il
cicatrizzare bene delle ferite anche cospicue, "rosso-spino" sul monogina, che è quello che
purchè il soggetto venga coltivato a terra o co- si trova comunemente prodotto da seme nei vi-
munque gli si lasci una abbondante vegetazio- vai: le due cortecce sono identiche, e non ne re-
ne. sta praticamente traccia.
Le spine sono più lunghe nell'oxyacanta
e si formano all’altezza di quasi ogni nodo: so- STILI PIU’ ADATTI
no comunque sempre in agguato nei punti per Per il suo modo di crescere, il Bianco-
pungere chi cerchi di educarne i rami. spino non si presta proprio a farne un eretto
Senza spine è la Stranvaesia davidiana, detta il formale o una scopa rovesciata. Conviene
“Biancospino dell'Himalaya", molto generosa piuttosto ispirarsi anche alle forme che esso
nel vegetare e con degli interessanti germogli offre in natura, dove per il fatto di crescere al
cremisi e fiori biancastri (ma dall'odore non pro- bordo dei campi e perlopiù in luoghi sassosi ed
prio gradevole). esposti assume sovente degli atteggiamenti as-
Bisogna attendere parecchi anni per ave- sai interessanti.
re la fioritura del Biancospino, salvo che non si Il suo stesso modo di reagire agli strapazzi o ai
vogliano innestare delle marze prese da un traumi tende a farne soggetti ricchi di vegeta-

148 - Carlo Oddone -


zione, dalla quale appunto scegliere la struttura le anche per altre essenze).
valida per un bonsai. Si parte da una piantina del diametro di una
matita e nel volgere di poche stagioni si crea
TRAPIANTO, RACCOLTA E un soggetto esattamente secondo le proprie
SUBSTRATO intenzioni. Ciò si ottiene tagliando via ad ogni
Anche se tollerante, il Biancospino prefe- autunno tutta la vegetazione della stagione pre-
risce un substrato calcareo. cedente eccetto quei pochi tratti che servono,
Il miscuglio nel vaso non dovrà essere troppo secondo il progetto, a creare la conicità del
sabbioso, per non doverlo bagnare spesso: que- tronco e a costruire la struttura di base della ra-
sta pianta infatti si affloscia presto appena l'umi- mificazione. Le numerose cicatrici che ne
dità del terriccio cala. conseguono attribuiscono inoltre una interes-
Trapianti e rinvasi si effettuano di norma du- sante rugosità alla corteccia. A questo punto si
rante la dormienza, ma non è impossibile sposta- lascia crescere la ramificazione e la si infittisce
re un soggetto a metà estate, a condizione di con la tecnica consueta della cimatura.
togliergli tutte le foglie.
Le radici superficiali si possono ingrossare be- SEGRETE RISORSE
ne vicino al piede quando se ne lasciano poche, Per il suo modo di vegetare un bonsai di
scelte al momento di un trapianto, in modo che Biancospino si presta ad assomigliare ad un
su di esse gravi tutto il lavoro di assorbimento. soggetto fatto alla cinese, realizzato cioè col
Un paio d'anni in piena terra o in un grosso va- metodo del taglia e lascia crescere, piuttosto
so contribuiscono sostanzialmente ad un tale ri- che con l'uso del filo. Anche questo è un
sultato. aspetto del suo fascino.E' importante ovvia-
mente eliminare presto qualsiasi getto, vertica-
POTATURA DI FORMAZIONE le o quasi, rivolto in alto o in basso.
Per chi voglia farsi il suo Biancospino, La vegetazione ancora erbacea è ricca
plasmandone completamente la fisionomia, c'è d'acqua; i rami appena maturi sembrano
una tecnica assai efficace (che onestamente va- asciutti e di consistenza fibrosa, ma credo che

- Carlo Oddone - 149


>> L'angolo di Oddone
questo sia il segreto del Biancospino: nono- di intervenire con ripetute potature cimature
stante viva in luoghi in apparenza aridi è in per costruire, un breve tratto per volta, ogni
realtà capace di trarne l'umidità profonda. Ecco singolo ramo, o perlomeno, la principale della
perché nella limitatezza del vaso rischia di disi- sua struttura.
dratarsi... il legno vecchio risulta partico-
larmente duro e compatto, forse per la carica di CIMATURA E POTATURE SPECIALI
minerali assorbiti col tempo e ciò lo rende poco IN FASE VEGETATIVA
trattabile con gli strumenti bonsai. Come già detto il Biancospino ha la
Ciononostante le parti profonde sono fa- tendenza a produrre numerose cacciate quasi
cile preda del marciume, e il legno si trasforma allo stesso punto in risposta ad ogni cimatura,
in un materiale che si lascia scavare con una anche se fatta al momento giusto.
semplice sgorbia. Ciò richiede di essere pronti ad eliminare al più
presto tutti i germogli indesiderati, perché con
APPLICAZIONE DEL FILO il loro sviluppo causerebbero un esagerato
Questa è una di quelle piante che ha i ra- accrescimento localizzato del diametro, e
mi giovani troppo teneri per metterci il filo, e l'estremità del ramo prenderebbe una forma di-
quelli vecchi troppo rigidi per educarli. Se la ve- ciamo a “mazza di tamburo”.
getazione è lenta i nuovi getti sono insignifi- E' la stessa produzione generosa di callo
canti; se vigorosa i rami crescono diritti e cicatriziale che porta alla formazione di ingros-
cilindrici. Vi è inoltre la difficoltà dovuta alla samenti nel punto in cui dal ramo portante si
presenza di spine alle articolazioni e lungo i ra- passa al suo proseguimento dopo la cimatura.
mi. Si può però anche approfittare di tale comporta-
Nelle parti mature o vecchie, la corteccia si scre- mento, facendo di necessità virtù, ed accorciare
pola e viene segnata facilmente. ad adeguati intervalli di tempo successivi la
Il momento più propizio per tentare l'educazio- nuova vegetazione, in modo che la lunghezza
ne col filo è comunque quando un soggetto è del ramo cresca di uno o due nodi per volta.
estremamente povero di linfa circolante, in mo- Questo metodo di formazione è lento ma
do che perde rigidità e turgore. consente di dare alla grossa ramificazione un
L'alternativa più valida è offerta dalla tecnica aspetto contorto e di grande effetto.

Il Biancospino è un piccolo li divisi. Frutti rossi, delle siepi vive per eccellenza
albero spesso cespuglio. rosso-arancio, raramente gialla- e per la densità dei suoi rami
Appartiene al genere Cratae- stri, sub sferici o ovoidali, che e del fogliame esercita una
gus che comprende più di 200 superano raramente 1 cm, con protezione molto efficace
specie e rientra nella famiglia polpa generalmente farinosa, contro il vento, ma anche
delle Rosaceae. Comprende contenente 1-2 noccioli. contro l’intrusione degli ani-
piccoli alberi generalmente spi- Fioritura in aprile-maggio; mali. Il Biancospino si molti-
nosi, alti 2-5 m, con corteccia frutti in settembre, persistenti plica soprattutto per semi: è il
per lungo tempo liscia, tardiva- sui rami per una parte metodo più sicuro per ottene-
mente fessurata, grigio scuro. dell’inverno. re delle piante di dimensione
Foglie alterne, picciolate, gene- I Biancospini hanno una cresci- omogenee, di crescita sicura.
ralmente divise in 3-5 lobi, pro- ta molto lenta (generalmente Biancospino selvatico –
fondi, dentati, raramente di circa 30 cm nei primi 7-8 Crataegus oxyacantha L.
intere. Fiori bianchi, rara- anni) e possono raggiungere Arbusto, raramente albero,
mente rosati o rosa, con 5 peta- età avanzata. E’ l’arbusto alto fino a 5 metri con rami

150 - Carlo Oddone -


Dopo un certo tempo, a qualche ramo è co- che sono maturati i rossi frutti.
munque necessario rinnovare il tratto all’estre-
mità, dove a causa delle ripetute cimature
l’ingrossamento sia veramente eccessivo, sosti- COME TI ACCORCIO IL FUSTO
tuendolo con un getto più giovane e sottile. Qualora il materiale di partenza avesse
il tronco troppo cilindrico e lungo, è possibile
TECNICHE PARTICOLARI farne nascere un nuovo livello di radici al
I germogli che portano i fiori si formano punto più opportuno col metodo della
su rami maturi, da gemme che durante l'estate margotta. Per una riduzione di pochi centime-
non hanno avuto modo di svilupparsi tri, tolto l'anello di corteccia, è sufficiente
normalmente (perchè bloccate da altre che inve- interrare la pianta più profonda a fine inverno.
ce crescono all'estremità del ramo) e sporgono, Se invece si deve accorciare di molto, lo si
grossette e sferiche, su dei tubercoli di pochi faccia a fine maggio; si potrà così ottenere fa-
millimetri o in cima a sottili speroni lignificati. cilmente nuovi germogli sul mozzicone sotto-
Con un po’ di attenzione tali gemme sono in ge- stante, tra cui scegliere quelli adatti alla
nere abbastanza riconoscibili già alla fine della ramificazione, ed avere... due soggetti a dispo-
stagione vegetativa, e pertanto è possibile sizione.
salvarle mentre si esegue la ristrutturazione del
bonsai in dormienza. FERTILIZZAZIONE ED ALTRI
All’inizio della primavera, ai soggetti che devo- TRATTAMENTI
no fiorire, bisogna cercare di dare meno acqua Si tratta di una essenza frugale, che non
possibile, in modo da evitare che i germogli ha particolari esigenze in fatto di concimi,
con i corimbi all'estremità si allunghino e porti- salvo per quanto riguarda la produzione dei fio-
no i fiori oltre il margine della chioma. ri, quando un eccesso di azoto nel momento
Data l'importanza della fioritura occorre sbagliato la spingerebbe a far nuova vegetazio-
consentire alla pianta di formare numerose ne invece che a differenziare le gemme per fio-
gemme miste: per questo si limitino se possibi- rire. Attenzione quindi a non fertilizzare
le le cimature dei soggetti maturi al momento azotato i soggetti maturi subìto alla fine
dei fiori appassiti e poi attendere l'estate, dopo dell'inverno e a metà estate, attendendo

glabri e spinosi di colore bru- ermafroditi con 5 petali triangolari. I fiori presentano
no rossastro. Le foglie sono bianchi e calice formato da 5 da 1 a 2 stili. I frutti hanno un
alterne, semplici anch’esse gla- lacinie triangolari. Vive princi- diametro di 2 cm e più, sono
bre e presentano un perimetro palmente nei boschi di caduci- di colore giallo bruno e hanno
ellittico oppure obovato con foglie su suolo ricco o anche un sapore simile a quello
una o due incisioni per lato po- degradato dal livello del mare delle nespole. Probabilmente
co profonde. Il margine è rego- ai 1200 m. è presente in tutta originario dell’isola di Creta,
larmente dentellato, la pagina Italia con esclusione delle Iso- è presente in Sicilia e sporadi-
superiore è di colore verde le maggiori. camente nell’Appennino Ligu-
brillante mentre quella inferio- Biancospino Lazzarolo – C. re ed Emiliano.
re è verde glauco ma glabra. I azzarolus L.
fiori compaiono da aprile a Pianta simile al Biancospino Antonio Ricchiari
maggio in infiorescenze co- comune con pelosità più
rimbose terminali con pedunco- densa e foglie con incisure po-
li glabri. I singoli fiori sono co profonde che formano lobi © RIPRODUZIONE RISERVATA

- Carlo Oddone - 151


ugualmente un certo tempo a concimare dopo sta deformando il lembo delle foglie e colo-
che si è praticata una potatura energica o molto randole dal rosso al viola nei punti colpiti.
diffusa. E' indicata invece la somministrazione Conviene applicare degli anticrittogamici spe-
di fosforo e potassio nelle due o tre settimane cifici, essenzialmente come preventivo, alla fi-
che seguono l'epoca della fioritura e nuova- ne dell'estate ed al momento della fioritura.
mente a fine estate. Come molte rosacee il Biancospino pre-
senta talora dei tumori granulosi fino alla gros-
PREVENZIONE E CURA DELLE MA- sezza di una noce a carico delle radici. Non
LATTIE sempre la pianta dà segni di sofferenza: mi li-
Occhio ai "cattivi". Il Biancospino non mito ad asportarli poiché non ne conosco l'ori-
ama il terriccio in cui ristagni l'umidità, mentre gine e non so cosa altro fare. Anche il "fuoco
gli giova che questa sia regolare e costante. Un batterico" dovuto all'Erwinia è un accidente,
substrato leggermente calcareo e ben drenante questo veramente grave, che può attaccare il
è quindi una sorta di assicurazione contro i ma- nostro beniamino, uccidendolo più o meno ra-
lanni dell'apparato radicale dei soggetti colti- pidamente ramo dopo ramo: una tale scoperta
vati in vaso. richiede che il soggetto malato sia distrutto
L'oidio è la più comune delle malattie bruciandolo. Si tratta infatti di un infezione
fungine che colpisce questa essenza. Spesso i estremamente contagiosa per tutte le Rosacee,
germogli sono attaccati per primi ed avvizzisco- tanto che le leggi internazionali hanno vietato
no, ma anche le foglie possono ricoprirsi di il passaggio delle essenze di tale famiglia attra-
quella o(i)diosa patina biancastra, che ridu- verso ogni frontiera.
cendo la fotosintesi finisce col fare soffrire Gli "animaletti" che aggrediscono il Biancospi-
tutta la pianta. Ci sono molti prodotti che servo- no sono i soliti afidi e la cocciniglia (so-
no a combattere l'infezione. prattutto quella cotonosa ) e vanno combattuti
La "bolla" è una malattia che si manife- con i mezzi consueti. Il Croneton è un re-

152 - Gian Luigi Enny -


pellente sistemico contro gli afidi, il cui effetto
può proteggere la pianta anche per cento giorni.
Non mancano bruchi e camole, ma le
piccole dimensioni del bonsai e la possibilità
quindi di tenerlo d'occhio, consentono di
intervenire con gli insetticidi adatti ai primi se-
gni di guai.
Qualche volta si notano delle maculatu-
re puntiformi dal giallo al nerastro diffuse sulle
foglie, che al disotto si presentano invase da
piccolissimi insetti: si tratta per lo più di acari
o di mini-cimici. Il trattamento con un buon
insetticida può risolvere il problema ma convie-
ne prestare attenzione ai primi segni di infesta-
zione ed intervenire subito per limitare il
danno, sia estetico che funzionale. Anche in
questo caso infatti, per la forte diffusione del
parassita, la pesante riduzione della fotosintesi
può rivelarsi grave per la salute del piccolo
bonsai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
>> IL Giappone visto da vicino

CON ROSSELLA MARANGONI


http://bibliotecagiapponese.wordpress.com

C
i sono alcuni libri che, seppure interessanti,
probabilmente non troveranno mai posto negli scaffali
delle più note librerie o sotto le luci della ribalta. Uno di
questi è, credo, Tōkyō di Rossella Marangoni (ed.
Unicopoli, pp. 151, € 10).
Ad un lettore distratto, il volume potrebbe apparire
l'ennesima raccolta di consigli per avventurarsi nella capitale
giapponese, ma già dalle prime pagine si respira un'aria ben diversa.
Innanzitutto, non si riscontra alcuna sfumatura didascalica: a parlare
è la stessa città, con i suoi quartieri, le sue ombre, i suoi vicoli. Ciò,
senza dubbio, è dovuto al fluire della scrittura, che non segue alcun
itinerario prestabilito, né è scandita dai ritmi svilenti tipici di alcune
guide turistiche; piuttosto, segue l'occhio curioso e mobile
dell'autrice, cerca di dipanare i fili della memoria ed accompagna il
lettore, senza presunzione, in questo viaggio sentimentale privo di
sentimentalismi. E così, ci s'imbatte in una continua scoperta delle
Tokyo nascoste in Tokyo: la città delle contraddizioni svela
inaspettatamente le sue armonie segrete, gli equilibri nascosti e la
folla di personaggi che l'hanno vissuta e plasmata con i loro desideri
e i loro bisogni.
Dietro questa «pittura dal vivo» vi sono mesi di studio e
attenta osservazione: ogni pagina cela una curiosità, un aneddoto,
un frammento di storia o di vita, e lo rivela con naturalezza; e così,
sotto gli occhi del lettore, si schiude un universo in cui si incontrano
e si fondono, in un incessante controcanto, voci presenti e passate,
reali e leggendarie. Un «viaggio da fermo» che continua, una volta
chiuso il libro, nell'animo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

153 - Anna Lisa Somma -


Il Giappone visto da vicino <<

di Antonio Ricchiari

I
giapponesi, compìti, impeccabili, ri-
spettosi, si presentano come gli eredi di
una civiltà che, per certi versi, non
sembra appartenere al nostro mondo ma
ad un altro, un altro mondo che ha già iniziato
ad illuminare il nostro. A partire dagli anni
’70 del Novecento, il Giappone ha inondato
l’Occidente con oggetti made in Japan e ora ci
seduce con tutta la sua estetica del quotidiano
e, perché no, anche con il fascino della sua
lingua. Oggi tutti parliamo giapponese: usia-
mo parole come samurai, termini come kami-
kaze, dopo la tragica cronaca degli attacchi
dei terroristi, sono parole entrate nel quotidia-
no. Inoltre è nell’uso comune: sushi, karaoke,
ikebana, bonsai, karate, zen, tamagochi, e chi
più ne ha, più ne metta.
Tutto ciò coinvolge ed affascina perché
probabilmente sa di leggerezza eclettica, un
gusto per la commistione dettato da una logi-
ca che non segue la linearità, e nemmeno la
dialettica della nostra logica classica ma,
piuttosto, si modella su canoni improbabili co-
me l’effimero, il piacere ed il gusto per la mi-
niaturizzazione, l’amore esasperato per tutta
>> IL Giappone visto da vicino

la Natura, la convinzione che il mondo artificia- Le ragioni di questa passione sono varie. In
le dei manufatti sia una forza da assecondare parte sono dovute alle limitate opportunità di
senza giudizi morali, perché gli oggetti sono spi- acquisto rispetto alla disponibilità di redditi
riti, kami, così come un suiseki ha il suo kami, elevati. La maggioranza dei giapponesi non ha
anche un computer lo possiede. E tutto questo la possibilità di accedere ad un’ampia gamma
per gli Occidentali, evidentemente, è di diffici- di divertimenti, quindi la moda e lo shopping
le metabolizzazione. in generale rappresentano uno sbocco necessa-
Il Giappone è un Paese dove la sua anti- rio per l’espressione personale e un modo per
chissima cultura ne ha facilitato la modernizza- affermare uno standard di vita migliore. Tutta-
zione, ha vissuto il periodo post-moderno via, dietro al consumo, si trova anche un pro-
prima che ciò avvenisse da noi e tuttavia non fondo rispetto per i protagonisti dell’industria
ha perduto la sua anima antica e sta imponendo della moda. Nel paese del Sol Levante, agli sti-
il proprio gusto estetico perché la sua estetica è listi, agli editori e persino ai buyer dei negozi
qualcosa di immenso, è uno stile di vita, è una talvolta viene attribuito uno status che in Euro-
nuova Via, è un Do. pa e negli Stati Uniti solitamente è riservato
Sono infatti perfetti gli stili e gli oggetti che il alle pop star. Non è affatto insolito trovare co-
Giappone oggi ci propone e che noi siamo ben de di giovani fanatici della moda dormire da-
felici di adottare, sedotti da un’estetica che na- vanti ai cancelli di un negozio dell’ultimo
sconde una morale, quel Do dove non vi è stilista di grido la notte prima del giorno di
nulla di improvvisato. apertura.
I giapponesi hanno una grande passione Questo atteggiamento risale a una tradi-
per il design e la moda. E’ nota la mania dei zione secolare di rispetto e amore per l’abilità
giapponesi per il consumo di prodotti moda. manuale e il design. Nonostante questi valori

156 - Antonio Ricchiari -


culturali siano stati osteggiati e denigrati da un un movimento che ha scarsa considerazione
secolo di industrializzazione ossessiva e, negli per i marchi con poco credito che non presenta-
ultimi 50 anni, da un gusto peculiare per la pla- no valori dichiarati attraverso il design del pro-
stica e il cemento, un gruppo dedicato di desi- dotto.
gner e seguaci hanno mantenuto viva la Basta pensare che, quando si tratta di
fiammella. prodotti di consumo, il paese di origine non ha
Adesso, con il diminuire della pianificazione più importanza. In passato, la generazione più
industriale (almeno in alcuni quartieri), il ri- adulta spesso aveva un senso di orgoglio nazio-
spetto per il buon design sta riemergendo nel nale nell’acquistare prodotti locali e la pressio-
flusso principale della vita giapponese. Negli ne sociale la spingeva a farlo.
ultimi anni si è anche assistito alla relativa Contemporaneamente, in reazione a questo
emancipazione della borghesia nipponica. È atteggiamento, altri consumatori hanno matu-
emersa una maggiore libertà di espressione e di rato una devozione servile nei confronti dei
scelta. prodotti stranieri. Per molti, soprattutto i giova-
La concentrazione sul design è anche ni, la superficialità della questione è diventata
una reazione contro la devozione assoluta alle palese. Liberate dalla rilevanza della nazione
tendenze moda. I consumatori ora si rivoltano di origine, adesso si giudica il design e la
contro un’impensabile accettazione delle leggi funzione dell’oggetto in base al merito. Da ora
di mercato. In cambio, guardano a ciò che soddi- in avanti però non sarà più sufficiente dire che
sfa i loro valori e, in termini di prodotti, questo si tratta di “Made in Italy”.
spesso può derivare soltanto dai valori del desi- Man mano che le inclinazioni naturali
gn. Alcuni lo chiamano anti-trend, ma in realtà della cultura giapponese prendono piede nel
si tratta di un movimento positivo. Tuttavia, è mercato del consumo di massa, il design ha

- Antonio Ricchiari - 157


sempre maggiore importanza. Molte marche
straniere lo hanno già intuito e ne traggono
enorme vantaggio. Stanno affiorando i se-
gnali di un mercato più ampio a livello di
dettaglio. Adesso, invece, assistiamo
all’emergere di un nuovo tipo di negozio: il
negozio di design.
Questi negozi possono sembrare qua-
si negozi di moda minimalista, ma le diffe-
renze sono notevoli. Il prodotto non viene
selezionato per adeguarsi ad un piano
commerciale definito da una serie di temi
moda stagionali. Ogni articolo è scelto per il
proprio design e, nella maggior parte dei ca-
si, la coerenza di ogni negozio dipende dai
riferimenti e dai gusti del singolo acqui-
rente. Alcune sedie dalla Svezia, una colle-
zione di T-shirt elaborata in collaborazione
con un artista di Kanazawa, accessori in
argento dall’Italia: fonti e prodotti equa-
mente diversificati, e ogni articolo esposto
in modo da mettere in risalto le qualità spe-
cifiche anziché essere coordinato in un insie-
me amorfo.
Ai negozi che offrono le migliori pro-
poste di design, se ne sono aggiunti altri di
design più generico. Questi negozi non sono
freddi e autorevoli altari al design, ma
mettono in risalto i prodotti di uso quotidia-
no che possono essere apprezzati anche per
il loro design.
In seguito alla formula di grande
successo delle catene di select shop, questi
negozi - forti dei crescenti capitali realizzati
attraverso i consumatori di moda tradiziona-
li - stanno cominciando a sviluppare le pro-
prie linee di prodotti. Essi svolgeranno
l’importante ruolo di dettaglianti dei propri
prodotti e rappresenteranno un target chiave
per gli esportatori di design italiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
>> Axel's World

L'organizzazione
shintoista di Axel Vigino

160 - Axel Vigino -


P
er certi versi, la religione shintoista ri- in un arcipelago che venne citato nei più anti-
sulta davvero difficile da classificare, chi manoscritti come arcipelago nipponico.
perché possiede un patrimonio ideali- Lo Shintoismo settario (Shuha Shinto o Kyo-
stico immenso. ha), composto da tredici gruppi - Kurozumi-
In questa dottrina si possono riconosce- kyo, Shintoismo Shuseiha, Izumo
re cinque rami principali. Queste correnti non Oyashirokyo, Fusokyo, Jikkokyo, Shinshukyo,
sono da considerare come parti a sé stanti, ma Shintoismo Taiseikyo, Ontakekyo, Shintotai-
come diverse vie che un fedele deve percorrere kyo, Misogikyo, Shinrikyo, Konkokyo ed
per giungere ad un unico scopo. Tenrikyo (il quale ha dichiarato apertamente di
I cinque rami principali sono: non appartenere allo Shintoismo) - si è formato
Lo Shintoismo imperiale (Koshitsu Shinto), durante il XIX secolo in seguito alla separazio-
ossia il complesso di riti svolti dalla famiglia ne dalle altre istituzioni religiose
imperiale per la venerazione degli dei (in parti- Lo Shintoismo popolare (Minzoku Shinto), è
colare quello riservato alla dea Amaterasu, la la corrente formata da persone comuni ed è pri-
capostipite della famiglia imperiale) al fine di va di formalizzazione. Possiede numerose cre-
assicurare l’equilibrio dello stato, di garantirne denze, seppur frammentate in una moltitudine
la sicurezza e di rendere possibile la pace nel di miti e di favole
mondo Lo Shintoismo di Stato (Kokka Shinto), sorto
Lo Shintoismo templare (Jinja Shinto), vale a dopo la restaurazione Meiji (vedi articolo pre-
dire lo shintoismo istituzionato (nato dopo la ca- cedente) per molti anni cercò di rendere pura
duta dello shintoismo di stato) basato sul culto la dottrina shintoista, abolendo tutti gli ideali
all’interno dei templi collettivi (Jinja). Questo fi- provenienti da qualche altra religione. Secondo
lone è la base di tutta la dottrina shintoista molti lo stato in cui si trova tale corrente reli-
perché, pur avendo origini contemporanee, fis- giosa è paragonabile a quello della chiesa nel
sa le sue radici addirittura nella preistoria, periodo medioevale; talmente distorta da perde-
quando gruppi etnici appartenenti alla regione re completamente tutti gli insegnamenti religio-
cinese e filippina fondarono le proprie colonie si. Dopo la seconda guerra mondiale, lo
>> Axel's World
intermedio, il terzo e il quarto. Tutti questi gra-
di si susseguono in ordine di superamento; so-
lo dopo aver superato un certo grado si può
passare a quello successivo. Per il raggiungi-
mento degli ultimi due livelli occorre inoltre
avere almeno vent’anni di professione. Per di-
ventare sacerdote capo (Guji) di un tempio
importante, occorre ottenere il grado più ele-
vato dell’ordine Meikai. Per diventare Guji di
un tempio di minore importanza basterebbe
raggiungere il massimo grado dell’ordine
shintoismo di stato venne abolito Gonsekai. Spesso, in assenza di un sacerdote,
viene annualmente assegnata la celebrazione
LA CHIESA SHINTOISTA della festività ad un membro della comunità.
La vera chiesa shintoista, intesa come Oggi, nel clero shintoista, hanno un ruo-
organizzazione del culto, nacque solo nel lo molto importante le donne; ad esempio la
febbraio del 1946 con la pubblicazione della Di- pratica della Kaguramai, la danza in onore de-
rettiva Shintoista, che riorganizzò i templi in gli dei, è svolta solo da donne. Inoltre la massi-
un’amministrazione nazionale chiamata “Asso- ma autorità religiosa è proprio una
ciazione dei templi shintoisti”. sacerdotessa. Bisogna però fare attenzione a
Il nome giapponese di tale organizzazione è Jin- non confondere il ruolo delle sacerdotesse a
ja Honcho. quello delle miko. Con il termine miko
Il suo scopo primario fu, ovviamente, quello di s’intende un’adolescente (spesso di sesso
conservare la cultura e la religione giapponese. femminile) che assiste il sacerdote nella cele-
Attualmente la chiesa amministra migliaia di brazione religiosa o nell’allestimento delle fe-
templi e un centinaio di scuole, alcune delle qua- ste (quasi come i chierichetti cristiani).
li sorgono anche in altri continenti. Oltre ai seminari, esistono ben due università
di sacerdozio, entrambe gestite dalla Jinja
L’ORGANIZZAZIONE SACERDOTALE Honcho: l’università di Kokugakuin a Tokyo e
Prima dell’era Meiji il sistema sacerdota- l’università di Kogakkan a Mie.
le era ereditario, quindi esistevano dinastie pre- Trovo che questa religione sia davve-
scelte di sacerdoti. Quando il Giappone iniziò a ro meravigliosa, ma per capirla pienamente
commerciare con i continenti dell’occidente ta- non basta solo lo studio, bisogna sentirla
le tradizione venne abolita, introducendo così dentro di se e udire il meraviglioso suono
un sistema basato sul seminario, similmente a dei suoi insegnamenti spirituali.
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molte altre religioni. Tuttavia esistono ancora
oggi piccoli templi a conduzione familiare
(non è difficile trovare, in mezzo al caotico
centro delle grandi città giapponesi, bellissimi
templi in cui si riuniscono molti fedeli, accolti
calorosamente dalla famiglia sacerdotale).
Il sistema sacerdotale shintoista si divi-
de in quattro ordini principali: Johkai, Meikai,
Gonseikai e Kokkai.
Per essere considerati tali, i sacerdoti
(kannushi) devono intraprendere una lunga
carriera lungo sei gradi d’esperienza: il grado
superiore, il primo grado, il secondo, il grado

162 - Axel Vigino -


MAlattie e parassiti <<

S
olitamente l’esposizione in pieno sole è una serra, in cui le strutture stesse della serra UV-
condizione indispensabile per una corretta schermanti ne hanno condizionato la resistenza. Gli
coltivazione, infatti, le ore di luce intese co- esemplari subito esposti al sole diretto, senza un perio-
me ore di esposizione ai raggi solari, sono do di acclimatamento di una settimana sotto
alla base per poter conferire maggior robustezza alla ombreggianti al 30%, hanno mostrato i danni provo-
struttura vegetale. Molte piante necessitano di un irra- cati da un’esposizione repentina a raggi UV. In queste
giamento solare intenso per po- condizioni gli UV hanno provocato necrosi cellulare li-
ter svolgere le loro funzioni mitate alle parti esposte al sole, le decolorazioni
vitali e di conseguenza alloca- tendenti al bianco indicano un danno limitato. Effetti
re biomassa. più gravi sono dettati da bruciature fogliari con relati-
Da questo ne deriva che il so- vi accartocciamenti. Tale effetto, è dovuto ad un feno-
le risulta essere la più meno chiamato di fotoinibizione. Questo, provoca una
importante fonte di energia riduzione dell’efficienza fotosintetica, dovuta ad
che interviene in processi vita- un’esposizione luminosa particolarmente intensa. Il ri-
li indispensabili come la foto- sultato è una degradazione dei pigmenti di clorofilla.
sintesi clorofilliana. Grazie al Molti dei problemi imputabili ad un irragia-
sole, le strutture vegetali in mento solare eccessivo, si riscontrano molto spesso in
via di formazione possono irro- piante coltivate in ombra o penombra per tempi pro-
bustirsi e formare resistenze meccaniche molto lungati, in cui i pigmenti schermanti la clorofilla non
importanti. hanno avuto la possibilità di formarsi, lasciando così
Esistono casi in cui l’esposizione al sole ri- la clorofilla particolarmente esposta alla luce. Uno
sulta essere però particolarmente dannosa, in quanto sguardo alla tonalità di verde degli esemplari esposti
l’intensità è elevata e le t° che si raggiungono in pieno sole può darci un’idea dell’effetto di fotoinibi-
all’interno della foglia sono particolarmente alte. zione. In particolare il genere Pinus è soggetto a tale fe-
Quando si è parlato di malattie non parassitarie in un nomeno. Il colore dei pini esposti in pieno sole è
numero precedente del Magazine, si è menzionato solitamente di un verde pallido, al contrario gli
appunto l’effetto inibente dei raggi UV e per esemplari esposti in penombra hanno un colore molto
l’esattezza: intenso.
Le lunghezze d’onda (λ nm) pericolose, sono La differenza non è solo nel colore, ma anche
raggruppate in tre categorie; UV-A (320-400 nm), UV- nella consistenza strutturale, ovvero i primi hanno una
B (280-320 nm) e la più pericolosa UV-C (200-280 robustezza degli aghi e rami maggiore ma una effi-
nm). cienza fotosintetica inferiore, i secondi, al contrario po-
I danni da radiazioni ultraviolette, provocano co spessi ma con un efficienza fotosintentica
un abbassamento dell’efficienza fotosintetica e quindi maggiore. Un giusto compromesso sarebbe quello di
una limitata produzione di energia utile per la pianta. schermare dagli UV nel periodo di mesi di Luglio e
Da osservazioni effettuate su numerosi esemplari colti- Agosto, in cui il sole è dannoso e non più proficuo.
vati nelle più diverse condizioni di luce, quelle più si-
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gnificative si sono riscontrate su esemplari coltivati in

- Luca Bragazzi - 163


>> BCI News

164 - BONSAI CLUBS INTERNATIONAL-


In 1962, seven San Francisco Bay area bonsai clubs formed an asso-
ciation. This became known as Bonsai Clubs Association. As BCA
experienced rapid growth and groups from other areas expressed desi-
re to join, the name changed. Bonsai Clubs International’s name was
formalized in November 1968 and was incorporated under California
law in 1974.

MISSION STATEMENT
Bonsai Clubs International, a non-profit educational organi-
zation, advances the ancient and living art of Bonsai and related arts
through the global sharing of knowledge. We educate while promo-
ting world relationships through cooperation with individuals and
organizations whose purpose is consistent with ours..
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BCI has published a newsletter, and later, a magazine throughout its history.
Although the name of the publication has changed several times, its purpose has
remained to educate and expose people throughout the world to bonsai and related
arts.

Bonsai Clubs Association (Northern California): Newsletter


Bonsai Newsletter: Bonsai Clubs Association Northern California
Bonsai: Magazine of Bonsai and Japanese Gardens
Bonsai: Magazine of Bonsai, Japanese Gardens, Saikei & Suiseki
Bonsai International: Magazine of Bonsai, Japanese Gardens, Saikei, & Suiseki
Bonsai Magazine: The Official Publication of Bonsai Clubs International
Bonsai & Stone Appreciation Magazine

Since 1965 BCI has co-sponsored a yearly convention with one of its member
clubs or associations. These conventions have been held in various locations
throughout the US and world. Sometimes they have been held in conjunction with
other bonsai groups such as the World Bonsai Friendship Foundation or the Ame-
rican Bonsai Society.

BCI maintains a web site to update and inform our members. On it can be found,
among other information, the popular Species Guide, widely used by many in
the bonsai world and a free Vendor Registry. www.bonsai-bci.com

166 - BONSAI CLUBS INTERNATIONAL-


BCI produces and provides for its membership educational pamphlets and boo-
klets. We strive to serve our membership by keeping the cost of these materials
as low as possible.

Basic Bonsai Care


Handbook of Program and Activity Ideas for Bonsai Clubs
Bonsai Teacher’s Guide
AV Rental Service
Bookstore
The Indices - Comprehensive Indexes of Six Bonsai Journals

BCI Meritorious Service Award - to a person, or persons, who have


shown outstanding contributions to the art of bonsai or to BCI.
BCI Artist, Writer & Photographer Award - to recognize a person, or
persons, who have contributed outstanding artwork, articles or photos to
BCI Publications.

In cooperation with generous sponsors, BCI manages several competitions to


promote bonsai and suiseki to its members.

The Award Certré International


The Pedro Morales Award
BCI Bonsai & Suiseki Photo Competition

- BONSAI CLUBS INTERNATIONAL- 167


>> BCI News

y de una colección
En mis comienzos en el bonsai me senti ansio- de nuevos amigos,
so, desorientado e incluso hasta frustrado. Esto muchos de tierras le-
suele ocurrir cuando estamos en cualquier proce- janas con diferentes
so de aprendizaje, al menos muchos de noso- culturas pero todos
tros hemos pasado por eso. La persistencia es con un lenguaje en
necesaria para lograr el éxito en todo lo que común, bonsái. Comencé en la práctica del
nos proponemos y cuando practicamos bonsái bonsái en marzo de 1989. Unos meses después
esta es absolutamente esencial ya que ninguno Puerto Rico sufrió el embate del Huracán Hu-
de nosotros, aun los maestros, hemos podido go. Como resultado del paso de este fenómeno
evitar sentir ansiedad y frustración en uno que colecte mi primer bonsái que podía conside-
otro momento cuando hemos estado trabajando rarse con potencial de más “seriedad” el cual
con nuestros árboles. Al pasar el tiempo vamos aun conservo. Este árbol fue partido por los
superando estas emociones y el trabajo va ha- vientos del huracán pero su tronco estaba
ciéndose llevadero, agradable y nos proporcio- intacto. Esta experiencia aumento mi interés de
na una gran satisfacción personal. Si yo me continuar colectando árboles. Otro huracán pa-
hubiera dado por vencido cuando comence, só en 1998, Georges. Cuando esto ya tenia una
cuando no tenia suficientes conocimientos de gran cantidad de árboles acumulados. De he-
lo que hacia o las cosas no me resultaban como cho algunos de mis árboles fueron exhibidos
yo esperaba, yo nunca hubiera alcansado tener en la Convención de BCI celebrada en San
la satisfacción que tengo ahora de ver los Juan en esa fecha. Ustedes no imaginan el tra-
bonsái que he logrado crear. Yo comencé a ha- bajo que pase para proteger todos mis árboles
cer bonsai con 5 plantas muy sencillas. Estas de estos temporales.Todos los que cultivamos
fueron el comienzo de mi colección de bonsai bonsái pasamos por alguna adversidad fuera de

168 - Nelson Hernandez -


1

nuestro control. El artista de bonsái sabe que sus características, para lograr producir en el
cualquier dificultad que se presente en el cami- los mejores efectos, tiempo para podar,
no “es parte del paquete”, son cosas de las cua- alambrar, estilizar, para alimentarlos y re-
les debemos preservar nuestros árboles y no garlos. Si pensamos no tener tiempo para reali-
dejar que agoten nuestro ánimo. Es necesario zar todo lo que implica hacer y tener un bonsái
que superemos cualquier situación. Cultivar entonces estamos en el pasatiempo equivoca-
bonsái es muy parecido a nuestra vida porque do. El arte del bonsai depende del tiempo de
esta llena de situaciones y retos que debemos su- varias maneras. Aunque es cierto que podemos
perar sin desesperarnos. La perseverancia es desarrollar un bonsái relativamente en poco
una herramienta muy necesaria para poder conti- tiempo sus mejores características no se logran
nuar cultivando bonsái y para superar las situa- de inmediato. El tiempo efectuara el trabajo
ciones de las cuales no tenemos control. estético de madures y refinamiento junto a nue-
stro trabajo y dedicación. Muchos artistas cono-
cidos que trabajan en árboles viejos pueden
El famoso cantante de Tango argentino Carlos hacer un gran trabajo de diseño inicial en ellos
Gardel recitaba en una de sus famosas cancio- sobre una tarima, pero solo los años de segui-
nes que “20 años no son nada.” Hacer bonsái re- miento y refinamiento son los que logran
quiere tiempo. Tiempo para seleccionar el convertir ese árbol en una obra maestra. Hay
mejor material, para estudiar y aprender sobre

- Nelson Hernandez - 169


>> BCI News
un dicho popular que dice:”El querer es po-
der”. Cuando yo exprese mi interés en el l bonsai es un arte vivo que cautiva. El árbol
bonsái algunas personas me comentaron que: nos presenta algo diferente cada día haciendo
“el bonsái es costoso”, “es difícil de hacer” y que el pasatiempo no sea aburrido. Las expe-
“toma años hacerlo”. La pasión que despertó riencias varían de un árbol a otro. El artista de-
en mí el bonsái cuando los vi por primera vez be dedicar de su tiempo para el cuidado y
en un libro de horticultura me hizo ignorar mantenimiento del sus bonsáis. Los árboles
estos comentarios. Yo he aprendido que la necesitan ser regados, fertilizados, alambra-
practica del bonsái tiene su costo pero no será dos, fumigados, etc. Estas actividades no pue-
significativo si adaptamos nuestro presupue- den pasarse por alto. Debemos evitar que las
sto al bonsai. Considerar el tamaño del árbol, ramas crezcan sin podarse porque pierden su
el tamaño del tiesto o los medios para adquirir tamaño ideal de acuerdo al tamaño del bonsái;
árboles son factores que nos ayudan a determi- también debemos evitar que el alambre se
nar nuestro presupuesto. Puedo decir que los incruste en la corteza produciendo marcas
costos directos e indirectos del tener árboles indeseables y que puedan permanecer por mu-
grandes son mas elevados que el de tener árbo- chos años o para siempre. Estas son solo algu-
les pequeños en general. Haga su presupuesto nas consecuencias si nos descuidamos y no
teniendo todo esto en consideración. Bonsái tomamos acción inmediata para corregir algu-
no es una ciencia oculta y no es difícil ha- na condición. Solo un bonsaista dedicado pue-
cerlo. Solo la mas cierta de las tres de hacer un bonsái exitosamente en todos sus
advertencias que me hicieron en aquel aspectos.
entonces es que “toma tiempo”. Para que un
bonsái alcance toda su madures, refinamiento
y plenitud de belleza puede llegar a tardar
años y quizás décadas. Pero nuestro disfrute co-
mienza desde el primer día que empezamos a
trabajar un árbol y continuara por muchos
años mientras lo entrenamos. No muchos pa-
satiempos pueden darnos satisfacción por
tantos años.

La paciencia es fundamental para poder hacer


bonsai. Mis comienzos fueron muy intensos
tratando de crear un bonsái rápidamente. He
aprendido que la paciencia es necesaria y que
esta en bonsái es “el arte de saber esperar”.
Mientras esperamos podemos estudiar y
aprender sobre diversas especies buenas para
bonsái que aun no conocemos. Estudiar las ca-
racterísticas de la especie que trabajamos acele-
ra el resultado del entrenamiento y le proveerá
información importante para la salud de su
bonsai. Disfrute de las diferentes etapas de de-
sarrollo y entrenamiento de su bonsái. Según
vea su árbol desarrollando el le enseñara que
trabajar, lo que necesita y como debe mante-
nerlo en cuanto a riego, fertilización y entrena-
miento.

170 - Nelson Hernandez -


el árbol imagino su diseño y comienzo a plani-
ficar su estilización, las técnicas que aplicare,
La práctica hace la perfección. Aunque haya- todos los detalles que el árbol tendrá, las ra-
mos aprendido todas las destrezas básicas mas innecesarias y determino cuanto tiempo
para hacer un bonsái solo nos perfeccionare- me tomara lograr el diseño. Algunos trabajos
mos practicando continuamente y así lograre- pueden ser a corto o a largo plazo.
mos hacer un bonsái de calidad. La práctica
adiestra nuestras manos, nuestra vista y percep-
ción. Es cierto que algunas personas tienen ha- Dibujar ha sido una herramienta muy útil y
bilidades para ciertas tareas y pueden avanzar efectiva para mí. Esto nos ayuda a visualizar
sin mucho esfuerzo. Pero con la practica todos un diseño antes de implementarlo en el árbol.
nosotros podemos lograr hacer un bonsái Usted puede añadir, borrar y modificarlo las
hermoso y de excelencia. veces que sea necesario hasta lograr el mejor
diseño antes de trabajar con el árbol. Para esto
no es necesario ser un Picasso para crear un
La imaginación ayuda a visualizar un diseño. dibujo o borrador. Dibujar el árbol nos ayuda
Visitar las zonas silvestres para ver el creci- a definir nuestras ideas y a visualizar el
miento natural de los árboles puede ayudar a diseño, ya sea en papel o computadora. De
desarrollar la imaginación. La naturaleza pro- esta manera podemos jugar con todos los
porciona imágenes claras de árboles o esce- componentes y espacios presentes en el árbol
nas. Cuando estemos diseñando un bonsai hasta que logramos conseguir la mejor opción
proyectaremos estas imágenes almacenadas para diseñarlo. En la manera en que de-
en nuestras mentes en nuestros diseños. Ade- sarrollemos como estilizar nuestros árboles
más nuestras creaciones lucirán naturales, lógi- comenzaremos a depender menos de los dibu-
cas y de buen gusto. Lo que hemos aprendido jos porque estaremos seguros de cómo
de la naturaleza y de ilustraciones, fotos en li- diseñar según lo imaginemos.
bros, revistas, demostraciones y en talleres re-
forzarán nuestra imaginación. Al principio el
artista de bonsai copiará lo que los otros han
hecho y esto puede dar buenos resultados. Pe- Aprender como podar correctamente, como
ro entonces él deberá desarrollar su propia ima- alambrar, como resembrar, etc., es importante
ginación para crear un bonsai hermoso e para obtener éxito en el desarrollo del bonsái.
interesante con la expresión única de su vi- Como el bonsai es un arte viviente requiere
sión. Depender sólo de los conceptos básicos que como cultivador y artista use y domine
aprendidos en libros o con instructores (y no efectivamente las técnicas para trabajarlo y
quiere decir que eso este mal) puede produ- mejorar su diseño. Todas “las herramientas”
cirnos continuamente un bonsái ordinario, de mencionadas en los párrafos anteriores serán
molde y no uno que proyecte arte y naturali- inútiles al menos que el entusiasta del bonsai
dad. Una vez le pregunté al maestro Don perfeccione las mencionadas aquí primero ya
Adán Montalvo: ¿” Por qué todos mis árboles que cada árbol requerirá de estas para su de-
son similares el uno al otro? “ y el contestó: “ sarrollo, forma y salud.
según trabajes en ellos veras otras posibilida-
des y los modificaras”.
Aquí tenemos varios detalles importantes.
Observando el árbol aprendemos de los re-
Mirando el árbol de frente y analizándolo vere- sultados de su entrenamiento. ¿Esta ubicado
mos sus posibilidades como bonsái. Esta el árbol en la parte derecha del jardín porque
práctica es una herramienta. Mientras estudio ahí le beneficia mas para su salud y creci-
miento? ¿El último trabajo realizado en el

- Nelson Hernandez - 171


árbol ha producido los resultados esperados? y grupos en muchas ciudades del mundo y to-
¿Hay signos de presencia insectos? Estas das están organizadas de manera que cada
observaciones determinan si el árbol crece co- amante del bonsái también pueda compartir
mo esperamos. También aprendemos con la sus conocimientos y experiencias. BCI
observación sobre las necesidades del árbol, si también existe por su deseo de compartir. Su
necesita o acumula demasiada agua, si tiene revista y sus convenciones alrededor del
que ser tratado por una enfermedad, si a una ra- mundo llenan su comisión de educar y pro-
ma se le entierra el alambre, como reacciona a veer la oportunidad a cada persona o entidad
un abono o como responde después de una po- de enseñar y contar sus experiencias. He pre-
da. Sólo observando diariamente el bonsai se- parado este artículo para compartir con uste-
guirá en buena salud y su diseño continuara des parte de lo que he aprendido haciendo
en progreso si detectamos y corregimos bonsái en 20 años y espero que mis comenta-
cualquier problema con rapidez. rios les hayan sido útiles de alguna manera.

El arte del bonsai es uno para ser compartido


con otros. Dando de nuestras experiencias
otros aprenderán y avanzaran. Existen mu-
chos libros de bonsái donde sus autores
comparten sus experiencias y su manera de tra-
bajar este arte. En la actualidad existen clubes

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