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La “vera” verità è che noi liguri abbiamo ben compreso che il denaro è come i
sentimenti, non va sprecato.
La tirchieria tipica consiste nell'andare a piedi per risparmiare i soldi dell'autobus, per
poi spendere senza battere ciglio centinaia di migliaia di euro per case, mobili, gioielli
e viaggi.
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Infine un grazie anche al cugino Roberto che ha collaborato oltre che per la selezione
delle ricette anche per la traduzione dall‟Italiano al Genovese.
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Un altro elemento di verde sono i ripieni, sia per le paste fresche come i pansotti ed i
ravioli, sia per le torte come la leggendaria "Pasqualina" (vedi ricetta della
Pasqualina) o la torta di carciofi sia per la conosciuta la "Cima alla Genovese". (vedi
ricetta della Cima)
La cucina ligure è anche azzurra poiché marinara, con pesci e crostacei da scoglio
e profondità del Golfo Ligure, e pesci azzurri come le acciughe, le orate e gli splendidi
bianchetti, oppure altri quali i pesci luna, i saraghi ed i branzini.
La cucina ligure è stata anche molto arricchita da apporti esterni poiché, nel corso dei
secoli, i commerci attivati dalla Repubblica Marinara di Genova, hanno introdotto l'uso
di alimenti come lo stoccafisso ed il baccalà, prodotti in paesi lontani, ma che hanno
dato vita ad una molteplicità di piatti dal gusto forte come per esempio la zuppa detta
"Buridda" (vedi ricetta).
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Viene salata con sale grosso che si scioglie, anche se spesso non completamente,
durante la cottura. E' per questo motivo che i veri intenditori mangiano la focaccia
con la parte più scura (quella più cotta) al contrario per metterla direttamente a
contatto con le papille gustative... una delizia!
Sarà l'acqua, il clima, l'olio buono... ma nessuno al mondo riesce a fare la focaccia
così come esce a Genova e in Liguria.
Basta uscire dai confini regionali per osservare deboli, alquanto rozzi e sempre poco
riusciti tentativi di imitazione della nobile "fugassa".
I miei innumerevoli tentativi di replicare la gustosa "fugassa" nelle sue varie versioni
non mi ha dato sempre dei risultati pari ai modelli originali e soprattutto alle
aspettative, anche se ho raggiunto, a volte, discreti se non buoni livelli di somiglianza.
I veri segreti nella sua preparazione sono l‟uso di una ottima farina e di un buon olio
(extravergine), un lungo e paziente impasto, dei precisi tempi di lievitazione (nei suoi
vari stadi) e infine tanta ma tanta pazienza.
Naturalmente, e come avrete ben capito, per questa introduzione si è attinto a piene
mani da internet e precisamente da www.liguriafoods.it.
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In questo capitolo sono stati collocati alcuni piatti che potrebbero essere considerati
secondi o piatti unici .
Alcuni piatti che potrebbero essere considerati come antipasti o stuzzichini sono stati,
invece, collocati in altri capitoli, vedi ad esempio Focacce e Torte Salate
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Ingredienti
1 kg di acciughe freschissime
Aceto di vino bianco
Abbondate prezzemolo
Uno spicchio d'aglio
Due/tre limoni (di più se poco succosi)
2 dl di Olio d'oliva
sale
pepe bianco
Preparazione
Al momento di portare il piatto a tavola guarnitelo con fette e spicchi di limone e con
abbondante prezzemolo intero con tutti i gambi.
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Ingredienti
Preparazione
Infarinare e fare friggere, quindi coprire d'aceto (ossia marinare) la frittura di pesce
aggiungendo spicchi d'aglio, fettine di cipolla, fettine di limone e cime di salvia.
Quando il pesce sarà ben marinato (minimo un'ora sicuramente meglio 6 ore)
presentarlo con un piatto di portata facendo colare il liquido e gli Ingredienti usati per
la marinatura.
Per una migliore e più delicata marinatura usare anche, oltre all'aceto, il vino bianco.
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Ingredienti
Preparazione
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Se proprio volete (perché non siete sicuri della freschezza del pesce, o non vi piace il
pesce crudo) tuffate i bianchetti in acqua bollente per uno due minuti e toglieteli con la
schiumarola e scolateli benissimo; vi assicuro però che sono molto ma molto meglio
crudi in quanto conservano meglio la freschezza e il
sapore del mare.
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In questo caso sarebbe meglio non compralo. Il pesce deve essere fresco anzi freschissimo e
dei nostri mari. Attenzione alla provenienza li ho visti in supermercati decongelati e provenienza
Cina.
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Questo piatto è stato inserito tra gli antipasti ma potrebbe essere interpretato come
secondo o come piatto unico come lo era per i marinai liguri
Ingredienti :
2 Gallette genovesi
Gr. 160 di filetto di tonno essiccato
2 Pomodori maturi grossi
6/8 Acciughe salate
una manciata di olive Taggiasche
2 Uova sode
1 Cucchiaio di Capperi
1 Spicchio piccolo di Aglio
Origano (possibilmente un trito di quello fresco)
Trito di Prezzemolo
Olio extravergine ligure q.b.
Sale q.b.
Preparazione
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(acqua e farina e lievito di birra lasciate riposare circa 40 minuti. Formate delle palline grosse
come una noce, spianatele con un matterello, farle riposare per un‟oretta, quindi bucherellatele
con i denti di una forchetta e poi in forno, già caldo a 220°, per mezz‟ora . Tiratele fuori e fatele
seccare al caldo poi riponetele. Si conserveranno a lungo ma non aggiungete alla ricetta il sale)
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I Marinai Genovesi consumavano questo piatto che, non avendo alcuna necessità di
cottura, potevano prepararsi facilmente sulle barche durante i lunghi periodi di pesca.
“Carloforte è sull’isola di San Pietro una piccola isola, un mondo magico, che ha una
storia antica. Lì ci sono stati i Fenici prima ed i Cartaginesi poi, ma prima ancora deve
esserci stato qualche insediamento in età preistorica perché recentemente sono stati
ritrovati dei nuraghi. Fu colonizzata nel 1738 da un gruppo di pescatori di corallo
originari di Pegli, in provincia di Genova, che intorno al 1500 si erano trasferiti nella
minuscola isola di Tabarka, sulle coste Tunisine, allora data in concessione alla
Famiglia Lomellini di Genova, per raccogliere il prezioso oro rosso in fondo al mare.
Tabarka, un minuscolo scoglio, incoltivabile, dove la piccola comunità originale
cresceva e si trovava a vivere stipata in baracche, conducendo una vita al limite del
possibile, sempre all'erta su quella frontiera rovente che divideva due religioni, due
mondi, e, soprattutto, con il continuo pericolo di incursioni barbaresche. Tutto questo
durò due secoli di fatiche per strappare al mare il corallo e per sopravvivere, finché
furono abbandonati al loro destino dalla grande famiglia Genovese. Fu così che
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Nell'isola di S.Pietro essi proseguirono le attività di sempre dedicandosi alla pesca del
tonno e del corallo e alla produzione di sale; tali attività,oggi, o sono già scomparse o
vanno comunque ormai scomparendo; sostituite principalmente dal turismo.
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Come antipasto, il mosciamme viene servito tagliato a fettine molto sottili, condite con
un giro d'olio extravergine d'oliva.
Il suo sapore piuttosto particolare non risulta però gradevole a tutti i palati, ragione per
cui in molti piatti tradizionali liguri come la capponata, il condiglione o il cappon
magro, si preferisce oramai quasi sempre sostituirlo con fettine altrettanto sottili di
bottarga, preferibilmente di muggine; comunque anche la bottarga ha un sapore del
tutto particolare quindi sarà buona norma non eccedere (anche perché costa un
sacco di palanche).
Ricordo
Ricordo mio padre che trattava il musciamme come una reliquia tagliandolo a fettine
sottili nell‟insalata e poi condendo il tutto con l‟olio (tassativamente ligure).
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Questa ricetta oltre ad essere ligure è praticamente di tutte le regioni italiane che si
affacciano sul mare e che hanno le cozze nei propri menù.
Ingredienti :
2 kg. di mitili
una manciata di prezzemolo
uno spicchio d'aglio
olio d'oliva
quattro limoni
un pizzico di pepe nero (se gradito)
Preparazione
Pulire accuratamente i frutti di mare, grattando via ogni impurità dalle valve con la
lama di un coltello: lavarli e metterli in una casseruola capace di contenerli
comodamente.
Una volta sistemati sul piatto di portata guarnire con del prezzemolo e servire con
quarti di limone.
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Nel normale linguaggio della cucina il termine salsa indica più spesso (non in
assoluto) qualcosa che può essere anche crudo.
Al contrario il sugo, non inteso come succo di un frutto o altro, identifica più
frequentemente qualcosa di cotto. Intendo dire che non scriverei mai "un sugo detto
Pesto" semmai "una salsa definita Pesto"; e allo stesso modo definirei quella di noci
una salsa.
Per le ricette che prevedono l‟utilizzo del mortaio una raccomandazione di carattere
generale: ciò che si lavora nel mortaio non può essere troppo liquido, altrimenti lo si
schizza tutto intorno con il solo esito di aver sporcato ben bene dappertutto.
D'altronde, per sottolineare come una certa azione sia stata inutile, in genovese si
usa l'espressione: "l’e cumme pestà l’ægua in tu murtà" (è come pestare l‟acqua
nel mortaio).
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Ingredienti
500 gr di sardine piccole ( si usa anche metà sardine e metà acciughe)un bicchiere di
olio, 5 cucchiai di sale grosso.
Preparazione
In un vaso di vetro o di coccio si stendono a strati i pesci, dopo aver strappato via la
testa e con essa tutte le interiora; ogni strato va ricoperto con il sale grosso e ogni
tanto si devono pressare i pesci con le mani per eliminare gli spazi vuoti. Sopra
l‟ultimo strato dopo il sale ponete un sasso piatto e tondo o un disco di legno massello
senza chiodi e grande quasi quanto la bocca del vaso e sopra il sasso (o il disco di
legno) mettete un peso e lasciando macerare le acciughe per circa un mese.
Trascorso tale tempo, si riprendono le sardine sotto sale, si scuotono per togliere il
sale attaccato e si passano al tritatutto o pestate nel mortaio (o nel frullatore a bassa
velocità – ma non fatevi vedere e soprattutto non confessatelo mai); la pasta ottenuta
si colloca in un vasetto, ricoperta di olio.
Di gusto sicuramente forte ma ideale per piatti di carne e pesce bolliti, per crostini ma
anche per condire paste, sopratutto spaghetti, stemperando la salsa con altro olio e
con un pizzico di peperoncino (attenti al sale nella cottura della pasta potrebbe non
servire).
Ricordo
Ricordo distintamente distese di vasi colmi di alici con sopra il loro pietrone (a volte
con il nome o il segno della famiglia) allineate in bell‟ordine, al sole sopra gli scogli del
lungomare di Chiavari di fronte a Marina Giulia (rione popolare di Chiavari).
Stavano lì a maturare in silenzio per giorni e giorni per regalare(d‟inverno) alle
famiglie il sapore del mare e nonostante la relativa povertà dei tempi (primi anni
cinquanta) non ricordo che alcuno abbia mai lamentato l‟assenza del proprio vaso
messo, incustodito, a maturare al sole.
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Ingredienti :
Preparazione
L‟antica ricetta del pesto (la prima ricetta scritta risale a metà 800) prevede che per il
vero Pesto alla genovese occorra un mortaio di marmo e un pestello in legno e tanta
tanta pazienza.
Questa è la vera ricetta, però se avete fretta e/o non avete il mortaio di marmo (per
carità non usate quelli di legno) usate pure il frullatore, essenziale che la qualità degli
Ingredienti sia quella precedentemente raccomandata e verrà comunque un ottimo
pesto.
Frullate prima l‟aglio e i pinoli assieme, una volta tritati aggiungere il basilico e l‟olio e
frullate rapidamente (mi raccomando non lo scaldate con una velocità troppo
eccessiva delle lame) a questo punto estraete il pesto dal frullatore ed amalgamate il
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Nell'antica Persia era già diffuso l'utilizzo di questa salsa che è ancora presente nella
cucina orientale e balcanica.
È un ottimo condimento di
consistenza cremosa, di colore
bianco avorio e dal sapore dolce
ma non troppo (specialmente se
non si toglie la pellicina alle noci,
come qualcuno fa‟) in cui si
riconosce chiaramente il gusto della
noce.
Ideale per condire i pansotti (ravioli alle erbe, vedi ricetta) che, assieme alle trenette
con il pesto, sono sicuramente il primo piatto più famoso della cucina Ligure.
Oltre ai pansotti è indicatissima per gli gnocchi di castagne, ma nulla vieta di usarla
con le trenette, con gli gnocchi di patate, con le troffie, con i crostini o con quali altre
paste vorrete sperimentarla.
Anche in questa salsa, come nel pesto ci sono delle piccole variazioni familiari, come
l'assenza di pinoli o la presenza a piacere della maggiorana.
Ingredienti :
200 grammi di gherigli di noci
50 gr di pinoli,
1/2 spicchio d'aglio
mollica di due panini
latte intero (ancora meglio se di capra)
3 cucchiai d'olio
sale q.b.
Preparazione
Una volta private del guscio, mettere le noci a bagno, per poter togliere più
agevolmente la pellicola amara che le ricopre (la pellicola non va rimossa solo se
volete gustare quell'amarognolo che fa parte della tradizione di questa ricetta).
Metterle poi nel mortaio con l'aglio, i pinoli, la mollica di pane imbevuta di latte e del
sale.
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Molto simile alla salsa di noci sia come aspetto che in parte come gusto.
Ingredienti :
50 grammi di pinoli
50 grammi circa di mollica di pane
1/2 bicchiere d'olio
aceto e sale.
Preparazione
Far ammollare la mollica di pane in aceto; una volta ben inzuppata la si strizza e la si
pesta nel mortaio con pinoli sino ad avere ottenuto una completa amalgama.
Sarà bene passare al setaccio (a maglie non troppo fine) per eliminare ogni eventuale
residuo, quindi condire la salsa con un po' di sale ed aceto (un cucchiaio circa).
Utile per condire la pasta (Pansotti, troffie, trenette, pendette, ecc.) e per spalmare i
crostini di pane.
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Ingredienti :
25 gr. di pinoli
due acciughe salate
uno spicchio d'aglio
un mazzetto di prezzemolo e basilico
aceto e aceto balsamico
olio d'oliva
sale
Preparazione
Aggiustare se occorre la
salatura.
Varianti :
Nel mortaio unire la mollica di pane di mezzo panino all‟olio leggermente ammorbidita
con l‟acqua ed un spruzzo di aceto balsamico o il rosso di un uovo sodo
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Ingredienti :
Preparazione
Tritare la cipolla con un gambo degli stessi funghi e far rosolare con un pò d'olio in
una casseruola di coccio, quando si avrà un bel colore dorato, unire il resto dei funghi,
tagliati a pezzetti non troppo grossi.
Dopo alcuni minuti, aggiungere l'aglio, il prezzemolo e il rosmarino eventualmente
tritati (se proprio non digerite l‟aglio lasciatelo intero per poi toglierlo) e bagnare col
vino bianco.
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Ingredienti :
Preparazione
Ammolliamo i funghi in acqua calda.
In una casseruola di coccio versare l'olio ed aggiungere l‟osso buco (staccate la carne
dall‟osso ), la carne in un pezzo solo, la cipolla tagliata a pezzi, il sedano e il
prezzemolo tritati con la mezzaluna; salare e fate rosolare sino a quando la carne
avrà assunto un bel colore bruno; bagnare quindi con metà del vino bianco e lasciar
evaporare.
Appena potete svuotare l‟ossobuco
del midollo (che lascerete nel sugo) e
togliete l‟osso dal sugo.
Versate la conserva nel restante vino
e giratela per bene aggiungendo pure
i funghi, asciugati e tagliuzzati, e un
paio di mestoli di brodo caldo.
Il sugo sarà pronto quando la carne sarà diventata tanto tenera da potersi
agevolmente sminuzzare con una forchetta; fate intiepidire e quindi passate al
setaccio il sugo.
Con il tocco si potrà condire ogni sorta di pasta asciutta, oltre i classici ravioli.
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Ingredienti :
quattro carciofi
alcune fette di funghi secchi
una cipolla
una manciata di prezzemolo
uno spicchio d'aglio
vino bianco
un limone
500 gr. di pomodori pelati
Preparazione :
Pulire i carciofi togliendo le foglie più dure e le spine (presenti solo nei carciofi che si
acquistano nel nord Italia) e tagliateli a metà; pulite
anche i gambi dei carciofi, che arricchiranno di
sapore il sugo stesso.
Fate questo lavoro su un carciofo alla volta
mettendolo immediatamente a bagno nell‟acqua con
il succo di limone, così non anneriranno.
Alzate la fiamma, fate asciugare il liquido, unendo il prezzemolo e l'aglio tritati, quindi
spruzzateci sopra un pò di vino bianco.
Quando questo sarà evaporato, aggiungere i pomodori spellati e tritati, salare e fate
cuocere fino a quando il sugo si sarà un pò ristretto.
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La cucina ligure è ricca di minestroni e zuppe che, bisogna ricordare, sono piatti
poveri che prevedono spesso un insieme di ingredienti di risulta e quindi in perfetta
sintonia con lo spirito parsimonioso dei liguri.
Accanto al famoso Menestron ä Zeneize (Minestrone alla genovese) si affiancano una
serie di zuppe/minestre gustose, anche se, a volte, di laboriosa composizione.
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La tradizione/leggenda narra che questo piatto sia nato dalla fame e dalla povertà del
popolo, infatti per sfamare i componenti della famiglia e in special modo i figli, le
donne più umili
andavano al porto dove
cercavano e
raccoglievano tutto
quello usciva dai sacchi
3
che i camalli caricavano
o scaricavano dalle navi;
un altra versione narra
che dette merci
fuoriuscite dai sacchi
rotti costituivano parte
dei compensi dei
camalli.
Ingredienti :
200 gr. di fagioli bianchi
cannellini
200 gr. di ceci
50 gr. di grano farro
olio extravergine di oliva
pane raffermo
pepe nero
sale
Preparazione
Mettere a bagno in acqua tiepida 24 ore prima i ceci ed il grano, 12 ore prima i fagioli.
Versare ceci e grano con la loro acqua in una pentola portare ad ebollizione e
cuocere per 3 ore circa (pentola a pressione 1 ora).
Versare i fagioli con la loro acqua in un'altra pentola, portare ad ebollizione e cuocere
per 30 minuti circa, (pentola a pressione 10 minuti).
Disporre nei piatti di portata fette di pane raffermo leggermente tostato o ancora
meglio leggermente fritto, versare i legumi con il loro brodo, condire con l'olio crudo e
pepe nero.
3
Scaricatore di porto. dall' arabo hammāl, portatore
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Ingredienti :
Preparazione :
In una pentola contenente un litro di acqua tiepida salata stemperate la farina di ceci,
aiutandovi con una frustino.
Senza mettere la pentola sul fuoco mescolate ben bene fino ad ottenere un
composto ben amalgamato e privo di grumi.
Rimettere la pentola (una volta si usavano le pentole di coccio o di rame come per la
polenta oggi usate pure una antiaderente) sul fornello e cuocere a fuoco moderato
un‟oretta, mescolando per non farla attaccare.
La panissa sarà sempre ottima ed avrà la semplicità di sapore di un epoca lontana nel
tempo.
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Questo piatto lo ho provato raccogliendo una protesta di Slow Food contro le iniziative
sugli OGM da parte del governo.
In questa protesta Slow Food polemizzo con le dichiarazioni del Prof. Veronesi sulla
cancerosità della farina di mais e del basilico e quindi della polenta tradizionale e del
pesto genovese e di altri alimenti biologici che sarebbero cancerogeni, a differenza di
quelli transgenici.
Dette affermazioni terrorizzarono gli italiani, e per controbattere, Slow food invitò tutti
gli osti italiani a mettere in menù (in un certo giorno) la polenta al pesto alla genovese.
Ingredienti :
Preparazione :
Portate ad ebollizione circa 1,5 litri d'acqua fredda salata, versate a pioggia la farina e
cocete per circa 1 ora, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno.
Versate il parmigiano e l‟olio sulla parte non condita della polenta, guarnite con
foglioline di basilico.
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Curiosità:
Molto più seriamente e facendo uso di un minimo di etimologia il nome si spiega che
pre significa per e boggiòn indica un insieme di cose diverse, oppure, come seconda
ipotesi, dal verbo preboggî (o prebugî) che significa "scottare" in cucina.
Erbette :
Penso che una valida alternativa alle erbette potrebbe essere la misticanza (La parola
significa “mescolanza”) che è un misto di varie verdure coltivate e selvatiche usate
nell‟Italia centrale. Ne fanno normalmente parte: il dente di cane, l‟erba stella, la
ruchetta, il crescione, la pimpinella, la lattuga di campo, porcacchia, i raperonzoli,
cicoria selvatica, crespigni, le cime di finocchio selvatico, margherite e via dicendo.
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Ingredienti :
2 Kg di preboggion ,
1/2 di patate,
3 spicchi d'aglio,
sale,
olio,
grana.
Preparazione :
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Ingredienti :
Preparazione :
Fare bollire acqua con sale e buttare, al momento della bollitura, fagioli rossi,
melanzane a fette, fagiolini verdi, patate, zucchini affettati ed alcuni cucchiai d'olio
aggiungete il rametto di rosmarino avvolto in una garza bianca di cotone (non trattata)
per evitare di disperdere gli aghi; una volta quando avevano più tempo e per la solita
e la già citata legge ”a no se bûttâ ninte”, le mamme aggiungevano alcune scorze
di parmigiano che erano state rigorosamente messe da
parte quando non si potevano più grattugiare, dopo averle
accuratamente pulite (per levare timbri e marchi,
praticamente la parte esterna sicuramente soggetta a
svariate manipolazioni) e tagliate in quadretti di tre x tre. Vi
assicuro, dopo la cottura sono una vera leccornia, morbide e
gustose .
Per zimino si intendono tutti quei piatti che utilizzano di bietole, coste, erbette o
spinaci.
Lo zemin (in tutte le sue versioni) non manca mai in tavola (forse è meglio dire non
mancava) in certe precise giornate come i venerdì di magro (specie in quelli invernali)
o le cene della ricorrenza di tutti i Santi e dei Morti.
Ingredienti :
Preparazione :
Nel frattempo mondare, lavare e tagliare le bietole, che aggiungerete assieme ai ceci
nel soffritto. Cocete ancora per 45/60 minuti
Versare la zuppa nelle scodelle dove avrete prima posto i crostini e lasciatela
riposare qualche minuto.
Quindi servite in tavola le scodelle guarnite con qualche fogliolina di salvia ognuno si
aggiungerà secondo il proprio gusto una spolverata di pepe nero ed un filo d‟olio
d‟oliva.
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Ingredienti: Ingredienti:
1000 grammi de sciaiji 1000 grammi di ceci
350 grammi de cosciù 350 grammi di cavolfiore
Sò grossa quante n'abashte Sale grosso quanto basta
200 grammi de cuìga de porcu 200 grammi di cotica di maiale
4 shpighi d‟aggiu sciacchè 4 spicchi d‟aglio schiacciati
1 pumòta secca 1 pomodoro secco
1 cüggiò d‟öiù d‟oviva 1 cucchiaio d‟olio d‟oliva
So Sale
Preparassiun: Preparazione:
A sàia primma, mettè a bagnu in kilò de Alla sera mettete ammollo 1 kg. di ceci in
sciaiji in ègua tiepida. acqua tiepida.
A mattin, frettèai ben cuà sò grossa pe Al mattino, fregateli bene con sale grosso
allevòghe a pelle, quindi mettèai inté 'na in modo da eliminare la pellicola, poi
grossa pignatta cun ègua netta a fögu metteteli in una pentola di coccio in acqua
forte e azzunzèghe i òtri Ingredienti, che pulita a fuoco forte e aggiungere gli altri
sun: Ingredienti, ossia:
cuìga o pé de porcu, trai-quattru etti de cotica o piede di maiale, 350 grammi di
cosciù taggiau a pessi, dôtrai shpighi cavolfiore tagliato a pezzi, alcuni spicchi
d'aggiu sciacchè, inà pumòta secca e in d'aglio schiacciati, un pomodoro secco e
cüggiò d'öiu d'oviva. un cucchiaio d'olio d'oliva.
Salè cun dishcressiun e fè cöje au puntu Salate con attenzione e lasciate cuocere
giüshtu. (Armenu n'ùa e mezu). al punto giusto (almeno un'ora e mezza).
Quande a menèshtra a l'è prunta, servìa Quando la zuppa è pronta versatela
bella còda. fumante nei piatti.
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Ingredienti :
1 lattuga
1 mazzetto di boraggine
1 cipollina
1 pugno di prezzemolo
qualche foglia di basilico
4 uova
formaggio grattugiato qb
burro qb
brodo qb
sale e pepe qb
Preparazione
Fare soffriggere la cipollina, con sale e un pizzico di pepe, in burro unendo anche
lattuga, boraggine, prezzemolo e basilico (il tutto tritato).
Nel frattempo preparare le uova sbattute unendo 4 cucchiai di formaggio grattugiato.
Quando le uova saranno ben amalgamate con il formaggio, aggiungere il soffritto
preparato in precedenza; mettere il tutto in un recipiente o in una forma imburrata che
va posta a cuocere a bagnomaria. L'impasto che ne risulterà dovrà essere fatto
raffreddare e quindi, tagliato a cubettinii , dovrà essere servito in brodo bollente.
A piacere potrà essere aggiunto parmigiano grattugiato, un filo di olio extra vergine
d‟oliva e qualche foglia di basilico ad ornamento.
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Ingredienti :
un chilo di pesce (meglio se dentice, oppure il pesce cappone, o sarago, o scorpena),
una cipolla,
uno scalogno,
uno spicchio d'aglio,
una costa di sedano,
un ciuffo di prezzemolo,
una presa di origano,
una carota,
due Pomodori
olio extravergine d'oliva,
vino bianco,
sale e pepe
Preparazione
per realizzare questa zuppa, cominciare con il tritare finemente tutti gli Ingredienti
(cipolla, spicchio d'aglio , scalogno ,sedano, prezzemolo, origano, carota) che vanno
soffritti nell'olio.
Quando il trito
assume il colore
dorato, aggiungere
un bicchiere di vino
bianco secco, il
tutto a fuoco vivace.
Poi, abbassare il
fuoco e far
evaporare. quando
il fondo è ridotto,
aggiungere i
pomodori a pezzi,
spellati e senza
semi.
La salsa deve
“pippare” a fuoco
lento per almeno
venti minuti mescolandola spesso con un cucchiaio di legno.
Sugo e pesce vanno quindi passati al setaccio, dopo che il sugo è stato aggiustato di
sale. Il "passato", che deve risultare denso al punto giusto, va poi rimesso in una
pentola a fuoco alto.
Quando è a bollore, versare il "ciuppin" nelle fondine, già guarnite di pane
abbrustolito.
Ingredienti :
Preparazione
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Le prime citazioni della pasta ripiena si hanno in un contratto del 1178, conservato
nell'archivio di stato di Savona che cita '' Si affitta una vigna per 29anni ad una
famiglia che oltre al prezzo, deve ogni anno dare un pasto durante la vendemmia a
tre persone comprendente, vino, raviolo e carne con pane ''. Pare che il raviolo citato
fosse nato nella locanda della famiglia Raviolo, dalla quale il nome, che si trovava
presso il pedaggio doganale, situato sulla strada che univa Genova alla Valpadana
nel Marchesato di Gavi, passato poi a Genova. Inizialmente farcito con uova, erbe e
formaggio, successivamente aggiunta la carne.
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Ingredienti :
Per la pasta:
500 grammi di farina
5 uova
1 pizzico di sale
Per il ripieno:
300 grammi di bietola
3 uova sode
60 grammi di pecorino (oppure 80 grammi di parmigiano)
Per condire:
salsa di noci (vedi salse)
Preparazione:
Impastare la farina con le uova e un pizzico di sale; lavorate bene la pasta e lasciatela
riposare coperta con un tovagliolo. Intanto lessate le foglie di bietola ben lavate.
Scolatele, strizzatele e tritatele finemente. Mescolatele insieme alle uova, il formaggio
e un pizzico di sale. Tirate la
pasta in 2 sfoglie sottili;
distribuite sulla prima gruppetti
di ripieni distanti fra loro,
stendete sopra l'altra sfoglia,
pigiate con le dita e tagliate i
ravioli con l'apposita rotellina o
un coltello.
Stendeteli su un tovagliolo e
fateli asciugare all'aria per circa
2 ore, se l'aria è asciutta, più a
lungo se è umida.
Coceteli in abbondante acqua
bollente ricordandosi di
aggiungere nell'acqua due
cucchiaini d'olio per evitare che
i pansotti si attacchino tra di
loro.
Scolateli al giusto punto di cottura e conditeli con la salsa di noci e il parmigiano e
guarnite ogni piatto con un gheriglio di noce e qualche filo di erba cipollina .
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Per la pasta:
600 grammi di farina
2 uova
1 pizzico di sale.
Per il ripieno:
300 grammi di scarola
200 grammi di borragine
1 animella lessata
30 grammi di filoni lessati
40 grammi di burro
100 grammi di polpa di vitello
100 grammi di magro di maiale
50 grammi di salsiccia sbriciolata
4 uova
la mollica di un panino
3 cucchiaiate di parmigiano grattugiato
sale, pepe e maggiorana.
Per condire:
sugo di carne (vedi salse, tuccu de carne).
Preparazione:
Dopo aver eliminato le foglie più dure dalla scarola e dalla borragine, lavatele e
lessatele in pochissima acqua salata per 5 minuti; scolatele, strizzatele bene e
tritatele finemente.
In una casseruola rosolate con il burro la carne di vitello, di maiale (magro e
salsiccia), poi tritatele finemente con l'animella e i filoni, a cui avrete tolto la pellicina.
Unite le erbe tritate, le uova, la mollica di un panino inzuppata nel sugo di rosolatura
della carne (o nel brodo), tre cucchiaini di parmigiano grattugiato, sale, pepe e
pochissima maggiorana.
Mescolare bene con un cucchiaio
di legno.
Intanto impastare la farina con le
uova, il sale e tanta acqua quanto
basta per avere una pasta di
giusta consistenza, poi tirate due
sfoglie sottili.
Distribuite su una sfoglia tanti
mucchietti di ripieno, coprite con
l'altra e tagliate i ravioli con
l'apposita rotellina.
Fate asciugare i ravioli all'aria per
un paio d'ore e coceteli pochi per
volta, in abbondante acqua
bollente per 3-4 minuti dopo che
avranno preso l'ebollizione.
Scolateli, distendeteli in un piatto
di portata e conditeli con il sugo
di carne e parmigiano.
Sono ottimi anche in brodo e allora tagliateli leggermente più piccoli (vedi ricetta) e
ricordate che faranno maggior riuscita!!!
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Ingredienti :
Per la pasta:
300 grammi di farina
1 uovo
1 pizzico di sale
latte quanto basta.
Per il ripieno:
400 grammi di pesce lessato
120 grammi di parmigiano grattugiato
3 uova
sale, e noce moscata.
Per cuocere:
circa 3 litri di brodo magro.
Preparazione
Impastate la farina con l'uovo, il latte e
tanta acqua quanto occorre per ottenere
una pasta di giusta consistenza. In una
terrina mescolate il pesce lessato tritato
finemente, il parmigiano, le uova, un
pizzico di sale e un pochino di noce
moscata.
Tirate la pasta in una sfoglia sottile;
ritagliatela in tanti dischi, mettete al
centro di ognuno un poco di ripieno e
chiudeteli a tortellino. Fateli asciugare
all'aria per circa 2 ore su un tovagliolo e
coceteli nel brodo bollente per 3-4
minuti.
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Ingredienti :
PER LA PASTA
500 gr. di farina
5 uova 1 cucchiaio di olio d'oliva
un pizzico di sale
PER IL RIPIENO
300 gr. di stoccafisso pulito
1 cipolla
2 spicchi d'aglio,
1 mazzetto di prezzemolo
maggiorana
4 uova
40 gr. di parmigiano grattugiato
olio extra vergine di oliva.
Preparazione
Fare un soffritto con un trito di
cipolla aglio e prezzemolo in
olio extravergine di oliva
dopodichè aggiungere lo stock
a pezzetti e farlo cuocere. A
cottura ultimata farlo
raffreddare e aggiungere le
uova, il formaggio e un
pugnetto di maggiorana.
Amalgamare il tutto, aggiustare
di sale e passarlo nel trita
carne. Riprendere la pasta fare
la sfoglia e confezionare i
ravioli.
Prendiamo una capace padella
e versiamo dell'olio extra
vergine di oliva e uno spicchio
d'aglio schiacciato. Aggiungiamo 2 pomodori tagliati a cubetti, un cucchiaio di salsa di
pomodoro, una manciata di pinoli e sale q.b. Facciamo cuocere alcuni minuti,
mettiamo del prezzemolo tritato e aggiungiamo i ravioli appena cotti lasciandoli un po'
bagnati dell'acqua di cottura. Facciamoli saltare il tempo necessario per amalgamare
il tutto.
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La borragine, dai bellissimi fiori azzurri, si trova da marzo nei mercati forniti ed è usata
in molte ricette liguri. Questa gustosissima ricetta proviene da Genova: in genovese
"zembo" significa "gobbo", "Arzillo du ma" indica il fresco profumo dei pesci di scoglio,
che passano il tempo a mangiucchiare le alghe verdi e morbide che ricoprono gli
scogli più vicini a riva. Questo tipo di pesce oggi va utilizzato con moderazione per
salvaguardare l'ambiente ittico, ma possiamo utilizzare pesci meno a rischio per il
nostro piatto, il risultato sarà ugualmente squisito.
Ingredienti :
per la pasta:
300 g di farina 00
2 uova
ripieno e condimento:
600 g di polpa di dentice, o scorfano, o cernia, o triglia a seconda di ciò che troverete
di fresco anzi freschissimo
3 uova
1 mazzo di borragine
2 mazzi di scarola
50 g parmigiano
1/2 limone
70 g olio extravergine d'oliva
350 gr. Pomodori freschi o una scatola di pelati
2 cucchiai prezzemolo tritato ,1 cucchiaio maggiorana tritata e alcune foglie di basilico
1 spicchio d'aglio
sale
pepe
Preparazione
Impastare la farina con le due uova un pizzico di sale e acqua tiepida fino a ottenere
un composto elastico; lasciar riposare sotto un telo.
Cuocere a vapore i pesci con il limone, e spolparli accuratamente.
Cuocere a vapore le scarole e la borragine per 5 minuti, strizzare bene e tritare.
Passare in padella per qualche minuto la polpa dei pesci in un velo d'olio caldo con i l
prezzemolo, la maggiorana e l'aglio tritati. Unire in una terrina le verdure, il pesce, le
uova rimaste meno un albume, il parmigiano, sale e pepe. Stendere la pasta con la
macchina o con il matterello in sfoglie sottili e spennellarle di volta in volta con
l'albume rimasto; disporvi sopra delle pallottoline di
ripieno e ricoprire con un'altra sfoglia schiacciando
con le dita tra un mucchietto e l'altro per far uscire
l'aria. Tagliare i ravioli con la rotella e proseguire
fino a esaurimento degli Ingredienti.
Preparare il sugo in una padella: in un velo d'olio
caldo far saltare velocemente i pomodori spellati,
privati dei semi con sale e pepe. Spegnere e
aggiungere il basilico. Nel frattempo portare a
bollore l'acqua in una capace pentola a cui avrete aggiunto un filo d'olio: cuocervi i
ravioli per pochi minuti, trasferirli nella padella con il pomodoro e saltare brevemente.
Varianti
Questi profumatissimi ravioli possono essere riempiti anche con filetti di pesce.
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La tradizione pastaria ligure è seconda solo a quella siciliana. La Liguria infatti, ancor
prima della Campania, è patria delle paste essiccate, presenti in innumerevoli formati.
Ma se la pasta secca la fa da padrone, anche quella fresca trova in Liguria ampia
espressione.
La storia della pasta ligure è documentata da atti notarili ancora conservati presso
l‟Archivio di Stato di Genova, già dal 1244, mentre nel 1574 si è costituita nel
capoluogo regionale la Corporazione dei Pastai che ha preceduto anche quella dei
Vermicellari napoletani e di quelli palermitani. La supremazia dei liguri nel settore
della pasta è durata per tutto l‟Ottocento. Sino a qualche decennio fa era comune
parlare di pasta all‟”uso di Genova”, piuttosto che all‟”uso di Napoli”. Molti i formati di
pasta nati in Liguria. Tra questi è doveroso ricordare i Fidelini, che diedero il nome
alla Corporazione dei pastai a Genova (detti appunto, Fidelari).
Da : www.lapastaebasta.it
Pag. 47
In realtà questa ricetta non rientra nella cucina tradizionale ligure anche se viene oggi
proposta da molti ristoratori sia della riviera di levante che da quella di ponente; però
trattandosi di un piatto molto gustoso ho deciso di inserirlo comunque in questo libro.
Ingredienti :
250 g di pesce misto tra il quale gamberetti, calamari, vongole, cozze e canocchie
320 g. di spaghetti o linguine
3 tuorli d'uovo
2 cucchiai di panna da cucina (se vi piace)
1 bustina di zafferano
sale e pepe
due spicchi d'aglio
Preparazione :
Varianti :
Il piatto si può fare con altri tipi di pesce , Pescespada , Tonno ecc.
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Quasi dimenticata per la laboriosità della preparazione, questa pasta si sta tuttavia
salvando dall'estinzione grazie anche alla buona volontà di alcuni ristoratori che
hanno la pazienza di prepararla e l'orgoglio di proporla come piatto principale dei
proprio menu.
I Corzetti si realizzano o completamente a mano, come si usa nella Valpolcevera
(detti appunto “alla Polceverasca”), o con l'aiuto di uno stampino adatto, reperibile
purtroppo solo nella Riviera di Ponente
Da Wikipedia
Ne esistono due tipi: quelli valpolcevereschi, dalla caratteristica forma a piccolo 8
(otto) e quelli stampati (curzetti stampae). Sono detti stampati perché la decorazione
di questi piccoli cerchi di pasta a forma di medaglione è ottenuta mediante uno
stampino in legno che decora la pasta in modo da "prepararla" ad accogliere meglio il
condimento. In alcune botteghe artigianali del centro storico genovese si trova ancora
chi fabbrica questi stampi così utili per preparare questa pasta tipica. Parallelamente
alla produzione artigianale, esiste anche una produzione industriale dei corzetti che
viene normalmente effettuata con macchine raviolatrici.
I corzetti stampati (“cruxetti“) compaiano nel medioevo, nell'epoca rinascimentale. Le
famiglie nobili del tempo pare ordinassero ai loro cuochi di realizzare un tipo di pasta
che riportasse il proprio stemma, tutto ciò con lo scopo di rammentare ai commensali
l‟importanza della loro famiglia e per riaffermare il proprio dominio sul territorio. Le
incisioni erano solitamente differenti sulle due parti. Il nome deriva dall'immagine
stilizzata di una piccola croce, una crocetta (“cruxetta“) con la quale veniva
originariamente decorato un lato di questi medaglioni, da qui il nome “cruxettu“. Nel
levante ligure, con la parola “corzetto“ s‟intende sia lo stampo di legno che la pasta
così incisa. Gli stampi sono composti da due parti: una è un cilindro con una parte dai
bordi taglienti e serve per tranciare i dischi di pasta, l‟altra ha la forma di timbro.
Il legno utilizzato per la costruzione degli stampi è di essenze particolari (melo, pero,
acero, faggio), per evitare che il tannino o le resine, presenti in altri legnami,
trasmettano alla pasta un gusto sgradevole.
O corzetto a-a ponçeviasca, lèggio comme 'na frasca, amigo do cuggià, o se lascia
mangià da gente amiga.
Son due gusse de rosa, che-e dìe da moae fan baxia e co-un vello de faenn-a fan
sposà.
Un incontro d'amò Da gòdì in cuxinn-a.
Ingredienti :
Per la pasta:
½ Kg. Di farina di grano duro,
3 uova .
Per il condimento :
300 gr. di funghi freschi,
300 gr. di pomodori,
2 spicchi d'aglio,
3 rametti di prezzemolo,
un mazzetto di basilico,
olio extravergine d'oliva,
sale e pepe q.b.
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Preparare un impasto di farina di grano duro con rossi d'uovo (circa 6 per ogni Kg di
farina).
Ottenuta la pasta, staccatene un pezzo grande come un uovo e rullatelo con le mani
sulla spianatoia fino a formare un rotolo del diametro di circa un centimetro e
ricavatene dei tocchetti di 1 cm che modellerete a pallina.
Schiacciate le due metà della pallina sul tagliere con gli indici delle due mani
contrapposti,con le unghie speculari, che si guardano. Formerete così due fossette.
Poi spingete le dita uno contro l'altro per formare una leggera cresta nel mezzo. Alla
fine il corzetto avrà la forma di un otto o di una farfalla. Se li desiderate più grandi e
sottili, anziché gli indici usate i pollici.
Oppure se li avete o se li trovate usate gli stampini.
Lasciate dissecare alcuni giorni opportunamente coprendo con carta del pane.
Unite i funghi e proseguite la cottura per 2/3 minuti; alla fine aggiungete un poco di
basilico lavato e spezzettato.
Nel frattempo fate cuocere i corzetti in abbondante acqua salata.
Scolateli al dente, conditeli con la salsa ai funghi preparata, versateli sul piatto di
portata, cospargeteli con il basilico rimasto e serviteli subito accompagnandoli, a
piacere, con formaggio grana Padano grattugiato
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Ingredienti :
Per la pasta:
g 500 di farina
g 30 di formaggio grana padano grattugiato
2 uova
sale
Per il condimento:
g 250 di piselli già sgusciati
g 100 di prosciutto, a dadolini
una cipolla intera
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
2 mestoli di brodo
g 60 di burro
g 60 di parmigiano reggiano grattugiato
sale
Preparazione:
Impastate la pasta, poi stendete la pasta dello spessore di 3 mm con il mattarello,
quindi tagliatela con un coltello o con la ruota dentata a lunghe strisce, larghe 4 cm,
che riducete a rettangoli lunghi 6 cm, da stringere al centro con il dito pollice, l'indice e
il medio, per formarne l'arricciatura e
la forma tipica del papillon (farfalla,
stricchetto).
Ora, tuffate le gasse in acqua bollente, salata; appena sono venute a galla, toglietele
con la schiumarola e mettetele in un piatto da portata, condendole con il sugo di
piselli e prosciutto, versate il restante burro caldo e appena fuso, quindi
un'abbondante nevicata di parmigiano reggiano grattugiato e guarnite il piatto con un
ciuffo di prezzemolo.
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"Mandilli de Saea" (fazzoletti di seta) è un piatto tipico genovese che non figura più
con questo nome in nessun menù, infatti è un termine arabo-genovese che riporta
agli antichi contatti con l'Oriente.
E anche sui menù genovesi i Mandilli sono sempre più rari perché si tratta di una
preparazione che richiede un po' troppo tempo e pazienza inconciliabili (purtroppo)
per i ritmi odierni.
impastate la farina con il rosso d'uovo e un pizzico di sale; stendete la pasta con
l'aiuto di un mattarello (o anche della macchina per la pasta) preparando una sfoglia
sottilissima che poi si ritaglia a quadri grandi come fazzoletti.
Si dovrebbero servire
così, man mano che
sono cotti, per evitare
che raffreddino,
inframmezzati con il
pesto che, per
l'occasione, e in
considerazione del
tempo già speso per la preparazione del piatto, non può essere che
artigianale/casalingo fatto tradizionalmente con il mortaio ma come detto anche con il
frullatore (essenziale che gli Ingredienti siano più che ottimi).
Pag. 52
Ingredienti :
1 kg di patate
250 g di farina 00
80 g di farina di castagne
2 uova
sale (qb)
burro
Salsa di noci (vedi ricetta)
Preparazione:
Lessate le patate, passarle allo
schiacciapatate impastate unendo la
farina 00 e la farina di castagne, le
uova e il sale.
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Anche se gli gnocchi di patate non sono un piatto propriamente ligure, mi sono
permesso, in uno spirito di globalizzazione, di inserire questo piatto tra le ricette
(facendondone anche una libera traduzione in lingua Zeneise), uno perché è un piatto
veramente gustoso e secondo perché mi piace molto.
Ingredienti :
800g di patate
200g di farina
1 rametto di basilico
Pesto q.b.
Preparazione:
lessate le patate, sbucciatele e
schiacciatele; unite la farina e un po‟
di basilico; appena tiepido, impastate
il passato di patate per 5 minuti,
spolverando con la farina e
lasciandolo riposare per 15 minuti;
tagliate l‟impasto a pezzetti e rotolateli
sotto il palmo della mano formando
degli gnocchetti; buttateli in acqua
bollente salata, scolandoli appena
vengono a galla; Conditeli con il
pesto mescolate con cura,
aggiungendo un altro po‟ d‟olio e
formaggio e se occorre un poco dell‟acqua di cottura; verste le porzioni nei piatti
guarnendoli con qualche fogliolina di basilico.
Servite immediatamente
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Ingredienti : :
500 gr. di Calamaretti
350 gr. di riso
300 gr. di pomodori
20 gr. di funghi porcini secchi
prezzemolo
1 cipolla
1 carota
sedano
olio extravergine di oliva
brodo
sale
un peperoncino
Preparazione:
Mentre si ammollano i funghi nell'acqua tiepida e si prepara il brodo (possibilmente di
pesce altrimenti va benissimo anche un brodo vegetale), fate un trito con la cipolla, un
gambo piccolo di sedano, prezzemolo, carota che metterete a rosolare nell'olio,
aggiungendo, dopo un po‟, i funghi e i pomodori freschi tagliati a pezzettini piccoli
(vanno bene anche i pelati).
Dopo una decina di minuti, unite i
calamari tagliati a listarelle.
Cocete lentamente per 30-40
minuti (o anche meno, contano
molto le dimensioni e la
tenerezza dei calamari non li fate
“rinseccolire” ) aggiustando di
sale e aggiungendo il
peperoncino a pezzetti (oppure
se non tutti gradiscono il
peperoncino usate quello in
polvere a fine cottura solo per le
persone che lo gradiscono, non è
uguale ma sicuramente farete
una cosa gradita a chi non
sopporta, povero lui, il
peperoncino).
Aggiungere il riso al sugo, mescolate e lasciate insaporire per un paio di minuti; quindi
unite il brodo caldo, un po‟ alla volta, fino a quando il riso non avrà raggiunto il giusto
(o quello che più vi aggrada) grado di cottura.
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Come d‟altra parte le fettuccine o le tagliatelle possono esse condite in svariati modi :
con il tocco (sugo) di carne o di funghi, con il pesto, oppure con il tocco di articiocche
(sugo ai carciofi) .
Come sempre le varianti locali e familiari sono numerose, tra le più note le piccagge
verdi ottenute aggiungendo all'impasto di farina la borragine, e le piccagge “perse”
che richiedono anche la maggiorana (“persa” indica in dialetto proprio la maggiorana,
infatti la Persia e più in generale l‟Asia Centrale è la terra di origine di tale arbusto
aromatico).
Ingredienti :
per la pasta:
1 mazzo di borragine,
400 g di farina 00,
2/3 uova fresche,
1 o 2 cucchiai di parmigiano grattugiato,
1 presa di sale.
per il sugo:
100 g di olive verdi,
1 cucchiaio di panna liquida,
2 cucchiai di olio extravergine di oliva.
Preparazione:
Non trovando la borragine potrete usare
metà bietolina e metà spinaci, non è uguale
ma necessità fa virtù e scommetto non se ne
accorgerà nessuno.
Lavate la borragine e fatela bollire, una volta
cotta scolatela bene e strizzatela per farla
asciugare bene, tritatela e unitela all‟impasto
di farina, uova e sale, aggiungendo anche 1
o 2 cucchiai di parmigiano grattugiato:
impastate bene e a lungo e quando serve
versate di tanto in tanto dell‟acqua tiepida.
Quindi usate il mattarello per ottenere una
sfoglia sottile che farete riposare una trentina di minuti, quindi con un coltello affilato
tagliate le “piccagge”. Potete usare anche la macchinetta della pasta pero otterrete
delle tagliatelle che, pur essendo ugualmente buone, perderanno il fascino della non
uniformità del taglio fatto a mano.
Per il tocco (sugo) suggerito in questa ricetta : tritate ben bene le olive naturalmente
senza nocciolo (con il frullatore farete prima e saranno tritate meglio, magari qualche
oliva tritatela più grossolanamente con la mezzaluna per dargli un tocco di personalità
in più), aggiungetevi la panna e ammorbidite con un paio di cucchiai di ottimo olio
d‟oliva mescolando bene fino ad avere una salsa cremosa.
Cocete al dente le piccagge, scolatele, conditele con la salsa e servitele in tavola ben
calde.
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Ingredienti :
Per la pasta:
400 gr. di farina
2/3 rossi d'uovo
2 mazzetti di boraggini
sale.
Per condire:
Tocco (sugo di carne - vedi ricetta)
Parmigiano Reggiano grattugiato q.b.
Preparazione:
Come detto nella ricetta precedente non trovando la borragine potrete usare metà
bietolina e metà spinaci
Il procedimento per fare i Taggiaen verdi è naturalmente del tutto analogo alla ricetta
delle le “piccagge”. Lavate la borragine e fatela bollire, una volta cotta scolatela bene
e strizzatela per farla asciugare bene, tritatela e unitela all‟impasto di farina, uova e
sale: impastate bene e a lungo e, quando serve, versate di tanto in tanto dell‟acqua
tiepida.
Quindi usate il mattarello o la
macchinetta per fare delle sfoglie
sottili (secondo il gusto).
Ottenute le sfoglie avvolgetele o
piegatele su loro stesse ad una ad
una tagliandole in fili abbastanza
sottili (anche qui secondo il gusto)
con un coltello ben affilato (o con la
macchinetta per la pasta).
Vanno cotte in una pentola d'acqua
bollente ed abbondante non più di 3-
5 minuti a seconda dello spessore
della sfoglia e di come le avete
tagliate e di una serie di altri fattori
per cui il modo migliore (come in tutti i casi) è sempre quello di regolarsi secondo il
proprio gusto assaggiandole durante la cottura scolandole quando soddisfano le
proprie esigenze e quelle degli eventuali ospiti.
Scolatele bene con un colino e quindi servite in un piatto da portate condendole con il
sugo di carne e formaggio parmigiano.
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Le trenette sono un tipo di linguine di pasta fatta in casa con uova, farina, acqua e
sale. Vengono tagliate piuttosto larghe ma si comprano anche già confezionate; in
alternativa comprate pure delle Bavette o le Linguine (già sento che i puristi mi
crocifiggeranno).
Ingredienti:
Per condire:
pesto alla genovese (vedi salse)
80 grammi di parmigiano grattugiato.
Preparazione:
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Preparazione:
Lessate un pugno di fagiolini e fateli a pezzetti .
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Ingredienti :
Falli boggî pe çinque o sei minûti Falli bollire per cinque o sei minuti
( che se s‟impèttan dunque...ô l‟è ( che se si induriscono dunque... è un
„pastisso) e sèrvili co‟ ô pesto tïae pasticcio) e servili col pesto scaldati
sciù sciûti. asciutti.
Preparazione :
Quando l'impasto non brucerà più potrete finire di lavorarlo fino a quando l‟impasto
non risulti perfettamente amalgamato.
Passiamo quindi alla “confezione” delle troffie, che vanno preparate prendendo un
pallina di pasta (grande come un fagiolo) arrotolandola, quindi, con un movimento
orizzontale del palmo della mano contro la spianatoia ottenendo il classico ricciolino di
pasta.
Mi raccomando la sua forma arricciata e la sua grandezza, che deve essere piuttosto
ridotta, sono caratteristiche pecuriali di questo tipo di pasta.
Versate poi in acqua abbondante che abbia raggiunto il bollore e che sia salata
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La cucina ligure è anche azzurra poiché marinara, con pesci e crostacei da scoglio
provenienti dalla profondità del Golfo Ligure, e pesci azzurri come le acciughe, le
orate e gli splendidi bianchetti, oppure altri quali i pesci luna, i saraghi ed i branzini
sempre dei propri mari. La cucina Ligure ha comunque importato lo stoccafisso ed il
baccalà, prodotti in paesi lontani
Le ricette sono molte e tutti i pesci, anche i più modesti, vengono impiegati per dare
sapore alla zuppa o "ciuppin", per il fragrante antipasto di mare, per la croccante
frittura, per la buridda. E lo stoccafisso, d'origine nordica, lo stesso che per comodità
di conservazione era piatto fisso sui brigantini e sulle golette d'un tempo, è il
protagonista - "accomodato" in tegame con olive, patate e pinoli - di un piatto molto
caratteristico.
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Ingredienti ::
-20 acciughe freschissime,
cieca gr. 400
-foglie di lattuga, circa gr. 100
-pane grattugiato gr. 50
-parmigiano grattugiato gr. 30
-capperi sott'aceto gr. 30
-foglie di prezzemolo gr. 15
-2 piccole uova
-aglio
-olio d'oliva
-sale
-pepe
Preparazione:
Staccare alle acciughe la testa togliendo insieme le interiora; lavarle rapidamente
sotto acqua corrente, asciugarle, aprirle a libro e diliscarle (lasciandovi la coda);
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questo piatto tradizionale ligure risulterà molto originale, soprattutto per quel sapore
particolare che gli conferisce l‟aceto e che è il segreto della sua originalità e gusto.
Ingredienti ::
12-14 alici bianche (possibilmente
di tipo ligure) a persona,
1 dito d‟olio in padella,
1 bicchiere d‟acqua,
1 presa di sale,
1 pizzico di zucchero,
1 cucchiaio di farina,
aceto bianco e origano q.b.
Preparazione:
scaldate l‟olio in padella, aggiungete il bicchiere d‟acqua e poi buttateci le alici pulite e
deliscate e fatele saltare un minuto. Aggiungete la farina e lo zucchero e fate
rapprendere la salsina per due o tre minuti. Quando le alici saranno cotte, salate, fate
due giri d‟aceto sulla padella, mescolate, spegnete il fuoco e cospargete di origano a
piacere
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Ingredienti
1,5 Kg. di coda di rospo o grongo (o baccalà già bagnato o pesce assortito)
1 spicchi d'aglio
1 cipolla tritata
1/2 bicchiere d'olio d'oliva
2 acciughe sott'olio tritate,
1 etto di olive nere
1 ciuffo di prezzemolo tritato
3 grossi pomodori maturi tagliati a pezzi
1 bicchiere di vino bianco secco
1 foglia di alloro
fette di pane abbrustolite
sale.
Preparazione:
Pulite il pesce, tagliatelo a pezzi
e lavatelo bene.
In una casseruola di terracotta
fate soffriggere con l'olio lo
spicchio d'aglio intero
e la cipolla; quando l'aglio è
colorito, toglietelo e unite le
acciughe, il prezzemolo e in
ultimo, i pomodori. Versare il vino
nella casseruola e quando sarà
evaporato, aggiungete il pesce,
l'alloro e il sale (salate poco se
usate il baccalà) e le olive.
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Ingredienti :
Se non trovate il baccalà già ammollato, bisogna lasciare il pesce a bagno per 24 ore,
cambiando l'acqua frequentemente (meglio se lasciato sotto acqua corrente).
Preparazione:
Scottate poi il baccalà
ammollato, in acqua bollente
per togliere la pelle e tagliatelo
poi in pezzi non troppo grossi.
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Ingredienti :
Passate tutti gli Ingredienti nel robot fino ad ottenerla della consistenza desiderata.
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Pulite accuratamente
il pesce e condite
anche esso con un
po‟ d‟olio.
A questo in una
ciotola capiente, da
usare come stampo, e
foderatela con la
pellicola per alimenti
in modo che esca
fuori dai bordi dello stampo.
Iniziate a porre a strati le differenti verdure e il pesce, ricordando di inframmezzare
ogni volta con la salsa genovese e premendo leggermente di tanto in tanto.
Così fatto lo potete conservare agevolmente i frigo.
Prima di servirlo rovesciate lo stampo su di un piatto da portata.
Procedete a questo punto con la decorazione.
Vi consiglio ostriche , gamberi e cozze sulla parte superiore.
Quindi foglie di insalata ai lati del piatto sulla quale adagerete ancora gamberi e
cozze, funghetti, fettine sottili di bottarga o di tonno secco.
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Questo è un piatto stupendo che difficilmente troverete nei ristoranti, anche nella
stessa Liguria; è rimasto qualche ristoratore in Cinque Terre che lo propone.
La causa della rarefazione dell‟offerta è provocata dal lungo tempo necessario per la
preparazione della pietanza.
L‟ultima volta che lo ho trovate al ristorante è stato a Vernazza non mi ricordo come
fossero (ma mi sembra abbastanza buone) quello che invece ricordo bene è il conto
(improponibile specialmente per un chiavarese).
Ingredienti :
Muscoli: 1,7 kg
Bietolina: 225 g
Vino bianco secco: 200 ml
Mortadella: 150 g
Olio extravergine di oliva: 100 ml
Parmigiano grattugiato: 50 g
Pomodori freschi: 6
Uova: 3
Aglio: 1 spicchio
Cipolla: 1
Prezzemolo: 1 ciuffo
Timo: 1 rametto
Mollica di un panino
Maggiorana: qualche fogliolina
Sale
Pepe
Preparazione:
Raschiare e lavare i
muscoli sotto l‟acqua
corrente, aprirne (circa
1,3 Kg.) con un coltellino
i muscoli (crudi) più
grossi facendo
attenzione a lasciare
attaccate le due valve
dal lato lungo. Il frutto
interno del muscolo
dovrà rimanere
attaccato sulle due valve
(metà su una valva metà
sull‟altra)
Togliere i frutti di mare precedentemente cotti (solo quelli più piccoli mi raccomando)
dai gusci e filtrare l‟acqua che va versata sulla mollica di pane per ammorbidirla ed
aromatizzarla;
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Farcire i muscoli (quelli crudi con le valve) con l‟impasto preparato e richiuderli bene
avvolgendoli più volte con del filo fine da cucina (va bene anche il filo da imbastire,
non deve essere né sintetico né colorato né trattato, ecc).
In casseruola far rosolare con l‟olio, la cipolla tritata e l‟aglio intero (che poi toglierete)
Bagnare con il vino e far evaporare a fuoco medio
Aggiungere i pomodori privati dei semi e tagliati a pezzi, mescolare, alzare la fiamma
e cuocere coperto per 15 minuti
Aggiungere i muscoli ripieni, salare, pepare e far cuocere per 20 minuti circa
Ricordi :
Questo è un piatto che mia madre faceva benissimo e che dopo la sua scomparsa lo
ho ricordato a lungo come in sogno (non sto‟ esagerando); anche mio padre si
cimentò successivamente a farlo e debbo dire anche con discreto successo. Ora a
volte lo preparo anche io e debbo dire che mi viene abbastanza bene; quello che mi
scoraggia sempre è il tempo di preparazione che è stratosferico.
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Ingredienti :
-gianchetti (o bianchetti: avannotti di acciughe o sardelle) gr. 500
-prezzemolo tritato gr. 15
-6 uova
-uno spicchio di aglio
-maggiorana
-3 cucchiaiate di parmigiano grattugiato
-olio per friggere
-sale
-pepe
Preparazione:
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Per chi non conosce la differenza tra lo stoccafisso e il baccala'; non sono pesci
diversi, come qualcuno pensa, ma i due nomi definiscono due modi diversi di
conservare lo stesso pesce, il merluzzo.
Lo stoccafisso, intero, deve essere ammollato per 4-6 giorni, cambiando l‟acqua
almeno una volta al giorno, per il baccalà, che può essere tagliato a pezzi, bastano
24- 48 ore, cambiando spesso l‟acqua.
Tra stoccafisso e baccalà il primo è più indicato rispetto al secondo per le persone
che soffrono di pressione alta; infatti, il baccalà può contenere residui di sale
(controindicato per chi soffre di pressione alta) anche se messo a lungo in ammollo.
Ingredienti:
Preparazione:
Dopo averlo tenuto in ammollo per circa 6 giorni (cambiando giornalmente l‟acqua)
prendete lo stoccafisso e se è un pezzo intero lasciatelo in acqua bollente per alcuni
minuti così da poter togliere pelle e lische.
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Ingredienti :
Preparazione:
Dopo averlo tenuto in ammollo per circa 6 giorni (cambiando giornalmente l‟acqua)
prendete lo stoccafisso e se è in un pezzo intero lasciarlo in acqua bollente per alcuni
minuti così da poter togliere pelle e lische. In una casseruola fare sciogliere le
acciughe salate nell'olio caldo, con aglio a fettine e un po' di pepe. Gettare in questo
soffritto lo stoccafisso fatto a pezzi assieme a un pugnetto di pinoli e lasciare cuocere
rimescolando ogni tanto per evitare che si attacchi.
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Preparazione:
biete (solo il verde) kg. 1
farina bianca gr. 600
ricotta gr. 200
formaggio parmigiano gr. 150
olio d'oliva gr. 150
burro gr. 50
6 acciughe fresche
6 uova
mollica di 2 panini
poco latte
una manciata di funghi secchi, una costa di sedano , una carota, 2 cipolle,
maggiorana, aglio, prezzemolo e qualche pomodorino
sale e pepe qb
Preparazione:
Impastare la farina con tre cucchiaiate di olio,salare e aggiungere un po' d'acqua di
modo da ottenere una pasta morbida. Lavorarla bene, poi coprirla con un tovagliolo e
lasciarla riposare per mezz'ora.
Mentre la pasta riposa,
tagliuzzare finemente una
cipolla, carota, sedano e la
metà dei funghi fatti prima
ammorbidire in acqua
tiepida; soffriggere questi
Ingredienti con parte
dell'olio; aggiungere poi le
biete tagliate a listarelle e
ben lavate, portando a
cottura.
Unire quindi un po' di
maggiorana, prezzemolo e
aglio tritati finemente; poi
la metà del formaggio,
due uova, e la ricotta.
Preparare il ripieno con
una cipolla, aglio,
prezzemolo, mollica di pane bagnata nel latte, 2 uova, il restante formaggio e i funghi
rimasti, due acciughe fresche (pulite e tritate), burro, sale e pepe quanto basta.
Amalgamare bene gli Ingredienti. Aprire le rimanenti acciughe, levare la testa e
togliere la spina, poi passarle nell'uovo leggermente battuto con sale e pepe.
Stendere la pasta, che era stata messa a riposare, ricavando da essa 4 sottili dischi,
larghi come la tortiera che si ha intenzione di adoperare.
Quando sono pronti, ungere di olio la tortiera, sistemarvi una sfoglia, distribuirvi sopra
il composto verde e poi le acciughe; ricoprire con il ripieno preparato e su questo
collocare le tre sfoglie di pasta, ungendo ciascuna di olio.
Pennellare l'ultima sfoglia con tuorlo sbattuto e pizzicarla tutt'attorno per formare il
bordo. Alla fine e se volete guarnite con qualche pomodorino tagliato i 4 spicchi e
privato di semi e acqua.
Mettere il recipiente in forno a moderato calore (180°) per un'ora avendo cura di
ungere con olio la superficie della pasta mano a mano che prende colore.
Si può servire calda o fredda, a piacere.
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Definire questo piatto come tipico ligure è sicuramente un errore, in realtà, con alcune
varianti, viene preparato in tutte o quasi le regioni marinare.
Ingredienti:
2 Kg di cozze,
1 spicchio d‟aglio,
1 ciuffo di prezzemolo per il trito,
1 ciuffo di prezzemolo freschissimo per guarnire il piatto,
1 peperoncino,
1 rametto di timo,
3 pomodori maturi oppure una dozzina di pomodori pachino (ultima spiaggia 300 gr di
pelati),
1 dl bicchiere di vino bianco secco,
2 fette da 50 gr. (per piatto) di pane raffermo abbrustolito o fritto,
1 dl di olio extravergine d‟oliva,
sale.
Preparazione:
Sgusciate le cozze conservandone 3-4 per ogni piatto (le più belle); in alternativa e
per una maggiore coreografia del piatto lasciate tutte le cozze col guscio.
4
da Wikipedia : Il bisso è una sorta di seta naturale marina ottenuta da un filamento che
secernono alcuni molluschi (pinna nobilis) la cui lavorazione era sviluppata nell'area
mediterranea. Dal bisso si ricavavano pregiati e costosi tessuti con i quali si confezionavano,
nell'antichità, gli abiti dei personaggi importanti.
Oggi la pinna nobilis, mollusco di grosse proporzioni che può arrivare a un metro di lunghezza, è
considerata a rischio estinzione, a causa della pesca indiscriminata, dell'inquinamento e della
diminuzione delle aree dove cresce. La produzione di vero bisso è quindi inesistente,
probabilmente l'ultima artigiana che conserva le conoscenze per ricavare e trattare questo
materiale è Chiara Vigo dell'Isola di Sant'Antioco in Sardegna.
Il bisso inoltre aveva spiccate proprietà terapeutiche ben conosciute dai pescatori in quanto
grazie alla sua potente proprietà emostatica era usato per la medicazione delle ferite che i
pescatori frequentemente si procuravano con gli arnesi da pesca.
Oggi il termine bisso indica tessuti molto leggeri e trasparenti, ad armatura tela, in cotone o lino,
adatti al ricamo.
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Cocete per una decina di minuti aggiustando con il sale se occorre; se il sugo si
dovesse addensare troppo aggiungete ancora un po‟ del liquido delle cozze, oppure,
se lo avete già finito, un po‟ di acqua calda, in quest‟ultimo caso lasciate la zuppa sul
fuoco ancora un paio di minuti.
Versate la zuppa nei piatti, dove avrete già messo le fette di pane, guarnite con
rametti di prezzemolo e via in tavola calda.
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La cucina ligure, semplice e parsimoniosa, dà largo spazio anche alla cucina povera
di terra: poiché la natura del suolo non può fornire le condizioni per l'allevamento dei
bovini, la carne entra con modestia in cucina, spesso anche nelle sue parti meno
nobili, che tuttavia vengono interpretate con originalità.
Piatto popolare è la trippa, che viene accostata alle patate secondo una "maniera"
tipicamente ligure e che, in brodo, dà luogo a una zuppa, la «sbira» (vedi ricetta).
Il più tipico e famoso piatto di carne ligure è la «cima» ripiena, dove in realtà la carne
è pochissima; dentro una tasca di vitello si pongono infatti molte altre cose: animelle,
cervella, piselli, uova, verdure.
Le male lingue sostengono che sia frutto della nota parsimonia locale: risparmiare
sulla quantità di carne ed abbondare con altri Ingredienti meno pregiati.
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A CIMMA
di Fabrizio De Andre' da Le Nuvole 1990
Ti t‟adesciàe „nsce l‟èndegu du matin Ti sveglierai sull‟indaco del mattino
ch‟à luxe a l‟à „n pè „n tera e l‟àtru in mà quando la luce ha un piede in terra e l‟ altro in
ti t‟ammiàe a ou spègiu dà ruzà mare ti guarderai allo specchio di un tegamino
ti mettiàe ou brùgu rèdennu‟nte „n cantùn metterai la scopa dritta in un angolo che se
che se d‟à cappa a sgùggia „n cuxin-a stria a dalla cappa scivola in cucina la strega a forza
xeùa de cuntà „e pàgge che ghe sùn „a di contare le paglie che ci sono la cima è già
cimma a l‟è za pinn-a a l‟è za cùxia piena è già cucita
A çimma pinn-a, o re di piatti frèidi, (re dei piatti freddi) come la definì Aldo Aquarone
in una "golosa "poesia, è l'immancabile piatto del desco festivo.
La scarsità di carne, usata per fare la tasca, è giustifica più dalla mancanza reale di
allevamento bovino in Liguria che dalla tirchieria: basta infatti assaggiare questa
prelibatezza per capire che siamo di fronte a voci maligne.
In realtà la cima all'origine era un piatto di recupero ma con il tempo ed il benessere si
è trasformato in una ricca pietanza, gioia non solo per il palato ma anche per gli occhi:
il variegato colore degli Ingredienti rende particolarmente bella la fetta di cima,
denominata localmente occhio.
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Esiste una versione della cima d'oltralpe, petto di vitello ripieno, dove manca però la
maggiorana e ciò fa la differenza.
Elaborata è la sua preparazione che richiede tempo ed abilità: equilibrio nel dosare gli
Ingredienti del ripieno, dimestichezza nel cucire la tasca con il filo, cura nelle cottura
avendo l'accortezza di avvolgerla in un telo di lino onde evitare fratture ed infine,
l'ultimo antico rito, il riposo sotto un peso, che frequentemente era rappresentato dal
ferro da stiro di ghisa, posto sopra al tagliere per far uscire eventuali infiltrazioni di
brodo e per dare la caratteristica forma.
Ingredienti:
1 e ½ kg di punta di petto di vitello aperto a "tasca"
300 gr di maiale tritato
150 gr di petto di pollo insaporito nel marsala
100 gr di mortadella tagliati in una sola fetta
3 fette di pane bagnate nel latte e strizzate bene
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
4 uova,
50 gr di pistacchi freschi spellati
100 gr di piselli cotti
50 gr. di pinoli
2 uova sode
1 carota
1 zucchino
1 noce moscata
sale e pepe q. b.
Preparazione :
Lavorare bene insieme il maiale, il pane, la mortadelle tagliata a dadini, il parmigiano,
le uova, il pollo tagliato a
dadini, i pistacchi, la noce
moscata grattugiata e i piselli
aggiustando di sale e pepe.
Riempire con questa farcia la
punta di petto inserendo e le
uova sode tagliate in ¼ .
Cucire la bocca della tasca
con ago e filo e far bollire per
circa due ore (chiudete la
cima con una stoffa di lino o
cotone bianco non trattato
per non farla aprire).
Quando la cima sarà cotta
farla raffreddare e pressarla
con il tagliere con sopra dei
pesi pesi per almeno un
giorno.
Servire fredda.
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Questo ottimo piatto si denota per l‟accostamento del gusto di una carne bianca e di
gusto delicato (quasi dolce) del coniglio, con il sapore invece abbastanza forte e quasi
amarognolo delle olive nere taggiasche. Completano l‟armonia del gusto il vino e gli
immancabili noci e pinoli.
Ingredienti:
Un coniglio
Alloro
Timo
Aglio
Rosmarino
Cipolla
Pinoli
Noci
Sedano
Olio
Vino rosso
Preparazione :
preparazione
Preparare un po' di brodo vegetale. Battere molto bene le fettine di carne.
Tritare e amalgamare i vari componenti del ripieno e porlo sopra le fettine di carne.
Arrotolare le fettine con il ripieno
rincalzando gli estremi; legare
con il filo bianco. Porre in una
casseruola un po' di olio d'oliva e
un trito di sedano, carota e una
piccola cipolla; fare rosolare il
tutto con gli involtini di carne.
Aggiungere il vino bianco secco, i
piselli e continuare la cottura
versando via via il brodo vegetale
caldo.
A cottura avvenuta togliere il filo
bianco prima di mettere nei piatti.
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Ingredienti :
200 grammi di fegatini di pollo
100 grammi di creste
200 grammi di fagioli (testicoli) di pollo
200 grammi di animelle
300 grammi di funghi freschi
50 grammi di burro
1 tuorlo leggermente sbattuto
pangrattato e farina
olio d‟oliva extravergine
sale.
Per la salsa:
una tazza di salsa besciamella
2 tuorli d'uovo
50 grammi di prosciutto
un piccolo tartufo affettato
1 ciuffo di prezzemolo tritato
3/4 cucchiaiate di formaggio grattugiato.
Stecchi di legno (spiedini)
Preparazione:
Non vi nascondo che l‟esecuzione di questa ricetta è piuttosto complessa non solo
per la sua preparazione che è piuttosto
complessa ma soprattutto per la ricerca degli
Ingredienti che in alcuni casi possono essere
addirittura introvabili, io ad esempio non sono
riuscito a trovare i testicoli di pollo che ho
sostituito con pezzetti di gallina faraona; datevi
da fare nella ricerca nei mercati rionali dei
quartieri più popolari.
Prendete degli “stecchi” di legno, lunghi una dozzina di centimetri e infilzatevi i vari
elementi preparati, alternandoli.
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Ingredienti
Preparazione:
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Ingredienti
1 Kg di zucchini
1 kg di cipolle
1 Kg di peperoni
4 etti di ricotta
2 panini bagnati nel latte
2 etti di prosciutto cotto
2 etti formaggio grana
10 uova
3 spicchi d'aglio
maggiorana, prezzemolo e sale q.b.
Preparazione
Disporre i nostri ripieni su una teglia unta d'olio, spennellare con uovo sbattuto,
spolverare con pane grattugiato e metterli in forno caldo a 180° per venti minuti.
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Dimenticato come le tripperie stesse, la zuppa di trippa, "a sbìra", non è un piatto solo
ligure, ma è talmente antico che vale la pena di ricordarlo.
A tarda sera o al mattino presto si recavano nelle osterie per riscaldarsi con una tazza
di codesto brodo, reso più spesso dall'aggiunta di qualche sparuta patata, pezzi di
pane e in tempi di abbondanza, delle trippe stesse: ricordiamo che a Genova la trippa
si chiama sempre con il plurale, le trippe.
L'etimologia della parola sbìra si può far risalire anche al genovese sbiro che significa
miserabile e quindi, "a sbira" il cibo dei poveri.
Esistono versioni non filologiche più ricche di questo piatto che sa di Genova antica,
quella vera dei carruggi, ma sono abbondantemente arricchite e questo ne svela le
origini più recenti e non certo popolari.
Ingredienti :
1 kg di trippa,
alloro, sedano,
1 carota,
pane raffermo,
formaggio di grana grattugiato,
sale e pepe
Preparazione
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Per renderla più sostanziosa si possono aggiungere delle patate bollite tagliate a
pezzi.
Ingredienti :
Preparazione :
Far ammorbidire i funghi in acqua tiepida, tritarli insieme ai pinoli e rosolarli nel burro,
l'olio ed il lardo. Versarvi poi la trippa, tagliata in strisce sottili, e farla colorire. Quindi
aggiungere il sugo di carne. E, volendo, un bicchiere di vino bianco. Cuocere per
un'ora circa. Nel frattempo preparare il brodo secondo la ricetta precedente. Porre
nelle scodelle le fette di pane e versarvi il brodo e successivamente la trippa in umido
con l'aggiunta di una spolverata di formaggio grattato.
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La cucina ligure è intelligente e attenta, capace di sfruttare ogni elemento che la terra,
il mare e il lavoro dell'uomo producono. In questa regione, non esistono larghe
pianure e quindi non sono presenti allevamenti di bestiame.
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Ingredienti:
(per 4 persone): 6 pomodori “cuore di bue”, 1 peperone, 1 cetriolo, ½ cipolla, 2 o 3
spicchi d'aglio, 100 g di olive taggiasche in salamoia, 1 ciuffo di basilico, 1 cucchiaino
di origano, 4 filetti di acciughe salate (oppure 50 g di mosciamme o bottarga in fettine
sottili), 1 uovo sodo (facoltativo), olio extravergine d'oliva, aceto, sale e pepe.
Preparazione:
Mettete a cuocere l'uovo e dissalate, pulite e frammentate le acciughe. Affettate
abbastanza sottilmente il cetriolo, il peperone e la cipolla e metteteli nell'insalatiera
unitamente agli altri Ingredienti; con dite
con olio, aceto, sale e una spolverata di
pepe macinato e mescolate. Ricordate: i
pomodori vanno tagliati a spicchi di media
grandezza, il basilico va spezzettato a
mano grossolanamente, gli spicchi d'aglio
non vanno tritati e naturalmente, le olive
vanno prima fatte sgocciolare. A Genova,
a differenza di quanto avviene nella zona
dell'imperiese, di solito nel condiglione si
mettono anche le patate lesse.
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Ingredienti :
400 gr di ovoli freschi e puliti
500 grammi di patate quarantine bianche genovesi
un mazzolino di prezzemolo; due spicchi d‟aglio mondati
1 dl di olio extravergine di oliva ligure
un poco di acqua o di brodo vegetale
sale e pepe bianco a piacere
Preparazione:
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Ingredienti
6 etti di funghi neri
2 spicchi d'aglio
crostini di pane o un contorno di verdure
olio, origano e sale.
Preparazione:
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Questo piatto è un piatto molto antico della tradizione ligure, a casa lo si cucina non
più tanto e nei ristoranti è quasi introvabile, sono pochissimi quelli che lo propongono
nel menu. Partendo dal presupposto che volendo il ripieno potete farlo anche con
quello che avete avanzato in casa, vi do la ricetta più o meno istituzionale, dico più o
meno perché si sa, ogni famiglia ha la sua.
Ingredienti:
gr. 300 di carne di vitello (magra e parte della pancetta)
animella, poppa e filoni gr. 200
burro gr. 60
mollica di pane raffermo gr. 25
6 cespi di lattuga romana, cipolla , sedano , carota, maggiorana fresca e prezzemolo
3 uova (più un albume)
farina bianca
poco latte
parmigiano grattugiato
crostini di pane
1 lt. di brodo
sugo di carne
noce moscata
sale
Preparazione:
Togliere alle lattughe le foglie esterne, brutte o guaste;
staccare il cuore delle insalate e conservarlo. Lavare e
scottare in acqua in ebollizione i cespi rimasti dopo
questa operazione lasciandoveli quel tanto che basta
per afflosciarli appena, quindi scolarli e farli sgocciolare.
Tritare una piccola cipolla insieme ad una costa di
sedano, una carota e un poco di prezzemolo: mettere
tutto quanto in una casseruola e unire circa gr. 40 di
burro (alcuni aggiungono anche della grascia cioè del
grasso di vitello). Rosolare bene, salare e insaporire con
noce moscata. Mescolare, poi aggiungere tutte le carni
dopo averle tagliate a pezzettini, i cuori delle lattughe e
un pizzico di farina fatta prima abbrustolire nel burro
rimasto. Appena gli Ingredienti saranno ben rosolati versarvi un poco di brodo o,
meglio ancora, del sugo di carne, come vuole la tradizione: continuare la cottura per
circa mezz'ora. Quando le carni saranno cotte 1evare il recipiente dal fuoco e filtrare il
sugo facendolo cadere in una ciotola : a questo sugo unire la mollica di pane bagnata
nel latte. Tritare finemente tutte le verdure e la mollica, poco a poco pestare questi
Ingredienti nel mortaio; versare il ricavato in una terrina, aggiungere uova intere
leggermente sbattute con formaggio grattugiato e un poco di maggiorana fresca
tritata. Mescolare con cura. Prendere le lattughe, allargare foglia per foglia
delicatamente e nel mezzo di esse distribuire il composto preparato; chiudere di
nuovo le lattughe, umettandone i bordi dell'albume che poi, rapprendendosi, impedirà
al ripieno di uscire. In una capace teglia mettere del sugo di carne e del brodo(il
liquido non deve superare i cm. 2 di altezza); porre il recipiente sul fuoco e, quando il
liquido alzerà il bollore, sistemi lattughe ripiene e lasciarle cuocere per circa quindici
minuti. Tostare in forno crostini di pane, poi distribuirli nei piatti dei commensali;
sistemare in ogni piatto una lattuga ripiena e un po' del suo sugo, coprire con brodo
caldo e parmigiano.
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Ingredienti :
400 gr di funghi rossi freschi, ancora chiusi
1/2 cucchiaino di succo di limone
olio extravergine di oliva ligure
sale e pepe bianco a piacere
Preparazione:
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Tutte le ricette di questo capitolo possono essere usate come antipasto o più
semplicemente come stuzzichini per l‟aperitivo.
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Ingredienti:
Lasciare in acqua (3/4 di litro) per almeno 4 ore la farina di ceci unita a sale quanto
basti,
dopo avere per bene rimescolato.
Nel frattempo preparare il
“testo” il tegame speciale di
rame per la farinata o anche
(e più semplicemente) una
teglia ricoperta da carta da
forno, ungendone bene il
fondo con una buona dose
d'olio e versarvi il composto
“colliccia”; rimestare sino a
che non si sarà amalgamato
con l'olio.
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Ingredienti:
Si può mangiare così, con un pizzico di sale; ma è anche appetitosa con una puntina
di pepe.
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A FUGASSA
di Vito Elio Petrucci
Ingredienti
arina grano tenero tipo "00" gr. 1000 Fænn-a gran ténio tipo "00" gr.1000
Lievito di birra gr. 50 Lievito de bïra gr.50
Acqua gr. 550 Ægua gr.550
Olio d'oliva extra vergine gr. 50 Êuio d'öia stravergine gr.50
Sale fino gr. 20 Sâ finn-a gr.20
Estratto di malto gr. 20 Estræto de malto gr.20
o 1 cucchiaino di zucchero o 1 cûggiaìn de sûccao
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Ingredienti :
Farina: 1 kg
Olio extravergine di oliva: 250 ml
Lievito di birra: 30 g
Cipolla: 1 grande o 2 piccole
Sale
Preparazione :
Far sciogliere il lievito in un
bicchiere di acqua tiepida,
versarlo sulla farina a
fontana ed impastare
facendo assorbire bene
l‟acqua e unendo ancora un
po‟ di farina , se necessario.
Lasciar lievitare l‟impasto
almeno un‟ora in ambiente
riscaldato (se freddo, 2 ore).
Spianare la pasta con le
mani, in una grande teglia da
forno rettangolare, dello
spessore di poco meno di un
centimetro.
Tagliare la cipolla a fette
sottilissime e disporle
sull‟impasto.
Con la pressione delle dita,
fare sulla superficie della
pasta tante fossette.
Irrorate d‟olio e cospargere di sale.
Mettere in forno già caldo e cuocere a 240°C per 25 minuti.
Pag. 100
Ingredienti:
Kg. 1 di farina "00" rinforzata o manitoba
dl. 1 di olio di oliva
sale quanto basta
dl. 2 acqua
kg. 2 di prescinseua o squacquerone o crescenza freschissima
Preparazione :
Preparare gli Ingredienti, formare un impasto con farina, versando un pò di olio d‟oliva
aggiungete il sale ed infine l‟acqua lavorate a mano (potrete farlo anche con
l‟impastatrice) sino a quando l'impasto risulterà morbido e liscio. Farlo riposare per
circa 60 minuti in temperatura di circa 18/20° e coprire.
Quindi deporre sulla sfoglia la crescenza in piccoli pezzi (circa una noce per ciascun
pezzo) in senso circolare. Fare una seconda sfoglia molto sottile (quasi trasparente)
con lo stesso procedimento della prima e ricoprire la teglia con la sfoglia di base già
cosparsa di prescinsua o con l‟altro formaggio trovato.
Chiudere le estremità delle due sfoglie in modo che i bordi sovrapposti risultino ben
saldati ed eliminare la quantità di sfoglie (sopra e sotto) che fuoriescono della teglia.
Con le dita pizzicare più punti della pasta formandovi dei fori della grandezza di circa
1 centimetro. Cospargerla di sale ed irrorarla con olio d'oliva.
Cuocere in forno alla temperatura di 250° per circa 5/8 minuti. Il forno deve essere
regolato in modo tale che il suolo sia più caldo del cielo del forno. La cottura sarà
ultimata quando la focaccia avrà un colore dorato sopra e sotto.
Per i perfezionisti e i più pazienti nella ricetta della torta Pasqualina troverete la ricetta
per preparare in casa la prescinseua.
Pag. 101
Ingredienti:
1/2 Kg. di farina bianca è raccomandato l‟utilizzo di "faenn-a de primma qualitae" (fior
di farina)
4 dl di acqua minerale
2 rossi d'uovo;
sale, lievito e olio d'oliva.
Preparazione :
Questa è la ricetta base per preparare la pastella
che si utilizzerà sia le frittelle semplici (Friscêu) che
quelle, sia salate che dolci (Friscêu dösci),
contenenti altri Ingredienti . Per questo tipo di
frittelle va utilizzato il fior di farina la "faenn-a de
primma qualitae" come dicono i Genovesi.
Unire la farina con acqua minerale stemperandola
fino a che non si ottenga un composto omogeneo e
senza grumi piuttosto denso ma non solido (la
pastella deve faticare a staccarsi dal cucchiaio pur
essendo semi liquida) e lasciarla riposare qualche
ora in frigo.
Prima di iniziare la cottura unire al composto un po'
di sale il lievito in bustina e due rossi d'uovo,
rimescolando bene il tutto. Usando un cucchiaio da
tavola od un piccolo mestolo come misurino mettere a friggere in abbondante olio
d'oliva.
Una volta dorate scolare le frittelle dall‟olio in eccesso tirandole su con un colino a
buchi o con la pinza per fritti adagiandole quindi su una carta assorbente per
eliminare l'olio superfluo.
Servirle calde spolverandole prima con pizzico di sale o con zucchero (a seconda
della circostanza) e buon appetito.
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Ingredienti
5
500 g di gianchetti freschissimi
2 uova
3 cucchiai di formaggio
Prezzemolo tritato
Pastella (vedi ricetta base dei Friscêu)
Abbondante di olio per friggere
Preparazione:
Durante il periodo in cui e vietata la pesca dei gianchetti potete provare due
alternative da me “inventate” :
Frittelle di Falsa neonata
Frittelle di lattarini
5
Mi raccomando freschissimi e dei nostri mari. Attenzione alla provenienza li ho visti in
supermercati decongelati e provenienza Cina.
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Questa ricetta e la successiva le posso suggerire per far fronte all‟endemica crisi di
assenza dei bianchetti che ormai si trovano rarissimamente.
Fate attenzione ai decongelati di provenienza, Cina non perché ce l‟ho con i prodotti
Cinesi ma semplicemente perché non sono bianchetti e poi perché sono decongelati
e hanno, a mio avviso, perso tutto l‟aroma del mare.
Ingredienti
400 g baccalà
2 uova
3 cucchiai di formaggio
Prezzemolo tritato
Pastella (vedi ricetta base dei Friscêu)
Abbondante di olio per friggere
Preparazione:
Tenere in ammollo i filetti di baccalà nel latte per 12/24 ore
Preparate la pastella secondo la ricetta base dei Friscêu.
Togliete l‟eventuale pelle ai filetti baccalà, strizzateli ben bene e sfilacciateli in
pezzettini che come dimensioni ricordino quella dei gianchetti.
Amalgamate i pezzetti di baccalà con la pastella mescolando delicatamente fino a
formare un composto omogeneo; subito prima di iniziare la cottura unite il lievito
rimescolando un‟altra volta.
Prendete una padella in ferro o antiaderente, scaldatela bene con abbondante olio e
immergetevi il baccalà a cucchiaiate.
Quando le frittelle risulteranno ben dorate giratele e fatele dorare dall'altra parte.
Quando saranno cotte e croccanti (magari assaggiatene una) mettetele su della carta
assorbente per assorbire l‟olio in eccesso.
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Ingredienti
Preparazione:
Prendete una padella in ferro o antiaderente, scaldatela bene con abbondante olio e
immergetevi i Lattarini a cucchiaiate.
Quando le frittelle risulteranno ben dorate giratele e fatele dorare dall'altra parte.
Quando saranno cotte e croccanti (magari assaggiatene una) mettetele su della carta
assorbente per assorbire l‟olio in eccesso.
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ingredienti
borragine, bietole e lattuga (meglio se si ha a disposizione il misto di erbette
selvatiche che costituisce il cosiddetto "Prebuggion")
sale, lievito e olio d'oliva.
Pastella (vedi ricetta base dei Friscêu)
Preparazione:
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ingredienti
Circa 1 Kg. di Baccalà
Pastella (vedi ricetta base dei Friscêu)
preparazione :
Preparate la pastella
secondo la ricetta base dei
Friscêu e lasciatela
riposare (non in frigo) circa
mezz'ora.
Preparate il baccalà a
pezzi (se ancora bagnato
asciugatelo con carta
assorbente) ricordando
che il baccalà, per
ammollarlo e dissalarlo, va
lasciato a bagno per
almeno 24 ore: l'acqua va
cambiata in tutto 4-5 volte,
"se lo si può lasciare
nell'acqua corrente è
meglio".
Quindi, solo a questo punto, potete tagliarlo a pezzetti e immergerlo nella pastella
preparata, in modo da ottenere un impasto con amalgamati i pezzi di baccalà.
Versate le porzioni (un mestolino colmo) nell'olio caldo e quando i frisceu sono ben
dorati (quindi croccanti fuori e morbidi dentro) toglieteli dall‟olio bollente e adagiateli
su della carta straccia per assorbire l'olio in eccesso.
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ingredienti
1/2 Kg. di farina di ceci
1 noce di lievito di birra
sale,
olio d'oliva.
preparazione :
Molto carino è servirli dentro dei cartocci di cartapaglia (a trovarla) stipati in piedi in un
cestino di vimini o di legno e posto al centro della tavola così che ognuno si possa
servire ad esempio per un aperitivo in piedi.
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ingredienti
1250 cc d‟acqua
300 gr farina di ceci
sale
olio
Preparazione:
Usate la panissa rimasta oppure preparatela fresca (vedi ricetta) e fatela raffreddare.
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La ragione del curiose nome di questo "fuori pasto" imperiese? Per alcuni si
tratterebbe di un'"invenzione" del celeberrino ammiraglio Andrea Doria, altri invece
l'attribuiscono ad un fornaio dalla stesso nome, oscuro ma egualmente geniale, e al
suo grido ("ha la pizza, l'Andrea!") contratto dall'uso.
ingredienti
600 gr. di farina bianca
30 gr. di lievito di birra
mezzo bicchiere di latte
olio d'oliva
100 gr. di acciughe sotto sale
due cipolle bianche
quattro spicchi d'aglio
1 kg di pomodori maturi
1-- gr. di olive nere in salamoia
capperi salati
sale
Preparazione:
Sciogliere il lievito nel latte tiepido, disporre la farina sulla madia; versare al centro
della fontana il latte stesso, unire 3-4 cucchiai d'olio, un pizzico di sale e tanta acqua -
anch'essa tiepida - sufficiente a formare
un impasto morbido e omogeneo.
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Madre di tutte le pizze del ponente ligure, la pissaladière provenzale, si presenta con
una base di pasta di pane condita con olio d‟oliva e
ricoperta da cipolla, oliva in salamoia, acciughe.
Madre feconda per la numerosa prole creata:
piscialandrea (perché apprezzata in particolar modo da
Andrea Doria), pisciadela, sardenaira, machetusa, pasta
cu a pumata.
Ben prima che in Italia si coltivasse il pomodoro, si
spalmava sulla pasta un condimento allora diffuso, il
machetto, a base di sardine, molto simile alla pissalat
nizzarda.
Comunque le molte varianti, la cui principale differenza
era data dall‟uso delle acciughe al posto delle sardine,
tendono all‟uniformità
ingredienti
Per la pasta:
4 hg di farina bianca,
25 g. lievito di birra,
50 g. di olio extravergine d‟oliva,
un bicchiere di acqua tiepida;,
mezzo bicchiere di latte tiepido,
sale.
Per il condimento:
1 kg. di pomodori freschi (oppure 500 g. di pelati),
50 g. di filetti di sardina a pezzetti,
un pugno di olive nere,
una cipolla,
una dozzina di spicchi d‟aglio,
una foglia d‟alloro,
qualche pizzico d‟origano,
olio extravergine d‟oliva, sale.
Preparazione:
ingredienti
600 g. di farina 00
100 g. di olio extravergine d'oliva
1 kg. di erbette (vedi ricetta del Preboggiòn)
1/2 cipolla piccola
1 cucchiaio di prezzemolo fresco tritato
1 cucchiaio di maggiorana fresca tritata
500 g. di ricotta
100 g. di grana o parmigiano grattugiato
6 uova
sale
pepe
Preparazione:
Impastare la farina con un po‟ d'olio, un pizzico di sale e acqua tiepida fino a formare
un impasto liscio ed elastico, oppure con gli stessi Ingredienti e l‟impastatrice o un
robot otterrete velocemente risultato molto simile.
Prendere una delle palline di pasta più grandi e stenderla con il mattarello in una
sfoglia sottilissima. Porre la prima sfoglia in uno stampo (sarebbe meglio utilizzare
uno stampo per dolci con il bordo a cerniera per facilitare l‟estrazione della torta
quando cotta) unto d'olio. Spennellare d'olio la sfoglia.
Procedete così con la metà delle palline che avete preparato sovrapponendole
delicatamente una sull‟altra e ricordandosi di ungerle bene tranne l‟ultima.
Come detto al posto delle difficilmente reperibili erbette si possono usare altri insiemi
di verdure da cuocere, Inoltre invece di farle appassire in padella con l‟olio e la cipolla
si potranno preparare semplicemente lessandole e strizzandole (molto bene) e
unendole in un amalgama assieme agli altri Ingredienti o lasciandole separate dalla la
ricotta amalgamata con il parmigiano, due uova, la maggiorana, sale e pepe
Varianti
Al posto della ricotta, si può utilizzare la "prescinseua" che è formaggio fresco Ligure
costituito da una di cagliata di latte molto leggera e leggermente acidula. Penso che
ormai questo formaggio sia difficilmente reperibile se non, forse, in alcune negozi
liguri di ricercatezze gastronomiche particolarmente forniti.
Per chi volesse cimentarsi ho trovato una ricetta per fare in casa la prescinseua,
come la facevano in casa le nostre nonne o bisnonne.
Ingredienti:
2 litri di latte fresco, intero e di alta qualità
5 gr di caglio (presù, in dialetto genovese) che si può acquistare in farmacia o nelle
drogherie ed erboristerie più fornite.
Preparazione:
lasciare riposare il latte in una pentola per 48 ore;
Prendere, quindi, mezzo litro di questo latte e versarlo in un altro contenitore
facendolo scaldare sul fuoco a circa 40-50 gradi
Scioglietevi dentro il caglio mescolando ben bene.
Unitelo quindi all'altro latte e mettetelo a riposare per circa quattro/cinque ore. A
questo punto la quagliata dovrebbe essere pronta e sarà abbastanza consistente da
poter essere tagliata a fette tipo lo squacquerone.
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Pag. 115
Ingredienti
Preparazione
Preparare una crema pasticcera piuttosto consistente con uova, zucchero, farina,
latte, buccia di limone grattugiata (usate i
limoni non trattati chimicamente).
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Come suggerisce anche l'aspetto, simile a quello del Panettone, il Pandolce è una
ricetta tipicamente natalizia. La sua preparazione è però originale; nell'impasto sono
infatti amalgamanti pinoli, uvetta, canditi a pezzetti, finocchietto e pistacchi frantumati.
Ingredienti
Preparazione:
Impastare la farina con il lievito di birra diluito in latte, il burro sciolto a bagnomaria, lo
zucchero e l'acqua di fior d'arancio. Lavorate il tutto con forza per ottenere una pasta
morbida e ben amalgamata; aggiungete quindi tutti gli altri Ingredienti lavorando la
pasta
per una buona mezz'ora. Raccoglietela a palla, copritela con un tovagliolo e lasciatela
lievitare per 12 ore in un luogo tiepido.
Mettere la pasta in una teglia imburrata e infarinata, fatevi nel mezzo 3 tagli a forma
di triangolo e passate in forno caldo (180°) per un'ora.
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8 pesche staccalosso,
1 hg.di amaretti,
1 bicchierino di marsala,
20 gr. di pinoli,
20 gr. di zucchero,
20 gr di burro.
Tagliare le pesche a
metà e togliere l'osso.
Preparare il ripieno
con amaretti pestati,
pinoli e zucchero
amalgamati con un
bicchierino di marsala
e burro.
Riempire le pesche e
disporle su una teglia
unta di burro;
cospargetele con
zucchero.
Mettere in forno caldo
a fuoco moderato per
circa mezz'ora
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Ingredienti
250 g. di farina
80 g. di burro
120 g. di zucchero
2 dl. di vino bianco secco
250 g. di miele
100 g. di canditi,
50 g. di uvetta
100 g. di biscotti secchi
2 dl. di vino bianco secco
5 cucchiai di Cognac o di Brandy
100 g. di gherigli di noce,
50 g. di mandorle,
50 g. di nocciole,
30 g. di pinoli
1 cucchiaino di cannella in polvere e Noce moscata grattugiata
1 bustina di zucchero a velo,
1 cucchiaio di olio d‟oliva,
Burro e farina Sale
Preparazione:
Preparazione per il ripieno:
sbollentate e sbucciate le noci, le
mandorle, e le nocciole. Tritateli
insieme con i pinoli, e tagliate a
dadini i canditi. Lasciate
ammorbidire l‟uvetta in acqua
tiepida e poi strizzatela. Sbriciolate i
biscotti secchi. Versate il miele in
una piccola casseruola, bagnatelo con il vino, portate a ebollizione mescolando,
quindi abbassate la fiamma e, unite i biscotti e la frutta secca. Insaporite con
pochissima noce moscata grattugiata e la cannella. Aggiungete il Cognac, i canditi e
l‟uvetta. Amalgamate il composto, toglietelo dal fuoco e lasciatelo raffreddare.
Versatelo in una terrina, copritelo con un foglio di alluminio e lasciatelo riposare in
luogo fresco per 24 ore. Preparazione per la pasta: Setacciate la farina e disponetela
a fontana sulla spianatoia, mettete al centro il burro ammorbidito, lo zucchero, il vino,
il sale, lavorate energicamente, facendo un impasto piuttosto consistente, e fatelo
riposare per mezz‟ora. Dividete l‟impasto in due parti, di cui una più grande. Con il
mattarello stendete la pasta, in modo da ottenere un disco più grande e uno più
piccolo di diametro uguale a quello della teglia. Imburrate e infarinate la teglia,
foderatela con il disco più grande. Versate il ripieno, mettete l‟altro disco sopra e
saldatelo ai bordi. Con uno stecchino bucherellate la superficie con l‟olio d‟oliva.
Scaldate il forno a 190c e cuocete la torta per 30 minuti. Lasciatela raffreddare,
cospargete con lo zucchero a velo e qualche gheriglio di noce, e servitelo.
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