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Fin dall’inizio Hans era stato attratto da Konradin, non c’era niente in lui che non gli piacesse.

Avrebbe disperatamente voluto farlo suo amico, ma non sapevo come attirarlo a sé, visto che sembrava ben
felice di starsene da solo, e che aveva respinto anche la parte della sua classe formata dagli alunni di buona
famiglia.

Per farsi notare Hans cominciò ad interessarsi a ciò che accadeva in classe, e mostrò anche una grande
intelligenza e abilità nel parlare di artisti e letterati come Schiller e Goethe.

Un giorno si presentò a scuola con alcune rare monete greche, cercando di attirare l’attenzione di Konradin,
e ci riuscì; Il ragazzo si avvicinò e chiese il permesso di guardarle: i due parlarono fino all’entrata in classe
dell’insegnante; tuttavia, all’intervallo, il ragazzo sembrò quasi essersi scordato dell’incontro e non rivolse
ad Hans neanche un sguardo.

Tre giorni dopo, il quindici Marzo, mentre tornava a casa da scuola, Hans si trovò davanti Konradin che
camminava esitante: aveva paura di sorpassarlo, ma non poteva neanche fermarsi, non sapeva cosa fare e
cominciò a camminare lentamente, fin quando Honenfels non si fermò, gli diede la mano e lo salutò: in quel
momento Hans capì che Konradin era timido e bisognoso di amicizia, esattamente come lui. I due parlarono
per oltre un’ora, e, tornando a casa, Hans provò una grandissima felicità, anche se mista alla paura che
Honenfels potesse averlo già dimenticato o che i suoi genitori gli avessero proibito di fare amicizia con lui, in
quanto Hans era ebreo.

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