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Groppi Chiara I A

Madre Courage e i suoi figli

1. Autore
Eugen Berthold Friedrich Brecht detto Bertolt (Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino, 14 agosto 1956) è considerato il
più influente drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco del XX secolo. Pubblica Madre Coraggio e i suoi figli
(Mutter Courage und ihre Kinder) nel 1939); la prima viene rappresentata a Zurigo nel 1941.

2. Schema Narrativo
Fabula ed intreccio non concordano pienamente, in quanto all’inizio di ogni scena vi è una prolessi di quanto succederà
e frequenti incisi che descrivono la situazione: tutti elementi funzionali allo straniamento.
Nella situazione iniziale troviamo Madre Courage, la protagonista, con i suoi tre figli Eilif, Schweizerkas e Kattrin che
vivono vagabondando per i territori devastati dalla guerra. L’azione complicante si ha quando alla famigliola viene
portato via il primo figlio, per essere arruolato nell'esercito. Durante le peripezie vengono narrati i viaggi della madre
coi due figli rimasti, che le verranno entrambi portati via dalla morte. Lo scioglimento vede Madre Courage, ormai sola
e afflitta, che riparte per le sue peregrinazioni senza ormai più nulla da perdere.

3. Riassunto
L'opera racconta le disavventure di una vivandiera, Anna Fierling, detta Madre Courage, una povera vivandiera che vive
trasportando il suo carro e le sue cianfrusaglie da un campo di battaglia ad un altro, nel disperato tentativo di
sopravvivere, di continuare a ampare e a guadagnare. Differente e drammatica è invece la sorte che la guerra riserva ai
suoi tre figli: il maggiore viene fucilato per aver uccido una contadina, il secondo, arruolato come furiere, muore
torturato dai nemici pur di non rivelare dove ha nascosto il tesoro del suo reggimento; la figlia Kattrin, rimasta muta in
seguito ad un episodio di violenza subita da un soldato, subirà la stessa sorte dei fratelli. Venuta a conoscenza che alcuni
soldati intendono attaccare nottetempo la vicina città, capisce che ciò significherebbe la morte di molti innocenti, quindi
decide di avvertire glil abitanti a colpi di tamburo. Tutti si salvano eccetto lei. Madre Courage, ormai sola, riprende la
sua peregrinazione, con l'incosciente consapevolezza di chi non ha più nulla da perdere.

4. Tempi
Il romanzo è ambientato durante la Guerra dei Trent'anni, tra il 1624 e il 1635 ed ha quindi una durata totale di circa 11
anni.

5. Luoghi
L'opera si snoda attraverso l’Europa seguendo le peregrinazioni di Madre Courage (probabilmente ciò è metafora della
mancanza di radici cui costringe la guerra), che inizia a Dalarne nel 1624, attraversa la Polonia durante il 1625 ed il
1626, mentre tra il 1629 ed il 1631 passa attraverso Moravia, Baviera, Italia ed ancora Baviera, mentre nel 1634 è tra i
monti tedeschi del Fichtel, nel 1635 sono sempre nella Germania centrale, mentre nel 1636 sono nei pressi della città di
Halle .

6. Narratore
Il narratore è esterno ed onnisciente, si identifica con l’autore; ciò serve all’autore per mettere in atto la sua tecnica dello
straniamento, inserendo all’inizio di ogni scena ciò che vi accadrà. In questo modo l’autore crea una barriera tra i
personaggi ed il lettore (o lo spettatore), che, impedendo l’immedesimazione, induce alla riflessione sui grandi temi che
tratta l’opera.

7. Personaggi
Madre Courage, la protagonista, è una donna coraggiosa, con un’energia vitale inesauribile. In lei si apre chiaro il
contrasto tra la capitalista e la madre: il nome stesso, “Madre Coraggio”, sottolinea questi due aspetti che si fondono
insieme. Ma il coraggio e la volontà di affermarsi negli affari prevarrà sulla “madre”, e la renderà cieca di fronte alle
tragedie che le si porranno davanti. La guerra la priverà dei suoi tre figli e la lascerà sola, con il cuore ormai indurito dal
dolore; ma il suo istinto materno ormai completamente offuscato non le permetterà di rendersi conto che la guerra è un
male; anzi lei cercherà in essa nuovi affari.

Tra i personaggi funzionali a Madre Courage vi sono i figli, che probabilmente rappresentano le qualità che si
allontanano da lei e che poi muoiono: alla fine Madre Courage andrà in cerca del figlio maggiore che rappresenta il
coraggio senza sapere che è morto, alla ricerca quindi di una virtù che è ancora convinta di avere ma che in realtà ha già
perso. Gli altri personaggi minori con cui Madre Courage si confronta (Yvette, il cappellano, il cuoco), in realtà non le
sono funzionali, in quanto non danno nulla a Madre Courage ne lei prende nulla da loro: è impermeabile a tutti gli
stimoli, per farle dimostrare una parvenza di umanità dovrà morire sua figlia

8. Episodio prescelto
Un episodio a mio parere significativo è quello della scena XI: protagonista è la figlia di Madre Courage, Kattrin, la
quale si arrampica sul tetto di una casa e suona il tambuto per avvisare gli abitanti di una città dell'attacco a sorpresa di
alcuni soldati nemici. Eroicamente ella sconta il suo gesto generoso con il sacrificio della vita. A Kattrin è affidato
dall'autore il suo messaggio educativo contro la violenza della guerra.
“Alfiere (verso Kattrin): 'non ti sentono! E ora ti ammazziamo. Per l'ultima volta, butta già quel tamburo!' Giovane
contadino: 'Continua! O è finita per tutti! Dài, continua!' Arrivano i soldati con l'archibugio. Alfiere: 'Puntalo, presto!
(rivolto a Kattrin mentre l'archibugio viene messo sulla forcella) Per l'ultima volta, smettila! (Kattrin piangendo, batte
più forte che può) Fuoco!' I soldati sparano. Kattrin, colpita, continua ancora con qualche rullo, poi cade lentamente su
se stessa. Alfiere:'l'hai finita, col tuo rumore!' Ma agli ultimi rulli del tamburo di Kattrin succede il rombo dei cannoni
dalle mura della città. Da lontano, un confuso scampanio e colpi di cannone. Prim soldato:'C'è riuscita.' ”.

9. Linguaggio
Lo stile è semplice, con vocaboli di stile basso, perché la guerra raccontata è quella dei poveri e degli umili, non dei
potenti. Sono frequenti i pensieri dell’autore all’interno dei dialoghi.

10. Interpretazione e giudizio


Questo dramma ha come tema centrale quello della guerra, in questo caso la Guerra dei Trent'anni, in particolare i
rapporti economici, sociali, famigliari, di potere che tale realtà evidenzia ed esaspera. Questo libro mi è piaciuto molto
perchè giudizio è ovviamente di totale rifiuto della guerra, in quanto essa eccita gli istinti più brutali dell’uomo; l’opera,
e quindi il teatro, deve essere deterrente della guerra e della violenza; solo attraverso un lavoro di riflessione in noi
stessi e con un sistema di studio nella storia passata e presente potremo sfruttarne la sua funzione paradigmatica e non
commettere più gli stessi errori. Brecht, inoltre, attraverso le sue figure becere ed ignoranti, ci avvisa che l’ignoranza
porta inevitabilmente ad una regressione, e l’unica arma a disposizione è la cultura e l’essere vivi, cioè partecipare
attivamente della realtà che ci circonda.

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