Sei sulla pagina 1di 1

centonove

22 15 MARZO 2002
SICILIA
DELITTI Esce dal carcere dopo 28 anni l'uomo accusato di aver ucciso la nipotina di 9 anni e le sue
due amichette. Storia di un giallo che ha sconvolto il Paese. Ancora con troppi lati oscuri
& CASTIGHI

Il mostro Il cordoglio del Papa


MARSALA

A
nche Papa Paolo VI seguì con trepidazione la vicenda.

di Marsala Il pontefice incaricò l’allora vescovo di Mazara del Val-


lo, Giuseppe Mancuso, di partecipare ai genitori del-
le vittime la sua apprensione. E assieme al cordoglio del
Santo Padre a Marsala arrivò anche quello dell’allora capo
dello Stato Giuseppe Saragat. Ma non solo. Ai funerali del-
la piccola Antonella, Marsala fu invasa da scolari e studen-
ti da tutte le scuole della provincia. Le cronache dell’epoca
Michele Vinci vive ora raccontano che tutti i fiori di Marsala vennero deposti ai pie-
di della piccola bara bianca, altri petali invece cadevano dai
a Viterbo. L'ombra balconi stracolmi di gente in lacrime. Ma la gente piange-
della mafia dietro va anche la sorte ancora incerta delle piccole sorelline Mar-
chesi che da lì a qualche giorno sarebbero state ritrovate.
il rapimento e una scia Nessuno in quella chiesa stracolma poteva immaginare che
il “mostro” era in mezzo a loro. Stesso rito qualche setti-
di morti misteriosi mana dopo per il funerale di Ninfa e Virginia Marchese. An-
che qui la città si fermò. Era l’epilogo di una vicenda che
di Laura Spanò Michele Vinci il giorno dell'arresto aveva tenuto con il fiato sospeso tutta l’Italia.

MARSALA so Michele Vinci a scaraventare le due sorelle Marchese in “giustificarsi”. La pista Li Mandri si chiuse, perché lo stesso

I
l “mostro” di Marsala è fuori. Il 21 ottobre del 1971 aveva una cava di tufo profonda venti metri”. L’imputato messo alle morì pochi giorni dopo precipitando da un terrazzo dove sta-
rapito la nipotina di nove anni, Antonella Valenti, e due sue strette dal procuratore Terranova confessò e al processo dis- va sistemando una tubatura. Ma c’è ancora un’altra morte
amichette, Ninfa e Virginia Marchese, di sette e cinque an- se che a ingiungergli di rapire la nipotina era stato il profes- misteriosa che ruota attorno a questa vicenda. Ignazio Guar-
ni. Le tre bambine vennero ritrovate morte dopo giorni di sore Francesco Nania, singolare inventore di Marsala, molto rato, 19 anni che abitava a 50 metri dal fondo di Giuseppe
sofferenze inaudite. A trent’anni da quel brutale triplice omici- schivo. Lo stesso Nania venne arrestato e poi assolto con for- Guarrato, suo parente, venne trovato in fondo a un pozzo
dio, Michele Vinci, è tornato libero e da qualche mese vive a mula piena. Praticamente Vinci sostenne che era stato pres- dopo aver preso un fucile e detto alla madre: “Vado a cac-
Viterbo dove ha scontato gli ultimi mesi facendo il giostraio e sato affinché rapisse la nipotina, ma che lui non aveva ucci- cia”. Forse Giuseppe aveva visto qualcosa? Ma anche lo
dove sembra abbia trovato una nuova compagna dopo il di- so nessuno. Nessuno gli credette. Ma a distanza di trent’an- stesso giudice istruttore Libertino Alberto Russo non riusci-
vorzio dalla moglie Maria Impicciché. Era stato condannato in ni molti perché rimangono in sospeso. Intanto perché il padre va a capire perché Michele Vinci insistesse poi nel dichia-
appello a 28 anni, accusato di essere un pedofilo schizoide e di Antonella Valenti, che lavorava saltuariamente, aveva una rare di essere l’unico responsabile. Era infatti impensabile
di aver agito da solo in preda ad un raptus perché innamorato pistola? E perché quando gli venne rubata ne comprò un’al- che lui avesse potuto fare tutto da solo. Dalle indagini, emer-
della nipotina Antonella Valenti. Ma a trent’anni da quella orri- tra? Perché poi la madre di Antonella, dopo il rapimento del- se che la sera in cui Michele Vinci avrebbe trasportato il ca-
bile vicenda sono ancora troppi i punti oscuri. Molti, tra cui il la figlia avrebbe detto: “U’ dissi e u’ fici”. Riferendosi a chi? davere di Antonella in contrada Rakalia, era assieme ai ge-
suo stesso difensore dell’epoca, Elio Esposito, sono convinti Perché poi la notte in cui Michele Vinci portò il cadavere-mum- nitori della bambina in casa della nonna materna. Da lì si sa-
che Michele Vinci sia stato solo l’esecutore di un “mandato” mia di Antonella nella scuola di contrada Rakalia mancò la lu- rebbe assentato solo mezz’ora, perché la madre di Anto-
della mafia. Le indagini del procuratore Cesare Terranova e la ce in tutta Marsala? Era improbabile che fosse stato lo stes- nella aveva avuto il presentimento che la figlia fosse torna-
requisitoria del pm Giangiacono Ciaccio Montalto, entrambi so Vinci a spegnere le luci della città. Come mai poi Giusep- ta a casa ed era andato a controllare. Ma in mezz’ora Mi-
uccisi da Cosa Nostra, non sono riuscite a dare una spiega- pe Guarrato per 15 giorni non si sarebbe recato nel suo fon- chele Vinci non poteva andare in contrada Amabilina, cari-
zione convincente. Appare infatti improbabile che Michele Vin- do di contrada Amabilina? Ed ancora perché il professore Na- care il cadavere della nipotina, arrivare a Rakalia e tornare
ci abbia potuto sequestrare da solo tre bambe e tenerle pri- nia andava due volte alla settimana a insegnare applicazioni come se nulla fosse. Tutti questi “particolari” erano stati se-
gioniere per giorni. E tra le ipotesi non sufficientemente esplo- tecniche a Pantelleria spendendo di aereo più di quanto gua- gnalati dal giudice istruttore. Come del resto era stato igno-
rate a suo tempo c’è quella che: il rapimento di Antonella fos- dagnasse di stipendio? Ma soprattutto chi diede da mangia- rato anche il rapporto del maresciallo dei carabinieri Noto.
se stato “ordinato” a Michele Vinci dalla mafia. re alle sorelline Marchese, sopravvissute secondo la perizia Nello stesso veniva sottolineato che Benvenuto Nania, pro-
Cosa Nostra voleva in questo modo vendicarsi del padre medica per 15 giorni, quando si sa che un corpo umano non prietario della cartotecnica “San Giovanni”, all’epoca dei fat-
della bambina, Leonardo, emigrato frettolosamente in Ger- può vivere più di sei giorni senza acqua né cibo? E se a que- ti la più grossa azienda di Marsala, era partito per Milano con
mania per non partecipare a un piano criminoso che preve- sti perché poi si aggiungono alcune misteriose morti il quadro soldi prestati e in pochi anni aveva messo su una ditta che
deva il sequestro di un parlamentare vicino ai cugini Nino e diventa ancora più inquietante. Il 21 ottobre del ’71, giorno guadagnava miliardi. Per il giudice però quella fortuna era
Ignazio Salvo di Salemi. Il mancato rapimento del parlamen- della scomparsa delle tre bambine, Giuseppe Li Mandri, mu- dovuta solo alle ingegnose invenzioni del fratello di Benve-
tare avrebbe poi avuto come conseguenza il sequestro del ratore, sarebbe stato visto su una “500” con dei bambini a bor- nuto Nania, il professor Franco, che aveva anche brevetta-
suocero di Nino Salvo, Corleo. Questa ipotesi non venne mai do. Lo stesso Li Mandri, si presentò ai carabinieri e disse di to il sistema “Pallett”.
seguita con attenzione. Nella sentenza di allora tra l’altro si essere andato a trovare assieme ai figli il fra-
legge che: “Fu Vinci che, approfittando dell’assenza della mo- tello all’ospedale di Mazara. La moglie sentita
glie (in ospedale al capezzale della madre), fece salire la ni- dagli investigatori, negò dicendo che lei non ne
potina e le sue due compagne, le sorelline Ninfa e Virginia sapeva niente, che i bambini non sono am-
Marchese, sulla sua “500”, fu sempre Vinci a portarle poi nel messi in quell’ospedale e che non sapeva nem-
fondo di Giuseppe Guarrato in contrada Amabilina. Fu lo stes- meno che il marito era andato in caserma a Due
vittime
di Michele Vinci.
Da sinistra
RICOSTRUZIONI Antonella
Valenti

Testimonianze & silenzi struzione di contrada Rakalia a sette chilometri e Virginia


da Marsala, scoprono il corpicino di Antonella Va- Marchese
lenti. Sono Vito Gullo all’epoca 38 anni, mano-
Le tappe di una vicenda ed i suoi protagonisti vale edile e Giuseppe Passalacqua, 42 anni di-
pendente comunale. A farli avvicinare all’edifi-
MARSALA cio è il forte odore di bruciato.

T
anti sono i personaggi che ruotano attorno a questa vicenda. La scena è raccapricciante. Il corpicino di An-
Intanto le tre piccole vittime, Antonella Valenti, Ninfa e Virgi- tonella straziato da graffi e da lividi, bruciac-
nia Marchese, figlie di gente certamente non agiata. Leonar- chiato, malamente infagottato in una sorta di sacco di plastica. pite. Ma la perizia effettuata all’indomani del ritrovamento for-
do e Maria Valenti sono emigrati, la mamma delle sorelline Mar- Braccia e gambe legati con nastro adesivo. Altro nastro adesivo nirà un’altra versione. Ninfa e Virginia sopravvissero infatti per
chesi, Caterina, è casalinga, il papà Paolo è un bottaio. Vivevano sulla bocca e sulle narici. La sua morte risale a tre giorni prima 15 giorni. Considerata poi la tenerissima età delle vittime, set-
a Marsala nelle case popolari della Circonvallazione, poco di- del ritrovamento. Un ruolo fondamentale in questa vicenda c’è te e cinque anni, tutto farebbe presumere che dal 21 ottobre al
stante dal III Circolo Didattico di Piazza Caprera, dove si erano di- l’ha proprio il nastro adesivo. Sarà seguendo la lunga striscia di 1 novembre, data probabile del loro abbandono nella cava, le
rette verso le 13,30 di quel 21 ottobre del 1971, per accompagna- carta gommata che gli investigatori giungeranno, seppur tardi due piccole fossero state nutrite. Ma da chi? Fu lo stesso Vinci
re la piccola Liliana Valenti di sei anni, sorella di Antonella. Da per salvare le due sorelline Marchese, all’assassino, Michele o un’altra persona? Ed è, o sono, ancora in vita? Ci vollero 18
quell’ora, da quando cioè hanno lasciato dinanzi al cancello del- Vinci. Da accertamenti si scopre che a Marsala l’unica ditta che giorni per risolvere il caso anche se resistono alcuni punti oscu-
la scuola Liliana, nessuno le vide più. Le indagini sulla loro scom- utilizza quel nastro adesivo è la “San Giovanni” di Benvenuto Na- ri. Altri personaggi nel corso dei 18 giorni infatti entrarono nel-
parsa partirono in ritardo. Il nonno di Antonella, Vito Impiccichè nia. La stessa fabbrica dove Michele Vinci fa il fattorino. Alla fi- la storia. Il benzinaio tedesco Hans Hoffman, il quale sostenne
denunciò la scomparsa della nipotina che ospitava a casa sua, ne Vinci (zio della piccola Antonella) sentito dal procuratore del- di avere visto transitare diretta verso Castelvetrano una 500 blu
perché i genitori lavoravano a Baden in Germania, solo la sera al- la Repubblica Cesare Terranova confessa. Ma è ormai troppo tar- con a bordo delle bambine che si dibattevano. Una volontaria
le 20. Prima fece il giro di parenti ed amici. Quando scattano le ri- di. Le due sorelline Marchese il 9 novembre vengono ritrovate testimonianza questa, che in realtà rallentò e di molto il corso
cerche è già notte. A Marsala si concentreranno in poche ore cen- morte in una cava abbandonata a venti metri di profondità a po- delle indagini. La 500 blu L e il suo proprietario, tal Francesco
tinaia di uomini delle forze dell’ordine, sommozzatori, cani-poli- chi chilometri da contrada Amabilina. La loro morte si fa risalire Luminari, contadino. Automobile verso la quale i cani-poliziot-
ziotto, uomini dell’esercito ed elicotteri e, soprattutto centinaia di ad almeno 4, 5 giorni prima del ritrovamento. A condurre sul po- to si erano fermati subito dopo avere annusato i vestiti della pic-
volontari. Ma ci vogliono sette giorni prima che due operai che si sto gli investigatori è lo stesso Vinci, il quale confessa al giudi- cola Antonella appena ritrovata. Ma quanti per esempio hanno
erano avvicinati casualmente nei pressi dell’edificio ancora in co- ce di avere gettato le due bimbe nel pozzo subito dopo averle ra- visto e hanno preferito tacere?

Potrebbero piacerti anche