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Divisione Garibaldi
“Potente”
Brigata Partigiana
“Bruno Fanciullacci”
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Per vedere le cose dobbiamo prima di tutto
Guardarle come se non avessero senso alcuno:
come fossero un indovinello
A mio figlio.
Che si prenda cura della memoria
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Introduzione
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“Le bande partigiane operanti nei dintorni della città aumentavano ogni
giorno i loro effettivi e si davano un’organizzazione sempre più militare.
I vari e dispersi nuclei che più o meno avevano continuato la loro
attività nel complesso montuoso di Monte Morello e della Calvana,
nonostante i continui rastrellamenti, si fonderanno in una unità organica
controllata dai comunisti, che prenderà poi il nome di Brigata
“Fanciullacci”1
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Tratto da “La Resistenza a Firenze” di Carlo Francovich- La Nuova Italia Ed.- 1962
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Tratto da “Sestesi nella Resistenza” di D.Danti e G.Batistoni- Ed.Polistampa-1994
3
Tratto da “Storia della Resistenza” di Pietro Secchia e Filippo Trassati- Editori
Riuniti, 1965
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Brigata d’Assalto Garibaldina Caiani
Brigata d’Assalto Garibaldina Fanciullacci
Brigata Carlo Rosselli di Giustizia e Libertà
[…] La loro dislocazione è fra Monte Morello, Pratomagno e Monte
Giovi”4
4
Tratto da “Ponti sull’Arno” di O.Barbieri-Editori Riuniti- 1958
5
Tratto da “Brigata Sinigaglia” di A.Gracci- Feltrinelli Ed.-1976
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per la liberazione dal nazifascismo della città di Firenze, e che per sua
natura e degli uomini che vi hanno militato, è rimasta lontana dai
riflettori della storiografia partigiana locale
Il testo che presento è suddiviso in due parti: la prima è una trascrizione
fedele (errori compresi) della relazione ufficiale che la Brigata “B.
Fanciullacci” consegnò alle autorità al termine del conflitto, che riporta
in una dettagliata griglia cronologica tutta la sua storia, le vicende, i
conflitti con le truppe nazifasciste e le operazioni compiute.
La seconda parte lascia posto ad alcune immagini commentate in note
concettuali ed una bibliografia ragionata sul movimento di Liberazione
nella città di Firenze.
Molte informazioni sui luoghi e sugli uomini riportati nel testo posso
essere velocemente reperiti su www.resistenzatoscana.it
Buona lettura
David Irdani
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Relazione Ufficiale
sull’attività svolta
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COMANDO DIVISIONE D’ASSALTO
GARIBALDI “POTENTE”
Brigata “Bruno Fanciullacci”
Relazione Generale
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generalmente un’anzianità antecedente a quella di tale costituzione, e per
alcuni di essi questa risale definitivamente al settembre del 1943. Solo
alcune azioni, le principali l’attacco alla stazione ferroviaria di
Montorsoli, e l’attacco agli ammassi del grano di Galliano, venivano
eseguite in cooperazione con la Brigata “Lancillotto”, inquantoché
eseguita da un gruppo che scindeva poi il suo organico in due parti
distinte, una delle quali si portava sul Pratomagno per divenire
compagnia della brigata Lancillotto.
Per tale ritardata costituzione organica si riscontrava in queste
formazioni una più vasta e continua serie di funzioni di vari gruppi e di
squadre, mantenendo così una caratteristica del primo periodo di vita
partigiana.
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Poi per l’unificazione di tutti i gruppi partigiani, decisa dal Comando e
resa necessaria dalle prospettive del nemico di una violenta eliminazione
di quegli stessi gruppi, la formazione, alla quale si fondevano nuove
squadre isolate, iniziava lo spostamento verso il Monte Falterone.
Nella nuova dislocazione, la formazione era sottoposta a forti attacchi di
preponderanti forze nemiche, che si protraevano per vari giorni.
Nessuna garanzia presentava la situazione, per la vastità e la
preponderanza dell’attacco nemico, esteso a tutta la zona, e per le
severissime ed eccezionali leggi imposte in ogni località per tutta la
popolazione, che rendevano così impossibile ogni contatto, ogni
rifornimento, ed ogni possibilità di studio della zona.
Veniva così a divenire impossibile l’elaborazione di piani concreti che
consentissero una via d’uscita a quella situazione, chiusa in un cerchio di
ferro e di fuoco.
Anche questo compito però, per quanto si presentasse in una forma di
estrema gravità e nelle condizioni di peggiore disagio per tutti i
componenti, estenuati dal continuo combattimento, veniva risolto con
successo affidando l’incarico alle singole squadre, su vari punti
prestabiliti, per rientrare alle vecchie posizioni.
La formazione rinforzata da elementi del gruppo Lancillotto, e con
l’aggiunta di nuove numerose reclute, aveva ora il compito di agire
nell’Alto Mugello, e precisamente nel tratto compreso fra le due ferrovie
che da Firenze conducono verso Bologna e verso Faenza.
Tale zona rappresenta un punto vitale per i traffici del nemico in ritirata
verso gli Appennini, per l’ultima resistenza. Sul fronte di guerra non
erano rimaste che esigue forze di copertura, mentre il grosso transitava
verso nord, usufruendo in maniera sensibile quelle stesse strade, che ora
si trovavano sotto la minaccia continua dell’aggressività partigiana. Il
nemico per garantire il passaggio di tali truppe, e per non rendere
insopportabile una già grave situazione, tentava allora, e più volte, di
assicurarsi l’iniziativa, con una serie di rastrellamenti, e con l’appoggio
dei più moderni mezzi di guerra.
Ed è in questo periodo che si costituiva la Brigata “Fanciullacci”, che
avveniva ad organizzare i suoi servizi interni con i criteri già adottati
dalle altre formazioni.
Dopo giorni di lotta cruenta, che trovano la testimonianza in decine e
decine di località, alla Fanciullacci veniva assegnato il compito di
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stringere su Firenze per compiere l’accerchiamento nella parte nord-est
della città.
Però la sensazione più esatta per il momento più opportuno dell’azione, e
l’adozione di provvedimenti rivolti allo stesso fine, non potevano essere
portate a conoscenza da parte del Comando Divisione, che era rimasto
dall’altra parte delle linee, e di conseguenza con estrema difficoltà di
contatti.
Nella fase di avvicinamento, per la grande permeabilità della zona
occupata, e poi la contrazione graduale delle truppe tedesche a nord
dell’Arno, si rendeva impossibile il traversare le linee con la Brigata
completa, ed urgeva quindi un’immediata revisione del concetto
d’impiego, e l’elaborazione di nuovi problemi tattici.
Per questo dopo quattro giorni di continui combattimenti, il Comando
Brigata determinava di scindere la Brigata stessa in tre distinte masse,
ognuna delle quali con compiti differenti, tutti però portati a termine con
uguale e brillante successo.
Ed infatti la Brigata poteva prendere parte alla liberazione di Firenze di
Castello e di Sesto Fiorentino, ed allo snidamento dei gruppi di franchi
tiratori annidati all’interno.
Tali combattimenti nel loro crescendo, richiedevano sempre maggiori
sacrifici di sangue, che la combattività e lo spirito degli elementi della
Brigata non lesinano alla causa della libertà, e garantivano con la vittoria
il prezzo del riscatto dal fascismo.
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DIVIOSNE GARIBALDI “POTENTE”
Brigata “B. Fanciullacci”
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dopo aver bloccato tutte le vie di accesso, vengono bruciati
tutti i carteggi inerenti al servizio leva, sottratti
all’organizzazione Tod. 15 moschetti, 1 mitragliatrice, 2
mitra
e 72 bombe, ed esportato dalla casa di un repubblichino 29q.
di grano distribuiti alla popolazione.
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4.4.1944 Attacco in cooperazione con la Lancillotto alla stazione
ferroviaria di Montorsoli. Scontro coni militi fascisti, e
con treni di tedeschi sopraggiunti. Inflitto al nemico
gravissime se pur non accertate perdite e catturate molte
armi. 3 morti partigiani.
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28.5.1944 Raggiunto Collinella (Barberino), la formazione vi
si stabilisce nelle vicinanze.
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24.6.1944 Pattuglia tedesca attaccata sul Pian del Corniolo, 3 uccisi,
un partigiano ferito.
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Località non riportata perché non leggibile da documento originale
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11.8.1944 La brigata partecipa alla liberazione di Firenze, agendo sul
settore: Rifredi – Careggi – Castello e Sesto Fiorentino.
7.9.1944 Smobilitazione.
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Il Documento originale è mancante di una pagina (andata smarrita) ed inizia come
riportato nel presente testo.
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Come documentato nella “Relazione Ufficiale”(1) molte azioni della Bgt
“B.Fanciullacci”, prima della Sua nascita, furono compiute con partigiani appartenenti
alla Bgt. “B.Lanciotto”.
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13.4.1944 La Formazione nella nuova dislocazione è sottoposta ad
un grande rastrellamento che si svolge su larga scala in
tutta la zona.
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ingegneri, rispondono all’intimazione del Comandante
dell’Azione e ne deriva un combattimento, e una critica
situazione, risolta facendo giustizia di tutta la guarnigione
e catturando tutto il materiale bellico, 2 caduti Partigiani.
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Un nostro plotone muove all’attacco, ma viene strinto in
un cerchio di fuoco di sopraggiunte forze nemiche.
All’estremo si attua una contro manovra partigiana,
mentre dalle postazioni delle armi pesanti, ed
automatiche, si mitraglia senza tregua le forze in arrivo,
compiendo larghi vuoti.
I compagni accerchiati combattono fino ad esaurire le
munizioni, ed a cadere sotto il piombo nemico, senza
arrendersi mentre i tedeschi in seguito alla micidiale
sparatoria, già decimati, sono costretti ad abbandonare il
campo. Da parte nostra 11 morti, 4 prigionieri e vari feriti.
7.9.1944 Smobilitazione. 9
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Il presente documento è mancante della firma di visto del Responsabile dell’Ufficio
Stralcio
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Appendice Immagini
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Il cippo in Località Pian degli Scollini. Il cippo originario (fotografato da Loder Pirro
“Gambalesta”) fu gravemente danneggiato da un ordigno piazzato da ignoti a metà degli
anni ‘70.
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Il cippo in Località Pian degli Scollini come è oggi (fotografato dall’autore)
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Una rarissima fotografia di un gruppo appartenente alla Brigata Fanciullacci nel
Mugello
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Lapide presente sulla facciata della Stazione Fs di Montorsoli (14) che ricorda i morti
partigiani uccisi nell’operazione, forse la più eclatante della Brigata, del 4 Aprile 1944. I
partigiani che parteciparono all'azione erano molto giovani ed esuberanti. Infatti la
segretezza dell'attacco non fu osservata: tutta Cercina seppe dei ragazzi "con il
fazzoletto rosso al collo, dirigersi alla stazione, occuparla, isolarla telefonicamente e
rinchiudere il capostazione e famiglia in una stanza". Alcune testimonianze raccontano
addirittura che alcuni giovanissimi del paese seguirono i partigiani per assistere in
diretta all'azione.
L'attacco fu ordinato dal CTLN, perché sul treno si trovavano molti ufficiali tedeschi che
si recavano nel Mugello per preparare i rastrellamenti nella zona. Occupata la stazione
e appostatisi i partigiani attesero l'arrivo del treno. Il conflitto a fuoco durò molti minuti.
Sul campo di battaglia rimasero uccisi tre partigiani, i cui corpi furono oltraggiati da
militi fascisti accorsi da Firenze saputo dell'avvenimento. (Fotografie ad opera di
G.Baldini-www.resistenzatoscana.it)
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Lettera datata 27.10.1967 dove il Comitato Anpi di Firenze assicura il partigiano
Gambalesta, Loder Pirro, che sarà edificato un monumento dedicato ai partigiani sul
territorio di Monte Morello
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“Villa Triste” dove trovarono morte e terrore molti antifascisti fiorentini fra cui Bruno
Fanciullacci. Il comune di Firenze ha dedicato il nome della strada al gappista fiorentino
(Largo Bruno Fanciullacci) -
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Dettaglio di una finestra che si affaccia ai sottosuoli dell’edifico, dove venivano inflitte
le torture dagli uomini della famigerata Banda Carità. Il Maggiore Mario Carità, milanese
di nascita, iniziò la sua “carriera” come piazzista di elettrodomestici in un negozio di Via
Panzani a Firenze, denunciando i clienti che gli chiedevano consigli su come ascoltare
Radio Londra. Mentre i partigiani liberavano la città di Firenze, lasciò la città per
scappare verso il Nord Italia. Trovò la morte nei pressi dell’Alpe di Siusi (Bz).
(Fotografie 14-15 ad opera di G.Baldini-www.resistenzatoscana.it)
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Raro Fazzoletto con la dicitura “B.ta d’Assalto Fanciullacci Div.ne Arno” con ricamate
due Falci con Martello appartenuto al Partigiano “Orso” partigiano della Brigata
“B.Fanciullacci”
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Bracciale indossato dai Partigiani fiorentini distribuito dal CTLN.
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Un manifestino del CTLN distribuito nei primi giorni di Agosto 1944. Al punto 5 si
enuncia:” Questo Comitato, ben conscio della propria responsabilità di fronte alla
cittadinanza tutta, dichiara che l’unico modo per impedire o diminuire le stragi e le
violenze è quello di combattere. Appena iniziano gli atti di violenza si deve rispondere
con la violenza. Gli armati, sotto il nostro Comando sono migliaia. Ma la loro opera per
difendere i cittadini e la città sarà efficace solo se in ogni casa, in ogni quartiere, in ogni
animo si è pronti a rintuzzare l’offesa dei tedeschi. Chi assiste a delle violenze e non
reagisce è un traditore (…)”
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Un manifesto che i nazifascisti affissero in vari comuni per scoraggiare ed impaurire la
popolazione vicina idealmente e fisicamente ai Partigiani. Chi denunciava o forniva
informazioni su personaggi legati al movimento partigiano avrebbe ricevuto denaro e
beni per la sussistenza:- “Fino a lire 10000 e chili 10 di sale per la segnalazione di un
deposito o rifornimento aereo di armi o esplosivi oppure di capobanda e in altri casi
particolari”. Gli uomini della Brigata Fanciulacci godevano di ottima stima da parte delle
popolazione nella zona di Cercina-Sesto F.no-e nella zona del Mugello. Molti partigiani
provenivano proprio da questi paesi.
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21-22-23 La relazione (prime tre pagine) dattiloscritta in copia fotostatica originale
consegnata alle Autorità dalla Brigata Partigiana “B.Fanciullacci” da cui è tratta la
presente pubblicazione
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Bibliografia
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Fonti archivistiche
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Fonti internet
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(www.resistenzatoscana.it)
Associazione resistente Prato (www.associazioni.prato.it/resistente)
Progetto memoria Regione Toscana
(www.eccidi1943-44.toscana.it)
Associazione Nazionale Partigiani Italiani
(www.anpi.it)
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Ringraziamenti
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Note
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Appunti
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