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Giuseppe
Garibaldi,
l’uomo
il condottiero,
il generale:
un mito europeo
a convegno
Antonello Biagini
Presidente del Comitato di Roma
per la Storia del Risorgimento italiano
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Giuseppe Garibaldi, l’uomo il condottiero, il generale: un mito europeo a convegno
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A fianco, l’olio
su tela di Induno
“Garibaldi si
imbarca” del 1860
proprio per la generosità, il disinteresse personale testimoniano come egli sia personaggio di primo
e la capacità di intervento - un simbolo che trava- piano sulla scena del Continente.
lica immediatamente l’ambito nazionale e si per- La sua opera si inserisce nel più vasto progetto
petua nei decenni, in qualche caso con rilevanti di collegare la “questione” italiana, ormai sul tap-
strumentalizzazioni o rilevanti approssimazioni che peto, con i problemi nazionali della Media Europa:
tendono ad una sua “attualizzazione” priva di ogni una zona dove polacchi e magiari, serbi e romeni
fondamento scientifico. Garibaldi è innanzitutto e, più tardi, cechi, bulgari e albanesi, croati, mon-
uomo del suo tempo che viene introdotto alle idee tenegrini e greci dalla “primavera dei popoli” del
mazziniane nei primi anni trenta del secolo XIX 1848-49 in avanti si impegnano a fondo per la defi-
e, a mio giudizio, rimane sostanzialmente legato a nizione della propria nazionalità, libertà e indipen-
quelle concezioni: non esiste la libertà di un po- denza. Il loro obiettivo comune è quello di rompere
polo se anche agli altri non sono liberi. Il distacco le cornici dinastiche che da secoli li rinserrano in
da Mazzini si produce piuttosto sui metodi da uti- Imperi plurinazionali, quali l’Austria asburgica, la
lizzare per raggiungere l’obiettivo. In altri termini, Turchia ottomana e, per i polacchi, la Russia za-
Garibaldi reagisce a quello che considera un vuoto rista. Il cosiddetto “risveglio delle nazionalità non
e inutile insurrezionismo, destinato al fallimento, storiche” (così definite da Otto Bauer, perché inse-
privilegiando piuttosto azioni coordinate e preven- rite e subordinate in più ampi Imperi) rappresenta
tivamente studiate. In questo senso, per la metodo- il dato fondamentale dell’intero secolo XIX, con un
logia utilizzata, Garibaldi è pienamente “militare” momento decisivo appunto tra il 1848-1849 e per
anche se non proviene dai ranghi e dagli studi delle giungere poi, in un trentennio, alla crisi d’Orien-
accademie. A tali qualità si affianca - e questo è un te del 1875-78. Per Garibaldi la “redenzione” e la
altro aspetto del “mito” - la capacità di motivare e libertà nazionale sono un assoluto, secondo l’inse-
condurre volontari, spesso digiuni di addestramen- gnamento ricevuto da Mazzini, per il quale nessun
to militare. Uomo di idee, ma soprattutto di ideali popolo può ritenersi veramente libero se altri sono
da calare nella realtà e da servire con il massimo oppressi, ma da capo militare qual è, egli sente tut-
impegno, sino all’ultimo Garibaldi si rivela larga- to questo in termini concretamente operativi. Così,
mente aperto e sensibile ai grandi problemi politici sin dal 1859, egli intende fare in modo che la pre-
e sociali della sua epoca. Giusto per questo l’aspet- senza in Italia di volontari garibaldini, appartenen-
to della sua complessa personalità che più salta agli ti alle varie emigrazioni centro-europee, abbia una
occhi è, senza dubbio, il muoversi suo e di quanti contropartita ben precisa, ovvero il sostegno a ogni
si definiscono “garibaldini” sulla più ampia arena popolo oppresso nella lotta contro l’oppressore. Che
internazionale, oltre che italiana: i problemi di fosse ampia, corale e vivamente sentita la presenza
ascesa nazionale e di elevazione sociale dell’Europa, europea fra le file dei combattenti con Garibaldi,
l’esempio che egli rappresenta, la presenza politica, soprattutto nell’impresa meridionale, lo attestano i
anche armata, nei problemi nazionali della Media numeri: tra 2.000 e 2.500 volontari stranieri.
Europa e dei Balcani; tutto questo e altro ancora La guerra del 1859 e, soprattutto, l’impresa dei
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IL CONVEGNO
Il 10 ottobre 2007 presso il Centro Alti fesa, dell’Amm. Di Paola, Capo di SM zioni politiche considerando l’azione bellica
Studi Difesa (CASD) studiosi civili e mi- della Difesa, del Gen. Giuseppe Valotto, come estrema ratio. Una considerazione
litari hanno dato vita ad un interessante Presidente del CASD, e del Col. Matteo che va sottolineata perché rende giustizia al
dibattito relativo alla complessa figura Paesano, Presidente CISM, hanno affron- ruolo di Garibaldi nel Risorgimento italia-
di Giuseppe Garibaldi, di cui ricorre il tato con precisione alcuni dei temi che sa- no. Le due relazioni successive della Prof.ssa
bicentenario della nascita. Il Convegno, rebbero stati approfonditi nelle successive Annamaria Isastia e Eva Cechinato hanno
organizzato dalla Commissione Italiana sessioni della giornata di studi. affrontato, tra l’altro, la vexata questio del
di Storia Militare del Ministero della Di- La prima sessione è stata aperta dalla re- volontariato e della confluenza dei garibal-
fesa (CISM) con il supporto scientifico lazione del prof. Romano Ugolini, Vicepre- dini nell’esercito regolare, mentre il Tenente
del Comitato di Roma per la Storia del sidente dell’Istituto per la storia del Risor- Gerardo Severino ha ricostruito le vicende
Risorgimento italiano e con il patrocinio gimento italiano, che ha tracciato le linee di quei finanzieri pontifici che preferiro-
del Comitato nazionale per le celebrazioni portanti della biografia dell’eroe mondata no unirsi ai garibaldini nell’Agro Romano
del bicentenario della nascita di Giuseppe dagli aspetti retorici per valorizzarne in- (1867).
Garibaldi, rappresentato dal presidente vece i reali contenuti, con luci ed ombre, Il Prof. Matteo Pizzigallo ha ricostruito il
On. Andrea Marcucci, pur inserendosi di una vita spesa in funzione della libertà contesto internazionale all’interno del quale
nell’ambito delle celebrazioni commemo- degli individui e dei popoli, con esperienze Garibaldi si è mosso durante la III guerra di
rative, ha voluto mettere a punto alcuni di “marinaio” (Prof. Mariano Gabriele), di Indipendenza, e la Prof.ssa Pasqualini l’in-
elementi fondamentali relativi alla figura stratega (Gen. Rocco Panunzi) sempre con terrelazione tra le esperienze internazionali
di Garibaldi e al periodo storico in cui si l’obiettivo ideale di applicare la giustizia - e quelle italiane. Ricche di novità e di spun-
è svolta la sua azione in modo non rituale, che pure in molti casi l’aveva perseguitato ti di riflessione, le due relazioni su Garibaldi
riuscendo a proporre considerazioni che - nella sua accezione più alta (Gen. Arnal- e la Francia (prof. Aldo Mola), e Garibaldi e
fanno anche giustizia di alcuni luoghi co- do Grilli). l’Inghilterra (prof. Massimo De Leonardis)
muni ormai consolidati intorno alla figura La relazione del Prof. Giuseppe Monsa- nelle quali, tra l’altro, si è precisato che il
dell’eroe dei due mondi. Alla presenza del grati ha aperto la seconda sessione, e tra le consenso verso Garibaldi nei due Paesi ci-
Segretario Generale della Difesa, dei Capi molte considerazioni sulla difesa di Roma tati deve essere realisticamente attribuito ai
di Stato Maggiore delle tre Forze Armate, e la spedizione dei Mille (1849-1860) il re- grandi interessi della politica estera di quei
dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia latore ha sottolineato come Garibaldi - la Paesi rivolta all’indebolimento del ruolo
di Finanza gli indirizzi di saluto dell’On. cui vita è stata scandita da molteplici azioni e della funzione storica degli Asburgo nel
Marco Verzaschi, Sottosegretario alla Di- militari - fosse in realtà propenso a solu- centro Europa. (A.B.)
Molti gli studiosi, civili e militari, presenti al convegno tenutosi al CASD in occasione del bicentenario della nascita di Garibaldi
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Da sinistra, l’Amm. Di Paola, il Presidente del CASD, Gen. Valotto, i Sottosegretari ai Beni e alle Attività Culturali, On. Marcucci
e alla Difesa, On. Verzaschi, e il Presidente della CISM, Col. Paesano
L’eroe dei due mondi ha rappresentato e continua a rappresentare un bilità e la pace - iniziative che hanno come denominatore comune il
simbolo del periodo risorgimentale e dell’unità d’Italia, una figura ro- principio di libera convivenza dei popoli - e quella visone innovativa,
mantica e avventurosa e al tempo stesso un leader e un combattente. capace di guardare al futuro, di raccogliere la sfida con pragmatismo,
La figura di Garibaldi è certamente quella di un uomo che ha messo decisione, realismo e capacità di conseguire obiettivi concreti.
le sue doti e le sue capacità al servizio di principi e valori di liber- L’analisi della figura di Garibaldi come militare consente anche una
tà, di giustizia, di indipendenza e autodeterminazione dei popoli riflessione sull’evoluzione che ha contraddistinto la sicurezza e le
in molti paesi del mondo, una dimensione che oggi definiremmo Forze Armate in questi duecento anni.
multinazionale, in un’epoca in cui le conoscenze, la tecnologia e gli Con la riflessione sul passato dobbiamo saper cogliere l’essenza di
strumenti disponibili offrivano certamente ben differenti potenzia- ciò che è stato, non per semplice nostalgia, ma per prepararci con
lità e opportunità rispetto ad oggi: per questo motivo le sue imprese intelligenza al nostro futuro.
assumono una valenza ancora maggiore. Noi tutti dobbiamo prendere spunto dal coraggio e dallo spirito
In un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti in ambito innovativo ed indomito che ha contraddistinto tutta la vita di Gari-
politico e sociale, egli seppe coglierne la portata e proporsi quale baldi per impegnarci a contribuire a dare concretezza alla dimensio-
leader e motore del nuovo. ne internazionale di una sicurezza, sempre più globale, che consenta
Se Garibaldi è uno di quei personaggi che sono entrati da pro- a noi e soprattutto alle generazioni future di continuare a vivere in
tagonisti nella storia è dovuto proprio al fatto che egli è stato un società libere e democratiche.
precursore, uno di quelli che di fronte ad un momento di vera e Più ancora auspico che i lavori della Commissione Italiana di Sto-
propria rivoluzione ha saputo non solo percepire e cogliere il senso ria Militare possano contribuire a sensibilizzare le componenti più
del cambiamento, ma anche agire in maniera proattiva, rompendo avanzate e lungimiranti del mondo degli opinion leader e degli opi-
gli schemi con il passato e guardando in maniera decisa al futuro. nion maker sull’importanza di una condivisa cultura della Difesa,
Proprio in un momento di rapidissima evoluzione - in particolare affinché, insieme, si riesca a far sì che il “sistema Paese” sappia essere
per lo strumento militare - come quello in cui stiamo vivendo, la in grado di rispondere efficacemente, nel contesto della comunità
sua figura può essere di riferimento per noi tutti. internazionale, alle nuove sfide della sicurezza globale.
Un riferimento che assomma in sé i principi ai quali le Forze Armate Giampaolo Di Paola*
italiane ispirano la loro azione quotidiana nelle missioni internazio- * Tratto dall’intervento tenuto il 10 ottobre 2007 al Convegno di studi: ‘’Giuseppe
nali a sostegno delle iniziative del nostro Paese per la sicurezza, la sta- Garibaldi, l’uomo, il condottiero, il Generale’’
Mille hanno avuto nella pubblica opinione europea di anni giungeva all’unità e all’indipendenza. Come
e più ampiamente internazionale, ripercussioni va- non esserne sbalorditi e come non specchiarsi negli
stissime, quali neppure si immagina: era l’Italia, un avvenimenti italiani, esaltandone i protagonisti? I
paese e un popolo ben conosciuti per aver dato al più grandi giornali inglesi, francesi, spagnoli, tede-
mondo una grande civiltà artistica, letteraria, reli- schi, svizzeri, russi, scandinavi, serbi, bulgari, greci,
giosa, di cultura ecc., che nel breve spazio di un paio romeni, polacchi, boemi o negli Stati Uniti, sono in
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molti a guardare con attenzione alle fasi decisive del più in ritardo fra tutti i popoli dell’Europa cen-
processo unitario italiano. tro-orientale nel lungo processo che si concluderà
Idee, aspirazioni simili emergono e si fanno con l’unificazione e l’indipendenza della Bulgaria
strada principalmente in area balcanica, una zona solo nel 1908, i loro maggiori esponenti nazionali
dove l’impegno di esponenti politici e nazionali si sentono subito sensibili alla predicazione maz-
e la stessa complessità dei problemi determinano ziniana e poi partecipi dell’impegno garibaldino.
tensioni molto vive: la volontà di veder alleggeri- In questo modo il binomio Mazzini-Garibaldi en-
to e poi eliminato il peso del dominio turco, che tra a far parte del patrimonio comune dell’intelli-
grava su questa parte dell’Europa dalla metà del ghenzia rivoluzionaria bulgara.
quattrocento nonostante attenuazioni e timide ri- Si può dunque concludere che nell’ambito
forme è il denominatore comune che unisce tutti europeo Garibaldi non sia solo un “mito” o, peg-
i popoli della penisola balcanica. I serbi del Prin- gio, una immagine oleografica da celebrare in ma-
cipato come erano stati i primi a muoversi con la niera rituale, quanto piuttosto l’interprete di un
rivoluzione del 1804 e poi a raggiungere un livello “sistema” di pensiero che travalica i confini della
di Stato semi-indipendente dalla Sublime Porta, nazione italiana. A partire dagli anni venti del XX
sono i primi a obbedire alle suggestioni garibal- secolo del suo “mito” si impossessano forze poli-
dine. Garibaldi non è ancora sbarcato sul con- tiche ideologicamente contrapposte (dal fascismo
tinente, che già nel luglio del 1860 un progetto al fronte popolare e ai socialisti) che poco o nulla
molto ardito nasce giusto in ambiente serbo da hanno a che vedere con le idee, l’etica e le azioni
Matija Ban. Quanto ai bulgari, proprio perché i di Garibaldi. ■
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