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COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE DI TERNI - ORDINANZA 11


NOVEMBRE 2009 , N. 161

Premesso che
1. - Sotto un primo profilo la società ricorrente prospetta il contrasto della norma con gli artt. 3 e 27,
secondo comma della Costituzione, ponendo in evidenza come la stessa preveda che nella
determinazione dei redditi di cui all'art. 6, primo comma del T.U.I.R i costi e le spese riconducibili
a condotte penalmente rilevanti non sono deducibili quando le condotte stesse sono «qualificabili
come reato» e non già quando sia stata accertata nel giudizio penale l'esistenza del reato e la sua
commissione ad opera del soggetto cui lo stesso è stato contestato (cioè in seguito a giudizio
definitivo di colpevolezza).
Al riguardo pone altresì in evidenza che l'Amministrazione finanziaria, nel fare applicazione della
norma al caso di specie, sostiene - uniformandosi a quanto chiarito sul punto dall'Agenzia delle
entrate, Direzione Centrale Normativa e Contenzioso con la circolare n. 42 del 26 settembre 2005,
in merito all'applicazione del comma 8, dell'art. 2 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, che ha
introdotto la disposizione di cui al comma 4-bis nell'art. 14 della legge 24 dicembre 1993, n. 537 -
che la norma in esame farebbe riferimento a fattispecie «potenzialmente qualificabili come reato» e
che tale qualificabilità sorgerebbe già nel momento della trasmissione al Pubblico ministero della
notizia di reato a carico del contribuente (nel caso di società, enti o associazioni a carico degli
amministratori o legali rappresentanti), non richiedendosi, quindi, che l'azione penale sia stata
avviata o che il fatto sia stato già accertato con sentenza di condanna.
Sostiene la società ricorrente che siffatta tesi, desunta dall'espressione letterale usata dal legislatore,
è inaccettabile, in quanto gli effetti tributari negativi per il contribuente, derivanti dalle condotte
penalmente sanzionate non deriverebbero dalla accertata esistenza ed attribuzione del reato al
contribuente stesso (cioè dal presupposto su cui si basa l'indeducibilità dei costi sostenuti per la
commissione del reato stesso), ma scaturirebbero dalla mera possibilità dell'affermazione di
colpevolezza, in un momento anteriore a questa, quando, cioè, opera la presunzione di innocenza
posta dall'art. 27, secondo comma della Costituzione. ……..

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TERNI---ORDINANZA-11-NOVEMBRE-2009-2c-N-161.aspx

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