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Scuola

Indice
Indice 1

Introduzione 1

Obiettivi 2
Numero alunni e riforma Gelmini 2

Proposte 2
Personale Scolastico 2
Dirigenti Scolastici 3
Aumento budget finanziario 3
La formazione iniziale e il reclutamento dei docenti 3
Personale ATA 4
Contrasto della dispersione scolastica 5
Edilizia e architettura: sicurezza e innovazione 5
Scuole Paritarie 6
Invalsi 6
Alternanza Scuola-Lavoro 7

Introduzione
Il Movimento 5 Stelle desidera una società in cui la violenza e l’odio siano contrastati
principalmente attraverso l’educazione scolastica, fin dai primi anni di vita. La nostra
ambizione più̀ grande è proprio quella di formare cittadini consapevoli del proprio valore e
delle proprie risorse, capaci di superare i conflitti, che rispettino e valorizzino le diversità.
Immaginiamo una società pronta a includere le minoranze, promuovendo la cultura della
tolleranza, contrastando il bullismo e il cyber bullismo, la violenza di genere ed ogni forma di
discriminazione. Per questo motivo è importante investire su nuovi percorsi interdisciplinari
di educazione alle emozioni, all’affettività̀ e alla parità̀ di genere. Tutto ciò̀, coniugato a un
potenziamento dello studio della nostra Costituzione, sarà̀ imprescindibile per formare
cittadini del futuro critici e consapevoli.
Tutte le finalità citate comportano un ampliamento delle risorse umane a disposizione delle
scuole, e una valorizzazione del personale docente ed educativo già presente negli istituti,
oltre all’istituzione di un piano formazione di qualità rivolta a tutti gli operatori del mondo
della scuola.

Obiettivi
Il Movimento 5 Stelle si propone di riportare la scuola statale italiana al centro del
sistema Paese, consentendole di tornare a essere un’eccellenza a livello internazionale,
anche mediante un incremento della spesa pubblica per l'istruzione, elevata agli standard
europei. Riteniamo, infatti, indispensabile fermare la politica dei tagli lineari, assicurando
maggiori risorse all'istruzione scolastica fino al raggiungimento della media europea.

Numero alunni e riforma Gelmini


Tra i primi obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere c’è sicuramente la limitazione del
numero di alunni per classe (massimo 20/22), allo scopo di consentire ai docenti di lavorare
in un contesto organizzativo e didattico completamente diverso da quello attuale, e
assicurare la giusta attenzione agli studenti con difficoltà, particolari potenzialità e diversi
talenti. Cambiare la riforma Gelmini significa anche ripristinare il tempo pieno e le
compresenze nel primo ciclo d’istruzione. Le compresenze di docenti in classe e la
programmazione in team andrebbero poi estese anche agli altri gradi scolastici, in modo da
ampliare le opportunità formative e applicare modalità didattiche innovative, diverse dalla
lezione frontale.

Proposte

Personale Scolastico
Il personale scolastico rappresenta, senza alcun dubbio, uno dei pilastri fondamentali su cui
regge oggi l’intero sistema di istruzione italiano. Grazie alla qualità e alla professionalità dei
nostri docenti, e di tutti i soggetti che a vario titolo fanno parte del personale in servizio
presso le nostre scuole, il sistema è riuscito a reggersi in piedi nonostante siano state messe
in atto una serie di sciagurate riforme, culminate con l’approvazione della c.d. “Buona
scuola”, che avrebbero potuto determinarne il rilancio e, invece, continuano a portarla verso
il collasso.
Dirigenti Scolastici

Aumento budget finanziario


Il funzionamento delle nostre scuole risulta fortemente indebolito anche a causa della
mancanza di un numero sufficiente di dirigenti scolastici. Crediamo sia di fondamentale
importanza mettere questi ultimi nella condizione di avere strumenti e risorse adeguate al
quotidiano funzionamento dell’Istituzione scolastica, e alla realizzazione del Piano
dell’offerta formativa (POF). Per questo motivo ​intendiamo aumentare il budget
finanziario da stanziare, e semplificare l’accesso ai fondi europei, in modo che siano
garantiti uniformemente a tutte le scuole.
Tra le azioni che il M5S ha intenzione di implementare sono da evidenziare:

● l’assunzione del numero dei dirigenti scolastici necessari eliminando le reggenze;


● l’ampliamento delle risorse per la gestione degli Istituti scolastici;
● il maggior supporto per l’accesso ai fondi europei e adeguata attenzione alle aree
disagiate;
● la rimodulazione delle responsabilità relative alla sicurezza;
● l’estensione dei processi decisionali a strutture intermedie competenti
periodicamente elette dal collegio docenti;
● l’aumento stipendiale di tutto il personale scolastico (Dirigenti, docenti e ATA);

La formazione iniziale e il reclutamento dei docenti


Il sistema di reclutamento dei docenti rappresenta senz’altro uno degli aspetti più critici e
complessi dell’attuale modello scolastico. La scuola italiana, infatti, da tempo paga lo scotto
dell’attuazione di politiche che hanno condotto ad un continuo sfruttamento del personale.
Fin dal 2014, abbiamo proposto di mettere a punto un piano di assunzioni pluriennale di tutto
il personale precario avente diritto, basato sull’effettivo fabbisogno delle scuole.

Riteniamo dunque essenziale:

● abrogare la chiamata diretta ed eliminare gli ambiti introdotti dalla Legge n.107 del
2015, c.d. “Buona Scuola”;
● monitorare il percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione
docente (FIT), per un’eventuale riduzione da tre a due anni (uno formativo e uno
dedicato all’esperienza sul campo) ed eventuali revisioni dei requisiti di accesso;
● censire i precari ancora presenti nelle varie graduatorie, soprattutto nelle classi di
concorso in esubero (diritto, storia dell’arte, musica…), ai fini di attuare un
programma di assunzione il più possibile rispondente al fabbisogno delle scuole;
● incentrare la formazione iniziale dei docenti sugli aspetti didattici e metodologici della
professione, sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sulle importanti sfide a cui saranno
chiamati i cittadini di domani e per cui saranno fondamentali l’educazione civica,
ambientale, alimentare e l’educazione alle emozioni, all’affettività, alla parità di
genere e alla sessualità consapevole.
● ripristinare l’inserimento dei docenti idonei ai concorsi nelle graduatorie di merito;
● Il piano di assunzioni straordinario della L.107 su base nazionale e gestito da un
algoritmo fallato e fallace ha creato gravi distorsioni nella distribuzione nazionale dei
docenti, creando un esodo forzato di docenti perlopiù dal Sud al Nord, per la maggior
parte delle volte ingiustificato.
Bisogna prevedere, dopo aver analizzato i dati, un piano per eliminare le suddette
distorsioni, in considerazione delle reali necessità delle scuole anche alla luce dei
provvedimenti previsti nel presente programma in merito agli organici.

Personale ATA
Un ingranaggio fondamentale del sistema scolastico è rappresentato dal personale ATA (il
personale amministrativo, tecnico e ausiliario), o non docente.

Di questa categoria fanno parte:


● gli assistenti amministrativi, o personale di segreteria;
● il Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA ), che ha funzioni principalmente
di carattere amministrativo e contabile;
● gli assistenti tecnici, che si occupano della funzionalità dei laboratori;
● i collaboratori scolastici, che hanno mansioni legate alla sorveglianza e all'accoglienza
degli alunni, nonché alla pulizia dei locali e degli spazi scolastici.

Proponiamo l’internalizzazione di questi servizi, ponendo fine allo sfruttamento dei lavoratori
e allo spreco di denaro, inserendo nelle graduatorie provinciali tutti coloro che hanno svolto
almeno 3 anni di servizio nel ruolo ATA, e procedendo al relativo scorrimento per la
copertura dei circa 12 mila posti previsti, così come previsto dall’attuale procedura di
reclutamento del personale ATA.

Riteniamo che in tal modo sarà possibile:

● ripristinare i 2020 posti ATA tagliati in legge di Stabilità 2015;


● ripristinare le supplenze brevi;
● sbloccare i posti ATA accantonati, al fine di internalizzare i servizi di pulizia, con una
pubblica selezione (scorrimento graduatorie provinciali) che copra i circa 12 mila
posti e che tuteli chi per anni ha svolto le mansioni in questi ruoli;
● prevedere regolari concorsi per l’assunzione dei DSGA, tutelando chi ha maturato
l'esperienza in questo ruolo;
● ampliare l'organico ATA sulla base del fabbisogno delle scuole assicurando almeno
un collaboratore scolastico per ciascun piano dell’edificio;
● prevedere la figura dell'assistente tecnico anche nelle scuole del primo ciclo.
Contrasto della dispersione scolastica
Uno dei problemi principali della scuola italiana è senza dubbio rappresentato dall’altissimo
tasso di dispersione scolastica, ovvero l’elevato numero di alunni che abbandonano la
scuola prima del compimento dell’obbligo scolastico. ​Attualmente la percentuale di
dispersione scolastica si attesta al 14,7%, con grandi differenze tra le diverse Regioni
d’Italia ​(si va dal 25% di Sicilia e Sardegna all’8% di abbandoni del Veneto secondo i dati
MIUR 2013). Un dato allarmante, soprattutto in vista del raggiungimento dell’obiettivo pari al
10% fissato dalla strategia Europa 2020 entro i prossimi tre anni.

Per contrastare la dispersione scolastica, che determina per il nostro Paese costi
elevatissimi in termini sia economici che sociali, ​è necessario attuare un vero e proprio
programma di rafforzamento della presenza della scuola sui territori, soprattutto nelle
zone più disagiate​. Come già evidenziato i costi economici reali sono davvero
impressionanti: la dispersione arriva a costare all’Italia molti miliardi di euro ogni anno.
Secondo quanto riportato da un’indagine richiamata dalla stessa Autorità Garante per
l’Infanzia e l’Adolescenza, l’azzeramento della dispersione scolastica potrà avere un
impatto talmente importante sul PIL, con una forbice che va dall'1,4% al 6,8%, che
consentirebbe al nostro Paese di recuperare dai 21 ai 106 miliardi di euro​.

Il Movimento 5 Stelle vuole:

● prevedere massimo 22 alunni per classe (20 in presenza di un alunno con disabilità),
anche attraverso un significativo ampliamento degli stanziamenti in favore dell’edilizia
scolastica;
● ripristinare e potenziare il tempo pieno e le compresenze e la programmazione in
team;
● promuovere la didattica innovativa e interdisciplinare;
● promuovere progetti educativi curricolari ed extracurricolari che valorizzano gli aspetti
applicativi e le competenze pratiche, le attività espressive e sportive.

Edilizia e architettura: sicurezza e innovazione


L’attuale condizione strutturale delle scuole italiane rappresenta uno dei punti più critici del
nostro sistema scolastico. Dal quadro emerso dalla lettura dei dati resi noti dall’anagrafe
dell’edilizia scolastica, strumento di monitoraggio previsto dalla legge n.23 del 1996 ma
arrivato – e non ancora a pieno regime – con ben 20 anni di attesa, è possibile affermare
che la situazione delle nostre scuole sia assolutamente allarmante. La fotografia della
situazione degli istituti scolastici, elaborata attraverso i dati forniti dalle regioni al MIUR ci
dice che quasi il 50% è stato costruito prima dell’anno 1971. Metà delle scuole italiane ha,
quindi, oltre quarant’anni. A ciò si aggiunga che ​solo il 70% delle strutture esaminate è
stato progettato per ospitare al suo interno un istituto scolastico​.
Occorre perciò:

● un piano decennale per la messa a norma e in sicurezza, la riqualificazione e il


rinnovamento di tutte le scuole italiane e degli ambienti dell'apprendimento;
● un piano di ricognizione e monitoraggio costanti dei lavori eseguiti;
● l’istituzione di un Fondo unico cui si accede tramite piani triennali.

Scuole Paritarie
Uno dei temi oggi più dibattuti in materia di istruzione è senz’altro rappresentato
dall’erogazione di contributi statali alle scuole non statali. Lo Stato, annualmente, si fa carico
di garantire ingenti risorse agli istituti privati, che per il solo 2018 comporteranno a carico del
bilancio pubblico una spesa pari a 518.250.640 milioni di euro.

Il M5S prone dunque:


● l’abolizione dei finanziamenti (facendo salvi i finanziamenti per asili nido e scuola
dell’infanzia nonché per istituzioni private in ossequio alla sussidiarietà orizzontale,
di cui all'articolo 118, comma 4 della Costituzione);
● Il contrasto ai diplomifici e ispezioni periodiche per la verifica dei requisiti delle scuole
private;
● La modifica della legge 62 del 2000 che ha istituito la parità scolastica per le scuole
private, affinché ci sia una distinzione chiara tra scuola statale e scuola privata.

Invalsi
Il sistema di valutazione delle performance degli alunni e delle scuole, che va sotto il nome
di INVALSI,(vale a dire: Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di
istruzione e di formazione), e che la legge c.d. “Buona Scuola” ha ulteriormente promosso,
sottende un’idea estremamente dannosa per il sistema scolastico, poiché accresce la
competizione tra scuole e tra alunni. ​Dobbiamo evitare che esistano scuole di serie A e
scuole di serie B, dal momento che la nostra Costituzione tutela il diritto allo studio e
a una scuola di qualità per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza
geografica, sociale o economica.
Oggi occorre effettivamente garantire un modello che assicuri una valutazione basata su
criteri oggettivi e adeguati:

● alunni​: eliminazione prove d’esame Invalsi, superamento della valutazione numerica


ed estensione della valutazione per competenze (certificazione per competenze
annuale)​, ​revisione del ruolo e della natura dei test Invalsi​.
● docenti​: eliminazione del bonus introdotto con la L. 107; valutazione con finalità di
crescita professionale e non punitiva; monitoraggio psico-attitudinale periodico per
promuovere il benessere della comunità scolastica.
● dirigenti: ​aumento degli ispettori con concorso nazionale.
● revisione del ​Sistema nazionale di valutazione (SNV), promuovendo una maggiore
centralità dell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca innovativa
(INDIRE) come organo di pianificazione e di impulso delle strategie di miglioramento
della qualità didattica (SNV).

Alternanza Scuola-Lavoro
La “Buona Scuola” ha ampliato in maniera spropositata le ore obbligatorie di alternanza
scuola-lavoro, e i più recenti fatti di cronaca hanno mostrato un quadro desolante,
determinato proprio dagli effetti derivati dall’attuazione di tali norme, con gli studenti costretti
in alcuni casi a denunciare episodi di vero e proprio sfruttamento da parte delle aziende.
L’alternanza voluta dal governo, benché abbia in qualche caso condotto a limitate
esperienze positive, si configura in troppi casi come una disponibilità di manodopera a costo
zero per le multinazionali, e come un onere burocratico per le scuole. Gli studenti hanno
chiesto a gran voce di essere tutelati, perché in poco tempo la riforma ha già mostrato il suo
vero volto, lontana dagli interessi dei ragazzi e dalla loro necessità di apprendimento.
L’alternanza scuola–lavoro, così come prevista dalla legge n.107, rischia di svuotare le
funzioni principali degli istituti scolastici anche per la bassa qualità dell'offerta formativa
proposta, ormai legata ad un finanziamento non adeguato al numero di ore obbligatorie.

Vogliamo che la scuola non perda mai di vista il suo fondamentale compito di
formazione dei nostri ragazzi, rimanendo una fonte di inesauribile ricchezza per loro e
non certo per le aziende che vorranno, invece, solo assicurarsi manodopera a basso
costo​.

Ci batteremo quindi per ottenere:


● l’eliminazione dell'obbligatorietà dell'alternanza scuola-lavoro promuovendo percorsi
FORMATIVI più ampi, configurati come un’ Azione di Apprendimento nel Territorio;
● l’abrogazione delle norme in materia presenti all’interno della Legge n.107, c.d.
Buona Scuola;
● la revisione degli enti formativi dell'istruzione professionale secondaria e degli Istituti
tecnici superiori (ITS)
Università e ricerca

Indice

Indice 1

Introduzione 1

Obiettivi 2
Un finanziamento adeguato al funzionamento degli Atenei 2
Interazione tra Università e società 2

Proposte 3
Lavoro 3
Docenza 4
Studenti e dottorati 5
Finanziamento delle università 6
Didattica 6
Governance 7
Valutazione 8
Ricerca 8

Introduzione
L’università italiana e il mondo della ricerca rappresentano un sistema integrato di assoluta
importanza per il nostro Paese. Lo sviluppo culturale e scientifico è in grado di produrre una
ricchezza di inestimabile valore, non soltanto attraverso la possibilità di formare al meglio le
nuove generazioni, ma anche grazie alla nascita di modelli innovativi per la nostra crescita

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culturale ed economica. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, le scelte incomprensibili da parte
dei Governi, che hanno continuato a sottrarre risorse al sistema universitario piuttosto che
favorire nuovi investimenti, hanno determinato un progressivo e preoccupante allontanamento
dell’Italia da altri Paesi, nel contesto europeo e internazionale, con gravi ripercussioni dal punto
di vista economico, entro un più generale e diffuso impoverimento di tutto il sistema della
formazione. Oggi, purtroppo, viviamo una situazione di estrema difficoltà, che deve
urgentemente essere invertita per consentire una rapida ripartenza. ​Il nostro Paese è dietro
tutti i principali sistemi comunitari, nonostante gli importanti impegni assunti all’interno
del programma “Horizon 2020”​, per garantire una maggiore crescita della percentuale di
laureati, oggi tra le più basse di tutta l’Europa.
Nella sfida globale per il continuo miglioramento dei modelli d’istruzione universitaria e del
fondamentale sviluppo del sistema di ricerca, servono soluzioni che ribaltino questo ​trend
negativo, riportando l’Italia nelle posizioni che le competono.

Obiettivi
Un finanziamento adeguato al funzionamento degli Atenei
La visione del Movimento 5 Stelle è quella di un sistema universitario equo, diffuso, sempre più
accessibile e in continuo e costruttivo dialogo con la società e il territorio che la circonda.
L’Università non può continuare a subire la nostra società e i suoi continui cambiamenti.
Dovrebbe invece guidarla e indirizzarla verso uno sviluppo sostenibile e attento ai bisogni dei
cittadini, i quali dovranno essere parte attiva di un cambiamento che passa necessariamente
dall’accrescimento del sapere e dalla conoscenza di nuovi strumenti che possano essere
utilizzati anche per creare e produrre nuova ricchezza, attraverso ​un miglioramento
complessivo di tutto il sistema e non soltanto la sola promozione delle eccellenze​.
Le Università devono rappresentare i centri dello sviluppo culturale ed economico dei nostri
territori, invertendo da subito il ​trend negativo che i nuovi sistemi di finanziamento hanno
determinato, con il progressivo sbilanciamento qualitativo degli atenei e, di conseguenza, delle
nostre Regioni. La ricerca dell’eccellenza non può essere perseguita solo in termini competitivi,
attraverso un’assurda gara per ottenere ciò che ​lo Stato dovrebbe invece assicurare a tutti
gli atenei: un finanziamento adeguato al loro funzionamento​.

Interazione tra Università e società


L’introduzione di un nuovo modello che assicuri un reale collegamento tra il sistema
universitario e la nostra società rappresenta un punto di svolta fondamentale per consentire al
nostro Paese di riprendere il suo cammino. Non è un caso, infatti, se le principali economie
comunitarie e mondiali dispongono oggi di sistemi universitari efficienti, i quali hanno consentito
a quei Paesi di superare le proprie difficoltà interne attraverso lo sviluppo di modelli formativi e
produttivi sempre più solidi. La base scientifica e culturale di un Paese ne determina la sua

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forza, poiché questa consente la formazione di cittadini migliori e, di conseguenza, assicura loro
la possibilità di competere nel mercato globale con gli strumenti necessari per vincere ogni tipo
di sfida. La nostra società è in continua evoluzione, e anche l’Università deve consentire ai suoi
studenti un percorso formativo adeguato attraverso gli strumenti necessari per affrontare i
cambiamenti che il futuro ci prospetta, primo tra tutti quello relativo ai modelli lavorativi che ha
contribuito a determinare il momento di grave crisi che ci troviamo ad affrontare.
È per queste ragioni che ​il Movimento 5 Stelle ritiene necessario implementare la terza
missione delle università, attraverso l'interazione tra università e gli altri centri della
ricerca e del sapere con la società​. L'obiettivo primario dovrà garantire lo sviluppo sociale,
culturale ed economico del territorio, fornendo le competenze adeguate per affrontare al meglio
i continui cambiamenti, introducendo un modello di università che contribuisca a migliorare
attraverso i singoli territori.

Proposte
Crediamo in un Paese ad alto valore tecnologico, tale da poter valorizzare le risorse umane e
culturali e storiche che l'Italia possiede, e che oggi soffrono l’assenza di una visione.

Lavoro
La formazione culturale dei cittadini contribuisce a determinare la forza di un Paese, fornendo
gli strumenti necessari per affrontare i cambiamenti della società, primo tra tutti quello relativo al
mondo del lavoro.

Per questi motivi il Movimento 5 Stelle intende:


● Introdurre lo svolgimento obbligatorio di stage e attività laboratoriali nei percorsi di studio
che attualmente non lo prevedono;
● Incentivare il raccordo tra Università, centri di ricerca, scuole, enti pubblici e mondo
produttivo, anche attraverso il potenziamento di incubatori universitari;
● Incentivare la pubblica diffusione e condivisione dei risultati della ricerca elaborata da
enti pubblici, tra cui le università, secondo le indicazioni del programma Horizon 2020;
● Aumentare e migliorare il coinvolgimento degli atenei dei cittadini, sempre più importante
in un mondo del lavoro in continua e rapida evoluzione, sviluppando i processi di
Lifelong learning​;
● Coinvolgere le Università nella riqualificazione e riconversione professionale ​in itinere
dei lavoratori inoccupati, anche attraverso il coordinamento con i centri per l’impiego;
● Potenziare e sviluppare in maniera strutturale il dottorato industriale (da svolgersi
direttamente all’interno delle imprese);
● Revisionare il sistema della formazione tecnica terziaria, anche attraverso una maggiore
sinergia tra le università e gli istituti superiori tecnici e professionali;
● Riformare il sistema artistico-musicale: assicurare un maggior coordinamento tra i vari

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livelli d'istruzione (scuole a indirizzo musicale, licei coreutici, artistici e musicali, sistema
AFAM), prevedendo una revisione degli istituti AFAM e assicurando il completamento
dei processi di statizzazione degli istituti paritari in sofferenza.

Docenza
Per il rilancio di un Paese in crisi come l’Italia è fondamentale investire sulla sua capacità
d’innovazione: garantire al sistema universitario e al mondo della ricerca, nel suo complesso, un
ruolo centrale, significa assicurare una maggiore crescita, soprattutto grazie alle grandi risorse
umane di cui il nostro Paese è dotato. ​Per fare ciò è necessario, prima di tutto, avere una
classe docente competente, motivata e all’altezza delle aspettative, e che trasmetta il
proprio sapere alle nuove generazioni​. Sarà necessario introdurre un sistema che garantisca
un adeguato ricambio dei professori, riducendo al minimo fisiologico le condizioni di precariato,
che sia meritocratico, che non disperda il proprio ​know-how e, infine, che sia eticamente
ineccepibile.
Questi i motivi per cui Il Movimento 5 Stelle proporrà di:
● riformare il meccanismo di reclutamento, dello ​status giuridico ed economico dei
ricercatori universitari, reintroducendo il ruolo del ​ricercatore a tempo indeterminato
prevedendo l'obbligo di svolgimento di attività didattiche e abrogando la legge 240 sui
ricercatori di tipo A e B;
● introdurre un sistema di programmazione statale per garantire una selezione nazionale
di ricercatori sulla base delle esigenze didattiche e di ricerca ipotizzate preventivamente
dagli atenei;
● istituire un gruppo di esperti e addetti ai lavori che valuti gli effetti ed i tempi necessari
all'introduzione del ruolo unico della docenza universitaria;
● modificare il sistema di programmazione del fabbisogno del personale docente e
amministrativo e, contestualmente, abolire i punti organico;
● semplificare le figure pre-ruolo della docenza eliminando gli assegni di ricerca e creando
un'unica figura di post-dottorato;
● revisionare l'Abilitazione Scientifica Nazionale: introduzione di un meccanismo neutrale
e oggettivo con l’accertamento del possesso di predeterminati requisiti;
● semplificazione attraverso meccanismi che non penalizzino, artificialmente con formule e
parametri, gli individui attivi nella ricerca;
● introduzione tra i criteri necessari a conseguire l'abilitazione, anche le attività della
docenza;
● revisione dei settori scientifici disciplinari nell’ottica di una loro semplificazione,
adeguamento ai tempi e armonizzazione ai settori della ricerca internazionali;
● introdurre una norma ​ad hoc sui diritti, doveri e incompatibilità dei docenti universitari
con meccanismi che limitino i ruoli professionali extra accademici, quali consulenze,
incarichi politici (assessori, presidenze di enti pubblici o partecipati), progettazione, e che
introducano controlli efficaci e trasparenti sul regime a tempo definito;
● introdurre un sistema di verifica sullo svolgimento effettivo, da parte del docente, dei

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compiti didattici quali docenza, servizio agli studenti, anche introducendo un sistema di
timbratura obbligatoria e che preveda, in caso di assenza, sanzioni pecuniarie e
disciplinari;
● sbloccare gli scatti stipendiali per i docenti;
● riformare il sistema di reclutamento dei docenti eliminando le procedure comparative
locali e introducendo un meccanismo nazionale di assegnazione dei docenti sulla base
delle necessità preventivamente programmate degli atenei.

Studenti e dottorati
Con l’adesione al programma Horizon 2020 il nostro Paese ha assunto un impegno
fondamentale: raggiungere l’obiettivo del 40% di cittadini tra i 30 e i 34 anni in possesso di un
titolo universitario, o equivalente, entro i prossimi tre anni. Se gli altri paesi europei possono
vantare livelli di assoluta eccellenza per numero di laureati, con 8 Stati che già hanno superato
tale soglia, l’Italia ricopre oggi addirittura la penultima posizione di questa particolare classifica,
davanti soltanto alla Romania. ​Dopo anni di continui tagli è grazie alla proposta del
Movimento 5 Stelle che l’esecutivo si è visto costretto a cedere alle richieste per
l’introduzione di una No tax area​, attraverso la quale gli studenti potranno ottenere
l’esenzione dal pagamento della tassa di iscrizione universitaria. Questo provvedimento,
purtroppo, non è stato accolto così come era stato proposto, con una soglia di reddito maggiore
per garantire a più studenti l’esenzione. Attraverso l’estensione di tale beneficio per gli studenti
e per le loro famiglie sarà possibile garantire a più cittadini l’iscrizione ai corsi universitari,
innalzando, di conseguenza, la soglia dei giovani potenziali laureati italiani. È evidente come
tale innalzamento non soltanto consentirà il raggiungimento di un obiettivo fondamentale, qual è
l’aumento del numero di laureati, ma sarà una condizione di straordinaria importanza per la
crescita economica e sociale del nostro Paese. In una società sempre più orientata verso il
Longlife Learning gli studenti di domani, infatti, non saranno soltanto i ragazzi, ma anche, e
soprattutto, i cittadini a cui sarà affidato il compito di assumere scelte fondamentali per le nuove
generazioni.
Per questi motivi il Movimento ritiene necessario:
● assicurare più borse di studio, modificando la disciplina del diritto allo studio universitario
per incrementare la platea degli aventi diritto, anche introducendo criteri di reddito
equivalente su base regionale e investendo maggiori risorse statali;
● innalzare la soglia di reddito per ottenere l'esenzione dal pagamento della tassa di
iscrizione (No Tax Area).
● riformare il sistema del numero chiuso e ad accesso programmato;
● potenziare e valorizzare i corsi di dottorato;
● introdurre il dottorato industriale come percorso parallelo al dottorato accademico da
svolgersi direttamente all’interno delle imprese;
● raddoppiare il numero di studenti stranieri in Italia, portandoli a 100 mila, incentivando la
loro presenza presso le Università del Mezzogiorno;
● aumentare e migliorare il coinvolgimento degli atenei nella «formazione permanente»

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dei cittadini, sempre più importante in un mondo del lavoro in continua e rapida
evoluzione, sviluppando i processi di ​Lifelong Learning​.

Finanziamento delle università


Secondo i dati statistici l'Italia è il paese che utilizza meno risorse in istruzione e in particolare
nell'istruzione universitaria, in quanto la spesa corrisponde allo 0,3% del Pil, a fronte dello 0,8%
della media UE, mentre, in riferimento alla spesa pubblica, il nostro Paese spende soltanto lo
0,7% rispetto all'1,6% della media UE.
In un periodo di crisi così profondo come l'attuale, in cui la competizione tra Stati è fortemente
condizionata anche dalla ricerca e dall'innovazione tecnologica, è necessario rispondere con un
cospicuo incremento delle risorse destinate al ​Fondo di finanziamento ordinario delle
Università (FFO)​. È prioritario ridefinire i criteri di finanziamento delle Università per abbattere
la disparità di distribuzione delle risorse anche modificando il recente meccanismo basato sul
potenziamento dell'incidenza del costo ​standard.​
Per questi motivi il Movimento 5 Stelle ha intenzione di:
● aumentare la quota del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università (FFO) fino a
raggiungere adeguati livelli di finanziamento al sistema universitario e al suo
funzionamento;
● garantire una quota premiale aggiuntiva rispetto al Finanziamento Ordinario delle
Università;
● aggiornare i criteri di finanziamento delle Università tenendo conto di tutte le istanze
avanzate dalle istituzioni coinvolte e, in particolar modo, degli organismi di
rappresentanza quali il Consiglio universitario nazionale (CUN) e Consiglio nazionale
deli studenti universitari (CNSU);
● determinare una revisione del sistema di riparto del Fondo di finanziamento
ordinario delle Università (FFO) tenendo conto dei seguenti criteri​: ​1. spese
storiche di ogni ateneo,con l'impegno che ciascuna Università renda più trasparente e
monitorabile la gestione economica sia per le istituzioni nazionali sia per il cittadino; ​2.
qualità della didattica; ​3. qualità della ricerca; ​4. successo dei propri laureati sia
nell'ambito della ricerca sia nel mondo del lavoro; ​5. qualità dei processi e dei controlli
interni, anche sul personale docente e amministrativo; ​6. reclutamento di giovani
ricercatori e docenti; ​7. diminuzione della percentuale dei docenti di ruolo “improduttivi”
negli ultimi 4 anni; ​8. localizzazione geografica dell’Università prevedendo specifici
finanziamenti per gli atenei situati in aree economicamente depresse; ​9. impatto che
l’Università ha sullo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio; ​10. politiche
d’internazionalizzazione dell’Università.

Didattica
Nell'era dell'interazione e dell'interconnessione, la libera circolazione del sapere e il «fare rete»
rappresentano un aspetto determinante per il pieno sviluppo della nuova società. In questa

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prospettiva, gli enti di formazione culturale quali le Università assumono un ruolo centrale. È
tuttavia necessario adottare provvedimenti che migliorino e sviluppino ulteriormente la didattica.
Chi frequenta l’Università sa benissimo che alcuni professori faticano a garantire la
normale attività didattica, non adempiendo ai propri doveri, rendendosi perfino
irreperibili nelle ore di ricevimento degli studenti​. Riteniamo pertanto necessario prevedere,
a tal fine,l’introduzione di un sistema di timbratura obbligatoria e di verifica sull’effettivo
svolgimento del monte ore previsto per l’adempimento dei compiti didattici, nonché di servizio
agli studenti.
Particolare attenzione dovrà essere dedicata all’innovazione didattica, da affiancare alla
tradizionale offerta formativa. Occorre introdurre all’interno dell’Università le più recenti novità
scientifiche nel campo didattico e delle scienze cognitive, attraverso figure che le coordino e le
sviluppino.
Il Movimento 5 stelle, quindi, intende:
● completare il quadro normativo sulla didattica online con il fine di colmare le attuali
lacune legislative e regolamentari;
● introdurre meccanismi di accreditamento e di controllo più stringenti sui corsi privati
online;
● richiedere alle università telematiche private un organico docente di ruolo stabile;
● promuovere tirocini diffusi e maggiori esperienze degli studenti attraverso attività sul
territorio;
● introdurre la valutazione della didattica dei docenti anche attraverso il diretto
coinvolgimento degli studenti;
● incentivare l’offerta formativa online e telematica delle Università statali anche attraverso
finanziamenti finalizzati alla valorizzazione di modelli già esistenti nelle Università
italiane.

Governance
Le riforme degli ultimi 10 anni hanno introdotto la revisione di numerosi aspetti organizzativi e
funzionali delle Università e dell'intero sistema Università-ricerca. Le lacune e i fallimenti,
tuttavia, sono sotto gli occhi di tutti. È necessario distinguere​, quindi, ​due livelli di
governance su cui intervenire: quella centrale, ovvero a livello ministeriale, e quella delle
università in qualità di istituzioni autonome​.
Per il Movimento 5 stelle è quindi necessario:
● introdurre un testo unico per l'Università;
● ridisegnare il ruolo dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della
ricerca (ANVUR), del CUN e del CNSU;
● rendere la struttura consultiva e strumentale del Ministero dell'Istruzione, dell'Università
e della ricerca (MIUR) più concreta, anche individuando puntualmente i soggetti che
potrebbero partecipare ai processi decisionali;

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● stabilire che il Rettore non sia il rappresentante della sola comunità scientifica, ma
dell’intera comunità universitaria e quindi eletto obbligatoriamente anche con voto del
personale amministrativo e degli studenti;
● bilanciare i poteri e le competenze del Senato Accademico e del Consiglio di
Amministrazione, con un ridimensionamento delle funzioni di quest’ultimo;
● prevedere che la composizione del Senato Accademico e del Consiglio di
Amministrazione siano elettive e rappresentative dell’intera comunità universitaria;
● introdurre il limite di mandato di ogni carica elettiva (rettore, direttori di dipartimento)
prevedendo la non rieleggibilità di queste cariche, con l’obiettivo di contenere gli
accentramenti di potere e i fenomeni clientelari all’interno dell’università.

Valutazione
La valutazione rappresenta oggi l’aspetto forse più importante del nuovo sistema di
finanziamento delle nostre università e del mondo della ricerca italiano. Dietro lo slogan della
continua ricerca del merito e dell’eccellenza si cela, ormai da anni, la volontà del governo
d’incidere direttamente sulla destinazione delle risorse. ​L’Agenzia nazionale per la
valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), gestisce oggi, di fatto, l’intero
sistema di finanziamento per le Università italiane e per il mondo della ricerca. Le azioni
proposte dal Movimento 5 Stelle sono di seguito esposte.
● Revisionare e semplificare il sistema di valutazione della qualità della ricerca (VQR).
● Ridimensionare le competenze, le funzioni e i costi dell’Agenzia Nazionale Valutazione
Università e Ricerca.
● Stabilire la rappresentatività territoriale e disciplinare nel consiglio direttivo del'ANVUR.
● Introdurre la valutazione per i docenti della didattica anche attraverso il diretto
coinvolgimento degli studenti.
● Prevedere una profonda revisione dei criteri «bibliometrici» (basati sul numero di
pubblicazioni e sul numero di citazioni ricevute), e dei parametri stabiliti dall’ANVUR.

Ricerca
Gli Enti pubblici di Ricerca italiani (EPR) svolgono oggi attività essenziali per lo sviluppo della
ricerca del nostro Paese. Nonostante la comune attività nei vari settori di competenza, il
modello italiano prevede, tuttavia, un sistema estremamente frammentato. Tale condizione ha
inevitabilmente determinato uno scarso coordinamento tra gli Enti, ed un carente
coinvolgimento sulle questioni di assoluta rilevanza in materia di politiche per lo sviluppo del
Paese. Il MoVimento 5 stelle ritiene necessario assicurare un maggior coinvolgimento degli enti
di ricerca e delle università italiane nelle scelte governative, sia nelle fasi di dibattito che
decisionali, affidando loro un ruolo adeguato nelle scelte politiche che riguardano lo sviluppo
culturale, tecnologico e scientifico del nostro paese.

È noto come in molti altri paesi, tra cui gli Stati Uniti, la politica ed il mondo della ricerca
presentino legami ben strutturati, garantendo uno scambio continuo, che costituisce un modello

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virtuoso di sviluppo sociale ed economico. Un sistema di ricerca forte genera, infatti, ricchezza
non soltanto dal punto di vista culturale e nell’affermazione di nuovi diritti sociali, ma assicura un
innalzamento del livello delle risorse disponibili.

Anche il mondo della ricerca italiano, così come il sistema universitario, ha subito nel corso
degli ultimi anni gli effetti negativi di un sistema premiale che ha assicurato maggiori risorse al
merito, ma le ha sottratte dall’ordinario finanziamento destinato agli enti di ricerca per
ridistribuirlo secondo criteri e modalità del tutto scorrette. Ciò ha inevitabilmente generato un
effetto non virtuoso, con gli enti migliori che attraverso le maggiori risorse riuscivano a garantire
adeguati standard e gli enti a cui queste venivano sottratte, non in grado di assicurare il normale
funzionamento. Il MoVimento 5 Stelle ritiene necessario potenziare la ricerca attraverso
maggiori finanziamenti pubblici, incentivando gli enti privati affinché possano contribuire in
maniera determinante all’innovazione e al potenziamento di tutto il sistema. Tale condizione,
tuttavia, non può ritenersi sufficiente per un reale miglioramento.

L’introduzione delle norme che hanno indebolito il sistema di ricerca italiano, con la continua
riduzione dei bilanci degli Enti Pubblici di Ricerca, hanno condotto ad una continua e
progressiva crisi del settore, la quale ha determinando condizioni di lavoro inaccettabili per i
ricercatori italiani, disattendendo quanto previsto dalle raccomandazioni europee, tra cui la
Carta del Ricercatore, secondo la quale gli stati membri dovrebbero adoperarsi per offrire ai
ricercatori condizioni sostenibili in tutte le fasi della carriera, indipendentemente dalla loro
situazione contrattuale e dal percorso professionale scelto, impegnandosi affinché vengano
trattati come professionisti e considerati parte integrante delle istituzioni in cui lavorano.

L’attuale condizione di profonda crisi e l’assenza di una volontà politica da parte di questo
esecutivo di assicurare il rispetto delle raccomandazioni a livello europeo, ha determinato delle
condizioni del tutto opposte rispetto a quelle auspicate, con una condizione generale di grande
difficoltà per i ricercatori e un continuo utilizzo di forme precarie, che hanno reso inaccettabile la
condizione dei lavoratori del mondo della ricerca.

Per questi motivi il Movimento 5 Stelle desidera:


● abolire la quota premiale intra-finanziamento ordinario;
● aumentare i fondi pubblici alla ricerca, e introdurre nuovi incentivi per incrementare
quella degli enti privati;
● disciplinare la figura del ricercatore degli enti di ricerca.
● creare un'Agenzia unica per la ricerca controllata dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri;
● incrementare la ricerca di base riorganizzando il sistema della ricerca universitaria e
implementando le risorse da destinare per raggiungere tali obiettivi;
● assicurare l’accesso pubblico ai lavori scientifici secondo gli standard di Horizon 2020
per le ricerche sostenute da finanziamenti pubblici.

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