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Premessa
La Scienza delle Costruzioni la disciplina di base dellingegneria
strutturale. Essa ha come scopo principale quello di fornire gli strumenti per
valutare la sicurezza e la funzionalit delle strutture resistenti delle costruzioni e
delle macchine, dove con il termine strutture si intendono dei solidi mono, bi o
tridimensionali aventi la funzione di resistere alle azioni cui sono sottoposti e di
trasmetterle al terreno di fondazione o, in generale, ai vincoli.
Verificare la sicurezza significa controllare che le strutture di una
costruzione siano in grado di sopportare i carichi che graveranno su di loro,
senza provocarne il crollo totale o parziale. Per effettuare tale verifica occorre
conoscere lo stato di sforzo cui soggetto il materiale per effetto dei carichi e
confrontarlo con la resistenza dello stesso materiale.
Verificare la funzionalit significa controllare che la risposta delle strutture
resistenti ai carichi sia compatibile con un corretto esercizio. Tale verifica si
effettua controllando che la deformazione degli elementi strutturali sia compati-
bile con le funzioni che essi sono chiamati a svolgere durante l'esercizio.
Per valutare la sicurezza e la funzionalit di una struttura occorre conoscere
la geometria della struttura
i carichi a cui sottoposta
i vincoli presenti
il materiale con cui realizzata
per poterli rappresentare attraverso dei modelli adeguati
F F/A
modello
l
reale
l A
l/l
F
MQ = F | P Q | sin = F b
dove la scelta del polo Q arbitraria. In tal caso, in base alle equazioni cardinali
della dinamica, la quantit di moto e il momento della quantit di moto del corpo
si mantengono costanti, per cui se il corpo inizialmente in quiete continua ad
esserlo anche sotto lazione di un sistema di forze equilibrato.
Se le condizioni di equilibrio (1.1) risultano soddisfatte per il polo Q, allora
lo sono anche per qualsiasi altro polo Q, in tal caso si ha infatti:
n n
MQ = i =1
(Pi Q) F i =
i =1
[( Pi Q) + (Q Q)] F i =
n
= MQ + (Q Q) F i = 0 (1.2)
i =1
i) ii) F1 iii) F1
F
F F3 F2
F2 F3
R= R MQ = M Q (1.4)
MQ = MQ + (Q Q) R = M Q + (Q Q) R = M Q .
Per un generico sistema piano di forze con R 0 esiste una retta, detta asse
centrale, tale che il momento risultante valutato rispetto ai suoi punti risulta
nullo. Pertanto, il sistema di forze risulta equivalente ad un sistema formato
dalla sola risultante R, applicata in un punto A dellasse centrale, rispetto al
quale si ha MA = 0. La direzione di R ed il punto A definiscono la retta dazione
della risultante, che coincide con lasse centrale. Se R = 0 si possono presentare
due casi: se il momento risultante M diverso da zero allora il sistema
equivalente ad una coppia M; se anche M = 0 allora il sistema in equilibrio.
La risultante R delle forze che compongono il sistema si pu ricavare
graficamente disponendo tutte le forze una di seguito allaltra, in tal caso R il
lato che chiude il poligono delle forze.
La retta dazione della risultante R di un sistema piano di forze si pu
determinare dalla condizione che il momento risultante di tutte le forze che
compongono il sistema sia nullo rispetto ad un punto A che appartiene a tale
retta, cio MA = 0. Tale condizione permette di ricavare un punto A appartenente
alla retta cercata, la cui direzione la stessa di R. Applicando la risultante R in
un qualsiasi punto di tale retta si ottiene un sistema equivalente a quello di
partenza formato da una sola forza, la risultante R.
i) F1 ii) F1 F2
3
F2
F F3
R R
risultante delle due forze rispetto ad un qualsiasi punto di tale retta, cio:
F 1 d1 F 2 d2 = 0 dove d1 + d2 = d
R F2
da cui: F1
F2 F1
d1 = d d2 = d d1 d2
F1 + F 2 F1 + F 2
d
F 1 d1 F 2 d2 = 0 dove d1 d2 = d
F1 F2 R
Pertanto:
F2 F1
d1 = d d2 = d d d2
F 2 F1 F 2 F1
d1
Due forze parallele a distanza d che hanno lo stesso modulo e versi opposti
formano una coppia, ovvero un sistema a risultante nulla (R = 0) e momento
risultante costante rispetto a qualsiasi punto del piano e pari al prodotto F d.
Infatti, il momento risultante rispetto ad un generico punto P preso a distanza x
da una delle due forze vale:
F F P
MP = F (d + x) F x = F d dove d = d1 d2 d x
per cui MP non dipende dalla distanza x, ovvero dal polo P scelto, ma costante
per tutti i punti del piano.
d
E. Radi - Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
TRAVI ISOSTATICHE 7
Q=ql d = l /2
mentre per una distribuzione lineare di carico q(x) = q0 x/l, come nella seonda
figura, si ha:
q0 l 2
Q= d= l
2 3
q q0
l l
q(x) = q q(x) = q0 x / l
E. Radi - Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
TRAVI ISOSTATICHE 8
Indicando con u = P P e u0 = P0 P0 si ha
u = u0 + W (P P0)
u = u0 + (P P0) = u0 + W (P P0)
0 3 2
= (1, 2, 3) W = 3 0 1
2 1 0
P P
P P P
Q u u
u u
Q
C
P P P
x2 P0
0
u0 u
R
0
u uu0 u0
P0 R P0 P0
P 0 P
u =u u = (PP0)
x1
x3
Gradi di libert
I gradi di libert g di un sistema meccanico sono il numero di parametri
necessari e sufficienti per descriverne la configurazione. In particolare, un corpo
rigido nello spazio tridimensionale ha g = 6 gradi di libert, pari al numero delle
equazioni di equilibrio. Note, infatti, le 3 componenti del vettore spostamento u0
di un generico punto P0, definito polo, e le rotazioni attorno ai 3 assi raccolte nel
vettore , la formula di Poisson fornisce lo spostamento di qualsiasi altro punto
P del corpo durante un moto rigido di ampiezza infinitesima, cio tale per cui gli
spostamenti e le rotazioni possano considerarsi infinitesimi.
uC = u0 + (C P0) = 0
u0 2 (C P0) = 0
Si osservi che C ortogonale ai vettori e u0, per cui C situato nel piano
del moto sulla retta passante per P0 ed ortogonale al vettore velocit del punto
P0. Se si sceglie C come polo (P0 = C) si ha u0 = uC = 0 e quindi
Un generico punto P del corpo subisce quindi uno spostamento nel piano in
direzione ortogonale alla congiungente il punto stesso con il c.i.r. e di ampiezza
proporzionale alla distanza tra il punto ed il c.i.r. Pertanto, se nota la direzione
dello spostamento di un punto del corpo allora il c.i.r. deve trovarsi necessaria-
mente sulla retta ortogonale a tale direzione, passante per il punto stesso.
2. LE TRAVI
Gli elementi che compongono una struttura vengono definiti travi, piastre (o
lastre) e volte (o gusci), secondo la geometria ed, in particolare, il rapporto tra le
dimensioni. Le lezioni che seguono si concentreranno essenzialmente su un
unico tipo di strutture, quelle formate da travi. Lo studio della trave sar tuttavia
preceduto dai fondamenti della meccanica dei solidi tridimensionali. Tale
impostazione generale costituisce anche il presupposto per affrontare lo studio di
altre tipologie strutturali, quali le piastre, le lastre, i gusci, le cupole e, in
generale, i solidi tridimensionali.
A
G
C
b=H/2 B=H
u 20 = u10 tg
u0 u0
P0
P0
x1
c.i.r. c.i.r.
Fig. 1 Fig. 2
u10 = 0 u 20 = 0
Tale vincolo sottrae due gradi di libert al corpo rigido cui viene applicato,
consentendo soltanto la rotazione nel piano attorno al punto P0, che rappresenta
quindi il centro di istantanea rotazione.
Per impedire lo spostamento del punto P0 la cerniera in grado di reagire
con un forza R, di componenti R1 ed R2 secondo un sistema di assi ortogonali, la
cui retta dazione passa per P0. Lintensit, la direzione ed il verso della reazione
vincolare R dipendono dalle forze attive applicate al corpo.
u 20 = u10 tg =0
x2 u0
x2
R2 c.i.r.
c.i.r. P0
P0
R1 C
x1 x1
R
Fig. 3 Fig. 4
u10 = 0 u 20 = 0 =0
Pertanto, non esiste alcun centro di istantanea rotazione per il corpo. Per
impedire qualsiasi movimento del punto P0 lincastro in grado di reagire con
un coppia C ed una forza R di componenti R1 ed R2. Le intensit ed i versi di C,
R1 ed R2 dipendono dalle forze applicate al corpo.
R2
P0
R1
C
Fig. 5
c.i.r
c.i.r
m=2
m=2 m=2 s =1
s =2 s =2
Fig. 6a Fig. 6b Fig. 6c
c.i.r
c.i.r.
B C C
c.r.r. R
A R R
R A B R A B
R
c.r.r. A B c.r.r.
Fig. 8a Fig. 8b Fig. 8c
uA = uB uA = uC
uA = uB uA = uC uA = u N
mi = 4
A B me = 2
C mi = 2
m = me + mi = 4
Fig. 9 Fig. 10
2
2
1
2
2 g =6
m= 6
g = m= s = 9 g =6 m= 6 s =5 s =5
labile se s < g, cio se i vincoli non sopprimono tutti i gradi di libert del
sistema. Con l = g s si indica il grado di labilit del sistema. In tal
caso, esiste almeno un sistema di forze attive che i vincoli non
riescono ad equilibrare (Fig.13a). Per tale sistema di forze lequilibrio
impossibile ed il corpo si metter in movimento. Per quei particolari
sistemi di forze attive per i quali lequilibrio risulta possibile, il
problema si definisce staticamente determinato (Fig. 13b), in quanto
bastano le sole equazioni di equilibrio per determinare le reazioni
vincolari.
g =3 F
m= s = 2
R=F
F
Fig. 13a Fig. 13b
g = m= s = 3 F
Fig. 14
g= s =3 m= g = 3
m= 4 F s =2 F1 F2
Fig. 15 Fig. 16
Si osservi che il solido in Fig 16 risulta labile (s < g) e, infatti, per il sistema
di forze attive costituito dalla sola F1 lequilibrio impossibile, poich i vincoli
non possono fornire alcuna componente di reazione vincolare in direzione
orizzontale. Tuttavia, i vincoli sono in grado di sviluppare 1 sistemi di reazioni
vincolari tutti atti ad equilibrare il sistema di forze attive costituito dalla sola F2.
In tal caso, il problema risulta staticamente indeterminato.
l l
F F
h h
A B A B
HA F
VA VB Fh/l Fh/l
HA + F = 0 VA + VB = 0 VB l F h = 0
VB = Fh/l HA = F VA = Fh/l
E. Radi - Lezioni di scienza delle costruzioni, a.a. 2012-13
TRAVI ISOSTATICHE 23
Si osservi che sotto lazione dei carichi, la trave non si comporta esattamente
come un corpo rigido, ma tende a deformarsi e lequilibrio si realizza nella
configurazione deformata (i). Poich le componenti di movimento dipendono
dai carichi e sono incognite a priori, le condizioni di equilibrio costituirebbero
un problema non-lineare di difficile soluzione (si osservi che si modificano i
bracci delle forze). Tuttavia, poich lo studio dei sistemi di travi viene effettuato
nellambito dellipotesi di spostamenti e deformazioni infinitesime, risulta
possibile valutare le condizioni di equilibrio direttamente sulla configurazione
indeformata (ii), come per i corpi rigidi, e ricavare le reazioni vincolari
attraverso la soluzione di un sistema algebrico lineare.
ii) l /2 l /2
i) P
A B
H
A P B
A HA P cos = 0
VA + VB P sin = 0
VA VB l (P sin ) l/2 = 0 VB
In tal caso, per il calcolo delle reazioni vincolari nelle strutture isostatiche
vale il principio di sovrapposizione degli effetti. Daltra parte, la determinazione
delle reazioni vincolari nelle strutture iperstatiche dipende anche dal
comportamento meccanico del materiale. Nel caso in cui tale comportamento sia
di tipo non-lineare si perde la possibilit di sovrapporre gli effetti indotti da
carichi diversi. Nel presente corso, tuttavia, si far riferimento esclusivamente ad
un comportamento del materiale di tipo elastico lineare.
Se P agisce su A (a = 0, b = ) allora VA = P e VB = 0.
b) q
HA = 0
A B
VA + VB q = 0
HA
VB q2/2 = 0 (polo A)
VA l VB
quindi:
VA = VB = q/2
Ai fini del calcolo delle reazioni vincolari nelle strutture isostatiche, alle
forze che agiscono su ciascun corpo possibile sostituire la loro risultante. Nel
caso in fig. b), possibile sostituire al carico distribuito q lungo il tratto di
lunghezza la risultante Q = q applicata ad /2. Le reazioni vincolari si
possono pertanto ricavare utilizzando la soluzione del caso a).
c)
V H=0
P
M VP=0
M P = 0 (polo A)
H
l quindi:
V=P M = P
d)
q H=0
M
V q = 0
H M q2/2 = 0 (polo A)
V l
quindi:
V = q M = q2/2
e) HA RB sin 30 = 0
VA RB 30
P
A B VA RB cos 30 + P =0
VA P/2 = 0 (polo B)
HA C
30 quindi:
l l/2
VA = P/2
HA = 3 P/2
RB = 3 P
f) QA P cos 60 = 0
B
P 60 RA + RB P sin 60 = 0
RB/cos 30 P/2 = 0 (A)
RB
RA
30 quindi:
A
QA = P/2
QA l/2 l/2
RA = RB = 3 P/4
g)
l/2 l/2
q HA = 0
A B
[ ] VA + VB q/2 =0
HA x C x
VB q2/8 = 0 (polo A)
VA VB quindi:
VA = 3q/8 = 0.375 q
VB = q/8 = 0.125 q
F = 0 i
MiC = 0 (1)
i =0 i =0
i
dove MiC il momento della forza F rispetto al baricentro della sezione C,
scelto come polo per valutare i momenti di tutte le forze.
Si pensi di suddividere la trave attraverso un taglio effettuato secondo una
generica sezione C individuata dall'ascissa x corrente lungo la trave da A verso
B. In questa situazione evidente che i sistemi di forze applicati a ciascuna delle
due parti non risultano pi in equilibrio. Per ripristinare lequilibrio di ciascuna
parte necessario applicare alle due superfici ottenute sezionando la trave le
azioni mutue che le due parti si trasmettevano attraverso la sezione C quando
erano unite. Tali azioni, costituite dalla forza R applicata nel baricentro della
sezione C e dal momento M valutato rispetto al baricentro, mantengono in
equilibrio ciascuna delle due parti e vengono definite azioni interne,
F1 F2 F3
0
M 4
F F
A C R C B
x R x
M
Per cui le azioni interne R ed M agenti sulla sezione C del tratto AC (che
precede la sezione C) non sono altro che la risultante del sistema di forze esterne
e reazioni vincolari che agiscono sul tratto CB (che segue la sezione C) ed il loro
momento risultante valutato rispetto al baricentro della sezione C.
Analogamente, le azioni interne R ed M agenti sulla sezione C del tratto
CB sono la risultante ed il momento risultante di tutte le forze che agiscono sul
tratto AC che precede la sezione considerata, ovvero
1 1
R = R = F i
M = M = MiC
i =0 i =0
Per travi piane caricate nel loro piano, la forza R si pu decomporre in una
componente N diretta secondo la normale alla sezione ed una componente T
ortogonale allasse della trave, definite rispettivamente sforzo normale e sforzo
di taglio. Il momento M valutato rispetto al baricentro della sezione viene
definito momento flettente. Le componenti N, T ed M dellazione interna
vengono anche definite caratteristiche della sollecitazione.
M T
x
C N N C
T M
0
M 4
RA=F RB=F
x N
A C T B
1 1 1
N=
i =0
F i
N T=
i =0
F i
T M= MiC
i =0
1 2 3
F T F F
0 4
RA=F RB=F
N M x
A C B
a)
a b
AC (0 < x < a):
N(x) = 0 P
Pb/l Pa/l
T(x) = Pb/ A B
[ ]
M(x) = Pbx/ x C x
b) q
A [ B
AB (0 < x < ): x
ql ql
N(x) = 0
2 l 2
ql
T(x) = qx ql
2
2 +
ql q x2
M(x) = x T) ql
2 2 ql2
2
8
M)
c) P P
AB (0 < x < ):
]
A x B
N(x) = 0 Pl l
T(x) = P T) P +
M(x) = P( x)
M) Pl
d) 2
ql
2 ]
AB (0 < x < ): A x q B
ql l
N(x) = 0
T) ql +
T(x) = q ( x)
2
q M) ql
M(x) = ( x)2 2
2
f)
l/2 l/2
B
P 60
3 P
3 P x 4
4
3 P
A 30 x
P/2 4
P/2
N) +
Pl/4
T)
M)
P
N(x) = N(x) = 0
2
3 3
T(x) = P T(x) = P
4 4
3 3
M(x) = Px M(x) = Px
4 4
f)
AB (0 < x < ): P/2 3 P P
N(x) = 3 P / 2 A B
[ ]
T(x) = P/2 3 x x C
P
2 30
M(x) = P x / 2
l l/2
BC (0 < x < /2):
N(x) = 0 N) x
T(x) = P 3 P/2
M(x) = P (/2 x) P
T) +
P/2
Pl/2
M)
g)
AC (0 < x < /2): l/2 l/2
N(x) = 0 q
A [ ] B
T(x) = 0.375 q q x C
x x
M(x) = 0.375 q x q
x2/2 0.375 ql 0.125 ql
q(x) q dx
M T M+dM
[ ]
N N+dN
x dx
dx T+dT
N + dN N = 0 T + dT T + q dx = 0 M + dM M T dx = 0
ovvero
dT dM
N = cost =q =T
dx dx
d 2M
=q
dx 2
La derivata del momento flettente coincide quindi con il taglio, mentre la
derivata del taglio coincide, a meno del segno, con il carico distribuito q(x), che
a sua volta la derivata seconda del momento flettente, cambiata di segno. Di
conseguenza, il momento flettente ha un massimo o un minimo in corrisponden-
za della sezione in cui si annulla il taglio. Inoltre, se il carico diretto verso il
basso la concavit del diagramma del momento flettente sempre rivolta verso
lalto, e viceversa. Valgono quindi le relazioni riportate nella seguente tabella.
q T M
nullo costante lineare
costante lineare parabolico
lineare parabolico cubico
Nelle sezioni in cui sono applicate delle forze o delle coppie concentrate si
ha una discontinuit delle azioni interne. Infatti, dallequilibrio di un elemento
infinitesimo di trave su cui agisce unazione concentrata si ha
P C
Q M1 M2
T1 T2
N1 N2
N2 N1 = Q T2 T1 = P M2 M1 = C
2.3.1 Alcune propriet dei diagrammi del taglio e del momento flettente
2.4 Calcolo delle reazioni vincolari nelle strutture con vincoli interni
Il numero delle componenti delle reazioni vincolari sia interne che esterne
nelle strutture isostatiche, pari alla molteplicit di vincolamento m = me + mi,
eguaglia quello delle equazioni di equilibrio, pari a g. Il loro calcolo si pu
effettuare secondo uno dei seguenti procedimenti:
1) analisi statica
q
g =6
A B me = 4
C
mi = 2
l l
MA q q
HC HC
HA A C C B
VC VC VB
VA
HA + HC = 0 HC = 0
VA VC q = 0 VB + VC q = 0
2 2
C) MA VA l + q /2 = 0 C) VB q /2 = 0
l l
MA q g =6
me = 4
HA A B mi = 2
C
VA VB
MA q q
HC HC
HA A C C B
MC MC VB
VA
HA + HC = 0 HC = 0
VA q = 0 VB q = 0
2 2
C) MA + MC VA + q /2 = 0 C) VB q /2 MC = 0
F2 F3 F2 F3 F2 F3
F1 F1 F1
C C
F4 C F4 F4
A HA HB B A B A B
HA HB HA HB
VA me = 4 VB VA me = 4 VB VA
MA
me = 5 VB
VCA = 0 (o VCB = 0)
dove MCA indica il momento di tutte le forze che agiscono lungo il tratto CA
valutato rispetto al baricentro della sezione C e VCA indica la componente
verticale della risultante di tutte le forze che agiscono lungo il tratto CA
Si noti che sempre possibile scrivere due diverse e.e.a., una per ciascuna
parte in cui la struttura viene suddivisa dal vincolo interno. Tuttavia, una delle
due e.e.a. risulta sovrabbondante, poich linearmente dipendente dallaltra e
dalle e.e.g. quindi sufficiente scrivere assieme alle e.e.g. una sola delle due
e.e.a. possibili o, in altenativa, sostituire al posto di una delle e.e.g. laltra e.e.a.
La possibilit di scrivere due e.e.a. per ciascun vincolo interno fornisce una
preziosa possibilit utile per la verifica ed il controllo dei risultati ottenuti dalla
soluzione delle equazioni di equilibrio.
l l
MA e.e.g.(3):
q
HA = 0
HA A B
C VA + VB 2q = 0
VA VB 2
MA + 2VB 2q = 0
1.5 ql
T
+
-
e.e.a. (me 3 = 1):
0.5 ql
2
ql2 MCB = VB q /2 = 0
M ql2/8
l l
MA e.e.g.(3):
q
HA = 0
HA A B
C VA + VB 2 q = 0
VA VB 2
MA + VB 2 2 q = 0
T ql +
- e.e.a. (me 3 = 1):
ql
ql2/2 VCB = VB q = 0
M
HA = 0 VB = q VA = q MA = 0.
AD (0 x ): N = q/2 T = q/8 M = q x /8
2
DE (0 x ): N = q/8 T = q/2 q x M = qx/2 qx2/2 q /8
BE (0 x ): N = q/2 T = q/8 M = q x /8
N T + M +
ql/2
D ql/8 D ql2/8
ql/8
ql/2 ql2/8
Dal primo schema possibile verificare lequilibrio delle forze agenti sul
nodo D, soggetto alle sollecitazioni di sforzo normale e di sforzo di taglio
trasmesse dalle aste al nodo. Dal secondo schema invece possibile controllare
la condizione di equilibrio alla rotazione dello stesso nodo, soggetto ai momenti
flettenti trasmessi dalle aste al nodo.
C C C
A B A B
Fig. 1 Fig. 2
M M
N N
T T
]
A ] B
Fig. 3
Una struttura con n maglie chiuse senza vincoli interni risulta 3n volte
internamente iperstatica, per renderla isostatica occorre rimuovere 3 condizioni
di vincolo per ciascuna maglia, come nei seguenti esempi
Esempio n. 1
l l l l
F F
G H G H
l l
D E D E
l VC VC l
HA A C B F A B
H C HC
VA VB F F
HA = F VA = F VB = F
MDAC = HC + VC F = 0 MEBC = HC + VC = 0
da cui
HC = F/2 VC = F/2
F/2
+ F/2
-
+
F/2
F/2
Fl/2
Fl/2
Fl/2
Fl/2
Esempio n. 2
R R
l l A B
C = ql2/4 C = ql2/4
D C E C E
q q D
l
A B
A R R B
HA ql
VA VB 3 ql 3 ql
8 8
3
HA = q VA = VB = q
8
3 2 1
MCEB = q q2 R = 0
8 4
da cui
1
R= q
8
1/8
-
-
1/8
+ 3/8 -
1/8 +
+ x
3/8 3/8 7/8 3/8
N/ql T/ql
3/8 1/8
-
1/4
0.383
x
M/ql 2