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sullesclusione sociale
a cura di
Maria Pia Mercaldo
hanno collaborato
Arturo Bernabei, Doriana Bollo, don Nicola De Blasio,
Gabriella Debora Giorgione, Maria Liberatore, Ionica Monticelli,
Angelo Moretti, Elvira Pettorossi
copertina
Foto di Gabriella Debora Giorgione
edizione a cura di
Passione Educativa
Soc.Coop.Soc.ar.l.ONLUS
Indice
5 Prefazione
di mons. Felice Accrocca, Arcivescovo Metropolita di Benevento
7 Introduzione
di Don Nicola De Blasio, Direttore Caritas diocesana di Benevento
15 Premessa
17 Capitolo 1
Le povert
La Povert in Italia e il divario crescente tra Nord e Sud
La situazione in Campania
e a Benevento e provincia
Le povert nei dati del Centro di Ascolto della Caritas diocesana di Benevento
Lo Sportello dascolto Donna Felicia Bartolotta Impastato
Lo Sportello Prestito della Speranza Microcredito
Le Caritas Parrocchiali, i dati dellascolto
Conclusioni
85 Capitolo 2
Il fenomeno migratorio
Limmigrazione in Italia e in Campania
La Campania accogliente
Gli SPRAR e la Caritas di Benevento
107 Capitolo 3
Le Campagne, i progetti, i gruppi pubblici
La campagna #noslot #noazzardo
Il progetto Giovani ResiliEnti
Progetto I Fuori Classe, campo estivo di volontariato in Caritas
PTRI, il riscatto di Carmine e Giuseppe
Il gruppo pubblico Pace Alaikom
125 Appendice
Le sfide del Welcome
I progetti terapeutico-riabilitativi individuali (PTRI)
Il REI (Reddito di Inclusione Sociale)
Gli SPRAR (Sistema per Richiedenti Asilo e Rifugiati)
Prefazione
mons. Felice Accrocca
Arcivescovo Metropolita di Benevento
Il Dossier Caritas Benevento 2016, che avete tra le mani, consente di prendere
atto di tutto un insieme di parole e di gesti, di azioni a volte pubbliche e molte
volte compiute nel segreto, solo dove il Padre vede e sa (Mt 6,1-4), che esprimo-
no nella loro semplicit la samaritanit della Chiesa beneventana. Siamo consa-
pevoli, infatti, che non possibile amare a parole n con la lingua, ma solo con
i fatti e nella verit (1Gv 3,18) e che solo la carit, non le chiacchiere su di essa,
copre una moltitudine di peccati (1Pt 4,8).
Esso ci permette cos di avere il quadro globale di unazione che vuole fare pro-
prio, tra le altre cose, anche lappello di Paolo VI, vecchio ormai di cinquantan-
ni ma ancora tremendamente e purtroppo tragicamente attuale: I popoli
6 Prefazione
Mi auguro che il Dossier possa aiutare tutta la nostra Chiesa a crescere nella
dimensione dellascolto e della carit vissuta. Diversamente, il Signore avrebbe
molto da rimproverarci nel giorno del giudizio, perch di una cosa possiamo
essere certi: Tutti ci presenteremo al tribunale di Dio (Rm 14,10).
Introduzione
don Nicola De Blasio
Vicario Episcopale per la Carit
A conclusione del lavoro del Dossier Caritas Benevento 2016, mi sembra anzitut-
to importante condividere con voi una semplice considerazione: esso dovrebbe
essere valutato a partire da quellimpasto di parole, gesti, relazioni che formano
e costituiscono la sostanza di ogni legame e che sonoinsiemei linguaggi del-
la comunione ecclesiale che sono generati nei nostri Centri di Ascolto. Perci,
gli uomini e le donne che sono state accolte con simpatia e affetto, restano nel
nostro bagaglio di vita e non ci saranno soltanto i momenti di ascolto, ma anche
i volti oltre che le parole di quanti abbiamo incontrato e con cui abbiamo
condiviso, le narrazioni per immagini delle Idee per la strada, il clima di ricerca
di una soluzione dei problemi e di confronto comune tra chi chiedeva aiuto e
chi prestava il suo servizio di ascolto ma soprattutto tra gli operatori nei mo-
menti di condivisione. Rimarr viva la consapevolezza che il lavoro svolto dalle
Caritas parrocchiali e diocesana formato dalla stessa sostanza della Chiesa: da
pietre vive, che convocate dalla Parola, si fanno creativamente obbedienti allo
Spirito che li guida. Emergeranno, al di sopra di tutto, responsabilit, generosi-
t, impegno a fare meglio, consapevolezza dei limiti di ognuno di noi, che non
diviene estraneit e mormorazione, ma accoglienza e desiderio di migliorare.
Senza presunzione, mi pare quanto mai importante riconoscere e ridirci il valore
di quella che a volte definiamo come la rete Caritas: una realt che pu raggiun-
gere ogni angolo della nostra Diocesi, certamente con capacit e competenze
diverse, ma con una medesima sensibilit evangelica e pastorale. Il Papa emerito
Benedetto XVI ebbe modo di sottolineare questa preziosit di presenza, racco-
mandandola con fermezza e nella sua diffusione capillare in tutte le parrocchie.
Riconoscere il valore sociale ed ecclesiale di presenza delle Caritas parrocchiali,
8 Introduzione
dalla Parola di Dio, che nel buio e quindi nellincertezza del percorso sar
sempre lampada sul nostro cammino,
dai Sacramenti, da cui riceviamo la Grazia e verso cui dovremmo converge-
re; da cui non solo riceviamo luce ma siamo anche plasmati, nella misura
10 Introduzione
1. Scenari e bisogni nuovi che appaiono sempre pi tra loro trasversali, quasi a
indurvi a trovare collegamenti tra le storie e i volti, al di l delle categorizza-
zioni standardizzate.
2. Un tema che percorre scenari e bisogni la riduzione, lo sfilacciamento o
lassenza dei legami intorno alle persone singole, ma sempre pi intorno al
soggetto famiglia.
3. Legami fragili che richiamano una certa centralit dei bisogni relazionali.
Perci non ci stancheremo mai di affermare e sottolineare a grandi lettere la
centralit della persona.
Questo significa che la persona, prima ancora che oggetto di studio, di rileva-
zione ecc. e rimane il soggetto della nostra attenzione e in quanto tale va
amata e quindi incontrata e messa in relazione (con gli altri, con la comunit,
con Dio). Quindi mi sentirei di riaffermare, qualora ce ne fosse ancora bisogno,
Introduzione 11
che dai dati del Dossier viene evidenziato la prima e principale pista su cui sia-
mo invitati a lavorare come operatori pastorali di questa porzione di Chiesa lo-
cale, sia la persona, a partire dai pi poveri. Dal rilevamento dei dati contenuti in
questa pubblicazione, abbiamo osservato che il collasso economico, la crisi che
ne derivata ecc. sono il risultato della super-valorizzazione delle cose e degli
strumenti a scapito delle persone e della costruzione dei rapporti, fomentata
da unottica individualistica del progresso personale come anche sociale e pi
ampio della civilt. La persona umana non viene pi percepita come deposita-
ria dellamore di Dio, e destinata alleternit di Dio, ma come soggetto/oggetto
economico, come consumatore di beni, come fruitore di servizi, come produt-
tore di ricchezza. Essa, non pi posta nei solchi del tempo, come momento
di passaggio essenziale e cruciale per il raggiungimento della felicit eterna. In
questo sforzo pedagogico di aiutare luomo a ritrovare le sue origini che si gioca
tutta la partita. I luoghi in cui la persona vive, famiglia, scuola, lavoro, spazi ricre-
ativi, comunit parrocchiale, sono il terreno favorevole dellincontro delluomo
con Dio tramite la condivisione di tutta lumanit che, stata assunta e redenta
dal Figlio di Dio, ed attende da chi lo ha accolto che possa produrre frutti di re-
denzione, tramite appunto la condivisione del medesimo amore. Tutto questo
per noi ha un nome specifico: LA CARIT.
Carit che, come risulta dalle riflessioni sui dati raccolti, andrebbe meglio decli-
nata sui bisogni relazionali, sullorizzonte dei legami tra le persone e sulla ricerca
del senso. Nella ricerca dei bisogni pi profondi, che sempre sono nascosti e ne-
cessitanti di attenzione e di emersione verso unattenzione multidimensionale
della persona. Nella risposta ed orientamento ad un bisogno identitario, pi
che economico, ecc. leggendo il territorio nella potenzialit che esso esprime e
restituendolo rinnovato in questa prospettiva.
In questo versante abbiamo anche avuto lopportunit di verificare meglio quel-
lo che la tradizione ci ha consegnato con la denominazione di: Ruolo o Funzione
Profetica. Personalmente sono convinto che non si pu parlare di questa realt
a prescindere da quanto il profetismo e la figura stessa del profeta stato nella
storia della salvezza. Senza soffermarmi affatto sullargomento, tra le numerose
osservazioni, ritengo tuttavia utile puntualizzare che il profeta della Bibbia non
12 Introduzione
riferisce o porta una parola di sua propriet ma quella di Dio; non tanto come
semplice ripetitore o conduttore ma in quanto impiantata nella stessa vita del
profeta. Perch tale, questa Parola merita ossequio ed obbedienza; v anzitutto
accolta e vissuta nella stessa persona del profeta e nella sua storia (pensiamo
alle vicende di Geremia ed Ezechiele). Con lincarnazione di Ges, Parola di Dio
fatta carne, la missione profetica affidata alla Chiesa e questa, come ci insegna
e ricorda il Concilio Vaticano II, esercitata nello spazio e nel tempo, in spirito di
comunione, dalla intera comunit ecclesiale.
In un mondo che cambia, con le crisi che si alternano e si susseguono, siamo
sempre chiamati ad essere segno e portatori di speranza mediante leducazione
secondo la pedagogia dei fatti che tende a mettere in evidenza primariamente
laspetto testimoniale, per non incorrere nel terribile rischio di essere bronzi
che risuonano o cembali che tintinnano. Nella ricerca di soluzioni ai problemi,
o comunque di risposta da porgere come compartecipazione, dovremmo sem-
pre pi e meglio accogliere nella nostra vita personale e comunitaria le offerte
educative del Vangelo
Nella lettura costante della storia, cos vertiginosamente incalzante, delle per-
sone e della societ fatta in questo Dossier, siamo spronati allattenzione verso
le nuove povert, che non sono nuove perch sorto un nuovo giorno o perch
si sono aggiunte a quelle che cerano prima. Sono, piuttosto, il risultato nefa-
sto, o il rovescio della medaglia di nuove situazioni di vita che caratterizzano la
storia contemporanea. Tra le nuove povert,riconducibile certamente, oltre
alla perdita di sicurezza per il futuro a seguito della situazione economica che
si venuta a creare, anche e soprattutto alla pi profonda crisi di senso per il
collasso di rapporti e relazionivi la nuova categoria di persone vittime del
suicidiofino allaltro ieri inimmaginabile, ossia quella gli imprenditori, gioca-
tori dazzardo, vittime di usura o della criminalit organizzata. A queste inedite
situazioni, come anche ai vecchi bisogni che si presentano in modo nuovo, op-
pure i volti nuovi di coloro che si presentano in quanto mutate sono le condi-
zioni di vita, padri separati, donne colpite dalla violenza o dallo sfruttamento,
siamo chiamati sempre a portare lattenzione con lo spirito evangelico di chi
ha la consapevolezza di essere semplice strumento, ma con la determinazione
Introduzione 13
di chi sa che lo strumento deve essere comunque efficace; con la pazienza del
seminatore, anzi dell apostolo che, per essere tale, prima di tutto deve rimanere
sempre e comunque un discepolo.
Perci in questo contesto ricupererei la dimensione profetica con quella bella
immagine del profeta Isaia in riferimento alla Parola di Dio: Come la pioggia e
la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra cos
sar della parola uscita dalla mia bocca (Is 55,1011). Ad una generalizzata
povert di senso, siamo chiamati ad esser capaci di restituire una vita carica e
ricca di senso.
Alle nuove povert ovviamente non potremmo mai rispondere con schemi e
metodologie obsolete, superate; esse richiedono attenzione e studio specifici,
accompagnati da competenze e strumenti rinnovati e innovativi, comunque atti
sempre a promuovere la comunit entro cui la persona si trova e vivere, applicando
prezioso metodo dellascoltoosservazionediscernimento, proprio delle Caritas.
La cura della comunit ossia la sua valorizzazione, in quanto linsieme di ric-
chezze a tutto tondo, permetter anche ledificazione della casa di accoglienza,
del polo di attrazione inclusiva naturale di tutti coloro che ne stanno fuori o
che si trovano nelle sue periferie. Al contrario, se ci dovessimo limitare ad una
attenzione della persona a prescindere dalla comunit, questa risulter essere
parziale e dannosa; parziale perch lascia la persona nella solitudine; dannosa
perch con landar del tempo rischierebbe di condurre la medesima comunit
verso un impoverimento di se stessa fino al suo definitivo anonimato e conse-
guente collasso. Non forse proprio questa la grande sfida che ci attende? In
un mondo sempre pi immerso nel frastuono di tante voci disordinate o per
lo meno discordanti e spesso anche contrapposte, laccordo nella nota della
condivisione nella formazione della comunit potr essere anche laltro nome
di ci che noi chiamiamo e ricerchiamo con la comunione? Sar perci anche
e in forma naturale la realizzazione del programma evangelico contenuto nelle
parole di Ges: Vi riconosceranno da come vi amerete (Gv 13,35) e pertanto
autentica forma di evangelizzazione.
In un certo qual modo in questo Dossier viene evidenziato come si lavorato per
dar sostanza e consistenza alla comunione, propedeutica al canto della carit
14 Introduzione
come si esprime S. Paolo nel cap. 12 della 1Cor. A questo punto, tutto ci che
conseguir a tale metodo di lavoro in atto non potr che essere un nuovo inno
alla Carit, quello che sapremo ancora e sempre esprimere con la nostra opera
credibile allinterno della Chiesa Diocesana e quindi nella societ.
Monsignor Nervo, a chi gli chiedeva quale fosse stato il pi grande insegnamen-
to dei suoi quarantanni di servizio in Caritas, rispondeva: Sono convinto che la
prima carit il Vangelo, perch la povert maggiore la mancanza di fede e
per molti, che forse crederanno di non essersi mai incontrate con Ges Cristo,
la Carit sar lottavo sacramento che li salva. Grazie, buon lavoro a tutti nelle
vostre comunit.
Premessa
Il dossier 2016 il dossier del post Alluvione, quello che racconta il percorso
di risalita dal fango del territorio sannita, quello che rappresenta una testimo-
nianza importante del processo di crescita della Caritas diocesana di Benevento.
Proprio a partire da quellevento drammatico, che ha lasciato un segno inde-
lebile nella memoria dei sanniti, la Caritas di Benevento ha trovato la forza di
rispondere, con sempre maggiore consapevolezza e con la competenza che si
acquisisce dallesperienza dei momenti difficili, al bisogno di riscatto trapelante,
pi forte del fango, dai racconti e dalle richieste urgenti, pressanti e angosciate,
di chi, in una sola notte, ha visto sgretolarsi certezze conquistate nel tempo.
Spinti dal desiderio ancora pi inarrestabile di supportare, sostenere ed accom-
pagnare chi viveva quelle come anche altre difficolt, la Caritas di Benevento
ha fatto del 2016 un anno denso di impegni, progetti e attivit innovative che
hanno posto le basi per la realizzazione di un nuovo modello di welfare che non
concentrato solo sullindividuazione degli strumenti atti ad uscire da condi-
zioni di deprivazione, ma considera in maniera accurata e partecipata anche le
relazioni sociali, mettendo al centro di qualsiasi intervento socio-assistenziale
la persona.
In pratica la societ civile chiamata a riscoprire la sua natura comunitaria favo-
rendo la partecipazione attiva di ciascuno alla vita sociale. cos che la Caritas
di Benevento segna il passaggio dal Welfare al Welcome, passaggio che verr
siglato con il Manifesto dei piccoli comuni del Welcome nel Febbraio del 2017.
Nellintento di dare ordine alle tante attivit svolte nel 2016, il dossier stato
suddiviso in tre sezioni: nella prima si dato spazio alle povert comunicate
durante lascolto ai vari sportelli, il CdA diocesano, lUfficio Immigrazione, i CdA
16 Premessa
Le povert
I dati dellIstat rilevano che, nel 2016, lincidenza della povert assoluta sulle fa-
miglie italiane pari al 6,3%, in sostanziale stabilit rispetto al 2015 sia in termini
di famiglie, sia di individui. Nello specifico, si trovano in condizioni di povert
assoluta, 1 milione e 619mila famiglie (residenti), nelle quali vivono 4 milioni e
742mila individui; per questi ultimi, lincidenza della povert assoluta raggiun-
ge il 7,9%, con una variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015
(quando era al 7,6%) ed in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni1.
Malgrado questi dati ci forniscano gi un quadro sconfortante della situazione
nazionale, questultima si complica ulteriormente se si analizzano le famiglie
con tre o pi figli minori: in tal caso la povert assoluta sale in modo allarmante
dal 18,3% del 2015, al 26,8% del 2016, aumentando, conseguentemente anche
fra i minori, da 10,9% a 12,5% (1 milione e 292mila nel 2016, di cui 450.000 solo
al Sud)2.
A tal proposito, molti lamentano il fatto che in Italia, negli ultimi ventanni, non
solo si fatto ben poco per aiutare le famiglie in difficolt e, in particolare, i bam-
bini nati in famiglie povere, ma, al contrario, si verificata una situazione per cui
lincidenza della povert assoluta aumenta al decrescere dellet: secondo Save
the Children vivono in condizioni di povert assoluta 4 persone anziane, 7 adulti,
quasi 10 giovani e ben 11 bambini, ogni 100 individui della stessa classe det3.
In sostanza la forbice tra bambini e adulti continua a dilatarsi inesorabilmente e
la povert minaccia il presente e il futuro di pi di 1milione di bambini e ragazzi
italiani, il 10% del nostro tesoro umano vivente4.
1
Fonte: ISTAT. Periodo di riferimento: Anno 2016. Data di pubblicazione: gioved 13 luglio 2017
2
Ibidem
3
VII Atlante dellinfanzia a rischio 2016, Bambini e Supereroi, di Save the Children, a cura di
Giulio Cederna.
4
Fonte: ISTAT. Periodo di riferimento: Anno 2016
18 Capitolo 1
e dei principali paesi, e malgrado i recenti miglioramenti, il mercato del lavoro re-
lega la nostra Penisola in fondo alla graduatoria Ue con un tasso di occupazione
al 61,6%, superiore solo alla Grecia, mentre in Svezia, ad esempio, supera l80%.
Elemento di disomogeneit tutto italiano , ancora, il forte squilibrio di genere
a sfavore delle donne, occupate nel 51,6% dei casi, contro il 71,7% degli uomi-
ni, per non parlare dellantico ma sempre attuale divario territoriale tra Centro-
Nord e Mezzogiorno che ci consegna, ancora una volta, unItalia divisa a met:
un Centro-Nord con il 69,4% di occupati, ed un Sud con appena il 47%.
Per di pi, la situazione economica delle famiglie, misurata in termini di concen-
trazione del reddito, accentua tale diseguaglianza che risulta pi elevata al Sud
(in particolare in Sicilia) e pi bassa nelle regioni del Nord-est.
Secondo lIstat quasi la met dei residenti nel Sud e nelle Isole (46,4%) a ri-
schio povert o esclusione sociale, contro il 24% del Centro e il 17,4% del Nord.
In particolare in tutte le regioni del Mezzogiorno, i livelli di rischio sono superio-
ri alla media nazionale, con valori pi elevati in Sicilia (55,4%), Puglia (47,8%) e
Campania (46,1%)7.
In effetti, la crisi economica di questi anni stata trasversale e selettiva: trasver-
sale in quanto la perdita del lavoro, la difficolt a trovarlo, la caduta in povert,
hanno interessato tutta lItalia da Nord a Sud, dalle grandi citt ai piccoli comu-
ni; selettiva perch ha colpito maggiormente un Sud gi fragile, rispetto ad un
Nord ripartito pi in fretta.
In tal modo la forbice sociale si ampliata, e a risentirne in maniera pi prepo-
tente, stato, di conseguenza, chi gi stava peggio.
Durante la crisi, peraltro, la condizione meridionale stata ulteriormente ag-
gravata da due fenomeni che hanno agito in combinazione: da una parte, la
mancata crescita delloccupazione femminile, dallaltra, la progressiva flessione
di quella maschile.
Se, infatti, loccupazione femminile al Sud rimasta ferma al 30% circa, quella
maschile peggiorata, arrivando, nel 2015, a 600.000 occupati in meno rispetto
al trentennio precedente8.
7
www.corriere.it/economia/16_dicembre_06/istat
8
www.lastampa.it/2016/12/17/italia
20 Capitolo 1
La situazione in Campania
La popolazione residente in Campania al 1 Gennaio 2016 risulta pari a 5milioni
850mila abitanti, di cui il 51% di sesso femminile e il 49% maschile.
I cittadini stranieri residenti, nel 2016, risultano essere in aumento del 6,8% ri-
spetto allanno precedente (n.232.214 persone) e tra essi, la comunit straniera
pi numerosa quella ucraina (18,3%), seguita da quella rumena (17%) e ma-
rocchina (8,7%)9.
La regione Campania fa registrare importanti potenzialit nella struttura demo-
grafica, che risulta complessivamente pi giovane rispetto alla media nazionale
e molto attiva: gli indici di vecchiaia e di ricambio generazionale, qui risultano
molto al di sotto della media nazionale, una caratteristica che si riflette sulloffer-
ta di lavoro, sulla crescita del sistema imprenditoriale, sulla composizione della
domanda di beni; per tale motivo, se questa peculiarit fosse adeguatamente
valorizzata e supportata, potrebbe realmente favorire processi di crescita nella
regione.
Tuttavia questa vivacit, che trova conferma negli elevati tassi di sviluppo im-
prenditoriale e nella presenza di una nutrita ed intraprendente classe imprendi-
toriale giovanile, pur rappresentando una importante risorsa del territorio, trova
difficolt ad emergere a causa delle criticit del sistema economico regionale e
dei molteplici ritardi strutturali (ad esempio, la modesta apertura al commercio
internazionale o le difficolt di accesso al mercato del lavoro).
9
Giunta Regionale della Campania, Documento Economico Finanziario della Regione Campa-
nia (DEFRC 2017 - 2019)
Le povert 21
10
Indice che esprime la percentuale delle famiglie e persone che vivono al di sotto della soglia
di povert.
11
Giunta Regionale della Campania, Documento Economico Finanziario della Regione Campa-
nia (DEFRC 2017 - 2019)
12
Dossier Regionale Caritas Campania, anno 2016
13
www.ilmattino.it/napoli/cronaca
14
Rapporto Banca dItalia sulle economie regionali- Novembre 2016
15
Rapporto Campania 2016- Unioncamere Campania.
16
Fonte: ISTAT 2014
22 Capitolo 1
E a Benevento e provincia
Situata nellentroterra campano, la provincia di Benevento caratterizzata da
un territorio montuoso (altitudine media di 900 m), nel quale si aprono alcuni
grandi bacini fluviali, come la Valle del Calore, il bacino del Fortore, e il bacino
del Volturno.
17
Fonte: ISTAT 2013
18
Ibidem
19
Save the children, Futuro in partenza? Limpatto delle povert educative sullinfanzia in Italia,
2017
20
Ibidem
Le povert 23
21
Statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre 2016
22
Dati da www.unioncamere.gov.it/Atlante_2015
23
Dossier su occupazione, disoccupazione e cassa integrazione, a cura dellOsservatorio Cisl
Irpinia Sannio, 5 maggio 2017
24
Il Mattino (Benevento), 6 maggio 2017
24 Capitolo 1
25
www.tuttitalia.it, Andamento demografico della popolazione residente nel comune diBene-
ventodal 2001 al 2016. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.
Le povert 25
Grafico 1
9,6
0,4 0,2
Tab. 1
Tuttavia, riguardo al totale degli assistiti stranieri, la presenza maschile, che su-
pera quella femminile di oltre 16 punti percentuali, replica questo andamento,
pur in misura pi contenuta, anche nel flusso dei ritorni; diversamente, tra gli
utenti di cittadinanza italiana, la maggiore affluenza maschile riscontrata nella
fase del primo ascolto, non coincide con quella rilevata nei passaggi successivi,
in cui, invece, la componente femminile risulta leggermente superiore di tre
punti percentuali. (Tabella 2)
26 Capitolo 1
Tab. 2
Numero passaggi
Al di l dellanalisi dei primi accessi, losservazione del totale delle volte in cui le
persone afferite al CdA sono ritornate ad interpellare la Caritas, ci consente di va-
lutare in maniera ancora pi esaustiva lentit del fenomeno della povert nellan-
no in esame; pertanto, nel nostro studio, esamineremo anche questa prospettiva.
Nel corso del tempo, il numero dei passaggi successivi al primo ascolto, stato
caratterizzato da un andamento pi o meno costante, pur con un deciso incre-
mento del numero degli stranieri a partire dal 2015, anno dellalluvione che ha
sconvolto il Sannio26. , per, nel 2016 che si assiste ad unimpennata del totale
delle affluenze sia degli assistiti di cittadinanza italiana, sia di quelli di cittadi-
Flusso
nanza straniera. (Grafico 2) dei ritorni - serie storica
Italiani Grafico 2
Stranieri Doppia Citt.
Flusso dei ritorni - serie storica
2.375
Italiani Stranieri Doppia Citt.
2.375
1.401
1.096
1.091
795 734
611 1.401
453
1.096 367
1.091
130 105 30
2
0 0 0 0 0
795 734
2011611 2012 2013 2014 2015 2016
453 367
130 105 30
2
0 0 0 0 0
26
Il dato sul
2011 ridotto numero
2012 di ritorni da
2013 parte degli 2014 di cittadinanza
utenti 2015 italiana nel 2015, si
2016
spiega con la mancata segnalazione di tutti gli interventi effettuati durante lalluvione per via
della complessa gestione dellemergenza a cui si dovuto far fronte.
Le povert 27
Ritorni 2016
M F
39,3
36,3
12,4 11,0
0,5 0,5
In ogni caso, man mano che, nel corso dei mesi, gli utenti ritornano al CdA, si os-
serva un graduale livellamento di affluenze maschili e femminili, come se, dopo
il primo colloquio conoscitivo, che spetta preferibilmente alluomo, spesso pa-
ter familias, successivamente siano le donne, soprattutto italiane, a relazionarsi
con gli operatori del CdA con la stessa se non con maggiore intensit.
Il motivo di ci illustrato chiaramente nella tabella 2.a, in cui i passaggi degli
utenti sono distinti oltre che in base al sesso, anche per stato civile: la maggiore
presenza femminile si riscontra nei casi di vedovanza, separazione e divorzio,
28 Capitolo 1
cio in tutte quelle situazioni in cui le donne, poco o non pi supportate dal co-
niuge nel mnage familiare, si ritrovano sole, spesso con figli da accudire, senza
lavoro e senza aiuti da parte dei familiari.
Daltro canto, la presenza maschile, spesso latitante in alcune complesse que-
stioni familiari, nasconde una grave condizione di disagio economico-occupa-
zionale che frequentemente, diventa la causa stessa della fine delle relazioni co-
niugali. Insomma, una sorta di circolo vizioso da cui difficile uscire! (Tabella 2.a)
Tab. 2.a
Grafico 5
7% (Non specificato)
6%
Celibe o nubile
6% 28%
Coniugato/a
10% Separato/a legalmente
Divorziato/a
Vedovo/a
42% Altro
30 Capitolo 1
Incrociando i dati relativi allo Stato Civile con quelli corrispondenti alla presenza
di figli sul totale degli utenti, riusciamo ad ottenere un quadro ancora pi chiaro
della tipologia di prese in carico realizzate dalla Caritas diocesana nellanno in
esame.
La costante riscontrata nel nostro studio, la considerevole presenza di figli,
rilevata nel 66% dei casi, contro un 26% di utenti che riferisce di non averne.
(Grafico 6)
Le povert 31
Grafico 7
35,3
20,7
8,5
5,5 3,6 5,5 5,6 5,0
1,8 3,2 1,5
0,4 0,2 0,1 0,9 0,4 0,3 0,1 0,3 0,4 0,5
Tab. 5
Del resto, secondo recenti studi sulla condizione degli immigrati in Campania,
il 55% di essi vive con familiari, il 25% da solo e il restante 20% coabita con al-
tre persone, non necessariamente connazionali. Dunque viene mantenuta una
sorta di equivalenza tra gli stranieri che vivono con le famiglia e quelli che, in-
vece, non ne hanno, i quali in totale raggiungono una percentuale del 45%.28
Si fa strada, in tal senso, la constatazione della diffusa estensione del fenomeno
della povert che oggi non pi solo prerogativa dei nuclei familiari, ma an-
che delle persone che vivono sole, siano esse italiane o straniere. altrettanto
verosimile affermare che lo stato di deprivazione persistente nel tempo, unito
alla congiuntura sfavorevole di questi anni, abbia potuto spingere, rispetto al
passato, un maggior numero di celibi e/o nubili ad afferire alla Caritas per tro-
vare sostegno di fronte alla totale assenza di alternative valide per il proprio
sostentamento.
27
Il tasso relativo al rischio povert in Italia sale al 48,3% per le coppie con tre o pi figli rispetto al
39,4% dellanno scorso e raggiunge il 51,2% se si tratta di minorenni.Dati Istat - dicembre 2016.
28
De Filippo Elena; Strozza Salvatore, Gli immigrati in Campania negli anni della crisi economica.
Condizioni di vita e di lavoro, progetti e possibilit di integrazione, F. Angeli, Milano, 2015.
Le povert 33
Tab. 6
Grafico 8
Classi d'et
%
27,1
23,9
21,2
14,9
7,3
4,3
0,5 0,6
Tab. 7
Il livello di istruzione
Relativamente allistruzione, il titolo di studio pi comune tra gli assistiti, la li-
cenza media inferiore (44,4%), seguito, pur con un ampio distacco, dalla licenza
elementare (16,4%).
Al terzo posto si colloca, invece, chi non ha conseguito alcun titolo (12,6%).
(Grafico 9)
36 Capitolo 1
Grafico 9
Istruzione
%
Altro 1,3
Laurea 1,4
Diploma universitario 0,6
Licenza media superiore 9,8
Diploma professionale 7,7
Licenza media inferiore 44,4
Licenza elementare 16,4
Nessun titolo 12,6
Analfabeta 2,3
(Non specificato) 3,5
30
Dati Eurostat sulla condizione dei giovani dellUnione Europea, pubblicati nel rapporto Edu-
cation, employment, both or neither? What are young people doing in the EU?, in occasione
della Giornata Internazionale della Giovent, 12 Agosto 2016
Le povert 37
Tab. 8
Istruzione 15 - 18 19 - 24 25 - 34 35 - 44 45 - 54 55 - 64 65 - 74 75 e Totale
anni anni anni anni anni anni anni oltre
% % % % % % % % %
Non spec. 0 0,0 1 0,1 4 0,4 8 0,9 8 0,9 5 0,5 4 0,4 3 0,3 33 3,5
Analfabeta 1 0,1 3 0,3 3 0,3 4 0,4 4 0,4 3 0,3 2 0,2 1 0,1 21 2,3
Nessun titolo 1 0,1 21 2,3 32 3,4 21 2,3 26 2,8 12 1,3 3 0,3 1 0,1 117 12,6
Licenza 0 0,0 3 0,3 8 0,9 37 4,0 43 4,6 42 4,5 20 2,1 0 0,0 153 16,4
elementare
Licenza media 1 0,1 24 2,6 93 10,0 107 11,5 127 13,6 53 5,7 9 1,0 0 0,0 414 44,4
inferiore
Diploma 1 0,1 6 0,6 22 2,4 19 2,0 18 1,9 5 0,5 0 0,0 1 0,1 72 7,7
professionale
Licenza media 0 0,0 8 0,9 25 2,7 22 2,4 20 2,1 14 1,5 2 0,2 0 0,0 91 9,8
superiore
Diploma 0 0,0 0 0,0 2 0,2 3 0,3 0 0,0 1 0,1 0 0,0 0 0,0 6 0,6
universitario
Laurea 0 0,0 0 0,0 4 0,4 0 0,0 5 0,5 4 0,4 0 0,0 0 0,0 13 1,4
Altro 1 0,1 2 0,2 5 0,5 2 0,2 2 0,2 0 0,0 0 0,0 0 0,0 12 1,3
Totale 5 0,5 68 7,3 198 21,2 223 23,9 253 27,1 139 14,9 40 4,3 6 0,6 932 100,0
La condizione professionale
Anche per il 2016 la percentuale pi alta di persone che si sono rivolte al CdA,
quella dei disoccupati, che supera i 2/3 del totale delle presenze degli assistiti
(67,3%).
Se a tale percentuale si unisce quella degli utenti che riferiscono di svolgere
lavori irregolari, quindi caratterizzati dallintermittenza, comprendiamo come
la quasi totalit delle prese in carico (72,5%), segnala gravi fragilit insite nella
mancanza di lavoro o di stabilit lavorativa, da cui derivano una serie di altre
problematiche che, in sostanza, impediscono di garantire i mezzi necessari alla
sussistenza propria o delleventuale nucleo di appartenenza.
In rapporto alla cittadinanza, tale risultato, in fondo, rimane invariato: linciden-
za dei disoccupati sul totale degli assistiti italiani del 69% e su quelli stranieri
del 60%. In entrambi i casi la mancanza di lavoro rappresenta un punto nevral-
gico nella comprensione del fenomeno povert. (Tabella 9)
38 Capitolo 1
Tab. 9
Tab. 10
Istruzione 15 - 18 19 - 24 25 - 34 35 - 44 45 - 54 55 - 64 65 - 74 75 e Totale
anni anni anni anni anni anni anni oltre
% % % % % % % % %
Non spec. 2 0,2 17 1,8 13 1,4 12 1,3 11 1,2 2 0,2 3 0,3 0 0,0 60 6,4
Occupato 0 0,0 2 0,2 15 1,6 11 1,2 19 2,0 8 0,9 0 0,0 0 0,0 55 5,9
Disoccupato 2 0,2 43 4,6 137 14,7 159 17,1 179 19,2 91 9,8 16 1,7 0 0,0 627 67,3
In servizio 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 1 0,1 0 0,0 0 0,0 0 0,0 1 0,1
civile
Casalinga 0 0,0 0 0,0 5 0,5 8 0,9 6 0,6 9 1,0 1 0,1 1 0,1 30 3,2
Studente 1 0,1 2 0,2 2 0,2 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 5 0,5
Inabile parz. 0 0,0 0 0,0 0 0,0 1 0,1 7 0,8 4 0,4 2 0,2 0 0,0 14 1,5
o tot. al lavoro
Pensionato/a 0 0,0 0 0,0 2 0,2 0 0,0 3 0,3 11 1,2 18 1,9 5 0,5 39 4,2
Lavoro nero/ 0 0,0 2 0,2 12 1,3 15 1,6 12 1,3 7 0,8 0 0,0 0 0,0 48 5,2
irregolare
Altro 0 0,0 2 0,2 12 1,3 17 1,8 15 1,6 7 0,8 0 0,0 0 0,0 53 5,7
Totale 5 0,5 68 7,3 198 21,2 223 23,9 253 27,1 139 14,9 40 4,3 6 0,6 932 100,0
La condizione alloggiativa
Negli ultimi anni, colpevole anche la lunga e persistente crisi economica, ilfattore
casaha trascinato molte famiglie al di sotto della soglia di povert, nellarea delle-
sclusione sociale: le crescenti difficolt dei nuclei familiari presi in carico, a soste-
nere le spese inderogabili della casa con redditi medio-bassi o pensioni minime,
31
Rientrano nelle mansioni con basso valore aggiunto quelle del settore agricolo, delle costru-
zioni, alberghi e ristoranti, dei servizi alla persona, caratterizzate da basse qualifiche e basse
retribuzioni.
32
Fonte: Eurostat - Lavoratori a rischio povert
40 Capitolo 1
nonch gli ostacoli (riscontrati in particolare nei resoconti di molti utenti stra-
nieri) al riconoscimento del diritto allabitare in condizioni dignitose ed ade-
guate alle proprie esigenze, rende lanalisi della condizione alloggiativa cruciale
nella definizione delle varie facce della povert del nostro territorio.
Nella tabella 11 si legge chiaramente che oltre la met degli assistiti incontrati
(58,3%) vive in affitto: in particolare, mentre circa un terzo di essi (quasi tutti di
cittadinanza italiana), vive in abitazioni di edilizia popolare, pagando un canone
di importo minimo, il 28,3% ha una casa in affitto da un privato a cui versa, spesso,
canoni di locazione esosi in rapporto alla qualit dellalloggio. A riferirlo non sono
solo gli italiani, il cui numero, anche in questo caso, molto alto (19,2%), ma altres,
gli stranieri la cui percentuale tocca quasi il 9% sul totale degli utenti. (Tabella 11)
I bisogni espressi
Il momento della definizione dei bisogni della persona che si rivolge alla Caritas
a chiedere un sostegno, uno dei pi delicati dellincontro e dellascolto.
A volte il bisogno emerge dal racconto della propria storia personale senza che
di esso se ne abbia completa consapevolezza: quando esso parte integrante
del proprio vissuto, quasi non viene percepito come assenza di qualcosa, ma
come normale componente del vivere quotidiano.
Le povert 41
Tab. 11
Grafico 10
Bisogni
%
Tab. 12
Tab. 13
In effetti, proprio gli utenti di cittadinanza straniera sono quelli che, pi frequen-
temente, riferiscono di occupare stabili non dotati di impianti di riscaldamento
e comunque non idonei a soddisfare le esigenze abitative di una famiglia.
Intanto continua a rimanere stabile il dato relativo ai problemi familiari, che
emerge quasi esclusivamente tra gli italiani, mentre nelle piccole comunit di
stranieri, risulta poco ricorrente.
Rimangono, infine, pressoch invariate rispetto allanno precedente, le percen-
tuali relative agli altri bisogni.
Esaminando alcune macrovoci nel dettaglio, riusciamo a circoscrivere in manie-
ra pi dettagliata la tipologia di ciascun bisogno espresso ed il suo o i suoi fatto-
ri scatenanti: ad esempio, in tal senso, si osserva chiaramente come i problemi
Le povert 45
Tab. 14
Rispetto alle difficolt lavorative, esse sono dettate quasi totalmente dalla di-
soccupazione (72,6%), dato, questo, a cui si affianca, pur in misura ridotta, quel-
lo relativo al lavoro nero (21,3%), piaga che continua ad essere diffusa soprat-
tutto nel Mezzogiorno. (Tabella 15)
In merito a ci, secondo le stime elaborate dallUfficio studi della Cgia di Me-
stre33, la Regione che, subito dopo la Calabria, guida la poco lusinghiera clas-
sifica della diffusione del lavoro nero in Italia, proprio la Campania dove, ai
lavoratori dipendenti che hanno una seconda occupazione, e/o ai cassaintegrati
33
LAssociazione Artigiani e Piccole Imprese CGIA di Mestre cura un ufficio studi che si occupa
di indagini di mercato, statistiche e guide utili per autonomi e PMI e pubblica ricerche a tema
economico e sociale a intervalli regolari.
46 Capitolo 1
Tab. 15
34
A guidare la classifica delle regioni italiane con la maggiore percentuale di lavoro irrego-
lare rispetto al prodotto interno lordo laCalabria, con l8,7%, seguita dallaCampaniacon
l8,4% e dallaSiciliacon il 7,8%. Ma, secondo lo studio della CGIA, tutte le prime posizioni sono
prerogativa delle regioni del Centro-Sud.
Le povert 47
Tab. 16
Tab. 17
Le richieste
La ristretta variet delle richieste espresse nei momenti di ascolto, circoscritta a
poche voci di ordine materiale (viveri, abbigliamento, contributi al pagamento
di bollette), ci segnalano, nuovamente, una diffusa condizione di deprivazione
economica che coinvolge indistintamente utenti italiani e stranieri. (Grafico 11)
Grafico 11
Richieste
%
la quasi totalit delle domande esplicitate dagli utenti del CdA sia di cittadinan-
za italiana sia straniera. (Tabella 18)
Tab. 18
Beni e Servizi materiali 1.243 45,5 540 19,8 21 0,8 1.804 66,1
Osserviamo, dunque, con apprensione, come una fetta di anno in anno pi grande
di assistiti soffre sempre di pi di privazioni che impediscono il soddisfacimento
dei bisogni essenziali ed costretta a chiedere aiuti esterni per condurre una vita
perlomeno dignitosa.
Grafico 12
Interventi
%
Anche qui non si registrano differenze tra italiani e stranieri, in quanto tra tutti
gli interventi, quello pi frequente concerne la fornitura di buoni pasto da uti-
lizzare presso il Market Solidale (Opera Segno a cui attingono anche le varie
parrocchie della diocesi quando i propri assistiti ne fanno richiesta) o di pasti,
serviti in tavola o da asporto, offerti dalla Mensa Caritas. (Tabella 19)
Tab. 19
Beni e Servizi materiali 919 42,5 498 23,0 19 0,9 1.436 66,5
peraltro, nel corso degli anni ha mantenuto un trend piuttosto costante, contra-
riamente a quanto accaduto per la fornitura di beni e servizi materiali che sono
stati contrassegnati, proprio nel 2016, da una brusca impennata. (Grafico13)
Grafico 13
434
405
333 1436
276
351
617 481 554
305
Quanto esposto non pu non interrogarci sulla qualit della vita del nostro ter-
ritorio e sulle opportunit che vengono offerte alle persone fragili per mitigare
il loro stato di indigenza, evidentemente sempre pi serio se si analizzano i dati.
Laddove non si scorgono sbocchi lavorativi, non si pu confidare nel sostegno
economico della rete parentale (anchessa sempre pi deprivata) e/o non si pu
contare sulle proprie entrate mensili, insufficienti al sostentamento della prole e
alla soddisfazione dei bisogni pi essenziali, la Caritas entra in gioco con il propo-
sito di adoperarsi, in primis, per tutelare la dignit del singolo e, parallelamente,
54 Capitolo 1
Grafico A
Maschile Femminile
16
8 86
30
Cittadinanza Italiana Cittadinanza Non Italiana
In particolare, tra gli utenti stranieri prevalgono gli africani, il cui numero pu
essere equiparato a quello degli italiani, seguiti da soggetti appartenenti allU-
nione Europea (soprattutto rumeni) e asiatici. Molto ridotto, invece, il numero
di utenti che non provengono da Paesi membri dellUE. (Grafico B)
Le povert 55
Grafico B
4% 1%
23% 27%
17%
28%
Grafico C
Ospiti Dormitorio
(v.a. per trimestre)
50
26
17
12 14
8 8
5
I II III IV
35
Giorni e Orario di funzionamento: Tutti i giorni dellanno dalle ore 11:15 11:45 distribuzio-
ne pasti asporto; ore 12:00 servizio mensa utenti
Le povert 57
Tanti sono i nuclei familiari serviti quotidianamente, i quali, per lo pi, usufrui-
scono del pasto da asporto da consumare nelle proprie case. Piuttosto stabile,
invece, resta il numero degli utenti che pranzano in mensa, spesso persone sole,
le quali ritrovano tra gli operatori, i volontari e gli stessi ospiti, quellatmosfera
familiare, quel rispetto e quel calore umano che difficilmente scorgono altrove.
Analizzando i dati mensa per mese, si osserva una sostanziale regolarit nellan-
damento del numero di pasti consumati in loco, pur con un aumento graduale
delle richieste a partire da Ottobre 2016. Di contro si rileva una maggiore variabili-
t nel numero di pasti da asporto elargiti: dopo un deciso e progressivo calo nella
distribuzione, culminato nei mesi di giugno e luglio 2016, si osserva un altrettanto
forte incremento che raggiunge lapice nel mese di dicembre. (Grafico D)
Grafico D
6401
5091 4850
4703 4456 4393 4376
3857 3668
3459
3038 3091
Grafico E
53230 51383
25996
18014
14944
6641 6741 6138 4673 5920
Il servizio Agea
Come negli anni scorsi, anche nel 2016 la Caritas diocesana si occupata della
distribuzione delle derrate alimentari assegnate dallAGEA alle parrocchie della
diocesi che ne hanno fatto richiesta. Le strutture che hanno usufruito dei pro-
dotti sono state: 87 parrocchie della diocesi di Benevento, di cui 10 cittadine,
oltre alla Mensa Caritas ed al Market Solidale.
Il totale delle persone che sono state assistite di 29.438, distinte tra utenti
continuativi (n.26.807) e saltuari (n.2.631). Ancora un volta si registra un numero
molto alto di bambini, figli di famiglie disagiate, (3.991) che usufruisce dei pro-
dotti offerti. (Tabella X) AGEA
Le povert 59
Assistiti Continuativi
S. Leonardo
5 Baselice 20 50 50 120 20 140 15 52
Abate
San Giuseppe
9 Benevento 50 150 50 250 40 290 40 52
Moscati
10 Benevento San Modesto 100 400 100 600 100 700 40 104
Santa Maria
12 Benevento 50 150 100 300 60 360 30 52
della Pace
Santa Maria
13 Benevento della Verit 25 65 10 100 20 120 15 52
Santa Maria di
14 Benevento 80 170 50 300 60 360 25 104
Costantinopoli
Sant'Anna e
15 Benevento 50 350 100 500 80 580 60 104
Sant'Antonio
60 Capitolo 1
Assistiti Continuativi
Santissima
16 Benevento 200 600 200 1000 150 1150 200 52
Addolorata
Campoli del
20 San Nicola di Bari 10 90 50 150 20 170 20 52
Monte Taburno
San Nicola
22 Castelpoto 20 80 50 150 20 170 15 52
Vescovo
San Nicola
25 Ceppaloni 15 55 30 100 20 120 10 104
Vescovo
Ceppaloni/S.
27 S. Giovanni Battista 40 50 30 120 20 140 10 52
Giovanni
San Gennaro
28 Cervinara 20 200 80 300 50 350 30 52
Vescovo e Martire
Sant'Audiutore
30 Cervinara 50 250 100 400 80 480 30 104
Vescovo
Assistiti Continuativi
Foiano
35 SS. Rosario 20 65 15 100 20 120 8 52
Valfortore
S. Giovanni
39 Montefusco 15 55 30 100 10 110 15 52
del Vaglio
Montemiletto/
41 SS. Rosario 20 60 20 100 10 110 6 52
Montaperto
San Giovanni
42 Montesarchio 50 150 100 300 50 350 50 52
Battista
S. Maria
44 Morcone 70 200 80 350 70 420 50 104
de Stampatis
Morcone/Cuf-
46 SS. Salvatore 30 130 40 200 30 230 10 104
fiano
47 S. Bartolomeo
Paduli 69 211 40 320 50 370 30 104
Apostolo
62 Capitolo 1
Assistiti Continuativi
S. Maria a Cannavile
49 Pannarano 30 120 50 200 30 230 20 52
e S. Giovanni Battista
S. Andrea e
50 Paolisi 20 145 35 200 30 230 30 52
S. Tommaso
S. Bartolomeo
53 Petruro Irpino 5 35 30 70 12 82 10 52
Apostolo
Pietradefusi/
55 San Paolo Apostolo 10 25 15 50 8 58 6 52
Dentecane
58 Roccabascerana Sant'Andrea 10 45 15 70 10 80 6 52
Santi Giorgio e
59 Roccabascerana 5 30 35 70 0 70 1 52
Leonardo
SS. Annunziata e
62 Rotondi 20 140 40 200 20 220 25 52
S. Sebastiano
Assistiti Continuativi
San Giorgio
65 S. Giorgio Martire 50 150 50 250 30 280 40 52
del Sannio
San Giorgio
66 S. Maria della Piet 30 170 100 300 50 350 35 52
del Sannio
San Leucio
68 S. Leucio Vescovo 10 60 30 100 15 115 15 52
del Sannio
San Martino
70 S. Martino Vescovo 5 70 5 80 10 90 1 52
Sannita
San Nicola
73 S. Maria del Fosso 0 30 10 40 0 40 1 52
Manfredi
Santa Croce
76 Maria SS. Assunta 20 80 50 150 20 170 20 52
del Sannio
Sant'Angelo S. Angelo e
78 10 60 10 80 15 95 10 52
a Cupolo S. Leonardo
Sant'Angelo a
79 S. Maria Assunta 30 70 50 150 20 170 15 52
Cupolo/Bagnara
64
Assistiti Continuativi
Sant'Angelo a
80 S. Donato 5 45 20 70 14 84 8 52
Cupolo/Montorsi
Sant'Angelo a
81 Santissimo Rosario 20 60 20 100 10 110 10 52
Cupolo/Pastene
Sant'Angelo A
82 S. Matteo Apostolo 20 100 30 150 30 180 15 52
Cupolo/Perrillo
Sant'Arcangelo
83 S. Maria Maggiore 10 50 40 100 10 110 10 52
Trimonte
S. Michele
84 Sassinoro 10 70 20 100 10 110 10 52
Arcangelo
Sant'Erasmo
86 Torrecuso 50 200 100 350 50 400 40 104
Vescovo
S. Michele
87 Torrione 5 35 30 70 12 82 10 52
Arcangelo
Attivo dal 2013, il Centro Ascolto Donna Felicia Bartolotta Impastato, promos-
so dalla Caritas Diocesana, ha portato avanti anche nel 2016 il suo obiettivo di
accoglienza e solidariet verso le donne vittime di violenza, affinch la richiesta
di aiuto espressa venga ascoltata e trovi risposte adeguate.
Oltre a luogo di servizio ed accoglienza, lo Sportello diventato sempre pi nel
tempo, centro di produzione e comunicazione culturale, volto a favorire lat-
tenzione alle politiche di genere allinterno del servizio pastorale della Caritas
diocesana.
aperto tutti i gioved pomeriggio e, nello stesso giorno, attivo anche il Tele-
fono Rosa della Caritas, con cui si comincia ad accogliere segnalazioni e richie-
ste di aiuto, si forniscono le prime informazioni e si rilevano i bisogni.
Nel 2016 sono afferite per la prima volta allo Sportello, 9 donne, 7 di cittadinan-
za italiana e 2 straniere.
La loro et varia, a dimostrazione del fatto che non solo le giovani donne sono
vittime di prevaricazioni o violenze da parte di uomini, ma anche le donne ma-
ture: una, ad esempio, una ultra sessantenne.
Per comprendere meglio lentit del problema si scelto, per, di focalizzare lo
studio sul totale di donne che nel 2016 si sono rivolte allo Sportello di Ascolto
(n. 22), sia, cio, quelle gi prese in carico negli anni precedenti, sia coloro che
per la prima volta hanno scelto di chiedere aiuto alla Caritas.
Relativamente allo Stato Civile si osserva una lieve predominanza della com-
ponente femminile coniugata (36,4%), seguita da quella costituita da nubili e
separate nella stessa percentuale (22,7%). (Tabella 20)
Spesso le donne coniugate non riescono a chiudere relazioni che vanno avanti
da anni, per paura, per i retaggi culturali che le condizionano, per la presenza
di figli che frenano le loro scelte. Tuttavia le violenze continuano anche nei casi
di separazioni, molestate e/o minacciate da mariti che non accettano la fine del
rapporto e mostrano atteggiamenti ostili e pericolosi.
66 Capitolo 1
Tab. 20
Coniugato/a 8 36,4
Vedovo/a 1 4,5
Altro 1 4,5
Totale 22 100
Classe di et Totale %
15 - 18 anni 1 4,5
19 - 24 anni 1 4,5
25 - 34 anni 7 31,8
35 - 44 anni 3 13,6
45 - 54 anni 6 27,3
55 - 64 anni 3 13,6
65 - 74 anni 1 4,5
Totale 22 100
Le povert 67
Tab. 22
Dipendenze 2 7,1
Handicap/disabilita' 2 7,1
Totale 28 100
Nelle richieste rivolte dalle utenti si cela la problematicit delle loro esistenze: il
60% necessita di un supporto psicologico, il 20% di assistenza legale. Il restante
20% suddiviso equamente tra chi cerca accoglienza in comunit alloggio o
68 Capitolo 1
Tab. 23
Richieste Totale %
Legale 3 20,0
Psico-sociale 9 60,0
Totale 15 100
Tab. 24
Interventi Totale %
Legale 3 17,6
Psico-sociale 11 64,7
Totale 17 100,0
Le parole del direttore della Caritas Diocesana di Benevento, don NicoIa De Bla-
sio, durante la presentazione del progetto, hanno evidenziato che la Chiesa be-
neventana da tempo fa microcredito, in quanto vuole liberare il mondo dalle
36
Il CREDITO SOCIALE o credito familiare consiste nella concessione di un prestito, ad un tasso
agevolato, di complessivi 7.500,00 che sar erogato con una somma bimestrale pari a 1.250
euro. Il finanziamento viene restituito alla banca secondo un piano di rimborso della durata
massima di 6 anni, che decorrono trascorsi 12 mesi dalla concessione.
Il MICROCREDITO ALLIMPRESA consiste nella concessione di un prestito, a tasso agevolato, di
complessivi 25.000,00 che sar erogato in ununica somma. Anche per questa forma di cre-
dito, il finanziamento viene restituito alla banca secondo un piano di rimborso della durata
massima di 6 anni, che decorrono trascorsi 12 mesi dalla concessione
Le povert 71
37
LAssociazione Vobis (che lavora a stretto contatto con lo sportello) riguardo alle pratiche non
finanziate, non ha ravvisato la fattibilit e la positivit dellintento progettuale.
72 Capitolo 1
Tab. 25
Condizione professionale %
Occupato 28,0
Pensionato/a 6,0
Altro 8,0
Totale 100
In generale, per lintero anno 2016, gli interventi realizzati hanno chiaramente
riguardato lambito del microcredito/prestito, raggiungendo una percentuale
dell83,3%, ma, in misura minore, laddove non stato possibile procedere alla
concessione di prestiti, sono stati erogati contributi per il pagamento di utenze
e, in qualche caso, per la spesa presso il Market Solidale, al fine di alleggerire in
qualche modo gli esborsi quotidiani. (Tabella 26)
Le povert 73
Tab. 26
Interventi Totale %
Microcredito/prestito 35 83,3
Totale 42 100,0
Nel corso dei tre anni dallattivazione, laffluenza allo Sportello gradualmente
aumentata con un picco raggiunto nel 2015, in seguito allAlluvione che ha col-
pito il Sannio e che ha costretto molte persone a chiedere aiuti economici per
riavviare attivit, come nel caso di alcuni piccoli imprenditori locali, o per far
fronte alle tante spese impreviste conseguenti ai danni subiti dalle tante fami-
glie. (Grafico 14)
Grafico 14
70
51
29 28
17
4
2014 2015 2016
74 Capitolo 1
Malgrado il lieve calo di affluenze del 2016 rispetto allanno precedente (che
stato un anno allinsegna dellemergenza), il ricorso alla richiesta di prestito si
sta gradualmente diffondendo sia tra le famiglie, sia tra singoli soggetti interes-
sati a migliorare il loro futuro.
Nella misura in cui la Caritas vuole essere lievito e luce per chi soffre e non
ha speranza, quella del microcredito , dunque, uniniziativa provvidenziale se
condivisa per cambiare.
Le povert 75
Sacro Cuore. Queste ultime, come accennato pocanzi, hanno aperto da poco il
loro CdA, da qui il numero esiguo di utenti finora registrato che abbiamo voluto
in ogni caso riportare a testimonianza dellimpegno profuso in questi loro primi
mesi di attivit. (Tabella 1Y)
Tab. 1Y
Sesso Caritas Caritas Caritas Caritas S. Sacro Cuore San Modesto SantAnna Santa Maria Totale
Ceppaloni Montefalcione Roccabascerana Martino S. della Verit
Femminile 5 2 6 5 1 21 23 21 84
Maschile 5 1 8 2 3 17 11 16 63
Totale 10 3 14 7 4 38 34 37 147
Grafico 2Y
Bisogni
%
Grafico 3Y
Interventi
%
Scuola/Istruzione 0,1
Sanit 1,9
Uno sguardo alle tre Caritas parrocchiali di S. Modesto, SantAnna e Santa Maria
della Verit
Dato il limitato numero di dati rilevati, abbiamo ritenuto opportuno soffermarci
sulle tre Caritas Parrocchiali che, operando da pi tempo, ci consegnano infor-
mazioni pi dettagliate sui flussi di persone che afferiscono al CdA parrocchiale,
consentendoci di comprendere meglio le dinamiche della povert locale e, in
particolare, di quella cittadina.
78 Capitolo 1
A tal proposito lanalisi stata condotta sul totale dei passaggi successivi al pri-
mo ascolto degli assistiti affluiti nei tre CdA durante il 2016.
Tab. 4Y
Passaggi
S. Modesto Maschile 8 42 6 4 0 1 61
129
Femminile 5 21 8 12 9 13 68
SantAnna Maschile 7 54 0 12 2 2 77
189
Femminile 10 62 5 2 20 13 112
Si impone, invece, in relazione agli uomini afferiti al Cda, il numero delle donne
che vivono una condizione di nucleo familiare non integro, a causa di separa-
zioni, divorzi e vedovanza.
Come abbiamo gi osservato precedentemente, evidente che nei casi in cui le
donne si ritrovano prive della presenza del partner, aumentano per loro le dif-
ficolt di gestione del quotidiano, soprattutto se hanno figli. Molte di esse non
lavorano, e venendo meno lunica entrata economica della famiglia, il rischio
povert diventa concreto.
Del resto i dati sulla condizione professionale confermano che oltre il 70% dei
ritorni alla Caritas Parrocchiale di S. Modesto, riguardano utenti disoccupati e
quasi l11% delle donne incontrate sono casalinghe. (Tabella 5Y)
Tab. 5Y
Passaggi
Condizione professionale San Modesto % SantAnna % Santa Maria % Totale %
della Verit
La parrocchia di SantAnna, si trova nel pieno centro della citt di Benevento, sul
Corso Garibaldi, lasse del centro storico.
La Caritas parrocchiale nata nel 2011 ed i servizi attivati sono: il centro di
ascolto parrocchiale, il sistema di monitoraggio sulla povert, la raccolta e la
distribuzione di generi alimentari.
80 Capitolo 1
I dati a nostra disposizione evidenziano, sul totale dei 189 passaggi nellanno
2016, una prevalenza di ritorni da parte di utenti di sesso femminile (circa il
60%), situazione che si ripropone anche in riferimento allo stato civile, laddove,
infatti, a ritornare con maggiore frequenza al CdA, sono le donne sposate piut-
tosto che gli uomini, allo stesso modo delle vedove e, in misura ridotta, rispetti-
vamente le nubili e le separate, che vivono, verosimilmente, una condizione di
fragilit sociale ed economica pi grave rispetto agli utenti di sesso maschile.
La realt, tuttavia, si ribalta solo nel caso dei divorziati, in quanto il numero dei
passaggi al CdA risulta superiore tra gli uomini, evidentemente gravati da una
condizione che li vede investiti della responsabilit di sostenere due nuclei lad-
dove il lavoro manca, non abbastanza redditizio o intermittente.
In tal caso, evidentemente, il peso economico che ne deriva, induce a chiedere
aiuti allesterno (cfr. Tabella 4X).
Il riferimento al numero dei ritorni in base alla condizione professionale ci aiuta
a definire meglio il contesto di cui stiamo trattando: se oltre la met dei ritorni
riguardano gli assistiti che riferiscono di non avere unoccupazione, sorprende
lalta percentuale (29,1%) di pensionati che si rivolge pi volte al CdA. Il fatto di
essere costretti a vivere con un reddito minimo non adeguato ad una sopravvi-
venza dignitosa, spiega ampiamente il motivo della loro continua affluenza al
CdA parrocchiale (cfr. Tabella 5X).
La parrocchia di Santa Maria della Verit sorge nel rione Triggio, il cuore della co-
siddetta citt nuova longobarda, che conserva buona parte della sua topografia
medievale, fatta di stretti vicoli intricati sui quali si affacciano antichi palazzi.
La Caritas parrocchiale nata nel 2011 ed i servizi attivati sono: il centro di
ascolto parrocchiale, il sistema di monitoraggio sulla povert, la raccolta e la
distribuzione di generi alimentari.
Qui si rileva il maggior numero di passaggi da parte degli utenti residenti nella
zona, rispetto alle altre due parrocchie cittadine appena citate: 412 ritorni in un
anno, soprattutto da parte della componente femminile (57,7%).
Laffluenza delle donne prevale su quella degli uomini sia quando esse sono co-
niugate, sia quando vivono separazioni, divorzi o vedovanza. In tutti questi casi,
Le povert 81
Lentit dei passaggi nei vari CdA, in ogni caso, ancora mitigata dal richiamo
del CdA diocesano a cui si orientano molte prese in carico, soprattutto per situa-
zioni che necessitano interventi pi articolati.
Il rinvio alle parrocchie di appartenenza (in cui sono presenti centri di ascolto),
che si sta progressivamente attuando negli ultimi tempi nei confronti delle per-
sone in difficolt, condurr man mano ad un aumento delle affluenze nei vari
CdA parrocchiali emergenti, che ci auguriamo, si moltiplichino nelle varie aree
della diocesi.
Il loro contributo allosservazione diretta dei fenomeni di povert, emarginazio-
ne, esclusione sociale localizzata, fornir nuovi suggerimenti e spunti di rifles-
sione per una sempre pi completa e dettagliata comprensione delle fragilit e
dei bisogni del territorio a cui si potr rispondere con una consapevolezza e, di
conseguenza, una incisivit ancora maggiore.
82 Capitolo 1
Conclusioni
I dati presentati nellultimo dossier sulle povert della Caritas Campania, descri-
vono una realt, quella della nostra regione, in cui persistono forti criticit in
ambito economico-sociale, che si rivelano nellaumento del numero di persone
afferite ai Centri di Ascolto Caritas in condizione di povert38
Anche la Caritas diocesana di Benevento, in linea con i dati della regione, regi-
stra condizioni diffuse di deprivazione che persistono negli anni.
Il 2016 ha visto aumentare sia il numero dei nuovi accessi, sia il numero dei
passaggi agli sportelli dellascolto. Questi ultimi, in particolare, hanno risentito
degli effetti del post-Alluvione aumentando esponenzialmente.
A rimanere stabile nel tempo, invece, il profilo dellutente che afferisce alla Ca-
ritas in cerca di aiuto: il deciso aumento del numero di cittadini stranieri accolti
nel 2016, non ha frenato il trend che svela la netta prevalenza degli italiani tra
coloro che vivono condizioni di disagio.
Molti sono giovani adulti con bassi livelli di istruzione, disoccupati o con lavori
irregolari e poco redditizi, gran parte coniugati con figli da mantenere, tanti
senza una casa di propriet, costretti a pagare fitti troppo esosi per i bassi salari
percepiti (quando non si sono subiti licenziamenti).
Da qui laumento delle richieste di beni e servizi materiali, cio di generi di pri-
ma necessit, quelli indispensabili a condurre una vita dignitosa.
difficile, spesso, gestire flussi di persone sempre pi deluse, arrabbiate, ango-
sciate.
Non si tratta semplicemente di monitorare i bisogni espressi, ma di compren-
dere ed ascoltare il disagio, analizzarlo nelle sue cause, approfondire i fenomeni
che conducono allemarginazione, ideare nuove modalit di intervento, coglie-
re le sfide socio culturali del momento.
Limpegno della Caritas di Benevento negli anni si reso sempre pi consape-
vole e, attraverso la consapevolezza, gradualmente si passati a modalit di
azione sempre pi rispondenti ai richiami di una societ che cambia e che ne-
cessita di nuovi stimoli e di reazioni opportune.
38
Dossier Regionale Caritas Campania, anno 2016
Le povert 83
Il fenomeno migratorio
1
Cfr. Dossier statistico Immigrazione, Centro Studi e Ricerche Idos, 2016, disponibile sul sito
www.dossierimmigrazione.it.
86 Capitolo 2
A suffragio di ci, vi sono due considerazioni: la prima riguarda il fatto che, stando
ai dati Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), al 31 dicembre
2016, sono sbarcate in Europa 361.578 persone, cio circa il 64% in meno rispetto
allanno precedente, in cui si registrarono circa un milione di arrivi2. palese che per
un continente come lEuropa, che conta circa 500 milioni di abitanti, nel quale, tra
laltro, concentrata buona parte della ricchezza del pianeta, non dovrebbe rap-
presentare un problema tanto gravoso, governare e assorbire una tale pressione
migratoria, a meno che lintento politico non sia esclusivamente quello di frenarla.
In secondo luogo, dato che, negli ultimi anni, la quasi totalit dei migranti che
raggiunge lUnione europea, sono potenziali soggetti con diritto ad una prote-
zione internazionale, altrettanto evidente che la natura stessa del fenomeno
migratorio e delle sue cause, sono notevolmente cambiati, motivo per cui non lo
si pu pi considerare quale fenomeno transitorio, bens, appunto, strutturale3.
Rispetto al passato, gli attuali flussi migratori, essendo composti soprattutto da
profughi, non sono programmati. Ci contribuisce alla diffusione di atteggia-
menti di chiusura da parte di tanti cittadini europei.
Eppure nel corso degli anni, a partire dal lontano 1986 (legge 30 dicembre 1986,
n. 9434) fino ad oggi5, sono state varate una serie di sanatorie allo scopo di rego-
larizzare il flusso di immigrati i quali, dunque, sono diventati regolari solo grazie a
provvedimenti straordinari. Ci testimonia sia la mancata programmazione, che
ha caratterizzato, evidentemente, anche i governi passati, sia linadeguatezza
2
Statistiche dellAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sito www.unhcr.it/risor-
se/statistiche.
3
Dal resoconto dellAssemblea della Camera dei Deputati, seduta n 726 di mercoled 18 gen-
naio 2017, sito www.camera.it.
4
Con la legge n. 943 (Norme in materia di collocamento e di trattamento dei lavoratori extraco-
munitari immigrati e contro le immigrazioni clandestine), venne emanata la prima regolamen-
tazione normativa dellattivit lavorativa straniera.
5
Legge 39/1990, meglio conosciuta come legge Martelli, per controllare il flusso migratorio at-
traverso visti, controlli alla frontiera, espulsioni; legge 40/1998 (legge Turco-Napolitano), che in-
troduce contemporaneamente una riforma integrata dei sistemi di controllo, di regolazione dei
flussi e di integrazione degli stranieri; la legge 189/2002 (Bossi Fini) con cui viene introdotto
lobbligo per gli stranieri di rilasciare le proprie impronte digitali alla richiesta del permesso di
soggiorno e ad ogni rinnovo, vengono estesi i motivi dellespulsione, ed introdotte nuove norme
per rafforzare i controlli di frontiera, soprattutto marittime.
Il fenomeno migratorio 87
Per questo motivo lAnci, nel suo programma di distribuzione degli immigrati, si
proposto come obiettivo quello di estenderlo al pi ampio numero possibile
di centri urbani 13.
Tuttavia, come sottolineato in precedenza, nel sistema di accoglienza, lo SPRAR
una parte minoritaria:il maggior numero di immigrati alloggia, infatti, nelle
strutture temporanee individuate dalle prefetture.
Tra le regioni italiane che hanno accolto pi migranti nel 2016, la Campania si
colloca al V posto con 14.312 presenze, dopo la Lombardia, il Lazio, il Piemonte
ed il Veneto.
In tal senso, occorre anche considerare i costi dellaccoglienza, uno dei motivi
dellostilit e della chiusura rispetto alla questione degli immigrati, di alcune
classi politiche e di una parte della cittadinanza.
Secondo il Ministro dellEconomia Padoan, nel 2015 sono stati spesi oltre 3 mi-
liardi di euro per i nuovi arrivati, cifra che risulta raddoppiata rispetto agli anni
precedenti e, presumibilmente, non destinata a ridursi in futuro, anche perch
lItalia, da Paese di transito, si sta trasformando progressivamente in un Paese di
permanenza dei flussi migratori 14.
per questo che si sta provando ad aprire allaccoglienza, non solo i centri a ci
deputati, come gli SPRAR, ma anche le famiglie, opportunamente selezionate ed in-
formate, attraverso un coinvolgimento diretto che, da un lato offre importanti occa-
sioni di relazione, scambio e conoscenza ad ambo le parti, dallaltro favorisce sia gli
stranieri, in termini di vitto, alloggio, conoscenza della lingua e dellambiente sociale
di riferimento, sia le famiglie, che ne traggono profitto anche sotto il profilo eco-
nomico dato che una quota delle spese sostenute per i migranti, vanno alle stesse.
13
A Dicembre 2016 lANCI ed il neoministro dellInterno Marco Minniti, hanno raggiunto un ac-
cordo per attuare un piano di distribuzione dei migranti pi equilibrato sul territorio nazionale.
I Comuni che vorranno aderire su base volontaria allo SPRAR, avranno la garanzia di una sorta
di clausola di salvaguardia, oltre che incentivi economici. Laccordo prevede circa 2,5 migranti
ogni mille abitanti con una serie di correttivi per Comuni pi piccoli, capoluoghi di citt metro-
politane e le zone terremotate.
14
Questa stima complessiva contenuta nella lettera indirizzata dal ministro dellEconomia,
Pier Carlo Padoan, ai commissari Ue per ottenere flessibilit di bilancio da Bruxelles (2016).
90 Capitolo 2
Infine, non si pu trascurare il fatto che gli immigrati, tra cui tante giovani leve,
grazie alla loro superiore capacit di adattamento (dettata spesso dalla necessi-
t ma anche dal maggiore spirito di sacrificio), abbiano contribuito alla conser-
vazione di molte aziende italiane che, altrimenti, sarebbero fallite a causa della
crisi di questi anni.
La Campania accogliente
19
de Filippo Elena; Strozza Salvatore, Gli immigrati in Campania negli anni della crisi economica.
Condizioni di vita e di lavoro, progetti e possibilit di integrazione, F. Angeli, Milano, 2015
20
Ibidem
Il fenomeno migratorio 93
Benevento e i migranti
Benevento spicca, ad oggi, come prima provincia italiana per numero di SPRAR:
a Giugno 2017, grazie allattivit di promozione della Caritas diocesana, ne sono
stati costituiti 13, contro i 9 di Cosenza, gli 8 di Salerno, i 4 di Milano e cos via, in
numero decrescente, gli altri 33 presenti in altre regioni italiane.
Nellimpegno dei sindaci sanniti a favore dei migranti, stata decisiva lazione
svolta dalla Caritas diocesana, che, come affermato dal suo direttore, don Nicola
De Blasio, mira a creare Comunit Welcome, attraverso lassunzione di respon-
sabilit della governance del flusso migratorio proprio da parte dei sindaci dei
piccoli comuni.
Larcivescovo di Benevento mons. Felice Accrocca, richiama, in proposito, lat-
tenzione sullo spopolamento di alcune piccole comunit locali, paesini che
spesso non raggiungono i 1000 abitanti, da cui i giovani sono andati via da
tempo, alla ricerca di un lavoro e di un futuro pi florido; da qui, dunque, che
bisogna partire ripopolando e ringiovanendo, qui che bisogna intervenire
allo scopo di integrare con criterio i migranti.
Attraverso il ripopolamento di questi centri, come sottolinea ancora il direttore
della Caritas, trae beneficio tutta la comunit che, al di l delle difficolt che si
possono incontrare, riscopre grandi opportunit di sviluppo sostenibile.
94 Capitolo 2
Lo SPRAR di Roccabascerana
un progetto nato a marzo 2014 finalizzato ad accogliere 30 richiedenti asilo
politico e rifugiati provenienti dallAfrica e dal Medio Oriente.
gestito dalla Caritas Diocesana di Benevento in partenariato con la Cooperati-
va Sociale Il Melograno e lAPS Etnie Onlus.
Al 31 dicembre 2016, sono stati accolti 79 richiedenti asilo di diverse nazionalit:
15 Nigeriani, 6 Irakeni, 14 Pakistani, 10 Afgani, 4 Somali, 8 Ghanesi, 8 Gambiani,
7 Maliani, 2 Senegalesi, 1 Sudanese, 2 egiziani, 1 Ivoriano, 1 Guineano.
Le forme di protezione riconosciute dalla Commissione Territoriale competente
sono state 37 in totale: 3 Status di Rifugiato, 14 Protezione Sussidiaria, 20 Prote-
zione Umanitaria.
Tutti frequentano regolarmente il CPIA (Sistema Istruzione Adulti) presso Istituti
di scuola pubblica. Ognuno, secondo il proprio livello di conoscenza e di padro-
nanza della Lingua Italiana, sta frequentando un corso di Alfabetizzazione di
Livello A1, di Livello A2 o Terza Media; 5 beneficiari hanno conseguito a giugno
2017 la licenza media. Due hanno conseguito il diploma di Scuola Superiore
presso lIstituto Tecnico Professionale.
21
Ad agosto 2017, ad aderire al Manifesto per una rete dei piccoli comuni del Welcome sono
Benevento, San Giorgio del Sannio, Pietrelcina, Roccabascerana, Petruro Irpino, Vitulano, Chian-
che, Baselice, San Marco dei Cavoti, Sassinoro, San Giorgio la Molara, Santa Paolina e San Nicola
Manfredi e Castelpoto.
96 Capitolo 2
Quello di Petruro uno SPRAR che abbraccia, in pratica, tre continenti (quattro
se si considerano gli operatori).
Tra le attivit dello SPRAR di Petruro Irpino c il corso di teatro di Immaginaria
Coop Sociale Onlus: unarte chiamata allevoluzione, alla sostenibilit, alla dedi-
zione, una creazione sociale capace di accogliere e rappresentare persone di-
verse, in profonda assenza di giudizi e limiti.
Infine, a testimonianza dello spirito di solidariet e di condivisione che anima
il progetto SPRAR, significativo stato il battesimo, in paese, di tre piccoli nati
dalle famiglie immigrate. Tre ad oggi sono stati i bimbi battezzati, due ad Aprile
2016 ed uno a settembre dello stesso anno.
Le due cerimonie sono state celebrate dallarcivescovo di Benevento, mons. Fe-
lice Accrocca, ed il padrino di uno dei bimbi battezzati stato proprio il sindaco
di Petruro Irpino, Giuseppe Lombardi, che ha voluto, in questo modo, rendere
una forte testimonianza di quanto un piccolo comune possa essere accogliente
offrendo amore e disponibilit e ricevendo in cambio nuova vita e nuove op-
portunit per il suo futuro.
Lo SPRAR di Chianche
Il Progetto SPRAR attivo nel Comune di Chianche (AV) dal luglio del 2016.
destinato ad ospitare 25 beneficiari (15 uomini e 10 donne), in 4 appartamenti
presenti sul territorio della comunit di Chianche. Al 31 dicembre 2016 le pre-
senze sono in totale 23, di cui 7 Afghani, 3 Pakistani, 2 Ivoriani, 2 Somali, 1 Ira-
cheno, 1 Maliano, 1 Guineano, 1 Etiope, 1 Gambiano, 4 Nigeriani.
Lobiettivo del Progetto consiste nella riconquista dellautonomia da parte dei
richiedenti/titolari di protezione internazionale e umanitaria accolti. Tale pro-
cesso di emancipazione, da una condizione di assistenza, viene attuato grazie
al lavoro congiunto dellequipe di operatori.
Ogni operatore, mettendo in campo le proprie competenze specifiche, sostiene
il beneficiario nel raggiungimento dellautonomia lavorativa, abitativa e sociale.
Ai beneficiari garantita unassistenza legale, sanitaria, psicologica e socio-for-
mativa. Infatti, sono attivi lo Sportello Advocacy, lo Sportello di Ascolto Psicolo-
gico e quello di Orientamento al Lavoro.
Il fenomeno migratorio 99
I ragazzi attualmente inseriti nel progetto sono 14 (12 maschi e 2 femmine) tra questi abbia-
22
Altri limiti, simili a quelli previsti per i tirocini, sussistono per liscrizione ai corsi
di formazione non sempre aperti ai minorenni e non sempre accessibili senza il
titolo di studio intermedio (terza media).
Attualmente il progetto vede n. 3 beneficiari impegnati in corsi di formazione
professionale riconosciuti dalla Regione Campania per lacquisizione del titolo
di operatore agricolo, con esperienza diretta presso una azienda agricola.
Affido Familiare:
stata avviata la costruzione di una rete di famiglie, che si sono rese disponibili
a condividere del proprio tempo (un giorno, un evento, un fine settimana) e
impegno insieme ai nostri ragazzi.
Attualmente n. 2 ragazzi possono dirsi inseriti in un discorso di affido part-time;
altre famiglie sono costanti nel coinvolgere i ragazzi durante le festivit religio-
se e civili.
ancora in fase di definizione il protocollo ad hoc con il Comune, e la disponibilit
di un relativo albo di affidatari.
Lequipe multidisciplinare, costituita da operatori specializzati, impegnata con
ogni singolo ospite in un processo di co-costruzione di un progetto individuale.
In questottica, risulta immediato collocare al centro dellaccoglienza la persona
stessa, la quale non beneficiaria passiva di una serie di servizi, ma protagoni-
sta attiva del proprio percorso di accoglienza.
Le due Comunit il Tetto rosso e la Gabbianella e il gatto hanno partecipato
insieme al progetto RIFUGIATO A CASA MIA, un progetto SPRAR MSNA, che
prevede laccoglienza di 10 minori allinterno di due comunit educative23.
Lidea progettuale innovativa, costituita dalla possibilit di essere accolti,
dopo il periodo in comunit, presso famiglie affidatarie, selezionate dallufficio
di piano e formate dalla Caritas di Benevento che tra le 70 Caritas italiane a
partecipare al progetto24.
23
Il Progetto si svolger dal 1 marzo al 30 novembre 2016. Dal 22 al 28 febbraio le Famiglie di
Benevento che avranno aderito saranno coinvolte in un percorso di formazione che le prepare-
r allaccoglienza.
24
Il progetto, avviato da Caritas Italiana, prevede laccoglienza di cittadini o intere famiglie stra-
nieri in difficolt per un periodo di sei mesi.
Il fenomeno migratorio 105
Al momento in Italia sono oltre 170 le famiglie, 150 le parrocchie e 30 gli istituti
religiosi che, in tutta Italia, hanno gi aderito al Progetto mettendo a disposizio-
ne complessivamente circa 1.000 posti.
I fratelli in difficolt saranno accolti principalmente dalle famiglie che si sono di-
chiarate disponibili e che offriranno un tetto e i pasti. Chi invece sar sistemato
in parrocchia o negli istituti religiosi sar, in ogni caso, seguito da una famiglia-
tutor della comunit che lo accompagner nel percorso di integrazione nel con-
testo sociale.
106
Capitolo 3 107
Le Campagne, i progetti,
i gruppi pubblici
Liniziativa Esther: per non tacere. Le panchine del vero Amore una campa-
gna sociale basata sullazione congiunta della Caritas Benevento con la Chiesa
locale e la Chiesa Cristiana Evangelica Fiumi di Grazia.
Seguita da Enrico Pirone dellUfficio Stampa e Comunicazione Caritas, ha ori-
gine nel giugno 2016 in seguito ad un tragico episodio di cronaca nera che ha
interessato la citt di Benevento: luccisione, il 14 dello stesso mese, di Esther
Johnson, trentaseienne prostituta nigeriana, il cui corpo senza vita, crivellato
da sette colpi di pistola, venne ritrovato allingresso di Parco Cellarulo, in Via
Grimoaldo Re. Ancora ignoto lautore (o gli autori) del gesto.
Lo scopo, attraverso lagire congiunto delle Chiese, pertanto quello di fare
fronte comune ed intervenire insieme, nellottica di contrastare la piaga della
prostituzione.
La Caritas, infatti, intende farsi strumento attivo di annuncio e denuncia, al fine
di incidere sulle strutture di peccato per contrastarne formazione e crescita.
La volont appunto, come riporta il titolo della campagna, quella di non ta-
cere.
Anche sul nostro territorio, infatti, la prostituzione dilaga ed aumenta il numero
di clienti i quali cercano, sedute sulle panchine, in attesa, gli oggetti del loro
piacere. Le panchine, dunque, da ruolo di relazioni sociali, diventano simbolo di
solitudine e di emarginazione. E proprio da qui nasce lidea delle panchine del
vero amore.
Limpegno, in sostanza, quello di restituire alle panchine una connotazione
sana: da luogo di sfruttamento e degrado, a spazio di relazionalit semplice,
sana e pulita.
108 Capitolo 3
Le panchine del vero amore sono, allora, un invito a creare e ri-creare luoghi di
relazioni sociali inseriti nel quotidiano. Un appello forte a non lasciare allincuria
e incustoditi ampie porzioni di territorio, nella consapevolezza che labbando-
no provoca lo sfruttamento.
Ad essere richiesta, una maggiore coesione nelle strade di tutta la citt, non-
ch la capacit di coltivare rapporti autentici, per scongiurare la solitudine e i
problemi che ne possono derivare, soprattutto tra i ragazzi.
Il messaggio della Campagna, dunque, non quello di circoscrivere il fenome-
no della prostituzione ad un problema di degrado o di decoro, ma far capire
che c qualcosa che non va; brevemente: meno clienti e pi coscienza civile.
Non vuol dire meno prostituzione, ma chiese unite per intervenire in questo
fenomeno che dilagato nelle coscienze essendoci questa richiesta cos forte.
Queste le intenzioni che hanno animato, tra le altre manifestazioni promosse, la
marcia con fiaccolata del 18 giugno 2016.
Partita da via Nuzzolo e terminata tra il Parco Cellarulo e via Grimoaldo Re, ha
visto la partecipazione, in prima fila, del direttore Caritas Don Nicola De Blasio.
Piantati, in memoria di Esther, trentasei girasoli: uno per ogni anno di vita della
donna. Toccante anche la scritta riportata sullo striscione lasciato sul posto e
collocato dal Coordinatore Caritas Angelo Moretti. Vi si legge: Avviso ai clienti:
Esther se ne andata. Lavete uccisa anche voi, seguito dalle parole di De An-
dr, a m di avviso ai passanti: non sentiamoci assolti, siamo tutti coinvolti.
Altra giornata degna di menzione, quella del 3 settembre 2016, interamente
dedicata al ricordo della nigeriana. La Caritas, la Chiesa di Benevento e la Chiesa
Cristiana Evangelica hanno simbolicamente occupato panchine e altri luoghi
spesso dimenticati, riempendoli di attivit, canti e discussioni. Un modo per
smuovere energicamente le coscienze delle comunit sannita.
Direttamente coinvolti, nello specifico, i luoghi dellomicidio e i dintorni della
Stazione Centrale nel Rione Ferrovia di Benevento dove la donna, residente a
Castel Volturno, veniva fatta prostituire. Spazi bonificati moralmente e fisica-
mente (attraverso lazione di volontari con operazioni di pulizia del sito noto
oggi come Il giardino di Esther) che tornano ad essere vissuti e riabilitati nella
loro dignit.
Le Campagne, i progetti, i gruppi pubblici 109
1
Dati OIM disponibili sul sito: www.italy.iom.int
110 Capitolo 3
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Luigino Bruni, docente di Economia politica alla Lumsa, da anni impegnato nella campagna
di sensibilizzazione sullazzardo e i suoi drammatici effetti culturali e sociali.
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Nel 2010, Jorge Bergoglio allora a capo della Conferenza Episcopale argentina, lanci lallar-
me contro lazzardo, definito un cancro sociale (cncer social), al pari del narcotraffico e della
droga.
112 Capitolo 3
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Presentato nel Febbraio 2017, il Manifesto per una Rete campana dei piccoli comuni del wel-
come traccia il passaggio dalla politica del welfare a quella del welcome. La novit proposta
dalla Caritas diocesana con il Manifesto, sta nelle due parole welfare e welcome: il welfare sta-
ta unesperienza fondamentale di protezione sociale che, tuttavia, oggi necessita di una sorta di
integrazione. Con il welcome si da importanza alla relazione con lobiettivo centrale di mettere
al centro la persona.
114 Capitolo 3
Obiettivo primario del progetto, allo stato attuale, quello di ottenere un miglio-
ramento nei risultati scolastici dei ragazzi e una riduzione dei casi di abbandono
degli studi. Dal lavoro intrapreso, si attende un progresso nella resa scolastica da
parte di almeno il 30 % del 50 % dei partecipanti. Nei laboratori attivati si lavora
pertanto su una presa di coscienza delle proprie qualit personali e relazionali,
come anche dei propri punti deboli. Tra i fattori di rischio, la crisi del modello
educativo familiare, da considerare nellottica di prevenire e ridurre il drop out
scolastico. Il tutto nella consapevolezza, di come il fenomeno in atto, sia indice
e sintomo di un malessere pi generale avvertito dal mondo giovanile contem-
poraneo.
Ad ogni modo, si cerca di promuovere, al contempo, anche lo sviluppo degli
elementi protettivi che aiutano i giovani ad affrontare le sfide insite nel perso-
nale percorso di crescita. Allo scopo e ai fini di uno studio scientifico psicologico
e sociale, agli studenti vengono somministrati, in forma anonima, questionari
sullautoefficacia e sulla resilienza.
Quattro i Centri attivi: il Centro Giovani e Musica, Giovani e Sport presso il cen-
tro pi bello insieme; il Centro Giovani per lAmbiente presso la Fattoria
Sociale Orto di Casa Betania e presso la fattoria La Cinta; il Centro Giovani e
Formazione Politica presso lUfficio Stampa e Comunicazione Caritas e il Cen-
tro di Pastorale Giovanile. Allinterno di ciascuno, il progetto Giovani ResiliEnti
prevede lattivazione di uno Sportello Scuola, comprensivo di sala computer
che, per mezzo di unquipe con competenze socio-psico-pedagogiche, offra
un servizio di ascolto, supporto scolastico, consulenza e orientamento; laper-
tura di doposcuola basati sulla meta-cognizione e sul cooperative learning; un
percorso di animazione di strada e con gruppo di pari (peer education); latti-
vazione di una pagina social; la realizzazione di un cortometraggio; lapertura
di un Open Source Center: il Centro non commerciale delle idee dove adolescenti,
adulti e insegnanti sono chiamati a discutere insieme su iniziative condivise, sul
mondo del lavoro, sullo sport, sullo studio, sul proprio futuro; lattivazione di
campi estivi residenziali.
Volont dei promotori e dei realizzatori del progetto anche quello di far con-
frontare i ragazzi con il fenomeno della ludopatia, tristemente noto al nostro
116 Capitolo 3
Lesperienza dei PTRI per la Caritas di Benevento inizia nellottobre 2014 grazie
ad una proficua collaborazione tra una rete di cooperative sannite e la Caritas
stessa la quale, attraverso le proprie Opere Segno, ha preso parte attivamente
alla realizzazione di percorsi terapeutici - riabilitativi individualizzati per adulti
con disagio psichico e/o sociale.
La metodologia dei PTRI destinata alle persone in condizione di fragilit, vul-
nerabilit e/o non autosufficienza o ad altri stati di grave rischio per la prognosi,
che richiedono progetti individuali richiedenti al contempo interventi sanitari
e sociali.
Tali progetti, sostenuti con Budget di Salute (BdS), hanno una durata massima di
due anni, in seguito alla quale possono essere prorogati per un ulteriore anno
previa opportuna valutazione U.V.I. (Unit Valutazione Integrata organo attua-
tore).
Dopo i primi due anni le persone in carico in PTRI passano da bisogni a pre-
valenza sanitaria e a rilevanza sociale, a bisogni a prevalenza sociale e rilevan-
za sanitaria, fino al conseguimento dellobiettivo cardine del progetto, e cio
linserimento delle persone con disagio, nelle compagini sociali dei co-gestori
destinatari del BdS, attraverso la loro inclusione in attivit che consentano le-
mancipazione e lautonomia.
quanto accaduto a Carmine e Giuseppe, due persone con disagio psichico
che, peregrinando per anni tra strutture di cura pubbliche e private accreditate,
oggi sono cittadini autonomi e consapevoli di s: il 7 dicembre 2016, infatti,
sono diventati, soci operatori della cooperativa La Solidariet, afferente alla
rete Caritas Benevento, al termine di un progetto terapeutico riabilitativo indivi-
duale cominciato nel 2014, grazie alla spinta de La rete Sociale (lassociazione
dei familiari dei malati psichici), e della Caritas diocesana di Benevento.
Al termine della conferenza stampa che li ha visti protagonisti di un importante
risultato, Carmine e Giuseppe, raccontando la loro storia, hanno affermato di
voler ripagare con il loro impegno quanto hanno ricevuto e hanno firmato il
registro dei soci della Cooperativa Sociale La Solidariet.
120 Capitolo 3
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Per empowerment si intende un processo dellazione sociale attraverso il quale le persone, le or-
ganizzazioni e le comunit acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il pro-
prio ambiente sociale e politico per migliorare lequit e la qualit di vita (Zimmerman M.A., 2000).
Le Campagne, i progetti, i gruppi pubblici 121
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R. Barone, S. Bruschetta, M. DAlema (a cura di), Linclusione sociale e lavorativa in salute mentale,
buone pratiche, ricerca empirica ed esperienze innovative promosse dalla rete AIRSaM, Franco
Angeli Editore, 2013
122 Capitolo 3
Destinatari
Tutti coloro che per qualsiasi ragione si trovano a vivere una disabilit sociale:
persone affette da sofferenza psichica o disabilit fisica, intellettiva e senso-
riale;
anziani fragili in condizione di precariet sociale e sanitaria;
persone affette da HIV o dipendenze patologiche quali droga, alcool, gioco
dazzardo;
minori con problematiche di vario genere.
Obiettivo
Con la DGRC n.483 del 21.09.2012 la Giunta Regionale ha approvato le Linee
Guida sui PTRI secondo la metodologia dei Budget di Salute ai sensi dellArt. 46
della L.R. n. 1/2012, cos come sancito dal DCA n. 16 del 11.02.2013.
Le Linee Guida si inseriscono nel quadro dei programmi di contenimento e di
razionalizzazione della spesa socio-sanitaria che la regione realizza in quanto
promotrice dei diritti di cittadinanza delle persone e di tutela della salute quale
diritto fondamentale ed interesse essenziale della comunit.
Numero di prese in carico promosse nella rete Caritas (a partire dal 2014): 57
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Requisiti
Il REI si compone:
di un beneficio economico
di un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e
lavorativa
e sar ricevuto da circa 400 mila famiglie, di cui il 50% residenti nelle regioni
meridionali ed un quarto in quelle settentrionali.
Il fondo per la lotta alla povert sar assegnato in maniera prioritaria a famiglie
residenti in Italia (quindi non potr essere utilizzato dai richiedenti asilo appena
giunti in Italia) e con:
- figli minori o disabili
- donne in stato di gravidanza
- disoccupati di et superiore a 55 anni
Diversamente da quanto accadeva per il SIA, che considerava lIndicatore della
situazione economica equivalente (ISEE) come unico criterio economico di asse-
gnazione, il REI oltre a questultimo, tiene conto anche dell Indice della situazione
reddituale (ISR), ovvero dell ISEE scevro dalle propriet immobiliari e mobiliari.
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Per il REI, stato adottato un innalzamento della soglia dell ISEE in corso di
validit:
- pari o inferiore ai 6,000.00 euro (per il SIA era di 3,000.00 euro)
ed un valore soglia dell indicatore della situazione reddituale (ISR):
- pari a 3,000.00 euro
Pertanto il REI che tiene conto del reddito davvero a disposizione dei nuclei
familiari per le spese quotidiane, potranno riceverlo anche:
Come si accede
La domanda di accesso al REI, finalizzata allottenimento del beneficio, potr es-
sere compilata e presentata a partire dal 1 dicembre 2017 presso gli appositi
punti di accesso predisposti dai Comuni.
Sar possibile utilizzare il modello ISEE precompilato introdotto in via speri-
mentale nel primo semestre 2018 e scaricabile dai siti internet della Agenzia
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Le attivit e lo scopo
La prima parte del REI prevede lerogazione di un contributo economico.
Lassegno sar erogato per 18 mensilit dal Ministero e caricato su Carta Rei,
carta di credito prepagata e ricaricabile. La somma complessiva potr essere
prelevata per met in contanti e per laltra met spesa presso esercizi conven-
zionati.
La seconda parte del REI consiste invece in un progetto personalizzato di
reinserimento e integrazione sociale e lavorativa: allo scopo di aiutare il nucleo
familiare o la singola persona a risolvere la situazione di difficolt in cui versa,
lazione potr riguardare un aiuto nella ricerca di unoccupazione, la ricerca di
unabitazione, leducazione dei figli a carico, la somministrazione di cure medi-
che, etc.
Gli Ambiti Territoriali coinvolti per la diocesi di Benevento sono stati 8 (A01,
A04, A05, B01, B02, B03, B04, B05), il totale delle domande accolte: 195
La Caritas non riuscita ad ottenere, invece, i dati definitivi sul numero di do-
mande presentate.
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A chi si rivolge
Gli SPRAR (Sistemi di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) sono aperti
ai richiedenti e beneficiari di protezione internazionale e ai titolari di permesso
umanitario.
Si rivolgono, in particolare, a tre categorie di utenti:
singoli e nuclei parentali anche monogenitoriali (accoglienza ordinaria)
persone che necessitano di assistenza sanitaria, sociale e domiciliare specia-
listica e/o prolungata o con disagio mentale
accoglienza di minori stranieri non accompagnati
Scopi
Gli SPRAR:
si inseriscono nella progettazione delle politiche di Welfare locale in rete
con gli altri servizi del territorio
mirano allavviamento di percorsi di inserimento socio-economico finalizza-
ti allintegrazione e alla conquista dellautonomia personale
prevedono la realizzazione di progetti di accoglienza integrata e sostenibile
con un forte protagonismo dei territori coinvolti
Attivit e interventi
accoglienza materiale (vitto e alloggio)
servizi alla personale (assistenza socio-sanitaria, inserimento scolastico, ap-
prendimento della lingua italiana, orientamento al territorio e ai servizi su
di esso attivi)
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orientamento legale
percorsi individualizzati di inserimento socio-economico
Numero Comuni che hanno attivato uno SPRAR con la rete Caritas: 6
Numero totale Beneficiari: 176
NOTE
NOTE
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