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sulla protezione
internazionale
in Italia 2016
ANCI
CARITAS ITALIANA
CITTALIA
FONDAZIONE MIGRANTES
SERVIZIO CENTRALE DELLO SPRAR
IN COLLABORAZIONE CON
UNHCR
SINTESI
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
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Federica Mogherini
Vice-Presidente della
Commissione Europea
Prefazione
Alto rappresentante
dellUnione per gli affari
esteri e la politica di
sicurezza
Questo volume racconta una bella storia di ospitalit e di per sostenere limpegno del governo italiano e il sistema di
integrazione, che non riguarda solo il governo centrale del accoglienza diusa messo in campo dagli enti locali. Sono
nostro Paese, o poche grandi strutture daccoglienza. Si investimenti che si sono gi tradotti in nuovi posti letto, in
mobilitata lItalia intera: comuni, comunit, famiglie, che pasti caldi, in formazione e nuove opportunit di lavoro per
hanno accettato di condividere parte delle loro vite con chi i tantissimi italiani che si dedicano ad accogliere e a integrare.
fugge da guerra e persecuzione. Unattenzione particolare con un progetto da 12 milioni di
un esempio di responsabilit preziosa per tutta lEuropa, euro sta andando ai minori non accompagnati, che pi di
che utile raccontare e sostenere. Troppo spesso ci concen- tutti hanno bisogno di ritrovare un luogo da poter chiamare
triamo solo sulle situazioni dicili e si dimenticano centinaia casa.
di realt dove laccoglienza unesperienza positiva. lEuropa migliore, quella che dobbiamo far crescere.
Accade in Italia e accade in Europa: il nostro Paese pieno UnUnione grande quanto un continente intero, e che parte
di comuni che fanno la propria parte, cos come il nostro dalle grandi piccole storie di periferia. Perch nel nostro
continente ha molti esempi positivi di integrazione basta tempo, proprio dov la porta dellEuropa a Lampedusa co-
ricordare il Portogallo, unaltra avanguardia per la capacit me in ciascun comune italiano che sta dando il proprio con-
di accoglienza di profughi e richiedenti asilo. Lintegrazione tributo si rivela il vero cuore dellEuropa.
nasce nei rapporti diretti tra persone, e in questo lItalia ha I numeri dei profughi in fuga dalla Siria o dai conitti africani
molto da insegnare al resto dellEuropa. Raccontare e soste- possono sembrare enormi. Ma sono numeri che possiamo
nere il volto migliore del nostro continente, come fa questo gestire, se un continente intero, solidale, a mobilitarsi
volume, importante. una citt alla volta, una vita alla volta. Lo ha ricordato Papa
Ma abbiamo innanzitutto il dovere di accompagnare queste Francesco: accogliere vuol dire integrare, vuol dire ricono-
storie di accoglienza con interventi concreti, rapidi e soste- scere che non parliamo di numeri ma di persone, ognuna
nibili nel tempo. quello che lUnione Europea sta iniziando con un volto, un nome, una storia, un futuro da costruire.
a fare. unazione che accompagna quella che svolgiamo Abbiamo le risorse, economiche ed umane, per farlo, se lo
nel Mediterraneo, dove le nostre navi hanno salvato pi di facciamo insieme.
400mila vite umane in meno di due anni. Ed un impegno stato lincontro tra culture che ha reso grande il nostro Pae-
imponente, capillare. Il Fondo europeo per i richiedenti asilo se e il nostro continente, e continuer a farlo. una ricchezza
e le migrazioni ha investito 83 milioni di euro solo nel 2016 da sostenere. una ricchezza da continuare a raccontare.
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UnhCr/alessandro penso
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Introduzione
Larrivo in Europa di oltre un milione di profughi nel corso meri molto bassi dei ricollocamenti in Europa ad un anno della
del 2015 ha messo denitivamente in crisi quelle certezze su loro entrata in vigore. Lunico strumento previsto dallAgenda
cui il vecchio continente ha cercato negli ultimi 50 anni di co- europea che ad oggi ha trovato uneettiva attuazione sono i
struire unidentit comune. Lurgenza di trovare una soluzione centri allinterno dei quali stato assunto lapproccio Hotspot,
ad un problema la cui complessit stata troppo a lungo sotto- i quali sono parte di un sistema respingente che non di rado
valutata, ha indotto i 28 paesi dellUnione (oggi 27) ad assumere nega l'accesso alla procedura di protezione internazionale e che
posizioni molto diverse tra loro, talvolta diametralmente oppo- ha visto nellaccordo Ue Turchia il suo denitivo compimento.
ste, per cui abbiamo assistito a scelte assolutamente divergenti.
Da un lato, lapertura della Germania ai profughi siriani, dal- In tanta confusione e indeterminatezza, a pagarne le spese sono
laltro la costruzione da parte dellUngheria, della Serbia, della i migranti a cui talvolta, come viene ricorrentemente ricordato
Slovenia, della Macedonia e della Francia di muri dentro e fuori dalle associazioni di tutela, non garantita la possibilit di ac-
lEuropa con lintento di contrastare lingresso dei migranti. In cedere alla richiesta di asilo creando quella che qualcuno ha de-
questi mesi, i vari Paesi democratici appartenenti allUnione eu- nito la fabbrica della "clandestinit di Stato" che produce cen-
ropea, hanno assunto posizioni ed atteggiamenti a dir poco pa- tinaia di nuovi fantasmi, persone in carne ed ossa che rischiano
radossali che non hanno risparmiato nessuno, compresa la Gran il rimpatrio o la detenzione nei CIE, o nel migliore dei casi, un
Bretagna che, allindomani della presentazione dellagenda eu- soggiorno in un limbo infernale di sfruttamento e ricattabilit.
ropea sullimmigrazione, a maggio 2015, ha annunciato che il Ne incontriamo molti sui territori. Si tratta di persone disorien-
Paese avrebbe dato tutto il supporto logistico necessario per tate che si rivolgono alle organizzazioni umanitarie per chiedere
contrastare i tracanti di esseri umani ma che al contempo nes- un sostegno o semplicemente un orientamento.
sun richiedente asilo avrebbe trovato protezione in Gran Bre- una situazione che rischia di far arretrare nuovamente il nostro
tagna. Una posizione che nei mesi successivi si trasformata in paese nella condizione di sentinella dEuropa, chiamata a con-
un referendum che ha posto questo Paese fuori dallUnione Eu- trollare le frontiere di un continente riluttante allidea di una
ropea. mobilit ormai inevitabile. Unidea pericolosa, soprattutto per
LItalia, invece, nel dicile contesto europeo, si riscoperta paesi come lItalia e la Grecia che si trovano, loro malgrado, ad
accogliente, capace di ridisegnare il suo ruolo di paese di im- essere protagonisti pi o meno consapevoli di quel processo di
migrazione in chiave nuova rispetto ad un passato recente nel esternalizzazione che ormai lEuropa sta portando avanti da
quale ha prevalso la politica dei respingimenti. Nellarco di 36 circa due decenni, a partire dal trattato di Dublino.
mesi, infatti, passata da fanalino di coda dellEuropa a sog- Cos come ci preoccupa, soprattutto negli ultimi mesi, lincre-
getto quasi virtuoso, capace di contribuire in maniera determi- mento esponenziale dei dinieghi (circa il 60%) pronunciati dalle
nante alla sda delle migrazioni contemporanee. Commissioni territoriali competenti sulle istanze per il ricono-
Dopo laccoglienza garantita nel 2014 a circa 170 mila persone scimento della protezione internazionale (asilo o protezione
sbarcate in Italia, ci apprestiamo a chiudere il 2016 con numeri sussidiaria) o umanitaria, e il corrispondente innalzamento del
che superano sostanzialmente quelli degli anni precedenti. Si livello di tensione nei centri di accoglienza variamente deno-
pu aermare, dunque, che laccoglienza, tra mille dicolt, minati (CARA, Hub, Centri SPRAR, Centri di prima accoglienza
oggi viene comunque garantita a tutti e che, sul fronte dellin- o di accoglienza straordinaria) nei quali i migranti rimangono
tegrazione, si sta lavorando per provare a fare dei passi in avanti in attesa di una decisione sul loro status.
nonostante la consapevolezza che la strada sia ancora molto, In siatto quadro migratorio, cos complesso e mutevole, si in-
molto lunga. serisce la cosiddetta macchina dellaccoglienza che ha richiesto
La Commissione ha tentato di arontare levolversi del fenomeno un crescente sforzo da parte delle istituzioni italiane e del privato
migratorio con un approccio condiviso che ha trovato spazio sociale anch si adeguasse il sistema esistente, assolutamente
allinterno di una agenda il cui principio ispiratore quello posto sottodimensionato rispetto ad una realt che in pochi anni ha
alle fondamenta dei trattati costitutivi: il principio di solidariet, visto aumentare esponenzialmente il numero dei richiedenti la
che si sarebbe dovuto sostanziare in una equa ripartizione dei protezione internazionale sbarcati sulle nostre coste e di quelli
migranti giunti in Europa (in particolare da Grecia e Italia) tra giunti via terra soprattutto dalle frontiere del nord est del Paese.
i paesi dellUE. In questo modo si sarebbe superato de facto il Laumento della capacit di risposta del sistema che, dati alla
regolamento Dublino permettendo di gestire meglio il usso di mano, ha portato il nostro paese pi che a raddoppiare la ca-
arrivi. Tutto questo ad oggi non accaduto considerando i nu- pacit di accoglienza nel giro di due anni, pone ancora una serie
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SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
di questioni con le quali siamo chiamati a confrontarci a partire elemento di garanzia in termini di ownership degli interventi
dalla necessit di garantire la qualit dei servizi, di formare gli da parte delle istituzioni locali e quindi di connessione con il si-
operatori e di dare alle persone in accoglienza risposte credibili stema dei servizi territoriali.
circa la possibilit di integrazione nel nostro paese. Questi, in- Ma le previsioni contenute nel decreto del 10 agosto 2016 sono
vero, non sono punti elenco a s stanti e ognuno sta nellaltro, altres positive perch volte eettivamente a dare continuit
in maniera circolare. alle progettualit in corso e a rendere stabile lattivit di ac-
coglienza, prevedendo al contempo nonch la specica richiesta
La questione relativa alla qualit dellaccoglienza strettamente che nel piano nanziario siano allocate risorse pari ad almeno
collegata alle modalit con cui si riusciti a dare risposta al- il 7% del costo complessivo nella voce Spese per lintegrazione.
lenorme bisogno di posti: ovvero con lapertura delle strutture Vi dunque un espresso e signicativo riconoscimento dellim-
straordinarie (CAS), che da sole assorbono oltre il 70% del totale portanza di investire nellintegrazione dei beneciari.
delle accoglienze. I dati testimoniano una realt molto composita
dove, a inizio ottobre 2016, erano presenti, nelle diverse strutture Se il suddetto decreto ha semplicato in maniera considerevole
di accoglienza, oltre 165 mila persone giunte in massima parte le procedure amministrative di possibile adesione allo SPRAR,
via mare. Nella rete di primissima accoglienza (CDA, CARA, grazie allintroduzione di un meccanismo di accesso permanente
CPSA, Hub, Hotspot) erano presenti nello stesso periodo oltre e alla eliminazione di termini e scadenze periodiche, la recen-
14mila richiedenti la protezione internazionale, mentre nelle tissima direttiva del Ministro dellInterno dell11 ottobre, Regole
strutture temporanee di accoglienza quasi 128 mila, pari a pi per lavvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile
del doppio rispetto allo scorso anno. Negli Sprar, strutture di dei richiedenti asilo e dei rifugiati sul territorio nazionale at-
seconda accoglienza per richiedenti e titolari di protezione in- traverso lo SPRAR ha ulteriormente raorzato gli sforzi per
ternazionale, erano poco meno di 23mila. provare a giungere ad un unico sistema di accoglienza diuso
su tutto il territorio nazionale. Nella direttiva viene annunciato
Sappiamo bene che, nonostante ci abbia fornito la risposta im- che a breve sar adottato un nuovo sistema di ripartizione e di-
mediata al bisogno, non sempre tuttavia, la qualit della risposta stribuzione dei richiedenti asilo e dei rifugiati sul territorio na-
stata soddisfacente. Luso di alberghi o di altre strutture ricet- zionale attraverso lo SPRAR e al contempo vengono richiamati
tive, a vocazione turistica e dunque diverse da quelle previste i Prefetti allapplicazione di una clausola di salvaguardia che
per laccoglienza di richiedenti la protezione internazionale, renda esenti i Comuni che appartengono alla rete SPRAR, o che
sono diventate da straordinarie ad ordinarie, tant che le strut- abbiano gi formalmente manifestato la volont di aderirvi,
ture straordinarie costituiscono percentualmente circa l80% dallattivazione di ulteriori forme di accoglienza. Inoltre si spe-
dei posti daccoglienza oggi disponibili in Italia. cica che tale clausola di salvaguardia deve applicarsi nella mi-
Questa situazione determinata anche dalla distribuzione di- sura in cui il numero di posti SPRAR soddis la quota di posti
somogenea sul territorio nazionale: su 8.000 Comuni italiani, assegnata a ciascun comune dal nuovo Piano di ripartizione e
solo 2.600 hanno accolto migranti, ovvero uno su quattro; e i Prefetti debbono adoperarsi anch i centri di accoglienza
quelli che accolgono, spesso lo fanno oltre un numero propor- temporanea eventualmente presenti sul territorio dei comuni
zionato e sostenibile per il territorio che accoglie. aderenti alla rete SPRAR vengano gradualmente ridotti, ovvero
ricondotti ove possibile a strutture della rete SPRAR. Ladozione
Il decreto del 10 agosto del Ministero dellInterno, diretto ad di questa direttiva, in sintesi, prova a dare corpo e sostanza a
ampliare la rete degli enti locali titolari di progetti di accoglienza quella scelta di fondo, gi espressa nellintesa del luglio 2014,
nellambito della rete Sprar ed senzaltro positivo in primis volto a favorire la stabilizzazione dello SPRAR come sistema
per i richiedenti. evidente che ladesione al sistema SPRAR, unico di accoglienza.
di un comune o di un ente locale, comporterebbe una migliore In questo quadro complessivo, dove constatiamo con favore
qualit dei servizi oerti ai richiedenti: ci sono delle linee guida, limpegno verso un cambiamento, anche e soprattutto culturale,
delle modalit puntuali e dettagliate di rendicontazione, vi la sul tema dellaccoglienza e della tutela dei richiedenti la prote-
richiesta di speciche professionalit, laggiornamento e la for- zione internazionale, bene ricordare limportanza del lavoro
mazione degli operatori, una regia e un coordinamento di si- svolto da una parte di coloro che materialmente danno gambe
stema (garantito dal Servizio Centrale) che evidentemente non al sistema di accoglienza in Italia. Il terzo settore che, in colla-
ritroviamo nel sistema dei CAS, dove spesso ci si muove in ordine borazione con lo Sprar, le Istituzioni e gli enti locali assicura da
sparso, in assenza di standard (comuni ed uguali su tutto il ter- anni la sostenibilit del sistema. E anche vero, per, che questa
ritorio nazionale) da rispettare e modalit di intervento da adot- sostenibilit sar possibile solo nella misura in cui vi sar una
tare. C, inne, la titolarit dei progetti in capo agli Enti locali, corretta applicazione delle previsioni normative, a partire dal-
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SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
lart.8 comma 1 del decreto 142 dove si aerma che Il sistema Questo accaduto e purtroppo ancora accade con le vittime di
di accoglienza per richiedenti protezione internazionale si basa tratta per sfruttamento sessuale e sta accadendo anche sul fronte
sulla leale collaborazione tra i livelli di governo interessati. dello sfruttamento lavorativo, dove almeno met dei lavoratori
Questo un aspetto sul quale necessario crescere, per evitare sfruttati ha un permesso umanitario o addirittura una protezione
che periodicamente ci si trovi in aanno, in situazione di emer- sussidiaria. E un dato drammatico, che deve farci riettere e
genza. Basterebbe citare le criticit sul fronte dei trasferimenti intervenire.
dei fondi per laccoglienza che registrano ormai ritardi di mesi, Se questa distorsione leetto di una cattiva accoglienza e suc-
mettendo cos a rischio non solo laccoglienza, ma anche la sua cessiva integrazione, in termini di qualit dei servizi e di orien-
qualit e il lavoro di tanti operatori dietro ai quali ci sono molte tamento oerto, occorrer dora in avanti monitorare molto at-
famiglie. tentamente questi fenomeni e attivare tavoli di concertazione
Anche la condizione di estrema precariet che colpisce i minori che coinvolgano certamente i comuni interessati, ma anche gli
stranieri non accompagnati, per i quali non si riesce a imple- altri attori deputati ad intervenire sul tema. La legge, ad esempio,
mentare un sistema in grado di dare risposte immediate, desta appena approvata contro il caporalato che modica in maniera
profonda preoccupazione. Seppure il sistema di accoglienza sostanziale larticolo 603 bis del codice penale (intermediazione
teoricamente sia oramai stato delineato (sia nellIntesa del 2014 illecita e sfruttamento del lavoro) riformulando il reato di ca-
sia nel d.lgs. 142 del 2015), allo stato attuale con un gravissimo poralato allargando le maglie della responsabilit al datore di
ritardo di quasi due anni il percorso di accoglienza per i minori lavoro che sottopone i lavoratori a condizioni di sfruttamento
stranieri non accompagnati risulta ancora carente, non strut- e approttando del loro stato di bisogno ci pare essenziale per
turato e denito. La presa in carico dei minori non accompagnati depotenziare il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura,
in Italia si caratterizza, ancora oggi, per la forte eterogeneit seppur non suciente per eliminarlo in maniera denitiva. Per
delle politiche sociali e socio-educative, per lassenza di un unico estirparlo veramente serve una reale azione politica e culturale
modello sociale di riferimento e per la ricaduta dierenziata a in grado di rilanciare il comparto agricolo (e non solo) e pro-
livello locale del fenomeno stesso. muovere un lavoro sistematico e organico nalizzato allelimi-
nazione delle condizioni di fragilit e vulnerabilit dei richiedenti
Al ne di giungere eettivamente ad un sistema di accoglienza asilo e rifugiati.
e integrazione strutturato, gli aspetti per i quali appaiono pi
urgenti interventi pubblici correttivi riguardano: lequa distri- Inne, non va dimenticato che quanto pi lintegrazione si rea-
buzione dei minori stranieri non accompagnati su tutto il ter- lizza a partire dal coinvolgimento di tutti, tanto pi questa pro-
ritorio nazionale; laumento di posti nelle reti strutturate di duce un eetto positivo nel ridurre diuse derive xenofobe. Va
prima e di seconda accoglienza; ladozione di procedure chiare in questottica, a nostro avviso, anche la positiva previsione, at-
in merito allidenticazione e allaccertamento dellet; la ridu- traverso una circolare del Ministero dellInterno, delle attivit
zione dei tempi di nomina del tutore e di rilascio del permesso di volontariato, che possono essere proposte ai beneciari du-
di soggiorno; la non creazione di circuiti speciali di accoglienza rante laccoglienza. una modalit attraverso la quale si accelera
dedicati esclusivamente ai minori stranieri non accompagnati; il percorso di integrazione della persona, che ha modo cos di
la dierenziazione dei servizi oerti dopo una accurata valu- entrare nelle dinamiche della societ in cui vive, interagendo,
tazione caso per caso che tenga conto della situazione e dei bi- formandosi, ed anche contribuendo positivamente al benessere
sogni del singolo individuo; il riconoscimento, laddove neces- della comunit di riferimento dove sar accettato e apprezzato
sario in considerazione di particolare vulnerabilit (minori pi con maggiore facilit e serenit.
piccoli e fragili, vittime di tratta, giovani con patologie gravi
che richiedono interventi specialistici e prolungati ecc.) di un
contributo statale superiore alla quota pressata.
Investire su accoglienza e integrazione, dunque, signica non
solo restituire dignit e futuro ad una persona ma contestual-
mente produrre legalit e contrastare le molteplici forme di
sfruttamento a cui assistiamo. Daltronde, che convenga puntare
su un sistema di accoglienza strutturato e coordinato facil-
mente desumibile dal fatto che una persona lasciata al suo de-
stino diviene facilmente oggetto di attenzioni da parte della cri-
minalit che non di rado utilizza i canali dellasilo per far pro-
liferare i propri traci.
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sara prestianni
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
40,8 sfollati
milioni
Le persone Nel 2015 34.000 al giorno
costrette
a fuggire
dalle loro case 24 persone
in media
nel mondo al minuto
Nel 2014 30 al giorno
Nel 2005 6 al giorno
Afghanistan, Eritrea,
Siria e Somalia Paesi prevalenti
di provenienza
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SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
A causa di questi fattori si contano nel 2015 a li- stato per ridotto grazie al ritorno volontario
Dati vello mondiale 65,3 milioni di migranti forzati, di circa 201 mila rifugiati, il reinsediamento
globali di cui 21,3 milioni di rifugiati (16,1 milioni sot- di circa 107 mila persone e la naturalizzazione
to il mandato dellUNHCR), 40,8 milioni di sfol- di almeno altre 32 mila.
lati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo, Alla fine del 2015, pi della met dei rifugiati a
il pi alto numero registrato dalla seconda guerra livello mondiale il 55% ossia circa 8,8 milioni
mondiale. Solo nel corso del 2015, pi di 12,4 di persone risiedeva in Europa o in un paese
milioni di persone sono state costrette ad abban- dellAfrica sub-sahariana. In particolare:
donare le proprie case in cerca di protezione; di n la regione sub-sahariana ha ospitato 4,4 mi-
queste, circa 8,6 milioni sono rimaste allinterno lioni di rifugiati;
dei confini nazionali, mentre circa 1,8 milioni n lEuropa ha accolto un numero di poco infe-
hanno trovato protezione in altri paesi. I restanti riore al precedente (4,4 milioni, con un in-
2 milioni costituiscono i nuovi richiedenti asilo. cremento di 1,3 milioni rispetto allanno pre-
Ci significa che in media ogni minuto sono cedente);
24 le persone sfollate in tutto il mondo (contro n la regione dellAsia e del Pacifico ha ospitato
le 30 del 2014), circa 34 mila al giorno. Il numero 3,8 milioni di rifugiati;
totale dei rifugiati sotto il mandato dellUNHCR n il Medio Oriente e il Nord Africa hanno ac-
(16,1 milioni) aumentato per il quinto anno colto 2,7 milioni di rifugiati;
consecutivo, soprattutto per il perdurare del con- n infine, la regione delle Americhe ha ospitato
flitto in Siria. Il numero complessivo di rifugiati la quota pi bassa, pari a 746 mila rifugiati.
Nel 2015 i primi dieci paesi di accoglienza di ri- lioni di rifugiati (in leggero aumento rispetto al
Principali fugiati si trovavano in regioni in via di sviluppo 2014), la maggioranza dei quali provenienti
Paesi (complessivamente il 58%, pari a 9,3 milioni di dallAfghanistan, e il Libano con 1,1 milioni. Al
di asilo persone). La Turchia si conferma il paese che quarto posto troviamo lIran, con 979 mila per-
ospita il maggior numero di rifugiati al mondo sone, seguito a stretto giro dallEtiopia (736 mi-
nel suo territorio (2,5 milioni contro 1,6 dellan- la), la Giordania e il Kenya (rispettivamente
no precedente). Segue il Pakistan con 1,6 mi- 664 mila e 553 mila unit).
Libano
FIne 2015
Inizio 2015 Iran, Rep. Islamica
10
F
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Rispetto invece ai paesi di origine dei rifugiati, segue la Somalia (1,1 milioni soprattutto in Ke-
Principali alla fine del 2015 la Siria rappresenta il primo nya ed Etiopia), il Sud Sudan (778 mila stimati),
paesi paese al mondo con 4,9 milioni di rifugiati, di- il Sudan (628 mila), la Repubblica Democra-
di origine stribuiti soprattutto nei paesi limitrofi, in parti- tica del Congo (541 mila), la Repubblica Cen-
colare Turchia, Libano, Giordania, Iraq e Egitto, trafricana (471 mila), il Myanmar (451 mila),
nonch in Germania e Svezia. LAfghanistan si lEritrea (411 mila) e la Colombia (340 mila).
conferma al secondo posto con 2,7 milioni di ri- Se conteggiati insieme, questi primi dieci paesi
fugiati, la maggior parte dei quali residenti in Pa- di origine ospitano il 76% della popolazione glo-
kistan e in Iran, oltre che in Germania e Austria; bale dei rifugiati sotto il mandato dellUNHCR.
Figura 2 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 35 4,0 4,5 5,0
Fine 2015
Somalia
Fine 2014
Sud Sudan
Sudan
Centrafricana, Rep.
Myanmar
Eritrea
Colombia
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SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Nel 2015 la rotta del Mediterraneo orientale negli anni passati aveva luoghi di partenza mul-
Le rotte ha rappresentato la principale via di ingresso in tipli nellAfrica Settentrionale ora concentrati
verso Europa, con numeri 16 volte maggiori a quelli perlopi in Libia, ha registrato invece una signi-
lEuropa registrati nellanno precedente. Secondo Fron- ficativa flessione, passando da oltre 170.000 mi-
tex, oltre 885 mila persone (in particolare siriani, granti sbarcati del 2014 ai 153 mila del 2015,
afghani e iracheni) sono transitate dalla Turchia la maggior parte dei quali eritrei, nigeriani e so-
e dalle aree limitrofe verso la Grecia mali. Le restanti rotte di ingresso in Europa (via
via mare ma anche via terra (attraverso la Bul- circolare dallAlbania e dalla Grecia, via occi-
garia e Cipro). Segue la cosiddetta rotta balca- dentale, rotta del Mar Nero e rotta artica) risul-
nica, ossia il percorso via terra verso il Nord Eu- tano essere state utilizzate su scala molto mino-
ropa attraverso la Grecia, la Macedonia, la Bul- re. In base ai dati OIM, purtroppo le persone
garia, la Serbia, la Croazia e la Slovenia, formal- morte nel tentativo di raggiungere lEuropa han-
mente interrotto con gli accordi tra Unione eu- no gi raggiunto a fine ottobre 2016 il numero
ropea e Turchia del marzo 2016 ma che ha ri- di 4.899 (di cui 3.654 nel solo Mediterraneo),
guardato nel 2015 ben 764 mila migranti. La via rispetto ai 4.423 totali sulle rotte di tutto il mon-
del Mediterraneo centrale, rotta storica che do nello stesso periodo del 2015.
Figura 3
Le principali rotte
dei migranti verso
lEuropa e numero di
attraversamenti illegali
delle frontiere nel 2015.
1.920
Via occidentale
Passaggi illegali dei Balcani
dalla frontiera Non specificato 556.258
764.038 Siria 90.065
esterna nel 2015 Afghanistan 53.237 Via del
Mar Nero
1.822.337 68
Via circolare
dallAlbania alla Grecia
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SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Il contesto europeo
Nel corso del 2015 sono state presentate in Eu-
Le domande ropa 1.393.350 domande di protezione in-
di protezione ternazionale, di cui il 94,9% nei 28 Paesi mem-
presentate bri dellUnione europea: un valore pi che rad-
doppiato dallanno precedente.
Figura 4 1.400.000
La Germania, con 476.620 domande presentate sando da 3.630 a 32.345 domande (+791%),
(pari al 36% delle istanze in UE) il primo paese seguito da Ungheria (+314%) e Austria
per richieste di protezione internazionale, con (+214%). LItalia ha invece registrato un aumen-
una crescita pari al 135% rispetto allanno pre- to ben inferiore (30%). Delle 88.255 domande
cedente. A larga distanza seguono Ungheria e di protezione internazionale da parte di mi-
Svezia, con rispettivamente 177.135 (13,4%) e nori stranieri non accompagnati, il 40% sono
162.550 (12,3%) domande e quindi Austria state presentate in Svezia (35.250), il 16,4% in
(88.180) e Italia (84.085). Questi primi cinque Germania (14.400,), il 10,0% in Ungheria
paesi raccolgono il 74,8% delle domande pre- (8.805), il 9,4% in Austria (8.275) e il 4,6% in
sentate in Unione Europea. In termini di crescita Italia (4.070). Proprio lUngheria, insieme alla
percentuale, invece, la Finlandia il paese che Finlandia e al Belgio, sono i paesi che registrano
rispetto al 2014 registra laumento maggiore pas- la crescita percentuale pi elevata rispetto al nu-
Figura 5
2,9% 1,7% 1,5%
2,4%
Domande di protezione 1,4%
internazionale per Paese 3,4% 2,4%
di presentazione della 3,4% 2,7%
domanda, Unione Europea 3,3%
(28 Stati). 5,7% 36,0% 4,0%
Anni 2015 e 2016. 65,9%
Valori percentuali 4,8%
6,4%
Fonte: elaborazione Cittalia 2015 5,2% 2016
su dati Eurostat
6,7%
Germania Svezia
Italia Regno Unito 7,1%
Altri paesi Grecia 7,3%
Francia Belgio
Ungheria Paesi Bassi 12,3% 13,4%
Austria
13
G
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
mero di domande di MSNA dellanno passato: (124.905, +484,6%) e, a pi larga distanza, ko-
rispettivamente +1.355,4%, +1.200,0% e sovari (72.465), albanesi (67.740) e pakistani
+457,9%. Con riferimento alle nazionalit dei (47.840). Nei primi sei mesi del 2016 sono state
richiedenti protezione internazionale, la situa- presentate 578.445 domande, di cui 562.190 nel
zione di conflitto e instabilit politica in Medio territorio UE. La Germania si conferma il Paese
Oriente continua a produrre conseguenze signi- dellUnione con il pi alto numero di domande
ficative sul territorio dellUE. Infatti, le richiesta (370.490), coprendo i due terzi delle oltre 560
dasilo provenienti da cittadini siriani, in con- mila domande presentate. A seguire, seppure a
tinua crescita dal 2012, hanno raggiunto la cifra grande distanza, troviamo lItalia (7,1%, 39.971
di 368.400 nel 2015 (+202% rispetto allanno richieste), la Francia (4,8%, 26.710), lUngheria
precedente) e rappresentano il 27,9% del totale (4%, 22.490) e lAustria (3,3 %, 18.565), che in-
delle domande presentate. Seguono le istanze sieme alle domande presentate alla Germania
di cittadini afghani (181.360, +338%), iracheni coprono l85% del totale.
A fronte delle 776.160 decisioni da parte del- internazionale nel 43,2% dei casi (valore appena
Le decisioni lUnione Europea nel 2015, il 43% (333.205) superiore alla media dellUnione), mentre lItalia
adottate ha portato al riconoscimento di una forma nel 41,5%. Nei primi sei mesi del 2016 235.495
di protezione internazionale. Di queste, il domande hanno avuto esito positivo, pari al
44,5% sono state rilasciate in Germania, il 62,1% del totale delle decisioni prese. In tale
10,3% in Svezia, l8,9% in Italia, il 7,8% in Fran- periodo, la Slovacchia il Paese dellUnione con
cia e il 5,4% nel Regno Unito. Quanto alla tipo- lincidenza maggiore di decisioni positive (94%),
logia delle decisioni in 9 casi su 10 una forma seguita da Malta (86,3%) e i Paesi Bassi
di riconoscimento viene concessa in Bulgaria, (84,9%). Allaltro capo troviamo lUngheria
nel 79% dei casi nei Paesi Bassi e nel 75% in Da- (12,6%), la Polonia (9,2%) e la Croazia, la quale
nimarca. I Paesi meno propensi a riconoscere non ha riconosciuto alcuno status nel corso dei
una forma di protezione sono, invece, Lettonia periodo considerato. In termini assoluti, comun-
(12,5% delle decisioni prese), Polonia (12,9%) que, la Germania il Paese con il pi elevato nu-
e Ungheria (14%). La Germania, primo Paese mero di decisioni positive nei primi mesi del
per numero di domande e per numero di deci- 2016, rappresentando il 74% (pari a 174.230)
sioni prese, riconosce una forma di protezione di tutte le decisioni positive in UE.
Paesi Domande Decisioni Esiti positivi Dinieghi
Tabella 1 v.a. v.a. v.p. v.p.
Confronto domande di Germania 476.620 343.260 43,2 56,8
protezione internazionale Ungheria 177.135 3.900 14,0 85,9
ed esiti. Primi 10 Paesi UE Svezia 162.550 57.500 60,0 40,0
per numero di domande.
Anno 2015. Austria 88.180 26.195 67,8 32,2
Valori assoluti e percentuali Italia 84.085 71.365 41,5 58,5
Francia 75.750 112.490 23,1 76,9
Fonte: elaborazione Cittalia Paesi Bassi 44.970 21.550 79,1 20,9
su dati Eurostat.
Belgio 44.760 27.155 40,1 59,9
Regno Unito 38.995 51.195 35,0 65,0
Finlandia 32.345 3.135 57,3 42,7
Unione Europea (28 Paesi) 1.322.170 776.160 42,9 57,1
media UE 47.220 27.712
Nellambito dei pacchetti attuativi dellAgenda (COM(2016) 636), a met del percorso di at-
Ricollocazioni europea sulla migrazione, due decisioni del Con- tuazione delle decisioni del Consiglio, sono state
e siglio Ue del settembre 2015 istituivano quale ricollocate 5.651 persone (di cui 4455 dalla
reinsediamenti misura temporanea a favore dellItalia e della Grecia e 1196 dallItalia), appena il 3,5% del
Grecia un meccanismo di ricollocazione di un numero complessivo previsto mentre, per
totale di 160.000 richiedenti asilo negli altri quanto riguarda il reinsediamento, sono state
Stati membri entro un periodo di due anni. Il 20 reinsediate 10.695 delle 22.504 persone pre-
luglio 2015 gli Stati membri hanno inoltre con- viste (ovvero il 47,5% del totale), di cui 1.614
venuto di reinsediare 22.504 persone in evi- dalla Turchia nellUE in base al meccanismo 1:1.
dente bisogno di protezione internazionale. In del tutto evidente come gli strumenti ideati
base alla sesta relazione sulla ricollocazione abbiano funzionato molto al di sotto delle aspet-
e il reinsediamento della Commissione tative del Consiglio UE.
14
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
E in Italia?
sara prestianni
In Italia, nel 2015, il numero dei migranti sbar- parte dei migranti provengono dallEritrea
I numeri, cati sulle coste - quasi tutti dalla Libia - ha rag- (39.162 pari al 25,4% del totale) e dalla Nigeria
il genere, giunto la quota di 153.842 (di cui tre quarti di (22.237); seguono somali (12.433), sudanesi
la nazionalit, sesso maschile e 10,7% minori); tale cifra, sep- (8.932) e gambiani (8.454). I siriani rappresen-
pur inferiore a quella registrata nel 2014 (con tano solo la sesta nazionalit (7.448) mentre
let oltre 170mila sbarchi), rappresenta un valore nel 2014 si collocavano al primo posto (42.323).
di chi arriva considerevole alla luce dellaumento degli in- Anche nei primi sei mesi del 2016, le prime due
gressi attraverso la rotta balcanica e quella del nazionalit di migranti sbarcati sono quella ni-
Mediterraneo orientale. Complessivamente, nel geriana ed eritrea, ma a posti invertiti (rispetti-
2015 i minori giunti sulle coste del nostro Paese vamente 10.515 e 9.035).
sono stati 16.478 (pari al 10,7% del totale dei Nel primo semestre del 2016 i migranti sbarcati
migranti sbarcati, in diminuzione rispetto al sono stati 68.876, pi o meno come quelli giunti
2014 quando erano il 15,4%), di cui la maggior lanno precedente nello stesso periodo, mentre
parte (12.360, il 75% del totale) sono arrivati a fine ottobre 2016 sono giunti a quota
da soli e la restante parte in compagnia di al- 159.432 (+13% rispetto allanno precedente)
meno un adulto (4.118). di cui 19.429 minori stranieri non accompa-
Rispetto ai paesi di origine, nel 2015 la maggior gnati (pari al 12,1%).
Figura 6 170.100
160.000 153.842
Migranti sbarcati sulle
coste italiane.
Anni 1999- 2015 120.000
e 2016 (al 30 giugno).
Valori assoluti
80.000 62.692
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
15
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
A fronte di questi arrivi, nel 2015 le domande Gambia, Senegal e Bangladesh e corrispondono
Le domande di protezione internazionale presentate in Ita- a circa il 60% del totale. Nei primi sei mesi del
presentate lia sono state 83.970 (+32% rispetto al 2014), 2016 le domande sono state 53.729, il 64% in
di cui l88,5% da parte di uomini e il 4,7% co- pi rispetto allo stesso periodo del 2015; le quat-
stituito da minori stranieri non accompagnati tro nazionalit prevalenti rimangono le stesse
(3.959 casi). Le prime cinque nazionalit di ri- del 2015 mentre sale al quinto posto la Costa
chiedenti asilo risultano essere Nigeria, Pakistan, dAvorio.
Figura 7 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000 20.000
I primi dieci paesi di
origine dei richiedenti Costa DAvorio
protezione internazionale. Ghana
Anno 2015.
Valori assoluti. Afghanistan
Ucraina
Fonte: elaborazione Cittalia
Mali
su dati della Commissione
Nazionale. Bangladesh
Senegal
Gambia
Pakistan
Nigeria
Altro
Figura 8 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000 20.000
I primi dieci paesi di
origine dei richiedenti Bangladesh
protezione internazionale. Afghanistan
Primo semestre 2016.
Valori assoluti. Guinea
Mali
Fonte: elaborazione Cittalia Eritrea
su dati della Commissione
Nazionale. Costa DAvorio
Senegal
Gambia
Pakistan
Nigeria
Altro
16
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Figura 9
Diniego
Decisioni sulle domande
di protezione Umanitaria
internazionale esaminate. Sussidiaria
Primo semestre 2016.
Valori percentuali Rifugiati
Con riferimento alle decisioni delle Commis- Irreperibili
Fonte: elaborazione Cittalia
Le decisioni sioni territoriali prese nel corso del 2015, su su dati della Commissione Altri esiti
adottate oltre 71mila istanze complessivamente esami- Nazionale.
0%
nate in 13.780 casi stata riconosciuta una 4%
5%
forma di protezione internazionale (19,4%
contro 32% del 2014). In particolare, stato
13%
concesso lo status di rifugiato a 3.555 richie- 60%
denti (5% contro il 10% dellanno precedente)
mentre la protezione sussidiaria stata accor-
data a 10.225 casi (14,4% contro 22%). Som-
mando inoltre 15.768 persone a cui stato con-
cesso un permesso di soggiorno per motivi uma-
nitari (pari al 22,2% contro il 28% del 2014), 18%
Per far fronte alla crescente richiesta di acco- gior parte di migranti residenti nei
Laccoglienza glienza dei migranti, negli ultimi anni sono state CARA/CDA/CPSA in Sicilia (45,8%); seguono,
di chi arriva predisposte strutture dedicate che, dopo una con cifre molto inferiori, Puglia (23,5%), Cala-
fase iniziale di emergenza, sono state, attraverso bria (13,6%) e Lazio (10,5%). Relativamente
un processo incrementale, portate sempre pi invece alle presenze di richiedenti asilo e rifugiati
a sistema, ottemperando, parallelamente, anche nei centri SPRAR, sono il Lazio e la Sicilia ad
alle disposizioni fissate a livello europeo. ospitarne il numero maggiore (22,4% e 20,1%).
Al 31 dicembre 2015 i migranti complessiva- Se al 30 giugno 2016 risultavano presenti nelle
mente presenti nelle varie strutture di accoglien- diverse strutture 135.045 migranti (96.701 nelle
za sono oltre 114.400 (+64% rispetto allo stesso strutture temporanee, 14.848 nei centri di prima
periodo del 2014). Nel dettaglio, nelle strutture accoglienza e hotspot e 23.496 nei centri SPRAR)
temporanee CARA/CDA/CPSA gli immigrati ac- a fine ottobre 2016 gli accolti nelle diverse strut-
colti erano 7.394, nei centri di accoglienza stra- ture erano 171.938 migranti, di cui 133.727
ordinaria (CAS) 76.683 e nei centri SPRAR oltre nelle strutture temporanee (pari al 77,7%
30.300. Rispetto ai 76.683 migranti accolti nei del totale), 14.015 (8,1%) nei centri di prima
CAS, la quota maggiore ospitata in strutture accoglienza, 1.225 (0,7%) negli hotspot e
della Lombardia (16,3%), Veneto (9,9%), Pie- 22.971 (13,3%) nei centri SPRAR.
monte (9,1%) e Campania (9%) mentre la mag-
17
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
A B C D
Tabella 2
A+B+C
Accolti nelle diverse Territorio Immigrati Immigrati Immigrati Posti SPRAR Totale immigrati
strutture. Dati aggiornati presenti nelle presenti negli presenti nei occupati presenti sul
a ottobre 2016. strutture hotspot centri di prima (al 12 ottobre territorio
Valori assoluti. temporanee accoglienza 2016) Regione
Lombardia 20.850 1.483 22.333
Veneto 11.426 2.828 500 14.754
Lazio 9.100 918 4.213 14.231
Sicilia 4.826 985 3.996 4.360 14.167
Campania 11.912 1.286 13.198
Piemonte 11.862 1.206 13.068
Toscana 11.328 842 12.170
Emilia-Romagna 10.103 567 1.172 11.842
Puglia 5.777 240 3.328 2.220 11.565
Calabria 3.091 1.231 2.238 6.560
Sardegna 5.715 193 5.908
Liguria 5.405 453 5.858
Friuli-Venezia Giulia 4.064 1.147 357 5.568
Marche 4.263 694 4.957
Molise 2.932 475 3.407
Umbria 2.974 411 3.385
Abruzzo 3.067 262 3.329
Basilicata 1.964 459 2.423
Provincia Autonoma di Bolzano 1.494 0 1.494
Provincia Autonoma di Trento 1.284 147 1.431
Valle d'Aosta 290 0 290
Totale 133.727 1.225 14.015 22.971 171.938
Emilia Romagna 7
Liguria 3
Marche 3
Toscana 7
Umbria 2
Abruzzo 2
Lazio 8 Molise 2
Basilicata 1
Sicilia 8 Calabria 4
18
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Il sistema SPRAR
Nel 2015 i progetti finanziati dal Fondo nazio- accompagnati (68,8%).
La rete del nale per le politiche e i servizi dellasilo (FNPSA) Nel corso del 2015 sono uscite dallaccoglienza
sistema SPRAR per il Sistema di protezione richidenti asilo e ri- 11.093 persone: il 34,5% ha visto scaduti i ter-
fugiati (SPRAR) sono stati 430 (per complessivi mini dellaccoglienza indicati dalle Linee Guida
tra il 2015 21.613 posti in accoglienza), di cui 348 desti- dello SPRAR, il 31,6% ha abbandonato volon-
e il 2016 nati allaccoglienza di richiedenti e titolari di tariamente laccoglienza, il 29,5% risulta aver
protezione internazionale appartenenti alle ca- portato avanti il proprio percorso di inserimento
tegorie ordinarie (20.356 posti), 52 destinati a socio-economico, inteso come lacquisizione di
minori non accompagnati (977 posti) e 30 a per- strumenti volti a supportare linclusione sociale;
sone con disagio mentale e disabilit fisica (280 il 4,2% e stato allontanato; lo 0,2% ha scelto
posti). Gli enti locali titolari di progetto sono lopzione del rimpatrio volontario assistito.
stati complessivamente 376, di cui 339 comuni, Durante il primo semestre 2016, i progetti fi-
29 province e 8 unioni di comuni. nanziati dal FNPSA sono stati 674, 244 in pi
Dei quasi 30 mila accolti nel 2015 il 58% ri- rispetto al 2015 (per complessivi 27.089 posti
chiedente, il 19% titolare di protezione uma- in accoglienza), di cui 520 destinati allacco-
nitaria, il 13% di protezione sussidiaria e il 10% glienza di richiedenti e titolari di protezione in-
ha ottenuto lo status di rifugiato. Rispetto ai pri- ternazionale appartenenti alle categorie ordi-
mi cinque paesi di origine, il 15,2% dei benefi- narie (24.593 posti), 109 destinati a minori non
ciari proviene dalla Nigeria, il 12,5% dal Paki- accompagnati (1.916 posti) e 45 a persone con
stan, il 12,2% dal Gambia, il 10,6% dal Mali e disagio mentale e disabilit fisica (580 posti).
il 10,1% dallAfghanistan. A conferma di una Con la continuazione dei processi di ampliamen-
popolazione giovane, la fascia det maggior- to straordinario promosso dal Ministero dellIn-
mente rappresentata quella che va dai 18 ai terno, la capienza salita a 27.089 posti (di cui
25 anni (47,2%) mentre quella immediatamente 12.485 strutturalmente finanziati da bando e
successiva dai 26-30 anni costituisce il 23,1%. 14.604 posti aggiuntivi). Gli enti locali titolari
I minori costituiscono l8,1%, ossia 2.384 bene- di progetto sono stati in totale 574, di cui 533
ficiari, di cui 1.640 sono minori stranieri non comuni, 29 province e 12 unioni di comuni.
Figura 11 20,9%
20,0 20,3%
Accolti nella rete SPRAR
per regione.
Anno 2016 (al 30 giugno). 15,0
Valori percentuali
Sicilia Calabria Lombardia Emilia Toscana Molise Liguria Umbria Veneto Sardegna
Romagna
Lazio Puglia Campania Piemonte Marche Basilicata Friuli Venezia Abruzzo Trentino
Giulia Alto Adige
19
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Con lestensione dellaccoglienza nella rete con un contributo statale pro capite/pro die di
La condizione SPRAR anche ai minori stranieri non accompa- 45 euro in risposta alla richiesta formulata dal
dei minori gnati che non presentano domanda di asilo e Ministero dellInterno nella Circolare del 23 lu-
stranieri non listituzione a decorrere dal 1 gennaio 2015 del glio 2014 a cui si sono aggiunti altri 1.000 posti
Fondo per laccoglienza dei minori stranieri non per minori relativi al bando 2015-2016 e ulte-
accompagnati accompagnati nello stato di previsione del Mi- riori 78 posti attivati da luglio 2016. Alla luce
richiedenti nistero dellInterno previsti nella legge di ci, il numero dei posti quasi raddoppia-
asilo (MSNARA) 190/2015 (art. 1), il numero di MSNA accolti to, passando da 977 a 1.916 e conseguente-
nella rete dello nei progetti dello SPRAR ha registrato un note- mente, anche il numero di minori accolti pas-
SPRAR e i posti vole incremento. sato da 1.640 del 2015 ai 1.994 del primo se-
di accoglienza Oltre ai posti strutturali dedicati, gli enti locali mestre 2016.
hanno messo a disposizione 214 posti addizio-
nali e poi ulteriori 75 nel primo semestre 2016
20
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Figura 13 27,4%
Prime dieci nazionalit
dei MSNA accolti
nella rete SPRAR.
Anno 2016 (al 30 giugno).
Valori percentuali.
Gambia Egitto Nigeria Senegal Mali Bangladesh Costa DAvorio Guinea Ghana Albania
Il flusso migratorio dei minori non accompagnati semestre 2016 i richiedenti asilo rappresentano il
che accedono al sistema SPRAR appare prevalen- 62,7% (+10,7 punti percentuali rispetto al 2015),
temente composto da ragazzi maschi prossimi al i permessi per protezione umanitaria scendono al
compimento della maggiore et. Si conferma infatti 18,1% (-15,9 punti percentuali) mentre quelli per
la predominanza quasi assoluta dei minori di sesso protezione sussidiaria calano all1,2% (-2,8 punti
maschile (che tuttavia diminuiscono dal 99,8% percentuali). Anche i rifugiati diminuiscono, pas-
del 2015 al 97,1% del primo semestre 2016) e lin- sando dal 3% del 2015 all1,1%. Tali diminuzioni
cidenza dei neomaggiorenni (40,6%, che per sono per compensate dai permessi per minore
perdono 12,1 punti percentuali rispetto al 2015). et, non presenti negli anni passati, e che nei primi
Infine, rispetto ai permessi di soggiorno, nel primo sei mesi del 2016 sono pari al 17%.
Focus /
Immigrazione
e salute mentale nellItalia del 2016
La letteratura scientifica ha focalizzato to, gli operatori del settore hanno rilevato Nonostante la presenza di strutture dedi-
lattenzione sui fattori in grado di influire un aumento di richieste di ricoveri e cu- cate di alto livello (si ricorda che la stessa
sulla salute psichica dei migranti solo in re psichiatriche da parte di migranti con rete dello SPRAR comprende progetti spe-
anni recenti. Se per la salute in generale vissuti di psicotraumatologia e talvolta di cifici dedicati ai richiedenti e rifugiati con
osservazioni clinico-epidemiologiche han- emarginazione sociale precedenti la mi- disagio mentale e disabilit fisica) di fronte
no consentito di riscontrare il cosiddetto grazione; caratteristiche personali meno ad una crescente domanda di assistenza
effetto migrante sano, per cui lindividuo solide che in passato, che rendono i richie- psichiatrica, la risposta dei servizi italiani
parte ed arriva in buone condizioni e ad denti pi esposti allo stress da transcultu- appare difficoltosa sia per la forte pressio-
incidere maggiormente sono piuttosto le razione; progetto migratorio inesistente ne cui sono stati sottoposti in modo rela-
condizioni di inserimento nel paese ospite, o reso assai difficoltoso dalle condizioni tivamente inaspettato, sia per la necessit
medesime considerazioni possono essere economiche del paese ospite in recessio- di sviluppare competenze cliniche e fornire
fatte in ambito psichiatrico rispetto al ruolo ne; supporto sociale lacunoso e, infine, soluzioni organizzative nuove, ad esempio
giocato dalle Post-Migration Living Diffi- esperienze luttuose e traumatiche (in par- introducendo traduttori di lingue locali
culties (PMLD: difficolt di vita in terra di ticolare, la tortura). In tali condizioni, le poco diffuse. Per quanto tuttavia la situa-
immigrazione), soprattutto in relazione al- PMLD comportano un elevato rischio di zione possa apparire complessa, tali diffi-
la popolazione rifugiata, caratterizzata sviluppare Disturbi da Stress Post-Trauma- colt possono rivelarsi unopportunit pre-
spesso da percorsi migratori particolar- tico (PTSD), con un aumento di gravit ziosa per promuovere la crescita e la ma-
mente traumatici. dei sintomi, una resistenza al processo te- turazione complessiva di tutti i servizi as-
Tuttavia, nonostante manchino ancora ri- rapeutico e una maggiore difficolt nel sistenziali e sanitari coinvolti, con poten-
cerche empiriche e dati affidabili in meri- processo di integrazione sociale. ziali ricadute positive su tutto il sistema.
21
SINTESI rapporto sUlla protezione internazionale in italia 2016
Raccomandazioni
22
PROFILO DEI PROMOTORI
DEL RAPPORTO
ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Cittalia - Fondazione anCi Ricerche la SERVIZIO CENTRALE dello SPRAR
Italiani), costituisce il sistema di rappre- struttura dellanCi dedicata agli studi e Istituito dalla Legge 189/2002, il Servi-
sentanza dei Comuni di fronte a Parla- alle ricerche sui temi di principale inte- zio Centrale coordina e monitora il Siste-
mento, Governo, Regioni, organi della resse per i comuni italiani. Nata nel 2008, ma di Protezione per Richiedenti Asilo e
Pubblica Amministrazione, organismi co- la Fondazione si occupata di ambiente, Rifugiati (sprar), rete degli enti locali
munitari, Comitato delle Regioni e ogni istituzioni e innovazione per poi focaliz- che - accedendo al Fondo nazionale per
altra istituzione che eserciti funzioni pub- zarsi su welfare e inclusione sociale; le at- le politiche e i servizi dellasilo e con il
bliche di interesse locale. Aderiscono ad tivit di studio e ricerca, come lo sviluppo supporto delle realt del terzo settore -
anCi 7318 comuni, rappresentativi del di nuove progettualit, sono dedicate ai realizzano progetti e interventi di acco-
90% della popolazione italiana. In ma- temi dellasilo, dei diritti umani, dellim- glienza integrata a favore di persone ri-
teria di immigrazione e asilo anCi, nel migrazione, della cittadinanza, della in- chiedenti asilo e rifugiate. Adato con
quadro delle posizioni denite in Com- clusione sociale, delle politiche sociali e convenzione ad anCi - che per lattuazio-
missione Immigrazione, incoraggia lat- socio-sanitarie. Cittalia ha al suo interno ne delle attivit si avvale del supporto
tuazione di pratiche innovative, sviluppa il Servizio Centrale, struttura di coordi- operativo della Fondazione Cittalia il
reti e collaborazioni, interviene nel di- namento del Sistema di protezione per ri- Servizio Centrale ha inoltre compiti di
battito nazionale su questioni di interesse chiedenti asilo e rifugiati (sprar). Tale informazione, promozione, consulenza
dei territori, quali lesercizio della citta- struttura ha compiti di informazione pro- e assistenza tecnica agli enti locali, non-
dinanza, lintegrazione, laccesso ai ser- mozione, consulenza, monitoraggio e as- ch di monitoraggio sulla presenza dei
vizi, raccogliendo le istanze dei Comuni sistenza tecnica agli Enti Locali che sul richiedenti e titolari di protezione inter-
e riportandole nelle sedi proprie. Proprio territorio nazionale realizzano interventi nazionale sul territorio nazionale. Ob-
sullidea di una collaborazione virtuosa di accoglienza integrata e compongono biettivo il superamento della sola di-
tra Stato centrale e territori si focaliz- la rete dello sprar. Cittalia, attiva anche stribuzione di vitto e alloggio, preveden-
zato lintervento di anCi in materia di im- in ambito europeo, fornisce alle citt socie do in modo complementare anche misu-
migrazione, a partire dallesperienza del informazioni e servizi sui principali pro- re di informazione, accompagnamento,
Sistema di protezione per richiedenti asi- grammi di nanziamento europei e sup- assistenza e orientamento, attraverso la
lo e rifugiati sprar. porto alle attivit di europrogettazione costruzione di percorsi individuali di in-
su temi emergenti della Fondazione: #cit- serimento socioeconomico.
Caritas Italiana lorganismo pastorale tadinanza #accoglienza #integrazione
della Cei (Conferenza Episcopale Italia- UNHCR la principale organizzazione al
na) per la promozione della carit. Ha lo Fondazione Migrantes un organismo mondo impegnata in prima linea a sal-
scopo di promuovere la testimonianza pastorale della Conferenza Episcopale vare vite umane, a proteggere i diritti di
della carit nella comunit ecclesiale ita- Italiana nato nel 1987 per promuovere milioni di rifugiati, di sfollati e di apolidi,
liana, in forme consone ai tempi e ai bi- la conoscenza della mobilit, con latten- e a costruire per loro un futuro migliore.
sogni, in vista dello sviluppo integrale zione alla tutela dei diritti alla persona e Lavora in 123 paesi del mondo e si occu-
delluomo, della giustizia sociale e della della famiglia migrante e alla promozio- pa di oltre 40 milioni di persone. Istituita
pace, con particolare attenzione agli ul- ne della cittadinanza responsabile dei dallAssemblea Generale delle Nazioni
timi e con prevalente funzione pedago- migranti. La Migrantes ha ereditato il la- Unite il 14 dicembre 1950, da allora
gica (art. 1 dello Statuto). Tra le molte- voro pastorale e sociale dallUCei, Ucio lAgenzia ha aiutato pi di 60 milioni di
plici attivit, la Caritas Italiana opera a centrale dellemigrazione italiana, che persone a ricostruire la propria vita. Per
livello nazionale e internazionale sui temi dagli anni 60 sino agli anni 80, in colla- questo le sono stati assegnati due Premi
della mobilit umana in situazioni di borazione con altre chiese cristiane ed Nobel per la Pace, il primo nel 1954, il
emergenza umanitaria, di accoglienza e esperienze religiose, in convenzione con secondo nel 1981. Il mandato del-
di tutela. parte di Caritas Internationa- laCnUr, si occupato di gestire gli arrivi lUnhCr di guidare e coordinare, a li-
lis, la rete mondiale presente in oltre 160 in Italia di profughi a seguito delle crisi vello mondiale, la protezione dei rifugiati
paesi, e di Caritas Europa, che riunisce umanitarie. Oggi la Migrantes, attraverso e le azioni necessarie per garantire il loro
le Caritas di 46 paesi europei. In Italia, il supporto allOsservatorio permanente benessere. LAgenzia lavora per assicurare
attraverso la rete delle 220 Caritas dio- sui rifugiati Vie di Fuga, la collaborazione che tutti possano esercitare il diritto di
cesane svolge una capillare azione di sup- con le Migrantes diocesane e regionali e asilo e di essere accolti in sicurezza in un
porto ai cittadini stranieri implementan- con il mondo delle cooperative e degli altro Stato. Insieme ai governi, lUnhCr
do attivit volte non solo allaccoglienza istituti religiosi rappresentati in una aiuta i rifugiati a tornare a casa, ad essere
ma allintegrazione di singoli e famiglie Consulta nazionale delle migrazioni , accolti nel paese dove hanno trovato ri-
presenti sul territorio. la collaborazione con il Ponticio consi- fugio o in un paese terzo.
glio dei migranti e degli itineranti, il Con-
siglio delle Conferenze episcopali euro-
pee (CCee), liCMC, contribuisce a infor-
mare e raccontare la situazione della pro-
tezione internazionale in Italia e in Eu-
ropa.
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SINTESI
HaunagDesign
Report
Rapporto
on
sulla
International
protezione
Protection
internazionale
In
in Italia
Italy 2014
2016
SINTESI
SPRAR
Sistema di Protezione
per Richiedenti Asilo e Rifugiati
In collaboration with
UnhCr/aChilleas zavallis