Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Amicizia PDF
Amicizia PDF
Amicizia
1
Pagina
Pagina 2
Hermann Hesse
Amicizia
3
Pagina
La bassa sala dell'osteria era piena di fumo, di odor di birra, di
polvere e frastuono. Un paio di matricole si scambiavano colpi
di spada e tracciavano mulinelli nel fumo denso del tabacco, un
ubriaco stava seduto sul pavimento e biascicava una canzone
insensata, all'estremit del tavolo alcuni studenti pi anziani
giocavano a dadi.
Hans Calwer fece un cenno al suo amico Erwin Mhletal e si
avvi alla porta.
Ehi, gi via?, grid uno dei giocatori.
Hans si limit ad annuire e se ne and, seguito da Mhletal. Li
accolse, sull'ampia e vuota piazza del mercato, l'aria fredda della
notte invernale e la luce azzurra delle stelle. Con un respiro di
sollievo, e aprendo il cappotto che si era appena abbottonato,
Hans prese la via di casa. Il suo amico lo segu per un tratto in
silenzio, accompagnava Calwer a casa quasi ogni sera. Ma alla
seconda strada si ferm.
Bene, disse, buonanotte. Vado a letto.
4
specchio, il suo imitatore. Forse in tutte le ore che non stava con
Pagina
Hans aveva condotto una vita sua, tutta diversa. Quanto bene si
era trovato con alcuni compagni di scuola, e adesso con alcuni
membri dell'associazione, con i quali Hans non aveva mai
instaurato un rapporto, fosse pure di antipatia! Era una cosa
triste. Dunque non aveva mai davvero avuto un amico, non
aveva mai condiviso la vita di un altro? Aveva avuto un
accompagnatore, un ascoltatore, un consenziente, un complice,
non di pi.
Gli vennero in mente le ultime parole pronunciate da Erwin in
quella brutta serata: Non voglio essere il tuo cagnolino.
Dunque Erwin stesso aveva intuito la natura del loro rapporto; si
era temporaneamente prestato a fare il cagnolino perch
ammirava Hans e gli era affezionato. E certamente lo aveva
intuito gi da prima e talvolta se n'era indignato, ma glielo aveva
tenuto nascosto. Aveva vissuto una seconda vita, una vita sua,
tutta diversa, nella quale l'amico non aveva parte, della quale
non sapeva nulla, dove non c'era posto per lui.
Con sdegnosa tristezza Hans cerc di allontanare questi pensieri,
che ferivano il suo orgoglio e lo immiserivano:
Adesso aveva bisogno di esser forte e di riflettere per altre cose,
di Erwin non voleva curarsi. Eppure soltanto ora sentiva che, in
queste sue dimissioni, per lui era essenziale solo la questione se
Erwin sarebbe venuto con lui oppure lo avrebbe piantato in asso.
Il resto era soltanto un epilogo, un ultimo passo formale che
dentro di s aveva compiuto gi da tempo. Un'impresa e una
prova di forza lo diventava solo a causa di Erwin. Se questi
rimaneva con gli altri e rinunciava a lui, allora Hans aveva perso
la battaglia, allora la sua persona e la sua vita valevano davvero
meno di quelle degli altri, allora non poteva pi sperare di
avvincere e trattenere a s un altro essere. E se cos era, allora
aveva davanti un brutto periodo, molto pi brutto di tutti quelli
13
precedenti.
Pagina
Come gran parte delle persone di doti non comuni, Hans era
apparentemente smemorato. Una nuova situazione, un nuovo
corso di pensieri potevano momentaneamente assorbirlo e
coinvolgerlo al punto da fargli dimenticare tutto quel che gli
stava accanto, e che sino a un momento prima era stato vivo e
presente. Ogni volta la cosa durava sino a che egli non avesse
interamente afferrato e fatto proprio l'elemento nuovo. Allora
non soltanto ritornava la memoria, faticosamente coltivata, di
tutto il contesto della sua vita, ma lo incalzavano, in un
affollamento spesso molesto, reminiscenze e immagini di grande
chiarezza. In quei periodi soffriva l'amara pena di ogni
introspettivo che non sia anche artista creativo.
Per il momento aveva completamente dimenticato Erwin.
Adesso non aveva bisogno di lui, si sentiva appagato della
libert e della tranquillit riconquistate e non pensava n al
futuro n al passato, ma saziava il suo desiderio di solitudine, di
letture e di lavoro, che in quei mesi era diventato una vera e
propria fame, e sentiva ormai sepolto dietro di s, quasi senza
traccia, il tempo del chiasso e delle numerose compagnie.
A Erwin le cose andavano diversamente. Aveva evitato un
incontro con Hans, e ascoltato con caparbia indifferenza la
notizia delle sue dimissioni e i commenti irritati, talvolta anche
dispiaciuti, dei colleghi.
20
Come amico intimo del fuggiasco era stato fatto segno, nei
Pagina
data.
Pagina
Hans per non aveva assolutamente l'aspetto di chi sia triste per
aver perduto un vecchio amico. Il volto e l'andatura erano
freschi e tranquilli. Vedeva quel volto cosi chiaramente: gli
occhi freddi, intelligenti, la bocca sottile e un po' arrogante, le
guance ferme e rasate, e la fronte luminosa, troppo vasta. Era lo
stesso volto di allora, dei suoi primi anni di scolaretto, quando lo
ammirava tanto e osava appena sperare che quel ragazzo
distinto, sicuro, segretamente appassionato potesse un giorno
diventare un amico. Invece era successo, ed Erwin lo aveva
piantato in asso.
Poich Erwin aveva fatto violenza al suo dolore per la rottura
con Hans e aveva ingannato se stesso con la giocondit del suo
comportamento, questa autoaccusa lo trov pienamente
colpevole. Dimenticava che spesso Hans gli aveva reso
parecchio difficile restargli amico, che prima lui stesso aveva
pi volte dubitato dell'amicizia di Hans, e che gi da parecchio
Hans avrebbe potuto scrivergli o cercarlo; dimenticava anche di
aver effettivamente desiderato rompere quell'impari rapporto, di
non voler essere mai pi il cagnolino. Dimenticava tutto, e
vedeva soltanto la sua perdita e la sua colpa. E mentre sedeva
disperato alla sua piccola, scomoda scrivania, inaspettatamente
proruppero dai suoi occhi copiose lacrime e gli caddero sulla
mano, sui guanti gialli e sul berretto rosso.
A ben guardare, era stato Hans che, passo dopo passo, lo aveva
trascinato con s dal paese dell'infanzia nel regno della
conoscenza e della responsabilit. Ma ora ad Erwin sembrava
che la primitiva, intatta gioia di vivere lo avesse abbandonato
solo a partire da quella perdita. Pens a tutte le follie e le
mancanze della sua vita di studente, e si vide insozzato e caduto.
E per quanto, nel dolore di quell'ora di debolezza, esagerasse nel
mettere confusamente tutto ci in rapporto con Hans, c'era
23
Questo giusto.
Bene. E Schopenhauer prende le mosse da Kant. Dunque io
dovevo aver fiducia in lui, cos come un pilota di dirigibili si
fida pi di Zeppelin che del sarto di Ulm, semplicemente perch
da allora sono stati compiuti dei concreti passi avanti. Quindi
sulla bilancia i pesi non erano del tutto uguali, come vede. Ma
non era questo l'essenziale. C'erano, vero, una verit contro
l'altra. Ma una potevo afferrarla solo con l'intelletto, per il quale
essa era ineccepibile. L'altra trovava in me una risonanza,
potevo afferrarla da cima a fondo, soltanto per non con la
testa.
S, comprendo. Su questo non si discute. E da allora
soddisfatto di Schopenhauer?
Heinrich Wirth si ferm.
Santo cielo!, esclam vivacemente, ma sorridendo.
Soddisfatto di Schopenhauer! Che significa? Si pu essere grati
a una guida che ci risparmia molti giri viziosi, ma si continua a
cercare la prossima. Gi, come se si potesse essere soddisfatti di
un solo filosofo! Allora si sarebbe alla fine.
Ma non allo scopo?
No, certamente no.
Si guardarono, contenti l'uno dell'altro. Non ripresero il loro
discorso filosofico, sentendo ambedue di non essere interessati a
un semplice scambio di parole, e che dovevano conoscersi
meglio prima di parlare di certe cose. Ad Hans sembrava di
avere inaspettatamente trovato un amico, ma non sapeva se
l'altro prendesse lui altrettanto sul serio, provava anzi un senso
di sfiducia, come se Wirth, nonostante la sua spensierata
schiettezza, fosse troppo solido e sicuro per concedersi con
facilit.
Era la prima volta che provava un simile rispetto per una
29
farne uso, ma una raccolta di libri buoni, parte dei quali nuovi,
con rilegature semplici e dignitose, acquistati chiaramente in
pochi anni. Una serie di scaffali conteneva scrittori di tutti i
popoli e di tutte le epoche, sino a Hebbel e persino a Ibsen, oltre
agli autori antichi. Il resto era letteratura scientifica di vari
campi; uno scaffale pieno di volumi non rilegati conteneva
molte opere di Tolstoj, una quantit di opuscoli e di volumetti
tascabili.
Quanti libri ha!, esclam Hans con meraviglia. Anche uno
Shakespeare. Ed Emerson. E qui c' la Psiche di Rhode! un
vero tesoro.
S. Se ci sono cose che lei non ha e che vorrebbe leggere, le
prenda pure. Sarebbe meglio se si potesse vivere senza libri, ma
non si pu.
Un'ora dopo Hans se ne and. Wirth gli aveva consigliato di
tornare in citt per un'altra strada, migliore, e lo accompagn per
un tratto perch non si perdesse. Giunti alla strada inferiore del
villaggio, ad Hans sembr di riconoscere il posto, come se ci
fosse gi stato. E quando passarono davanti a una locanda
nuova, con un grande parco di castagni, improvvisamente
ricord. Era stato nei primi tempi, subito dopo il suo ingresso
nell'associazione, erano usciti in land e si erano seduti in quel
giardino, allegri e gi brilli, con gaiezza rumorosa. Si vergogn.
Forse a quel tempo il teologo che poi aveva mancato di parola
era a casa di Wirth, e stavano leggendo Platone.
Quando si salutarono, Hans fu invitato a tornare, cosa che
promise volentieri. Solo in seguito gli venne in mente di non
aver lasciato il suo indirizzo. Ma era sicuro di incontrare ancora
il suo nuovo conoscente al seminario indiano. Per tutta la strada
del ritorno pens a lui con curiosit. Il suo abbigliamento
grossolano, il fatto di abitare l fuori in casa di contadini, il suo
33
vero lavoro sia dei veri amici, egli cercava distrazione sempre
Pagina
occhi obliqui.
Solo quando Erwin e i suoi compagni furono serviti di vino e
occupati a giocare a dadi, la signorina sollev le palpebre e
osserv i nuovi ospiti. Guard soprattutto il novellino, ed Erwin
si sent imbarazzato sotto quel crudo sguardo indagatore. Ma
presto essa torn a ritirarsi dietro il suo librone.
Quando, un'ora dopo, Erwin si alz insoddisfatto per andarsene,
essa si lev rivelando la figura snella e flessuosa, e quando
Erwin salut gli fece un cenno, sorridendo quasi
impercettibilmente con aria invitante.
Egli usc scombussolato, e non poteva scacciar di mente
l'occhiata tenera, ironica, promettente di lei, e le sue fattezze fini
e aristocratiche. Non aveva pi quello sguardo diretto e
innocente, al quale piace solamente ci che sano e senza
difetti, e tuttavia era ancora abbastanza inesperto da prendere la
finzione per genuinit, e da vedere in quella fanciulla felina non
un angelo, certo, ma una donna di affascinante perversit.
Da allora si rec all'Ussaro azzurro tutte le sere che poteva
sottrarsi incontrollato ai suoi compagni.. per vivere, a seconda
dell'umore di Elvira, qualche ora di conturbante felicit oppure
umiliazioni e arrabbiature. La sua sete di libert, alla quale
aveva sacrificato il suo unico amico e che alla lunga trovava
fastidiosi anche i doveri e le regole della sua associazione
studentesca, adesso si sottometteva senza resistenza ai capricci e
agli umori di una civetta imperiosa, che oltretutto viveva in una
stamberga ributtante e non faceva alcun mistero di esser capace
di amare chiunque, e non uno soltanto, ma parecchi, sia uno
dopo l'altro che tutti insieme.
Cos Erwin si era incamminato sulla strada gi percorsa da
molti frequentatori dell'Ussaro azzurro. Una volta la signorina
Elvira gli intim di trattarla a champagne, un'altra lo rimand a
40
vedere per due o tre giorni, un'altra gli metteva in tavola delle
squisitezze e gli prestava dei soldi.
Di tanto in tanto il suo cuore e la sua ragione si ribellavano e gli
procuravano giorni disperati, nei quali non faceva che accusarsi
e prendere decisioni che sapeva non si sarebbero mai tradotte in
azione.
Una sera che aveva trovato Elvira di cattivo umore e
passeggiava infelice per le strade, pass sotto casa di Hans e
vide la sua finestra illuminata. Si ferm e guard su con
vergogna e nostalgia. Hans era al pianoforte e suonava arie del
Tristano, la musica erompeva ed echeggiava nella strada buia e
tranquilla, ed Erwin cammin su e gi ascoltando per un buon
quarto d'ora. Ma la luce alla finestra si spense, e subito dopo egli
vide il suo amico lasciare la casa in compagnia di un giovane
alto, vestito rozzamente. Erwin sapeva che Hans non suonava il
Tristano a uno qualunque.
Dunque, aveva trovato un altro amico!
immaginava.
Un giorno, mentre era ancora a letto, and a trovarlo lo studente
anziano che nell'associazione gli faceva da tutore, un giovane
spigliato ed elegante con cui Erwin aveva subito simpatizzato.
Negli ultimi tempi, per, i suoi rapporti con lintera associazione
si erano fatti cos tesi e artificiosi, che praticamente non
frequentava pi nemmeno dei compagni isolati. Perci quella
visita inaspettata suscit in lui disagio e diffidenza.
Salve, tutore, grid sbadigliando con ostentazione, e si lev a
sedere sul letto.
Come va, piccolo? Ancora a letto?
S, mi alzo subito. Oggi c' lezione di scherma?
Lo dovresti sapere da te.
Ma s.
Allora sta' a sentire, piccolo! Mi sembra che ci siano alcune
cose che non sai, e me ne meraviglio. Quindi debbo rivederti un
po' le bucce.
Proprio adesso?
E la cosa migliore. Te l'avrei detto i giorni scorsi, ma non sei
mai In casa. E non vorrei venirti a cercare alla "Stella d'Oro".
Alla "Stella d'Oro"? Che vuoi dire?
Ragazzo, non dire bugie inutili! Sei stato visto due volte alla
"Stella d'Oro", e sai che quel locale ti vietato. Non ci sono
mai stato con i colori dell'associazione.
Spero bene! Ma non devi assolutamente andarci, e nemmeno
alla "Balena". E non devi neppure avere a che fare con lo
studente in medicina Haseler, che nessuna persona perbene
guarda pi in faccia, e neppure con lo studente in filosofia
Meyer, che tre semestri fa stato buttato fuori dai Renani perch
barava al gioco, e che se l' data a gambe in due sfide.
Buon Dio, questo non potevo saperlo.
49
divertente bere ogni tanto un bicchiere con dei tipi un po' bacati,
ma dover essere dei loro ... no, sarebbe brutto, anche per
caratteri pi forti del tuo.
Ma allora cosa debbo fare?
Nient'altro che rompere con quelle compagnie. Non hai da
temere nessun interrogatorio. Dir che ti sei reso conto che negli
ultimi tempi la tua condotta lasciava a desiderare, e che mi hai
promesso di riparare subito e radicalmente. cos tutto risolto.
Ma se non sono adatto a voi, e tra voi non sto bene?
Questo affar tuo. So soltanto che gi a molti successo lo
stesso, e che son riusciti perfettamente a venirne fuori. Andr
cos anche a te. E se alla fine non sar cos, puoi sempre
dimetterti. Ma non ora, in nessun caso.
Capisco. Ti sono grato di volermi aiutare, davvero. Dunque
non andr pi alla "Stella" e mi sforzer di soddisfarvi. Questo
basta?
Per quanto mi riguarda, s. Solo che, ti prego, devi pensare che
io ... voglio dire, ho preso per cosi dire su di me la responsabilit
di questo stupido affare, perch ti venisse risparmiata
un'ammonizione ufficiale. Naturalmente posso farlo una sola
volta, capisci. Se tu in seguito ...
E ovvio. Hai gi fatto ora molto pi di quanto dovessi.
Sta bene. Adesso fai un piccolo sforzo: fatti vedere pi spesso
da noi, anche quando non c' niente di ufficiale, vieni pi spesso
al caff e alle passeggiate, e datti da fare alla scherma. Allora
tutto si sistemer.
Erwin non era certamente di questa opinione. Trovava anzi che
tutto andasse peggio, e non aveva n la speranza n l'intenzione
di portare a termine in modo soddisfacente la sua carriera di
membro di un'associazione studentesca. Si ripromise di restarvi
soltanto sino a che non sarebbe potuto uscirne volontariamente,
51
protest.
S, sar cos, disse timido e sottomesso.
Scusami, in questo al momento non avevo affatto pensato.
Naturalmente pagher il pi presto possibile. Puoi aspettare
ancora un po'?
Questo successo oltrepass tanto le aspettative di lei, che essa ne
rimase toccata e lo carezz con aria materna.
Vedi, disse soavemente, non per cattiveria. Volevo solo
ricordarti che io non ti faccio credito soltanto di parole
ingiuriose. Se sarai bravo, il libretto rester tranquillamente
dov', non ho bisogno di questo denaro, e se mi viene il
ghiribizzo lo butto nel fuoco. Ma se tu sarai sempre scontento e
mi farai arrabbiare, potrebbe succedere che io parli del tuo conto
ai signori della tua associazione.
Erwin impallid e la guard fisso.
Su, rise lei, non aver paura.
Ma era troppo tardi. Egli aveva paura, sapeva di esser caduto in
trappola e che avrebbe dovuto vivacchiare alla merc di una
speculatrice.
S, s, disse, e rise scioccamente. E poi se ne and, triste e
umiliato. La sua infelicit di prima, ora lo vedeva bene, era stata
puerile, e la sua disperazione ridicola. Adesso a un tratto sapeva
a che cosa possono condurre un po' di leggerezza e di follia, e
vedeva sotto una luce cruda e abbagliante l'ambiente in cui era
entrato con un'innocenza. pari alla sua cattiva coscienza.
Ora bisognava far qualcosa. Non poteva andare attorno con una
corda al collo. E tutta la sordidezza e il fallimento di quei pochi
mesi, che ancora ieri possedevano una parvenza di amabile
anarchia, ora d'improvviso lo assediavano atroci e strapotenti,
cos come la palude circonda uno che, dopo aver tentato qualche
passo, improvvisamente affonda fino al collo.
53
MiiWetal entr.
Pagina
stata mia.
Cominci a raccontare, e Hans dovette ascoltare con meraviglia
e spavento quel che era successo al suo amico, mentre egli
aveva pensato poco a lui e se l'era cavata bene anche senza di
lui.
Non so bene come sia successo, ud che diceva. In realt
cose di questo genere non hanno alcun interesse per me. Ma
allora, appunto, non ero del tutto in me. Andavo in giro
continuamente in uno stato come di vertigine, e lasciavo che le
cose andassero come volevano. E adesso viene il capitolo
principale. Si svolge al caff Ussaro azzurro, che certamente tu
non sai nemmeno che esista.
E venne la storia con la signorina Elvira. Ad Hans questa
sembr cos triste eppure cos ridicola, che Erwin non pot fare
a meno di ridere della sua faccia.
E adesso?, chiese Hans alla fine. Natura1mente ti serve del
denaro. Ma dove prenderlo? Il mio lo metto a tua disposizione,
ma non basta.
Grazie, ma il denaro c' gi, disse Erwin allegramente, e
raccont anche quell'episodio, dopo di che Hans dichiar che il
cognato era una persona per bene.
Ma come posso aiutarti?, chiese poi. Accennavi a qualcosa.
S. Puoi farmi un grande favore. Cio, se tu domani volessi
andar l e saldarmi quello stupido conto.
Uhrn, s, naturalmente posso occuparmene. Mi chiedo soltanto
se non dovresti farlo tu. Sarebbe un piccolo trionfo, e un modo
impeccabile di venirtene via.
Questo s, Hans, ma credo che ci rinuncer. Non vilt di
questo sono abbastanza certo, ma semplicemente disgusto,
perch non voglio pi vedere n quel locale n quella strada. E
poi pensavo, se vai l vedi anche l'ambiente, come illustrazione
58
sollievo.
Posso chiederti ancora una cosa?, cominci poi con
imbarazzo.
S, ma che cosa?
Chi lo studente che qualche sera fa era da te, e al quale hai
suonato il Tristano?
Hans era confuso e commosso nel vedere che Erwin si era tanto
interessato alla sua vita, e aveva persino origliato davanti alla
sua finestra.
Si chiama Heinrich Wirth, disse lentamente, forse una volta
lo conoscerai.
Avete fatto amicizia?
Un po', s. L'ho conosciuto al seminario. una persona di
valore.
Ah s? bene, forse una volta lo vedr a casa tua. Oppure ti
secca?
Che dici! Sono contento che tu riprenda a venire da me.
Ma, sotto sotto, la cosa lo disturbava un po'. Nella domanda di
Erwin c'era stata una sfumatura di gelosia che . non gli piaceva,
perch non aveva intenzione di concedere a Erwin una qualsiasi
influenza sul suo rapporto con Wirth. Ma non lo diede a vedere,
e la sua gioia per la riconciliazione era abbastanza genuina
perch non nascesse in lui al primo momento nessuna
preoccupazione.
Inizi cos un periodo di tranquillit, soprattutto per Erwin, che
si portava attorno la sensazione di felicit di chi uscito da una
malattia, e considerava anche i suoi compagni e le loro esigenze
con maggior benevolenza ed equit. Sospettava che la sua rinata
amicizia con Hans Ca1wer non fosse rimasta nascosta ai suoi
colleghi, ed era lieto che non gliene chiedessero conto. Tanto
pi volentieri si adoperava ad assolvere i suoi obblighi. Non
60
problematiche.
Pagina
inutile.
Pagina
S, lo so. Ma ...
Mi dispiace, la colpa stata mia. Sei ancora in collera con
me?
No. Ma scusa, aspetto qualcuno ...
Solo un minuto! Domani parto; non mi sento molto bene, e
comunque l'estate prossima non torner pi qua.
Peccato. Che cos'hai? Niente di grave, spero?
No, sciocchezze. Volevo solo sentire come stavi. Bene, no?
S. Ma gi, tu non sai...
Che cosa?
Sono fidanzato, dalla primavera scorsa. Finora non era una
cosa ufficiale, ma la settimana prossima vado a Berlino per la
promessa ufficiale. Infatti la mia fidanzata di Berlino.
Congratulazioni. Fortunato che sei! Adesso ti metterai a
studiare medicina come un pazzo.
Sto gi cominciando. Ma dal prossimo semestre si sgobber! E
tu, che progetti hai?
Forse Lipsia. Ma ti disturbo, non vero?
Beh, se non te ne hai a male ... sto aspettando un compagno
dell'associazione. Capisci, sarebbe spiacevole anche per te ...
Giusto. A questo non avevo pi pensato. Beh, sin quando ci
rivedremo, queste storie saranno bell'e dimenticate. Sta' bene,
Erwin.
Addio, Hans, e non prendertela. stato gentile da, parte tua,
venire. Mi scriverai? - Grazie. E buon viaggio!
Hans scese le scale. Voleva ancora fare una visita d'addio al
professore, con il quale il giorno prima aveva avuto un lungo
colloquio. Alz gli occhi ancora una volta alla finestra di Erwin.
Mentre si allontanava, pensava ai contadini laboriosi, ai bambini
del villaggio, all'associazione dai berretti rosso mattone, a Erwin
e a tutti quei felici ai quali i giorni scorrono lievi tra le dita e
78
79
Pagina