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Fiore de Liberi

Flos Duellatorum
in armis, sine armis
equester et pedester

A cura di Giovanni Rapisardi

Riproduzione anastatica e trascrizione del Codice Pisani-Dossi

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Incipit liber duellandi et dimicandi et bus applicandos cellum generauit.
uocatur Flos duellatorum in armis sine Quapropter ab hoc precioso archano cen-
armis equester et pedester conpositus per seo reppellendos et per opositum ad
me florium de liberis de cividato austrie ipsum comitandos reges duces principes
aquilegensis diocesis quondam domini et barones, ceteros denique curiales et
benedicti de nobilli prosapia liberorum alios habiles in duello iuxta illud:
natus. Imperatoriam mayestatem non sollum
armis decoratam etc. Nec quisquis in
Florius foroiuliensis de liberis de ciui- volumine presenti falssam rem aut erro-
dato austrie aquilegensis diocesis, quon- rem non permisctum credat opositum,
dam domini benedicti progenitus, cunctis quoniam ambigua resecando, sollummo-
ludo armorum intendere uolentibus pede- do uisa et a me probata et inuenta descri-
stribus sceu equitibus salutem in domino buntur. Incipiamus itaque intencionem
et optatorum prosperum euentum. Cum a nostram exponere cum omnipotentis
primordio iuuentutis appetitu naturali ad auxilio, cuius nomen sit benedictum et
belicosos actus fuerim inclinatus, me collaudatum in seculla. Amen.
monuit per processum etatis industria ad
plurima huius artis ingenia capescenda,
uelut ensis, lanee, dagardi nec minus Inizia il libro del duellare e del bat-
brachii ludendi pedester vel equester: tersi chiamato Fiore dei duellanti in
quorum omnium deo dante plenariam armi e senza, a cavallo e a piedi, com-
notitiam sum adeptus expertorum magi- posto da me Fiore dei Liberi di
strorum exemplis multifariis et doctrina Cividale dAustria della diocesi di
ytalicorum ac alamanorum et maxime a Aquileia, figlio di Messer Benedetto
magistro Johane dicto suueno, qui fuit della nobile casata dei Liberi.
scholaris magistri Nicholai de toblem
mexinensis diocesis, ac etiam a pluribus Fiore friulano dei Liberi di Cividale
principibus, ducibus, marchionibus et d'Austria della diocesi di Aquileia,
comitibus et ab aliis innumerabilibus et figlio di Messer Benedetto, a tutti colo-
diuerssis locis et prouinciis. ro che volessero apprendere il maneg-
Jam uero declinante huius exercicii pro- gio delle armi a piedi e a cavallo
posito, ne forte tantum milicie iochalle augura salute nel Signore e il buon
negligenter deperiret, quod equidem in esito di ogni impresa. Poich sin dal-
gueris uel alio quolibet tumultu peritis l'adolescenza per desiderio naturale
uiris prestantissimum subsidium elargi- fui portato verso la pratica del com-
tur, disposui librum conponere prelibate battimento, mi adoperai con zelo, col
artis utilliora concernentem, uarias in eo passare degli anni, ad apprendere i
pingendo figuras et exemplo ponendo, molti segreti di quest'arte, cio del
quibus inuasionum modis defensionum battersi con la spada, la lancia, la
ue pariter et astutiis uti possit armiger daga, oltrech disarmati, a piedi e a
siue pugil. Quicunque ergo generosi cavallo: di tutto ci grazie a Dio io ho
animi hoc nostrum opus inspesserit, ottenuto cognizione da svariati inse-
quoddam quasi thesaurum dilligat et gnamenti e lezioni di esperti maestri
recondat, ne quando inter rurales nullate- italiani e tedeschi, in particolare dal
nus propaletur: ipsos enim obtusi senssus Maestro Giovanni detto Suveno che fu
et agilitati ineptos ac ut iumenta honori- discepolo di Nicol di Toblem della

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diocesi di Metz, oltrech da molti stria che fo de meser benedecto de la
principi, duchi, marchesi, conti e da casada de i liberi da premergiago aquesta
innumerevoli altri, in diversi luoghi e glosa la qual tracta in facto de armiar e
province. E dunque, discostandomi de conbatere a corpo a corpo: zo lana
da questo esercizio pratico, affinch aa spada e daga e abrazare a pe e a
tale disciplina marziale, che in guer- cauallo in arme e sena arme e d'altre
ra e in qualsivoglia altro scontro cosse che apertene ad armear. E de tute
offre un validissimo aiuto agli uomi- queste cosse noy faremo li remedij e li
ni esperti, non vada negligentemente contrarij, si che un siguir l'altro. E que-
perduta, ho stabilito di scrivere un sta presente glosa reciter tuto nostro
libro concernente le cose pi utili e sauer e nostra intencione de tuto quello
raffinate di tale arte, dipingendovi che noy auemo ueudo de multi magistri
figure e ponendovi esempi, grazie ai e scholari e armeaduri e duchi, principi,
quali l'armato o il lottatore possa marchesi, conti, chaualieri e schuderi e
servirsi parimenti di sistemi ed astu- de altri innumerabilli homeni de diuersse
zie per l'attacco e la difesa. Inoltre, prouincie e anchora cosse trouade da
chiunque di animo nobile studi que- noy: anchora serano guardie de tute arme
sta nostra opera, ne abbia cura e la e zoghi e couerte e feride e prese e liga-
conservi come un tesoro, affinch dure e roture e dislogadure de brai e
non venga divulgata tra i contadini: gambe e torsion e lesion e in li lochi pi
questi infatti il Cielo gener ottusi, perigolusi, segondo che lo maysterio de
questa arte uolle; ch male se p tener a
goffi e adatti solo ai lavori pesanti
mente sena libri e scriptura s longissi-
come le bestie da soma. Perci biso-
ma arte e non ser amay nesun bon
gna allontanare questi da tal prezio-
scholar sena libri: guarda como por
sa e segreta scienza, e, al contrario,
essere bon magistro; ch io predito fior
ad essa avvicinare re, duchi, princi-
ueudo mille chiamati magistri che non
pi, baroni, e gli altri nobili autoriz-
sono de tuti loro quatro boni scholari e de
zati a battersi in duello: "La Maest
quilli quatro boni scholari non seria uno
Imperatoria non decorata solo
bon magistro. la qual supradita glosa
dalle armi" etc. E che nessuno creda fata cum tuto lo nostro sauer sopra uno
che in questo volume vi siano concet- libro isturiado de figure depento sopra lo
ti falsi o errati, poich, eliminando qualle andarano aqueste glose e rubriche
le ambiguit, vi sono descritte solo le de numero in numero. E le dicte figure
tecniche da me create, viste o prova- dipente serano diuisade; cum zo sia cossa
te. Cominciamo dunque ad esporre il che li magistri che comenzano lor oghi
nostro lavoro con l'aiuto portarano per insegna una corona d'oro in
dell'Onnipotente, il cui Nome sia testa e li lor scholari che siguirano lor
benedetto e lodato nei secoli. Amen. oghi portarano una lista d'oro soto el
zenochio e li magistri che serano contra-
rij de li altri magistri hauerano corona
Alter Prologus d'oro in testa e diuisa d'oro soto lo zeno-
De mille quatrocento e noue a di . X . chio; e sopra ogni ogho la sua glosa, la
de lo mese de febraro fo principiada de qual sopradicta glosa e anchora lo libro
mi Fior furlano de i liberi de Ciuidal d'o- istoriado de figure dipento fato appeti-

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cione de lo Illustro et Excelso Meser li primi .iij. magistri ogano de parte
Nichol Signor Marchese de la cit de drita, li altri tri che segueno zogano de
ferara e de la cit de modena e de parma parte stancha. (IPoy trouariti duy re cum
e de reo citade. In la qual glosa parlare- due spade che spetano che illi sia lanade
mo cum tuto nostro sauer. E prima dire- lane e spade e spetano le proprie guardie
mo de abraar a pe e poy de li altre cosse che se deno aspetar. (IPoy trouariti duy
de armiar, segondo che uoy uederiti per duy modi como se p desferar uno
dipento e ordenato per lo dicto fior. E si che sia infer cum una lana. (IPoy troua-
comenaremo a lo abraar al nome de dio riti uno homo cum septe spade adosso
e de meser sant oro bon chaualier. Lo cum .iiij. figure intorno; e si se por
abraar uole .vij. cosse: zo fortea pre- uedere z che a significar le dicte figure
stea de pie e de braci e prese auantaade e le dicte spade. (IPoy trouariti .vj. magi-
e roture e ligadure e percusion e lesion, stri incoronadi cum vj spade e uno non
segondo che uoy uederiti in le figure porta la spada che fa l'altro e l uederiti
dipente; e masimamente in oghi che se per che caso ne una diuisa da l'altra.
guadagnano le prese zaschun cum suo (IPoy uederiti .xij. magistri incoronadi
sauer e cum sua malitia. Ch zoghi che se uno dredo l'altro, li quali magistri stano
piglia de concordia, le prese se fa d'amo- in le guardie de la spada. (IPoy trouariti
re e non da ira. E sopra l'arte de l'abraar duy magistri incrosadi che comena uno
che se fa a guadagnar le prese tal uolta se ferire de ogho largo in la golla del con-
fa da ira e alguna uolta per la uita e sono pagno. (IPoy trouariti duy altri magistri
prese e zoghi che non se p ugar de cor- incoronadi che hano tri zoghi de zogho
tesia, anche sono oghi pericolusi da largo. (IPoy trouariti uno altro magistro
ugar. E sopra quello tractaremo li oghi incoronado che ha dodexe scolari che
auantaadi e pi forti e quilli che pi beso- fano soy zoghi e lo primo zogho si lo
gnano in arme che sena per pi deffesa colpo de lo uilano. (IPoy dredo de quisti .
de lo homo e pi segurtade e faremo s xij . zoghi trouariti uno contrario che
che leeramente se porano intendere per le mete la punta in lo uolto a lo conpagno.
parole scripte e per le figure dipente. (IPoy trouariti .ij. magistri incoronadi che
E principiamo prima de abraar a pe a sono incrosadi a mea spada, li quali
guadagnar le prese e anchora prese facte magistri pono far tuti li zoghi che segue-
de concordia. (IPoy serano .iiij. magistri no dredo infina che non se troua uno
incoronadi che serano magistri de la daga altro re e cuss pono far uno de quilli
e de l'arte che apertene a la daga. (IPoy magistri aquilli zoghi l'uno como l'altro,
trouariti .iiij. cum septe spade adosso che segondo che l'uno ha pi prestea de l'al-
ano a significar li .vij. colpi de la spada. tro, saluo che tra quisti zoghi de quisti
(IPoy trouariti uno magistro contra iii duy magistri incrosadi trouariti .v. magi-
scolari che fa el zogho de la spada d'una stri contrarij de li dicti duy magistri
mane sena bucolero. (IPoy trouariti uno incrosadi che fano contra lor zoghi stricti
cum uno bastone e cum una daga ch' e maximamente contra ascadun tor de
magistro che fa contra uno che ha la spada e ualeno pi in arme che sena,
lana. (IPoy trouariti uno altro magistro ben che sono boni in una arte e in l'altra,
cum duy bastuni e cum una daga contra zo in arme e sena. (IPoy trouariti uno
uno che ha una lana. (IPoy trouariti le magistro incoronado ch' incrosado cum
guardie de la lana che sono .vi. magistri: uno altro de parte riuerssa; e l dredo

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serano soy duy oghi. (IPoy trouariti uno entro la sella de lo suo chauallo, la qual
magistro incoronado che fa uno contra- chorda si longa ben quatro braa o pi e
rio. (IPoy trouariti uno magistro che tene cum questa lanza uole ferire lo conpagno
uno soto lo brao per butarlo in terra cum o butare la dicta lana a lo collo de lo
tuta la spada. (IPoy trouariti quatro scola- conpagno per strasinarlo da chauallo.
ri che fano quatro tor de spada e l finisse (IPoy trouariti uno magistro incoronato
lo ogho de la spada a due mane. (IPoy cum una daga in mane che speta a uno a
trouariti . vj . magistri incoronadi armati uno duy conpagni cum spade contra luy e
cum spade in mano, li qualli magistri l uederiti soy oghi. (IPoy uederiti parti-
stano in lor guardie e una contra l'altra di de spada contra daga che ben far che
per uegner a le prese ali zoghi che segue- se porano intendere lieramente per le
no; li quali zoghi sono . x . (IPoy trouariti parole soprascripte, o per la glosa.
quatro magistri cum .iiij. ae in guardia (IPoy trouariti una aa sola molto caute-
e una guardia contra l'altra, li qualli losa e lauorada per modo che lo primo
magistri pono far cinque zoghi ed altri colpo che la fieri in lo uolto, lo conpagno
zoghi che sono in lo ogho de la spada subito receuudo lo colpo perde la uista per
che ben in far mentione. (IPoy trouariti modo che ser grande briga che ueda
far punte de lana e una lana contra l'al- zamay. (IAnchora uederiti uno magistro
tra a chauallo e una lana curta cum la incoronato cum una aa in mane che
longa e altri partidi anchora spada contra butada una corda con lo stropeduro de la
lana per diuerssi modi. (IPoy trouariti de sua aa ch' graue una libra o pi intorno
spada a spada e li ferieri de le spade l'uno le gambe a lo conpagno; tirando luy la sua
homo contra l'altro e tor de spada e butar aa itar lo conpagno in terra. E sopra
da chauallo per diuerssi modi e 'l pro e 'l tuti quisti oghi desopra nominati serano
contra. (IAnchora uederiti oghi de brae facte le lor glose cum si facta declaratione
per diuerssi modi. (IAnchora uederiti uno che ben se porano intendere lieramente.
che uole butar uno altro a terra cum tuto Io predicto Fior prego el mio signor
lo chauallo. (IAnchora uederiti uno che marchese che lo libro li sia arecomanda-
uole trare la brena de mane a uno altro. do, perch Voy non trouariti may uno
(IAnchora uederiti uno magistro a pe parechio de questo, per che magistri non
incoronato cum uno spedo in mane e se trouaria che saueseno far si facti libri
quello che luy p far cum lo spedo poria n anchora intendere in lo libro pocho o
far cum una lanza cum uno bastone e niente et etiam per lo longo tempo che io
anchora cum una spada, o che questo sonto stato a farlo, non sonto per farne
magistro speta .iij. a cauallo: lo primo pi nesuno de tanta quantit como que-
porta la lana soto mane, lo segondo la sto; ch per mia fede io li sonto sta meo
porta arestada, lo terzo uole butar sua anno a farlo, s che io non uoio pi de
lana contra de quelo magistro, lo qualle queste brige per lo tempo uechio che me
magistro si suficiente de far soi oghi incala. Dio guardi lo segnore Marchese
Nicholl da este signore de la cit de
che l segueno, o duy oghi. (IPoy
ferara, de la cit de modena, de la cit de
trouariti uno magistro incoronado a
parma e de la cit de reo.
cauallo cum una lana arestada che ua
contra uno altro per far punte de lana, lo
qualle dicto magistro si ha una corda ch'
ligada a la lana sua e entra la dicta corda

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Armorum actus si te delectat, amice, de' far;
Noscere, tecum habeas totum quod carmi- E uederiti prese couerte ligadure e roture
na E per conbatere in sbara lor zoghi e lor
monstrant. mesure.
Sis audax ui atque animus nec senix ade-
E de altre cosse che in lo libro uoy uede-
sto:
riti
Nil menti sit timor; ades, perficere pos-
ses. Abiandolo examinado ben credere lo
Huius in exemplum mulier sit; pauida poriti;
nunquam Ch cinquanta anni in tal arte studiado:
Nudum expectaret gladium, formidine Chi in men tempo pi sa el n' bon mercado.
capta.
Sic homo formidans ut femina nulla uale-
bit:
Deforet et totum, cordis si audatia dees-
set;
Audatia et uirtus talis consistit in arte.

Se vuoi, amico, la pratica delle armi


Conoscere, porta con te tutto ci che il
libro insegna.
Sii audace nellassalto e lanimo non si
mostri vecchio:
Nessun timore vi sia nella mente; sta
in guardia, puoi farcela.
Desempio di ci sia la donna; pavida
E presa dal panico, mai fronteggerebbe
il nudo ferro.
Cos luomo pauroso vale meno di una
femmina;
Se mancasse laudacia danimo, man-
cherebbe tutto;
LAudacia, tale virt, in particolare,
trova luogo nellarte.

Chi uole uedere de armiar un bello


tenor
Studij in questo libro che fato lo scolar
Fior:
Lo qual libro chiamato fior de bataya.
Aquello reciter de armiar de ogni
trauaya,
o de lana aa spada daga e d'abraar
A cauallo a pe in arme e sena como se

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E principiamo prima de abraar a pe a guadagnar le prese e anchora prese
facte de concordia.

Principiamo prima in nome de dio e de meser sant zorzo de lo abraare a pe a guadagnare le prese.
Le prese non son guadagnade se le non son cum auantao. Per noy .iiij. magistri cerchamo prese
auantaade chomo positi uedere dipento.

Per guadagnar le prese e son aparichiato, De pugna mutacion cercho de fare


Se non te ingano, tu harai bon merchato. E cum quella in tera ti far andare.

Se per inegno non me uinceray, zo creo Cum li braci uegno acus ben destese
Che cum mia forza ti far male e peo. Per guadagnar in ogni modo le prese.

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Cum questa presa in terra andare ti far Cum la bocha la terra ti far basare
O uero el brao senistro ti deslogar. O in la chiaue desoto ti far intrare.

E te far cadere in terra cum la schena Se tu fussi magistro de lo abraare,


E non te lassar leuare sena pena. In terra cum questa presa ti far andare.

Per la presa che io ho desoura e ti desota Le man al uolto s t ben poste,


Far che la testa in terra ti ser rota. Che de altre prese ti far le mostre.

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Per la testa che io posta soto el tuo brao Per lo dedo che io te tegno soto la rechia stancha
In terra ti far andare cum pocho mio impao. Veo che la presa che tu auiui te mancha.

Dedredo me prendisti a grande tradimento Questo un abraare de gambarola,


E questa presa te manda in terra sena falimento. Che de le cinque non uen facta una sola.

Questa si de concordia strania presa:


In li chogiun ti far tal percossa,
Asai ti posso stentare sena deffesa.
Che tuta tua fora si ser rimossa.

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In tuo naso fao tanta pena e doia, El uero che de tal presa t lassato
Che a lassarme tosto ser tua uoia. E cum questo contrario seray aterrato.

Soto el mento ti fao doia e greueza, Cum le man al uolto tu me fa impao,


Che in terra cum la schena adarai in frea. E aquesto contrario a lochio pi te fa impao.

Cum un bastoncello lo collo t ligato: Se tu non ua cum questo bastoncello in tera,


Se non temeto in terra ayne bon merchato. Non creder may che questa arte sia uera.

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(IPoy serano .iiij. magistri incoronadi che serano magistri de la daga e de
l'arte che apertene a la daga.
Poich rappresento vittoria Poich vinco tutti quelli

Cum cuntos superem qui possunt bellica mecum,


sicura, cos porto la daga, che combattono con me

Pol! manibus fractis ornatos porto lacertos.


Cum manibus tollam cuntis gestantibus ipsam.
Nam palmam tutam signo, sic refero dagam:
Maneggiandola combatten- Certamente! porto le braccia
do con entrambe le mani. adorne di mani spezzate.

Serrando le braccia a tutti i Domandi perch gloriosamen-


guerrieri, te schianto costoro sotto i piedi?
In modo tale che non possano pro- Perch affermo di abbattere

Brachia cumclauans cuntis bellantibus orbe


Taliter ut tutam nequeant protendere dextram,
Nunc letus claues manibus sic cungero binas.
tendere la destra con sicurezza, ogni uomo lottando:

Cur luctando uiros dicho prosternere cuntos:


Palma quidem nostra pretendit sixtere dextram.
Queris cur pedibus pessundo gloria talles?
Ora porto felice un paio di chiavi La palma della nostra vittoria
nelle mani. pretende di stare nella destra.

Magistro primo son de daga, pieno de ingano,


E cum man stancha torote la daga de mano:
E asay altri zoghi io posso far in ueritade Cum mia daga intorno tuo brao far uolta
E li mie scholari li farano cum falsitade. E in lo peto te ferir e non me sar tolta.

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Lo tuo brao drito soto el mio mancho serato; Perch tu mabij cus asserato mio brao,
Asay male ti posso far e roman inpresonato. In la chiaue de soto tal presa ti far impao.

Si questo brao ti posso uoltare In la chiaue mezana non mi fara stentare,


In la chiaue meana ti far stentare. Che cum questo contrario me conuen lassare.

Per mandarte in terra eson ben acuno e posto: Lo contrario per questo modo aparichiato
Si lo chontrario mancha farotelo ben tosto. E de ferirte uoio esser ben saciato.

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Per pi fortea io crouo aquesto partito; Per questo contrario li zoghi denano conuen falar:
De tuti li remedij denani io ti fao inuito. Cum mia daga ti ferir, tal uolta ti far far.

Per la presa de lo magistro a mi non falla


In su tua spalla lo mio brao non ronperay,
Che non ti ronpa el brao sopra mia spalla.
Ma per questo contrario in terra te butaray.

La tua daga ben presta ti ser tolta La daga non me ser tolta per tuo uoltare,
Per apresso el tuo cubito faando uolta. Anche in lo mio ti ferir sena fallare.

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A farte cadere non m neguna fadiga, De andare in terra de questo niente uoio,
Mo a leuarte te ser grande briga. Che cum questa presa tuta la fora ti toio.

E me couro cum li brai incrosadi


E posso far i zoghi tuti denanci passadi; Ghi zoghi denani n quilli de man riuerssa:
E aquilli de man riuersa non cauo nessuno, Per questo contrario la tua couerta in tuto perssa.
Che tuti li posso far a uno a uno.

La daga tore, dislogare e anche ligare De le quatro cosse luna solla non me pofar:
E metere in terra queste cose posso fare. Anche cum questo contrario in terra ti uoio butar.

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De lo primo re de daga el contrario fao De lo primo magistro lo contrario reo;
E per uezuda io li ferido el brao. Cum tal couerta li far male e peo.

Per lo contrario che dise de far mal e peo Aquesta ligadura a farla non me pena
Aquello che p far aquello aqui reo. E per lei te por ferire in la tua schena.

Contra contrario io fao per lo magistro primo


Perch de contra contrarij magistro fino. Per lo primo re fao contra el contrario;
Lo primo tore de daga far si non suario.

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Qui comena zoghi de man riuerssa, zoghi forti;
Per tali zoghi non sauer asay ne sono morti:
Per lo zogho del magistro la daga guadagnada
E li zoghi li mie scholari seguirano
E pur de parte riuerssa comenarano. E de ferirte far grande derada.

Aqui ua in terra, o me creo; Tu ua in terra per tuo pocho sauer:


Aquesto ti fao, po ti far peo. E in arme pi seguro se p tener.

Aquesto un guastare aschadun brao A dislogarte lo brao non n fadiga


Al modo che tu senti che io ti tegno e fao. E la daga ti posso tore sena briga.

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Aquesto uno altro deslogare forte La daga ti toio, aquesto uoio far,
E cum tua daga ti posso dare morte. E si io uoio in la chiaue ti posso ligar.

Questa chiamata la chiaue de soto forte


Reuoltar tua daga per sopra mio mancho brao, Ed ligadura perigolosa de morte:
E subito in la chiaue de soto te far impao. La quale ligadura sena nessun mentire
Chi ghi entra male ghi p ensire.

Contrario del magistro de man riuerssa questo so fare,


E per questa presa in terra ti far inzenochiare.

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Io son magistro che cum due man fao presa
E desopra e desota io posso far offesa: El mio magistro dito el uero sena falir:
Si io te uolto le spalle e non te lasso lo brao, La daga ti posso tore e non ti po partir.
Per tal modo el primo scholar ti fa impao.

Per mandarte in terra e son ben aparichiato Questo un altro mandarte in terra e ligadura
Se tu non te ronpi la testa ayni bon merchato. E contra tal presa non la persona ben segura.

Io ueo che in terra tu sei subito per andar Anchora per questo modo in terra ti meter,
De questo tente certo, mo non de leuar. Quando tu serai in terra peo io ti far.

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A la tua daga far far una uolta Si io leuo la tua daga per apresso tuo cubito
Che per quella subito ti ser tolta. Tu sentira che te sar tolta subito.

Del magistro che fa cum due mane presa Cum la man drita io fata tal mossa
Aquesto contrario fao per mia defesa. Che tua daga ti far ficar in la cossa.

Io uoio che aschadun de mi magistro saa


Che presa de caueo defesa nesuna impaa Per questo ferire apresso el tuo cubito me conuen lassar
Per lo ferir che io fao in lo tuo cubito E subito la tua daga uegnir a trouar.
Sentir deslogare lo tuo brao ben subito.

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Apresso tuo pugno ferir o sopra el cubito Per riuerssarte in terra io uoio prouare aquesto modo,
Dislogarote in lo logo e lassarame subito. Si per questo non uay farote un altro zogho.

De andare in terra tentene certo e seguro Tu senti che sopra la mia drita spalla
E de tua daga poco o niente me curo. A ronper tuo stancho brao non me falla.

Per lo modo chio ti tegno e t preso Per tor tua daga tal couerta io fao
Cum le spalle in terra andaray disteso. E cum altri zoghi asai ti far impao.

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Si io posso aquesto tuo brao uoltare, Si de soto o de soura tu te miti a trare,
In la sotana chiaue ti far intrare. Perderay la daga per questo incrosare.

Per lo tuo brao che cum due man e tegno, Lo scolar ch denanci non fa suo zogho
De man ti tor la daga con tu degno. E a tore la daga io mostro in suo logho.

De daga a daga non chognoscho homo che sia:


In arme e sena gli far grande vilania Per la couerta che fato el mio magistro
E de conbater in sbara aquello mio dileto, In questa presa e couerta ti fao tristo.
Che zaschadun viner per tal zogho streto.

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Per la couerta del magistro, ch tanto perfeto, Per la couerta del magistro cum mea uolta difora
Cum mea uolta t ferito in lo peto. Ferir e ligar e la daga tore posso anchora.

La man stancha metuda a tal deffesa, Cum la man mancha eti far uoltar o discourire
Che questo contrario subito ti far offesa. E per tal contrario eti por ben ferire.

Siando arm, questa couerta uoio pigliar


e subito in la chiaue mezana uoio intrar, In la ligadura meana non son per intrare,
Aquella ch finimento de bataya, Anche son per ferirte in farte uoltare.
E contra lei non n deffesa che gli uaya.

24
Siando ti armato e mi armato Per la uolta che presta t fata far,
Tu uidi che lo cortello in la man t ficato. Ferendoti, in terra ti far andar.

In arme aquesto un fortissimo incrosar Per questa presa che i asay zoghi posso far,
Ch desopra e desota se p ligar; Tore la daga, ronper, ferir e ligar;
Aquesto ua ala ligadura sotana E la pi presta si tore la daga de mano
E quello desopra ua ala meana Per non receuere dal conpagno nesun ingano.

Si io uolto la daga per apresso tuo cubito, Non lassando la presa pasay per soto tuo brao:
Tua daga ser mia, de z non dubito. De dredo le tue spalle ti far impao.

25
Si a tuo brao posso dare mea uolta Aquesto modo ti posso lo brao dislogare,
In la ligadura de soto, la uita ti ser tolta. Anche in la chiaue desoto ti poria ligare.

De questo mio magistro lo primo suo scolar Ben che aquesto zogho non sia tropo usado,
P tore la daga e questo zogho p far. Ello uen ben fato a chi l praticado.

(IPoy trouariti .iiij. cum septe spade adosso che ano a significar li .vij. colpi
de la spada.
Noy semo fendenti e faemo questione Noy semo colpi chiamadi li sotani,
De fender gli denti cum drita raxone; Che sempre may cerchamo de ferir le mani,
Noy del ferir non auemo tardo E dal zenochio in su facemo questione
E tornamo in guardia de uargo in uargo. E tornando cum fendenti fazemo lexione.

26
Noy colpi meani andamo trauerssando, Ponte semo, de grandissima offensione,
Dal zenochio in su andamo guastando E a tuti colpi faemo questione;
E rebatemo le punte fora de strada Venenose semo pi che serpente
E, redopiando lo colpo, de ferir derada E pi che tuti colpi alczidemo zente;
E si noy del meano colpo intramo in fendent, E noy ponte a li colpi si disemo:
Asay cum tali colpi guastamo zent. Tanto no taiaret che noy cusiremo.

Per lanare de spada e trare tayo e punta


Per la guardia che io ho niente me monta,
Vegna a uno a uno chi contra mi uole far,
Ch cum tuti io uoio contrastar;
Cum passo fata couerta cum mia spada
E chi uole uedere couerte e ferire,
E aquella in lo peto subito t intrada.
Tor de spada e ligadure senza falire,
Guardi ghi mie scolari como san fare:
Se elli non trouan contrario non ano pare.

(IPoy trouariti uno magistro contra iii scolari che fa el zogho de la spada
d'una mane sena bucolero.

27
Per ferirte anchora cum questa mia punta Aqui io t ferido in la tua testa
La man sinistra a la spada si zunta. Per la couerta chi fata acos presta.

Per la mane chi posta sotto tuo elzo, Per tal modo te discrouo per ferirte de punta
Si tua spada non ua in terra dime guerzo. Per uendegarme de ti dogni incuria e onta.

28
Anchora la testa t ferida sena passare Per lo modo chi presa la tua spada
Per la bona couerta chi sapuda fare. Tosto della mane te lauer cavada.

Cum lo mio brao stancho lo drito t ligado Cum la man mancha io te far uoltare
E de molte feride saray apresentado. E in quello un grande colpo ti uoio dare.

29
Per la uolta che per tuo cubito t data Aquesto un bon rompere de punta a tera
Mea la gola te creo auer taiata. E uen a esser streto per tal maynera.

De mandarte in terra y mio pensir: O la tua spada piegada ouero ch rota


Anche e discouerto che ti posso ferir. E cum la mia te posso ferir desopra e desota.

30
(IPoy trouariti uno cum uno bastone e cum una daga ch' magistro che fa
contra uno che ha la lana.

In tale forma cum la daga e cum bastone aspeto:


Lo baston far couerta, la daga te ferir in lo peto; Per quello modo che lo magistro denani deto,
E quello che cum baston fao cum la spada lo faria Per quello cum la daga te ferir in lo peto.
Ben che pi forti zoghi cum quella io trouaria.

(IPoy trouariti uno altro magistro cum duy bastuni e cum una daga contra
uno che ha una lana.
Cum duy bastoni e una daga aqui taspeto:
Lun te trar, cum laltro crouir uegnando al streto Aquello che dito lo magistro, aquello fao,
E subito cum mia daga te ferir in lo peto. La daga in lo peto t posta per men impao.

31
(IPoy trouariti le guardie de la lana che sono .vi. magistri: li primi .iij.
magistri ogano de parte drita, li altri tri che segueno zogano de parte stan-
cha.
La lana longa che se usa in mano
Tanto pi longa, tanto ha men ingano:
Sie magistri cum lei in guardia si stano
Cum passo e rebater subito lor ferir fano,
Tanti de parte drita che de riuerssa per certo: La tua lana longa e curta la mia:
Lo rebater se fa fora de strada e non in erto Tra e non fuzir, che te far uilania.
E llo rebater uol esser un brao in la lana
E chi contra far, tanto pi far falana.
In questa guardia io speto cum curta lana:
Rebater e scambiar de punta mia usana.

Cum mia lana rebater la tua in lo mio passar De questi tri magistri denani aquesto lor ferir,
E in lo tuo peto te uegner subito incassar. E per tal modo lor lana in uolto o peto definir.

32
Noysemotrimagistricheperparteriuerssaugaremo:
Auno a uno uegna chi uolle, che noy lo guastaremo;
Lo quarto magistro che finisse nostri zoghi in larte
De corona ghi auemo ben data la sua parte. Cum questa guardia dogni lana mi so reparare:
Questa guardia contra ogni lana me p bastar, Tra, che la mia in lo tuo peto te uoio caare.
Desopra e desoto me couro cum rebater e passar,
Cum lo pedalle de soto e cum lauano desopra fao,
Couerta e ferir posso far sena nessum impao.

Io ti firir sena fallo in lo mio uoltar, Larte de la lana aqui fa sua finisone,
Perocch son magistro de tuto lo scambiar. In arme e sena aquesta soprana sua deffensione.

33
(IPoy trouariti duy re cum due spade che spetano che illi sia lanade lane e
spade e spetano le proprie guardie che se deno aspetar.

Noy semo duy magistri che spetamo lo lanare,


De lane, dardi e spade pocho auemo curare,
E la deffesa che cum le spade noy faemo
Cum bastoni similemente si deffenderemo;
Cum passo e rebater che noy faremo
A le strete, tagli e punte noy usaremo;
E se fosse Pulicano che fo bon lanadore,
Contra de noy non poria auere onore.

Si de questa lana me uoio disferare, Cum li brai aquesto modo me uoio disferare,
Sopra lei un grande colpo me conuen fare, Cum lo ferire che far e cum lo mio uoltare,
Sicch romper tua lana in la doya E si per questo modo non ser ben disferato,
E de uenire a le strete auer uoya. Tosto in lo zogho denani io si ser intrato.

(IPoy trouariti duy per duy modi como se p desferar uno che sia infer cum
una lana.

34
Prudentia
Meio de mi louo ceruino non uede creatura;
E aquello meto sempre a sesto e mesura.
Celeritas Audatia
Yo tigro tanto son presto a corer e uoltare, Pi de mi lione non porta cor ardito,
Che la sagita del cello non me p auanare. Per de bataia fao a zaschaduno inuito.

Noy semo quatro animali de tal conplesione: E chi de nostre uert har bona parte
Chi uole armiar de noy faa conparatione. In arme hauer honor chomo dise larte.

Posta dominarum dextra Posta dominarum sinixtra


Posta delle donne destra Posta delle donne sinistra
Posta fenestrarum dextra Posta fenestrarum sinixtra
Posta delle finestre destra Posta delle finestre sinistra

Posta longha Posta breuis

Posta lunga Posta breve

Tota porta ferea Dens apri

Tutta porta di Dente di


ferro cinghiale
Media porta ferea

Mezza porta di
ferro

Fortitudo
Ellefant son e uno castello ho per cargho,
E non me inenochio ni perdo uargho.

(IPoy trouariti uno homo cum septe spade adosso cum .iiij. figure intorno; e
si se por uedere z che a significar le dicte figure e le dicte spade.

35
(IPoy trouariti .vj. magistri incoronadi cum vj spade e uno non porta la
spada che fa l'altro e l uederiti per che caso ne una diuisa da l'altra.

Per alanare e son ben aparichiato, Contra tegner de man e anchora de lanare
De un grande passar far merchato. Cum questa guardia ben me so reparare.

Sie magistri semo, luno da laltro deuisati:


Luno fa per uno modo che non fa i altri;
E zaschadun de lor ten la sua spada in posta:
Ad aquello che le son ben diremo la mostra.

Per trare pi longo e per pi forte passar Contra daga e contra spada armato
Contra armato in tal ato uoio star. E disarmato, a tal modo uoio esser trouato.

Questa presa posta de dona laltera: Questa spada me scusa per spada e per aza:
De tagli e punte se deffende per ogni mainera. In arme e sena chi me p fare, me faa.

36
(IPoy uederiti .xij. magistri incoronadi uno dredo l'altro, li quali magistri
stano in le guardie de la spada.

Poste e guardie chiamare per nome si faemo,


E una simille cum laltra contrarie noy semo;
E segondo che noy staxemo e semo poste,
De far luna contra laltra faemo le mostre.

Tuta porta de fero son la piana terena Io son posta de dona soprana e altera
Che tagli e punte sempre si refrena. Per far deffesa in zaschaduna mainera
E chi contra de mi uole contrastare
Pi longa spada de mi conuen trouare.

Io son posta realle de uera finestra


Meana porta de fero son la forte,
E de tuta larte sempre io son presta. Per dare cum punte e fendenti la morte
E per lungea de spada che io me sento
Del streto ogho sempre me deffendo.

37
Io son posta longa cum mia spada curta
Posta frontalle e son chiamata corona:
Che cum ingegno la golla spesso furta.
De tagli e de punte a nesun non perdona.

Anchora son posta de dona contra dent de zenchiar: Io son la forte posta de dent de zenchiar:
Cum mie malicie e ingani asabriga io ghi a dar. Cum tute le guardie me son uso de prouar.

38
Io son posta breue e de spada lungea; Io son la stancha posta de uera finestra
Spesso meto punta e in lei torno in frea. Cuss de la drita como de questa son presta.

Posta de coda lunga son in tera destesa, Posta de bicornio io me fao chiamar,
Denanci e dedredo sempre io fao offesa Si io ho falsitade asay non men domandar.
E se passo innani e entro in lo fendent,
E uegno al streto zogho sena faliment.

39
(IPoy trouariti duy magistri incrosadi che comena uno ferire de ogho largo
in la golla del conpagno.

Per incrosar cum ti a punta de spada, Per lo ferir che dise el magistro ch denani posto,
De laltra parte la punta in lo petto t fermada. In la golla t posta la punta de la spada tosto.

Per incrosar a mea spada el brao stancho te ferir Per lo magistro che incrosa a mea spada,
Perch lo tempo si curto ben presto io lo far. De quello che l dito de quello te fao derada.

(IPoy trouariti duy altri magistri incoronadi che hano tri zoghi de zogho
largo.

40
(IPoy trouariti uno altro magistro incoronado che ha dodexe scolari che fano
soy zoghi e lo primo zogho si lo colpo de lo uilano.

Anchora per quello proprio incrosare


Loditodelmagistrodenani,dequellononnquestione,
Tua spada per questo modo io ho a pigliare:
Che lo zogho che luy dito io lo fao cum rasone.
E de inani che tua spada me escha de mano
De ferir te tractar como croyo uillano.

Per passar fora de strada io t ben discouerto Lo ferire de li brai, aquello zogho te fao
E li brai toy io si ferir in lo uoltare per certo. E dal zogho streto io te far altro impazo.

41
Quando la spada per la gamba si uolla,
O fendent fay per testa o tondo per la golla; Quando io me incroso cum uno e uegno al streto,
Pi tosto se guastaria li brai che la testa: Entro li chogiuni el fiero cum lo pe drito.
Per pi curto tempo la mesura manifesta.

Aquesto de punta un crudelle schambiar: Per tuo mantigner che io in mia man tegno,
In larte pi falssa punta de questa non se p far. Cum la punta in lo uolto io te fao segno.
Tu me traisti de punta e questa io t dada,
E pi seguro se p far schivando la strada.

42
Rebati tua punta in terra ben subito
Aqui stasemo noy a terra incrosadi,
E per tal modo io te fiero sena dubito.
A pi sauer li zoghi serano donadi.

Per lo incrosar de terra che fa lo scolar, Del ogho ch denani entro in questo:
Per mia prestisia lo uolto te uegno a taiar, A taiarti el uolto el fao ben presto.
E tua spada romagner piegada o rota
E non la pora pi ourar per negota.

43
Per piner lo tuo cubito io te far uoltar Per la uolta che t dada per lo cubito
E in quello io te ferir sena nessun tardar. La testa io t ferida de dredo ben subito.

Mostray de uegner dal drito, in lo riuerso intray Per punta falssa che tu me uolisti ferir,
Per darte questa punta cum dolore e guay; Voltando mi e la spada lo contrario fenir,
Punta falssa per nome io me fao chiamar, S che la punta t posta in lo uolto
Cuss son crudele che de spada punta schambiar. Per modo che tuto lo zogho t tolto.

(IPoy dredo de quisti . xij . zoghi trouariti uno contrario che mete la punta in
lo uolto a lo conpagno.

44
(IPoy trouariti .ij. magistri incoronadi che sono incrosadi a mea spada, li
quali magistri pono far tuti li zoghi che segueno dredo infina che non se troua
uno altro re e cuss pono far uno de quilli magistri aquilli zoghi l'uno como
l'altro, segondo che l'uno ha pi prestea de l'altro, saluo che tra quisti zoghi
de quisti duy magistri incrosadi trouariti .v. magistri contrarij de li dicti duy
magistri incrosadi che fano contra lor zoghi stricti e maximamente contra
ascadun tor de spada e ualeno pi in arme che sena, ben che sono boni in
una arte e in l'altra, zo in arme e sena.

Per modo che noy stasemo aqui incrosadi,


Per lo mantigner tuo che in man io tegno
A pi sauer e prestea li zoghi sono dadi;
E te ferir e tua spada ser mio pegno.
Per che multi zoghi se fano per tal incrosar,
Pur li pi forti contrarij noy semo per far.

Per la mia spada che receudo colpo Aquesto un altro ferir de mio pomo,
E per la presa, lo pomo te fier in lo uolto. Segondo che larte e magistri presti sono.

45
Io te mando in terra aquesto partito: In mane ho la presa che tegho cerchada
De meterte la spada al colo non falito. Per meterte in terra cum la tua spada.

La tua spada cum lo mio brao intardada,


E la punta de la mia in lo uolto t ficada,
Per drita couerta io t cuss ben preso E de tor de spada io si fao contrario
Che te mandar in terra longo disteso. E li altri zoghi striti sempre suario.

46
Toy brai cum lo mio stancho sono seradi La tua spada per lelo s impresonada,
E mior zogho armadi che disarmadi; De tagli e de punte te far grande derada;
Anchora de tor de spada son contrafator, Anche contrario son de spada de man leuar:
Segondo che me mete el magistro Fior. Ferir io te posso e non me la po tochar.

Per questo modo e t ben ligado, Serata t la mane cum mia spada
Che in arme e sena serissi impresonado E de molte feride in la testa te far derada,
Ella tua spada contra mi non ual nient, E del meano tor de spada fao contra,
De tor de spada fao contra certament. Questa ligadura fata che asay monta.

47
(IPoy trouariti uno magistro incoronado ch' incrosado cum uno altro de
parte riuerssa; e l dredo serano soy duy oghi.

Questa couerta de la riuerssa mano, Per la couerta de la riuerssa mano aqui t aserato,
Per far zoghi de fortissimo ingano. De zogho streto e de feride non seraguardato.

(IPoy trouariti uno magistro incoronado che fa uno contrario.


Questa una forte presa che uen da man riuerssa, Soto tuo brao mia spada uolisti serar
De feride tu fornido e la tua spada perssa. Ello contrario te fa aqui male ariuar.

48
(IPoy trouariti uno magistro che (IPoy trouariti quatro scolari che
tene uno soto lo brao per butarlo in fano quatro tor de spada e l finisse
terra cum tuta la spada. lo ogho de la spada a due mane.

Per la couerta de man drita acoss io t preso: Questo tor de spada chiamato lo soprano
La mia spada in tuo uolto, in terra seradisteso. Che mille uolte e pi l fato Fior furlano.

Lo meano tor de spada aqui io fao, Aquesto lo tor de spada desoto:


E cum mia spada o tua te far impao. Ben lo far chi magistro in larte doto.

49
Questa spada io la tegno per mia,
In lo uoltar e tor io te far uilania.

50
(IPoy trouariti . vj . magistri incoronadi armati cum spade in mano, li qual-
li magistri stano in lor guardie e una contra l'altra per uegner a le prese ali
zoghi che segueno; li quali zoghi sono . x .

Noy semo sei guardie in lato de armiar,


Che quella arte integrament sauemo far,
E questa arte conclude in tuto la drita ueritade:
Aa, spada e daga mete in grande stremitade.
E qui parlaremo como larte p uenir:
Magistri e scolari lo farano a non mentir.

Io son posta breue, la serpentina, Io son posta chiamata uera crose


Che per passare arme la punta fina. Che a mi tagli e punte niente nose.

E sono serpentino lo soprano, In porta de fero io son la meana,


Cum grande punte me meto al piano; A butar grande punte sempre son uana.
Anchora per courir de taglio e de punta
Aquilli colpi a mi pocho si monta.

51
Io son posta sagitaria la entille, De posta de crose io son bastarda,
Per ferir e courir non son nient uille. De far soy zoghi non son nient tarda.

Per questa couerta crederia aschun guastar, De la couerta de lo magistro ese questa punta,
Segondo che uoy uederiti far li scholar. E li altri zoghi dredo che asay ben monta.

52
Tu ua in terra per la punta de la spada, Tu senti che la spada al collo t posta
E se peo non te fao hay bona derada. E de morte in tera io te far mostra.

Si io me uolto streto de la parte riuerssa La man t guasta, tu lo poy ben sentir,


De la drita man la spada tua ser perssa. E cum lo pomo in lo uolto te poria ferir.

53
Aqui te guasto le man per uegner a ligadura, Cum lo mantiner in terra io te mando,
Aquella ch s forte che de arme niente cura. E cum la punta mia te andar guastando.

O de la man mancha tu lassara la spada Questa presa me fa seguro de tua spada:


O tu andara in terra cum s fata intrada. La mia s libera, la tua s inpresonada;
E lo quarto ogho ch in larte de la aa
La spada in arme de quello zogho se impaa.

54
(IPoy trouariti quatro magistri cum .iiij. ae in guardia e una guardia con-
tra l'altra, li qualli magistri pono far cinque zoghi ed altri zoghi che sono in lo
ogho de la spada che ben in far mentione.

Posta breue son la serpentina, cum la aa in mano: Io son posta forte chiamada la crose:
Se la punta non me mancha eti far ingano. Colpi de azza n punte, niente mi nose.

Posta de dona son de lielt pura:


Grandi colpi io fao oltra mesura. Dent de zenchiar son pieno de ardiment:
Colpi de aa a mi non p fare nient.

55
La tua aa in terra rebatuda, De dent de zenchiar son ensudo cum mia aza
Tosto la mia in lo uolto ti ser metuda. E cum quella io t ferido in la tua faa.

La tua uisera t leuada, tu lo senti, Per mia mane che soto el tuo brao
E cum mia aa te chauar li denti. In la forte chiaue ti far impao.

56
Per questa presa io far una uolta presta:
Tua aa perderai, la mia te ferir in la testa.

57
(IPoy trouariti far punte de lana e una lana contra l'altra a chauallo e una lana
curta cum la longa e altri partidi anchora spada contra lana per diuerssi modi.

Io son la nobelle arma per nome lana:


Principio de bataia sempre mia usana.
Io porto mia lana a dent de enchiar,
E chi me guarda cum mio penone ardito
De grande paura deuenta smarito: Per suariar la tua, la mia io far intrar.
E se a lo principio el mio debito fao,
Aza, spada e daga io cauo de impao.

A dent de cenchiar io porto la mia lana: Per che cum tua lana de mi non habij auantao,
Rebater e ferir sempre mia usana. Aquello portare de la tua, de la mia el fao.

58
Per curta lana che io ho, in posta de dona uegno:
Per rebater e ferir certo io me tegno.

Per guastar ti o tuo cauallo fao questo lanar


E pocum mia spada io te uegner a trouar.

59
Fuando non posso far altra deffesa
E se me uolto del drito farote offesa.

Lo contrario de la tua guardia io fao:


Tuo cauallo ferir sena nessun impao.

60
Cum la spada tua lana io rebater:
O de punta o de taglio io te ferir.

Perch tu non rebati mia lana fora de strada,


Soto el brao mancho io la porto arestada.

61
A mea lana io uegno acoss ben asserato
Che a rebater mia lana tu ser intardato.
De ferir el tuo cauallo sena fallo el credo:
Vederay lo mio ogho compire aqui dedredo.

Perch cum tua spada cum mi non possi incrosar,


Bassa la porto per lo tuo cauallo guastar.

62
(IPoy trouariti de spada a spada e li ferieri de le spade l'uno homo contra
l'altro e tor de spada e butar da chauallo per diuerssi modi e 'l pro e 'l contra.

Tal portar de spada quatro zoghi me fa far,


De punta e de taglio ferir posso sena fallar;
Anchora butar da cauallo e tore de spade:
Rare uolte queste cosse me son fallade.

De queste due guardie io non fao conperaion:


Chi pi sauer e por, uincer sua oppinion.
E chi de le uiste falsse se sauer guardar
Aquilli quatro zoghi dicti ben li por far.

63
Questa punta in la golla uolentera t posta Questo uno ingualiuo e sena auantao incrosar:
Per lo tero magistro che tal guardia mostra. Chi ha pi arte e malicie si li comene a far.

Per lo primo magistro che sta in guardia cum spada, Per lo incrosar denani tua spada io suariada,
Questa ferida in su la testa tua io t dada. E cum la mia io t dada una rea spadaada,
E cuss io taueria poss dare cum la punta:
Per li arme che tu non haquello niente me monta.

64
Perch la mia spada non me sia tolta
La tua spada perderay per questa presa Contra de ti io fata questa uolta:
O tu andara in terra sena nessuna deffesa. Si che quello che tu uuliui far a my
Per lo contrario quello io fao a ty.

Da cauallo in terra te conuen andar Si del tuto in terra me conuen andar,


Poy de ti sauer che deber far. Altra deffesa che questo ferir non posso far.

65
Per punta e taglio uoio far mia deffesa,
Anchora che la spada non me sia tolta n presa, Perch tu non me daghi del pomo in lo uolto
N che sia butado per terra de mio caualo: Cum lo mio mantiner de spada tuo colpo tolto.
Lo uolto te ferir cum lo pomo si non falo.

(IAnchora uederiti oghi de brae per diuerssi modi.


Acoss come io t preso corandoti dredo, Da cauallo me uulisti pur butare
Da cauallo te buter e questo io credo. E cum questo contrario in terra te conuen andare.

66
La staffa cum la gamba te uoio leuar, De cauallo tu me volisti ben butare:
E per questo in terra te convien andar. Cum questo contrario in terra te conuen andare.

Ti e l tuo cauallo per terra uoio butar, Per tor la brena de mano, aquello cercho de far
Lo peto del mio in la gropa del tuo far andar; E de la testa del tuo cauallo la uoio tirar:
Del tuo cauallo non uoio lassar el morsso E quando la brena ser de la testa tirada,
Infin che tu non ua in terra descorsso; A mia posta io te menar in altra contrada.
E quando uno ben armato questa fina presa,
Poy che cum arme non gli po far offesa.

(IAnchora uederiti uno che uole


butar uno altro a terra cum tuto lo (IAnchora uederiti uno che uole
chauallo. trare la brena de mane a uno altro.

67
(IAnchora uederiti uno magistro a pe incoronato cum uno spedo in mane e
quello che luy p far cum lo spedo poria far cum una lanza cum uno bastone e
anchora cum una spada, o che questo magistro speta .iij. a cauallo: lo primo
porta la lana soto mane, lo segondo la porta arestada, lo terzo uole butar sua
lana contra de quelo magistro, lo qualle magistro si suficiente de far soi
oghi che l segueno, o duy oghi.

Si Rolando e Pulicano Cum lana me fesse inuito,


Cum ghiauarina o bastone lo spetaria aquesto partito;
Rebater lor lane e la testa io ferir
Como de questa guardia io me partir.

Cum mia ghiauarina te tagio la testa Cum lo pedalle t ferido de la ghiauarina,


Per la guardia del magistro ch tanto presta. Per che tegno quella da laltra punta pi fina.

68
Poy trouariti uno magistro incoronado a cauallo cum una lana arestada
che ua contra uno altro per far punte de lana, lo qualle dicto magistro si ha
una corda ch' ligada a la lana sua e entra la dicta corda entro la sella de lo
suo chauallo, la qual chorda si longa ben quatro braa o pi e cum questa
lanza uole ferire lo conpagno o butare la dicta lana a lo collo de lo conpagno
per strasinarlo da chauallo.

Questo magistro si ligada una corda a la sella


E al pe de la sua lana ch s crudele e fella,
Per butarla a lo collo de lo suo inimigo,
Pur per strasinarlo in terra, z io ue digo.

69
(IPoy trouariti uno magistro inco- (IPoy uederiti partidi de spada
ronato cum una daga in mane che contra daga che ben far che se
speta a uno a uno duy conpagni cum porano intendere lieramente per le
spade contra luy e l uederiti soy parole soprascripte, o per la glosa.
oghi.

Cum mia daga so de taglio e punta courir:


A uno a uno uegna che lo zogho non a falir: La proua aqui se troua depenta:
E lo mio scholar lo mostrar per proua: Tu uidi che te posso ferir sena stenta.
Faalo segondo che depento si troua.

La spada qui cum la daga uinto, Si uno me trasese cum la spada per la testa,
Per che io t uoltado e spinto. Aquesta couerta faria cum la presa presta:
Cum la man stancha io lo uoltaria
E cum la daga in la schena lo feriria.

70
De daga a spada s el partito:
Perch tu non mabij a ferir in la schena La spada contra la daga ten lo inuito
Aquesto contrario fao ben sena pena. E mostrer per lo suo scholar
A che modo quello zogho se p far.

Per questo modo la spada de la daga se defende: Questo un altro stranio partito:
Cum la spada te ferir: la daga non p far niente. La daga contra spada si fa inuito:
La spada far el ogho del scolar
E mostrer che daga nient p far.

71
Cum la guaghina te ferir lochio de la testa
E cum la spada de ferirte non far resta.

(IPoy trouariti una aa sola


molto cautelosa e lauorada per modo
che lo primo colpo che la fieri in lo
uolto, lo conpagno subito receuudo lo
colpo perde la uista per modo che
ser grande briga che ueda zamay.

Anchora uederiti uno magistro incoronato cum una aa in mane che


butada una corda con lo stropeduro de la sua aa ch' graue una libra o pi
intorno le gambe a lo conpagno; tirando luy la sua aa zitar lo compagno in
terra.

72
Aqui finisse el fior de larte de lo armiar,
Per che modo uno homo laltro p contrastar,
Facto per Fior furlano de meser Benedecto;
Chi l chognosudo ben p creder suo decto.

73

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