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1. Il contesto storico
Inteso modernamente, cio come codice realizzato in pi copie
identiche dello stesso testo, il libro nasce grazie alla stampa intorno alla
met del 400 almeno se ci si limita a considerare larea occidentale:
infatti, in Estremo Oriente (Cina e Corea) il procedimento della
stampa xilografica di testi, nonch linvenzione dei caratteri mobili in
lega metallica, sono notevolmente anteriori, e databili rispettivamente
allVIII e al XIII secolo. Tuttavia, la lenta gestazione che vive
linvenzione della stampa in Europa (tra pluriennali tentativi,
approssimazioni e fallimenti), sembra escludere almeno una filiazione
diretta della tecnologia tipografica occidentale da quella orientale. Essa
dunque interamente inventata, o reinventata, in Occidente, e da qui
si irradia in tutto il mondo.
Tra le condizioni storiche che favoriscono la nascita e il successivo
dilagare del libro stampato ricordiamo qui: a) lesistenza di un materiale
scrittorio adatto e relativamente a buon mercato come la carta; b) il
dinamismo tecnologico dellepoca; c) il ruolo crescente dello scritto,
con laumento s della domanda di libri da parte della Chiesa,
delluniversit e del mondo laico, ma anche con le accresciute esigenze
di amministrazioni, banche, notai, contabili, cancellerie (papale e
statale) ecc. per ci che riguarda brevi e ripetitivi testi dufficio (fra le
prime produzioni tipografiche troviamo appunto i biglietti di
Indulgenza, la cui breve formula di remissione dei peccati doveva
essere prodotta in migliaia di esemplari); d) lo sviluppo della libera
intrapresa economica, nel quale si inserisce anche lo stampatore: il
libro inteso come una merce al pari delle altre, e non essendo un
prodotto istituzionale (tale era stato ad esempio in Cina e in Corea)
si giova delle potenzialit di crescita del libero mercato.
3. La geografia dellinnovazione
Il sacco di Magonza del 1462 mette in ginocchio la citt, provocando
tra laltro la diaspora di molti dei prototipografi, che riprendono
lattivit nei vari luoghi dove trovano rifugio. Questo episodio accelera
la diffusione della stampa in Europa, che dora in poi sar rapidissima.
La geografia della stampa, che unindustria e deve realizzare utili,
risponde a varie esigenze di carattere economico: prima fra tutte, dati
gli alti costi di trasporto, la prossimit di un congruo bacino di utenza,
e possibilmente di una cartiera; considerando linternazionalit di una
produzione libraria che avviene per oltre i tre quarti in latino, la
vicinanza di un porto forse lideale, per il minor costo del trasporto
marittimo (esempi in questo senso sono Rouen, Siviglia, Anversa ecc).
Comunque, tra il 1460 e il 70 aprono stamperie in una dozzina di
localit. A parte la Germania, troviamo stampatori tedeschi anzitutto
in Italia: a Subiaco, dove Sweynheym e Pannartz gi nel 1465
stampano il De Oratore di Cicerone, e nel 1467 prima di trasferirsi a
Roma un bellissimo De Civitate Dei di S. Agostino; a Venezia; a
Foligno. Nel 1470 anche a Parigi attiva una stamperia. Nel 1480 sono
presenti stamperie in oltre 110 citt europee, alla fine del secolo in
circa 240. La maggior parte di esse sono in Italia, dove spicca a lungo
Venezia per numero di stampatori e qualit dei prodotti: la
Hypnerotomachia Poliphili, stampata col nel 1499 da Aldo Manuzio, era
considerato il pi bel libro del tempo.
Bibliografia
- Elizabeth L. Eisenstein, La rivoluzione inavvertita: la stampa come
fattore di mutamento, Il Mulino, Bologna 1985.