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Tutte le scuole filosofiche hanno denunciato, in effetti, il pericolo che corre il filo-
sofo, se immagina che il suo discorso filosofico possa bastare a se stesso senza
essere in accordo con la vita filosofica. (...) Al contrario, la vita filosofica non pu
fare a meno del discorso filosofico, a condizione che questo discorso sia ispirato e
animato da essa. (...) Il discorso giustifica la scelta di vita e ne sviluppa tutte le
implicazioni: si pu dire, con una sorta di causalit reciproca, la scelta di vita de-
termina il discorso e il discorso determina la scelta di vita giustificandola teorica-
mente. 5
5
P. Hadot, Che cos la filosofia antica?, cit., p. 169.
6
P. Hadot, Philosophie dialectique, rhtorique, dans lantiquit, (1980), in tudes
de philosophie ancienne, Les Belles Lettres, Paris 1998, pp. 159-186. Panegirico, 47; P.
Hadot, Che cos la filosofa antica?, cit., pp. 57 e sg., W. Jaeger, Paideia. Die Formung
des griechischen Menschen, W. De. Gruyter & Co., Berlin und Leipzig, 1944; tr. it. Pai-
deia. La formazione delluomo greco, Bompiani, Milano 2003, p. 256.
7
M. Foucault, Tecnologie of Self: A Seminar with Michel Foucault, the University
of Massachusetts Press, Amherst 1988; tr. it. Tecnologie del s, Bollati Boringhieri, Tori-
no 1992, p. 32.
8
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, cit., p. 15 e p. 59.
9
M. Foucault, Tecnologie del s, cit., p. 13.
10
M. Foucault, Luso dei piaceri, Storia della sessualit 2, cit., p. 93. In questo
specifico passo Foucault si riferisce al ruolo che nella filosofia di Platone assume il
rapporto con la verit rispetto alla possibilit, ad esempio, di strutturare e fondare lin-
dividuo come soggetto temperante.
La filosofia antica come esercizio spirituale e cura di s 345
11
M. Foucault, Lermeneutica del soggetto, cit., p. 21.
12
M. Foucault, Letique du souci de soi comme pratique de la libert, intervista con
H. Becker, R. Fornet Btancourt e A. Gomeez-Mller, 20 Gennaio 1984, Concordia.
Revista internacional de filosofia, pp. 99-116; tr. it. Letica della cura di s come pratica
della libert, in M. Foucault, Archivio Foucault 3, 1978-1985. Estetica dellesistenza, eti-
ca, politica, a cura di A. Pandolfi, Feltrinelli, Milano 1998, p. 278.
13
M. Foucault, Lermeneutica del soggetto, cit., p. 448.
14
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, cit., p. 15.
15
Ibid., p. 317.
346 Moreno Montanari
Nella meditazione il soggetto senza posa alterato dal proprio movimento; il suo
discorso suscita effetti al cui interno preso; lo espone a rischi, lo fa passare attra-
verso prove e tentazioni, produce in lui stati danimo e gli conferisce uno statuto
o una qualificazione di cui non era affatto detentore allo stato iniziale (della me-
ditazione). 16
a me pare (...) che la descrizione che Foucault propone di ci che io avevo chia-
mato esercizi spirituali e che egli invece preferisce chiamare tecniche di s, sia
troppo incentrata sul s o, quanto meno, su una certa concezione del s. 19
Ci che Foucault chiama le pratiche di s degli stoici, e anche dei platonici,
corrisponde ad un movimento di conversione verso di s: ci si libera dallesteriori-
t, dallattaccamento passionale agli oggetti esteriori e ai piaceri chessi possono
procurare, ci si osserva per vedere se si sono fatti dei progressi in questo esercizio,
si cerca di essere padroni di s, di possedere se stessi, di trovare la felicit nella
libert e nellindipendenza interiore. Concordo su tutti questi punti. Tuttavia pen-
so che questo movimento di interiorizzazione sia indissolubilmente legato a un al-
tro movimento, grazie al quale ci si eleva ad un livello spirituale superiore, in cui
16
M. Foucault, Mon corps, Ce papier, ce feu, in Histoire de la folie lge classi-
que, Gallimard, Paris 1972; tr. it. Il mio corpo, questo foglio, questo fuoco, in Id., Storia
della follia nellet classica, Rizzoli, Milano 1992, pp. 497-498.
17
Romano Mdera ad evidenziare come ciascun esercizio spirituale di Hadot
miri a realizzare tali trascendenze, in R. Mdera, Che cos lanalisi biografica ad orien-
tamento filosofico? in C. Brentari, R. Mdera, S. Natoli e L. V. Tarca (a cura di), Prati-
che filosofiche e cura di s, Bruno Mondatori, Milano 2006, p. 93.
18
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, cit., p. 61.
19
Ibid., p. 170.
La filosofia antica come esercizio spirituale e cura di s 347
Ragionando poi delluomo, osserva le cose della terra come dallalto: folle, eserciti,
lavori agricoli, nozze, divorzi, nascite, morti, tumulti di tribunali, contrade deserte,
nazioni barbare dogni genere, feste, lutti, vita pubblica, il miscuglio di ogni cosa
e larmonia che nasce dai contrari. 22
La pienezza e il culmine della felicit consistono (...) nello slanciarsi verso i cieli, e
nel penetrare nelle pieghe pi riposte della natura. allora, quando vaga tra gli
astri, che si compiace di ridere delle pavimentazioni dei ricchi. Per poter disprez-
zare questi portici, questi soffitti risplendenti davorio, i fiumi costretti ad attra-
versare palazzi, necessario che lanima abbia fatto il giro dellintero universo e
gettato dallalto uno sguardo sul nostro angusto globo (...) ed essersi detta: dun-
20
Ibid., p. 175.
21
M. Montanari, Hadot e Foucault nello specchio dei Greci. La filosofia antica
come esercizio di trasformazione, Mimesis, Milano 2010, specie le pp. 11-52.
22
Marco Aurelio, Pensieri, Mondatori, Milano 2004, VII, 48, p. 155. Ma si veda-
no anche IX, 30, p. 230 e XII, 24, p. 283. Alla filosofia di Marco Aurelio Hadot dedi-
ca unintero libro, La citadelle intrieure. Introduction aux Penses de Marc Aurle, Li-
brairie Arthme Fayard, Paris 1992; tr. it. La cittadella interiore. Introduzione ai Pensie-
ri di Marco Aurelio, Vita e pensiero, Milano 1997 la cui importanza per gli studi di M.
Foucault tale chegli riconosce pubblicamente che lidea secondo cui molti elementi
dei testi di Marco Aurelio costituiscano degli schemi di esercizio, non unidea che ho
inventato io. Da solo non sarei stato capace di trovarla. Nel libro di Hadot sugli eserci-
zi spirituali nellAntichit potrete leggere un capitolo di grande importanza sugli eserci-
zi spirituali in Marco Aurelio, M. Foucault, Lermeneutica del soggetto, cit. p. 257.
348 Moreno Montanari
que quello il punto che tanti popoli si dividono con il ferro ed il fuoco? Quanto
sono ridicole le frontiere che gli uomini stabiliscono tra loro! 23
Non si tratta di sottrarsi a questo mondo in vista di un altro mondo. Non si trat-
ta, cio, di affrancarsi da una realt per giunge a qualcosa che sarebbe unaltra
realt. Non si tratta neppure di abbandonare un mondo di apparenze per riuscire
a raggiungere, infine, una sfera che sarebbe quella della verit. Si tratta invece di
un movimento del soggetto che viene messo in atto e che si effettua nel mondo
che va effettivamente verso il punto da cui giunge la luce, e che conquista effetti-
vamente una forma che si identifica con la stessa forma della ragione divina e
che, nella misura in cui ci troviamo nel consortium Dei, ci colloca proprio al verti-
ce, nel punto pi alto delluniverso. Ma con ci non abbandoniamo questo uni-
verso e questo mondo. Nel momento stesso in cui raggiungiamo il vertice del
mondo, per ci stesso si dischiudono, davanti a noi, linteriorit, i segreti, il senso
stesso della natura. 24
23
L. A. Seneca, Questiones naturales, in Tutti gli scritti, Rusconi, Milano 2004, p.
680.
24
M. Foucault, Lermeneutica del soggetto, cit., 243. Nello stesso testo Foucault
giunge ad analoghe conclusioni riguardo al senso degli esercizi di sorvolo dallalto pra-
ticati e raccontati da Marco Aurelio, ibid., pp. 262-276.
25
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, cit., p. 30.
26
Ibid., p. 171. Hadot cita spesso lespressione senechiana toti se inserens mun-
do, in Seneca, Lettere a Lucilio, 66.6.
La filosofia antica come esercizio spirituale e cura di s 349
27
M. Foucault, Ermeneutica del soggetto, cit., p. 247.
28
Nella psicologia transpersonale il termine transpersonale significa letteralmente
oltre il personale, ma non nega la validit o limportanza dellunicit della persona.
Transpersonale distinto da trascendente in quanto riferito al trascendentale
come si manifesta nella e tramite la persona. (...) Il S transpersonale che trascende i
confini personali resta in funzione di sperimentatore, distinto da ci che sperimenta-
to. F. E. Vaughan, The Inward Arc, Boston 1986; tr. it. Spiritualit e salute, Cittadella,
Assisi 1989, p. 61.
29
Romano Mdera definisce cos il lavoro che Jung svolge sulle immagini e sui
simboli finalmente valutati in se stessi e non pi ricondotti, freudianamente, al linguag-
gio della coscienza, di cui sarebbero semplice maschera. Cfr. Id., Carl Gustav Jung.
Biografia e teoria, B. Mondatori, Milano 1998, pp. 80-81. Laffinit con la posizione
hadotiana data dal fatto che nella psicologia del profondo di Jung il S (Selbst) co-
stituisce una dimensione sovrapersonale che non pu in alcun modo confondersi con
lIo e che caratterizzata proprio dal senso di appartenenza al tutto. Che simili pro-
cessi siano attivabili dagli stati di meditazione del resto riscontrabile, ad esempio,
anche nella meditazione tibetana nella quale chi medita invitato dalla voce di un
maestro a seguire un determinato percorso per immagini il cui valore simbolico non
sempre immediatamente comprensibile sul piano della coscienza, della quale per, pro-
prio in questo modo, riesce ad aggirare censure e resistenze, lasciando emergere lin-
conscio e agendo attivamente su di esso. Nellimmaginazione attiva propria delle medi-
tazioni junghiane, invece, il flusso delle immagini che si invitati a seguire non inse-
rito in un percorso prestabilito e guidato ma, tracciato dallemersione spontanea di
immagini provenienti dallinconscio che Jung considera capaci di incidere con la forza
dellimmaginazione sulla psiche e dunque di contribuire a strutturare il S e ad indi-
rizzarlo verso il compimento del suo processo di individuazione. Cfr. C. G. Jung, Psy-
chologie und Alchimie, Water Werlag, Olten 1944; tr. it. Psicologia e Alchimia, Bollati
Boringhieri, Torino 1995, pp. 97, 167, 252, 276, 334 Un pensiero immaginario pi pro-
priamente filosofico si trova in H. Corbin, Limagination cratrice dans le soufisme dIbn
Arab, E. Flammarion, 1958; tr. it. Limmaginazione creatrice, Laterza, Roma-Bari
2005.
350 Moreno Montanari
30
Per Lacan, infatti, lordine del simbolico non affatto il riflesso sbiadito o
idealizzatato del reale, di cui sarebbe la semplice copia, ma esso stesso una dimensio-
ne originaria e primaria che d anzi forma e significato a ci che chiamiamo Reale,
esso s sempre secondario e impregnato di immaginario. J. Lapalche, J. B. Pontalis,
Vocabulaire de psychanaliyse, Presses Universitaires de France, Paris 1967; tr. it. Encico-
lopedia della psicoanalisi, vol. II, alla voce simbolico, Laterza, Roma-Bari 1995, pp.
588-589. Sulla supremazia del Simbolico sul Reale e sullImmaginario cfr. J. Lacan, Ec-
rits, Seuil, Paris 1966; tr. it. Scritti, vol. I, Einaudi, Torino 1974, in particolare pp.
48-50; 63-65; 72-75; 550-551. Che nelle principali scuole filosofiche dellantichit, in
particolare nelle sue correnti ellenistiche, fosse presente un aspetto psicoterapico, le-
gato ad una psicologia del profondo sotto molti aspetti anticipatrice delle principali
pratiche psicoanalitiche sorte nel secolo scorso, del resto stato apertamente ricono-
sciuto dallo psicologo esistenziale H. F. Ellenberger, The Discovery of the Unconscious,
Basic Books, New York 1970; tr. it. La scoperta dellinconscio, vol. I, Boringhieri, Tori-
no 1995, pp. 46-49.
31
Secondo M. Heidegger, nella teoria della conoscenza di Platone, nella quale si
palesa la vicinanza tra il verbo vedere (iden) e il sostantivo idea, la percezione si
conforma a ci che visto (...) e si costituisce una concordanza del conoscere con la
cosa stessa. M. Heidegger, Platons Lehre von der Wahrheit, in Wegmarken, Vittorio
Klostermann, Frankfurt am Main 1976; tr. it. La dottrina platonica della verit, in Se-
gnavia, Adelphi, Milano 1987, p. 185.
32
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, cit., p. 32.
33
M. Foucault, Lermeneutica del soggetto, cit., pp. 209. Lespressione etopoieti-
co, ripresa da Plutarco e appare per la prima volta negli scritti di Foucault in id,
Histoire de la sexualit 2. Lusage des plaisirs, Gallimard, Paris 1984; tr. it. Luso dei
piaceri, Storia della sessualit 2, Feltrinelli Milano 1998, p. 17. Analogamente per Ha-
dot lintera filosofia antica ha una finalit etica nella misura in cui mira ad operare
attraverso lesercizio della ragione critica una trasfigurazione dei giudizi e dei compor-
La filosofia antica come esercizio spirituale e cura di s 351
tamenti altrimenti dominati dalle abitudini e dai pregiudizi. P. Hadot, Que est-ce let-
hique?, in P. Hadot, La philosophie comme manire de vivre. Entretiens avec Jeannie
Carlie et Arnold I. Davidson, Albin Michel, 2001; tr. it. La filosofia come modo di vive-
re. Conversazioni con J. Carlier e A. I. Davidson, Einaudi, Torino 2008, p. 245.
34
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, cit., p. 51.
35
E. Severino, La filosofia antica, Rizzoli, Milano 1994, p. 165.
352 Moreno Montanari
la filosofia stessa, cio il modo di vivere filosofico, non pi una teoria divisa in
parti, ma un atto unico che consiste nel vivere la logica, la fisica e letica. Allora
non si fa pi teoria della logica, ossia del ben parlare e del ben pensare, ma si
parla e si pensa bene, non si fa pi teoria del mondo fisico, ma si contempla il
cosmo, non si fa pi teoria dellazione morale, ma si agisce in maniera retta e
giusta. 36
listante lunico punto di contatto con la realt, ma ci offre tutta la realt. Pro-
prio perch esso passaggio e metamorfosi, ci fa partecipare al movimento gene-
rale dellavvenire del mondo, alla realt del divenire del mondo. 39
36
P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, cit., p. 158.
37
Platone, Fedro, 270,c cit., pp. 268-269; W. Jaeger, Paideia, la formazione delluo-
mo greco, cit., p. 1379; Epicuro, Opere, Frammenti, Testimonianze, fr. 60., Laterza,
Roma-Bari 1966, p. 106.
38
Sia Foucault che Hadot citano in questo caso soprattutto Epicuro, Marco Au-
relio e Seneca.
39
P. Hadot, Noublie pas de vivre. Goethe et la tradition des exercises spirituels,
Albin Michel, Paris 2008; tr. it Ricordati di vivere. Goethe e la tradizione degli esercizi
spirituali, R. Cortina editore, Milano 2009, p. 32.
40
M. Foucault, Lermeneutica del soggetto, cit., p. 485.
41
M. Foucault, Letica della cura di s come pratica di libert, cit., p. 279.
La filosofia antica come esercizio spirituale e cura di s 353
Il precetto di prendersi cura di se stessi era, per i greci, uno dei principi basilari
della vita nelle citt, uno delle regole fondamentali della condotta sociale e perso-
nale e dellarte di vivere. Per noi, oggi, si tratta di un concetto abbastanza oscuro
e sfocato. Se si domanda: Qual il principio morale pi importante della filoso-
fia antica?, la risposta immediata sar infatti il conosci te stesso. La nostra tra-
dizione filosofica ha probabilmente esagerato limportanza di questultimo precetto
a scapito del primo. Il precetto delfico non era una specie di indicazione astratta
sulla vita; era un consiglio tecnico. 42
E ancora:
42
M. Foucault, Tecnologie del s, cit., p. 15.
43
M. Foucault, Lermeneutica del soggetto, cit., pp. 4-5.
44
M Foucault, Tecnologie del s, cit., p. 32.