PRIMA PAGINA
quelle statunitensi per celebrare il modello svedese. Come lui cerca di
centenario dellentrata degli Stati
Uniti nella grande guerra. Per gli esege-
ti dei simboli, occasione imperdibile di
decrittazione dei rapporti di forza. Tru-
mp, citando un non meglio identificato
amico, aveva detto: Era innamorato di
Parigi, ora non ha pi voglia di tornarci
perch sostiene che Parigi non pi
Parigi. E quanto alla sconfessione del-
la firma di Obama al patto clima: Devo
difendere gli abitanti di Pittsburgh, non
di Parigi. Per salir su un volo per la
capitale francese, dove la diplomazia si
frega le mani, come spiega un navigato
ambasciatore del Quai DOrsay: Bel
colpo per limmagine di Emmanuel e
della Francia. Ma attenzione. Limma-
gine non sostanza, sembra ammonire
lex ministro socialista Thierry Man-
don: Macron vuole affermare agli oc-
chi di tutti che la Francia tornata, un
po pretenzioso.
Accusato di poca esperienza inter-
nazionale, Jupiter ha inanellato una
serie di mosse fortunate che lo tengo-
no costantemente in prima pagina.
Prima di Trump, era stato Putin a
baciargli la pantofola, e sempre nello
scenario Luigi XIV di Versailles. Lo
zar si era dovuto subire la ramanzina
sulle malefatte russe quanto a diritti
umani e le rinnovate proteste sullin-
gerenza di Mosca nelle elezioni fran-
cesi. Inoltre non ha esitato a schierar-
si tra i volenterosi che bombarderan-
no Bashar Assad se far di nuovo ri-
corso alle armi chimiche in Siria. Di
tutta evidenza, il ramo militare quel-
lo su cui Macron punta di pi per far
ritrovare prestigio al Paese. La sua
insistenza perch si proceda spediti
almeno verso la nuce di un esercito
europeo ne la riprova.
Fosse Giove alluderebbe al divino, si
fosse messo in testa lidea di rivaleggia-
re con gli Usa vorrebbe contare nel
mondo. Pi limitatamente (ma non
meno ambiziosamente), secondo il
politologo Thomas Gunol, 34 anni,
uno degli astri nascenti tra gli intellet-
tuali doltralpe, il suo orizzonte vero
lEuropa e propone un altro paragone:
Macron lerede politico di Valry
Giscard dEstaing. Come lui propone
un massiccio programma di liberaliz-
zazioni avendo come riferimento il
22 9 luglio 2017 LEspresso
I nuovi equilibri
Communiquer cest vivre (Comuni-
formare un partito di centro n di de-
stra n di sinistra. Come lui vuole an-
dare molto lontano nella costruzione
europea e come lui sogna di diventare,
un giorno, il primo presidente di
unEuropa davvero federale. Secondo
lattitudine tutta francese di guardare
alla successiva elezione il giorno dopo
la precedente, Gunol fa due conti:
Anche se facesse due mandati allEli-
seo, alla fine avrebbe 49 anni. Sarebbe
ancora molto giovane. Niente di strano
se cominciasse allora a prepararsi la
prossima poltrona. Ma dovr scegliere
da subito se battersi per arrivare fino
in fondo alla costruzione di unEuropa
tecnocratico-economica o una politi-
ca-federale. Perch sono fondamen-
talmente incompatibili.
Volesse davvero un domani installar-
si a Bruxelles o chiss dove sar leven-
tuale capitale del Vecchio Continente,
certo dovrebbe confrontarsi con mag-
giore arguzia, da subito, su temi decisi-
vi pur se meno glamour. Uno di questi
limmigrazione, su cui latteggiamento
ondivago - collaborativo con Italia e
Grecia a parole, ma a frontiere ben
chiuse nei fatti - non aiuta la crescita
della sua statura. E apre molti punti di
domanda su che presidente sar davve-
ro, nella pratica quotidiana del potere.
I grandi principi espressi a Versailles
descrivono un letterato, un grande
oratore e un maestro del balletto,
secondo Arnaud Benedetti, professore
alla Sorbonne e coautore del libro
Emmanuel Macron
care vivere). Magari non un creativo
ma uno che evita i passi falsi. Ma,
oltre alle comparsate in scena da Capo
dello Stato che riconferisce ieraticit
alla carica, c la Francia, ci sono i pro-
blemi sociali irrisolti, rimandati a un
autunno che si annuncia caldo, ad
esempio, per una legge sul lavoro da
varare ma che gi risulta indigesta so-
prattutto allestrema sinistra. Mentre
la destra, per voce di Alexis Vintray,
fondatore di Contrepoints, il giorna-
le liberale per eccellenza, si chiede
allopposto se Macron non sia piutto-
sto uno che ha scoperto Schroeder e
Blair con 25 anni di ritardo, perch
accettare leconomia di mercato non
basta per definirsi liberale. E nel suo
programma ci sono aspetti poco libe-
rali come la moltiplicazione delle pre-
stazioni sociali, la soppressione della
tassa sulla casa per i poveri, gli investi-
menti pubblici in agricoltura e indu-
stria, il rafforzamento della tecnocra-
zia comunitaria.
il destino di chi si pone al centro:
essere contestato da entrambi i lati.
Macron non sembra curarsene in que-
sto luglio in cui persiste una certa luna
di miele a due mesi dal trionfo del 7
maggio. Secondo uninchiesta condotta
da Le Monde con la Fondazione Je-
an-Jaurs e Sciences Po, il 69 per cento
dei francesi pensa che il Paese sia in
declino contro l86 per cento di un anno
fa: un recupero spettacolare di 17 punti.
La fiducia nellUnione europea sale dal
27 al 41 per cento. L80 per cento vuole
restare con leuro (pi 7 per cento). La
nozione di destra e sinistra considera-
ta sorpassata dal 71 per cento. Evidente
leffetto dellex Piccolo Principe di
Amiens che si fatto re: tutti i temi su
cui si speso sono in risalita. Al rientro
dalle vacanze la vera prova della sua
tenuta. Presumibilmente preceder le
eventuali (ma previste) manifestazioni
ostili con un altro bagno di popolarit.
Il 7 settembre prevista la pubblicazio-
ne del libro Un personnage de roman,
Foto: Chesnot / Getty Images
di Philippe Besson, amico della coppia
Emmanuel & Brigitte, sulla folgorante
ascesa dellex ragazzo. Nessuna antici-
pazione, nessun dettaglio prima dellu-
scita in libreria. Il divino ha pur bisogno
di essere ammantato di mistero. Q