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Storia contemporanea— Il passato del nostro presente LOttocento lungo € una prima etd contemporanea, affondando le sue radici nel Settecento e terminando prima della Grande Guerra. Il hungo Ortocento é il passato che pitt ha influenzato il nostro presente. Ha formato la gran parte delle nostre idee. Ha dato inizio alle trasformazioni che hanno plasmato il nostro mondo. Abbiamo un’economia costruita non tanto suil”industrializzazione, quanto sui commerci, sulle manifatture tradizionali, sull’agricoltura. Aristocrazie che svolgono un ruolo economico, sociale e politica. Ancora nel 1871 Jo spazio europeo era organizzato in imperi € monarchie, ¢ c’erano solo due repubbliche LOtiocento fi eta in cui alta cultura prima, Porganizzazione sociale poi, si emanciparono da molti ej pill antichie consolidatiriférimenti al divino. > Fuori dallantico regime Una rivoluzione, in dueatti: prima dal 1776 in America, poi dal 1789 in Francia. Gettando ke basiper Jacostruzione di un nuovo mondo. Fondamentale ¢ il testo “Lo spirito delle leggi” di Montesquieu. Un uomo libero ¢ quello che si sente sicuro faccndo “tutto quello che le leggi permetiono™; uno State libero & quello in cui il potere & sottoposto alle leggi prima che ai governanti, quello in cui i singoli non sono oggetto di giudizi arvitrarie la gravita delle pene é proporzionata a quella dei reati In Europa si colloca il concetto di “monarchia modcrata”, cio’ vincolata al rispetto di norme e consuetudini. Vi é contrapposto il “dispotismo asiatico”, caratterizzato dal arbitrio dei governanti. II governo moderato si caratterizza per h divisione e per il reciproco equilibrio dei tre poteri La variante preferita da Montesquieu @ quella inglese, soprattutto per quanto riguarda il potere legislative affidato a due diverse assemblee. Siam alla recezione dei principi del contrattualismo e del giusnaturalisme, sintetizzati da John Locke: la socicta si crea, ponendo fine allo “stato di natura”, mediante un contratto tra popolo ¢ ‘sovrano, ma i diritti dei sudditi, essendo naturali, restano inviolabili anche dopo la sottoscrizione di quel contretto, Diritto alla resistenza Su scala locale prevale il “self government”, cioé l'arnministrazione e la giustizia affidatea una classe dirigente locale. Il sistema giuridico (common law), prevedeva che il popolo, organizzato in curie, sorvegliasse I'attivita dei tribunali. Il modello inglese ha anche i suoi limiti: ne! sistema parlamentare era laristocrazia a dominare. Nella Francia di meti Settecento c’erano 13 parlamenti situati in diverse cittd, il pid importante a Parigi. Erano corti di giustizia, il cui diritto di fare parte veniva sostarzialmente comprato per poi divenire ereditario. ¢ Rivoluzione in America ‘La prima rottura rivoluzionaria settecentesca arriva in Nord America contro la corona britannica. Gli dall’ Europa e, proprietari molto agiati, crearono piantagioni di tabacco e cotone. Tutti prodotti che andavano a alimentare fruttuosi commerci con a madrepatria. Le 13 “colonic” anglo-americane si autoamministravano attraverso_proprie assemble rappresentative, con milizie locali per la difesa. I colori si sentivano pari agli abitanti della lontana isola d'origine e condividevano la sua cultura politica. La societi anglo-americana era ben pitt egualitaria di quella della madrepatria. Piti della meta della popolazione maschile era compaosta da agricoltori propristari Per’ ci sono stridenti contraddizioni, dovute alla grande preserza di schiavi nelle colonie meridional: i grandi proprietari di piantagii e di schiavi della Virginia Tappresentavano quanto di piii dissimile potesse aversi nel Nuovo Mondo all’aristocrazia della vecchia Europa. Gli anglo-americani reputarono molto dannose per la loro economia varie misure prese a cavallo tra gli anni °60 e °70. Protestarono per le limitazioni poste alla loro libertad di commercio. Si rifiutarono dunque di pagare le imposte votate dal Parlamento britannico, nel quale non erano rappresentanti, e invocarono il principio “niente tassazione senza rappresentanza”. Non a caso Thomas Paine spiega che la costituzione britannica é per due tarzi di tipo tirannico, mentre solo in parte € controbilanciata dalla “virtt” repubblicana situabile nella Camera dei Comuni. La societa, invece, dovrebbe venire priam del governo. In America V'indipendenza venne proclamata nel 1776 con solenne dichiarazione, insieme a una serie diprincipi definiti_ “autoevidenti”: gli uomini sono uguali, godono di diritti come libertad ¢ ricerca della inalienabili. Le singole colonie si trasformano in Repubbliche, creando tra loro una Confederazione. Nel 1787 arriva la Costituzione. Il compito di elaborare le leggi federali viene affidato a un parlamento diviso in due rami. Un presidente avrebbe guidato il governo federale. Un’“Ordinanza del Nord-ovest” del 1787 va a regolamentare il continuo spostamento verso Ovest delle popolazioni bianche: a ogni singolo territorio fu dato il diritto, una volta popolato, di formare un nuovo Stato, nel 1791 c’e il Bill of Rights che sancisce i diritti dei cittadini di fronte allo Stato. 11 primo presidentefu: Washington. Si formano due partiti, quello repubblicano e quello federalista. Le popolazioni indigene furono progressivamente espropriate delle loro terre, costrette alla fuga o deportati verso l’interno. + Rivoluzione in Francia Nel 1788 il governe francese sciolse i parlamenti. Segui un’ondata di proteste e di richieste di una convocazione degli “stati generali”: tra assemblee riservate a clero, nobilta e terzo stato. vennero conyocate nel 1789, L’assemblea del terzo stato taglio corto conle antiche regole e proclamd se stessa unica Assemblea nazionale costituente, assumendosi il diritto di dissentire dal potere monarchico. Venne sostenuta dal popolo in armi, fino alla “Dichiarazione dei diritti dell"uomo e del cittadino”. Gli Uomini nascono uguali e tali devono restare, le distinzioni sociali valgono solo per “Putilitd comune”, i diritti naturali di ciascuno possono essere limitati solo quando yanno a ledere id iritti altrui La sovranita passa dal monarca alla nazione. Nell’ anticoregime, sia le famiglie aristocratiche, siale istituzioni ecclesiastiche, eranotitolari in certe zone di diritti signorili. Gli abitanti di quelle zone, dovevano elargire loro denaro, o una quota del racoolto, per poter usufruire di terre da coltivare, strade, ponti, mulini, frantoi. E il “diritto feudale”, con ctii si voleva creare una sensazione di immutabiliti, accreditare "idea per cui le grandi famiglie non potevano decadere e le ascese dal basso della sacieta erano impossibili. Nel 1792 viene prociama la Repubblica. Nella Convenzione emerge il partito radicale giacobino, nonché un “Comitato per la salute pubblica”, guidati da Robespierre. Parte il Terrore, durante il quale irivoluzionai condannarono a morire sulla ghigliottina Luigi XVI e molti aristocratici. Nel 1794 (Termidoro) ci fi un colpo di stato che segnd il termine del periodo giacobino. « Leredita rivoluzionaria Il potere fu assunto dal cosiddetto Direttorio, mentre continuavano le guerre contro le coalizioni formate dalle monarchi europee. II processo rivoluzionario trova 'uomo del “destino” in uno dei comandanti dell’armata rivoluzionaria, cioe Napoleone Bonaparte, che assume la carica di Primo console nel 1799. Alla fine anche Bonaparte fini per creare al posto della repulbblica una monarchia ereditaria, proclamandosi imperatore nel 1804. Il bonapartismo sanci alcuni dei mutamenti introdotti dalla rivoluzione: la centralizzazione dell’apparato statale (Governo, Ministero Intemni, Prefetti); la codificazione, ossia la compilazione di raccolte di leggi. Tl Codice civile disegnd nel 1804 una nuova societaé composta non da gruppida individui. Si regolava la proprieta privata, stabilendo che sipotesse ereditare, comprare, vendere e liberamente utilizzare quasiiasi proprieta. In tutta la parte d’Europa sotto controllo francese, diretto 0 indiretto, venne posto fine all’ Antico regime. + Restaurazione, compromesso, ripartenza Ma Napoleone non fu ingrado diincrinare lo strapotere marittimo britannico, la resistenza spagnola, Tinsuccesso in Russia ¢ la Colaizioni, che dopo il 1815 lo sconfissero definitivamente. Le potenze vincitrici, riunite al Congresso di Vienna nel 1815, decisero che la Francia dovesse rientare nei suoi confini anteriori al 1789. Volevano realizzare un’equilibrio duraturo. Per quanto riguardal’Italia, il Piemonte torna sotto la casata dei Savoia insieme alla Sardegna. La Toscana fu affidata a un “granduca”. II Papa tornd a governare lo Stato della Chiesa. A Sud venne rimessa sul trono la casata dei Borbone. La Lombardia tomd all’impero asburgico. Ma, al di la della propaganda, nessuno dei vincitori puntava davvero al ritorno all’Antico regime, cercando piuttosto un compromesso tra restaurazione ed eredita della rivoluzione. A Parigi, nel luglio 1830, si ebbe un ritorno in scena della rivoluzione, ma alla fine prevalse una soluzione monarchica con Filippo d’Orleans, che venne proclamato “re di francesi per volonta della nazione™. + Ipotere dellarendita Chiamiamo rendita la rermmnerazione spettante al proprietario che concede in uso un suo bene ad altri soggetti Nel primo Ottocento e negli anni successivi, sia la nobilta che la borghesia dei possidenti. vivevano soprattutto di rendita fondiaria. In questo periodo la produzione agricola crebbe enormemente, grazie all’introduzione di nuovi sistemi basati sull’integrazione tra coltivazione e allevamento razionale. Si ebbe un grande incremento della produzione, scomparve lo spettro della carestia, migliorarono le condizioni di vita. Molte persone trovarono impiego nella proto-industriail sistema consentiva alle classi superiori di arricchrisi senza fornire alla produzione contributi in ingegno imprenditoriale o in capitale. La societa tradizionale in un certo senso resisteva, in un altro siadattava manipolando le nuove norme. Il termine “rivoluzione industriale” é alle origini della moderita. Col lavoro e con l’igegno erano possibili ascese da strati sociali medio-bassi fino ai ranghi della borghesia. Fu ilpercorso degli artefici delle prime innovazioni tecniche nell’industria tessile inglese della seconda meta del Settecento, Cid fu possibile grazie all’introduzione di nuove macchine, concentrate all’interno di impianti (fabbriche), dove lavoravano operai in ritmi massacranti di dodici ore giornaliere. Chiunque poteva imparare in breve tempo i lavoro alle macchine. Si chiama industrializzazione il processo di allargamento e generalizzazione del sistema di fabbrica. Ne deriva uno straordinario aumento della produttivita. L'Inghilterra conservo a lungo una supremazia schiacciante nel settore tessile e ancor pit in quello siderurgico. Anche se, nella stessa Inghilterra, in grande maggioranza i lavoratori erano impiegati come domestici, 0 nell’agricoltura, o nelle manifatture tradizionali. Nella gran parte dell’Europa centro-occidentale della meta del XIX secolo, gli impianti restavano in maggioranza di piccole dimensioni, utilizzando acqua piuttosto che vapore e legna invece che carbone. Prevalevano ancora i mercatilocali, si commerciava soprattutto via d’acqua. Alla meta del secolo le citta europee stavano ovunque ctescendo per numero, dimensione e importanza. C’erano le citti-fabbriche come Manchester, con sobborghi popolati in maniera compatta da operari, un proletariato poverissimo. Anche dopo la meta dell’Ottocento, tra spinte all’unificazione del mercato e albori dell’ industrializzazione, l'agricoltura rimase nel suo posto centrale per al vita e il lavoro della gran parte della popolazione anche nella parte pitt avanzata dell’ Europa, quello centro-occidentale. > Lanuovapolitica Quattro sono le grandi correnti ideali della nuova politica della prima meta dell’Ottocento: il liberalisma, la democrazia, il socialismo e il nazionalismo. Le correnti si scontrano ma si mischiano anche tra di loro e con idee pit! o meno dichiaratamente conservatrici. Influenzano in profondita il lorotempo. « Liberalismo — liberta senza eccessi Con il termine liberalismo si identifica una corrente politica che sosteneva appunto la monarchia costituzionale e la divisione dei poteri, basandosi sui principi del 1789. Ma, per evitare il ripetersi di derive come quella francese, si faceva appunto leva sulla divisione dei poteri, la dialetttica tra una Camera alta conservatrice perché non elettiva e una Camera bassa elettiva ma temperata dal suffragio ristretto, cioé eletta solo dalla parte della popolazione maschile pit ricc e istruita, cioé la borghesia, la classe media. Andavano invece escluse dal voto le donne, dipendenti dal padre o dal marito, cosi come i salariati che dipendevano dal loro pacrone e i poveri che dipendevano dalla pubblica assistenza. Quello che caratterizza il liberalismo é la conguenza tra la sua teoria e il nuovo universo sociale che si va creando nell’Europa occidentale e negli Stati Uniti al passaggio tra Sette e Ottocento. Siamo nell’era in cui si consolida la dimensione della discussione pubblica, tra pari, nella societ prima ancora che nelle assemblee rappresentative. L’opinione pubblica prende forma negli organi di informazione, in circuiti editoriali, associazioni, cub e salotti. A situazioni di questo genere si riferivano i teorici liberali parlando del cittadino attivo, indipendente, colto, capace di orientarsi autonomamente e razionalmente per poi -solo in seguito- spendere questa capacita nel campo politico. Venne elaborato allora il concetto disocieta civile, che adoperiamo ancora oggi per definire imolti ambiti in cui i singoli si incontrano, cooperano, perseguono finalita comuni di loro libera scelta, indipendentemente dall’azione dello Stato. Iconservatorinonprendevano sul serio lapresa di distanza dei liberali nei confronti dei giacobini. Rifiutavano iprincipi del 1793, ma anche quelli del 1789, eogniconseguenza che sipotesse trarre daessi. Ne deriva, alla fine, che non soloalcittadinanza deve partecipare al governo, ma che esistono sfere della vita sociale, e della vita privata degli individui, in cui non possono ingerirsi né Jo Stato, né altre gerarchie o autorita superiori. Grazie a principi moderni ancora oggi distinguiamo e tuteliamo i diritti civili accanto ai diritti politici. Nontuttiliberali europeidiprimo Ottocentoerano convinti che fosse giusto privare dei diritti politici la maggioranza della popolazione. Ricardo ¢ leconomista che rielabora le teorie settecentesche di Adam Smith. Parliamo di liberismo, ovvero quella parte della teoria liberale stando alla quale le attivita economiche sono parte integrante della sfera individuale, o della societa civile, nella quale lo Stato non deve ingerirsi Smith, Ricaro e gli altri liberisti fanno derivare la ricchezza reale dall’incremento della produttivita e formulano una teoria del mercato. Il termine indica originariamente un hiogo fisico in cui artigiani e commercianti si incontrano con iconsumatorie gli imprenditori con ilavoratori. Quiiprezzi delle merci del lavoro (salario) finiscono livellati verso il basso dalla concorrenza. La teoria liberista passa dal concreto all’astratto e parla di mercato non pitt come luogo fisico, ma come area concettuale in cui collocare le contrattazioni di merci, denaro, servizi, e quindi anche forza-lavoro. II liberismo individua nel mercato il luogo in cui i fattori della produzione si dispongono nel modo pili razionale possibile: di conseguenza qualsiasi intervento statale sara visto non solo come una violazione di diritti individuali, ma come un veicolo di irrazionalita e spreco. L’abolizione degli antichi diritti collettivi sulla terra ha come effetto illasciare illavoro contadino indifeso come mai in passato, almeno da punto di vista giuridico, nei confronti della rendita fondiaria. Importante é anche al “teoria dei costi comparati” formulata da Ricardo: se il mercato é libero, ogni parte del mondo pud specializzarsi nelle merci in cui eccelle per abilita dei suoi operai e dei suoi imprenditori, 0 per cause naturali come clima e disponibilita di materie prime. In un mercato pienamente concorrenziale, queste merci sono vendute e acquistate al prezzo pili basso. Se invece i governi maggiorano con tariffe doganali il prezzo delle merci importate, al fine di “proteggere” la produzione interna, tutto viene prodotto dappertutto ma a prezzi pit alti lo scambio si fa difficile, il consumo cala. E la “teoria dell’equilibrio generale” « Socialismo Intorno al 1832 inizia a diffondersi il “cartismo”. con una “carta del popolo” presentata al parlamento nel 1839 e nel 1842, ma respinta. In questo quadro, si giunge al paradosso inglese di inizio secolo: la ricchezza é il risultato della fatica, e la fatica pud essere solo il risultato della poverta. La povertaé percid uno degli ingredienti indispensabili perché le nazioni raggiungano Ja condizione civile. Ritroviamo i concetti base che avevano indotto i liberali moderati a decretare 'esclusione dal voto dei ceti inferiori: solo i! cittadino “indipendente” fa parte della nazione, chi accettava lassistenza si escludeva da sé. Per rovesciare questo schema entrano in campo iriformatori definibili come socialist Scandalizzato per la durezza dello sfruttamento, soprattutto delle donne e dei bambini, l'imprenditore Owen concede salari elevati ai lavoratori di una sua fabbrica, migliorando le loro condizioni igieniche e creando scuole popolari. In seguito crea nella remota America una comunita di questa natura, in cui i beni sono messi in comune, il denaro ela proprieta privata banditi. Infine si impegna in Inghilterra nella costituzione di un movimento cooperativo dove il popolo lavoratore potesse essere tenuto al riparo dall’avidita e dallo sfruttamento: le Trade Unions. Di esse si hanno tre diversi modelli: di mutuo soccorso, che sostengono con ipropri fondi i soci in caso di malattia o disoccupazione; di mestiere, composte da lavoratori qualificati che cercano di imporre un certo livello salariale; diresistenza, che guidano sia i lavoratori qualificati che quelli non qualificati Nelle Trade Unions troviamo pit operai. che mestiere che operai di fabbrica, Il tade-unionismo cresce e consegue notevoli vantaggi salariali per isuoi aderenti, ma senza identificarsicon il socialismo, né tanto meno puntando a rotture di tipo rivoluzionario. Questo tipo dilavoratore viene dipinto come indipendente, virile, come un gentleman. Nel 1848 viene pubblicato il Manifesto del partito comunista di Marx e Engels. Un po’ come Owen, anche loro vagheggiavano la costituzione o la ricostituzione di una comunita di eguali contro le pretese del! economia di piegare ai propri fini la stessa Natura umana. Diversamente da Owen, pero, sono dei rivoluzionari convinti che i mezzi creati dallo sviluppo dell’ industria vadano sottratti all’appropriazione privata e messi a disposizione di tutti. Si concentrano sul processo storico stesso con la pretesa di rivelarne Ja logica intrinseca: dietro la “storia di ogni societa esistita sino a quel momento”, c’ una forza motrice, la lotta di classe, sempre rivolta o in una trasformazione rivoluzionaria di tutta la societa, 0 la comune rovina delle classi in lotta. Marxe Engels riconoscono ilcarattere rivoluzionario del risultato conseguito dalla borghesia. Sotto il profilo economico, questa classe ha creato l’industria moderna. Sotto il profilo politico, haresob stato rappresentative modemno un suo potere esclusivo. Sotto il profilo culturale, ha sottoposto tutto alla razionalita suprema del profitto. I fondatori del marxismo credono nel progresso come tanti altri intellettuali_ ottocenteschi: pero per loro esso non consiste in una continua evoluzione, ma in una sequenza di brusche accelerazioni economiche e conflitti sociali culminantinella rivoluzione. Oltre la borghesia, anche il suo antagonista, il proletariato, é collocato all’interno del processo di industrializzazione. L'idea marxista diunmondo diviso “orizzontalmente” in classi pil o meno antagonistiche é cruciale quanto quella di un mondo diviso “verticalmente”, in nazioni o popoli pitt 0 meno contrapposti tra loro — nonostante lunificazione propria della moderniti o magari in conseguenza di essa. * Nazionalismo Il nazionalismo nasce in Europa in eta napoleonica, quando si attribuisce a un’entita astratta la sovranila gid appartenente a un individuo concreto e tangibile come il monarca. Si parla pero anche di “comunita immaginate”, dove non esistenazione senza nazionalismo: la nazione viene immaginata come un gruppo umano tenuto insieme da vincoli di solidarieta pit forti di quelli politici o ideologici da sentimenti e affetti. II termine “comunita” rimanda alle religioni monoteistiche e universalistiche, all’Islam e al cristianesimo, fedeli che si sentono figli dello stesso padre, solitamente fratelli. Sono due, e opposti, i principi aggreganti: comunita (Gemeinschaft) e societa (Gesellschaft). La comunita originaria, la famiglia, é fatta di relazioni “calde”, il villaggio ¢ la tribt ne rappresentano la prosecuzioni ideale. La societa si nutre della modernita, si basa su regole razionali, relazioni strumentali, “fredde”, implica evoluzione materiale ma anche rischio di decadenza spirituale. Una nazione é composta da decine di milioni di persone che mai possono trovarsi fisicamente a contatto tra loro. Eppure i nazionalisti hanno l'ambizione di immaginare se stessi come membri di una comunita. Le nazioni, stanto ai nazionalisti, si identificano per un insieme complesso formato dalla Ingua, cultura, storia, collaborazione territoriale e discendenza genetica 0 razza. I nazionalisti tedeschi ¢ italiani devono “immaginare” non solo un popolo, ma anche un territorio da attribuirgli in regime dimonopolio, destinato a costituire lo Stato-nazione che non ¢’é. Non sempre si pud attribuire alla lingua una funzione fondante dell identita nazionale. Nazioni senza Stato: Italia. In Italia, la politica moderna nacque nell’eta napaleonica. La grande potenzaasburgica, direttamente insediata nel Lombardo-Veneto, era Ja garante degli equilibriitaliani. Tpatrioti italiani invece traevano il senso di una comune identita da un grande retaggio culturale. Si parla di“Risorgimento”, per indicare il movimento con cui la “stirpe” si sarebbe rimessa all’altezza del suo passato. Ma il senso comune di identita viene spesso messo in dubbio: grandiinfattierano le differenze tra le varie parti d'Italia. Il Sud era pit povero, mentre il Nord lo era un po” meno ma comunque nulla conosceva dell’industria moderna. La parte centrale aveva perduto i primati economici e civili medievali o rinascimentali. I tassi di analfabetismo erano spaventosi, soprattutto nel Sud, e ovunque prevalevano i dialetti nel parlato. Se l'italianita era da ricercarsi nella lingua e nella cultura, si pud ipotizzare che la gran maggioranza degli abitanti della penisola non pensasse nemmeno di essere italiana. Ma era di orientamento patriottico la maggioranza dello strato sociale medio-alto, primo embrione di societa civile o di opinione publica. In questi ambienti, eta della restaurazione vede crscere il desiderio diriforme liberali, magarirealizzabili in ciascuno deli Stati in cui I’Italia era divisa. Funzionari pubblici, ufficiali, nobili e borghesi si organizzarono nella “Carboneria”, insieme di societa segrete di dimensione locale ¢ modello massonico. Le duemaggiori dinastie italiene, invece, al Sud i Borbone e al Nord i Savoia, nel 1820-21 si dimostrarono opportuniste, ostili alle riforme, e si squalificarono plaudendo all’intervento austriaco. Ne emerser pill forti posizioni come quella di Mazzin& individuo i limiti della Carboneria, sottolineando la necesita di un “partito”, di parole chiare da diffondersi mediante opuscoii, libri, giornali e azioni canseguenti. Fond6 quindila Giovine Italia, con un programma repubblicano, democratico e unitario. Un progetto pitt moderato invece, come quello di Gioberti, vedeva negli italiani i titolari di antichi primati “morali e civili”, accomunati dalla fede cattolica. Toccava dunque alla potenza morale del papato promuovere la formazione di una lega di Stati italiani e assumerne la guida. La linea di Gioberti, detta neo-guelfa, soffriva di una contraddizione, visto che il Papa era uno dei sovrani assoluti italiani nonché il capo assoluto di quella Chiesa cattolica che si dalla rivoluzione francese si era contrapposta ai tempi nuovi e a tutte le idee nuove. Nazioni senza Stato: la Germania. Ci sono alcune differenze con I"Italia: il discorso nazionalista coinvolse una quantita maggiore di persone; la Germania era i divisa ma non sottoposta a controllo straniero, anzi, c’erano due grandi potenze che potevano essere definite tedesche, cioé impero asburgico e Prussia; il paese aveva una Istituzione unitaria, cloé la Confederazione germanica, che pero era priva di potere proprio. I patrioti volevano di pil, cioé trasformarla in uno Stato-nazione, magari di struttura federale. La Prussia si era sempre impegnata nel superamento delle barriere doganali, soprattutto i Germania del Nord, cosi nel 1833 si giunge al Zollverein. Negli anni °40 si ebbe anche un gran sviluppo delle ferrovie. II paese disponeva a questo punto di molte pre-condizioni per Vindustrializzazione: oltre alle vie di comunicazione, materie prime, un’amministrazione considerata molto capace e un efficientissimo sistema di istruzione. La Prussia appariva la pitt logica condidata a sostenere un progetto nazionale tedesco sotto ogni profilo, ftiorché sotto quello squisitamente politico, dato che il regno era soffocato da un pesante conservatorismo. « Democrazia L'Europa era una monarchia, !’America era repubblicana. L’America latina era govemata da oligarchie agrarie, mentre negli Stati Unitile scelte furono democratiche e sigiunsepresto al suffragio universale maschile. Lo studioso Tocqueville ebbe 'impressione che tutto in America tendesse verso il principio democratic, anche per il fatto che non c’era mail stato un passato feudale. Esistevano forme di autoregolamentazione della partecipazione collettiva, che rendevano America una societa libera senza fare ricorso all’esclusione sociale. - Gli lmperi i Negli imperi dell’Europa orientale si sovrappongono genti diverse per cultura, lingua, religione e istituzioni, in un quadro molto disomogeneo. Ci sono imperi che hanno qualcosa dello Stato-nazione, imperi che hanno al centro Stati-nazione, persino imperi democratici. * L'impero degli Asburgo Gi Asburgo non traevanon la propria sovranita dal popolo, ma dalla volonta divina, ovvero dalla tradizione. Non mancavanoinoltre dipresentarsi come difensori della fede. Avevano in effettiguidato sin da XVI secolo la Germania meridionale cattolica contro quella settentrionale protestante, si erano proposti come la prima linea di difesa della cristianita dagli “infedeli” turchi e islamici. Prima del ciclone napoleonico, gli Asburgo avevano autorita sugli Stati tedeschi. Ben maggiore era la loro presa sui possessi di famiglia di Austria, Slovenia, Boemia e Unghieria. Non esisteva nei loro domini una lingua comune ¢ i loro atti ufficiali erano redatti in latino. A Vienna cera un’amministrazione centrale come a Parigi La monarchia asburgica era particolamente tenuta al rispetto della Costituzione ungherese. Tedesca era la capitale Vienna, a Praga, Bratislava e in tanti altri centri urbani della Boemia e della Moravia parlavano tedesco imembri delle classi dirigenti e urbane. Nelle campagne siparlava ilceco 0 Jo slovacco. Chiparlava tedesco si collocava in alto, chi parlava una lingua slava in basso. Ma i tedeschi rappresentavano non pit del 25% della popolazione totale dell'impero. C’era alcuni soggetti collettivi operanti nei confronti dell’idea di nazione: l’elite tedesco-austriaca non aveva interesse a mettere in discussione l’impero in cui aveva il potere; gli slavi intendevano mantenersi fedeli agli Asburgo ma nutrivano rancori; i lombardi, i veneti, gli abitanti di Trento e ‘Trieste erano magari integrati, ma anche affascinati dal moto risorgimentale italiano; l’elite ungherese voleva restare attaccata alla propria antica costituzione e puntare su maggiore autcnomia. + L’impero dello zar L’impero russo era collocato a cavallo tra Europa e Asia. Comprendeva popolazioni di lingua slava e religione cristiano-ortodossa, cosi come cristiano-cattolica, ma anche popolazioni di religione islamica, di lingua turea'o mongola. Vigeva listituto della serviti: contadina, per cui il lavoratore della terra veniva conteggiato quale parte integrante dei patrimoni nobiliari. Per governare, lo zar si valeva di un’obbediente e onnipresente burocrazia civile e militare, nonché del sostegno della gerarchia della Chiesa ortodossa. I russi rappresentavano una componente quantitativamente elevata della popolazione imperiale, ma in ognicaso illoro imperatore governava comunita, gruppilinguistici e religiosi tra loro molto differenti, basandosi su di una concezione che escludeva perd l’idea nazionale. Vi erano le classi dirigentirusse che non avevano interesse a sottolineare la propria identita nazionale metiendo in crisi 'impero soyra-nazionale da esse dominato. Popoli come gli ucraini, difficilmente distinguibili dai russi, se non per la loro caratterizzazione compattamente contadina, la mancanza di un’elite propria, di una tradizione letteraria scritta, dunque di un‘identita politica. 1 polacchi, con grande spirito nazionale, orgoglio della propria cultura e tradizione cattolica. Laristocrazia polacca rimpiangeva il ruolo dirigente svolto nel regno polacco ¢ Pindipendenza perduta, Non a caso nel 1830 scoppid una rivolta antirussa, duramente repressa. C’erano anche gli ebrei, particolarmente numerosi. Erano oggetto di pesanti discriminazioni legali, che gli escludevano da Mosca € altri territori, nonché li facevano vittime di violenze e massacri. In ogni caso riuscivano a salvaguardare la propria identita culturale in comunita proprie. L’impero zarista non corrispondeva ad una societa ma a una disarmonica sommatoria di societa, con hbassa comunicazione tra diversi gruppi religiosi e linguistico-culturali Tale disomogeneita ostacolava la formazione di idee e orientamenticollettivi ¢ L’impero ottomano ‘Terzo impero europeo, comprendente le regioni balcaniche e una vasta sezione asiatica. Studiosi come Montesquieu, facevndo ricorso ad un tipico procedimento etnocentrico, si basavano su una valutazione pregiudizialmente positiva delle usanze della propria gente e su una svalutazione altrettanto pregiudiziale di quelle altrui. Ma l’'imperato ottomano non era diverso da quelli europei. Il sultano si presentava da un lato come il protettore dei credenti dell"Islam. dall’altro come il buon padre dei suoi sudditi di qualsiasi religione. Controllava direttamente solo alcune parti giudicate ruciali del suo dominio, per il resto si affidava a intermediari locali. Difendeva le popolazioni contadine dalle incursioni delle tribk. nomadi, mettendo particolare attenzione nella tutela dei luoghi santiper le diverse religioni. Erapero proprio questa logica tradizionalistica a rendere l’impero, anche militarmente debole, sempre pill inadatto alla modernita. Dalla meta del secolo siebbe un processo di svuotamento reale della sovranita del governo ottomano, indicato dai “privilegi di extra- temitorialita” che si era costretti a concendere agli occidentali. Tante erano poi le minacce proyenientei dai nazionalismi europei (Grecia e Serbia). Inoltre, la stessa religione islamica, con il suo carattere universalistico, ha opposto un formidabile ostacolo al consolidarsi di indentita particolaristiche come quelle nazionali Vi era anche la questione dei cristiani locali, spesso strumentalizzata dalle grandi potenze. « L’impero britannico La politica ottocentesca delle grandi potenze europee verso !’impero ottomano era una sorta di variante informale di colonialismo, per la quale il centro assume progressivamente il controllo delle periferie lasciando che queste conservino proprie istituzioni statali. Tutto cid tramite dei “trattati ineguali”, sottoscritti con tecniche intimidatorie. Di questo sistema furono maestriibritannici, grazie allo strapotere della loro flotta nelle rote oceaniche e nei mari “chiusi” come il Mediterraneo. Invece ifrancesi mostrarono come si potesse passare al colonialismo formale, quello che non concede alle periferie imperiali nemmeno la finzione di ordinamenti propri. La prima colonia inglese cra in Europa, cioé VIrlanda cattolica, cui non venne mai concessa autonomia. C’erano poi la Nuova Zelanda, Australia e Canada, in cui vigeva il modello di sovranita britannica mista a parziale autogoverno locale. Particolarita era India. L'India era la porta dell’ Asia. il punto di giunzione con il grande ricco e potenten impero cinese. All inizio del Settecento gli inglesi si erano guardati dallo scontrarsi con l’impero Moghul. che controllava la parte settentrionale del sub-continente. Avevano invece agito secondo logiche mercantilistiche, costituento una Compagnia delle Indie Orientali cui era stato concesso il monopolio dei commerci con I"India. Lo stesso imperatore Moghul aveva concesso alla Compagnia di crearsi una base nel porto di Calcutta. Alla meta del Settecento, il progressivo indebolimento dell’impero Moghul incoraggio gli inglesi alla conquista territoriale. 1 compito di amministrare i nuovi possedimenti fu peré assegnato alla stessa Cor i Ma come riuscirono alcune decine di migliaia di europei ad assoggettare un paese di antica civilta, popolato al 1800 da ben 185milioni di persone? II primo motivo é la superiorita britannica negli armamenti non solo navali, a cui si deve aggiungere Je debolezze politiche indiane, che si possono cosi schematizzare: decandenza dell’ impero Moghul; divisioni religiose tra la maggioranza indi e la minoranza islamica; le divisioni sociali particolarmente rigide in caste; la disponibilita delle popolazioni locali a venire a patti con gli stranieri senza farne un problema morale. Al contrario, i britannici vedevano I’India come un tutt’uno, e furono in grado di mettere comunita e potentati indigeni gli unic ontro gli altri, facendo prevalere il proprio punto di vista “globale” sui punti di vista “particolari”. Formarono un grande esercito anglo-indiano e applicarono in seguito il principio per cui P'impero doveva finanziarsi da sé e autorganizzarsi. La celebrata perizia degli artigiani indiani non poté reggere alla concorrenza dell’ industria meccanizzata inglese. Sisvilupparono le coltivazioni nonché I’esportazione di cotone grezzo ¢ di altri prodotti dell’agricoltura di piantagione. Vennero sottratte terre fertili a coltivazioni di tipo alimentare, fatto che causa un fenomeno di sottonutrizione tra la popolazione indiana. A Londra |a difesa di Calcutta era considerata esigenza primaria. Nella normale logica identitaria, impero britannico aveva bisogno di un nemico, che trove nell’impero zarista. Se in chiave economica é una contrapposizione senza senso, ce I’ha invece in chiave geopolitica, riguardante il controllo dei territori La strategia brittanica era quella diprevenire eventuali minacce, dunque si andé a sostenere !'impero ottomano di fronte alle iniziative dei russi. Fino al punto che nel 1841, al massimo della paranoia, |’esercito anglo-indiano super senza motivi le frontiere, attaccando I’Afghanistan, subendo una pesante sconfitta. La crisi si ebnne nel 1857-58, con una grande rivolta dei soldati dell’esercito anglo-indiano, che nel Nord rimisero sul trono I’ultimo discendente della dinastia Moghul. Repressa la rivolta, i britannici furono indottia dare una forma pil coerente la loro potere. Abolirono la Compagnia delle Indie, attribuirono alla regina Vittoria il titolo di regina delle Indie, misero pit attenzione nel controllo dei loro soldatie preseroa reclutarli nelle minoranze etniche. Ma questo imperialismo diretto fu attenuato con iniezioni di imperialismo indiretto: sievito di spossessareiregnantiindigeni esi presto molta attenzione nel gratificarli in modo da assicurarsene la fedelta. Si crearono scuole, ¢ persino un*universita indiana. « [Celeste Impero A meta Ottocento l’impero cinese era abitato da 412milioni di abitanti. Aveva un carattere proto- nazionale, con la maggioranza della popolazione appartenente ad un unico gruppo etnico, gli han. A governare ’impero sotto la dinastia Qing erano grandi funzionari, i mandarini, selezionati mediante una serie di esami straordinariamente difficoltosi di cultura classica cinese. Era un principio meritocratico, anche se, di fatto, gran parte dei mandarini provenica da una classe di proprietari fondiari, Impersonavano un idea di giustizia, la tradizioni giuridica e filosofica del confucianesimo. I potere centrale era assoluto, ma si trattava di un sistema moderno, che aveva eliminato privilegie prestazioni di natura “feudale”. La classe dirigente cinese non sentiva il bisogno di espandersi né dal punto di vista politico-militare, né da quello commerciale. Una politica non imperialista ma isolazionista. C’erano per grandi problemi, come il crescente consumo di oppio, numerose e aspre rivolte, fimzionari probabilmente corrotti. Il governo cinese non era del tutto ostile ai commercianti e consentiva che i mercanti britannici lavorassero ne! porto meridionale di Canton, da cui partiva il té e in cui giungeva l’oppio indiano. Cid finché il governo non ne proibi il consumo e commercio. La guerra dell’ oppio del 1939-42 dimostrd che la Cina non era in grado dicompetere con gli inglesi in operazioni militari. Il conflitto si chiuse con la stipulazione di un trattato ineguale, che obbligd i cinesi a pagare un’esorbitante somma di denaro a titolo di “riparazione”, ad aprire altri porti ai commerci occidentali ¢ a cedere l’isola di Hong Kong. Ne derivé una crisi di credibilita dell’impero che portd alla rivolta dei Taiping tra il 1850 ¢ il 1864. Gli occidentali guardarono inizialmente con simpatia ai Taiping, ma alla fine, timorosi del caos, appoggiarono le elites locali fedelial governo che riuscirono astroncare la ribellione. Cid nonimpedi a inglesi e francesi di muovere contro l'impero nel 1860 una seconda guerra ceh ebbe come conseguenza altritrattati ineguali. Anche il Giappone fu vittima dell*imperialismo “del libero mercato”. Per quanto il suo stato si chiamasse “impero”, si trattava piii che altro di un regno basato su antiche tradizioni culturali e statali, dotato di una spiccata identita proto-nazionale. L’imperatore non aveva potere politico reale: dominava unapotente aristocrazia, ma il governo era appannaggio per diritto ereditario diuno shogun della famiglia Tokugawa. Nel 1853 una flotta statunitense obbligo lo shogun ad aprire isuoi portie a sottoscrivere trattati ineguali i cui vantaggi vennero estesi alle potenze europee. I cedimenti agli stranieri provocarono insofferenza verso le politiche governative, proteste, rivolte. C’é una contraddizione strutturale nell’imperialismo indiretto: sottomette le istituzioni locali, ma le delegittima di fronte ai loro stessi sudditi e impedisce che svolgano le tradizionali funzioni d’ordine, proprio quelle che sono necessario allo stesso imperialismo. * L’impero americano Risulta ardua l’applicazione della nozione di Stato-nazione agli Stati Uniti della prima meta dell’Ottocento. Si pensava che la legittimita e la sovranita fossero patrimonio dei singoli Stati, che formavano I’unione, non de! governo federale. C’erano poi grandi differenze tra due aree del paese: Nord-est e Sud. Nel primo gruppo c’erano Stati con societa agricole ma con forte componente urbana, marittima, mercanitle ¢ industriale. Nel secono invece contava molto di pitt l’agricoltura, sul modello della piantagione basata sulla schiavit. Nel Sud degli Stati Uniti i cittadini si identificavano nella comunita, delimitata dalla “linea del colore”. [ proprietari di schiavi erano una minoranza tra i bianchi (25%) e Velite dei piantatori era una piccolissima minoranza dei proprietari di schiavi. Pero, quella minoranza era assimilita alla nobilta europea, e gran parte dei presidenti dell"Unione venivano da questo gruppo sociale. Nel Nord stavano affluendo gli immigrati provenienti dalla Germania, dalla Gran Bretagna e soprattutto dall’Irlanda. Erano destinati a mettere in discussione l’originaria identita del paese, piccolo proprietaria e protestante. Nella nuova situazione i nordisti, che pure in maggioranza non solidarizzavano coi neri, trovarono ancor piit ripugnante "idea di una societa come quella sudista, basata sull’ozio e non sul lavoro, sulla gerarchia e non sull’eguaglianza. Gli Stati del Nord abolirono la schiavitt, mentre quelli del Sud ne facevano il fulcro della loro identita. 11 36° parallelo e mezzo venne identificato come confine. Intanto, il governo federale fece i conticon il colonialismo europeo, con una successione di accordi. In questo contesto di ha la “dichiarazione Monroe”, il documente con cui gli Stati Uniti, per bocca del presidente James Monroe, proclamarono la loro ferma opposizione aqualsiasi nuova conquista coloniale europea nel continente (1832). La costruzione delle ferrovie dal 1830, grazie a capitali soprattutto inglesi, diede un grande contributo all’unificazione del territorio. Ne derivé la formazione negli Stati Uniti di una terza zona, |’Ovest, abitata da pionieri, allevatori, contadini, dove lo schiavismo non esisteva. Le idee che portarono all’espansione territoriale richiamavano la convinzione di un “destino manifesto” al dominio dell’ intero continente. > 1848 Tra il gennaio e i! marzo 1848 un’ondata rivoluzionaria sconvolge Europa. La prima insurrezione si realizza alla periferia del continente, mentre la seconda nel suo centro, a Parigi, a cui seguono Vienna, Berlino, Milano e Venezia. I] moto si trasmette da un luogo all’altro quasi simultaneamente. La repubblica trionfa subito in Francia insieme alla democrazia, all’idea del suffragio universale maschile. In Germania, nell'impero asburgico, in Italia, i governi placano gli insorti promettendo liberta, cioé ordinamenti costituzionali liberali. In Germania si riunisce la Dieta, dove emergono contrapposizioni: ipotesi grande-tedesca che vuole comprendere |’Austria in una costituenda federazione; ipotesi piccolo-tedesca, con l’iniziativa prussiana di costituire uno Stato nazionale che lasciasse fuori |’ Austria. Quanto al Lombardo-Veneto, le truppe austriache, scacciate da Milano e Venezia, si attestano agli ordini del loro comandante Radetzky intorno a Verona. Nel resto d'Italia, i regnanti hanno gid concesso Costituzioni liberal-moderate con il limite censitario al diritto di voto: regno di Sardegna, Graducato di Toscana, Stato della Chiesa, regno delle Due Sicilie. Il movimento patriottico invita i vari Stati della penisola a forrmare una Lega. Il re Carlo Alberto potrebbe mobilitare il suo esercito, non solo per acquisire meriti patriottici, ma anche per finalitd dinastiche. A Milano tra ’ altro nontutti desiderano l’annessione al Piemonte. Carlo Alberto finisce per giocare la carta della guerra: i piemontesientrano a Milano, marestano diffidenti verso idemocratici locali che pure hanno scacciato gli austriaci con l’insurrezzione delle Cinque giornate, verso ivolontari che accorrono da tutta Italia, verso Garibaldi. Ma la primavera sta finendo ¢ l’ondata rivoluzionaria europea comincia a defluire da Parigi. Inizia una seconda repubblica basata su una Costituzione democratica, un’unica assemblea parlamentare eletta a suffragio universale e un presidente eletto anche Ini dal popolo, Luigi Napoleone Bonaparte. Nel Lombardo-Veneto Radetzky passa al contrattacco: sconficce i piemontesi. Sia Vienna che a Berlino la rivoluzione viene schiacciata. L"Ungheria, sulla strada per l’indipendenza, crea un esercito nazionale che ottine successi contro quello imperiale. Nel 1849 l’imperatore Francesco Giuseppe dichiara di credere in un’ Austria unica e indivisibile, tramite al Costituzione. ‘Tl Papa fugge da Rma mentre vi affluiscono un gran numero di patrioti, tra cui Mazzinie Garibaldi. Viene proclamata la repubblica romana, e di fronte a questa iniziativa “rivoluzionaria” la monarchia sabauda tenta di recuperare riaprendo Ie ostilité contro gli austriaci. Si mobilita intanto contro i democratici italiani un nemico imprevisto: 1° © francese, che tenta di restaurare il potere temporale del papato. La resistenza a Rona ¢ organizzata da Garibaldi, mail nemico é troppo fortee larepubblica viene travolta. L’ondata rivoluzionaria si riassorbe con la stessa rapidita con cui é montata. Nulla di simile si realizzera maipit. » Unificazioni statali Tra il 1859 e il 1871 I Europa é attraversata da una radicale sequenza di guerre esterne e guerre civili. Vecchi stati nazione si rafforzano (Gran Bretagna, Francia), nuovi se ne formano laddove non esistevano (Italia, Germania), 0 superano una congenita fragilita (Usa). ¢ Autoritarsimo pill modernizzazione Nel 1851 Luigi Napoleone Bonaparte sciolse il parlamento promuovendo un colpo di Stato e chiedendo nel contempo al popolo di approvare la sua azione con una votazione a sufiragio universale. Con il consenso del popolo, si attribui il titolo di imperatore col nome di Napoleone IIL. Sipud ancora parlare di bonapartismo: il nuovo regime prevedeva limitazione delle liberta politiche e distampa, persecuzione degli oppositori, incoraggiamento allo sviluppo economico. Se le grandi citta si orientavano in prevalenza verso i progressisti, i contadini si orientavano verso i conservaotri. Intanto, nell’impero asburgico, Francesco Giuseppe tornava all’assolutismo annullando la Costituzione, ma lasciando in vigore le riforme antifeudali. Guardavano aunre, quello di Sardegna, anche ipatrioti italiani di ispirazione moderata ma unitaria, che consideravano cioé ormai superata l’ipotesi repubblicana sia quella federalista, Vittorio Emanuele IL successe a Carlo Alberto conservando in vita la costituzione del 1848, lo Statuto albertino. Capo del governo in questo periodo era Massimo D’Azeglio, a cui successe nel 1852 Camillo Benso conte di Cavour. Liberale moderato, sapeva bene quale arretratezza econamica e culturale affliggesse ltalia. Fece dunque in modo che il Piemonte infittisse le relazioni commerciali con Europa progredita. Rafforzd anche le relazioni diplomatiche e nel 1855 schierd un contingente piemontese in sostegno all’armata anglo-francese in Crimea. Lo zar Alessandro II promosse nel 1861 l’abolizione della serviti contadina. Prové anche lui, come NapoleonelIl e Francesco Giuseppe, ad appoggiarsisul tradizionalismo contadino per realizzare una stabilizzazione neo-conservatrice. La gran parte delle comunita rurali (mir) adotto un sistema di proprieta collettiva e redistribuzione priodica delle terre ai capi-famiglia. Gli oppositori giudicarono eccessiva la parte delle terre toccata ai nobili e, seguendo una linea che diciamo populista, protestarono contro la perdurante oppressione sociale. Altri invece guardarono con favore al sistema dei mir, considerato come una sorta diproto-comunismo, « Guerra patriottica e guerra civile in Italia Cavour puntd sull’alleanza con Napoleone III in quella che i patrioti definirono una “seconda guerra dindipedenza” scoppiata nel 1859, combattuta in Lombardia dai piemontesi. Arrivo Ia battaglia si Solferino che segno illoro trionfo, ma subito dopo la improvvisa decisione francese di porre fine alla guerra conun accordo che consegnava la Lombardia ai piemontesi e lasciava il Veneto agli Austriaci. Nel 1860 avvenne dunque l’unificazione de!’Italia centro-settentrionale sotto i Savoia. L'Italia era come divisa in tre Stati indipendenti: centro-settentrionale, centrale e meridionale. Il primo era morarchico costituzionale; il secondo assolutista e teocratico, un fossile storico in grado di sopravvivere solo grazie al sostegno di Napoleone; il terzo che, sotto i Borbone, rappresentava per i liberali l'idea stessa della tirannide. La sua impopolarita era massima in Sicilia, contro il detestato centralismo “napoletano”. Al diffondersi di notizie su una nuova insurrezione siciliana, mille patrioti in armi guidati da Garibaldi partirono dalla Liguria e sbarcarono nell'isola nel maggio 1860, ottenendo travolgenti successi militar. Sbarcarono poi in Calabaria, pontendo facilmente puntare verso Nord contando su un grande afflusso di nuove reclute. Garibaldi giunse a Napoli, ma Cavour decise a questo punto di non lasciargli ulteriormente spazio e ordiné all’esercito piernontese di puntare a sua volta verso Sud, travolgendo la resistenza pontificia in Umbria e nelle Marche. Nell’ex regno borbonico ilpotere viene assunto dai delegatidelgoverno di Torino, che sciolsero bruscamente Vesercito “meridionale” garibaldino e liquidarono senza complimenti lo stesso Garibaldi. Nel febbraio 1861 si riuni nella nuova capitale Torino un parlamento che proclamé il regno d°Italia. Ne restavano fuori il Lazio sotto governo pontificio e il Veneto sotto governo asburgico. Subito si diffusero vocisu un prossimo intervento austriaco in sostegno della caduta dinastia, enutrite bande di guerriglieri filo-borbonici misero a ferro e fuoco le campagne dell’Abruzzo. | liberali si riflutarono di riconoscere ai guerriglieri lo status di parte combattente, ma piuttosto di briganti. Nel 1863 viene emanta una legge “straordinaria” che inserisce la loro repressione in un contesto di legalita. « Laguerra civile americana ‘Nel 1861 gli Usa si spaccavano. Gli Stati del Sud proclamarono Ja secessione e crearono una propria confederazione, quelli del Nord restarono nell’Unione. E l'esito di controversie tra i singoli Stati ¢ il governo federale, sul protezionismo doganale del Nord e illibero-scambismo del Sud, ma soprattutto Vabolizione o i] mantenimento della schiaviti. Vennero le elezioni presidenziali del 1860 e i democratici si spaccarono sulla linea Nord-Sud. I repubblicani presentarono Abraham Lincoln, contrarioro alla proibizione della schiavitt con legge federale. Ma la sua elezione provoco la frattura: 11 stati dichiararono la secessione come Confederazione, mentre gli altri 21 rimaseto nell’ Unione. Enorme era la superiorita di quest’ultima nel campo economico e industriale. Eppure l'andamento della guerra fu nel primo biennio equilibrato. I sudisti di mobilitarono in armi subito e con tutte le loro forze, mentre l’opinione pubblica nordista, finché l’obiettivo restava solo quello di sottomettere i “ribelli”, non poteva mobilitarsi con la stessa passionalita e coerenza. Lincoln sirisolse nel 1863, emanando un “Proclama di emancipazione degli schiavi*. I! conflitto si risolse con la resa dei confederati nel 1865. Mentre un emendamento costituzionale proibiva la schiavitl, ovunque nel territorio degli Stati Uniti, Lincoln fui assassinato da unsudista in cerca divendetta. + Imperidinuovo conio Alcancelliere prussiano Otto von Bismarck toccd un ruolo in qualche modo analogo a quello svolto in Italia da Cavour. Non era liberale, ma conservatore, che si guadagnd i consensi dei patrioti sostenendo il sovrano Guglielmo I nella guerra che nel 1866 Vide !’alleanza tedesca settentrionale, guidata dalla Prussia, trionfare sull’alleanza tedesca meridionale guidata dall’impero asburgico. Accanto ai prussiani si schierarono gli italiani che riuscirono a acquisire il Veneto grazie alla mediazione di Napoleone III. Dopo questa “terza guerra d’indipendenza”, rimasero sotto sovranita asburgica le popolazioni di lingua italiana del Trentino e quelle della regione circostante Trieste € Udine ¢ dell’ Istria. Lostilita dei francesi forni uno stimolo alla riconcilizione tra Germania filoprussiana e antiprussiana, quindi nel 1970 la Prussia guido una coalizione di Stati tedeschi contro la Francia, sconfiggendola. 1 regime napoleonico non sopporto lo shock, e venne proclamata la repubblica. Come nel 1793, i repubblicani radicali invocarono la resistenza a oltranza contro lo straniero accusando monarchicie e repubblicani moderati di tradimento. I radicali assunsero ilcontrollo della Comune di Parigi, ma i moderati conquistarono la maggioranza dell’Assemblea costituente. Fu dunque un governo controllato dai secondi a sottoscrivere l'armistizio coi prussiani. Nel 1871 i comunardi vengono massacrati dall’esercito. Nel 1871 nacque l'impero tedesco, come federazione in cui confluirono, insieme alla Prussia e a esclusione dell’ Austria, gli Stati dell’antica Confederazione germanica. Nel Reich, i prussiani mantennero un ruolo dominante nel!"alta burocrazia. Bismarck fu confermato alla guida del governo. Nacquero nuove assemblee federali: Bundesrat, Senato rappresentativo dei diversi Stati; Reichstag, Camera dei deputati eletta a suffragio universale maschile. Era un parlamento dai poteri alquanto Iimitati, 1 governo dipendeva in tutto dal monarca e non aveva bisogno per funzionare della fiducia parlamentare. La nuova Germania si conferma il paese militarmente pili forte. Per quanto riguarda l'impero degli Asburgo, nel 1867un accordo con I'Ungheria anda a dividere il territorio in due Stati, austriaco e ungherese, che conservavano pero esercito comune e un solo monarca di casa asburgo. Quanto all’impero zarista, si attud un processo di russificazione, attraverso l'imposizione della lingua e della cultura russa nell’amministrazione, nei luoghi di mercato, nelle scuole inferiori e superiori. Ne derivo un peggioramento della condizione di alcuni gruppi etnici, cosi come un aumento delle persecuzioni contro gli ebrei. Vinta la guerra del 1870, i tdeschi pretesero di inglobare nel loro nuovo Stato I’ Alsazia-Lorena, regione francese di frontiera in passato appartenuta allo spazio politico tedesco. I vincitori si guardarono perd dal consentire che costoro si esprimessero con un pleibiscito: era infattilargamente previsto che in tal caso avrebbero optato per la Francia. Nella realta storica, il legame tra popolo, lingua e territorio non é affatto cosi ferreo come vogliono far credere i nazionalisti Non ogni gruppo umano puo essere definito nazione, né tanto meno Ja popolazione di ogni Stato forma una nazione (Renan, Che cos'é una nazione). Una nazione & un’anima, un principio spirituale. Due cose, una nel passato e Valtra nel presente. Una é il comune possesso di una ricca eredita di ricordi, I'altra il consenso attuale, il desiderio di continuare insieme. Lanazione viene quindiconsiderata come una creatura storica complessa. >» L'Italia liberale Emblematico il motto “fatta I’Italia, bisogna fare gli italiani” attribuito a Massimo D’Azeglio. Non & stata la nazione a creare lo Stato, visto che negli anni successivi al 1861 abbiamo il secondo ma non (ancora) la prima. L'Italia era debole perché mancavano le risorse che fanno gli Stati: economia e Vorganizzazione sociale. Ma le risorse che pitt mancavano erano quelle culturali. L’analfabetismo nel 1861 era il 75% della popolazione. II nuovo Stato optd per l’accentramento amministrativo. Lo Statuto albertino nel complesso dava allo Stato carattere liberale ¢ laico, sancendo I’ eguaglianza civile tra i cittadini, le liberta di pensiero e di espressione, € la divisione dei poteri. La scomparsa di Cavour lascio spazio a Vittorio Emanuele Ile al cosiddetto “partito di corte”, formato da aristocratici e militari, Accadde negli anni seguenti che il capo del governo fosse scelto sullla base diun mero rapporto fiduciario col re. El caso del piemontese Urbano Rattazzi I deputati alla Camera erano eletti a suffragio maschile ristretto (2% della popolazione totale). II Senato era invece di nomina regia. Il paese, sul modello del self-government inglese, venne diviso in province, ciascuna delle quali affidata ai prefetti. Si crearono due partiti derivati da quello ex cavouriano e da quello democratico gia mazziniano e garibaldino: destra e sinistra. Non avevano strutture permanenti. La destra si identificava maggiormente in quell’idea oligarchica della vita pubblica. Per quanto liberista, si convinse della necessita di un intervento dello Stato nell’economia, soprattutto per costruire infrastrutture. Tasso pesantemente sia la proprieta fondiaria che i consumi popolari e vendette beni pubblici o demmaniali, compresi quelli ecclesiastici Allinizio degli anni ‘70 il bilancio pubblico era risanato. La sinistra chiedeva perd pitt impegno sulla costruzione “morale” della nazione, con lallargamento del suffragio “con prudenza”, un minore controllo governativo sugli entilocali e una generale minore autorita in tutto il sistema, caratterizzata da uno squilibrio nelle distribuzione territoriale degli incarichi di potere. Si formd una sinistra cosiddetta “giovan ina ai moderati, ma che conflui con la sinistra “storica” per le elezioni del 1874. Le due opposizioni ebbero grande successo soprattutto al Sud. Il re vide la necessita della svolta ¢ nomind alla guida del governo il leader dell’ opposizione Depretis. Non fii una rottura brusca: si parla di trasformismo, per indicare la trasformazione dei due partiti, il loro riavvicinamento, la loro scomposizione in sottogruppi. « NordeSud- ildualismo La frammentazione politica corrispondeva a una frammetnazione economica. La voce maggiore dell’esportazione italiana era quella della seta grezza, mentre le capacita di esportazione dell’Italia meridionale erano legate alle coltivazioni arboree, come V'olivo, che perd era di pessima qualita. Al prezzo di grandi sforzi venne completata una linea ferroviaria Nord-Sud. Per le esportazioni il Mezzogiorno utilizzava comunque la via del mare, dato che sulle aree costiere si concentrava la sezione pit redditizia delal sua agricoltura. Ma c’erano evidenti svantaggi rispetto al Nord, che era pit vicino a mercati importanti, con comunicazioni stradali e ferroviarie pitt agevoli. Insomma il dualismo tra Nord ¢ Sud ¢’era, ma c’era anche la distanza di tutta Italia dagli standard dell’Europa pitt progredita. Sbagliata é la tesi di un contrasto tra Nord “borghese” ¢ Sud “feudale”. La borghesia era infatti onnipresente in Italia, con una comune fede nel progresso. Il feudalesimo invece non esisteva, ma si deve piuttosto fare riferimento al latifondo che imperava in certe aree internee collinaridel Sud. Questi possedenti si limitavano a far fruttare ke terree vivere dellerendite, piuttosto che investire. Diffusa nell’Italia centrale era invece la mezzadria, cioé un contatto agrario cosi detto perché imperniato su una divisione “a meta” del raccolto tra un proprietario e un contadino che impiegava il lavoro delal sua famiglia. « Idee diprogresso Tleader della sinistra erano in fondo liberisti, al pari di quelli della destra. Al massimo ci sidichiarava contro il latifondo, I governi post-unitari avevano cercato di creare un ceto di medi 0 piccoli proprietari contadini distribuendo terreni demaniali. Sotto il profilo economico-agrario, cid porto a risultati ambivalenti: cattivi per le terre di scarso valore produttivo, positivi per quelle trasformabili in colture ad alto reddito. Nel 1870 siera giunti alla presa di Roma. Seguendo perd il motto di Cavour “libera Chiesa in libero Stato”, "Italia rinuncié a ogni pretesa di controllo dell’organizzazione ecclesiale. Garanti totale autonomia al magistero papale gia subito dopo la presa di Roma, con la legge “delle guarantigie” che riconosceva l’extraterritorialita dei palazzi vaticani nonché un congruo finanziamento annuo alla Chiesa. La riforma elettorale venne varata da Depretis nel 1882, con l’ammissione al voto di tutti i maschi che avessero compiuto 21 anni che fossero in grado di leggere e scrivere. Per combattere lanalfabetismo arrivé la legge Coppito del 1877, che prevedeva due anni di scuola pubblica, gratuita e obbligatoria per tutti. La percentuale dei votanti pero non superd mai il 9%, Garibaldi mori nel 1882, a segnare simbolicamente il passaggio da un’epoca veechia a una nuova. In quello stesso anno il leader del Partito socialista rivoluzionario di Romagna, Andrea Costa, si fece eleggere alla Camera grazie ai voti di radicali e repubblicani. Erano le prime votazioni fatte col sistema a suffragio allargato, che portarono al primo deputato a dirsi socialista. > Internazionalismo e nazionalismo Ilmondo di fine Ottocento vede contemporaneamente il trionfo degli imperi coloniali e degli Stati- nazione, la creazione di un sistema mondializzato di scambi ma anche di forti economie nazionali. Nella seconda meta del secolo si afferma |’industria meccanica, la siderurgica, la chimica. Crebbero Je dimensioni medie delle imprese. Inoltre, la distribuzione della ricchezza e del potere mondiale si fece disuguale come non mai in precedenza. L’elettricita rese possibile il traferimento a distanza dell'energia. L’applicazione del vapore alle comunicazione determind, via terra e via mare, giganteschi inerementi delle quantita di merci circolanti. II telegrafo fece entrare il mondo nell’era della simultaneita. Alcuni studiosi parlano di seconda rivoluzione industriale. Essenziale la figura di Henry Ford, che nel 1910 introduce Ja catena di montaggio. « Economienazionalie nuovo imperialismo Il Congresso di Berlino del 1878 fisso la carta politica europea; si salva ancora una volta l'impero ottomano, pagando perd il prezzo dei nazionalismi nei Balcani. I] resto dello spazio est-europeo rimaneva monopolio degli imperi zarista, austro-ungarico e tedesco. Bismarck impegno la Germania in una Triplice Alleanza (1882) con Italia e Austria-Ungheria A dare il via alla spartizione dell’ Africa fu nel 1881 Poccupazione della Tunisia da parte dei francesi fino al centro-occidente, mentre gli inglesi si espansero dal meriodione fino all’Egitto. E Veta dell’imperialismo, con la spartizione dell’ Africa dovuta a motivazione politiche o geopolitiche legate alla concorrenza tra Stati-nazione europei. I britannici si convinsero nel 1882 a occupare |’Egitto per controllareil Canale di Suez, attraverso il quale dal 1869 si era creata una nuova via dicomunicazione con I'India. Dal 1879 una congiunturale calo dei prezzi nel settore agricolo e industriale venne detto “grande depressione”, anche se é il periodo che coincide con la seconda rivoluzione industriale. Calo dei prezzi che quindi derivd dallo stesso sviluppo, per via della maggiore concorrenza dovuta al miglioramento dei trasporti, ‘aumento di produttivita dovuto alla generalizzazione del sistema fabbrica. La depressione porto a un cambio di rotta nelle politiche cornmerciali, che dal libero scambio passano maggiormente al protezionismo. + Migranti La dimensione di chi si sposta da un paese all’altro e transnazionale. C’é un caso particolare: il legame qeato dall’emigrazione tra Italia e Stati Uniti a cavallo tra i due secoli. Tra il 1881 e il 1920 giunsero in America 23milioni circa di immigrati. L'ltalia fu lasciata da 14milioni di persone, 4 dei quali arrivarono negli Stati Uniti. Questo fenomeno si pud dividere in due periodi: in seguito alla depressione (1879-1896) e in seguito all’espansione (1896-1913), Sono due i meccanismi che spingono a emigrare, infatti, cioé l'espulsivo, in quanto si parte da dove non si riesce piti a vivere: l'attrattivo, cioé si parte pernuove opportunita. La decisione di spostarsida un continente ad un altro molto impegnativa, sotto il profilo psicologico-esistenziale e economico. Inizialmente si mossero lepersone dotate dicapitale. I pit poverisi mossero dopo, perché avevano bisogno diun meccanismo detto “catena migratoria”. Un numero soprendente di migranti ando e tornd pitt yolte, con ritmo anche annuale. Si cred un modelo di vita transnazionale, con Je famiglie che si riunirono e si divisero ciclicamente. Gliimmigrati occupavano quartieri miserabili, detti Little Italy Simoltiplicarono anche le razioni xenofope di una correte di opinione pubblica sempre pit nativista. Ma la meta proposta dalla democrazia americana era diversa: un melting pot che avrebbe determinato la fusione di tutti gli immigrati in un popolo unico enuovo. Le idee socialiste portate da molto immigrati perd non presero piede nel Nuovo Mondo. Invece in Europa assistiamo, nel 1864, alla nascita della Prima Internazionale, organizzazione che vedeva la convergenza dei socialisti e degli anarchici Questi ultimi perd, in seguito ai processi di democratizzaziore, si fissarono su posizioni iper-radicali, da cui si distanziarono i pitt moderati. A queste logiche si ispirava una Seconda Internazionale nata nel 1889. ¢ Nazionalismiasiatici Gli orientali risposero all’oppressione del colonialismo con l’arma del nazionalismo, In India, l'elite occidentalizzata cerca didarsi uno strumento di pressione fondando nel 1885 il Partito del Congresso, nel quale divenne presto protagonista la figura di Mohandas Karamchand Gandhi, rivendicando una sorta di autonomia a cavallo della guerra mondiale, e poi l'indipendenza. In Giappone, dal 1868, in seguito a una serie di guerre civili, lo Stato si impegnd in una formidabile operazione modernizzante. Nel 1889 viene introdotta una Costituzione che prevedeva un parlamento hbicamerale. Nel 1911 l’idea diuna riforma interna eraanche al centro diun moto scoppiato in Cinatraglielementi nazionalisti che avevano creato, in parte su modello giapponese, il partito del Kuomintang. Il suo governo perd non seppe impedire i] formarsi di una serie di entita regionali semi-indipendenti impegante a farsila guerra le une cone altre. « Diaspora e costruzione nazionale ebraica L'assassinio dello zar Alessandro Il nel 1881 fur addebitato agli ebrei, quindi ne seguirono aggressioni alla loro comunita, i pogrom. Si diffuse tra gli ebrei la convinzione che sarebbe loro toccato emanciparsi da sé, andando a cercare una patria che non poteva non essere quella dei padri, la Palestina. Piccoli gruppi andarono li a insediarsi, arrivando a 20-30.000 persone nel 1903. Teorici come Herz] arrivarono aaffermare che gli ebrei erano un popolo che doveva avere uno Stato proprio in Palestina. Si va a sviluppare il sionismo, che fa un uso estremo dell’immaginazione politica, Yappresentando come nazione un popolo che non ha una propria lingua e nemmeno un proprio territorio. > L'Italia tra i due secoli L'Italia passa dal liberalismo moderato-oligarchico al liberalismo democratico e da un’economia tutta agraria e commerciale a un’economia parzialmente industrializzata. Nel 1887 muore Depretis e gli succede Francesco Crispi, in un periodo in cui si torna a ragionare sull’eredita del Risorgimento, Viene riordinata l'amministrazione centrale e varata una legge comunale e provinciale che rende elettivi isindaci dei centri maggiorie aumenta il numero dielettori. Nuovo codice penale, con l'abolizione della pena di morte. Una svolta protezionistica porta ad una erra doganale” con la Francia. Crispi é antifrancese e filotedesco, rafforzando cosi i legami con la Triplice Alleanza. I] paese entra in una fase di instabilita politica che vede alternarsi alla guida del governo Crispi, il liberal-democratico Giolitti e la voce della vecchia destra Rudini. Nel frattempo, nel 1892, viene fondato il Partito socialista. In Sicilia si sviluppa il movimento socialista dei Fasci siciliani, che chiedeva la distribuzione delle terre demaniali, la regolamentazione per legge dei patti agrari, un alleggerimento della fiscalita municipale che pesava soprattutto sui contadini. Crispi era convinto che la creazione di uno Stato moderno bastasse a rendere “grande” I’Italia, trascurando perd larretratezza economica e sociale che la rendeva invece debole. Si impegno dunque anche sulla strada del colonialismo. L’Italia, che sulla costa orientale africana controllava gia l’attuale Somalia, prové a espandersi verso I’Etiopia, ma nella battaglia di Adua (1896) ando incontro ad una disastrosa sconfitta. Crispi vede scemare il sostegno dei progressisti ma anche quello dei conservatori, € si trova costretto a dimettersi, * Leta giolittiana Si apre una stagione autoritaria, che ha il suo apice nel 1898 quando a Milano il generale Bava Beccaris ordina di sparare sui manifestanti inermi facendo piii di ottanta morti, C’é una forta opposizione governativa della sinistra, radical-socialista e anche “costituzionale”, quest’ultima guidata da Giolitti e Zanardelli Dopo successi elettorali, nel 1903 Giolitti succede a Zanardelli alla guida del governo, In economia, I’eta giolittiana coincise con l’intensificazione della ripresa internazionale ayviatasi nel 1896. Dal 1896 al 1913 l’incremento del Pil italiano fu il terzo al mondo, con l'industria che fece registrare il tasso di crescita pitialto inEuropa. La concentrazione del processo di industrializzazione nel Nord-Ovest, nel “triangolo industriale” Milano, Torino e Genova, rese anche pill acura la percezione di differenze tra Nord e Sud. In politica, possiamo definire Giolitti neo-trasformista. Aveva una tecnica: quando si trovava in difficolta, si dimetteva e passava la mano ad altri, per poi tornare al governo quando risultava chiaro che era lunico in grado di guidarlo. La stagione politica culmina nella riforma elettorale del 1912 che introduce il suffragio universale maschile. II partito socialista si é formato nel corso degli anni’90 in una battaglia per la liberta che si pud dire riformatrice, quindi diviene malvisto dall’opinione “borghese” progressista, Nel suo realismo politico, Giolitti non credeva che gli estremismi, messi di fronte alla realta delal vita politica, alle esigenze di tutelare gli interessi dei gruppi sociali che dicevano di voler rappresentare, potessero restare a lungo alla finestra. Invece i socialisti si paralizzarono e si divisero in tre tendenze: destra riformista, centro, sinistra sindacalista rivoluzionaria. AlVinterno del Psi emergono vari leader, tra i quali della generazione successiva troviamo Benito Mussolini, che segui gli ideali paterni anticlericali, repubblicani e socialisti, facendosi un nome come nemico irreconciliabile dei riformisti I dirigenti della sinistra socialista, rivoluzionari ma borghesi dorigine, videro in lui la possibilita di aprirsi al “semiproletariato”, quindi gli offrono la direzione del quotidiano del partito, I’*Avanti!”. Nelle zone diloro pilt forteradicamentoi socialistiottenevano risultati favorevoli nelle elezioni comunali. Ne deriva il “socialismo municipale”, con un principio di self-government. Iliberalismo di inizio Novecento ha il problema di recuperare il cattolicesimo, sostrato piti profondo della cultura popolare italiana, e inserirlo nelprocesso di costruzione della nazione. Processo guidato da una classe dirigente laica, che sempre aveva evitato le rotture. II cattolicesimo si era a sua volta posto inposizione concorrenziale rispetto al socialismo, provandoa costruire un movimento “sociale” con strumenti simili a quelli dell’avversario. Si seguivano anche i principi dell’enciclica Rerum novarum di Leone XII, cicé evitare la lotta di classe a favore della collaborazione tra loro. Si ha un’apertura alla politica, con il “patto Gentiloni” che consente I’elezione di una trentina di deputati cattolico- moderati su una piattaforma moderata filo-giolittiana alle Politiche del 1913. Nel 1919 pai ilsacerdote Luigi Sturzo avrebbe fondato un partito cattolico ma sottratto al controllo ecclesiale, il Partito popolare, rompendo la hinga segregazione dei cattolici nei confronti della vita politica. Si basava molto su polemiche antigiolittiane su argomenti liberisti, anche lui fautore di un self government. In definitiva, il progetto neo-trasformista di Giolitti voleva attenuare i contrasti politici e sociali, creare un circuito di pacifica convivenza e reciproco riconoscimento. Ma ne ebbe risposte insostanza negative: Sturzo contro il patto Gentiloni. Viene a mancare il terreno di indiscusse comunanze post- risorgimentali. Nel primo Novecento revalse la polarizzazione verso le estreme, la spinta identitaria, idea del nemico. II liberismo non mostré la capacitd di autoriforma, necessaria a gestire i processi didemocratizzazione, cioé ligresso nella vita collettiva di nuovi soggetti sociali e politici.

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