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Storia contemporanea— Il passato del nostro presente LOttocento lungo € una prima etd contemporanea, affondando le sue radici nel Settecento e terminando prima della Grande Guerra. Il hungo Ortocento é il passato che pitt ha influenzato il nostro presente. Ha formato la gran parte delle nostre idee. Ha dato inizio alle trasformazioni che hanno plasmato il nostro mondo. Abbiamo un’economia costruita non tanto suil”industrializzazione, quanto sui commerci, sulle manifatture tradizionali, sull’agricoltura. Aristocrazie che svolgono un ruolo economico, sociale e politica. Ancora nel 1871 Jo spazio europeo era organizzato in imperi € monarchie, ¢ c’erano solo due repubbliche LOtiocento fi eta in cui alta cultura prima, Porganizzazione sociale poi, si emanciparono da molti ej pill antichie consolidatiriférimenti al divino. > Fuori dallantico regime Una rivoluzione, in dueatti: prima dal 1776 in America, poi dal 1789 in Francia. Gettando ke basiper Jacostruzione di un nuovo mondo. Fondamentale ¢ il testo “Lo spirito delle leggi” di Montesquieu. Un uomo libero ¢ quello che si sente sicuro faccndo “tutto quello che le leggi permetiono™; uno State libero & quello in cui il potere & sottoposto alle leggi prima che ai governanti, quello in cui i singoli non sono oggetto di giudizi arvitrarie la gravita delle pene é proporzionata a quella dei reati In Europa si colloca il concetto di “monarchia modcrata”, cio’ vincolata al rispetto di norme e consuetudini. Vi é contrapposto il “dispotismo asiatico”, caratterizzato dal arbitrio dei governanti. II governo moderato si caratterizza per h divisione e per il reciproco equilibrio dei tre poteri La variante preferita da Montesquieu @ quella inglese, soprattutto per quanto riguarda il potere legislative affidato a due diverse assemblee. Siam alla recezione dei principi del contrattualismo e del giusnaturalisme, sintetizzati da John Locke: la socicta si crea, ponendo fine allo “stato di natura”, mediante un contratto tra popolo ¢ ‘sovrano, ma i diritti dei sudditi, essendo naturali, restano inviolabili anche dopo la sottoscrizione di quel contretto, Diritto alla resistenza Su scala locale prevale il “self government”, cioé l'arnministrazione e la giustizia affidatea una classe dirigente locale. Il sistema giuridico (common law), prevedeva che il popolo, organizzato in curie, sorvegliasse I'attivita dei tribunali. Il modello inglese ha anche i suoi limiti: ne! sistema parlamentare era laristocrazia a dominare. Nella Francia di meti Settecento c’erano 13 parlamenti situati in diverse cittd, il pid importante a Parigi. Erano corti di giustizia, il cui diritto di fare parte veniva sostarzialmente comprato per poi divenire ereditario. ¢ Rivoluzione in America ‘La prima rottura rivoluzionaria settecentesca arriva in Nord America contro la corona britannica. Gli dall’ Europa e, proprietari molto agiati, crearono piantagioni di tabacco e cotone. Tutti prodotti che andavano a alimentare fruttuosi commerci con a madrepatria. Le 13 “colonic” anglo-americane si autoamministravano attraverso_proprie assemble rappresentative, con milizie locali per la difesa. I colori si sentivano pari agli abitanti della lontana isola d'origine e condividevano la sua cultura politica. La societi anglo-americana era ben pitt egualitaria di quella della madrepatria. Piti della meta della popolazione maschile era compaosta da agricoltori propristari Per’ ci sono stridenti contraddizioni, dovute alla grande preserza di schiavi nelle colonie meridional: i grandi proprietari di piantagii e di schiavi della Virginia Tappresentavano quanto di piii dissimile potesse aversi nel Nuovo Mondo all’aristocrazia della vecchia Europa. Gli anglo-americani reputarono molto dannose per la loro economia varie misure prese a cavallo tra gli anni °60 e °70. Protestarono per le limitazioni poste alla loro libertad di commercio. Si rifiutarono dunque di pagare le imposte votate dal Parlamento britannico, nel quale non erano rappresentanti, e invocarono il principio “niente tassazione senza rappresentanza”. Non a caso Thomas Paine spiega che la costituzione britannica é per due tarzi di tipo tirannico, mentre solo in parte € controbilanciata dalla “virtt” repubblicana situabile nella Camera dei Comuni. La societa, invece, dovrebbe venire priam del governo. In America V'indipendenza venne proclamata nel 1776 con solenne dichiarazione, insieme a una serie diprincipi definiti_ “autoevidenti”: gli uomini sono uguali, godono di diritti come libertad ¢ ricerca della inalienabili. Le singole colonie si trasformano in Repubbliche, creando tra loro una Confederazione. Nel 1787 arriva la Costituzione. Il compito di elaborare le leggi federali viene affidato a un parlamento diviso in due rami. Un presidente avrebbe guidato il governo federale. Un’“Ordinanza del Nord-ovest” del 1787 va a regolamentare il continuo spostamento verso Ovest delle popolazioni bianche: a ogni singolo territorio fu dato il diritto, una volta popolato, di formare un nuovo Stato, nel 1791 c’e il Bill of Rights che sancisce i diritti dei cittadini di fronte allo Stato. 11 primo presidentefu: Washington. Si formano due partiti, quello repubblicano e quello federalista. Le popolazioni indigene furono progressivamente espropriate delle loro terre, costrette alla fuga o deportati verso l’interno. + Rivoluzione in Francia Nel 1788 il governe francese sciolse i parlamenti. Segui un’ondata di proteste e di richieste di una convocazione degli “stati generali”: tra assemblee riservate a clero, nobilta e terzo stato. vennero conyocate nel 1789, L’assemblea del terzo stato taglio corto conle antiche regole e proclamd se stessa unica Assemblea nazionale costituente, assumendosi il diritto di dissentire dal potere monarchico. Venne sostenuta dal popolo in armi, fino alla “Dichiarazione dei diritti dell"uomo e del cittadino”. Gli Uomini nascono uguali e tali devono restare, le distinzioni sociali valgono solo per “Putilitd comune”, i diritti naturali di ciascuno possono essere limitati solo quando yanno a ledere id iritti altrui La sovranita passa dal monarca alla nazione. Nell’ anticoregime, sia le famiglie aristocratiche, siale istituzioni ecclesiastiche, eranotitolari in certe zone di diritti signorili. Gli abitanti di quelle zone, dovevano elargire loro denaro, o una quota del racoolto, per poter usufruire di terre da coltivare, strade, ponti, mulini, frantoi. E il “diritto feudale”, con ctii si voleva creare una sensazione di immutabiliti, accreditare "idea per cui le grandi famiglie non potevano decadere e le ascese dal basso della sacieta erano impossibili. Nel 1792 viene prociama la Repubblica. Nella Convenzione emerge il partito radicale giacobino, nonché un “Comitato per la salute pubblica”, guidati da Robespierre. Parte il Terrore, durante il quale irivoluzionai condannarono a morire sulla ghigliottina Luigi XVI e molti aristocratici. Nel 1794 (Termidoro) ci fi un colpo di stato che segnd il termine del periodo giacobino. « Leredita rivoluzionaria Il potere fu assunto dal cosiddetto Direttorio, mentre continuavano le guerre contro le coalizioni formate dalle monarchi europee. II processo rivoluzionario trova 'uomo del “destino” in uno dei comandanti dell’armata rivoluzionaria, cioe Napoleone Bonaparte, che assume la carica di Primo console nel 1799. Alla fine anche Bonaparte fini per creare al posto della repulbblica una monarchia ereditaria, proclamandosi imperatore nel 1804. Il bonapartismo sanci alcuni dei mutamenti introdotti dalla rivoluzione: la centralizzazione dell’apparato statale (Governo, Ministero Intemni, Prefetti); la codificazione, ossia la compilazione di raccolte di leggi. Tl Codice civile disegnd nel 1804 una nuova societaé composta non da gruppida individui. Si regolava la proprieta privata, stabilendo che sipotesse ereditare, comprare, vendere e liberamente utilizzare quasiiasi proprieta. In tutta la parte d’Europa sotto controllo francese, diretto 0 indiretto, venne posto fine all’ Antico regime. + Restaurazione, compromesso, ripartenza Ma Napoleone non fu ingrado diincrinare lo strapotere marittimo britannico, la resistenza spagnola, Tinsuccesso in Russia ¢ la Colaizioni, che dopo il 1815 lo sconfissero definitivamente. Le potenze vincitrici, riunite al Congresso di Vienna nel 1815, decisero che la Francia dovesse rientare nei suoi confini anteriori al 1789. Volevano realizzare un’equilibrio duraturo. Per quanto riguardal’Italia, il Piemonte torna sotto la casata dei Savoia insieme alla Sardegna. La Toscana fu affidata a un “granduca”. II Papa tornd a governare lo Stato della Chiesa. A Sud venne rimessa sul trono la casata dei Borbone. La Lombardia tomd all’impero asburgico. Ma, al di la della propaganda, nessuno dei vincitori puntava davvero al ritorno all’Antico regime, cercando piuttosto un compromesso tra restaurazione ed eredita della rivoluzione. A Parigi, nel luglio 1830, si ebbe un ritorno in scena della rivoluzione, ma alla fine prevalse una soluzione monarchica con Filippo d’Orleans, che venne proclamato “re di francesi per volonta della nazione™. + Ipotere dellarendita Chiamiamo rendita la rermmnerazione spettante al proprietario che concede in uso un suo bene ad altri soggetti Nel primo Ottocento e negli anni successivi, sia la nobilta che la borghesia dei possidenti. vivevano soprattutto di rendita fondiaria. In questo periodo la produzione agricola crebbe enormemente, grazie all’introduzione di nuovi sistemi basati sull’integrazione tra coltivazione e allevamento razionale. Si ebbe un grande incremento della produzione, scomparve lo spettro della carestia, migliorarono le condizioni di vita. Molte persone trovarono impiego nella proto-industriail sistema consentiva alle classi superiori di arricchrisi senza fornire alla produzione contributi in ingegno imprenditoriale o in capitale. La societa tradizionale in un certo senso resisteva, in un altro siadattava manipolando le nuove norme. Il termine “rivoluzione industriale” é alle origini della moderita. Col lavoro e con l’igegno erano possibili ascese da strati sociali medio-bassi fino ai ranghi della borghesia. Fu ilpercorso degli artefici delle prime innovazioni tecniche nell’industria tessile inglese della seconda meta del Settecento, Cid fu possibile grazie all’introduzione di nuove macchine, concentrate all’interno di impianti (fabbriche), dove lavoravano operai in ritmi massacranti di dodici ore giornaliere. Chiunque poteva imparare in breve tempo i lavoro alle macchine. Si chiama industrializzazione il processo di allargamento e generalizzazione del sistema di fabbrica. Ne deriva uno straordinario aumento della produttivita. L'Inghilterra conservo a lungo una supremazia schiacciante nel settore tessile e ancor pit in quello siderurgico. Anche se, nella stessa Inghilterra, in grande maggioranza i lavoratori erano impiegati come domestici, 0 nell’agricoltura, o nelle manifatture tradizionali. Nella gran parte dell’Europa centro-occidentale della meta del XIX secolo, gli impianti restavano in maggioranza di piccole dimensioni, utilizzando acqua piuttosto che vapore e legna invece che carbone. Prevalevano ancora i mercatilocali, si commerciava soprattutto via d’acqua. Alla meta del secolo le citta europee stavano ovunque ctescendo per numero, dimensione e importanza. C’erano le citti-fabbriche come Manchester, con sobborghi popolati in maniera compatta da operari, un proletariato poverissimo. Anche dopo la meta dell’Ottocento, tra spinte all’unificazione del mercato e albori dell’ industrializzazione, l'agricoltura rimase nel suo posto centrale per al vita e il lavoro della gran parte della popolazione anche nella parte pitt avanzata dell’ Europa, quello centro-occidentale. > Lanuovapolitica Quattro sono le grandi correnti ideali della nuova politica della prima meta dell’Ottocento: il liberalisma, la democrazia, il socialismo e il nazionalismo. Le correnti si scontrano ma si mischiano anche tra di loro e con idee pit! o meno dichiaratamente conservatrici. Influenzano in profondita il lorotempo. « Liberalismo — liberta senza eccessi Con il termine liberalismo si identifica una corrente politica che sosteneva appunto la monarchia costituzionale e la divisione dei poteri, basandosi sui principi del 1789. Ma, per evitare il ripetersi di derive come quella francese, si faceva appunto leva sulla divisione dei poteri, la dialetttica tra una Camera alta conservatrice perché non elettiva e una Camera bassa elettiva ma temperata dal suffragio ristretto, cioé eletta solo dalla parte della popolazione maschile pit ricc e istruita, cioé la borghesia, la classe media. Andavano invece escluse dal voto le donne, dipendenti dal padre o dal marito, cosi come i salariati che dipendevano dal loro pacrone e i poveri che dipendevano dalla pubblica assistenza. Quello che caratterizza il liberalismo é la conguenza tra la sua teoria e il nuovo universo sociale che si va creando nell’Europa occidentale e negli Stati Uniti al passaggio tra Sette e Ottocento. Siamo nell’era in cui si consolida la dimensione della discussione pubblica, tra pari, nella societ prima ancora che nelle assemblee rappresentative. L’opinione pubblica prende forma negli organi di informazione, in circuiti editoriali, associazioni, cub e salotti. A situazioni di questo genere si riferivano i teorici liberali parlando del cittadino attivo, indipendente, colto, capace di orientarsi autonomamente e razionalmente per poi -solo in seguito- spendere questa capacita nel campo politico. Venne elaborato allora il concetto disocieta civile, che adoperiamo ancora oggi per definire imolti ambiti in cui i singoli si incontrano, cooperano, perseguono finalita comuni di loro libera scelta, indipendentemente dall’azione dello Stato. Iconservatorinonprendevano sul serio lapresa di distanza dei liberali nei confronti dei giacobini. Rifiutavano iprincipi del 1793, ma anche quelli del 1789, eogniconseguenza che sipotesse trarre daessi. Ne deriva, alla fine, che non soloalcittadinanza deve partecipare al governo, ma che esistono sfere della vita sociale, e della vita privata degli individui, in cui non possono ingerirsi né Jo Stato, né altre gerarchie o autorita superiori. Grazie a principi moderni ancora oggi distinguiamo e tuteliamo i diritti civili accanto ai diritti politici. Nontuttiliberali europeidiprimo Ottocentoerano convinti che fosse giusto privare dei diritti politici la maggioranza della popolazione. Ricardo ¢ leconomista che rielabora le teorie settecentesche di Adam Smith. Parliamo di liberismo, ovvero quella parte della teoria liberale stando alla quale le attivita economiche sono parte integrante della sfera individuale, o della societa civile, nella quale lo Stato non deve ingerirsi Smith, Ricaro e gli altri liberisti fanno derivare la ricchezza reale dall’incremento della produttivita e formulano una teoria del mercato. Il termine indica originariamente un hiogo fisico in cui artigiani e commercianti si incontrano con iconsumatorie gli imprenditori con ilavoratori. Quiiprezzi delle merci del lavoro (salario) finiscono livellati verso il basso dalla concorrenza. La teoria liberista passa dal concreto all’astratto e parla di mercato non pitt come luogo fisico, ma come area concettuale in cui collocare le contrattazioni di merci, denaro, servizi, e quindi anche forza-lavoro. II liberismo individua nel mercato il luogo in cui i fattori della produzione si dispongono nel modo pili razionale possibile: di conseguenza qualsiasi intervento statale sara visto non solo come una violazione di diritti individuali, ma come un veicolo di irrazionalita e spreco. L’abolizione degli antichi diritti collettivi sulla terra ha come effetto illasciare illavoro contadino indifeso come mai in passato, almeno da punto di vista giuridico, nei confronti della rendita fondiaria. Importante é anche al “teoria dei costi comparati” formulata da Ricardo: se il mercato é libero, ogni parte del mondo pud specializzarsi nelle merci in cui eccelle per abilita dei suoi operai e dei suoi imprenditori, 0 per cause naturali come clima e disponibilita di materie prime. In un mercato pienamente concorrenziale, queste merci sono vendute e acquistate al prezzo pili basso. Se invece i governi maggiorano con tariffe doganali il prezzo delle merci importate, al fine di “proteggere” la produzione interna, tutto viene prodotto dappertutto ma a prezzi pit alti lo scambio si fa difficile, il consumo cala. E la “teoria dell’equilibrio generale” « Socialismo Intorno al 1832 inizia a diffondersi il “cartismo”. con una “carta del popolo” presentata al parlamento nel 1839 e nel 1842, ma respinta. In questo quadro, si giunge al paradosso inglese di inizio secolo: la ricchezza é il risultato della fatica, e la fatica pud essere solo il risultato della poverta. La povertaé percid uno degli ingredienti indispensabili perché le nazioni raggiungano Ja condizione civile. Ritroviamo i concetti base che avevano indotto i liberali moderati a decretare 'esclusione dal voto dei ceti inferiori: solo i! cittadino “indipendente” fa parte della nazione, chi accettava lassistenza si escludeva da sé. Per rovesciare questo schema entrano in campo iriformatori definibili come socialist Scandalizzato per la durezza dello sfruttamento, soprattutto delle donne e dei bambini, l'imprenditore Owen concede salari elevati ai lavoratori di una sua fabbrica, migliorando le loro condizioni igieniche e creando scuole popolari. In seguito crea nella remota America una comunita di questa natura, in cui i beni sono messi in comune, il denaro ela proprieta privata banditi. Infine si impegna in Inghilterra nella costituzione di un movimento cooperativo dove il popolo lavoratore potesse essere tenuto al riparo dall’avidita e dallo sfruttamento: le Trade Unions. Di esse si hanno tre diversi modelli: di mutuo soccorso, che sostengono con ipropri fondi i soci in caso di malattia o disoccupazione; di mestiere, composte da lavoratori qualificati che cercano di imporre un certo livello salariale; diresistenza, che guidano sia i lavoratori qualificati che quelli non qualificati Nelle Trade Unions troviamo pit operai. che mestiere che operai di fabbrica, Il tade-unionismo cresce e consegue notevoli vantaggi salariali per isuoi aderenti, ma senza identificarsicon il socialismo, né tanto meno puntando a rotture di tipo rivoluzionario. Questo tipo dilavoratore viene dipinto come indipendente, virile, come un gentleman. Nel 1848 viene pubblicato il Manifesto del partito comunista di Marx e Engels. Un po’ come Owen, anche loro vagheggiavano la costituzione o la ricostituzione di una comunita di eguali contro le pretese del! economia di piegare ai propri fini la stessa Natura umana. Diversamente da Owen, pero, sono dei rivoluzionari convinti che i mezzi creati dallo sviluppo dell’ industria vadano sottratti all’appropriazione privata e messi a disposizione di tutti. Si concentrano sul processo storico stesso con la pretesa di rivelarne Ja logica intrinseca: dietro la “storia di ogni societa esistita sino a quel momento”, c’ una forza motrice, la lotta di classe, sempre rivolta o in una trasformazione rivoluzionaria di tutta la societa, 0 la comune rovina delle classi in lotta. Marxe Engels riconoscono ilcarattere rivoluzionario del risultato conseguito dalla borghesia. Sotto il profilo economico, questa classe ha creato l’industria moderna. Sotto il profilo politico, haresob stato rappresentative modemno un suo potere esclusivo. Sotto il profilo culturale, ha sottoposto tutto alla razionalita suprema del profitto. I fondatori del marxismo credono nel progresso come tanti altri intellettuali_ ottocenteschi: pero per loro esso non consiste in una continua evoluzione, ma in una sequenza di brusche accelerazioni economiche e conflitti sociali culminantinella rivoluzione. Oltre la borghesia, anche il suo antagonista, il proletariato, é collocato all’interno del processo di industrializzazione. L'idea marxista diunmondo diviso “orizzontalmente” in classi pil o meno antagonistiche é cruciale quanto quella di un mondo diviso “verticalmente”, in nazioni o popoli pitt 0 meno contrapposti tra loro — nonostante lunificazione propria della moderniti o magari in conseguenza di essa. * Nazionalismo Il nazionalismo nasce in Europa in eta napoleonica, quando si attribuisce a un’entita astratta la sovranila gid appartenente a un individuo concreto e tangibile come il monarca. Si parla pero anche di “comunita immaginate”, dove non esistenazione senza nazionalismo: la nazione viene immaginata come un gruppo umano tenuto insieme da vincoli di solidarieta pit forti di quelli politici o ideologici da sentimenti e affetti. II termine “comunita” rimanda alle religioni monoteistiche e universalistiche, all’Islam e al cristianesimo, fedeli che si sentono figli dello stesso padre, solitamente fratelli. Sono due, e opposti, i principi aggreganti: comunita (Gemeinschaft) e societa (Gesellschaft). La comunita originaria, la famiglia, é fatta di relazioni “calde”, il villaggio ¢ la tribt ne rappresentano la prosecuzioni ideale. La societa si nutre della modernita, si basa su regole razionali, relazioni strumentali, “fredde”, implica evoluzione materiale ma anche rischio di decadenza spirituale. Una nazione é composta da decine di milioni di persone che mai possono trovarsi fisicamente a contatto tra loro. Eppure i nazionalisti hanno l'ambizione di immaginare se stessi come membri di una comunita. Le nazioni, stanto ai nazionalisti, si identificano per un insieme complesso formato dalla Ingua, cultura, storia, collaborazione territoriale e discendenza genetica 0 razza. I nazionalisti tedeschi ¢ italiani devono “immaginare” non solo un popolo, ma anche un territorio da attribuirgli in regime dimonopolio, destinato a costituire lo Stato-nazione che non ¢’é. Non sempre si pud attribuire alla lingua una funzione fondante dell identita nazionale. Nazioni senza Stato: Italia. In Italia, la politica moderna nacque nell’eta napaleonica. La grande potenzaasburgica, direttamente insediata nel Lombardo-Veneto, era Ja garante degli equilibriitaliani. Tpatrioti italiani invece traevano il senso di una comune identita da un grande retaggio culturale. Si parla di“Risorgimento”, per indicare il movimento con cui la “stirpe” si sarebbe rimessa all’altezza del suo passato. Ma il senso comune di identita viene spesso messo in dubbio: grandiinfattierano le differenze tra le varie parti d'Italia. Il Sud era pit povero, mentre il Nord lo era un po” meno ma comunque nulla conosceva dell’industria moderna. La parte centrale aveva perduto i primati economici e civili medievali o rinascimentali. I tassi di analfabetismo erano spaventosi, soprattutto nel Sud, e ovunque prevalevano i dialetti nel parlato. Se l'italianita era da ricercarsi nella lingua e nella cultura, si pud ipotizzare che la gran maggioranza degli abitanti della penisola non pensasse nemmeno di essere italiana. Ma era di orientamento patriottico la maggioranza dello strato sociale medio-alto, primo embrione di societa civile o di opinione publica. In questi ambienti, eta della restaurazione vede crscere il desiderio diriforme liberali, magarirealizzabili in ciascuno deli Stati in cui I’Italia era divisa. Funzionari pubblici, ufficiali, nobili e borghesi si organizzarono nella “Carboneria”, insieme di societa segrete di dimensione locale ¢ modello massonico. Le duemaggiori dinastie italiene, invece, al Sud i Borbone e al Nord i Savoia, nel 1820-21 si dimostrarono opportuniste, ostili alle riforme, e si squalificarono plaudendo all’intervento austriaco. Ne emerser pill forti posizioni come quella di Mazzin& individuo i limiti della Carboneria, sottolineando la necesita di un “partito”, di parole chiare da diffondersi mediante opuscoii, libri, giornali e azioni canseguenti. Fond6 quindila Giovine Italia, con un programma repubblicano, democratico e unitario. Un progetto pitt moderato invece, come quello di Gioberti, vedeva negli italiani i titolari di antichi primati “morali e civili”, accomunati dalla fede cattolica. Toccava dunque alla potenza morale del papato promuovere la formazione di una lega di Stati italiani e assumerne la guida. La linea di Gioberti, detta neo-guelfa, soffriva di una contraddizione, visto che il Papa era uno dei sovrani assoluti italiani nonché il capo assoluto di quella Chiesa cattolica che si dalla rivoluzione francese si era contrapposta ai tempi nuovi e a tutte le idee nuove. Nazioni senza Stato: la Germania. Ci sono alcune differenze con I"Italia: il discorso nazionalista coinvolse una quantita maggiore di persone; la Germania era i divisa ma non sottoposta a controllo straniero, anzi, c’erano due grandi potenze che potevano essere definite tedesche, cioé impero asburgico e Prussia; il paese aveva una Istituzione unitaria, cloé la Confederazione germanica, che pero era priva di potere proprio. I patrioti volevano di pil, cioé trasformarla in uno Stato-nazione, magari di struttura federale. La Prussia si era sempre impegnata nel superamento delle barriere doganali, soprattutto i Germania del Nord, cosi nel 1833 si giunge al Zollverein. Negli anni °40 si ebbe anche un gran sviluppo delle ferrovie. II paese disponeva a questo punto di molte pre-condizioni per Vindustrializzazione: oltre alle vie di comunicazione, materie prime, un’amministrazione considerata molto capace e un efficientissimo sistema di istruzione. La Prussia appariva la pitt logica condidata a sostenere un progetto nazionale tedesco sotto ogni profilo, ftiorché sotto quello squisitamente politico, dato che il regno era soffocato da un pesante conservatorismo. « Democrazia L'Europa era una monarchia, !’America era repubblicana. L’America latina era govemata da oligarchie agrarie, mentre negli Stati Unitile scelte furono democratiche e sigiunsepresto al suffragio universale maschile. Lo studioso Tocqueville ebbe 'impressione che tutto in America tendesse verso il principio democratic, anche per il fatto che non c’era mail stato un passato feudale. Esistevano forme di autoregolamentazione della partecipazione collettiva, che rendevano America una societa libera senza fare ricorso all’esclusione sociale. - Gli lmperi i Negli imperi dell’Europa orientale si sovrappongono genti diverse per cultura, lingua, religione e istituzioni, in un quadro molto disomogeneo. Ci sono imperi che hanno qualcosa dello Stato-nazione, imperi che hanno al centro Stati-nazione, persino imperi democratici. * L'impero degli Asburgo Gi Asburgo non traevanon la propria sovranita dal popolo, ma dalla volonta divina, ovvero dalla tradizione. Non mancavanoinoltre dipresentarsi come difensori della fede. Avevano in effettiguidato sin da XVI secolo la Germania meridionale cattolica contro quella settentrionale protestante, si erano proposti come la prima linea di difesa della cristianita dagli “infedeli” turchi e islamici. Prima del ciclone napoleonico, gli Asburgo avevano autorita sugli Stati tedeschi. Ben maggiore era la loro presa sui possessi di famiglia di Austria, Slovenia, Boemia e Unghieria. Non esisteva nei loro domini una lingua comune ¢ i loro atti ufficiali erano redatti in latino. A Vienna cera un’amministrazione centrale come a Parigi La monarchia asburgica era particolamente tenuta al rispetto della Costituzione ungherese. Tedesca era la capitale Vienna, a Praga, Bratislava e in tanti altri centri urbani della Boemia e della Moravia parlavano tedesco imembri delle classi dirigenti e urbane. Nelle campagne siparlava ilceco 0 Jo slovacco. Chiparlava tedesco si collocava in alto, chi parlava una lingua slava in basso. Ma i tedeschi rappresentavano non pit del 25% della popolazione totale dell'impero. C’era alcuni soggetti collettivi operanti nei confronti dell’idea di nazione: l’elite tedesco-austriaca non aveva interesse a mettere in discussione l’impero in cui aveva il potere; gli slavi intendevano mantenersi fedeli agli Asburgo ma nutrivano rancori; i lombardi, i veneti, gli abitanti di Trento e ‘Trieste erano magari integrati, ma anche affascinati dal moto risorgimentale italiano; l’elite ungherese voleva restare attaccata alla propria antica costituzione e puntare su maggiore autcnomia. + L’impero dello zar L’impero russo era collocato a cavallo tra Europa e Asia. Comprendeva popolazioni di lingua slava e religione cristiano-ortodossa, cosi come cristiano-cattolica, ma anche popolazioni di religione islamica, di lingua turea'o mongola. Vigeva listituto della serviti: contadina, per cui il lavoratore della terra veniva conteggiato quale parte integrante dei patrimoni nobiliari. Per governare, lo zar si valeva di un’obbediente e onnipresente burocrazia civile e militare, nonché del sostegno della gerarchia della Chiesa ortodossa. I russi rappresentavano una componente quantitativamente elevata della popolazione imperiale, ma in ognicaso illoro imperatore governava comunita, gruppilinguistici e religiosi tra loro molto differenti, basandosi su di una concezione che escludeva perd l’idea nazionale. Vi erano le classi dirigentirusse che non avevano interesse a sottolineare la propria identita nazionale metiendo in crisi 'impero soyra-nazionale da esse dominato. Popoli come gli ucraini, difficilmente distinguibili dai russi, se non per la loro caratterizzazione compattamente contadina, la mancanza di un’elite propria, di una tradizione letteraria scritta, dunque di un‘identita politica. 1 polacchi, con grande spirito nazionale, orgoglio della propria cultura e tradizione cattolica. Laristocrazia polacca rimpiangeva il ruolo dirigente svolto nel regno polacco ¢ Pindipendenza perduta, Non a caso nel 1830 scoppid una rivolta antirussa, duramente repressa. C’erano anche gli ebrei, particolarmente numerosi. Erano oggetto di pesanti discriminazioni legali, che gli escludevano da Mosca € altri territori, nonché li facevano vittime di violenze e massacri. In ogni caso riuscivano a salvaguardare la propria identita culturale in comunita proprie. L’impero zarista non corrispondeva ad una societa ma a una disarmonica sommatoria di societa, con hbassa comunicazione tra diversi gruppi religiosi e linguistico-culturali Tale disomogeneita ostacolava la formazione di idee e orientamenticollettivi ¢ L’impero ottomano ‘Terzo impero europeo, comprendente le regioni balcaniche e una vasta sezione asiatica. Studiosi come Montesquieu, facevndo ricorso ad un tipico procedimento etnocentrico, si basavano su una valutazione pregiudizialmente positiva delle usanze della propria gente e su una svalutazione altrettanto pregiudiziale di quelle altrui. Ma l’'imperato ottomano non era diverso da quelli europei. Il sultano si presentava da un lato come il protettore dei credenti dell"Islam. dall’altro come il buon padre dei suoi sudditi di qualsiasi religione. Controllava direttamente solo alcune parti giudicate ruciali del suo dominio, per il resto si affidava a intermediari locali. Difendeva le popolazioni contadine dalle incursioni delle tribk. nomadi, mettendo particolare attenzione nella tutela dei luoghi santiper le diverse religioni. Erapero proprio questa logica tradizionalistica a rendere l’impero, anche militarmente debole, sempre pill inadatto alla modernita. Dalla meta del secolo siebbe un processo di svuotamento reale della sovranita del governo ottomano, indicato dai “privilegi di extra- temitorialita” che si era costretti a concendere agli occidentali. Tante erano poi le minacce proyenientei dai nazionalismi europei (Grecia e Serbia). Inoltre, la stessa religione islamica, con il suo carattere universalistico, ha opposto un formidabile ostacolo al consolidarsi di indentita particolaristiche come quelle nazionali Vi era anche la questione dei cristiani locali, spesso strumentalizzata dalle grandi potenze. « L’impero britannico La politica ottocentesca delle grandi potenze europee verso !’impero ottomano era una sorta di variante informale di colonialismo, per la quale il centro assume progressivamente il controllo delle periferie lasciando che queste conservino proprie istituzioni statali. Tutto cid tramite dei “trattati ineguali”, sottoscritti con tecniche intimidatorie. Di questo sistema furono maestriibritannici, grazie allo strapotere della loro flotta nelle rote oceaniche e nei mari “chiusi” come il Mediterraneo. Invece ifrancesi mostrarono come si potesse passare al colonialismo formale, quello che non concede alle periferie imperiali nemmeno la finzione di ordinamenti propri. La prima colonia inglese cra in Europa, cioé VIrlanda cattolica, cui non venne mai concessa autonomia. C’erano poi la Nuova Zelanda, Australia e Canada, in cui vigeva il modello di sovranita britannica mista a parziale autogoverno locale. Particolarita era India. L'India era la porta dell’ Asia. il punto di giunzione con il grande ricco e potenten impero cinese. All inizio del Settecento gli inglesi si erano guardati dallo scontrarsi con l’impero Moghul. che controllava la parte settentrionale del sub-continente. Avevano invece agito secondo logiche mercantilistiche, costituento una Compagnia delle Indie Orientali cui era stato concesso il monopolio dei commerci con I"India. Lo stesso imperatore Moghul aveva concesso alla Compagnia di crearsi una base nel porto di Calcutta. Alla meta del Settecento, il progressivo indebolimento dell’impero Moghul incoraggio gli inglesi alla conquista territoriale. 1 compito di amministrare i nuovi possedimenti fu peré assegnato alla stessa Cor i Ma come riuscirono alcune decine di migliaia di europei ad assoggettare un paese di antica civilta, popolato al 1800 da ben 185milioni di persone? II primo motivo é la superiorita britannica negli armamenti non solo navali, a cui si deve aggiungere Je debolezze politiche indiane, che si possono cosi schematizzare: decandenza dell’ impero Moghul; divisioni religiose tra la maggioranza indi e la minoranza islamica; le divisioni sociali particolarmente rigide in caste; la disponibilita delle popolazioni locali a venire a patti con gli stranieri senza farne un problema morale. Al contrario, i britannici vedevano I’India come un tutt’uno, e furono in grado di mettere comunita e potentati indigeni gli unic ontro gli altri, facendo prevalere il proprio punto di vista “globale” sui punti di vista “particolari”. Formarono un grande esercito anglo-indiano e applicarono in seguito il principio per cui P'impero doveva finanziarsi da sé e autorganizzarsi. La celebrata perizia degli artigiani indiani non poté reggere alla concorrenza dell’ industria meccanizzata inglese. Sisvilupparono le coltivazioni nonché I’esportazione di cotone grezzo ¢ di altri prodotti dell’agricoltura di piantagione. Vennero sottratte terre fertili a coltivazioni di tipo alimentare, fatto che causa un fenomeno di sottonutrizione tra la popolazione indiana. A Londra |a difesa di Calcutta era considerata esigenza primaria. Nella normale logica identitaria, impero britannico aveva bisogno di un nemico, che trove nell’impero zarista. Se in chiave economica é una contrapposizione senza senso, ce I’ha invece in chiave geopolitica, riguardante il controllo dei territori La strategia brittanica era quella diprevenire eventuali minacce, dunque si andé a sostenere !'impero ottomano di fronte alle iniziative dei russi. Fino al punto che nel 1841, al massimo della paranoia, |’esercito anglo-indiano super senza motivi le frontiere, attaccando I’Afghanistan, subendo una pesante sconfitta. La crisi si ebnne nel 1857-58, con una grande rivolta dei soldati dell’esercito anglo-indiano, che nel Nord rimisero sul trono I’ultimo discendente della dinastia Moghul. Repressa la rivolta, i britannici furono indottia dare una forma pil coerente la loro potere. Abolirono la Compagnia delle Indie, attribuirono alla regina Vittoria il titolo di regina delle Indie, misero pit attenzione nel controllo dei loro soldatie preseroa reclutarli nelle minoranze etniche. Ma questo imperialismo diretto fu attenuato con iniezioni di imperialismo indiretto: sievito di spossessareiregnantiindigeni esi presto molta attenzione nel gratificarli in modo da assicurarsene la fedelta. Si crearono scuole, ¢ persino un*universita indiana. « [Celeste Impero A meta Ottocento l’impero cinese era abitato da 412milioni di abitanti. Aveva un carattere proto- nazionale, con la maggioranza della popolazione appartenente ad un unico gruppo etnico, gli han. A governare ’impero sotto la dinastia Qing erano grandi funzionari, i mandarini, selezionati mediante una serie di esami straordinariamente difficoltosi di cultura classica cinese. Era un principio meritocratico, anche se, di fatto, gran parte dei mandarini provenica da una classe di proprietari fondiari, Impersonavano un idea di giustizia, la tradizioni giuridica e filosofica del confucianesimo. I potere centrale era assoluto, ma si trattava di un sistema moderno, che aveva eliminato privilegie prestazioni di natura “feudale”. La classe dirigente cinese non sentiva il bisogno di espandersi né dal punto di vista politico-militare, né da quello commerciale. Una politica non imperialista ma isolazionista. C’erano per grandi problemi, come il crescente consumo di oppio, numerose e aspre rivolte, fimzionari probabilmente corrotti. Il governo cinese non era del tutto ostile ai commercianti e consentiva che i mercanti britannici lavorassero ne! porto meridionale di Canton, da cui partiva il té e in cui giungeva l’oppio indiano. Cid finché il governo non ne proibi il consumo e commercio. La guerra dell’ oppio del 1939-42 dimostrd che la Cina non era in grado dicompetere con gli inglesi in operazioni militari. Il conflitto si chiuse con la stipulazione di un trattato ineguale, che obbligd i cinesi a pagare un’esorbitante somma di denaro a titolo di “riparazione”, ad aprire altri porti ai commerci occidentali ¢ a cedere l’isola di Hong Kong. Ne derivé una crisi di credibilita dell’impero che portd alla rivolta dei Taiping tra il 1850 ¢ il 1864. Gli occidentali guardarono inizialmente con simpatia ai Taiping, ma alla fine, timorosi del caos, appoggiarono le elites locali fedelial governo che riuscirono astroncare la ribellione. Cid nonimpedi a inglesi e francesi di muovere contro l'impero nel 1860 una seconda guerra ceh ebbe come conseguenza altritrattati ineguali. Anche il Giappone fu vittima dell*imperialismo “del libero mercato”. Per quanto il suo stato si chiamasse “impero”, si trattava piii che altro di un regno basato su antiche tradizioni culturali e statali, dotato di una spiccata identita proto-nazionale. L’imperatore non aveva potere politico reale: dominava unapotente aristocrazia, ma il governo era appannaggio per diritto ereditario diuno shogun della famiglia Tokugawa. Nel 1853 una flotta statunitense obbligo lo shogun ad aprire isuoi portie a sottoscrivere trattati ineguali i cui vantaggi vennero estesi alle potenze europee. I cedimenti agli stranieri provocarono insofferenza verso le politiche governative, proteste, rivolte. C’é una contraddizione strutturale nell’imperialismo indiretto: sottomette le istituzioni locali, ma le delegittima di fronte ai loro stessi sudditi e impedisce che svolgano le tradizionali funzioni d’ordine, proprio quelle che sono necessario allo stesso imperialismo. * L’impero americano Risulta ardua l’applicazione della nozione di Stato-nazione agli Stati Uniti della prima meta dell’Ottocento. Si pensava che la legittimita e la sovranita fossero patrimonio dei singoli Stati, che formavano I’unione, non de! governo federale. C’erano poi grandi differenze tra due aree del paese: Nord-est e Sud. Nel primo gruppo c’erano Stati con societa agricole ma con forte componente urbana, marittima, mercanitle ¢ industriale. Nel secono invece contava molto di pitt l’agricoltura, sul modello della piantagione basata sulla schiavit. Nel Sud degli Stati Uniti i cittadini si identificavano nella comunita, delimitata dalla “linea del colore”. [ proprietari di schiavi erano una minoranza tra i bianchi (25%) e Velite dei piantatori era una piccolissima minoranza dei proprietari di schiavi. Pero, quella minoranza era assimilita alla nobilta europea, e gran parte dei presidenti dell"Unione venivano da questo gruppo sociale. Nel Nord stavano affluendo gli immigrati provenienti dalla Germania, dalla Gran Bretagna e soprattutto dall’Irlanda. Erano destinati a mettere in discussione l’originaria identita del paese, piccolo proprietaria e protestante. Nella nuova situazione i nordisti, che pure in maggioranza non solidarizzavano coi neri, trovarono ancor piit ripugnante "idea di una societa come quella sudista, basata sull’ozio e non sul lavoro, sulla gerarchia e non sull’eguaglianza. Gli Stati del Nord abolirono la schiavitt, mentre quelli del Sud ne facevano il fulcro della loro identita. 11 36° parallelo e mezzo venne identificato come confine. Intanto, il governo federale fece i conticon il colonialismo europeo, con una successione di accordi. In questo contesto di ha la “dichiarazione Monroe”, il documente con cui gli Stati Uniti, per bocca del presidente James Monroe, proclamarono la loro ferma opposizione aqualsiasi nuova conquista coloniale europea nel continente (1832). La costruzione delle ferrovie dal 1830, grazie a capitali soprattutto inglesi, diede un grande contributo all’unificazione del territorio. Ne derivé la formazione negli Stati Uniti di una terza zona, |’Ovest, abitata da pionieri, allevatori, contadini, dove lo schiavismo non esisteva. Le idee che portarono all’espansione territoriale richiamavano la convinzione di un “destino manifesto” al dominio dell’ intero continente. > 1848 Tra il gennaio e i! marzo 1848 un’ondata rivoluzionaria sconvolge Europa. La prima insurrezione si realizza alla periferia del continente, mentre la seconda nel suo centro, a Parigi, a cui seguono Vienna, Berlino, Milano e Venezia. I] moto si trasmette da un luogo all’altro quasi simultaneamente. La repubblica trionfa subito in Francia insieme alla democrazia, all’idea del suffragio universale maschile. In Germania, nell'impero asburgico, in Italia, i governi placano gli insorti promettendo liberta, cioé ordinamenti costituzionali liberali. In Germania si riunisce la Dieta, dove emergono contrapposizioni: ipotesi grande-tedesca che vuole comprendere |’Austria in una costituenda federazione; ipotesi piccolo-tedesca, con l’iniziativa prussiana di costituire uno Stato nazionale che lasciasse fuori |’ Austria. Quanto al Lombardo-Veneto, le truppe austriache, scacciate da Milano e Venezia, si attestano agli ordini del loro comandante Radetzky intorno a Verona. Nel resto d'Italia, i regnanti hanno gid concesso Costituzioni liberal-moderate con il limite censitario al diritto di voto: regno di Sardegna, Graducato di Toscana, Stato della Chiesa, regno delle Due Sicilie. Il movimento patriottico invita i vari Stati della penisola a forrmare una Lega. Il re Carlo Alberto potrebbe mobilitare il suo esercito, non solo per acquisire meriti patriottici, ma anche per finalitd dinastiche. A Milano tra ’ altro nontutti desiderano l’annessione al Piemonte. Carlo Alberto finisce per giocare la carta della guerra: i piemontesientrano a Milano, marestano diffidenti verso idemocratici locali che pure hanno scacciato gli austriaci con l’insurrezzione delle Cinque giornate, verso ivolontari che accorrono da tutta Italia, verso Garibaldi. Ma la primavera sta finendo ¢ l’ondata rivoluzionaria europea comincia a defluire da Parigi. Inizia una seconda repubblica basata su una Costituzione democratica, un’unica assemblea parlamentare eletta a suffragio universale e un presidente eletto anche Ini dal popolo, Luigi Napoleone Bonaparte. Nel Lombardo-Veneto Radetzky passa al contrattacco: sconficce i piemontesi. Sia Vienna che a Berlino la rivoluzione viene schiacciata. L"Ungheria, sulla strada per l’indipendenza, crea un esercito nazionale che ottine successi contro quello imperiale. Nel 1849 l’imperatore Francesco Giuseppe dichiara di credere in un’ Austria unica e indivisibile, tramite al Costituzione. ‘Tl Papa fugge da Rma mentre vi affluiscono un gran numero di patrioti, tra cui Mazzinie Garibaldi. Viene proclamata la repubblica romana, e di fronte a questa iniziativa “rivoluzionaria” la monarchia sabauda tenta di recuperare riaprendo Ie ostilité contro gli austriaci. Si mobilita intanto contro i democratici italiani un nemico imprevisto: 1° © francese, che tenta di restaurare il potere temporale del papato. La resistenza a Rona ¢ organizzata da Garibaldi, mail nemico é troppo fortee larepubblica viene travolta. L’ondata rivoluzionaria si riassorbe con la stessa rapidita con cui é montata. Nulla di simile si realizzera maipit. » Unificazioni statali Tra il 1859 e il 1871 I Europa é attraversata da una radicale sequenza di guerre esterne e guerre civili. Vecchi stati nazione si rafforzano (Gran Bretagna, Francia), nuovi se ne formano laddove non esistevano (Italia, Germania), 0 superano una congenita fragilita (Usa). ¢ Autoritarsimo pill modernizzazione Nel 1851 Luigi Napoleone Bonaparte sciolse il parlamento promuovendo un colpo di Stato e chiedendo nel contempo al popolo di approvare la sua azione con una votazione a sufiragio universale. Con il consenso del popolo, si attribui il titolo di imperatore col nome di Napoleone IIL. Sipud ancora parlare di bonapartismo: il nuovo regime prevedeva limitazione delle liberta politiche e distampa, persecuzione degli oppositori, incoraggiamento allo sviluppo economico. Se le grandi citta si orientavano in prevalenza verso i progressisti, i contadini si orientavano verso i conservaotri. Intanto, nell’impero asburgico, Francesco Giuseppe tornava all’assolutismo annullando la Costituzione, ma lasciando in vigore le riforme antifeudali. Guardavano aunre, quello di Sardegna, anche ipatrioti italiani di ispirazione moderata ma unitaria, che consideravano cioé ormai superata l’ipotesi repubblicana sia quella federalista, Vittorio Emanuele IL successe a Carlo Alberto conservando in vita la costituzione del 1848, lo Statuto albertino. Capo del governo in questo periodo era Massimo D’Azeglio, a cui successe nel 1852 Camillo Benso conte di Cavour. Liberale moderato, sapeva bene quale arretratezza econamica e culturale affliggesse ltalia. Fece dunque in modo che il Piemonte infittisse le relazioni commerciali con Europa progredita. Rafforzd anche le relazioni diplomatiche e nel 1855 schierd un contingente piemontese in sostegno all’armata anglo-francese in Crimea.

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