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L'Italia nella grande guerra

Scala Spaziale: Nord Italia


Scala Temporale 1915-1918

Lentrata in guerra
Durante lo scoppio del conflitto l'Italia si era dichiarata esplicitamente neutrale, ma
il governo trattava in segreto un patto con le potenza dell'Intesa.
Il 26 aprile 1915 venne firmato definitivamente il Patto di Londra e l'entrata venne
ufficialmente resa nota il 23 maggio 1915.
Questo and a cancellare il trattato della Triplice Alleanza con gli imperi centrali
(Austro-Ungarico e Germania) del 1882.
L'Austria non si present impreparata all'avvenimento poich era consapevole
delle mire italiane nei confronti dei territori del Trentino e del Friuli e si era riparata
costruendo importanti difese in quei territori come forti e trincee, mobilitarono
anche numerose truppe provenienti del fronte orientale con la Russia, soldati che
gi da un anno si trovavano a combattere dei campi di battaglia ed erano ben
addestrati.
A causa della riservatezza delle operazioni diplomatiche svolte, l'esercito si trov
impreparato e ci volle del tempo per organizzare strategie e allestimenti, inoltre in
particolar modo erano assenti mitragliatrici e strumenti di artiglieria pesante che
rendevano lo schieramento italiano disorganizzato, inefficiente e molto inesperto.
Questa perdita di tempo permise ai rivali di organizzarsi al meglio lasciando poco
spazio alle offensive italiane limitandole strategicamente.
Il fronte italiano si estendeva per 650km dal mar Adriatico fino al Passo dello Stelvio
al confine con la svizzera, le 3 regioni protagoniste degli scontri erano Friuli, Veneto
e Trentino che corrispondeva al fronte meridionale.
Le persone arruolabili erano circa 6 milioni e in Italia il numero di famiglie era di 7.5
milioni, quindi allincirca ognuna di esse aveva un proprio componente che
combatteva al fronte.
La guerra per andava sostenuta anche
economicamente ma soprattutto bisognava
convincere la popolazione che fosse giusto
intraprenderla tramite unintensa propaganda a
sfondo patriottico nel quale veniva richiesto alla
popolazione di sottoscrivere un prestito come
finanziamento per lo stato.
Difronte a questo contesto ogni persona di
qualunque ceto sociale o categoria doveva in
qualche modo rendersi utile, infatti si mise in atto
una mobilitazione civile e industriale.
Le fabbriche erano quasi interamente incentrate
nella produzione di oggetti a scopo bellico in
maniera costante e senza alcun calo, inoltre
vennero instaurate delle organizzazioni per
controllare questi processi ed un corpo di tecnici
addetti al collaudo di armi ed esplosivi.
Un altro problema fu la mancanza di manodopera che venne colmata con
lassunzione di massa di persone provenienti dalle colonie, donne e bambini di
qualunque et che oltre a realizzare i prodotti riuscirono anche di mantenere le
famiglie.
A livello politico furono emanate delle leggi per facilitare la gestione del territorio e
delle risorse, il 21 maggio 1915 ne venne approvata una che diede pieno potere al
governo che eman normative a difesa delleconomia e dello stato.

Le battaglie del Carso


Nella zona del Carso vi furono 12 battaglie significative tra il 1915 e il 1917.
Le prime quattro furono guerre di posizione, cio i soldati combattevamo dalle
trincee respingendo gli assalti nemici che spesso non sortivano alcun effetto data
la difficile mobilit nei territori montani e le difese asserragliate che portavano
solamente a grosse perdite di risorse.
Alla fine di questi scontri iniziali l'esercito italiano ottenne territori di estensione
pressoch inconsistente, quindi nella quinta e sesta battaglia l'offensiva era formata
da 300000 uomini, 57000 mezzi e 10000 carri la quale si spost sull'Isonzo che colp di
sorpresa la truppe nemiche che persero Gorizia.
Per cercare di tenere il fronte vi furono altri tre scontri di posizione per altro il risultato
fu ottenuto con successo.
Nella decima battaglia iniziavano ad aumentare risorse e tempi impiegati che
arrivarono fino ad un mese di scontri che portarono a enormi perdite per le truppe
italiane che fallirono lincursione
Una presa di territorio anche se molto piccola arriv con la successiva ma ad un
prezzo altissimo in numero di vite umane, questo scontro permise alle truppe ma
soprattutto ai generali stessi di acquisire una sicurezza che si dimostr fatale.
Gli austro-ungarici, essendo consapevoli della loro inferiorit (24 divisioni a 51) e che
probabilmente avrebbero perso Trieste alla prossima offensiva, anticiparono le
mosse bombardando massicciamente l'esercito italiano in modo preciso ed
efficace, a questo segu un incursione di soldati scelti tedeschi che sbaragliarono
senza difficolt le file italiane costringendole alla ritirata fino a Caporetto e alla
perdite di Monte Maggiore.
Il giorno seguente per evitare di ingigantire ancora di pi il disastro venne ordinata
la ritirata e Cadorna per cercare di giustificarsi ai vertici del governo italiano disse
che la seconda armata si arrese senza combattere quando effettivamente invece
era stata lasciata senza una strategia dato che gli uomini al comando erano fuggiti
e quindi non fu possibile organizzare una controffensiva sincronizzata ed efficace,
questo port il generale ad essere destituito.
Politicamente la sconfitta fu pesante ma i soldati che sopravvissero festeggiarono
gettando via le armi pensando che finalmente lo strazio della guerra era arrivato al
suo orizzonte.

Moti di Torino
La necessit di convergere la gran parte delle risorse economiche verso lo scontro
permise un notevole aumento dellinflazione che mise in notevole difficolt i
lavoratori con salario fisso che solo per procurarsi il cibo dovevano spendere circa
il doppio rispetto agli anni precedenti causa vertiginoso aumento del costo dei beni
di prima necessit.
Il problema divenne insostenibile quando venne stabilit una quantit fissa di
vendita procapite di pane (300g) e inizi sempre pi frequentemente a mancare
la farina per produrlo a causa del divieto di trasporto di cereali tra province.
Il 21 agosto 1917 si esaurirono definitivamente le scorte di pane cittadine e il giorno
seguente quasi ogni panificio si ritrov senza pane che provoc delle rivolte
popolari.
Queste erano guidate spesso da donne dato che gli uomini erano al fronte e si
verificarono numerosi saccheggi in luoghi come caserme e negozi che erano
ancora provvisti di tali beni.
Il 24 agosto lesercito sed la rivolta nel sangue e dopo alcuni giorni nei quali si
verificarono altri scioperi la situazione torn nellordine con numerosi arresti e molti
operai rimasti per la produzione bellica inviati a combattere.

Diaz e la controffensiva
A Cadorna segu Armando Diaz e alla guida del paese ormai c'era Vittorio
Emanuele Orlando che capendo le sofferenze della popolazione che rischiavano
di scoppiare in una guerra civile irreparabile chiese finanziamenti alle nazioni degli
Alleati per cercare di risollevare la nazione.
A livello militare le truppe tedesche si erano spostate nel fronte francese e Diaz
ordin ai suoi uomini un atteggiamento completamente difensivo in attesa di una
riorganizzazione o un indebolimento del nemico.
Infatti nel 1918 l'asse stava perdendo ogni risorsa per sostenere la guerra e le truppe
italiane colsero l'occasione per sferrare un attacco nella regione di Vittorio Veneto.
Il 24 ottobre l'offensiva inizi sul monte Grappa con il fine di prendere possesso dei
territori del monte Pertica e il Prassolan.
Queste zone durante gli scontri avevano cambiato
spesso dominio come accadeva nelle battaglie di
logoramento e la piena del Piave impediva alle
allesercito di Diaz di sferrare l'attacco decisivo.
Gli austriaci conquistato il monte Pertica si auto
costrinsero alla ritirata poich erano colpiti dalla
loro stessa artiglieria oltre che a quella dei rivali a
causa della forte nebbia che imperversava nel
territorio.
Gradualmente stavano perdendo potenza e si
verificarono numerosi ammutinamenti tra le loro
fila e dal 31 ottobre al 2 novembre gli italiani
ruppero il muro difensivo costringendoli alla ritirata.
Il 3 venne firmato ufficialmente l'armistizio e il 4
venne annunciata al paese la vittoria.

Il caso Mussolini
Un evento particolare accaduto fu quello che
riguard proprio il futuro dittatore italiano Benito Mussolini.
Durante un esercitazione del 23 febbraio 1917 sul Carso ci fu un incidente, un
lanciabombe scoppi uccidendo 5 soldati e fer Mussolini con una pioggia di
schegge ma non in modo letale e quando fu trasferito a Milano due mesi dopo un
referto medico accert che le sue condizioni erano ottime.
Il 24 luglio tutte le ferite furono completamente rimarginate ma lui non torn mai al
fronte scatenando numerose polemiche, lipotesi pi accreditata che qualche
superiore prefer allontanarlo dalle zone di guerra e averlo in funzione della
campagna propagandistica.

Contesto post bellico


La fine del grande conflitto non sanc comunque la risoluzione di tutti i problemi che
incombevano nel paese che durante gli scontri erano passati in secondo piano.
Il debito che lo stato accumul sali alle stelle, ben 69 miliardi di lire erano solamente
quello interno, poi anche quello con altre nazioni in particolare con Inghilterra e
Stati Uniti rispettivamente di 15 e 9 miliardi.
Questo fu causa della diminuzione del valore della lira con un conseguente
aumento del costo della vita (quasi triplicato) e la produzione industriale avviatosi
durante quegli anni marc in modo pi netto il divario fra nord e sud.
I problemi a livello sociale emersero di pi tra contadini e operai che dopo le
propagande belliche che illudevano ad un futuro di prosperit e crescita si
ritrovarono di fronte un presente completamente diverso pieno di povert che influ
molto anche nella vita della piccola e media borghesia.

SITOGRAFIA:
http://www.sturzo.it/
http://www.treccani.it/
http://cronologia.leonardo.it/
http://www.corriere.it/
http://www.lagrandeguerra.net/
http://www.tuttostoria.net/
BIBLIOGRAFIA:
MilleDuemila
EcoStoria
Centri e Periferie
Raccontare la storia

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