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Giurisprudenza in materia di delega di funzioni

Individuazione normativa di soggetti responsabili:


I collaboratori del datore di lavoro sono da considerare per il solo fatto di essere inquadrati come dirigenti o preposti e
nellambito delle rispettive attribuzioni e competenze destinatari degli obblighi di sicurezza, indipendentemente dal
conferimento di una specifica delega o dalla sua piena prova: si afferma, infatti, che i singoli preposti, essendo
quotidianamente presenti sui luoghi di lavoro, a costante contatto con i lavoratori, possono garantire una tutela
antinfortunistica pi immediata e, quindi, pi incisiva ed efficace.
Cass. pen., 30.03.2006.

In materia di infortuni sul lavoro, il datore di lavoro non pu andare esente da responsabilit, sostenendo esservi stata
una delega di funzioni a tal fine utile, per il solo fatto che abbia provveduto a designare il responsabile del servizio
prevenzione e protezione, trattandosi di figura, questa, obbligatoriamente prescritta dall'articolo 8 del D.Lgs. 19
settembre 1994 n. 626 per l'osservanza di quanto previsto dal successivo articolo 9, ma non confondibile con quella, del
tutto facoltativa ed eventuale, del dirigente delegato all'osservanza delle norme antinfortunistiche ed alla sicurezza dei
lavoratori. (Rigetta, App. Trento, 24 Gennaio 2003)
Cass. pen., Sez. IV, 10/11/2005, n.47363

Responsabilit per lorganizzazione generale/responsabilit per lattivit funzionale:


In tema di individuazione delle responsabilit penali all'interno delle strutture complesse, ai fini della operativit della
delega di funzioni occorre distinguere tra difetti strutturali e deficienze inerenti all'ordinario buon funzionamento della
struttura aziendale, atteso che in relazione alle prime permane la responsabilit dei vertici aziendali, mentre per le
seconde occorre distinguere fra quelle di carattere occasionale, soltanto per le quali non sussiste in ogni caso una
riferibilit al soggetto apicale, e quelle permanenti, per le quali, ai fini della ascrivibilit al datore di lavoro, si richiede
la prova della conoscenza delle stesse da parte degli organi di vertice.
Cass. pen., Sez. III, 13/07/2004, n.39268

Criterio sostanziale o delleffettivit:


In tema di lesioni colpose da infortunio sul lavoro, ai fini dell'identificazione della persona responsabile, nell'ambito di
un'impresa in cui la ripartizione delle funzioni imposta dall'organizzazione aziendale, occorre accertare l'effettiva
situazione di responsabilit all'interno delle posizioni di vertice per individuare i soggetti titolari dell'obbligo di
garanzia, che pu prescindere da un atto formale di delega. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto, a fronte della
doglianza sulla mancanza di prova della delega di funzioni, che doveva prevalere la realt effettiva, desumendosi dalla
posizione verticistica degli imputati le responsabilit connesse alle mansioni).
Cass. pen., Sez. IV, 30/06/2004, n.36774

In materia di infortuni sul lavoro, il principio in forza del quale il datore di lavoro pu trasferire la propria posizione di
garanzia circa gli obblighi di prevenzione e sorveglianza imposti dalla normativa antinfortunistica solo attraverso un
provvedimento formale di delega ad altro soggetto subentrante con esplicita indicazione delle funzioni ed esplicita
accettazione, va contemperato - quando tale principio debba trovare attuazione in un'impresa di grandi dimensioni - con
la necessit di accertare, in concreto, l'effettiva situazione della gerarchia delle responsabilit all'interno delle posizioni
di vertice, cos da verificare la predisposizione, da parte del datore di lavoro di adeguato organigramma dirigenziale ed
esecutivo il cui corretto funzionamento esonera l'imprenditore da responsabilit di livello intermedio e finale. (Nella
fattispecie la Corte ha accolto il ricorso dell'imputato imprenditore censurando la condanna sotto il profilo della
insufficiente motivazione circa la valutazione della complessit della struttura aziendale in ragione della quale il difetto
formale di delega al sostituto non appariva sufficiente a sostenere il giudizio di responsabilit).
Cass. pen., Sez. IV, 09/07/2003, n.37470

In materia di violazione della normativa antinfortunistica, soltanto ove sia interessata una impresa di grandi dimensioni,
in cui la ripartizione delle funzioni imposta dallorganizzazione aziendale, occorre accertare, ai fini dellindividuazione
della persona responsabile, leffettiva situazione delle posizioni di vertice per individuare i soggetti i cui compiti di
prevenzione sono concretamente affidati con la predisposizione e lattribuzione dei correlativi e necessari poteri per
adempierli.
Cass. pen., Sez. IV, 31.03.2006, n. 11358 (pubblicata in Riv. trim. dir. pen. econ., 3/2006, 719 ss., con nota di D.Piva)

Requisiti:
In materia di tutela dall'inquinamento la delega di funzioni, per potere agire quale scriminante della responsabilit
penale, deve essere accompagnata dalle seguenti condizioni: a) la natura formale ed espressa, ovvero una delega scritta;
b) la natura non occasionale, ma strutturale, nel senso della conformit alle norme statutarie previa adozione secondo le

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procedure e da parte degli organi competenti; c) la specificit, nel senso di un puntuale contenuto; d) la pubblicit; e)
l'effettivo trasferimento di poteri decisionali in capo al delegato, con la attribuzione di una completa autonomia di
gestione e con piena e completa disponibilit economica; f) le dimensioni dell'impresa, tali da giustificare la necessit di
decentrare compiti e responsabilit; g) la capacit ed idoneit tecnica del soggetto delegato; h) l'insussistenza di una
richiesta di intervento da parte del delegato; i) la mancata conoscenza della negligenza o sopravvenuta inidoneit del
delegato; 1) che l'inquadramento non derivi da cause strutturali dovute ad omissioni di scelte generali, m) la natura
eccezionale della delega e la necessit di una prova rigorosa della osservanza di tutte le condizioni di legge.
Cass. pen., Sez. III, 03/12/1999, n.422

E' ammissibile la delega di funzioni nell'ambito di un'impresa, qualora il titolare per la molteplicit dei compiti
istituzionali o per la complessivit dell'organizzazione aziendale non possa provvedervi personalmente, purch tali
compiti siano affidati in base a precise disposizioni preventivamente adottate a persone dotate di capacit tecnica ed
autonomia decisionale. In tal caso delle eventuali violazioni commesse rispondono le persone preposte alla direzione di
singoli rami o impianti e non il titolare dell'azienda.
Cass. pen., Sez. III, 03/03/1992

Effettivit della delega:


In tema di delega di funzioni, va verificato in concreto se il delegato abbia effettivi poteri decisionali e di spesa per la
sicurezza, indipendentemente dal contenuto della delibera con cui stato nominato.
Cass. pen., Sez. IV, 09/06/2004, n.36769

L'omessa adozione di una protezione di tipo strutturale in un ambiente di lavoro pericoloso, se si accompagna alla
frequente presenza del datore di lavoro sul luogo di lavoro, lo rende (cor)responsabile dell'evento infortunistico,
nonostante il conferimento di delega di funzioni originariamente valida ed efficace ad uno dei dirigenti dell'impresa,
giacch il conferimento al delegato delle funzioni proprie del delegante non espropria quest'ultimo dei relativi poteri.
Cass. pen., Sez. IV, 09/05/2002, n.26208

La delega di funzioni pu considerarsi idonea a sollevare da responsabilit il datore di lavoro ove il delegante affidi
attribuzioni e competenze proprie al suo ruolo a persona tecnicamente preparata e capace, che abbia volontariamente
accettato la delega nella consapevolezza degli obblighi di cui viene a gravarsi, che sia fornita di poteri autoritativi e
decisori autonomi pari a quelli dell'imprenditore e idonei a far fronte alle esigenze connesse all'apprestamento dei
presidi antinfortunistici, compreso l'accesso ai mezzi finanziari.
Cass. pen., Sez. IV, 05/05/2000, n.7418

Il committente delle opere da svolgersi nei cantieri di cui all'art. 3, comma 3, D.Lgs. n. 494/1996 il soggetto obbligato
in via originaria e principale alla designazione dei coordinatori per la progettazione e l'esecuzione dei lavori. Il
committente viene esonerato da responsabilit per effetto della nomina del responsabile dei lavori purch detta nomina
sia tempestivamente effettuata prima dell'inizio dei lavori e sia accompagnata da un atto di delega con il quale si
attribuiscono poteri decisionali, determinando la sfera delle competenze attribuite con specifico riferimento alla
designazione dei suddetti coordinatori.
Cass. pen., Sez. III, 25/01/2007, n.7211

Forma o prova della delega:


In tema di individuazione delle responsabilit penali nelle strutture complesse, la necessit che la delega di funzioni da
parte dei vertici aziendali ai soggetti preposti debba avere forma espressa e contenuto chiaro non comporta la necessit
della forma scritta, richiesta nel solo settore pubblico, atteso che solo in campo amministrativo sussiste l'esigenza di una
formalizzazione dei rapporti organizzativi all'interno della struttura.
Cass. pen., Sez. III, 13/07/2004, n.39268

In tema di responsabilit penale all'interno di un ente collettivo, la delega di funzioni deve avere forma espressa e
contenuto chiaro, deve garantire al delegato autonomia gestionale e capacit di spesa e deve essere attribuita a persona
professionalmente idonea, mentre non richiesta la forma scritta n requisiti dimensionali dell'impresa tali da imporre il
decentramento delle mansioni.
Cass. pen., Sez. III, 13/03/2003, n.22931

Il principio secondo cui l'individuazione dei destinatari degli obblighi antinfortunistici deve fondarsi sulle funzioni in
concreto esercitate e non sulla qualifica rivestita, non trova applicazione "sic et sempliciter" al datore di lavoro, in
quanto questi ha una "funzione formale" tale da esser di per s portatore di responsabilit antinfortunistica, a meno che
non conferisca apposita delega ad altri o, nel caso, di pi titolari, a meno che costoro non addivengano ad una
suddivisione dei compiti, accollandosi soltanto alcuni quello, proprio di tutti, di sovrintendere alla osservanza delle
norme antinfortunistiche. La prova di tale delega, per, deve essere fornita in modo rigoroso, deve essere certa, anche se

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non deve essere necessariamente conferita per iscritto perch comporta un'eccezione a favore di colui che il principale
destinatario delle norme antinfortunistiche e dei relativi obblighi.
Cass. pen., Sez. IV, 08/03/1995

Rilevanza delle dimensioni dellimpresa:


Gli adempimenti non delegabili dal datore di lavoro sono espressamente individuati dalla normativa di prevenzione
infortuni (art. 1, comma 4-ter, D.Lgs. n. 626 del 1994) prescindendo dalla dimensione dell'impresa che non rileva ai fini
della delega di funzioni.
Cass. pen., Sez. III, 12/04/2005, n.26122

In tema di disciplina per le attivit trasfusionali, il reato di cui all'art. 17, comma 1, della legge 4 maggio 1990 n. 107
(nella specie consistito nell'avere conservato per la distribuzione sangue umano in emoteca priva dei requisiti prescritti
dal D.M. Sanit 27 dicembre 1990), non ha natura di reato proprio e, pertanto, di esso, qualora si sia verificato
nell'ambito di una casa di cura, risponde anche il legale rappresentante della struttura, a meno che, trattandosi di
impresa di grandi dimensioni, non risulti provata la esistenza di una valida delega di funzioni in capo a personale
tecnico.
Cass. pen., Sez. III, 08/05/2002, n.21433

In tema di infortuni sul lavoro verificatisi in una impresa di grandi dimensioni il datore di lavoro pu essere esonerato
da responsabilit in merito all'osservanza delle norme antinfortunistiche solo quando sia rigorosamente provato che
abbia delegato ad altra persona, tecnicamente qualificata, l'incarico di seguire lo svolgimento del lavoro, riservando per
s solo funzioni amministrative e non risulti che sia a conoscenza di eventuali inadempienze della persona da lui
delegata; ne consegue che se l'imprenditore ammetta di non avere convenientemente istruito l'infortunato circa il
funzionamento della macchina a cui era addetto, in quanto dichiari che preposte a tale compito vi erano altre persone in
possesso di cognizioni tecniche ed operative, di cui egli invece era sprovvisto, e si accerti che la deficienza
organizzativa non possa non addebitarsi all'imputato perch i suoi preposti risultano essere dei meri dipendenti e non
risulti in alcun modo che le dimensioni dell'impresa siano tali da rendere inevitabile la delega a dipendenti specializzati
di parte delle responsabilit gravanti sul datore di lavoro, solo questo va ritenuto responsabile del fatto-reato
verificatosi. Cass. pen., 22/03/1985

Informazione e tolleranza:
In materia di prevenzione infortuni ed igiene sul lavoro nell'ambito di un ente pubblico territoriale, quale il comune, la
delega di funzioni valida solo se corrisponda alle precise e ineludibili norme (della legge generale, ma anche soltanto
regolamentari o interne) e alle disposizioni statutarie che la prevedono e sia accompagnata dall'effettivo trasferimento
dei poteri in capo al delegato con l'attribuzione di una completa autonomia decisionale e gestionale e con piena
disponibilit economica; e, d'altra parte, attesa la posizione di garanzia del sindaco e la sua qualit di destinatario delle
norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, la delega di funzioni in favore di altri soggetti, come il dirigente o il
funzionario preposti, assume valore, al fine di escludere la responsabilit in capo al delegante, solo ove l'organo elettivo
sia incolpevolmente estraneo alle inadempienze del delegato e non sia neppure stato informato di tali inadempienze,
cos da escludere un atteggiamento di inerzia o di colpevole tolleranza. (Nella fattispecie, il sindaco era stato
direttamente e personalmente avvertito delle carenze dell'impianto elettrico di un istituto scolastico mediante lettere
inviategli dal tecnico comunale).
Cass. pen., Sez. III, 05/11/2002, n.246

In tema di norme per la prevenzione dagli infortuni, non si pu ascrivere al dirigente ogni violazione di specifiche
norme antinfortunistiche atteso che, sebbene l'art. 2 lett. b), seconda parte, d.lg. n. 626 del 1994 individua la nozione di
datore di lavoro pubblico nel dirigente al quale spettano i poteri di gestione, l'art. 4 comma 12 d.lg. citato ribadisce il
principio fondamentale in materia di delega di funzioni secondo cui, attesa la posizione di garanzia assunta dal sindaco
e dagli assessori in materia di prevenzione, la delega in favore del dirigente assume valore solo ove gli organi elettivi e
politici siano incolpevolmente estranei alle inadempienze del delegato e non siano stati informati, assumendo un
atteggiamento di inerzia e di colpevole tolleranza. (Nella specie la Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici di
merito i quali avevano affermato, oltre quella del dirigente che non si era avvalso dei dipendenti comunali per effettuare
le opere minimali necessarie, anche la responsabilit penale del sindaco il quale, messo a conoscenza delle violazioni
esistenti e delle misure da adottare, non aveva provveduto a richiedere le necessarie variazioni in bilancio per una
partita relativa a poche opere provvisionali e neppure azionato i poteri di impegnativa di spese del c.d. fondo di riserva).
Cass. pen., Sez. III, 24/11/2000, n.257

In materia di prevenzione infortuni ed igiene sul lavoro nell'ambito di un ente pubblico territoriale, quale un Comune,
attesa la posizione di garanzia del sindaco - e degli assessori, la delega di funzioni in favore di altri soggetti, quale il
dirigente o il funzionario preposto, assume valore, al fine di escludere la responsabilit in capo ai deleganti, solo ove gli

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organi elettivi siano incolpevolmente estranei alle inadempienze del delegato, e non siano neppure stati informati di tali
inadempienze, cos da escludere un atteggiamento di inerzia e di colpevole tolleranza.
Cass. pen., Sez. III, 02/06/2000, n.8585

L'esistenza di un'apposita ripartizione per i servizi tecnici, comportando per chi vi preposto anche compiti di vigilanza
senza che occorra una delega del presidente della usl in tal senso, esonera costui dalla responsabilit per le
contravvenzioni derivanti dalla mancata adozione delle misure di prevenzione sugli infortuni sul lavoro in assenza
anche di sollecitazioni che stimolassero il presidente della usl ad attivare le funzioni di soprintendenza al buon
funzionamento degli uffici; (fattispecie in cui, esistendo una specifica ripartizione dei servizi tecnici, con a capo un
ingegnere coordinatore, si esclusa la responsabilit del presidente dell'usl per l'inosservanza delle norme di sicurezza
sul lavoro derivante dal mantenimento delle rampe di accesso e delle passerelle utilizzate dal personale addetto alle
caldaie, in condizioni da non assicurare adeguata protezione agli operatori).
Cass. pen., Sez. III, 23/01/1992

In particolare, sulla responsabilit degli amministratori:

L'amministratore di societ, che, contravvenendo all'obbligo contenuto nell'art. 2392 cod. civ. di impedire non solo gli
atti pregiudizievoli per la societ ma anche quelli pregiudizievoli per i soci, i creditori o i terzi, non adempie al suo
obbligo di garanzia, concorre, ex art. 40 cpv. cod. pen., per omissione, consistita nella mancata vigilanza e nella mancata
attivazione per impedire l'adozione di atti di gestione pregiudizievoli, nei delitti fallimentari commessi da altri
amministratori, dal momento che anche gli interessi tutelati dalle norme penali fallimentari sono compresi tra quelli
affidati alle sue cure. (Annulla in parte senza rinvio, App. Milano, 14 febbraio 2004)
Cass. pen., Sez. V, 24/05/2006, n.36764

In tema di sicurezza e di igiene del lavoro, nelle societ di capitale il datore di lavoro si identifica con i soggetti
effettivamente titolari dei poteri decisionali e di spesa all'interno dell'azienda, e quindi con i vertici dell'azienda stessa,
ovvero nel Presidente del Consiglio di amministrazione, o Amministratore delegato o componente del Consiglio di
amministrazione cui siano state attribuite le relative funzioni. (Nell'occasione la Corte ha ulteriormente precisato che
nell'eventualit di una ripartizione di funzioni nell'ambito del Consiglio di amministrazione ex art. 2381 c.c. gli altri
componenti rispondono anch'essi del fatto illecito allorch abbiano dolosamente omesso di vigilare o, una volta venuti a
conoscenza di atti illeciti o dell'inidoneit del delegato, non siano intervenuti).
Cass. pen., Sez. III, 09/03/2005, n.12370

Nel caso di imprese gestite da societ di capitali, gli obblighi concernenti l'igiene e la sicurezza del lavoro gravano su
tutti i componenti del consiglio di amministrazione, la delega di gestione in proposito conferita ad uno o pi
amministratori, se specifica e comprensiva dei poteri di deliberazione e spesa, pu ridurre la portata della posizione di
garanzia attribuita agli ulteriori componenti del consiglio, ma non escluderla interamente, poich non possono
comunque essere trasferiti i doveri di controllo sul generale andamento della gestione e di intervento sostitutivo nel caso
di mancato esercizio della delega. (Fattispecie relativa ad impresa il cui processo produttivo, riguardando beni realizzati
anche con amianto, aveva esposto costantemente i lavoratori al rischio di inalazione delle relative polveri, la corte ha
ritenuto, pur a fronte dell'esistenza di amministratori muniti di delega per l'ordinaria amministrazione, e dunque per
l'adozione di misure di protezione concernenti i singoli lavoratori od aspetti particolari dell'attivit produttiva, che
gravasse su tutti i componenti del consiglio di amministrazione il compito di vigilare sulla complessiva politica della
sicurezza dell'azienda, il cui radicale mutamento - per l'onerosit e la portata degli interventi necessari - sarebbe stato
indispensabile per assicurare l'igiene del lavoro e la prevenzione delle malattie professionali).
Cass. pen., Sez. IV, 14/01/2004, n.988

In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, il destinatario dei relativi obblighi, nel
caso di societ di capitali, , in via primaria, il consiglio di amministrazione (o l'amministratore unico) per cui, ove
siano stati nominati, a norma di statuto, uno o pi amministratori delegati, ci non implica l'automatico esonero dei
consiglieri di amministrazione da ogni responsabilit, dovendosi verificare, di volta in volta, quale sia l'ambito della
delega e, in particolare, se essa comprenda anche gli atti di straordinaria amministrazione eventualmente necessari per
adeguare gli ambienti e le tecniche di lavoro alle prescrizioni di legge, rimanendo, in caso contrario, l'obbligo
dell'esecuzione degli atti anzidetti a carico del consiglio di amministrazione e, quindi, per i riflessi penalistici, dei
singoli suoi componenti sui quali, inoltre, continua in ogni caso a gravare l'obbligo residuale, non delegabile, di
adempiere al dovere di vigilanza e di eventuale intervento sostitutivo quando questo sia richiesto da situazioni che siano
o avrebbero dovuto essere conosciute.
Cass. pen., Sez. IV, 11/07/2002, n.988

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