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Introduzione

Opinione diffusa che la riforma abbia modificato la disciplina delle srl, oggi
disciplinate da un insieme autonomo di norme e non pi mediante rinvio alla
disciplina delle spa.
Si attribuito notevole spazio all'autonomia privata.
Originariamente spa e srl erano regolate come due modelli congegnali
uno alle imprese di grandi dimensioni (spa)
uno alle imprese di dimensioni ridotte (srl).
Tale intenzione non si realizzata appieno perch grandi imprese utilizzavano lo
schema della srl e viceversa.
L'intento di diversificazione perseguito distinguendo nella srl l'aspetto interno dei
rapporti fra i soci da quello esterno con i terzi.
Si aumentata l'autonomia privata disciplinando i rapporti fra soci con norme
derogabili, per consentire nell'atto costitutivo una regolamentazione specifica, adatta
alle esigenze della societ. Si riscontra quindi maggiore snellezza nell'organizzazione
delle srl.
Tale prospettiva aumenta le capacit concorrenziali delle srl, soprattutto in ambito
europeo.
Ma giusto affermare l'ormai possibile classificazione della srl come una societ di
persone? No, lo sarebbe solo per certi aspetti della sua disciplina ma non in toto.
Capitolo 1: la costituzione della societ.
1. Le indicazioni dell'atto costitutivo.
La disciplina della costituzione delle srl rimasta uguale a quella delle spa (a
conferma che questa deve ancora essere considerata una societ di capitali).
Latto costitutivo deve essere redatto in forma pubblica e si acquista la personalit
giuridica al momento delliscrizione sul registro delle imprese.
L'art. 2463 conta 9 punti, ne evidenziamo alcuni:
1) Latto costitutivo deve indicare solo il comune dove sono poste la sede
principale e le eventuali sedi secondarie della societ, non deve contenere
lindirizzo cos non necessario modificare latto costitutivo se la societ
cambia solo lindirizzo (lindirizzo va depositato al registro delle imprese e in
caso di modifica gli amministratori la comunicano al registro stesso).
2) Latto costitutivo deve contenere ci che costituisce lattivit che costituisce
loggetto sociale e non pi il solo oggetto sociale cos da non concedere la
possibilit di ricomprendere un ventaglio molto ampio di attivit che era
invece previsto dalla precedente disciplina. (riforma nel 2003). il grado di
analiticit della specificazione dell'attivit condiziona l'applicazione di varie
norme di importanza fondamentale, tuttavia invalsa la prassi di indicare
attivit estremamente generiche.
Non pi necessario indicare nellatto costitutivo la durata della societ ( requisito
richiesto invece nelle spa, che possono per essere costituite a tempo indeterminato
con lobbligo di indicare il periodo di tempo dopo il quale il socio ha la facolt di
recedere). Anche le SRL possono essere costituite a tempo indeterminato e il diritto di
recesso del socio pu essere esercitato con un preavviso di almeno 180 giorni e di non

pi di un anno se non indicato nellatto costitutivo la societ ha una durata a tempo


indeterminato. Si pongono due questioni:
1. ipotesi in cui il termine sia indicato, ma sia molto distante. La societ
deve allora considerarsi come a termine determinato o indeterminato?
2. Ipotesi di proroga tacita della societ, essendo imprescindibile
l'esigenza di modificare lo Statuto, la questione va risolta in negativo.
L'atto dev'essere iscritto nel registro delle imprese
2. Atto costitutivo e statuto.
Secondo la corrente dottrinale prevalente, lart 2463, a differenza delle spa, ci dice che
non ammissibile redigere lo statuto quale atto separato dallatto costitutivo. Il vero
problema interpretativo sta per nella norma dellart 2328 (spa) che dice che le
clausole dellatto costitutivo prevalgono su quelle dello statuto.
SOLUZIONI:
interpretando in via diretta: non si pu ammettere tale regola alle srl perche
lart 2463 non richiama lart 2328;
interpretando in via analogica potrebbe essere ammissibile ma si pongono
problemi sullapplicazione dellart 2328 vista la sua specialit. Si potrebbero
altrimenti applicare le regole generali sullinterpretazione del contratto ex artt
1362 e ss (va interpretato alla luce di ci che le parti volevano realizzare col
contratto; criteri soggettivi: in claris non fit interpretatio; criteri soggettivi (di
buona fede): interpretare come interpreterebbero persone corrette e leali.
3. L'iscrizione nel registro delle imprese.
Sia per spa che per srl, liscrizione nel registro delle imprese viene fatta da parte del
notaio rogante ex art 2330; non necessario quindi il giudizio di omologazione da
parte del tribunale:
il notaio rogante lo deposita entro 20gg al registro delle imprese controllando
che abbia i requisiti formali ex art 2329;
se non depositato entro 20gg pu essere depositato da uno qualsiasi dei soci a
spese della societ;
Il registro delle imprese valuta la regolarit formale della documentazione depositata.
Tutte le modifiche dell'atto vanno decise in sede di assemblea. Dopo la riforma non si
ha pi la distinzione fra assemblea ordinaria e assemblea straordinaria.
Il verbale redatto dal notaio, il quale, se non ritiene adempiute le condizioni, ne da
comunicazione agli amministratori che nei 30 giorni successivi possono:
convocare l'assemblea per provvedere agli adempimenti
chiedere l'omologazione al tribunale.
La disciplina dell'iscrizione dell'atto costitutivo diversa da quella dell'iscrizione
delle modifiche: circa la prima, essendo l'atto redatto da un notaio, ne discende che
questo ha l'obbligo di non redigerlo se lo ritiene nullo; relativamente alla seconda, si
tratta di delibere adottate dai soci per le quali il notaio non pu rifiutarsi di redigere.
In caso d'inerzia degli amministratori, l'omologazione pu essere richiesta dal socio?
Non finch questi non hanno scelto l'alternativa da seguire. Ma se hanno convocato
l'assemblea e questa non ha revocato la deliberazione occorre riconoscere ad ogni
socio il potere di chiedere l'omologazione.

4. I patti parasociali.
Sono quegli accordi che rimangono autonomi rispetto alllatto costitutivo e hanno una
durata massima di 5 anni e sono rinnovabili; si riferiscono alle societ quotate in
borsa.
Con la riforma stata introdotta una disciplina di quelli delle spa, ci si chiede se possa
essere analogicamente applicata alle srl. La disciplina prevede due aspetti:
1) la durata massima di 5 anni
2) il diritto di recesso con preavviso di 180 giorni.
Pur non essendo l'art. 2341Bis richiamato nella disciplina della srl, ipotizzabile
l'applicazione analogica? Considerando che esso riguarda anche societ che
controllano spa (che potrebbero essere srl) sembrerebbe di si, ma se la srl non
societ controllante la sua applicabilit incerta.
Nelle SPA i patti parasociali sono di 3 tipi:
i sindacati di voto: gruppi di azionisti che si accordano su come votare per
rafforzare le loro posizioni in merito al voto stesso;
i sindacati di blocco: pongono limiti al trasferimento delle partecipazioni per
garantire la sicurezza rispetto alla partecipazione di soggetti non desiderati;
i sindacati di controllo: esercizio di una influenza dominante sulla societ.
Capitolo 2: La struttura economica e finanziaria della societ.
1. Il capitale sociale.
Le societ di capitali si compongono di:
conferimenti dei soci (capitale di rischio)
finanziamenti (capitale di credito).
Il legislatore ne regola il rapporto con l'obiettivo di assicurare equilibrio fra i due
capitali: i soci non possono esercitare la loro attivit economica con l'utilizzazione
esclusiva o prevalente di capitali di terzi.
Nelle spe vietato emettere titoli di debito in misura superiore al doppio del capitale
sociale, nelle srl era prima vietata l'emissione di titoli di debito, adesso consentita
ma la loro sottoscrizione pu essere effettuata solo da investitori professionali.
Il legislatore si preoccupa che il capitale sia congruo per il perseguimento dell'oggetto
sociale, ma si ritiene che, almeno per le spa, tale esigenza sia desumibile dal sistema:
la sottocapitalizzazione originaria dovrebbe spingere il notaio a rifiutare la redazione
dell'atto? E la sottocapitalizzazione successiva potrebbe costituire causa di
scioglimento della societ?
2. Valore dei conferimenti, del capitale e delle partecipazioni sociali.
Circa i conferimenti, la disciplina codicistica originaria era unitaria sia per le srl che
per le spa: si dava per presupposto che normalmente il valore dei conferimenti
coincideva con il valore iniziale del capitale sociale; non era vietato che il valore fosse
pi alto; era vietato che il valore fosse inferiore (nelle spa era vietata lemissione di
azioni sotto la pari, cio di valore inferiore al loro valore nominale quindi il
complesso dei conferimenti non poteva essere inferiore al valore nominale
complessivo delle azioni).

Con la disciplina odierna si specifica che: in nessun caso il valore dei conferimenti
pu essere complessivamente inferiore allammontare globale del capitale sociale.
Lart 2468 ci dice che anche se in entrambe le societ il valore complessivo delle
partecipazioni non pu essere superiore ai conferimenti (ai fini della determinazione
del capitale), al socio pu essere attribuita una partecipazione diversa rispetto al
valore attribuito al conferimento: la differenza incrementa/diminuisce la
partecipazione di un altro socio.
La vera novit risiede nel fatto che viene introdotto il principio in base al quale
possono essere conferiti tutti i beni suscettibili di valutazione economica (viene
superato il divieto di conferimento dopera e di servizi).
3. L'oggetto dei conferimenti: prestazioni lavorative e formazione del capitale sociale.
Con la nuova disciplina del 2003 stata innovata la normativa sui conferimenti sotto
pi punti di vista:
1. Possono essere conferiti tutti gli elementi valutabili economicamente (Art.
2464) e quindi possono essere conferiti anche obblighi aventi per oggetto la
realizzazione dopera o servizi a favore della societ. Ci non possibile nelle
spa, e la scelta di diversificare, pur ponendosi in contrasto col fine ultimo della
riforma, imposta da un vincolo comunitario che impedisce a spa di conferire
prestazioni lavorative. Queste possono solo essere considerate prestazioni
accessorie.
I conferimenti sono stati distinti dagli apporti, che possono avere ad oggetto
prestazioni d'opera o servizi, a fronte dei quali possono essere attribuiti strumenti
partecipativi diversi dalle azioni.
Nelle srl il vincolo comunitario non opera quindi il problema non si pone. stato
abrogato l'art. 2478 che ammetteva che l'atto costitutivo delle srl potesse prevedere
l'obbligo di prestazioni accessorie. incerto se tale configurazione di partecipazioni
con prestazioni accessorie sia precluso ai soci.
La determinazione del valore di tali prestazioni segue la disciplina della stima dei
conferimenti in natura (art. 2465) e circa la garanzia di esecuzione, il conferimento
pu avvenire con prestazione di fideiussore o polizza di assicurazione. La
formulazione per incerta poich oggetto la prestazione, e non la garanzia che
invece eventuale.
2. Al momento della sottoscrizione dellatto costitutivo i soci devono versare
almeno il 25% del conferimento in denaro presso una banca e lintero
sopraprezzo (si pu quindi decidere da subito che il patrimonio sia superiore al
capitale).
possibile un'applicazione analogica per le Spa in questo caso? Si, ad eccezione del
4 comma che prevede che il versamento dei decimi iniziali pu essere sostituito dalla
stipula di una fideiussione o polizza assicurativa.
3. La disciplina dei conferimenti in natura si differenzia da quella prevista per le
spa in quanto non prevista la possibilit per gli amministratori di chiedere
una revisione della stima se sussistano fondati motivi.
Critica: incongrua tale mancata previsione ed il rilievo ancora pi forte se il
conferimento avviene in un momento successivo alla costituzione.
difficile che gli amministratori abbiano l'obbligo di controllare la valutazione
dell'esperto, con conseguente responsabilit verso soci e terzi, perch:
1. la responsabilit prevista solo per danni derivanti da inosservanza di loro
doveri;

2. sarebbe difficile indicare una disciplina del risarcimento danni.


Rimane comunque l'esigenza di colmare tale lacuna e la soluzione migliore
appare l'applicazione analogica delle revisione ex art. 2343.
6. La mancata esecuzione dei conferimenti.
Se non previsto dallatto costitutivo spetta agli amministratori il compito di intimare il
pagamento dei decimi residui entro un termine da loro fissato: se il pagamento non
viene effettuato nel termine fissato in socio inadempiente si considera costituito in
mora e gli amministratori devono diffidare il socio moroso ad eseguire il
conferimento nel termine di 30 giorni. Trascorsi i 30 giorni gli amministratori possono
decidere di avviare unazione giudiziaria o di vendere agli altri soci la partecipazione
del socio moroso in proporzione alla loro partecipazione. La vendita effettuata per il
valore risultante dall'ultimo bilancio approvato. Tale disposizione non chiarisce se la
vendita agli altri soci possa essere effettuata anche dopo l'avvio dell'azione giudiziaria
contro il socio, se la quota possa essere venduta in parte o per intero solo ad alcuni
soci e se si possa procedere alla vendita se ancora non stato approvato il bilancio
d'esercizio o se debba essere approvato un bilancio straordinario.
Il prezzo dovrebbe corrispondere al valore di bilancio anche se questo superiore a
quello del conferimento, ma se inferiore ne dovrebbe conseguire che il socio moroso
rimanga tenuto a versare la differenza. In mancanza di offerte dei soci per l'acquisto
della partecipazione del socio moroso, pu essere venduta a terzi estranei, ma solo se
la vendita consentita dall'atto costitutivo.
A seguito della vendita dovrebbe derivare l'esclusione del socio, ma prevista dalla
legge solo se la vendita non pu aver luogo per mancanza di compratori, in tal caso gli
amministratori escludono il socio trattenendo le somme riscosse e il capitale deve
essere diminuito in misura corrispondente. La disposizione non riproduce quella parte
del testo in cui in tale ipotesi si faceva salvo il risarcimento dei maggiori danni.
7. I finanziamenti dei soci.
Nellordinamento attuale stato introdotto lart 2467 si definiscono finanziamenti dei
soci a favore della societ quelli, in qualsiasi forma effettuati, che sono stati concessi
in un momento in cui, anche in considerazione del tipo di attivit esercitata dalla
societ, risulta un eccessivo squilibrio dellindebitamento rispetto al patrimonio netto
oppure in una situazione finanziaria della societ nella quale sarebbe stato ragionevole
un conferimento. A questi finanziamenti si applica listituto della postergazione: essi
mantengono la loro natura di diritti di credito sebbene siano trattati come crediti sub
chirografari; in quanto tali essi non possono mai pregiudicare la posizione degli altri
creditori ma nello stesso tempo i soci che hanno effettuato anche finanziamenti sono
collocati in una posizione privilegiata rispetto ai crediti che hanno ad oggetto
conferimenti. poi applicata una particolare disciplina derogatoria per cui l'atto di
rimborso del credito reso inefficace ope legis: a seguito della revoca il socio ha
diritto ad insinuarsi al passivo ma assumendo la posizione di creditore
subchirografaro.
8. L'emissione di titoli di debito.
Assolutamente innovativa lammissibilit di emissione di titoli di debito quali
obbligazioni e titoli ad esse assimilabili.

Nella disciplina codicistica originaria lemissione di titoli di debito era riservata alle
spa perch il capitale era rappresentato da quote di partecipazione (azioni appunto).
Con il decreto di riforma anche alle srl stata concessa la facolt di emettere titoli di
debito con lintento di aumentare le fonti di finanziamento delle piccole e medie
imprese. Quindi i soci possono prevedere nellatto costitutivo che la societ pu
emettere titoli di debito, sottoscrivibili per solo da investitori professionali e quindi
non possono essere direttamente collocati presso il pubblico dei risparmiatori.
Tuttavia gli investitori (essendo strumenti finanziari) possono cederli al pubblico dei
risparmiatori diventando cos fideiussori ope legis, senza il bisogno di rilasciare
alcuna garanzia convenzionale circolazione dei crediti.
Due aspetti singolari dell'art. 2483:
1) nelle srl il legislatore ha preferito riferire la disciplina di regolamentazione ai
titoli di debito. Il riferimento quindi anche ai titoli di debito atipici o a
denominazione atipica. La differenza pi formale che sostanziale perch
anche nelle spa la disciplina delle obbligazioni si applica agli strumenti
finanziari comunque denominati che condizionano l'entit del rimborso del
capitale all'andamento economico della societ;
2) nelle spa la competenza a deliberare l'emissione delle obbligazioni attribuita
agli amministratori. Nelle srl, invece, se l'atto costitutivo consente l'emissione
di titoli di debito, deve anche precisare se attribuisce la relativa competenza a
soci o amministratori: se tale precisazione manca, dovrebbe ritenersi che la
societ non possa emettere titoli di debito.
Capitolo 3: La partecipazione sociale
1. I modelli di partecipazione.
Nella disciplina originaria erano previsti 3 modelli:
1. proprio delle societ di persone, la quota di ciascuno commisurata al
conferimento. Se questi non sono determinati i soci sono obbligati a
conferire in parti uguali quanto necessario per il conseguimento
dell'oggetto sociale. Se nel contratto disposto diversamente la quota
di ogni socio pu essere percentualmente riferita anche alla misura del
capitale. La partecipazione non ha valori minimi n pu essere
rappresentata da documenti che la incorporino (pur essendo
ammissibile la stipula di certificati che costituiscono documenti
probatori). Se trasferibile, la quota pu essere ceduta interamente o
parzialmente;
2. nelle spa, dopo la riforma la quota non dev'esser proporzionale al
conferimento. Essa rappresentata da azioni e non prescritto che
ciascuna azione abbia un valor nominale minimo. Qualunque sia il
valore, ogni azione indivisibile;
3. nelle sl, la partecipazione non pu essere rappresentata da azioni.
Originariamente era disposto un valore minimo (prima una lira, poi un
euro): se il conferimento fosse stato superiore al minimo doveva essere
costituita da un ammontare multiplo di tale valore. Veniva cosi
ammessa implicitamente la divisibilit della quota, ma ogni nuova
quota doveva avere il valore di un euro o di un suo multiplo. Si voleva
cosi impedire partecipazioni con cifre irrisorie che non costituiscono
un sostanziale contributo.

2. Rapporto fra conferimento e partecipazione sociale.


Nella srl si ritiene che le partecipazioni siano proporzionate ai rispettivi conferimenti
(con proporzionale spettanza dei diritti sociali) questa una presunzione relativa
perch nella nuova normativa previsto che nellatto costitutivo le partecipazioni dei
soci siano determinate in maniera diversa rispetto alla proporzionalit coi
conferimenti e, se viene rispettata la proporzionalit, si possono prevedere in capo ai
singoli soci, specifici diritti di amministrazione della societ che possono essere
modificati solo con il consenso unanime dei soci.
Riguardo la redistribuzione degli utili lunico limite il divieto del patto leonino ex
art 2265 ( nullo qualsiasi patto col quale uno o pi soci sono esclusi da ogni
partecipazione agli utili o alle perdite).
dubbio se nell'atto costitutivo si possano prevedere diverse categorie di
partecipazioni sociali, dotate di diritti diversi; ed anche quando l'atto preveda
l'attribuzione ai soci di particolari diritti c.a. L'amministrazione della societ o la
distribuzione degli utili si pu porre il problema di chiarire se tali diritti si devono
intendere collegati alla partecipazione o alla persona del socio.
3. Il trasferimento delle partecipazioni sociali.
Se non previsto diversamente nel contratto sociale le partecipazioni dei soci possono
essere liberamente trasferiti per atto inter vivos o mortis causa.
Nel sistema originario le modalit di trasferimento inter vivos erano estremamente
semplici (bastava che risultasse dal libro dei soci e che lalienazione fosse sottoscritta
da alienante e acquirente). Per necessit di evitare il riciclaggio di somme di denaro,
la normativa ha introdotto maggiori garanzie, anche prima della riforma. Era stato
disposto:
per gli atti inter vivos che le sottoscrizioni dellatto di trasferimento fossero
autenticate da un notaio, obbligato a depositare il trasferimento al registro
delle imprese; entro 30 gg dal deposito lacquirente o lalienante avrebbero
dovuto chiedere liscrizione nel libro dei soci dimostrando allorgano
amministrativo i documenti di trasferimento e deposito. Solo dopo detta
iscrizione l'acquirente avrebbe potuto esercitare i corrispondenti diritti sociali.
per i trasferimenti mortis causa stato previsto lo stesso iter, ponendo a carico
dellerede o del legatario lonere di richiedere la trascrizione liscrizione al
RDI e successivamente liscrizione nel libro soci.
Tale disciplina mantenuta ferma dalla riforma. Nel caso di partecipazione non
interamente liberate, l'acquirente diventa responsabile dei versamenti ancora dovuti,
ferma restando la responsabilit solidale dell'alienante.
Nell'art. 2470, 3 comma, regolata l'ipotesi in cui la medesima partecipazione sia
oggetto di successivi trasferimenti dal medesimo alienante: in tali casi prevale il titolo
di colui che per primo ha effettuato l'iscrizione in buona fede nel registro delle
imprese, anche se il titolo di data posteriore. Tale soluzione lascia perplessi se si
considera che l'iscrizione dev'essere richiesta dal notaio autenticante per il quale non
valutabile la buona fede.
4. L'intrasferibilit delle partecipazioni sociali.
Nelle srl (e non nelle spa) nel contratto sociale pu essere prevista lintrasferibilit
delle partecipazioni sociali per tutta la durata della societ. Questa intrasferibilit

convenzionale pu riguardare i trasferimenti:


inter vivos: assimilata al rifiuto del gradimento al subentrante (cd mero
gradimento), solo quando il placet previsto nell'atto costitutivo senza
condizioni o limiti.
mortis causa: se latto costitutivo pone dei limiti alla trasferibilit mortis
causa il socio o i suoi eredi possono recedere dalla societ. Tale diritto non
pu essere soppresso nell'atto costitutivo, ma solo temporalmente limitato
(termine non superiore a 2 anni dalla costituzione della societ o
sottoscrizione della partecipazione). Chi recede ha diritto alla liquidazione
determinata tenendo conto del valore di mercato che in caso di disaccordo
determinato da un esperto nominato dal tribunale.
5. La divisibilit delle partecipazioni sociali.
Prima della riforma la quota era espressamente dichiarata divisibile. Non essendo pi
previsto un valore minimo, la quota da considerare implicitamente divisibile, in caso
di trasferimento, nella misura convenuta dalle parti.
Se la quota trasferita a pi soggetti, bisogna distinguere:
trasferimenti in modo indiviso, acquisto della compropriet;
trasferimento suddividendo la partecipazione tra ogni soggetto.
Il problema non si pone quando la partecipazione appartiene ad un solo soggetto, o a
pi d'uno in comunione.
6. L'espropriazione delle partecipazioni sociali.
Il trasferimento pu avvenire anche in via coattiva: art 2471 se la partecipazione
non liberamente trasferibile e il creditore, il debitore e la societ non si accordano
sulla vendita della quota stessa, la vendita ha luogo allincanto; ma la vendita priva
di effetto se, entro 10 giorni dallaggiudicazione, la societ presenti un altro
acquirente che offre lo stesso prezzo. Disciplina applicabile anche quando l'atto
prevede l'intrasferibilit assoluta delle partecipazioni o il mero gradimento al loro
trasferimento.
L'articolo indica le modalit del pignoramento della partecipazione e dispone che si
esegue mediante notificazione al debitore e alla societ e successiva iscrizione nel
registro delle imprese. Gli amministratori devono procedere senza indugio
all'annotazione nel libro dei soci: non chiaro se questa debba avvenire dopo la
notificazione alla societ o dopo l'iscrizione nel registro delle imprese. Non c' dubbio
che l'annotazione non incida sul perfezionamento dello stesso pignoramento, ma solo
sulla sua opponibilit alla societ. Pi incerto se l'annotazione si debba considerare
necessaria per consentire l'espropriazione di una partecipazione non liberamente
trasferibile, qualora si ritenga che la vendita all'incanto non possa essere disposta dal
giudice se non viene data prova del mancato accordo con la societ per la vendita
concordata della partecipazione oggetto di pignoramento.
Dovrebbe considerarsi ammissibile anche il pignoramento di una parte della
partecipazione.
7. I vincoli sulle partecipazioni sociali.
La riforma ha ammesso la possibilit che anche nelle srl la partecipazione possa
formare oggetto di pegno, usufrutto o sequestro, ed in tali ipotesi si applica l'art. 2352.

il diritto di voto spettante al socio esercitato, salva convenzione contraria, dal


creditore pignoratizio o dall'usufruttuario; nell'aumento di capitale a pagamento, il
diritto di sottoscriverlo spetta al socio in proporzione alle partecipazioni gi possedute
e sulla parte di partecipazione corrispondente all'aumento non si estendono pegno e
usufrutto; l'estensione dei vincoli si ha invece nell'aumento di capitale gratuito. Lo
stesso vale in caso di sequestro della partecipazione. I dividendi sono considerati frutti
civili, spettanti, quindi, all'usufruttuario e su di essi si estende anche il pegno.
Resta aperto il problema delle modalit di costituzione dei vincoli sulla
partecipazione. Si proposto di distinguere fra:
costituzione volontaria: (pegno/usufrutto) si applica la disciplina sul
trasferimento delle partecipazioni. Entro 30 gg. l'atto costitutivo di usufrutto o
pegno dev'essere depositato dal notaio autenticante presso il registro delle
imprese, e poi iscritto nel libro dei soci.
costituzione involontaria: (sequestro) si applica la disciplina del pignoramento.
Il provvedimento giudiziario va eseguito mediante notificazione dell'ufficiale
giudiziario al socio la cui partecipazione soggetta al sequestro, nonch alla
societ.
8. Il recesso del socio nelle srl.
La vecchia disciplina rimandava alle regole delle spa (era ammissibile il recesso solo
se veniva modificato il tipo o loggetto sociale o se veniva spostata la sede sociale
allestero).
Oggi la disciplina stata profondamente modificata ed stata introdotta una
disciplina autonoma (art 2473) ammissibile il recesso parziale. Questa la prima
rilevante differenza fra le due discipline.
L'altra differenza relativa alle modalit di determinazione del rimborso: nelle spa
competenza degli amministratori prima della riunione assembleare in cui si propone
l'adozione di una delibera da cui derivi il diritto di recesso; valore che i soci hanno
diritto di conoscere nei 15 giorni precedenti alla data fissata. Nelle srl determinata
tenendo conto del valore di mercato al momento della dichiarazione di recesso;
momento quindi successivo all'approvazione della delibera. Se la societ a tempo
indeterminato, il recesso pu essere esercitato in ogni momento ma con preavviso.
Negli altri casi, tempi e modi sono stabiliti nell'atto costitutivo, se ci non avviene la
lacuna colmata, malgrado la mancanza di rinvio, con l'applicazione della disciplina
di spa. Non sono indicati criteri per la determinazione della partecipazione, ma si fa
richiamo al valore di mercato, il cui significato incerto. In caso di disaccordo fra
socio e societ interviene un esperto nominato dal tribunale.
Il rimborso delle partecipazioni non avviene necessariamente attingendo ai messi
della societ: pu avvenire mediante l'acquisto da parte degli altri soci
proporzionalmente alle loro partecipazioni o da parte di un terzo concordemente
individuato dai soci stessi. Se non avviene, il rimborso effettuato utilizzando riserve
disponibili o, in mancanza, riducendo il capitale sociale. In quest'ultimo caso si
applica l'art. 2482, per cui la riduzione del capitale ammissibile solo se il capitale
non diventa inferiore al valore minimo di 10mila euro, e se, sulla base di esso non
risulti possibile il rimborso, la societ posta in liquidazione.
9 e 10. L'esclusione legale e l'esclusione convenzionale del socio.
Tale disciplina ha acquisito con la riforma una duplice angolazione:

1. si verifica quando il socio non adempie lobbligo di versare i conferimenti


sottoscritti;
2. si verifica quando nellatto costitutivo sono previste cause specifiche di
esclusione convenzionale (consentito solo in presenza di giusta causa).
Le due discipline normative dell'esclusione legale e dell'esclusione convenzionale
sono differenti fra loro.
Nel primo caso (esclusione legale) lunica fattispecie quella del socio moroso (la
societ non trova compratori della sua partecipazione e gli amministratori lo
escludono) e la nuova riforma ha aggiunto che:
dopo la diffida gli amministratori possono procedere direttamente alla vendita
della partecipazione solo se non ritengono utili specifiche azioni legali per
lesecuzione dei conferimenti;
la vendita della partecipazione pu essere fatta agli altri soci in proporzione
alla loro partecipazione o allincanto (se dalla vendita si ricava un importo
inferiore alla sottoscrizione promessa, il debito si imputa al capitale; se si
ricava una somma superiore si conferisce la differenza al socio moroso salvo
il risarcimento di ulteriori danni). Se in mancanza di vendita si perviene
all'esclusione la societ deve trattenere le somme, ma omesso il riferimento
al risarcimento dei maggiori danni.
Sono configurabile altre cause di esclusione?
Sembrerebbe vi rientri il caso in cui la partecipazione del socio moroso venga alienata
a soci o terzi e il caso in cui i creditori personali del socio ne sottopongano ad
espropriazione la partecipazione sociale. La differenza sarebbe nella disciplina
applicabile: nel primo caso non si procede ad una riduzione del capitale e al socio
sono restituiti i conferimenti effettuati nella misura in cui non pi necessaria
imputarli a capitale; nel secondo caso, a seguito della vendita coatta della
partecipazione, altri subentra al posto del socio.
Nel secondo caso (esclusione convenzionale) ammissibile solo per giusta causa e se
la causa prevista nellatto costitutivo. singolare che, per valutare la legittimit
dell'esclusione, il giudice non debba valutare se alla base della decisione vi sia una
giusta causa, ma deve valutare se pu essere considerata giusta causa quella prevista
dai soci nell'atto costitutivo.
Circa la legittimazione a decidere l'esclusione, la legge non dice nulla e se nemmeno
latto costitutivo dice nulla riguardo le modalit si pone un problema: spetta ai soci o
agli amministratori?
Se presa dai soci, lesclusione impugnabile se non fatta secondo legge o secondo le
regole dellatto costitutivo (ex art 2479 ter).
Se presa dagli amministratori ammissibile il ricorso al giudice (forse, ci accade
nelle societ di persone).
In caso di esclusione, il rimborso della partecipazione non pu avvenire con
diminuzione del capitale sociale Si applica la normativa sul recesso e non quella
sull'esclusione: la misura va determinata da un esperto nominato dal tribunale, entro
180 giorni dalla data dell'esclusione; la partecipazione pu essere acquistata
proporzionalmente dagli altri soci o da un terzo che essi individuano. In mancanza, il
rimborso effettuato con le riserve disponibili o gli utili, mentre esclusa la
possibilit del rimborso con riduzione del capitale sociale.

Capitolo 4: Le decisioni dei soci.


1. Derogabilit statutaria del metodo assembleare.
Sin dai lavori preparatori emerso l'orientamento favorevole ad una disciplina dell'srl
pi autonoma rispetto a quella predisposta per le spa, volta a enfatizzare l'autonomia
privata in riferimento all'organizzazione.
Nell'atto costitutivo, dunque, possibile prevedere che le decisioni dei soci non
vengano adottate con metodo collegiale, ma con modalit diverse e meno formali.
In particolare, ex art 2479 "che le decisioni dei soci siano adottate mediante
consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto", a cui verr fatto
ricorso con molta probabilit quando il numero dei soci sia particolarmente
esiguo,cos da assicurare la partecipazione al processo decisionale senza procedere
con un'apposita riunione.
L'autonomia dei soci non assoluta, in quanto deve essere assicurata a tutti la
possibilit di concorrere alla formazione della decisione; inoltre, bisogna
obbligatoriamente procedere in forma collegiale quando:
1. le deliberazioni hanno per oggetto modificazioni dell'atto costitutivo.
2. ogni volta che la riunione assembleare, qualunque sia l'oggetto, sia stata
richiesta da un'amministratore o da un numero di soci rappresentanti almeno
1/3 del capitale sociale. (art 2479, comma 4 cc).
2. Materie di competenza dei soci e degli amministratori.
Il comma 1 dell' art. 2479 suggerisce all'interprete che vi siano materie sulle quali la
competenza a decidere spetta ai soci e materia su cui spetta agli amministratori; il
comma 2 precisa che ai soci spetta "in ogni caso":
1) l'approvazione del bilancio e la distribuzione degli utili,
2) la nomina, se prevista dall'atto costitutivo, degli amministratori,
3) la nomina, quando previsto dall'art 2477cc, del collegio sindacale o del
revisore,
4) le modificazioni dell'atto costitutivo,
5) la decisione di compiere operazioni che determinino una sostanziale
modificazione dell'atto costitutivo o una rilevante modificazione dei
diritti dei soci.
Primo problema: Se nel silenzio dell'atto costitutivo non prevista la nomina
degli amministratori e/o materie riservate espressamente ai soci, si dovrebbe
concludere che, essendo tutti i soci amministratori, competenza a decidere spetta
sempre ai soci. In realt, la distinzione tra le competenze riservate ex lege ai soci e le
altre egualmente rilevante, perch queste dovrebbero essere adottate
obbligatoriamente con metodo collegiale, mentre le altre anche mediante raccolta di
dichiarazioni rese per iscritto. Se si conviene che tutte le altre materie siano di
competenza degli amministratori, poich nell'atto costitutivo non ci sono materie
riservate alla competenza dei soci, i soci nel deliberare su queste materie dovranno
utilizzare il procedimento previsto per il Consiglio di Amministrazione, non per
l'Assemblea.
Quindi: la mancanza di disposizioni sull'amministrazione della societ,
non importa nullit di quest'ultima, ma i soci sono tutti amministratori
( analogamente a quanto previsto per le societ di persone, con l'unica differenza
che per queste prevista amministrazione disgiuntiva, mentre nelle srl tutti i soci
costituiscono il cda). Se nell'atto non sono indicati gli amministratori, ma

indicato il sistema di amministrazione, i soci devono nominare gli


amministratori; se nell'atto ammesso che gli amministratori possano essere
anche non soci, anche gli amministratori estranei devono essere nominati dai
soci; se nell'atto sono state indicate gli amministratori, la decisione di nomina
pu essere presa quando si verifica cessazione dall'incarico delle persone
indicate.
Infine nell'ipotesi in cui tutti i soci siano anche amministratori, essi
devono osservare, a seconda dei casi, le discipline legali relative alle decisioni dei
soci o quelle relative alle decisioni degli amministratori.
4. Le decisioni dei soci nelle societ di persone e di capitali.
Nelle spa imperativa la costituzione dell'assemblea. ammissibile che tutti i soci
siano amministratori ma tale decisione dev'essere formalmente adottata dai soci e non
pu essere desunta dalla circostanza che essi non procedano alla nomina degli
amministratori che dev'essere sempre espressa. Inoltre nelle spa sono diverse le
competenze di assemblea ed amministratori, che hanno per legge competenza
esclusiva sulla gestione della societ e la cui responsabilit non esclusa da eventuali
autorizzazioni assembleari al compimento degli atti di gestione. Nelle srl solo
solidalmente responsabili i soci che hanno intenzionalmente deciso o autorizzato il
compimento di atti dannosi per la societ, soci o terzi.
Netta la differenza con le societ di persone in cui le decisioni sono adottate dai soci
che per legge sono tutti amministratori e quindi decidono in forma disgiunta (ex art.
2257).
4. Le maggioranze richieste per le decisioni dei soci nelle societ di persone e capitali.
Le maggioranze richieste sono diverse nelle due ipotesi:
1. la deliberazione richiede la forma assembleare, il quorum costitutivo
costituito dalla presenza di soci (o rappresentanti, a meno che non sia
escluso nell'atto costitutivo) che rappresentino la met del capitale
sociale, ed il quorum deliberativo dalla maggioranza assoluta dei
presenti (pi elevato per le delibere che incidano sull'atto costitutivo);
2. la deliberazione non richiede la forma assembleare, il codice non
prevede un quorum costitutivo (devono partecipare tutti i soci, nel
senso che basta dimostrare che gli sia stato richiesto di partecipare e
non occorre che ognuno partecipi) e la decisione approvata con una
maggioranza che rappresenti almeno la met del capitale sociale
(quorum deliberativo).
I soci possono modificare nell'atto costitutivo tali quorum.
5. Le modalit delle decisioni dei soci.
Decisioni che non richiedono la forma assembleare: vanno adottate mediante
consultazione scritta o sulla base di un consenso espresso per iscritto; dai documenti
sottoscritti devono risultare chiaramente l'argomento oggetto della decisione e il
consenso (art. 2479).
Decisioni che richiedono la forma assembleare: l'art. 2479bis assegna all'atto
costitutivo di determinare i modi di convocazione, in mancanza effettuata con
raccomandata spedita ai soci 8 giorni prima dell'adunanza (giuridicamente rilevante

la data di spedizione, non quella in cui viene ricevuta). La convocazione pu essere


effettuata anche da ogni socio: interpretazione coerente al sistema in cui anche le
decisioni extrassembleari possono essere adottate su iniziativa di ogni socio. Non
quindi stato necessario prevedere una disciplina di convocazione dell'assemblea su
richiesta della minoranza dei soci: nelle srl la disciplina dell'art. 2367 non
applicabile in via analogica. L'atto di convocazione dev'essere tale da assicurare la
tempestiva informazione sugli argomenti da trattare. Non precisato se la mancanza
d'informazione adeguata legittimi un'eventuale richiesta di rinvio o rilevi solo sulla
validit delle deliberazioni.
Nelle srl stata soppressa la distinzione fra assemblea ordinaria e straordinaria, ma la
distinzione sussiste comunque in quanto le delibere che hanno ad oggetto modifiche
dell'atto costitutivo devono essere adottate con una maggioranza qualificata superiore
a quella delle altre e devono risultare da un verbale redatto da un notaio.
L'art. 2371 elenca i poteri del presidente dell'assemblea. Non richiesta la nomina di
un segretario.
stata posta una disciplina dell'assemblea totalitaria, per cui la deliberazione s'intende
adottata quando ad essa partecipa l'intero capitale sociale e tutti gli amministratori e
sindaci sono presenti o informati della riunione. Nelle spa l'assemblea si considera
totalitaria se vi partecipano la maggioranza dei componenti degli organi di controllo.
6. L'annullamento delle decisioni dei soci.
Nelle srl stata posta una normativa autonoma, ma il rapporto fra disciplina di
annullabilit e di nullit simile, in quanto la prima ha portata generale anche nelle
srl. Diversa invece la disciplina della legittimazione all'impugnazione, che nelle srl
pu essere proposta dai soci dissenzienti, perch non richiesto che i soci impugnanti
abbiano una partecipazione qualificata. L'impugnazione pu essere proposta da
ciascun amministratore e dal collegio sindacale.
Tutte le impugnazioni devono avvenire entro 90 giorni dalla trascrizione della
decisione nel libro delle decisioni dei soci: disposizione che vorrebbe avere nelle srl
applicazione generale (sia per le decisioni da pubblicare nel registro, sia per quelle da
non pubblicare). Tale soluzione si spiega:
per le prime, con la facolt di determinare con certezza il momento della
decisione dei soci quando non adottata in sede assembleare;
per le seconde, col rischio che venga iscritta nel registro una delibera non
ancora trascritta nel libro delle decisioni dei soci.
Motivazioni poco convincenti in quanto la trascrizione non presupposto di
ammissibilit dell'impugnazione.
La disciplina preclusiva dell'annullamento nelle spa non pu aver luogo se la
deliberazione impugnata stata sostituita con altra presa in conformit di legge e
statuto, nelle srl richiesto un provvedimento del tribunale che pu assegnare un
termine, non superiore a 180 gg., per l'adozione di una nuova decisione che elimini la
causa di invalidit.
La disciplina delle srl non sostitutiva di quella delle spa, ma ad essa
aggiuntiva perch applicabile anche la disposizione dell'art. 2377.
dovrebbe riconoscersi anche ai soci delle srl il potere di impedire l'annullamento della
decisione impugnata anche se mancato il provvedimento giudiziario di assegnazione
di un termine non superiore a 180 gg. Restano salvi i diritti acquisiti dai terzi sulla
base della decisione sostituita.

7. La nullit delle decisioni dei soci.


Sono nulle le decisioni dei soci che hanno oggetto illecito o impossibile; la loro
impugnazione, per corrispondere ad esigenze di stabilit delle decisioni sociali, deve
avvenire entro 3 anni dalla loro trascrizione. Possono essere impugnate senza limiti di
tempo le deliberazioni che modificano l'oggetto sociale prevedendo attivit
impossibili o illecite.
Alle srl si applica la medesima disciplina della nullit delle spa. Quando nelle arl le
deliberazioni dei soci sono adottate in forma assembleare, esse sono nulle anche nei
casi di mancata convocazione dell'assemblea e di mancanza del verbale. Sono poi
nulle le decisioni prese in assenza assoluta di informazione. Tale norma va riferita
anche alle decisioni non assembleari. Rimangono aperti diversi problemi:
stabilire quando l'assenza di informazione assoluta
se i soci abbiano diritto ad ottenere un rinvio dell'assemblea o di rifiutare
di partecipare alla consultazione scritta e, nel caso la loro richiesta sia
disattesa, con quali effetti;
se dall'insufficienza dell'informazione derivi almeno l'annullabilit della
decisione.
Capitolo 5: L'amministrazione e i controlli.
1. I modelli gestori nelle srl.
La riforma ha enfatizzato la libert negoziale riconosciuta ai soci nella disciplina del
sistema di amministrazione, consentendo di scegliere il pi adatto al perseguimento
dell'oggetto sociale.
I soci di srl possono scegliere fra:
amministratore unico
pluralit di amministratori (possono esserlo anche tutti i soci).
Nel secondo caso per legge costituito un CDA che deve operare secondo il metodo
collegiale a meno che i soci decidano che operi mediante la raccolta di dichiarazioni
scritte (tale ultima disciplina identica a quella delle decisioni extrassembleari). I soci
possono anche scegliere altri modelli, ovvero:
modello di amministrazione disgiuntiva
modello di amministrazione congiuntiva.
Non possono essere adottati altri sistemi di amministrazione.
Quando costituito CDA non possono essere nominati amministratori delegati.
2. Le regole di funzionamento del CDA. La sostituzione degli amministratori.
La disciplina legale degli amministratori molto lacunosa perch il legislatore vuole
che le norme relative siano posto nell'atto costitutivo.
Manca una disciplina che regoli la sostituzione degli amministratori. Non
applicabile quella prevista per le spa nella parte in cui fondata sul principio della
cooptazione (amministratori scelti da quelli ancora in carica). In caso di cessazione
nelle srl si deve procedere alla convocazione dell'assemblea.
Problematica l'applicazione analogica delle regole legali di funzionamento del CDA
poste per le spa: il presidente convoca il CDA, ne fissa l'ordine del giorno, coordina i
lavori e provvede al fornimento di adeguate informazioni. Nelle srl, per, non

prevista la nomina di un presidente.


Ma se nell'atto costitutivo di una srl prevista la nomina del presidente del CDA
dovrebbe discenderne l'applicazione analogica della disciplina legale dell'art. 2381.
3. L'invalidit delle decisioni degli amministratori.
Per le srl manca una disciplina relativa all'invalidit delle decisioni degli
amministratori. applicabile analogicamente la disciplina delle spa (art.2388)?
Incerto. Nelle srl le decisioni gestorie possono avere forma diversa da quella
collegiale, forme dove il problema della validit non pu essere rapportata al numero
di amministratori presenti alla riunione ma alla partecipazione alla decisione di tutti
gli amministratori. Quando le decisioni vanno invece assunte in forma collegiale,
dovrebbero applicarsi, dell'art. 2388, le regole:
a) di una presenza minima corrispondente alla maggioranza degli
amministratori in carica;
b) del divieto di voto per rappresentanza.
Non imperativa la regola per cui la deliberazione debba essere adottata dalla
maggioranza assoluta degli amministratori presenti. Per contestare l'ammissibilit di
tali regole si potrebbe assumere che la disciplina dell'invalidit delle delibere
consiliari non sia una disciplina necessaria, perch nei rapporti gestori opera la
disciplina della responsabilit degli amministratori; e all'esterno non sembra che la
disciplina della rappresentanza sia sempre dipendente quella deliberativa. Dell'art.
2388 non sicuramente applicabile la disciplina della legittimazione
all'impugnazione.
Se comunque si ammette che siano invalide le deliberazioni consiliari non conformi
alle regole legali e statutarie, si dovrebbe ammettere l'invalidit delle decisioni
consiliari non collegiali non adottate in forma scritta e chiara da tutti gli
amministratori adeguatamente informati, e che non siano approvate dalla maggioranza
degli stessi amministratori (regola posta espressamente nell'art. 2475). dovrebbero
considerarsi invalide anche le decisioni da adottare in forma congiunta non approvate
da tutti gli amministratori.
4. La disciplina del conflitto d'interessi.
Anche nelle srl gli amministratori hanno ex lege "la rappresentanza generale della
societ", le stesse limitazioni del loro potere "non sono opponibili a terzi, anche se
pubblicate nel registro delle imprese, salvo che si dimostri che questi abbiano agito a
danno della societ" (art 2475bis, cd "dolo intenzionale"). Tale disciplina tuttavia non
trova applicazione in caso di conflitto di interessi, in virt del disposto dell'art
2475ter.
Se una decisione tale cagiona un danno patrimoniale alla societ, impugnabile entro
90 giorni dagli amministratori e, ove esistenti, dai soggetti incaricati del controllo
contabile. I contratti conclusi dagli amministratori che hanno la rappresentanza della
societ in conflitto di interessi, possono essere annullati su domanda della societ se il
conflitto era consciuto o conoscibile dal terzo (art 2475ter cc), sia se l'atto stato
concluso su decisione del CDA con "il voto determinante di un amministratore in
conflitto di interessi con la societ". Sono in ogni caso fatti salvi i diritti acquisiti da
terzi in buona fede: quindi rilevante la buona/mala fede del terzo ma non occorre
provare che questi abbia intenzionalmente agito a danno della societ.
Di qui la necessit di stabilire se l'ipotesi di conflitto d'interessi sia la sola ipotesi
d'invalidit delle decisioni degli amministratori o se la disciplina sia estensibile anche

alle decisioni contrarie ad altre disposizioni di legge o dell'atto costitutivo:


prima tesi, salvi i diritti dei terzi acquistati senza dolo intenzionale
seconda tesi, salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede, anche in
esecuzione di una decisione dichiarata invalida.
In definitiva, sembra che il sistema sia nel senso che sono sempre salvi i diritti
acquistati dai terzi in buona fede sulla base di una decisione invalida. Diversa l'ipotesi
di eccesso di potere rappresentativo degli amministratori, dove il diritto del terzo
cade, se si prova che il terzo ha intenzionalmente agito a danno della societ.
Alcuni aspetti della disciplina vanno sottolineati.
Innanzitutto, non individuabile la ragione della sua portata ridotta rispetto alla nuova
disciplina delle deliberazioni consiliari nelle spa, dove viene riconosciuto rilievo alla
presenza di ogni interesse dell'amministratore, anche se convergente con quello della
societ. Secondo Angelici, la differenza di disciplina deriverebbe dal fatto che nelle
spa gli amministratori sono scelti in base alle loro capacit professionali e per questo
dovrebbero essere neutrali rispetto all'attivit sociale. Sono prescritti obblighi di
informazione agli altri amministratori e al collegio sindacale, e di motivazione della
deliberazione, della quale a certe condizioni pu essere dichiarata l'invalidit, se tali
obblighi non vengono osservati. Nelle spa, l'art.2391 prescrive l'obbligo d'informare
gli altri amministratori e l'organo di controllo della natura dell'interesse personale
dell'amministratore, precisando termini, origine e la portata.
Perch siano invalide le decisioni, richiesto che cagionino un danno patrimoniale e
non solo il tradizionale pericolo di danno.
Esse possono essere impugnate entro 90 giorni, ma non indicato il dies a quo e non
chiarito se l'impugnazione spetti a ciascun amministratore, e se gli spetti anche
laddove abbia acconsentito all'adozione della decisione.
6. Le azioni di responsabilit contro gli amministratori.
L'esercizio dell'azione di responsabilit contro gli amministratori ha alla base
l'esigenza di riconoscere ad ogni socio il diritto di controllare la gestione degli
amministratori. Ma la riforma non ha regolato in alcun modo tale azione. Non
applicabile per analogia la disciplina delle spa, in quanto nelle srl la maggioranza dei
soci pu, al pari della minoranza, esercitare l'azione senza bisogno di una preventiva
decisione formale. Nello stesso art. 2476 riconosciuta a ogni socio la legittimazione
a promuovere l'azione di danni contro gli amministratori, e vengono regolate anche
(senza alcuna distinzione tra azione maggioritaria e minoritaria) la rinuncia e la
transazione da parte della societ, che devono essere decisa da una maggioranza di 2/3
del capitale sociale e purch non si oppongano tanti soci che rappresentino almeno il
decimo del capitale sociale.
7. I poteri di controllo dei soci.
Rispetto alla precedente disciplina rileva linnovazione che da la possibilit ai soci
che non ricoprono cariche amministrative di avere dagli amministratori notizie sullo
svolgimento degli affari sociali e di consultare i libri sociali (e tutti i documenti
relativi allamministrazione) anche tramite professionisti di loro fiducia. Non vi
dubbio che il potere di controllo spetta anche agli amministratori. Appunto perch
ogni socio ha diritto di consultazione, il legislatore non ha ritenuto pi necessario
limitare ad una minoranza qualificata (1/3 del capitale sociale) il diritto di fare
eseguire annualmente a proprie spese la revisione della gestione. Essa pu anche

essere infrannuale e se rivela comportamenti illeciti le spese dovrebbero essere


rimborsate. Vi responsabilit solidale degli amministratori per i danni derivanti alla
societ dall'inosservanza dei doveri imposti dalla legge e dall'atto costitutivo.
8. La revoca degli amministratori. Il controllo giudiziale sulla regolarit della gestione
Rilevanti sono le modifiche alla disciplina della revoca.
Anteriormente la revoca degli amministratori di srl era regolata con il rinvio alla
normativa delle spa. La maggioranza poteva sempre disporre la revoca degli
amministratori, anche senza giusta causa (disciplina rimasta ferma per le spa). Una
volta deliberata l'azione di responsabilit n seguiva la revoca di diritto degli
amministratori, se essa era votata da una maggioranza corrispondente ad almeno 1/5
del capitale sociale; anche una minoranza di azionisti (almeno 1/10 del capitale)
poteva ottenere la revoca giudiziale, attivando il procedimento ex art. 2409 dichiarato
espressamente applicabile alle srl dall'art. 2488.
Dopo la riforma non vi sono rinvii alla disciplina delle spa, ma stato introdotto l'art.
2476 in forza del quale il socio pu chiedere al giudice, in caso di gravi irregolarit
nella gestione della societ, che sia adottato un provvedimento cautelare di revoca
degli amministratori stessi; il giudice pu subordinare il provvedimento alla
prestazione di apposita cauzione. In virt di tale disposizione si capisce l'assenza di
rinvio alla disciplina di spa.
Si pone il problema di chiarire se sia ammissibile una decisione di revoca
adottata dalla maggiorana dei soci, se tale potere debba essere previsto dall'atto
costitutivo o se vada riconosciuto anche in mancanza di previsione statutaria.
Soluzione certa quella che attribuisce alla maggioranza il potere di revoca, che pu
essere ricondotta alla disciplina generale della revoca del mandatario. Salvo diversa
disposizione dell'atto costitutivo anche la decisione della maggioranza dev'essere
espressa nelle forme della decisione assembleare o, se lo consente l'atto costitutivo,
della decisione presa per iscritto. Nell'atto non si pu stabilire l'irrevocabilit
dell'amministratore, salvo che questi sia uno dei soci, ragion per cui l'incarico di
amministratore deve considerarsi conferito anche nel suo interesse. In questo caso la
revoca sar possibile solo per giusta causa.
9. Il controllo legale dei conti.
Ex art. 2477 c.c., quando il capitale sociale inferiore a quello minimo stabilito per le
spa, l'atto costitutivo pu prevedere la nomina di un collegio sindacale o di un
revisore. Nomina che diventa obbligatoria se per due esercizi consecutivi vengono
superati due di 3 limiti disposti dall'art. 2453-bis:
1. totale dell'attivo patrimoniale superiore a 3milioni125mila euro;
2. fatturato superiore a 6milioni250mila euro
3. almeno 50 dipendenti occupati nell'esercizio in media.
Compatibilmente anche con il disposto dell'art 2472bis, non sembra possibile
nominare sia un revisore contabile sia un sindaco, disciplinando nell'atto costitutivo le
rispettive competenze. Quando obbligatorio il collegio sindacale, esso ha le stesse
competenze e poteri che gli spettano nelle spa; pu in aggiunta essergli attribuito
anche il controllo contabile.

Capitolo 6: Le modificazioni statutarie e l'estinzione della societ.


1. Cenni sulla disciplina legislativa di riforma.
Nella disciplina originaria, le modificazioni statutarie della srl non avevano una
disciplina autonoma, in quanto il codice rinviava a quella sull'aumento e riduzione del
capitale sociale dettata per le societ per azioni; tale rinvio valeva anche per o
scioglimento e la liquidazione della srl. Con la riforma stata riprodotta largamente la
disciplina delle spa, non adottando tuttavia la tecnica del rinvio. La disciplina ora
contenuta negli artt 2480 2482quater cc (modificazioni dell'atto costitutivo) e negli
artt 2484 2496 cc (scioglimento e liquidazione), applicabili tuttavia a tutte le
societ di capitali.
2. I diritti particolari dei soci.
L'art 2468, comma 3 cc prevede che nell'atto costitutivo si possano attribure "a singoli
soci particolari diritti riguardanti l'amministrazione della societ o la distribuzione
degli utili". Tali diritti "possono essere modificati solo con il consenso di tutti i soci"
(art 2468, comma 4 cc). Tale facolt deve essere esercitata anzitutto nel rispetto del
divieto del cd "patto leonino" (art 2265 cc) per quanto concerne il diritto agli utili, per
quanto concerne i diritti riguardanti l'amministrazione non sembra possibile attribuire
la posizione di amministratori, predisponendo il codice espressa disciplina e
prevedendone i limiti di derogabilit; diverso potrebbe essere il caso in cui si
attribuisca un socio il potere di esprimere il proprio parere, forse convenzionalmente
vincolante, in caso di particolari atti gestori.

Capitolo 7: La disciplina della societ unipersonale.


La costituzione di srl con atto unilaterale era gi stata ammessa con il d.l 88/1993, assieme ad alcune
modifiche effettuate alla normativa codicistica37. Questa originariamente regolava solamente l'ipotesi
in cui, dopo la costituzione plurilaterale della societ, venisse meno la pluralit dei soci in conseguenza
di scioglimento parziale del contratto oppure di successive acquisizioni delle partecipazioni da parte di
un unico socio. Per le societ di persone era disposto lo scioglimento, se nel termine di sei mesi non
venisse ricostituita la pluralit dei soci, per le societ di capitali "in caso di insolvenza della societ, per
le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui le azioni risulta(va)no appartenenti da una sola persona,
questa risponde(va) illimitatamente".

La modifica del 1993 ha creato una divergenza di disciplina tra le stesse societ di
capitali:
Srl --> si ammetteva la costituzione di societ unipersonali seguendo la
relativa disciplina, in caso di discostamenti da essa si applicava nuovamente
l'art 2362 cc.
Spa --> permaneva il divieto di costituzione con atto unilaterale, con
immediata applicazione dell'art 2362 cc.
Tale modifica costituisce una significativa deroga al principio generale ex art 2740 cc,
consentendo all'imprenditore commerciale di limitare la propria responsabilit
patrimoniale al conferimento nella srl unipersonale.
A seguito del d.lgs 5/2003 si estesa la possibilit di costituire societ con atto
unilaterale anche alle spa, semplificando ulteriormente la disciplina per quanto
riguarda le srl unipersonali.

2. La nuova disciplina.
La comunanza di disciplina non realizzata nelle srl con rinvio alla disciplina delle
spa, ma con la riproduzione in modo identico di entrambe le discipline.
La legge richiede che all'atto della sottoscrizione dell'atto unilaterale deve
essere versato l'intero ammontare dei conferimenti in denaro (art 2342, 2464 cc);
regola che si spiega con l'esigenza di evitare che l'unico socio possa disporre del
patrimonio residuo e che i suoi creditori personali possano pignorarne il patrimonio,
impedendogli il successivo versamento dell'intero capitale sociale.
La unipersonalit deve inoltre risultare dal registro delle imprese: dall'atto
costitutivo, se originaria, da dichiarazione degli amministratori iscritta nel registro
delle imprese, se sopravvenuta. In caso di violazione, il socio unico considerato
illimitatamente responsabile dello adempimento delle obbligazioni sociali nel
periodo in cui detiene l'intero capitale sociale. A fronte di questa previsione si
comprende la previsione per cui se gli amministratori non provvedono ad iscrivere nel
registro la loro dichiarazione, consentito allo stesso socio di richiedere direttamente
all'ufficio del registro l'iscrizione di una dichiarazione sua propria di analogo tenore.
La mancanza di versamento integrale del capitale sociale determina la perdita della
responsabilit limitata in via definitiva, mentre l'iscrizione nel registro delle imprese
costituirebbe pubblicit sanante.

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