SILVIA ARGIOLAS
VASI E SERPENTI
Lo spazio espositivo Burning Giraffe Art Gallery, a Torino, presenta la mostra Vasi e
serpenti, personale della pittrice Silvia Argiolas (Cagliari, 1977, vive e lavora a Milano),
una degli artisti emergenti pi interessanti del panorama nazionale.
La mostra composta da una collezione di circa trenta lavori, tra opere su tela e su carta,
realizzati dallartista appositamente per la sua prima personale nella galleria torinese, e
che sono levoluzione pi matura e intima di una composizione dal marcato accento
surreale presentata lanno scorso, sempre da Burning Giraffe Art Gallery, in occasione di
una collettiva che rintracciava, in un gruppo di giovani artisti, leredit artistica della
grande Carol Rama. Senza alcun dubbio, questa eredit viva e pulsante nelle opere di
Argiolas, tanto in quelle pittoriche, fatte di una cromia e una figurazione capaci di
coniugare unincredibile capacit introspettiva di matrice espressionista, con delle
suggestioni surrealiste e naif, che in quelle grafiche, solcate da tratti di carboncino nero
violenti e tormentati. La coppia di Vasi e Serpenti evocata dal titolo della mostra
emblematica del marcato simbolismo, cos intimo e vitale, tracciato da un onnipresente
sottotesto erotico di volta in volta pi o meno marcato, a tratti lampante e altri appena
suggerito, ma comunque presente che contraddistingue ciascuna delle opere in mostra.
Con Vasi e Serpenti Silvia Argiolas stira i tendini del simbolico fino al massimo
indurimento scrive Domenico Russo, curatore della mostra, nel testo in catalogo ,
rivelando linestricabile intreccio della trama che conduce il soggetto alla ricerca
delloggetto del proprio piacere. Al senso della mortalit devolve la funzione della
percezione terrena del proprio essere, della propria posizione nel mondo e della
consapevolezza dei limiti. In questa nuova serie di opere dellartista, gli oggetti semplici
e pallidi di Morandi incontrano lesuberanza e il simbolismo onirico e sessuale di Carol
Rama, andando oltre qualsiasi forma di citazione e influenza perch pervasi da quel
calore, quel senso di intima unione che, secondo lo psicologo William James,
contraddistingue le sensazioni e i ricordi. Le opere di Silvia Argiolas nascono
nellimmediatezza della sensibilit di un animo profondo e sensibile capace di mettere a
nudo e in discussione se stesso, oltre che la societ degli oggetti in cui viviamo.
Dal 2006, Silvia Argiolas ha esposto le sue opere in numerose mostre collettive e
personali, in Italia e allestero, tra le quali ricordiamo: Arrivi e partenze, Mole
Vanvitelliana di Ancona, a cura di A. Fiz e W. Gasperoni (2008); Whaleless, Strichinin
Gallery, Londra, a cura di G. Cervi (2009); Italian Newbrow, Pinacoteca civica palazzo
Volpi, Como, a cura di I. Quaroni (2012); Solo Show, Robert Kananaj Gallery, Toronto
(2013 e 2015); PanoRama, varie sedi, Torino, a cura di O. Gambari (2015); Di carne e di
nulla, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano , a cura di L. Beatrice (2016); All
Flesh is Grass, Ateliermultimedia Galerie, Vienna, a cura di D. Russo (2016).
abbassa sul piano delloggetto a sorta di nature morte, che non sono in realt tali. come
se ci si chiedesse se dipingere il vero oggi voglia dire accennare al vuoto mostrando il
fascino dellesteriore.
Un altro simbolo s sempre mosso tra la rete di segni fitti dei corpi nudi delle sue
signorine, il serpente. Il suo profilo basso gli ha consentito di perdurare la sua esistenza
nellimmagine fin dal principio. Penetrandone gli strati e inseminando le figure, il
serpente non ha mai smesso di vivere, come la pittura, solo che, a volte, ci siamo
dimenticati di essa. Pittura che scompare, pittura che non muore.
Sarrischi, quindi, ognuno a farsi del male, a Pandora di se stesso, ad aprire il proprio vaso,
a lasciarsi mordere e sentire i denti aguzzi dellaspide bucare la pelle, mentre il veleno
scorre sino alla soglia del dolore. Rotto limene, brucia la carne, perch della serpe libera
dalle viscere della terra umida, Silvia Agiolas sparge con dottrina il potere rigenerante in
un rito falloforico senza Dio e senza dei dove la pittura, meccanismo immortale,
ristabilisce il ciclo damore dolore morte, proprio ora che, come forse mai prima, del
rituale umano s persa lessenza. Cleopatra dorme da secoli e da questa veglia mortale
lancia moniti muti.
Domenico Russo
OPERE
Madre, 2016
Acrilico e smalto su tela, cm 30 x 24
Pianto, 2016
acrilico e smalto su tela, cm 35 x 25
Famiglia, 2016
acrilico su tela, cm 30 x 24