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Pervengono a questa Prefettura (Vibo Valentia) diverse richieste di chiarimenti in merito alla

circolare n. 26468 del 30 luglio 2014 con particolare riferimento allacquisizione del parere da parte
della Commissione tecnica di cui allart. 49 del T.U.L.P.S. per lindividuazione dei siti idonei
allaccensione dei fuochi artificiali.
Al riguardo, nel ribadire che il rilascio delle autorizzazioni per lo sparo di fuochi artificiali
imprescindibilmente legato all'esigenza di evitare danni e pericoli alle persone, alle cose ed
all'ambiente, pertanto, lo stesso deve essere strettamente legato alla verifica dell'idoneit dei luoghi
individuati per lo svolgimento dello spettacolo pirotecnico, si precisa quanto segue.
Al fine di agevolare la predetta Commissione nell'assolvimento delle sue funzioni consultive e nella
pianificazione delle proprie attivit, le SS.LL. quali Autorit locali di P.S. ( nei Comuni non sedi di
Questura o Commissariato di P.S.), individueranno, preliminarmente, le aree idonee in via
permanente allo sparo di fuochi artificiali, presentando la richiesta di parere almeno trenta giorni
prima della data di accensione dei fuochi corredata dalla documentazione di cui all'allegato 1) alla
presente.
Si sottolinea che l'istanza dovr essere presentata esclusivamente da codesta Autorit locale di P.S.
(e non dal pirotecnico).
La Commissione, dopo aver verificato la documentazione prodotta, effettuer un sopralluogo cui
dovr partecipare anche il Sindaco o un suo delegato con il supporto del tecnico comunale. A
conclusione delliter, lorgano consultivo esprimer il parere sull'idoneit permanente del sito.
Per il sito cos individuato e per il quale stato dato parere di idoneit , l'Autorit locale di P.S. non
dovr richiedere nuovi sopralluoghi in occasione delle successive, eventuali manifestazioni
pirotecniche, se non in casi eccezionali in cui si ravvisino modifiche alle accertate condizioni di
sicurezza (es. per mutate condizioni dei luoghi o per particolari condizioni metereologiche
stagionali o per nuove edificazioni, etc.). A tale scopo l'Autorit di P.S. deve curare la verifica
periodica della conservazione dello stato dei luoghi.
Per eventuali richieste di parere per l'idoneit "provvisoria" dei siti, finalizzata cio non alla
localizzazione di un sito da destinare con continuit alla predetta funzione, ma solo
occasionalmente, si evidenzia che le stesse dovranno essere contenute il pi possibile e limitate a
casi di effettiva impossibilit di ricorrere alla modalit ordinaria sopra decritta relativa alla
individuazione dei siti a carattere idoneo e permanente.
In tali evenienze le richieste dovranno comunque essere inoltrate con almeno 30 (trenta) giorni di
anticipo per consentire alla Commissione di riunirsi ed esaminarle con lo scrupolo e l'accuratezza
necessarie.
Dette istanze dovranno essere prodotte dallAutorit Locale di P.S. o dal pirotecnico ; in tale ultimo
caso la domanda dovr comunque recare il nulla osta e/o la vidimazione della predetta Autorit di
P.S., cui dovr essere allegata una documentazione dell'organo tecnico comunale riguardante
l'esistenza di elementi e/o vincoli rilevanti ai fini della sicurezza la cui presenza deve essere nota
alla Commissione al fine dell'espressione del parere. Si precisa che tale documentazione deve essere
prodotta anche in caso di inesistenza di elementi e/o vincoli rilevanti ai fini della sicurezza.
L'ulteriore documentazione a corredo della domanda di parere per idoneit provvisoria di siti
riassunta nell'allegato 2). Tale elenco include i documenti che il pirotecnico dovr produrre
all'Autorit di P.S. ed all'organo tecnico comunale.

Acquisita la predetta documentazione, l'Autorit di P.S. trasmetter la pratica alla Prefettura per
l'avvio del procedimento finalizzato alla verifica dell'idoneit "provvisoria" del sito proposto.
Nel richiamare i contenuti della circolare del Ministero dellInterno n. 559/C.25055.XV.A.Mass.(1)
dell11 gennaio 2001, consultabile sul sito web della Prefettura
http://www.prefettura.it/vibovalentia/, si formulano di seguito alcune precisazioni utili in sede di
rilascio delle autorizzazioni da parte dell'Autorit di P.S.:
1. il sito di accensione dei fuochi artificiali va individuato tenendo conto di eventuali vulnerabilit
generali del territorio (rischio di frane, sprofondamenti, dissesti ecc.) , nonch di eventuali divieti di
accensione dei fuochi disposti con specifici provvedimenti ( es. aree allinterno di Parchi ecc.);
2. si dovr prevedere la sosta per il pubblico a una distanza superiore a quella di sicurezza dal luogo
di accensione dei fuochi;
3. la viabilit di accesso al luogo di accensione dei fuochi dovr essere tenuta sgombra da persone e
cose, anche con 1'individuazione di idonee aree di parcheggio per le auto al fine di consentire, in
caso di necessit, l'operativit dei mezzi di soccorso;
4. il sito dovr preferibilmente essere scelto in modo tale che possa essere facilmente raggiunto da
uno o pi mezzi di soccorso per eventuali necessit connesse all'insorgere di un incendio e/o altre
emergenze;
5. dovr essere disposta in tempo utile, a cura dell'amministrazione comunale, l'interruzione delle
eventuali strade esistenti nel raggio di almeno 200 metri dal luogo di accensione;
6. dovr essere predisposta una squadra incaricata all'attuazione delle misure di prevenzione
incendi, lotta antincendio e gestione dell'emergenza composta da un adeguato numero di persone
idoneamente equipaggiate di risorse strumentali e tecniche;
7. prima del rilascio dell'autorizzazione, il pirotecnico dovr presentare all'Amministrazione il
provvedimento prefettizio che lo abilita all'esercizio dell'attivit;
8. il pirotecnico dovr indicare sulla domanda volta ad ottenere l'autorizzazione comunale il tipo e
la quantit dei fuochi da accendere, in quanto l'autorizzazione stessa sar valida solo per essi;
9. il pirotecnico dovr provvedere all'accurata verifica della zona di pertinenza e di quella di
presumibile arrivo dei fuochi prima dell'accensione eliminando possibili cause di incendio, dopo
l'accensione per spegnere eventuali focolai di incendio ed, infine in occasione della bonifica dei
luoghi interessati;
10. dovr essere prevista la presenza di un numero idoneo di incaricati al primo soccorso.
Si sottolinea che in ogni caso il provvedimento di autorizzazione emesso dall'autorit locale di P.S.
dovr contenere, oltre alle indicazioni della Commissione aventi contenuto tecnico, anche le altre
valutazioni di competenza relative alla sicurezza, all'ordine pubblico ecc.
Ultima modifica il 06/08/20

Tra le novit pi importanti:

1.

consentita la vendita solo dei singoli artifici pirotecnici se scoppianti, fischiettanti o


crepitanti inseriti nella categoria V gruppo D. Vale a dire le stelline, vulcanetti ed in ogni
caso vendibili solo ai maggiorenni. La vendita a minorenni assolutamente vietata;

2.

nell' etichettatura di detti manufatti va indicata la data di confezionamento e scadenza, il


luogo di produzione (si possono vendere fino a fine anno le vecchie scorte);

3. i fuochi dartificio del tipo Petardo e del tipo Razzo sono stati inseriti nella categoria V,
gruppo C, vale a dire destinati esclusivamente ad uso professionale, quindi non pi vendibili
liberamente;
4. l' individuazione delle corrispondenze fra le categorie di classificazione degli articoli
pirotecnici;
5. l' aggiornamento degli allegati A, B e C del regolamento per l'esecuzione del testo unico
delle leggi di pubblica sicurezza;
6. la classificazione d'ufficio dei manufatti gia' riconosciuti ma non classificati tra i prodotti
esplodenti in applicazione del decreto 4 aprile 1973;
7. I NUOVI QUANTITATIVI DI PRODOTTO ESPLODENTE DETENIBILI IN UN
ESERCIZIO DI MINUTA VENDITA (in base alla cubatura del locale, fermo restando il
limite massimo di 200 kg. di prodotto detenibile fissato dal Decreto 23 Settembre 1999);
8. POSSIBILITA DI SOSTITUZIONE DEI PRODOTTI ESPLODENTI ASSEGNATI IN
LICENZA, CON ALTRI;
9. POSSIBILITA DI AUMENTARE IL CARICO DI PRODOTTO ESPLODENTE NEGLI
ESERCIZI ISOLATI;
10. EQUIVALENZE FRA POLVERI E POLVERI IN CARTUCCE;
11. l'aggiornamento delle autorizzazioni entro 24 mesi
12. e TANTO ALTRO ANCORA....

LE ULTIME NOVIT IN FATTO DI PIROTECNIA ED ALTRO


Nel giro di circa un anno sono usciti due decreti importantissimi che hanno interessato i
pirotecnici e le minute vendite. Per primo, il decreto che ha sancito il recepimento la normativa
europea. Su questo, non c' nulla da eccepire, visto che siamo in Europa. Con questo decreto, visto
che l'Italia non pu rinunciare al suo TULPS, avremo pertanto tre classifiche per uno stesso
prodotto esplodente: una per detenerlo, una per trasportarlo ed una per venderlo. L'unico
appunto che si pu fare che stato adoperato il termine "categoria" in modo che quando si parler
per esempio di "terza categoria" non si sapr se si parla di detonatori o di artifici da vendere col
porto d'armi. Si poteva parlare di "classe". Personalmente ho supplito nei miei testi, aggiungendo al
termine "categoria" la sigla "eu".
Occorre far notare, inoltre, che anche nel testo integrale europeo compare, fra i divieti, oltre a quello
di impiego di qualsiasi prodotto che non sia polvere nera e miscela lampo, anche quello degli
"esplosivi militari". Pare evidente che il divieto all'impiego di qualsiasi prodotto che non fosse nera
etc, escludesse anche gli esplosivi militari che, oltretutto, non esistono. Mi ha riferito il deputato eu
portoghese incaricato di stilare la normativa, che a volere la cosa di cos strabiliante importanza, sia
stato il rappresentante italiano che non era un tecnico, ma un funzionario di polizia. Col termine
"militare" si era cercato di aggravare, in passato, la posizione di un bieco e malvagio pirotecnico
che introduceva prodotti che li contenevano dalla Cina, poi assolto dal Tribunale che non ha creduto
alla validit dell'attributo.
Il secondo decreto, invece, conseguente al primo, serviva anche per introdurre quel
Regolamento previsto dalla Legge 272/2002 e che doveva uscire entro sei mesi, per sancire il
destino dei prodotti di libera vendita divenuti, per volere dell'Europa, "prodotti esplodenti" a tutti gli
effetti.
Il ministero, tuttavia, ha approfittato per introdurre nel Decreto quanto pi poteva, con modifiche al
Regolamento di P.S. ed ai suoi allegati compreso il capitolo sesto relativo alle minute vendite di cui
ha sostituito ben tre articoli (per dimostrare quanto erano stati minchioni coloro che avevano stilato
il precedente Regolamento ma facendo, in realt solo aggiunte per lo pi "improprie e fuori posto).
Secondo me, il TULPS con relativo Regolamento, invece, stato indubbiamente creato da scienziati
e fatto, pertanto, molto bene. L'unica pecca dovuta al fatto che sia rimasto qualcosa di un
precedente testo e che sia stato frutto di particolari contingenze riferibili ai tempi in cui Testo e
Regolamento furono redatti.
La attualmente assurda equivalenza di 5 kg. di polvere per 1500 cartucce da fucile, che nessuno si
mai sognato di cambiare a livello di deposito, era dovuta al fatto che il Regolamento considerava
ancora le prime cartucce dei Vetterli caricate con la polvere nera.
L'esistenza di un coefficiente anche per i clorati che nel resto del mondo non sono esplosivi,
risiedeva nel fatto che all'epoca, per questioni di autarchia, erano di grande diffusione le "chedditi",
esplosivi a base di clorati che oggi nessuno si sognerebbe pi di allestire.
la movimentazione delle casse era fatta esclusivamente a mano ed i corridoi vicino ai muri delle
riservette, oggi realizzati anche quando non pi necessari, erano unicamente realizzati per farvi
passare il soldato che, assieme ad un altro potesse sollevare e trasportare il proiettile attraverso
un'asta con gancio centrale da inserire nel tappo "a golfare".
Le cose nel regolamento erano dette in maniera semplice e la loro efficacia dimostrata in numerosi
fatti che hanno avuto modo di verificarsi e sperimentata in 4 anni di guerra.
Poche cose da aggiungere o modificare, quindi, senza l'intervento di quelle circolari che hanno
stravolto il senso delle Leggi senza beneficio alcuno per la salute pubblica. Prendiamo ad esempio il
riconoscimento dei prodotti pirotecnici. Il Regolamento nell'allegato A, comprendeva tali prodotti in
due voci indicando i componenti leciti e quelli no. Il riconoscimento voluto dalle circolari per
qualsiasi variazione di peso e colore dei fuochi di guarnizioni stata un po' il doppione della
catalogazione delle armi perch servita solo a far soldi a chi, magari senza titoli, preparava le

schede e a creare situazioni per delinquere da parte dei pirotecnici, senza senso e senza utilit per la
sicurezza degli operatori. Non bastavano i limiti imposti dalle direttive europee?
Conseguente al depauperamento culturale avvenuto nel tempo e della minore possibilit di dedicarsi
a tempo pieno al lavoro sono le modifiche apportate alle Leggi, di cui l'ultimo decreto testimone.
A parte il riconoscimento che in una minuta vendita possibile trattare tutti i gruppi della V
categoria, (ma si potrebbe trattare di una cosa involontaria) l'ultimo decreto stilato infatti in
maniera disorganica in modo da renderlo anche di difficile lettura. Non per nulla il Giudice Mori
che lo ha presentato nel suo sito, ha detto: "per adesso non ci ho capito niente". Le aggiunte sono
state infatti immesse dove capitava e con riferimenti a capitoli e paragrafi diversi che occorre
andare ogni volta a cercare, perdendo tempo e rischiando di perdere il filo del discorso. Ma, questo,
un peccato di forma, veniale rispetto ad altri capitali. Alcuni errori sono addirittura
incomprensibili. Come si fa a parlare, per esempio di detenzione di prodotti di V categoria gruppo E
in quantit illimitata quando poi si fissa un limite di kg. di 3,5 al metro cubo? Per la prima volta si
pone un limite all'infinito. Bastava dire "V categoria gruppo E limitata ai metri cubi disponibili"
(per i soli rivenditori, naturalmente). Anche questo, tuttavia, pu essere giudicabile a livello di
lapsus e quindi non grave. La limitazione del numero degli inneschi pu essere stata suggerita da un
incidente successo presso una ditta che li fabbricava, ma si suppone che il redattore della legge
sapesse che il fatto era stato creato dall'arcaico e sconsiderato sistema di conservarli in sacchi di
plastica con migliaia di esemplari e che il fatto non sarebbe capitato con le stesse capsule
condizionate negli imballi di oggi, che evitano la loro detonazione in massa. Tanto meno ci
potrebbe verificarsi con i bossoli innescati.
Dove invece il relatore ha dimostrato di non aver capito lo spirito della vecchia Legge si riscontra in
un errore gravissimo, perch interessa in maniera grave la salute del cittadino, riguardante le
strutture che deve avere un esercizio di minuta vendita anche se per gli armieri pu andare
benissimo. La vecchia legge parlava di pareti in "mattoni pieni doppia testa o di altra struttura
equivalente (REI 120); "REI 120" fra parentesi stato aggiunto in un secondo tempo e non ho
neanche contestato la variazione. Questo, evidentemente, per mettere in luce la resistenza
meccanica in un locale che pu anche essere all'intero di un palazzo e circondato a sinistra e a
destra, dietro, sotto e sopra, da civili abitazioni e destinato a contenere anche polveri o materiali di
IV categoria che, in caso di incendio possono creare una certa spinta sulle pareti. La resistenza al
fuoco REI 120 di cui parla il decreto senza altre precisazioni, pu essere oggi ottenuta con
particolari materiali di limitata resistenza o addirittura con particolari intonaci. Perch il vecchio
redattore della legge ha parlato di mattoni pieni? Perch i materiali di uguale resistenza con
l'aggiunta di "REI 120" fra parentesi stato aggiunto dopo? Il sottoscritto ha effettivamente
sfruttato questa prima infelice aggiunta per far concedere ugualmente licenza quando la parete del
locale con l'esplosivo non fosse confinante con locali altrui, ma interna all'esercizio. Per i soffitti
che hanno necessariamente una resistenza meccanica perch altrimenti chi vi cammina sopra
cadrebbe di sotto magari solo perch caricato delle borse per la spesa, il problema non sussiste ma
non per le pareti che sono spesso solo tamponate con l'intromissione, al massimo, di pannelli di
coibentazione termica ed acustica. Che comunque il legislatore attuale non avesse chiaro il concetto
ispiratore di chi aveva realizzato nel 73 la prima sostanziale modifica riguardante le minute vendite,
appare evidente quando si parla degli esercizi isolati. Il decreto 1973 nato in conseguenza del
disastro al Prenestino a Roma e quindi con gli effetti di un'esplosione di fuochi artificiali sotto gli
occhi. Il Legislatore dell'epoca, quindi ha creato locali con strutture ed una distribuzione del carico
tali da poter contenere gli effetti di un incendio e di una eventuale deflagrazione; e se si preso la
responsabilit di farlo vuol dire che la formula era quella giusta. Conoscevo il tecnico dell'epoca e
conosco l'attuale e posso, quindi, apprezzarne le abissali differenze.
Un deposito di esplosivi ha caratteristiche assolutamente diverse da un locale di minuta vendita, in
quanto pu sussistere solo a determinata distanza da elementi impeditivi esterni ed interni ed
strutturato con materiali il pi leggeri possibile per non offrire intasamento e per non avere ricadute
pericolose in caso di esplosione. Ebbene, se l'attuale legislatore fa riferimento per il calcolo delle

distanze di un locale di minuta vendita da altri elementi esterni alle formule previste per un deposito
inventando coefficienti senza testarne la validit, significa che ha voluto impressionare gli allocchi
con delle formule che contengono una radice quadrata, ma che, in realt, non ha capito un c....o !
Insomma, per finire con un esempio, si rappresenta un caso limite che rende l'idea di quanto stato
cos macchinosamente costruito. Il nuovo decreto concede di triplicare le quantit detenibili alla
condizione che le distanze da un altro elemento "penalizzante" siano quelle risultante
dall'applicazione della formula d = Kc" dove K va rilevato dalla nuova tabella dei coefficienti K
con cui stato corretto il cap. IV dell'allegato B, da assegnare nel calcolo delle distanze di
sicurezza. Il valore di tali coefficienti, se l'esercizio ubicato in una citt con pi di 10.000 abitanti,
K=12 per le polveri infumi e per le cartucce (calcolate con l'equivalenza 1500 cartucce = 5 kg. di
polvere valida tuttora per i depositi; ma anche considerando l kg per 560 cartucce salterebbe fuori
una bella distanza) K=8 per la polvere nera e artifici con effetti di scoppio e K=6 per i prodotti
illuminanti una volta affrancati, addirittura, dalla legge sugli esplosivi.Il che sta a significare che per
triplicare il numero delle cartucce detenibili corrispondenti a 600 chili a Milano, citt che pare
superi i 10000 abitanti (ma anche a Gallarate), occorrerebbe una distanza non inferiore a 400 metri
da qualsiasi elemento penalizzante. Per fortuna il nuovo decreto avverte che se fra l'esercizio e
l'elemento "penalizzante" c' una montagna (ostacolo naturale) allora i coefficienti possono essere
dimezzati. A Milano, quindi, un esercizio isolato posto dietro la montagnola delle immondizie (che
non naturale ma va bene lo stesso), per avere il triplo del carico possibile di cartucce dovrebbe
avere un elemento penalizzante a non meno di 200 metri dietro la montagnola, ma pur sempre a non
meno di 400 nelle direzioni non defilate dalla montagnola. E questo, realizzando una struttura di
171 me quando, con la sola presenza della recinzione ed una struttura di soli REI 90 potrebbe avere
un carico illimitato di cartucce con una distanza di rispetto di soli 50 metri o meno con qualche altro
provvedimento in pi (DM 2001).
Ridiamoci su!
oooooo
Rappresento ora quanto avevo scritto in precedenza sugli esercizi isolati e che l'illuminato rag.
presidente dell'antiarmieri, cui avevo affidato lo scritto per discuterlo in Commissione, per primo
non ha capito o non ha voluto o potuto portare avanti.
13. ESERCIZI ISOLATI.
Negli esercizi isolati la Legge consente di triplicare le quantit senza porre altre condizioni che non
sia quella dell'esistenza della cubatura necessaria in base al tipo di prodotto. In un esercizio isolato
pertanto si potr arrivare a detenere 600 Kg. di prodotto di cui 75 di polvere 60 di IV e 60 di V/C
che potranno divenire 90 e 120 in assenza di polveri di I categoria.
Difficile, ma non per chi usa il dizionario, dare un corretto significato di "isolato". A parere del
sottoscritto, isolato non solo il pino solitario o il casolare sperduto in mezzo alla campagna, ma
anche un esercizio separato da altri corpi di fabbricato diviso magari da giardini ed abitato dal solo
titolare di licenza, sistemato alla periferia di un paese. Questo, se non altro, per creare una
differenza con un ipotetico ma realizzabile esercizio affacciatesi in piazza del Duomo a Milano,
circondato da civili abitazioni.
Questo il parere espresso dal sottoscritto, anche al Ministero, a proposito degli ESERCIZI DI
MINUTA VENDITA "ISOLATI" nel secolo scorso, ma recepito in maniera diversa solo ora, per
demerito di chi era delegato a portarlo avanti.
"Il cap. VI dell'allegato B al Regolamento di PS art. 1.4 dice che "negli esercizi di minuta vendita si
possono tenere e vendere fino a complessivi kg 200 netti di prodotti esplodenti" e che "oltre tale
limite trova applicazione il capitolo IV del presente allegato". In pratica, la Legge dice,
semplicemente, che per detenere prodotti esplodenti aldil di quelli previsti per la minuta vendita
occorra una licenza di deposito. Altrimenti, visto che il cap.IV non applicabile ad una minuta
vendita (per via delle recinzioni, della guardiania, delle strutture, etc), sarebbe stato specificato che
"oltre tale limite trovano applicazione le distanze di sicurezza previste dal cap. IV".
Nell'art.2.2., dello stesso capitolo VI si dice infatti che " negli esercizi isolati" (la legge non dice

"localit isolata"!) si pu concedere licenza per tenere e vendere prodotti esplodenti della I, IV e V
categoria in quantitativi elevabili fino al triplo di quanto stabilito nell'art. 3, fermi restando i limiti
di cubatura anzi indicati" ma senza ulteriore accenno al capitolo IV.
D'altronde, non c', n pu esistere relazione fra locali di minuta vendita e depositi di esplosivi che
implicano, tra l'altro, tipologie costruttive completamente diverse. I locali di minuta vendita, infatti,
sono ubicabili in pieno agglomerato urbano ed anche in un condominio con abitazioni sovrastanti
sottostanti, retrostanti, laterali, anteriori e posteriori, ma hanno, a differenza dei locali deposto
previsti dal cap. IV in cui tutto deve essere leggero per evitare l'intasamento e proiezioni pericolose,
strutture di determinata resistenza meccanica ed al fuoco e cubature per Kg. di esplosivo tali da
circoscrivere gli eventuali effetti di un incendio.
Sarebbe poi assurdo che per un quantitativo di 200 Kg. di prodotto si possa avere un locale
confinante da tutte le parti con abitazioni e separato da esse solamente da muro di mattoni a doppia
testa e che per 201 Kg. (perch non detto che i quantitativi debbano essere per forza triplicati o
che tutti i tipi di prodotto lo debbano essere) si debba interporre una distanza di 42,5 metri (o 56,7
metri in presenza di polveri o 176 metri in citt1) nonostante che i muri perimetrali di un edificio
"isolato" siano normalmente di resistenza meccanica superiore a quello dei muri a doppia testa in
quanto si tratta di muri portanti.
Per i laici o per coloro che si spaventano delle quantit perch non hanno avuto modo di testare gli
effetti di 200 Kg. di prodotti vendibili in una minuta vendita, occorre ricordare che "esplosivo" e
"prodotto esplodente" non sono la stessa cosa e che 200 Kg. di polvere in cartucce non producono
gli stessi effetti di: 200 Kg. di tritolo; altrimenti occorrerebbe mettere sotto inchiesta chi ha stilato il
D.M. 23.9.99.
Le cartucce infatti, classificate 1.4.S, sono "materie ed oggetti presentanti un pericolo minore di
esplosione in caso di accensione o innesco durante il trasporto. Gli effetti sono essenzialmente
limitati al collo e non danno luogo normalmente alla proiezione di frammenti di taglia o ad una
distanza notevoli. Un incendio esterno non deve comportare l'esplosione praticamente istantanea
della quasi totalit del contenuto del collo".
Le cartucce costituiscono anche "materie o oggetto imballato o concepito in modo da limitare
all'interno del collo ogni effetto pericoloso dovuto ad un funzionamento accidentale a meno che
l'imballaggio non sia stato deteriorato dal fuoco, nel qual caso tutti gli effetti di spostamento d'aria o
di proiezione sono sufficientemente ridotti per non complicare in modo apprezzabile o impedire la
lotta contro l'incendio e l'applicazione di altre misure di urgenza nelle immediate vicinanze del
collo".
Il tritolo invece, rientra fra le "materie o oggetti comportanti un rischio di esplosione in massa".
(Una esplosione in massa una esplosione che interessa in modo praticamente istantaneo la quasi
totalit del carico)
Si ricorda anche, per avere termini di confronto, che un autoarticolato non particolarmente
attrezzato e senza autista munito di patente ADR carico di cartucce, pu tranquillamente circolare in
strade affollate o sostare sottocasa e che una semplice muro tagliafuoco consente la detenzione di un
carico illimitato di cartucce, diciamo mille miliardi per dare una idea, a 50 metri da qualsiasi
impedimento esterno.
Il discorso vale anche per gli altri prodotti di una minuta vendita che, comunque, non possono
arrivare alle quantit previste per le cartucce.
In definitiva, un esercizio "isolato" e cio non confinante con altri locali e non affacciatesi
direttamente nella pubblica via come pi frequentemente pu capitare nelle periferie (in cui le case
sono circondate da giardini e recintate), offre tali e tante garanzie di sicurezza in pi rispetto a quelli
all'interno di un edifcio, da giustificare un aumento dei quantitativi detenibili fino a tre volte, alla
sola condizione dell'esistenza della prescritta cubatura per chilogrammo di prodotto esplodente.
Pare evidente che strutture particolarmente robuste e le distanze che non debbono comunque essere
quelle previste per i depositi normati dal capitolo IV, possono orientare meglio sui massimi
consentiti.

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