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LA DINAMO NAPOLI PER IL RINNOVAMENTO DEL CALCIO FORMATIVO

CONCETTO CHIAVE: Ripensare il calcio giovanile e lasciare pi liberi i calciatori.

A Napoli pronto un progetto che vuole ribaltare i piani e lasciare la scena ai giovani calciatori:
Una scuola calcio in cui non si costruiscono giocatori bonsai, soldatini ubbidienti, ma bambini
liberi, capaci di toccare il pallone con lesterno del piede, la suola, di tacco.
Fare rovesciate.
Cercare luno contro uno, non il passaggio facile, il passa la palla, il due tocchi e via. Vogliono far
rotolare il pallone, lasciare che i bambini e i ragazzi si sentano liberi, felici di giocare, autonomi,
indipendenti dai loro stessi allenatori. Il gioco di squadra verr, ma dopo.
Se in Italia il calcio di strada sparito, non bisogna farne un dramma, ma prenderne atto.
In Brasile la crescita del ceto medio e il proliferare di campi di calcio sintetici ha impoverito il
talento brasiliano abituato a giocare per strada, per cui non siamo soli in questa crisi. Per c chi
pensa che si possa fare qualcosa, reinventare un modo di addestrare i giocatori del futuro,
prolungando linfanzia sul campo di calcio dicendo basta al calcio caserma che in Italia ha
prodotto fallimenti, per dare vita a un piccolo rinascimento sportivo.
Ce n bisogno?
Fate voi: abbiamo 13 mila campi di calcio, 44 mila squadre con 670 mila giovani calciatori
addestrati da 43 mila tecnici. Giocatori di talento prodotti? Zero. Nuovi Musella? Nuovi Baggio?
Zero.
Tra i primi trenta vivai dEuropa, non c un club italiano. Al primo posto, slavi, spagnoli e
francesi. Agli Europei abbiamo portato una nazionale di grande cuore, ma priva di talento. Non
eravamo cos, ma questo calcio sembra seriamente lo specchio di un Paese fermo e che unindagine
dellUnione Europea ha fotografato in modo impietoso: nella fascia di et tra i 18 e i 35 anni gli
italiani sono allultimo posto per capacit di sognare. E senza sogni non ci sono progetti, non c
azione, futuro, vita. Il calcio un gioco bellissimo, ma che stiamo rovinando fin dalle scuole di
avviamento: si punta pi sullaspetto fisico, e meno sulla tecnica.

Pi sul fare bene una diagonale difensiva, che saltare luomo. Pi sulle sovrapposizioni che sul
dribbling. I soci della Dinamo Napoli vogliono aiutare i ragazzini a provare quello che loro
sentivano in campo: la felicit di giocare, non di annullarsi negli schemi.
In 20 hanno elaborato un progetto per giovani calciatori felici. E un segnale che manda la citt
di Napoli e che vede, al Nord come al Sud, altre realt che cominciano a organizzarsi per recuperare
quella tecnica che si andata persa negli anni. In Calabria, per esempio, un anziano allenatore,
Pasquale Bruno, solo omonimo della belva granata, ogni giorno va in campo per migliorare la
tecnica dei giovani calciatori, dal controllo di palla alla rovesciata, al punto da inventare strumenti
per migliorare il gesto tecnico dei piccoli atleti. Poi, certo, ci vuole anche una cultura sportiva pi
ampia, che prevede altre discipline per migliorare la coordinazione: nei Paesi slavi i ragazzini, a 14
anni, sono bravi in almeno due discipline. In Inghilterra e Galles, i rugbisti crescono giocando a
calcio o facendo atletica.

Finora, il problema degli allenatori delle scuole calcio che pensano pi a loro stessi che ai
ragazzi: lavorano sui movimenti collettivi e meno sulla libert in campo, per poter emergere a
spese dei giocatori e mostrare ai presidenti di essere pronti per allenare la prima squadra. Il gioco di
squadra esasperato azzera le individualit, tiene a freno le gelosie dei genitori, spesso garantisce
risultati e introiti. Ma calciatori? Aggiungiamo un altro elemento: i ragazzi delle squadre Primavera,
spesso, sono bravissimi nelle diagonali ma non sanno fare una capriola o un allungamento, stando
ritti in piedi, a toccarsi le punte. Non rischiare una delle frasi che pi hanno devastato il Paese.
Ai tempi del cortile, nessuno osava dirtelo perch il bello stava, appunto, nel rischio, nel superare
due avversari in un colpo solo.
Quando un bambino si stacca dallo spartito e prova una giocata lo fa mostrando coraggio, una
piccola grande prova di coraggio, perch sfida le proprie insicurezze, e lo fa davanti allallenatore, i
compagni, i genitori in tribuna. Un adulto non ne capace. Lo sport ha qualcosa di diverso: ha un
contesto in cui il tuo lavoro ha un pubblico che guarda e giudica. Frustrarne la libert produce
soldatini, non giocatori, e forse persone che un giorno meno facilmente rischieranno qualcosa,
coltiveranno un sogno, provando una metaforica rovesciata per sorprendere se stessi, in campo
come nella vita.

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