Sei sulla pagina 1di 482

Premessa

Franco Granone, docente in clinica delle malattie nervose e


mentali dal 1943, gi incaricato di psichiatria in raorto con
la patologia internistica alla Scuola di specializzazione
dell'Universit di Torino dal 1972 al 1981, stato docente
di Psicologia nella facolt medica dell'Universit di Vercelli.
Primario neurologo di ruolo dal 1951 al 1981 presso
l'Ospedale Generale Sant'Andrea di Vercelli, in questa sede
ha fondato e diretto una Divisione Neurologica di 60 letti
ed ha aggregato ad essa nel febbraio 1966, il primo Centro
ospedaliero italiano di ipnosi clinica-sperimentale e, nel
1970, uno dei primi Centri per la lotta contro le
tossicomanie e l'alcolismo, (uno dei primi in
Italia~dirgendolo sino al 1978, anno in cui l'assistenza ai
tossicomani stata devoluta ai Comuni.

E autore di 125 pubblicazioni di argomento


neuropsichiattico, alcune a carattere monografico, di nove
film scientifici, alcuni dei quali in lingua inglese, premiati a
festival internazionali e di vaPie videoregistrazioni.
Presidente onorario, gi in carica dal 1964,
dell'Associazione Medica Italiana per lo Studio dell'Ipnosi,
presidente del Centro Italiano di Ipnosi Clinica
Sperimentale e della Federazione italiana per lo Studio
delle Psicoterapie, Ipnosi e Fenomeni di Rilassamento. E
socio onorario di numerose societ scientifiche straniere;
laureato ad honorem in Scienze del Comportamento
Umano a La jolla University di S. Diego in California.

Collaboratore di enciclopedie e riviste, ha fondato e dirige


dal 1965 la Rassegna di Psicoterapie e Ipnosi, prima rivista

medica italiana sull'ipnosi.

Ha partecipato come membro del comitato d'onore


internazionale ai Congressi di ipnosi e medicina
psicosomatica di Patti, Kyoto, Magonza, Oppsala,
Barcellona, Rio de Janeiro dal 1962 al 1978. Ha organizzato
Simposi Internazionali sull'Ipnosi e ad Opatija, nel 1985, al
XIII Congresso Internazionale di Psicoterapia.

Ha tenuto corsi sull'ipnosi all'estero e in Italia presso


l'Ospedale Generale Sant'Andrea di Vercelli, presso
l'Universit Cattolica di Milano nel 1965 e 1966, e presso il
Centro culturale della Mendola nel 1968, segnando con
questi l'ingresso ufficiale dell'insegnamento dell'ipnosi in
una universit italiana e cattolica. Ditte la Scuola
postuniversitatia di Ipnosi Clinica Sperimentale di Torino,
tenendo annualmente Corsi riservati a Medici e Psicologi,
sulla base del suo Trattato di ipnosi, gi adottato nella
edizione spagnola come libro di testo nelle Scuole
dell'America Latina.

Premessa
Questa premessa la sintesi delle prefazioni delle
precedenti cinque edizioni del mio Trattato di ipnosi. Essa
ne giustifica l'iter attraverso venticinque anni e costituisce,
con le opportune nuove considerazioni, la presentazione
dell'opera attuale.

L'ipnotismo, come fenomeno biologico, mezzo d'indagine e


strumento terapeutico fu il titolo del mio primo volume

sull'argomento, nel 1962, con prefazione di Cesare Luigi


Musatti.

Questi, psicoanalista freudiano di fama internazionale, pur


asserendo che esiste un'antitesi sul piano pratico tra analisi
e ipnotismo (antitesi, peraltro, oggi, dopo venticinque anni,
da molti psicoanalisti non pi profondamente sentita)
riconosce nella sua prefazione che sul piano teorico tale
antitesi non ha alcuna giustificazione; e le semplici ragioni
storiche dovute al fatto che Freud all'inizio della sua attivit
impieg una terapia ipnotica e una terapia catartica su
base ipnotica, e sostitu poi queste tecniche con quella
della psicoanalisi, non rappresentano una spiegazione
sufficiente.

Sarebbe sempre stato possibile - continuava Musatti nel


1962, affermando la terapia analitica pi corretta, pi
radicale e di pi stabile efficacia, conservare accanto ad
essa, per quei casi (e sono numerosi) in cui la psicoanalisi
non sia applicabile, la vecchia terapia ipnotica.

L'ipnosi - scrive Musatti nella sua prefazione - uno stato


particolare della coscienza che, sia per i fenomeni che in
essa si producono, sia per quelli che a suo mezzo si
possono provocare, presenta un enorme interesse per la
psicologia e per la psichia

tria... Essa costituisce un mezzo di sperimentazione


Psicopatologica veramente insuperabile. E non a caso tutta
la moderna psicologia clinica e dinamica (psicoanalisi
compresa) si storicamente sviluppata a partire dagli studi
del secolo scorso sopra l'ipnosi.

Logico pertanto sarebbe stato che il movimento


psicoanalitico... avesse continuato a giovarsi, magari al
solo scopo di ricerca, di questo prezioso stmmento e
avesse approfondito l'analisi dello strumento medesimo...
Anche gli psicoanalisti moderni parlano spesso di ipnosi;
ma ne parlano in genere per ripetere vecchie formule e
senza preoccuparsi di acquistare una personale esperienza
nella sua tecnica... Non posso che vedere con soddisfazione
che il professor Granone abbia riproposto i problemi
dell'ipnosi all'attenzione degli studiosi italiani con questa
opera che giudico molto importante per l'ampiezza del
disegno, per la ricchezza dell'infonnazione e per l'apporto
di una assai interessante casistica personale: con l'augurio
che essa segni l'inizio nel nostro Paese di una vigorosa
ripresa delle indagini riguardanti l'ipnosi e il suo impiego
terapeutico.

Di fatto nel 1962 nella mia prefazione io scrivevo: Da


venticinque anni uso l'ipnosi come mezzo terapeutico per
investigare la personalit profonda e l'ho sempre trovata un
valido complemento dell'interrogatorio psicologico e
psichiatrico, narcoanalitico e psicoanalitico, dei metodi
proiettivi e dell'esame con i comuni test.

Essa mi ha spesso permesso un immediato accesso a stati


complessuali e la palpitante, rapida rivelazione di essi,
quasi quanto (se mi si concede l'ardito traslato in campo
neurologico) un'angiografia carotidea, un
elettroencefalogramma, o una pneumoencefalografita per
un processo espansivo cerebrale clinicamente incerto.

Nei lunghi anni trascorsi ho accumulato nozioni e ho

notato molteplici casi; ho elaborato delle tecniche, che ho


visto poi pubblicate da altri studiosi come metodi personali,
ma non ho mai redatto un esteso lavoro sull'argomento per
due motivi fondamentali. Il primo, perch era mia
aspirazione prima di scrivere qualcosa sull'ipnotismo
vedere chiarito il suo profondo significato biologico e il suo
intimo modo di agire nel gioco delle correlazioni
psicosomatiche; senza di che ogni pubblicazione scientifica
sull'argomento mi appariva incompleta. Il secondo motivo
stato costituito dall'indirizzo tradizionale biologicosomatistico della Scuola Neuropsichiatrica Italiana, nella
quale sono cresciuto, e che per gran parte alieno o
contrario all'esercizio e allo studio di tale disciplina.

Convinto peraltro dell'utilit di tale studio sono voluto


andare come si dice controvento, continuando in esso,
quale direttore del Centro di Ipnosi Clinica e Sperimentale
dell'Ospedale di Vercelli, da me fondato, annesso alla
Divisione Neurologica. Ho potuto cos trattare con i miei
collaboratori centinaia di pazienti, raccogliendo numerose
cartelle cliniche e decine di filmati; utili per considerazioni
e deduzioni successive, per lezioni nell'ambito universitario
(all'Istituto di Psicologia dell'Universit Cattolica di Milano,
per la prima volta nell'ottobre 1965) e per corsi ospedalieri
sull'ipnotismo a medici e psicologi (all'Ospedale S. Andrea
di Vercelli, Per la prima volta nel 1970).

L'opera si cos ampliata da un volume di 573 pagine a un


trattato di 1081 pagine, che dopo dieci anni di ricerche
vedeva la luce nel 1972, per essere ancora pubblicato in
una successiva edizione nel 1976 e in una quarta nel 1979.
Un'edizione spagnola di esso venne approntata nel 1973,
per opera dell'Editorial Cientffico- Mdica di Barcellona, col
titolo Tratado de Hipnosis (Sofrologia), adottato come libro
di testo in molti paesi dell'America: Latina.

L'opera, di fatto, si Potuta arricchire di numerosi dati


sperimentali, frutto anche delle ricerche svolte in
collaborazione con i Primari dell'Ospedale di Vercelli, e
precisamente di cardiologia (cap. 10 S 7), di
otorinolaringoiatria (cap. 10 5 1), di odoritoiatria (cap. 10 S
1), di dermatologia (cap. 10 S 11), di oculistica (cap. 10 5
1). Gli ampliamenti e

gli aggiornamenti riguardarono altres la storia dell'ipnosi,


la terminologia, le tecniche d'induzione e di
approfondimento della trance, la sintomatologia somatica e
psichica dell'ipnosi, la parapscologia, le psiconevrosi,
l'alcolismo, la psicoprofilassi ostetrica, l'analgesia, le
modalit ipnositerapiche in genere e le loro basi
neurofisiologiche e psicologiche, gli aspetti morali e
giuridici dell'ipnotismo, la casistica.

Fu accentuato nell'opera il carattere di trattato che potesse


essere consultato da specialisti diversi, dal neuropsichiatra
all'ostetrico, dall'anestesista al medico legale.

Il precedente titolo L'ipnotismo come fenomeno biologico,


mezzo d'indagine e strumento terapeutico fu
necessariamente modificato in quello di Trattato di ipnosi
col sottotitolo Sofrologia a maggior chiarimento per tutti
coloro che incorporano l'ipnosi nello studio pi generale
degli stati di coscienza, comunque si presentino e siano
causati.

Ho curato soprattutto l'imPostazione dottrinale e

sperimentale dei fenomeni ipnotici, diffondendomi, ad


esempio, sul metabolismo cerebrale in ipnosi (cap. 10 S
13), studiato per la prima volta nel mondo all'Ospedale di
Vercelli con la collaborazione dell'Istituto di Patologia
Medica dell'Universit di Milano; sulle modificazioni
vascolari, pletismografiche, pneumografiche suscitabili con
la suggestione ipnotica (cap. 10 S 7) e studiando sul piano
sperimentale e pratico la validit o meno delle tecniche
condizionanti in ipnosi (cap. 15), perch risultassero
sempre pi chiari i vari postulati scientifici che sono alla
base dei fenomeni ipnotici e dell'ipnositerapia.

Convinto che l'ipnosi, quale elemento suggestivo e


condizionante, in grado pi o meno attenuato, entri in molti
rapporti sociali, e che la sua approfondita conoscenza
possa essere utile a politici, militari, sportivi, commercianti,
ho trattato in un apposito capitolo l'ipnotismo extramedico.

Siamo soprattutto convinti - scrivevo nella prefazione del


1972 - che gli stati ipnotici e suggestivi, pi o meno consci
e a diverso livello d'intensit, costituiscano una realt di
ogni relazione interpersonale terapeutica. Ignorare le
evenienze ipnosuggestive dei vari rapporti terapeutici, o
trascurarle minimizzandole, riteniamo sia un errore per
qualunque psicoterapeuta di qualsiasi indirizzo.

Esse invece, subito riconosciute, devono essere


interpretate alla luce della psicologia del profondo e
valutate nella loro intensit con i dati della semeiotica dei
diversi stati di coscienza patologici, paranormali o normali.
Questi ultimi, di fatto, fluiscono e sfumano l'uno nell'altro
con possibilit di realizzazioni psicosomatiche e
psicoviscerali sempre diverse secondo il momento,

l'intenst e la natura del rapporto traslativo, come le


ricerche sull'ipnosi dimostrano in modo scientifico. In tale
senso, lo studio degli stati ipnoidali eteroindotti o
autoindotti durer fino a che esister quello delle molteplici
componenti della personalit umana e finch un uomo si
accoster ad un altro per influenzarlo, o sorreggerlo e
curarlo. Questo, nonostante l'ostracismo all'ipnosi delle
Accademie, che disdegnano l'esame scientifico dello
psichismo suggestivo e paranormale, forse temendo la
contaminazione con ci che ancora oggi pu apparire
inficiato di empirismo magico e irrazionale, e che invece ha
le sue leggi come ogni fenomeno biologico naturale.

Eppure si sa che lo psichismo pu influenzare tutta la


fisiopatologia somatica, umorale e viscerale, per l'esistenza
di una reciproca correlazione psicosomatica e
somatopsichica (cap. 11).

Nel secolo in cui la stessa arte raffigura pi che gli aspetti


del mondo esteriore quello interno dei sogni e delle
allucinazioni, le scienze positive, che hanno portato ad una
meravigliosa conoscenza del nostro Io organico, non
possono mancare di dedicarsi allo studio dello psichismo
individuale e sociale cos imprevedibile e conturbante nella
dinamica del suo profondo, nelle manifestazioni ipnotiche e
paranormali, nelle regressioni, contestazioni, divinazioni.

Dal 1972 al 1982 trascorso un altro decennio di ricerche


e di elaborazioni interiori, che hanno portato alla V edizione
del Trattato, aggiornata nelle impostazioni dottrinali e
terapeutiche.

Per quanto riguarda le tecniche induttive di ipnosi, al


lettore che, dopo aver sperimentato tutte quelle descritte
nella parte seconda del trattato (capp. 3, 4, 5, 6, 7) e in
altri punti di esso, avesse avuto ancora delle perplessit o
insuccessi, consigliavamo di non andare ancora alla ricerca
di altre metodiche elaborate e sofisticate, poich erano gi
abbastanza numerose quelle riportate, ma di rivedere
invece il suo modo di porsi di fronte al malato nel rapporto
terapeutico, sotto la guida di un maestro. Di fatto le
tecniche sono tutte valide secondo chi le fa e le modalit e
il tempo della loro applicazione. Non esiste la tecnica
migliore in assoluto, ma quella che maggiormente si adatta
ad un determinato operatore e al soggetto in trattamento.
Non basta, infine, imparare una tecnica perfare
dell'ipnositerapia; come non basta aver imparato a scrivere
per comporre poesie.

L'ipnositerapia, in quanto psicoterapia condotta in uno


stato particolare di coscienza, un'arte che non pu essere
ripetitiva, bens ogni volta creativa. L'ipnosi una scienza
per i suoi fondamenti biologici, basati sulle vicendevoli
correlazioni mente-corpo; ma un'arte nelle sue
applicazioni pratiche del rapporto con il paziente. E come
tutte le atti non pu essere appresa che sino ad un certo
punto.

Per quanto nkuarda le modalit terapeutiche pratiche e


cio quanto si deve suggerire ai vari pazienti affetti da
diverse forme morbose, una volta che questi raggiungano
lo stato ipnotico, avevamo pensato che ogni terapeuta
avrebbe facilmente desunto i suggerimenti da dare,
derivandoli da quanto esposto nella parte quarta del
trattato (capp. 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19) e formulando le
varie suggestioni a misura del paziente in trattamento, con
intuito terapeutico estemporaneo.

I vari anni d'insegnamento dell'ipnositerapia in diverse


citt dal 1965 a oggi (Universit Cattolica di Milano e
Roma, Universit di Modena, Ospedale di Vercelli, Scuola di
Torino ecc.) mi hanno convinto che invece non cos; e
sempre pi numerose sono state le richieste, da parte di
non pochi allievi, di specifiche suggestioni terapeutiche da
somministrare ai diversi malati. Per soddisfare queste
esigenze ho dovuto arricchire la quinta edizione di
suggerimenti riguardanti l'ansia, l'angoscia, le nevrosi
disforiche, la balbuzie, i tic, l'enuresi, l'impotentia coeundi,
la frigidit, l'anoressia mentale, la polifagia, la maturazione
e la ristrutturazione della personalit degli insicuri, le
deviazioni sessuali, l'alcolismo, le tossicomanie ecc. (cap.
17).

Si intende che non si potuto conseguentemente fare a


meno di aggiornare le impostazioni dottrinali da cui questi
specifici suggerimenti discendono, soprattutto quelle
riguardanti l'angoscia (cap. 17 5 1b); e il problema della
personalit nel suo sviluppo e nel suo comportamento
(cap. 14 S 6). Almeno nelle linee essenziali, per non
ampliare eccessivamente la mole del trattato.

Sempre per quest'ultimo motivo, non si voluto arricchire


la casistica come avrei Potuto fare con casi veramente
interessanti, esaminati negli anni intercorsi.

Dato il continuo fiorire di diverse modalit di training pi o


meno autogeni in contestazione dottrinale fra loro e con la
stessa ipnosi, ho creduto opportuno fare il punto nella
quinta edizione su tale questione come risulta a me. E un
dibattito che si trascina da oltre venti anni (cap. 4 S 16),

soprattutto,
ritengo, per parte di coloro che, non sempre clinicamente
edotti sui diversi stati di coscienza, sulle differenzefra
autogenia e autoipnosi, fra semplice trance e trance
ipnotica vogliono coartare in schematismi dottrinali una
realt clinica di condizioni psichiche fluenti e intersecantisi
nel rapporto terapeutico, che oscillante fra l'attivo e il
passivo.

Ho quindi illustrato fra le teorie avanzate per spiegare che


cosa sia l'ipnosi e perch essa insorga, quella sostenuta da
me, apparendomi essa come la pi verosimile dopo mezzo
secolo di personali osservazioni cliniche e sperimentali
(cap. 8 S 2a; cap. 9 2c; cap. 20, ai punti 23, 26, 28).

Si brevemente aggiornato il capitolo della situazione


odierna dell'ipnotismo in Italia (cap. 2 5 4), e interpolazioni
pi o meno estese sono state fatte in vari capitoli
r~guardanti l'analgesia ipnotica e il problema delle
endorfine, la pirobazia e l'incombustiblit, le guarigioni
miracolose, la regressione di et, la sognoterapia, e la
meloterapia, le tossicomanie e l'aspetto medico-legale
dell'ipnotismo, secondo quanto acquisito nell'ultimo
decennio dall'esperienza personale e dalla letteratura.

Dal 1983 sono trascorsi altri cinque anni e l'ipnotismo ha


fatto il suo cammino. Sono sorte tecniche pi sofisticate,
quali le indirette, propugnate dalla Scuola Eriksoniana: e
quelle avanzate dalla Programmazione Neurolinguistica. Ad
esse si accenna in questa sesta edizione le cui voci
bibliografiche elencate superano ormai ampiamente il
migliaio.

Sempre pi fra gli studiosi di tutto il mondo si messo


l'accento sull'ipnosi che insorge senza rituali, e come stato
di coscienza particolare in vari rapporti umani. A quello che
noi sosteniamo da sempre, e ci fa piacere che nuovi studi
lo affermino. Per non alterare l'equilibrio dell'opera ho in
questa sesta edizione, accorciato qualche capitolo
cercando peraltro di non togliere al trattato la sua
particolare fisionomia culturale e di ricerca scientifica. Ho
preferito rivolgermi agli studiosi della materia, pi che al
grosso pubblico. Ho cercato insomma di differenziare
l'opera dai numerosi manuali esistenti in commercio,
sveltiti per fini unicamente pratici oppure commerciali.

Vogliamo terminare questa premessa con brevi


considerazioni che riguardano l'ipnosi nel contesto della
psiconeurofisiologia, della psicosomatica e della psichiatria.

Prescindendo dall'importanza che essa ha sempre avuto


nel campo della psicologia e della psicodinamica, tre ampi
orizzonti si sono dischiusi al suo studio nell'ultimo
decennio.

Il primo riguarda gli stati di coscienza e, per la loro


diagnostica differenziale, reputo importante quanto
formulato da me con la definizione di trance ipnotica e di
semplice trance; il concetto di ipnosi vide; il
riconoscimento della sua presenza in molte evenienze della
vita quotidiana; l'importanza dei diversi tipi di
comunicazione verbale, non verbale, metaforica e quindi i
nuovi modi di porsi in rapporto con il soggetto in ipnosi
(concepita anche come un processo relazionale circolare
dal terapeuta al paziente e viceversa), derivati dalla

sofrologia, dalla programmazione neurolinguistica, e anche


dal training autogeno con modalit di approccio sempre
meno ritualizzati. Con questi si ha la possibilit di stimolare
le forze dell'inconscio creativo, mediante idee
dinamicamente attive; che, suggerite durante lo stato di
coscienza proprio della trance pnotica, mettono in moto
un'attivit successiva cosciente, razionale, libera e
produttiva.

Il secondo orizzonte dell'ipnosi riguarda le sue basi


neurofisiologiche, come si sono potute rilevare con
specifiche ricerche stereoelettroencefalografiche, di
neurochirurgia, di commessurotomia in particolare, e con
gli studi sulle funzionalit specifiche del cervello destro e
del sinistro, delle zone corticali e limbiche, durante lo stato
di coscienza ipnotica. Tali studi confermano tutti la mia
definizione del 1962, dell'ipnosi come sindrome clinica a s
stante, parafisiologica, e non come una n-stificazione, un
autoinganno o una malafede secondo quanto sostenuto da
altri.

Il terzo e ultimo orizzonte quello del monodeismo plastico


dell'ipnosi nei riguardi del soma e dei visceri, per cui essa
si pone non pi solo come una terapia del comportamento,
ma anche come possibile cura di affezioni squisitamente
organiche.

La scoperta divari nuovi peptidi, enzimi, ormoni,


l'affermarsi della psicoimmunologia hanno infatti permesso
di identificare un nuovo grande ponte tra mente e corpo,
oltre a quello classico, gi noto, basato sulle correlazoni del
sistema nervoso vegetativo e del sistema nervoso centrale.

Mi auguro che la presente opera, maturata in oltre


cinquanta anni di esperienza medica e neuropsichiatrica,
con ricerche sull'ipnosi, possa costituire un utile appoggio
per i ricercatori che mi succederanno.
FRANCO GRANONE

PARTE PRIMA
STORIA
CAPITOLO 1

Questioni terminologiche.
Teorie interpretative
l.

Terminologia ed essenza dell'ipnosi

Braid (1843) fu il primo a introdurre la parola ipnotismo,


definendolo come uno stato particolare del sistema
nervoso, detern-nato da manovre artificiali.
Successivamente Bernheim giudic l'ipnotismo come un
grado di suggestibilit esaltata, intendendo per
suggestibifit l'attitudine a essere influenzati da un'idea e
a realizzarla. Charcot lo definii come una nevrosi
sperimentale.

Altre definizioni sono state date ancora, a seconda delle


diverse Scuole e dei modi con cui sono stati interpretati i
fenomeni ipnotici. Su di esse ci soffermeremo nel capitolo

in corso.

Lo stesso Braid ad esempio, avendo successivamente


costatato che i soggetti che si addormentavano erano
una minoranza, uno su dieci tutt'al pi, e che polarizzare
l'attenzione del pensiero su una sola idea procurava
eccellenti risultati terapeutici senza l'intervento del sonno,
ripudiava la parola ipnotismo nel 1847 sostituendola col
tern-ne di monoideismo per designare la condizione
dell'intelletto dominato da una sola idea.

Per chiarezza di esposizione preciso subito che in questo


trattato si intende per ipnotismo la possibilit di indurre in
un soggetto un particolare stato psicofisico che permette di
influire sulle condizioni psichiche, somatiche e viscerali del
soggetto stesso, per mezzo del rapporto creatosi fra questi
e l'ipnotizzatore.
Molti autori hanno ritenuto che tale definizione
da me postulata nel 1961 sintetizzi bene l'essenza dei
fenomeni sull'ipnotismo, tanto che l'hanno accettata e
ripetuta integralmente nei propri lavori. Citer ad esempio
il professor Gattuso e il professor Pero, cattedratico di
malattie nervose e mentali dell'Universit di Catania, che
l'hanno riportata nella relazione sulla Analgesia e terapia
medica del dolore tenuta al 15' Congresso di Neurologia*.

Il termine di ipnosi cronologicamente posteriore di una


trentina d'anni a quello di ipnotismo.

Lungo il corso del Trattato si adoperer la parola ipnotismo

quando si parler del fenomeno ipnotico, considerandolo in


stretto rapporto con l'operatore, e la parola ipnosi quando
ci si riferir alla simplice sintomatologia ipnotica, come
sindrome a s stante e avulsa, in certo qual modo,
dall'operatore. Cosicch l'ipnosi un modo di essere
dell'organismo e l'ipnotismo quella tecnica che permette di
attuare tale condizione. Co si dir che si pratica
l'ipnotismo e che nella ipnosi si osservano modificazioni
caratteristiche della memoria. Tale distinzione molto utile
in via nosografica e diagnostica ed opportuno che venga
rispettata per evitare confusioni, come in seguito si
preciser.

L'ipnosi pu essere anche autoindotta mediante spontanei


monoideismi suggestivi e altre tecniche che illustreremo
pi avanti (cap. 4 S 10).

Prima dell'introduzione del termine ipnotismo (Braid, 1843)


si parl di magnetismo (Mesmer,
1779), e per vari anni i due tern-ni si sovrapposero.
Secondo gli storiografi la parola magnetismo deriverebbe
dal bovaro Magnet, del Monte Ida, che avrebbe scoperto le
prestigiose caratteristiche di un minerale, poi denominato
magnetite, o calamita naturale, 2 quale aveva la propriet
di attirare i chiodi delle sue scarpe. Secondo altri, la parola
magnetismo deriverebbe da Magnesia, citt dell'Asia
Minore, dove sarebbe stato scoperto per la prima volta tale
minerale (Daglio).

Da questa costatazione nacque l'idea di particolari fluidi


provenienti dal mondo minerale, come si era gi pensato a
fluidi del mondo animale, tanto che gli antichi egizi e gli
indiani curavano con l'imposizione delle mani.

Dato l'alone di diffidenza e di discredito da cui, a volte, fu


accompagnato l'pnotismo, alcuni cultori di questa
disciplina vorrebbero oggi definirla con un altro nome, in
modo da procurarle, sotto una nuova etichetta, quella
fiducia e stima che essa merita.

t stata per essa, ad esempio, avanzata da Bernstein la


parola tranceologia, uguale a scienza che si occupa degli
stati di trance; Fry propose il termine di rilasciamento per
suggestione; altri ancora quello di terapia psicosomatica.

Chi scrive, desiderando rimuovere le concezioni erronee


sull'ipnotismo e chiarire le idee in merito a esso, ha
mantenuto a bella posta nella prima edizione di questo
trattato tale vecchio termine, non grato ad alcuni, perch
fosse subito, senza equivoco, precisato l'argomento. Ci
anche se, nella pratica terapeutica, pu essere utile
adoperare con i profani, almeno all'inizio, la frase indicativa
di cura di rilassamento, suscitatrice di minori apprensioni.

Una delle condizioni che pi frequentemente si attuano


nell'esercizio dell'ipnotismo quella cosiddetta del sonno
ipnotico, durante il quale sono assai spiccate le possibilit
di agire sulla psiche e che pertanto deve essere distinto
dalla ipnosi indotta coi medicamenti, o narcosi, e dal sonno
fisiologico, dove tali possibilit non esistono. Ci sebbene
sia possibile passare da uno stato di coscienza all'altro,
come si vedr trattando dell'induzione dal sonno fisiologico
(cap. 4 5 15) e dalla subnarcosi barbiturica (cap. 7 5 2c).

Perch sia subito respinta l'idea che ipnosi equivalga a


sonno, si noter quello che gi stato rilevato da molti altri
autori e cio che una persona addormentata reagisce solo
a stimoli intensi, o partcolari per lei, mentre un soggetto
ipnotizzato pu reagire a stimoli disparati, anche se deboli.

Nell'ipnosi non si osserva alcuna alterazione del regime dei


riflessi, come nel sonno, dove essi sono diminuiti, o
invertiti, quale il plantare cutaneo, con la comparsa a volte,
del segno d Babinski. L'elettroencefalogramma in ipnosi ha
delle caratteristiche che lo distinguono da quello del sonno
fisiologico (si vedano le parti terza e quarta). Il
metabolismo basale del cervello del soggetto in stato
d'ipnosi profondo non coincide con quello del sonno (cap.
10 5 13).

I dinamismi sensorio e intellettivo, quali si osservano


durante la trance, non si osservano nel sonno, anche se
parziale. Infine, per quanto possa sembrare una
contraddizione in tern-ni, e per notare come ipnosi non
voglia sempre significare sonno, ricorderemo che esiste
un'ipnosi vigile, n particolare identificata dall'Autore sin dal
1962, cio uno stato di veglia, durante il quale possono lo
stesso prodursi profonde alterazioni della suggestibilit,
della volont e somato-viscerali (si veda la parte quarta,
sulla casistica).

Il primo ad adoperare il termine di sonno per indicare la


condizione ipnotica fu l'abate Faria, che lo definii sonno
lucido. Successivamente si ricorso ai termini di sonno
ipnotico, sonno provocato, sonno psicosomatico, nevrosi
sperimentale eccetera. Riteniamo peraltro che sia un errore
voler far rientrare nei quadri gi conosciuti della fisiologia

(sonno) o della patologia (nevrosi, isterismo) l'ipnosi.


Questa una sindrome clinica a s stante, che ha dei punti
di contatto e altri di divergenza con quelle cliniche
classiche note (cap. 9 5 2c). Essa distinta dalla
prevalenza delle funzioni rappresentativo-emotive su quelle
critico-intellettive, da fenomeni di ideoplasia controllata e
da condizioni fisiologiche di inibizione cerebrale sinistra con
esaltazione dell'attivit dell'en-iisfero destro, che
assicurano il rapporto con l'ipnotista nella ipnosi
eteroindotta. L'ipnosi deve essere considerata come un
fatto eminentemente dinarnico e non statico (cap. 8 S 2).
Con essa si realizza una dissociazione psichica che, in virt
di un rapporto interpersonale di tipo erriinentemente
regressivo, tende a stabilire una condizione per cui si pu
agire sulle funzioni psichiche e organiche del soggetto.

Per narcoipnosi si intende uno stato nel quale la


suggestione viene imposta, approfittando della subnarcosi,
con conseguenti possibilit ipnotiche sul soggetto, prima
seminarcotizzato. Nel capitolo 7 5 2b tratteremo delle
differenze fra subnarcosi e trance ipnotica.
Per autoipnosi si intende un'ipnosi che il paziente si induce
da solo, mediante progressivi esercizi di rilasciamento, o
elaborando suggestioni postipnotiche, dategli
precedentemente da un operatore.

Per ipnoanalisi si intende qualunque tipo di anaUsi della


personalit profonda, praticata in trance ipnotica, anche se
non interpretata sempre alla luce di un dottrinale ortodosso
psicoanalitico. Lo studio sistematico della fenomenologia
neuro e psicofisiologica in ipnosi (parte terza) giustifica,
secondo chi scrive, tale concezione; cosicch la ipnoanalisi
(come del resto molti autori, Alema, Gomirato e altri, hanno
fatto gi per la narcoanalisi) deve essere considerata quale

un mezzo clinico, a s stante, di esplorazione delle varie


strutture psichiche della personalit e non solo
dell'inconscio freudiano.

Si chiamer per brevit narcoipnoanalisi un'anaUsi iniziata


nello stato di subnarcosi e continuata nello stato di trance
ipnotica successiva alla subnarcosi.

Per narcoterapia si intendono quei procedimenti che


sfruttano lo stato crepuscolare indotto da un narcotico, per
compiere, a scopi curativi, una particolare analisi psichica
(narcoanalisi) e psicoterapia. Questa azione sulla psiche va
distinta da quella semplice medicamentosa rilassante, del
tutto secondaria e non sufficiente da sola a qualificare tale
mezzo come psicoterapeutico.

Siccome si usa genericamente il termine di ipnoterapia per


indicare tutti quei procedimenti che si avvalgono del sonno
come mezzo di cura, sia esso prodotto da farmaci o
dall'ipnosi, si ritiene pi esatto adoperare il termine di
ipnositerapia per ogni cura eseguita mediante tecniche
ipnotiche, con o senza il sonno. Ci perch questo nulla ha
a che fare con il sonno da medicamenti.

Cogi esistono una ipnopedia e una ipnosipedia, e cio due


procedimenti ben diversi con i quali si cerca di imparare pi
facilmente delle nozioni, nel primo caso durante il sonno
fisiologico e nel secondo servendosi invece della trance
indotta da un ipnotista (cap. 19 S 2).

Ci guardiamo, infine, dal chiamare ipnosi quei torpori della


coscienza che possono essere causati da mezzi chirnici o
fisici (metronomo, luce intermittente o abbagliante, trauma
cranico ecc.), in quanto che in essi esclusa la psicogenes
rappresentativa, suggestiva e riproduttiva dei fenomeno
stesso, come nella vera ipnosi, sia essa auto o eteroindotta.

Riteniamo che insistere per un'esatta terminologia non sia


una pedanteria semantica, ma un'indispensabile necessit
per meglio intenderci ed evitare grossolani errori.

Ne ricordo ad esempio uno in cui sono incorsi tutti i


quotidiani italiani del 1970 e anche purtroppo la stampa
forense, a proposito di un delitto compiuto in stato di
tossicosi da farmaci e che fu definito come delitto in ipnosi.

L'equivoco si trascina dall'Ottocento ad oggi per colpa dei


medici di quell'epoca che hanno etichettato con ipnosi, dal
greco ~7rvoq che vuol dire sonno, uno stato che sonno non
; e dei successivi anestesisti, farmacologi, i quali a loro
volta hanno adoperato il termine di ipnosi per indicare una
condizione che ipnosi non . Difatti, con questo termine
tutti gli ipnotisti del mondo intendono, come abbiamo
precedentemente spiegato, un particolare stato psicofisico
instaurato con l'ipnotismo contraddistinto quindi da un
rapporto con l'ipnotista e non dovuto all'assunzione di
farmaci. Il soggetto che ingerisce medicamenti vari, droghe
pi o meno aflucinanti, alcool, sostanze psicoattive ecc.
potr trovarsi in uno stato di narcosi o subriarcosi, in una
condizione delirante o subdelirante, di confusione mentale,
di agitazione psicomotoria ecc., ma per fatti di
neurotossicosi che nulla hanno a vedere con la condizione
ipnotica, ben conosciuta sul piano neurofisiologico e

psicologico da ogni ipnositerapeuta.

Si deve tenere ben presente che quando si arriva all'ipnosi


con l'aiuto di un farmaco, essa imposta dall'operatore,
approfittando di quello stato di coscienza crepuscolare
procurato dal medicamento, e non affatto dovuta a
questo soltanto. Il farmaco, ripeto, d uno stato
sinlnarcotico o di ebbrezza, ma non ipnosi, per la quale si
richiede usualmente il rapporto dei soggetto con l'ipnotista.

La questione importante non solo dal lato terminologico,


ma anche e pi da quello medicolegale, perch riteniamo
difficile durante una vera ipnosi imporre a un soggetto
comportamenti antisociali o delittuosi contro le sue stesse
radicate convinzioni etiche e morali e le sue usuali
tendenze istintive-affettive. Se cos fosse, potremmo con
l'ipnosi cambiare i criminali in galantuomini e questi in
quelli con estrema facilit (vedasi cap. 13 S 2). Tanto scrissi
sul quotidiano La Stampa dei 12 febbraio 1970, N. 33, e la
precisazione fu riportata successivamente da La Sesia; ma,
a quanto mi consta, con pochi risultati.
Ipnosi e sofrologia
Molti autori di lingua spagnola, dell'America meridionale,
qualche francese e italiano hanno di recente adottato il
termine di sofrologia al posto di quello di ipnosi in uso nella
Scuola anglosassone, nell'America settentrionale e
centrale, in Russia e nei paesi asiatici. Questo tern-ne,
suggerito nel 1960 dallo psichiatra colombiano Alfonso
Caycedo, docente di psichiatria all'Unversit di Barcellona,
deriva dal greco aCq = sano; cpp~v = mente; lyog = discorso, e
vuoi conglobare lo studio dei diversi stati di coscienza
comunque si presentino e siano provocati, con farmaci o
con l'ipnosi autoindotta o eteroindotta, con idee n-iistiche

ecc. Precisamente la sofrologia viene definita dal suo


fondatore come una Nueva Escuela Cientifica que estudia
las modificaciones de la conciencia humana, producidas
mediante diferentes procedimientos (psicolgicos,
fisiolgicos, qu:micos, etc.), para su empleo en la clnica y
en la investigacin (Caycedo, 1969).

Secondo Pedro Pons, presidente della Reale Accademia di


Barcellona, magia, magnetismo, ipnosi, sofrologia,
sarebbero dei termini che tracciano il cammino degli studi
sulla coscienza, e la sofrologia aspira, evitando le antiche
teorie sull'ipnosi, a elevarsi come una investigazione nuova
e orikinale.

La sofrologia in altro punto (p. 215 del trattato di Caycedo)


sopraccitato viene definita come il ramo della medicina che
studia le tecniche di entrenamiento psicosomtico, la sua
utilizzazione clinica e le relazioni psicofisiche che
riguardano i suoi fenomeni. Essa utilizza la sofronizzazione
e cio delle tecniche di rilassamento, associate alla parola,
ottenendo nel paziente uno stato speciale psicosomatico
denon-iinato stato sofronico. Questo (p. 46) uno stato di
coscienza normale con le sue qualit e le sue
caratteristiche; una di queste sta nelle possibilit di
influenzamento della vita vegetativa. Quando lo stato
sofronico suscitato da altri si parla d accidn
eterosofrnica e se invece prodotta dal medesimo
soggetto si parla di accin autosofrnica.

P, chiaro come queste parole comprendano di fatto gli


stessi concetti esposti per l'ipnosi dai moderni studiosi e da
chi scrive nell'edizione del 1962 di questo Trattato.

Per vero lo stesso Caycedo scrive che la rottura della scuola


sofrologica con l'ipnotismo e il fat

to che questa non utilizza il vocabolario dell'ipnosi e la


maggior parte dei suoi metodi, non vuoi dire che essa
rigetti i postulati dell'ipnosi. Le scuole di ipnosi, scrive, sono
nostre compagne di cammino dell'investigazione della
coscienza e i loro lavori sono stati e sono di eccezionale
utilt.

Al primo Congresso mondiale di sofrologia tenuto a


Barcellona nell'ottobre 1970, che ha contato 1400 medici
iscritti di 42 nazioni, abbiamo di fatto notato qualificati
rappresentanti di scuole di ipnotismo.

Lo studio dell'ipnosi, del resto, ha da tempo conglobato in


questa l'esame attento dei vari fenomeni di coscienza e di
vigilanza, essendo essa stessa oggetto di ricerche
elettroencefalografiche e neurofisiologiche tendenti a illunnarne il processo psicofisiologico che ne sta alla base.

In tutti gli ultin- Congressi mondiali di ipnosi, di Parigi nel


1965, di Kyoto nel 1967, di Magonza nel 1970, le condizioni
di coscienza similipnotiche, il training autogeno, le estasi
religiose sono state sempre oggetto di relazioni e
specialmente a Kyoto i convenuti presero contatto in vari
templi con i cultori dello Zen per studiame oltre gli aspetti
filosofici anche quelli neurofisiologici, elettroencefalografici
e psicologici in rapporto ai procedimenti di ipnosi e
autoipnosi (cap. 4 S 17) (Granone, 1967 e 1968).

Ci testimonia come il termine di ipnosi attraverso il tempo,


dopo gli apporti della psicoanalisi e dei nuovi concetti sulla
psicologia del profondo, della reflessologia condizionata e
degli studi di neurofisiologia ed elettroencefalografia sulla
vigilanza, sulla coscienza, sul sonno e sugli stati onirici si
sia ampliato nel suo significato e tali studi abbiano
profondamente modificata la disciplina dell'ipnotismo
partita dal vecchio concetto del fluido mesmeriano e da
quello successivo di suggestone. Modificata non solo nella
sua impostazione culturale, ma anche nell'esplicazione
delle sue tecniche, divenute sempre meno possessive e
imperative e sempre pi permissive, distensive, autogene
su basi neurofisiologiche e psicologiche.

Arrivati a questo punto, o ci si istruisce sull'evolversi della


materia, cosa non facile, dati i preconcetti e pregiudizi
duri a morire; o si conia un nuovo tern-ne che la ribattezzi
dandole una verginit terminologica che peraltro, come
abbiamo accennato, non corrisponde in tutto a una
verginit sostanziale.
Di fronte a questo problema, gli studiosi sono
divisi in due gruppi contrastanti: i fautori della parola ipnosi
ritengono che i nuovi termini creeranno solo confusioni,
offrendo anche l'opportunit a persone di buona e cattiva
fede di gabellare il vecchio per il nuovo; i fautori della
nuova terminologia pensano invece che questa smusser le
resistenze attuali del pubblico e degli accademici spesso
non molto istruiti su quello che l'ipnosi; far cadere
preconcetti e pregiudizi anche refigiosi, suscitati
dall'ipnotismo compromesso dagli errori culturali del
passato e da pratiche empiriche sospette.

E appunto per ci che l'autore del presente Trattato ha

acconsentito alla richiesta fattagli che questo, nella


traduzione spagnola, fosse intitolato Sofrologia anzich
ipnotismo, coi quale non favorevole termine egli invece
volle appositamente battezzare la prima edizione italiana,
perch meglio risultasse allo studioso, senza ambiguit di
parole e di concetti, quanto di nuovo fosse maturato in tale
vecchio campo e l'evolversi della materia nel tempo.

E ha acconsentito anche perch nel corso del trattato


vengono di fatto eseguiti numerosi riferimenti a stati di
coscienza similipnotici e paragonati o differenziati fra loro
in base alle diverse tecniche usate per ottenerli e
conseguenti manifestazioni psicosomatiche. Il tempo
decider della fortuna dei termini e chi scrive, al Congresso
mondiale di ipnosi e medicina psicosornatica di Magonza
del maggio 1970, si fatto promotore per l'adozione di una
terminologia internazionale unica per i fenomeni propri
dell'ipnosi. A noi quel che preme oggi, nella confusione dei
termini, di salvare la sostanza e l'identit dei fenomeni
che studiamo, anche se etichettati in modo diverso.

Poich si corre il pericolo che nuove tecniche per indurre


condizioni ipnoidali vengano dai non edotti nella semeiotica
degli stati di coscienza dell'ipnosi, e ancorati all'ipnotismo
mesmeriano, credute come delle novit assolute,
instauranti condizioni dei tutto diverse dalle ipnotiche.

Tecniche, ad esempio, basate su condizionamenti ripetuti,


su particolari tipi di respirazione, di rilassamento, capaci di
indurre analgesia spontanea durante un parto, sono state
ad esempio valutate come qualcosa di sostanzialmente
diverso dall'ipnosi vide da molti ostetrici al Congresso di
Psicoprofilassi ostetrica (Milano, giugno 1970). Ci

soprattutto perch queste tecniche sganciano spesso il


soggetto dall'ipnotista, dandogli la sensa

zione di essere del tutto autonomo e indipendente. Ma


senza riflettere che le condizioni di coscienza raggiunte
sono in ogni caso quelle della trance ipnotica auto- o
eteroindotta, con prevalenza cio delle funzioni
rappresentativo-emotive su quelle critico-intellettive, con
fenomeni di monoideismo suggestivo e condizionato,
processi di ideoplasia controllata, condizioni fisiologiche
modificate di inibizione ed eccitazione dei centri cerebrali.
E senza considerare inoltre che questi diversi metodi
battezzati con un nome che non ipnosi, di fatto per agire
debbono portare tutti a modificazioni sornatiche, viscerali e
vascolari, a riduzion senso-percettive, a modificazioni dello
stato di coscienza come l'ipnosi, altrimenti non agiscono!

Pensiamo pertanto che tecrche formalmente diverse non


possano costituire dei metodi di cura psicosornatica
sostanzialmente diversi, in quanto questi non devono
essere caratterizzati tanto dall'approccio iniziale, quanto
dalle obiettive terrninali condizioni psichiche e
somatoviscerali che si raggiungono.

Di un training autogeno basato sul respiro parla, ad


esempio, Piscicelli per la preparazione psicoprofilattica del
parto, arrivando con tale metodo sino a condizioni di
catalessia e al parto quasi indolore o senza paura o pi
semplicemente a condizioni di eutorfla e di grande
flessibilit perineale (come con la trance ipnotica).

Di esercizi condizionanti parla Galeotto, per arrivare a

un parto gioioso. Esercizi condizionanti che finiscono


per con l'indurre stati di trance pi o meno profonda, autoo eteroindotta.

Di stato sofrologico per il parto indolore parlano i sofrologi,


ma se si esamina in che cosa consista questo stato
sofrologco si costata che esso realizza le condizioni
psicosomatiche dell'ipnosi, nel senso dianzi specificato.

Bisogna dunque ovviare al pericolo che, nell'ansia del


nuovo e nella paura dell'ipnosi, col moltiplicarsi delle dizioni
cresca la confusione fra coloro che non guardano alla realt
obiettiva del fenomeno psicosomatico raggiunto.

Le stesse modificazioni vascolari descritte dagli autori


tedeschi per il training autogeno di Schultz sono state da
me e da qualche altro autore documentate durante la
trance ipnotica (cap. 10 S 7), cosa che difficilmente
potrebbe avvenire se si trattasse di procedimenti
sostanzialmente diversi sul piano psicosornatico.
Aggiunger che gli esercizi del rilassamento muscolare e
della pesantezza sono stati da me ripetutamente dimostrati
come validi mezzi di induzione ipnotica, e adoperati con
successo nei soggetti che temono l'approccio autoritario
dell'ipnotista.

Soggetti resistenti all'analisi con psicoanalisti di fama si


possono pi facilmente curare dopo qualche seduta di
training praticata da un analista che anche un ipnotista
(Ancona). Adesso che questa interessante tecnica diffusa,
occorre stare attenti che non si instauri tra psicoterapeuta

e paziente il caratteristico tipo di rapporto della ipnosi


vigile, indotta durante il training, che d al soggetto la
sensazione della sua completa vigilanza e indipendenza e
all'analista non ben edotto della dinamica della trance
ipnotica l'impressione di non fare dell'ipnosi.

Per concludere, riteniamo che quando si deve etichettare


una particolare situazione psicosomatica indotta, per
classificarla non bisogna lasciarsi influenzare dai metodi
con cui stata raggiunta. Metodi che possono essere quelli
degli stregoni africani o quelli dei rilassamento
psicosomatico alla jacobsen o alla Schultz; quelli della
sofrologia, o dell'ipnosi condizionante; o quelli orientali, a
impronta pi o meno n-sca. Tutti questi metodi, come le
vecchie tecniche ipnotiche grossolane e possessive,
tendono a una manipolazione degli stati di coscienza per
scopi psichici e psicosomatici.

L'entit della fenomenologia raggiunta E classifica, e se


questa presenta i sintomi peculiari degli stati ipnotici, si
dovr adoperare sempre un identico termine di definizione
che, una volta stabilito, dovr essere adoperato dagli
studiosi di tutti i paesi per chiarezza e seriet scientifica.

Nessuno vuole negare la differenza sostanziale e formale


esistente fra le diverse tecniche; ma ci non autorizza a
non chiamare pi con lo stesso nome lo stato di coscienza
raggiunto con esse e la particolare condizione
psicosomatica ad esso connessa, quando si costata sul
piano fisiologico e psicologico che tale condizione pur
sempre quella propria degli stati ipnoidal autoindotti o
eteroindotti, nel senso gi accettato dagli esperti.
2. Interpretazionedell'ipnotismo attraverso i tempi

L'ipnotismo noto all'uomo da oltre quattromila anni. Era


gi conosciuto dagli antichi Cinesi, dagli

Egizi, dagli Indiani, dagli Ebrei, dai Greci, dai Romani. Per
questi ultimi ne fanno fede le antiche Sibille, e i giudizi di
Plinio il Vecchio, Vespasiano, Plutarco, Adriano, Tertulliano,
Aurelio Prudenziano, Sineso.

Nella mitologia troviamo la prova di come gli antichi


conoscessero e credessero alla fascinazione; ne esempio
la favola di Medusa che con lo sguardo paralizzava gli
uomini che la miravano, si da pietrificarli; mito ricordato nel
verso dantesco: venga Medusa: si '1 farem di smalto!

Al fascino esercitato da una persona su un'altra dobbiamo


attribuire il fatto del Cimbro che, inviato a uccidere Mario,
prigioniero, rest paralizzato dallo sguardo e dalla voce di
questi.

1 maghi aztechi, prima della conquista di Hernn Corts,


praticavano l'ipnosi.

Nei secoli successivi, in Europa, Marsilio Ficino,


Pomponazzi, Bacone, van Helmont, Maxwel si occuparono
dell'ipnotismo nei loro studi, ed espressero giudizi e dati di
fatto al riguardo. Tuttavia, per trovare l'ipnotismo
largamente applicato in Europa, a scopo terapeutico,
bisogna arrivare al 1700, a Mesmer filosofo e medico, a
Gassner, di origine svedese, a Braid scozzese, che, con i
loro metodi terapeutici, si attirarono consensi e biasimi

dalle accaden-e mediche del tempo.

Una vera rinascenza dell'ipnotismo avvenne in seguito, in


Francia, dal 1842 al 1886, per opera di Charcot, Beaunis,
Charles Richet, Brillon, Bernheim, Cullerre, Bottey,
Brmaud, Babinski, Grasset, Janet; in Germania per opera
di Czermak, Schneider, Heidenheim, Rumph, Obersteiner,
Rieger; in Italia per gli studi di Ellero, Lombroso, Tamburini,
Seppilli, Dal Pozzo, Campiffi, Morsell.

Esaminare particolarmente le concezioni sull'ipnotismo di


tutti coloro che ci hanno preceduto, esula dai fini di questo
lavoro, essenzialmente rivolto a delucidare la natura
biologica dei fenomeni ipnotici e la loro efficacia
terapeutica.

Ci fermeremo pertanto solo sulle principali interpretazioni


che dell'ipnotismo sono state date attraverso i tempi; e, nel
capitolo seguente, sul modo con cui questo stato
considerato dal lato curativo.

Secondo tale direttiva possiamo, nella storia dell'ipnotismo,


differenziare quattro grandi periodi interpretativi: a) il
periodo mistico; b) il periodo magnetico; c) il periodo
psicologico; d) il periodo fisiologico. Questi periodi non
cronologicamente ben
definiti spesso si trovano contemporanei e contrastanti,
quali indirizzi di Scuole diverse. Qui ci soffermeremo
diffusamente su di essi, per ritornarvi brevemente ancora
nella parte terza, dove si esporranno le convinzioni
personali sulla genesi dell'ipnotismo.

(a) Interpretazioni mistiche


Questo primo periodo risale, come abbiamo gi detto, agli
antichi sacerdoti egizi, greci e romani, che praticavano il
sonno nel tempio e si servivano di soggetti in stato ipnotico
per avvicinarsi alla divinit e predire l'avvenire. Gli antichi
indovini cadevano in trance, ritenendo che ci conferisse
loro poteri divinatori.

I maghi persiani e i fachiri indiani praticavano l'autoipnosi,


pretendendo di possedere, in questo stato, poteri curativi
soprannaturali.

Gli indiani Chippewa, nelle loro pratiche di iniziazione


durante le quali i ragazzi alla pubert venivano cullati in un
sonno magico dalle cantilene dello stregone, di fatto
praticavano una ipnosi di gruppo, tanto che in vari soggetti
si instaurava fin l'analgesia. In tali condizioni di trance i
ragazzi ricevevano dallo stregone tutti gli insegnamenti
riguardanti i costumi tribali e cio delle vere e proprie
suggestioni ipnotiche e postipnotiche che portavano gli
iniziati a compiere poi atti di valore, con insensibilit per le
ferite. Gli indiani, che pur servendosi, come altri popoli,
egregiamente dell'ipnotismo ne ignoravano l'esistenza e le
leggi che lo regolano, finivano per mettere tutti i successi
dell'ipnosi in relazione con il soprannaturale.

Del resto, in Europa, l'interpretazione mistica dei fenomeni


ipnotici si ritrova ancora nel 1774 nel medico religioso
Gassner, il quale, usando per l'ipnosi un cerimoniale
chiesastico e appellandosi a demoni e a Dio, si dimostra
nella genesi dell'ipnotismo ancora abbarbicato al Medioevo
e ai concetti trascendenti divini.

Nei secoli successivi alcune refigioni hanno ritenuto


l'autoipnosi un aiuto spirituale. Verso il 1880 i monaci
cristiani del Monte Athos, in Grecia, la praticavano come
parte delle loro meditazioni, cosi come gli Ind praticano lo
yoga.

Approfondiremo pi avanti (cap. 4 S 10) i punti di contatto


che esistono tra l'esperienza religiosa e il fenomeno
ipnotico, sia sul piano psicologico, sia su quello fisiologico.
(b) Interpretazioni magnetiche, fluidiche, metapsichicheLA
CONCEZIONE MAGNETICA

Fior nel 1700, soprattutto con Franz Friedrich Anton


Mesmer (1734-1815) e la sua teoria del fluido magnetico,
quando, gi prima di questi, altri due medici avevano
tentato esperimenti ipnotici: J. Gassner e A. Kircher.

Mesmer, richiamandosi ai concetti filosofici e teosofici del


sedicesimo e dei diciassettesimo secolo, ispirandosi a
Paracelso, a van Helmont, a Fludd, a Maxwell, a Kircher e
riferendosi sia ai concetti metafisici-cosmologici di Leibniz
sia a quelli fisici di Galvani e Lavoisier, ritenne essere causa
dei fenomeni ipnotici il fluido magnetico animale.
Precisamente, le teorie mesmeriane che si ispirano alle
leggi della gravitazione universale, ricalcano i concetti
paracelsiani di fluido universale, cosmico, permeante il
sole, la luna, i pianeti, la terra, i metalli, le piante e gli
animah. Mesmer pens all'esistenza di un fluido che
dall'operatore si trasmettesse al soggetto, ed era
pienamente persuaso che il fluido potesse trasmettersi e
aderire a un soggetto magnetizzato, che, a sua volta,
acquistava la virt di comunicarlo a chiunque si mettesse
in contatto con lui. La sua bacchetta magica era

magnetica.

Mesmer ritenne che l'operatore potesse spingere di l dalla


periferia del corpo l'influsso nervoso e dirigere questa
forza, attraverso lo spazio, sugli esseri viventi che egli si
proponeva di influenzare. Ritenne anche che il magnetismo
animale non avesse solo per oggetto la produzione di
fenomeni straordinari nell'organismo, ma anche e
soprattutto la guarigione delle malattie. La malattia per
Mesmer A'aberrazione dell'armonia organica e il
magnetismo guarisce, ristabilendo l'armonia. Egli
applicava dei pezzi di ferro, o faceva sedere i suoi pazienti
attorno a una tinozza d'acqua contenente limatura di ferro,
o esercitava dei passi e asserendo che dal ferro o dalle sue
mani si sprigionava un fluido magnetico induceva il
cosiddetto sonno mesmerico (trance).

Un aflievo di Mesmer, il marchese Chastenet de Puysgur,


chiam lo stato di sonno, che insorgeva per il fluido
magnetico, sonnambulismo.

Le idee di Mesmer e le sue cure miracolose fecero, a suo


tempo, tanto scalpore che il Governo francese intervenne,
nel 1784, chiedendo alla Reale Accademia di medicina un
rapporto sul magne
tismo*. Tra i membri designati si trovarono Frankfin,
Lavoisier, Baffly, Laurent de Jussieu e numerosi altri uomin
di scienza, che si pronunciarono tutti contro il magnetismo,
meno Jussieu, che rifiut di sottoscrivere il rapporto di
costoro.

Precisamente, i commissari, avendo dimostrato che


11mmaginazione senza magnetismo produce delle
convulsoni, e che il magnetismo senza immaginazione non
produce niente, conclusero che questo fluido senza
esistenza per conseguenza senza utilit; che i violenti
effetti che si osservano nel trattamento pubblico
appartengono al contatto, all'immaginazione messa in
azione e a quella imitazione meccanica che ci porta a
ripetere ci che colpisce i nostri sensi.

A questo rapporto, che doveva essere reso pubblico, ne fu


aggiunto un secondo, che denunciava le pratiche
mesmeriche come dannose per la moralit pubblica. Noi
pensiamo - dissero inoltre i commissari - che il preteso
magnetismo animale sia un sistema antico, vantato nel
secolo precedente e caduto in dimenticanza; che questo
sistema sia assolutamente privo di prove; che gli effetti
prodotti da questo preteso modo di guarigione siano tutti
dovuti all'imitazione e all'immaginazione; ch'essi siano pi
nocivi che utili, e che siano dannosi in quanto possono far
contrarre a persone ben costituite un'abitudine
spasmodica, fra le pi spiacevoli per la salute.

Senonch, siccome le opinion degli. uomini sono mutabili,


dopo alcuni anni, e precisamente nel 1825, fu richiesto
all'Accademia di Medicina un nuovo esame del
magnetismo, e il rapporto della commissione in merito,
redatto dopo sei anni di studio, fu favorevole, persino
troppo favorevole.

Furono allora stabilite le seguenti quattro proposizioni: 1)


gli effetti del magnetismo sono spesso nulli nelle persone
sane e in alcune malate; 2) essi sono sovente poco marcati;

3) essi sono spesso il prodotto della noia, della monotonia,


della fantasia; 4) infine si sviluppano indipendentemente da
queste ultime cause, molto probabilmente per effetto del
solo magnetismo.

Il rapporto finiva con l'accettare non solamente il


sonnambulismo, provocato, ma anche i fatti di
chiaroveggenza e di previsione.

La storia della Medicina deve riconoscere a Mesmer il


grande merito di avere egli richiamato per

primo in Europa l'attenzione degli studiosi sui fenomeni


ipnotici.

Potr interessare gli storici della medicina sapere che uno


dei pi antichi documenti italiani sul mesmerismo uno
scritto del medico Sebastiano Giraud di Pinerolo (8
dicembre 1774): Lettre de Mr. Giraud, docteur en mdecine
de la Facult de Tourin Monsieur Le Comte N. N.
Crmone (Biblioteca delle Scienze di Torino).

Questo medico, di fama europea, ebbe inibito dal Re del


Piemonte l'esercizio delle pratiche magnetiche, tanto da
dover esulare a Lione e a Parigi, ritornando in patria solo
dopo la conquista napoleonica. (Pericle Maruzzi, in
Bollettino storico bibliografico Subalpino, agosto 1930, p.
241).
CONCEZIONI VARIE DI FORZE RADIANTI

Con l'evolversi dei tempi, la concezione magnetica con


prerogative quasi magiche scomparve nell'interpretazione
dei fenomeni ipnotici, ma rimase sempre presso varie
scuole, come fondamentale spiegazione di essi, la
concezione di una forza radiante dall'ipnotizzatore e
influente sugli altri soggetti attraverso lo spazio. Nel 1820,
il generale Noizet si appell al fluido vitale.

Nel 1863 Francesco Guidi parla di anevrosia e di


spossamento del fluido nerveo che si ottiene concentrando
lungamente l'attenzione del soggetto su di un disco di
zinco e di rame, su di uno specchio o su altro lucido
oggetto qualunque.

Il sonno magnetico provocato concentrando l'attenzione


del soggetto su di un oggetto qualunque non ha altra
funzione che di spossare momentaneamente il suo fluido
nervoso cerebrale, onde pi facilmente sostituirvi le
vbrazioni del nostro magnetico fluido.

L'esperimento che provoca lo spossamento del fluido


nervoso (anevrosia) si deve fare come preparazione e
anche facilitazione della diretta azione magnetica.

Oggi, forse Guidi ripeterebbe la stessa spiegazione per il


B.W.S. (Brain Waves Sincronzer), i fotoinduttori e gli
psicofarmaci che facilitano l'atto induttivo ipnotico.

Nel 1869, Dal Pozzo parl di radiazioni e di moti ondulatori,


sostenendo che il pensiero pu propagarsi a un altro

individuo per mezzo di vibrazioni, le quali eccitano il mezzo


ambiente, specialmente se le due persone s trovano in
contatto. Dal Pozzo
consider l'ipnotismo come uno stato fisiologico, che si
produce artificialmente negli individui di temperamento
nervoso in ispecie, sani o in condizioni patologiche. Durante
questo stato, le funzioni vitali, organiche e sensorie
sarebbero perturbate da azioni esterne, che
determinerebbero fatti inibitori e dinamogenetici
nefl'organismo.

Nel 1881, Barty parl di una forza nervosa radante, che


esisterebbe nel sistema nervoso allo stato dinarnico e
statico, e si trasmetterebbe per mezzo delle ondulazioni
defl'etere. Questa forza che produrrebbe i fenomeni
ipnotici, sarebbe, secondo Barty, lo stesso fluido di
Mesmer, che questi aveva conosciuto soltanto
empiricamente. Tale fluido si emetterebbe per mezzo degli
occhi, delle dita, del soffio: esso si propagherebbe in linea
retta, si rifletterebbe su una superficie liscia secondo le
leggi fisiche, attraverserebbe i corpi opachi e massicci,
avrebbe propriet analoghe a quelle della luce e
dell'elettricit.

Dumontpallier si avvicin anch'egli a questa teoria, e


amrrse l'esistenza di un influsso nervoso radiante da tutto
l'essere umano con possibilit di trasmissione di esso ad
altre persone. Questo medico dichiar non potersi
diversamente spiegare la maniera di reagire di certi
individui sotto l'impressione delle dita e dello sguardo.

1 fautori del moto vibratorio nerveo pensarono che questo


suscitasse una radiazione che dal sistema nervoso centrale

si propagasse sino alle cellule periferiche, e da queste nel


mezzo ambiente, allo stesso modo che una eccitazione
esterna, operata sull'estremo periferico di un nervo, si
propaga sino alle cellule cerebrali.

Esisterebbe cos un'atmosfera vitale, non per nel senso


fluidistico di Mesmer, la quale consisterebbe nella
concordanza del sistema neuroperiferico dell'individuo col
mezzo ambiente. Farebbero parte del mezzo ambiente
l'ara, i mobili, le persone. Qualunque moto dell'organismo
umano determinerebbe un moto di natura vibrante in tutta
l'atmosfera propria dell'individuo, il quale moto, se si
propaga a un corpo le cui particelle siano atte a vibrare
sincrone con la detta onda, si cambierebbe in quel corpo in
oscillazione, s che in esso si riprodurrebbero i fatti
originari da cui quell'onda era derivata. Cos un organismo
diverrebbe sorgente di fatti fisiologici, quando l'onda
avesse avuto origine da un fatto fisiologico.

1 fenomeni ipnotici, suscitati dalla fissit del bulbo oculare,


dipenderebbero da modificazioni che

avvengono nel sistema nervoso dell'ipnotizzato vale a dire


indipendentemente da alcuna eccitazione dall'esterno. Ma
se si opera facendo risonare un tamtam, un diapason
eccetera, allora si premette un fatto esterno che causa di
eccitazioni, le quali poi causerebbero modificazioni nel
soggetto. 1 segni esterni dell'ipnotizzatore sostituirebbero i
veri suoni e le diverse eccitazioni. li sistema nervoso di un
ipnotizzato sarebbe adatto a rispondere, per influsso, alle
vibrazioni che l'atto volitivo produrrebbe nell'orgarrismo
dell'operatore, per cui nefi'ipnotizzato si susciterebbero le
stesse sensazioni e i rispettivi processi psicirici

dell'ipnotizzatore.

In tal modo, al fluidismo di Mesmer succede


l'ondulazionismo di Dal Pozzo e di Barty. Le parole sono
cambiate, ma non ci pare di molto la sostanza.

Jean-Martin Charcot della Scuola della Salptrire credeva


alla reale esistenza dell'effetto magnetico nella produzione
dei fenomeni ipnotici e contro le teorie psicologiche
subbiettivistiche propose spiegazioni fisiologiche di questi,
su basi obiettive energetiche. Al soggetto in ipnosi Charcot
applicava una calarnita a un arto, dicendo che quefl'arto si
sarebbe paralizzato, e siccome questo avveniva, egli
credette all'effetto della calamita; anche la metalloscopia
fu cos chiamata in campo, a riprova delle interpretazioni
energetiche obiettive defl'pnosi. Bernheirn della Scuola di
Nancy riusci per a provare che tali risultati erano dovuti
solo alla suggestione e che gli esperimenti di Charcot non
avevano alcun valore.

Charcot credeva fermamente all'influsso psichico che


l'ipnotizzatore capace di esercitare intensamente
sull'ipnotizzato, anche se non in senso stretto mesmeriano.
Tale effetto si poteva, secondo Charcot, rilevare solo nei
soggetti affetti da isteria, in cui una particolare disposizione
patologica permette di accumulare facilmente l'afflusso
psichico altrui.
CONCEZIONI METAPSICHICHE
F. W. H. Myers e J. Ochorowicz, celebri studiosi di fenomeni
medianici, riconobbero nell'ipnotismo il primo scalino dei
fenomeni psichici paranormali, che formano l'oggetto della
moderna parapsicologia. Per questa oggi si avanzano

spiegazioni fisiche (Cazzamalfi, Vasiliev ecc.) e spiegazioni


extrafisiche, spirituali (Rinne). Nel primo caso le
concezioni metapsichiche dell'ipnotismo potrebbero
rientrare nel vasto capitolo delle interpretazioni fisiche
(magnetiche, fluidiche e simili); nel secondo caso, no.
L'ipnosi non sarebbe che una dssociazione delle cellule
nervose nella parte superiore del cervello e l'insorgere
immediato dell'attivit, fino allora quieta, dei centri nervosi
inferiori.

Nel 1909, Cesare Lombroso estese le sue investigazioni


all'ipnotismo e allo spiritismo e concluse per l'esistenza di
energie psicofisiche potenti e sconosciute, a spiegazione
dei fatti costatati alla presenza della medium Eusapia
Paladino.

Nel 1935, ancora A. Funk osserva che l'esperienza dimostra


l'esistenza di una vera e propria declinazione psichica del
soggetto ipnotizzato verso il suo detern-nato
ipnotizzatore, che egli in ci vede la dimostrazione
sperimentale deU'obiettivt del fenomeno ipnotico, basato
principalmente sopra una propriet particolare
dell'ipnotizzatore. Funk chiam teoria del rapporto
obiettivo questa sua teoria sull'ipnotismo; rapporto
obiettivo che avrebbe altra conferma nel fatto che esso
potrebbe esplicarsi anche a distanza, indipendentemente
dalla comunicazione normale dei sensi, come si rileverebbe
dai risultati metapsichici ottenuti nel campo della
suggestione mentale da Richet, Janet, Sicard, e dalla
Societ di ricerche psichiche di Londra. La scuola moderna,
secondo Funk, con la sua ostinata convinzione della pura
soggettivit dei fenomeni ipnotici, supera d gran lunga, per
la sua aberrazione dottrinaria, i concetti contrastanti,
fantasiosi, ma pi intuitivi, dei mesmeriani e dei fisici.

Sarebbe in conseguenza di tale aberrazione che la dottrina


dell'ipnotismo giunta a un ristagno totale, anzi a una vera
decadenza e liquidazione.

Nel 1956, B. Disertori, in una esposizione personale sulla


patogenesi dei fenomeni ipnotici, si richiama a forze
oscure, non conosciute e cos si esprime: Nel
determinismo dell'ipnosi non interviene solo la recettivit
del soggetto, ma anche la potenza dell'ipnotizzatore,
comunque si voglia intenderla, la quale varia
indiscutibilmente da sperimentatore a sperimentatore, ed
in certi ndividui sviluppata in grado eccezionale...
L'ipnotizzatore di professione dispone di una tecnica
elaborata e perfezionata ed dotato di un potere
suggestionante che non possiamo negare per il semplice
fatto che ce ne sfugge, in parte l'intima natura. Se nella
forza suggestiva e quindi nelle suggestioni in genere, ivi
compreso in modo precipuo l'ipnotismo, sia operante anche
un fattore del tipo metapsichico,

analogamente a quanto avviene nelle trasmissioni e nelle


recezioni telepatiche o comunque extrasensoriali, quesito
al quale ritengo si debba dare risposta affermativa.

Lo stesso Disertori, parlando delle terapie taumaturgiche


delle psconevrosi, scrive: An molti eventi taumaturgici
hanno, non v' dubbio, la loro parte fenomeni d'etero- e
d'autosuggestione. Ma sarebbe imperdonabilmente
semplicistico il voler ridurre nell'essenza queste cure a
suggestioni, cio solo ad atti dell'istinto primordiale
gregario, per quanto rafforzati da fenomeni di trasmissione
parapsicologica dell'idea sanatrice. Non possiamo alle
volte, di fronte agli effetti curativi esplicati da certi

cosiddetti maghi, non prospettarci la possibilit di influssi


estremamente misteriosi, d'ordine metapsichico anch'essi,
provenienti dal terapeuta: ricorre alla mente la vecchia
ipotesi dei magnetizzatori intorno al fluido, comunque lo si
voglia intendere: in accezione extrafisica o di radiazione
fisica.

(c) Interpretazioni psicologicheF. FARIA, F. BRAID E IL


FRENOIPNOTISMO
G durante i prmordi del periodo magnetico comparvero
vari dissidenti, e l'abate J. Faria (1776-1819), che pu
considerarsi il fondatore delle prime tecniche ipnotiche,
diede per primo inizio a quel terzo filone interpretativo dei
fenomeni ipnotici, che si pu chiamare psicologico, e che
port all'abbandono di tutte le pratiche magiche. J. Faria
respinse tutte le teorie esistenti; non credette n al fluido
n alla potenza della volont; proclam la natura
soggettiva dei fenomeni magnetici, ponendo la causa del
sonno lucido, come egli chiam il sonnambulismo
provocato, nel soggetto stesso. 1 fautori di questi concetti
bandirono le pratiche magiche, dichiarando che il fluido
magnetico e le speciali forze dei magnetizzatori non
esistevano.

A queste idee si riallacci nel 1842 James Braid, chirurgo


oculista e medico nelle miniere, che per primo introdusse il
termine ipnotismo nella sua Neuroipnologia, definendolo,
come abbiamo gi detto, uno stato particolare del sistema
nervoso, determinato da manovre artificiali. Egli cerc di
dimostrare che il fluido magnetico, a cui Mesmer e seguaci
attribuirono la massima importanza, non
era elemento necessario per influire sui loro pazienti, ma
che era sufficiente che l'esperimentatore escogitasse mezzi
atti a stancare l'attenzione del soggetto (ad esempio, la
fissazione di un punto luminoso). Gli effetti mesmerici

dovevano, in altre parole, attribuirsi solo a un turbamento


cagionato al sistema nervoso, attraverso la concentrazione
dello sguardo, il riposo assoluto del corpo e la fissit
dell'attenzione.

Cogi Braid concludeva che i fatti prodotti con l'ipnotismo


non fossero dovuti n alla personalit n alla volont
dell'ipnotizzatore n ai suoi passi; che non c'entrassero per
nulla, in tutto ci, n il fluido magnetico n agenti
inisteriosi universali e che tutto dipendesse dallo stato
psicofisico dell'ipnotizzato.

Egli, per darsi spiegazione dell'effetto della concentrazione


del pensiero sullo stato del cervello, reput che il
rallentamento dei movimenti respiratori, causato
dall'intensa attenzione, contribuisse, per l'imperfetta
decarbonizzazione del sangue che ne sarebbe risultata, a
determinare il sonno ipnotico.

Braid, volendo poi applicare l'ipnotismo al sistema


frenologico di Gall, credette di scoprire il frenoipnotismo, un
mezzo, cio, di eccitare nel sonno ipnotico - attraverso le
pareti craniche - le zone cerebrali, che, secondo Gall,
corrispondono a particolari facolt psichiche.

Alle teorie di Braid si riferirono, successivamente, in


America, Grimes, che parl di elettrobiologia, e
contemporaneamente, in Europa, Libeault e Bernheim,
che si basarono sulla sola dottrina della suggestione per
spiegare i fenomeni ipnotici.
LItBEAULT, BERNHEIM E LE TEORIEDELLA SUGGESTIONE

I citati autori ritennero che, nelle operazioni di magnetismo,


non ci fosse di attivo altro che il soggetto stesso, e che le
modificazioni profonde del suo sistema nervoso avessero
origine esclusivamente in lui, non essendo
l'esperimentatore che l'ostetrico di questi prodigi.

Braid, applicando l'ipnotismo ai suoi malati, procedeva a


delle manipolazioni per ottenere effetti curativi. A. A.
Libeault e H. Bernheirn gettarono il ridicolo su queste
manipolazioni, riportando tutto alla suggestione verbale,
mera e semplice. Le manovre - scrive Bernheim - non
sono niente, la

fede tutto; e la fede, cio la credenza, propria dello


spirito umano. t l'immaginazione umana che fa i miracoli.

Bernheini (1903, p. 76) lo definii uno stato psichico


particolare, che pu essere artificialmente prodotto e che
mette in attivit o esalta, in gradi diversi, la
suggestionabilit, cio a dire l'attitudine a subire l'effetto di
un'idea e ad attuarla. La suggestione rappresenta, per
Bernheim, l'atto per cui un'idea introdotta nel cervello e,
in virt di esso, accettata. Tutto ci che entra per le
orecchie nello spirito, tutto ci che, con o senza esame
preliminare, accettato per s stesso, tutto ci che
persuade, tutto ci che creduto, costituisce una
suggestione per mezzo dell'udito. Gli avvocati, i predicatori,
i professori, gli oratori, i negozianti, i ciarlatani, i seduttori,
gli uomini di Stato sono, per Bernheim, suggestionatori. Lo
stato ipnotico non che uno stato di suggestionabilit
esaltata, che pu essere prodotto con o senza sonno.

Bernheim non vide niente di patologico nei fenomeni del


sonno provocato. Secondo questo autore, non solamente
tutte le persone ipnotizzabili non sono nevropatiche, ma,
nel maggior numero dei propri soggetti, egli non rius ad
accertare alcuna traccia di predisposizione a turbamenti
nervosi. Bernheini non neg tuttavia che la suggestione
ipnotica, per agire, non esigesse una certa disposizione e
recettivit cerebrale. Ma questa disposizione speciale
sarebbe comune a un gran numero di persone e non
propria dei soli nevropatici e degli isterici, giacch la
suggestionabilit un fatto generale e non specifico di
costoro.

Tra Bernheim e Libeault l'accordo non per sempre


assoluto, sia per quanto riguarda il fenomeno della
suggestione, sia per l'essenza dei rapporti che si
stabiliscono tra ipnotizzato e ipnotizzatore. Libeault
ritenne la suggestione un fenomeno proprio degli stati
ipnotici; Bernheim anche dello stato di veglia.

Libeault credeva che nel sonno profondo, tra l'operatore e


il suo soggetto vi fosse un rapporto esclusivo, cosicch
questi non potesse intendere che quanto gli venisse
dall'altro. Tale polarizzazione psichica dell'ipnotizzato fu
spiegata da Libeault col fatto che il paziente si
addormenta pensando a chi l'ipnotizza; per la
concentrazione dell'attenzione egli conserverebbe nel suo
spirito l'idea di chi l'addormenta e metterebbe la sua
attenzione e i sensi al servizio di questa idea. Sarebbe un
po' come una madre che si addormenti presso la culla del
figlio e che, insensibile anche a rumori molto forti, si svegli
al minimo grido del suo bambino.

H. Beaunis credette anch'egli fermamente in questo


rapporto esclusivo tra ipnotizzato e ipnotizzatore.

Bernheim, invece, sostenne di non averlo mai accertato,


all'infuori dei casi in cui egli l'aveva espressamente
suggerito. Questo autore, affermando l'importanza della
suggestione nell'ipnosi, si oppose decisamente al suo
contemporaneo Charcot, che aveva elaborato una teoria
puramente somatica dell'ipnosi (1882), e dichiar che i tre
famosi periodi che Charcot descriveva nell'ipnosi (il
catalettico, il sonnambolico e il letargico) non erano altro
che un artificio suggestivo.
FAUTORI E OPPOSITORI DELL'IPNOSI QUALE NEVROSI SPERIMENTALE

Bernheirn si oppose alla concezione di Charcot


sull'ipnotismo come nevrosi sperimentale; contrast inoltre
quella di Paul Richer, che lo considerava come un
turbamento del funzionamento regolare dell'organismo,
che si confonde con la predisposizione isterica e di
Dumontpallier e allievi, che l'interpretarono come una
nevrosi sperimentale a diversi gradi.

Nell'interpretazione psicologica dei fenomeni ipnotici,


pertanto, vediamo come nel diciannovesimo secolo due
opposte concezioni si contendessero il campo: quella di
Bernheirn e allievi, che non giudicavano l'ipnotismo come
una manifestazione patologica, e quella di Charcot e
discepoli che lo consideravano come una nevrosi
sperimentale e la identificavano per gran parte con
l'isterismo.

Babinski, discepolo di Charcot alla Scuola della Salptrire,


nel 1900, concluse pur egli per la natura isterica dei

fenomeni ipnotici, e riport tutto alla suggestione pura e


semplice, ritenendola inoltre priva di ogni fattore emotivo.
Le manifestazioni dell'ipnotismo - scrive Babinski - sono
assolutamente identiche a quelle dell'isterismo, e se si
ignorassero le circostanze dalle quali queste nascono,
sarebbe impossibile distinguere le une dalle altre. La sola
differenza che separa le manifestazioni ipnotiche dalle
manifestazioni isteriche che le prime richiedono, per
svilupparsi, l'intervento di altri. Non gi l'ipnotismo che
crea o esalta la suggestibilit, esso ne la conseguenza e
la manifestazione.

Babinski definisce l'ipnotismo uno stato psichico


particolare, durante il quale un soggetto pu subire la
suggestione altrui. Esso si manifesta con dei fenomeni che
la suggestione fa nascere, la persuasione fa sparire, e che
sono identici alle manifestazioni isteriche.

Per Babinski, quindi, l'isterismo e l'ipnotismo sono fatti de


la mme pte; entrambi sarebbero una specie di
simulazione. Ci contrariamente a quanto sosteneva
Bernheim, che aveva definito l'ipnotismo, come abbiamo
gi visto, in modo ben diverso. Babinski cre la parola
pitiatismo per definire fenomeni isterici e fenomeni ipnotici,
guaribili entrambi con la persuasione, dal greco net0c~
=persuasione e -covrq = guaribile. Egli, spogliando quasi
completamente di emotivit il fenomeno della suggestione,
neg l'importanza dei fattori emotivi per la genesi dei fatti
isterici e ipnotici. Afferm infine che l'ipnotismo nella
maggior parte dei casi si ridurrebbe a simulazione e negli
altri a inganno reciproco del soggetto attivo e del soggetto
passivo. Tale comoda tesi, nota Servadio, si
semplicisticamente ripetuta per molti anni, permettendo a
vari autori di mettere tuttora in non cale l'ipnotismo e i suoi
fenomeni.

Ma oltre che nella concezione dei fenomeni ipnotici, questo


grande neurologo sbagli nella valutazione degli stessi
fenomeni isterici, escludendo dall'isterismo tutti i fenomeni
non provocabili con la suggestione! Cogi, in base a
centinaia di casi studiati con rigore e senza partito preso,
sostenne che la nozione della midriasi isterica si fondava su
errori di osservazione e d'interpretazione, e neg la realt
dei disturbi cutanei e vasomotori nell'isterismo e
nell'ipnosi, affermando di non avere mai osservato nei suoi
soggetti isterici e ipnotizzati l'insorgenza di emorragie
cutanee, di flittene, di bolle, di ulcerazioni, di cancrene, di
edemi ecc.

A parte che numerosi osservatori e contemporanei di


Babinski osservarono ci che egli negava, le concezioni di
questo autore, pi fine neurologo, forse, che non psicologo
e psichiatra, non fecero che allontanare dalla giusta via le
idee degli studiosi. Non di certo possibile separare
nettamente la suggestione dall'emozione; eccezionale
una suggestione a freddo, in tutto priva di contenuto
emozionale e nata senza la spinta di uno stato affettivo pi
o meno intenso.

Per ci che concerne, infine, l'identit di fenomeni isterici e


fenomeni ipnotici, gi i contemporanei di Babinski si
espressero contro e, per tutti, ci
to Grasset, che scrive: Asterico e ipnotizzabile non sono
affatto due termini sinonimi e la clinica obbliga a
distinguere fra gli ipnotizzabili quelli che sono stati
precedentemente isterici e quelli che non lo sono mai stati
affatto. In secondo luogo non v' per nulla identit fra i
sintomi dell'ipnosi e i sintorni dell'isterismo, giacch in

clinica noi distinguiamo gli ipnotizzati che presentano dei


sintomi isterici, da quelli che non ne presentano affatto.
Quando in un ipnotizzato si osservano crisi isteriche, ci
dipende dal fatto che quel soggetto era isterico anche
precedentemente. Questi sono caratteri contingenti che
l'ipnotizzato presenta in casi particolari, e non sono per
nulla un carattere costante e specifico della ipnosi, da
rassoirrigliarsi e identificarsi sistematicamente
all'isterismo (Grasset, 1916, p. 274). Pertanto Aa clinica
non permette affatto di identificare isteria e ipnosi e di dire
che esse sono due forme (l'una provocata e l'altra
spontanea) della stessa nevrosi.

Per Grasset tutti i sintomi dell'ipnotismo non derivano


affatto da una suggestione diretta, dato che nell'ipnosi vi
sono dei fenomeni indipendenti da ogni suggestione.
Questi fenomeni, detti fissi da Grasset, non sono per nulla
costanti in ogni caso, n uguali in tutti i soggetti. Tra questi
sintomi fissi, un primo gruppo si osserva unicamente tra i
soggetti isterici: l'isterismo li fa nascere, e imprime ad essi
soprattutto una forma particolare. Poi vi sono degli altri
sintomi somatici fissi, dice Grasset, indipendenti
dall'isterismo: questi sono fenomeni sensitivi, circolatori,
respiratori. Infine vi sono dei sintonri psichici, che sono
ugualmente indipendenti da ogni suggestione, e fra questi
la memoria e lo stato intellettivo del soggetto. Durante
l'ipnosi il soggetto ricorda il vissuto delle sue ipnosi
anteriori e dello stato di veglia; allo stato di veglia, invece,
non si ricorda degli stati d'ipnosi. Perci, se la suggestione
ha una grande importanza nell'ipnotismo, essa non
affatto tutto, n pu tutto sostituire.

Alla concezione delle nevrosi sperimentali si rif Morselli.


Secondo questo autore, l'ipnotismo un sonno artificiale
pi o meno profondo, in cui alcune regioni del cervello

restano come paralizzate, mentre altre vengono


straordinariamente eccitate. Dal contrasto e dal vario
combinarsi di questo stato paralitico di alcune parti e
funzioni, con lo stato di eccitamento di altre parti o funzioni
nervose, deriverebbe tutta la svariatissima e sorprendente
fenomenologia del magnetismo, dell'ipnotismo e
sonnambulismo, del braidismo, della fascinazione e de

gli altri processi consimili. La fenomenologia non uguale


in ogni individuo. Il sonno pu variare da un semplice
torpore alla sonnolenza, sino allo stato letargico. Inoltre,
secondo Morselli, non tutti gli individui sono ipnotizzabili.
COU9 E LA TEORIA DELL'AUTOSUGGESTIONE

E. Cou (1857-1926) nelle sue pratiche ipnotiche e nella


impostazione psicologica di esse ribadisce tre punti
fondamentali che riferisco e che per molti aspetti possono
ritenersi validi ancora oggi.

1) La suggestione non agisce sulla volont, ma


sull'immaginazione, che l'elemento dorrnante del
subcosciente, il quale, a sua volta, influisce su tutte le
funzioni del nostro organismo. Suggestionando e agendo
sull'immaginazione, che spesso in contrasto con la
volont, si riesce a ottenere gli effetti ipnotici conosciuti. La
volont in questi non c'entra, essa rimane nell'ombra, a
meno che non si ponga al servizio dell'immaginazione. In
merito a ci Cou ci d le seguenti leggi:

a) quando la volont e l'immaginazione sono in conflitto,


vince sempre l'immaginazione, senza alcuna eccezione;

b) nel contrasto tra volont e immaginazione, la forza di


questa in ragione diretta del quadrato della volont;

e) quando la volont e l'immaginazione si trovano


d'accordo, l'una non si aggiunge all'altra, ma si moltiplica
con l'altra;
d) l'immaginazione pu essere educata.
Per Cou l'inconscio corrisponderebbe all'immaginazione.

2) L'ipnotismo deve definirsi influenza dell'immaginazione


sull'essere morale e sull'essere fisico dell'uomo. L'ipnosi
non si fonda tanto sulla volont dell'ipnotizzatore, quanto
sul rilasciamento dell'ipnotizzato e sul modo con cui egli
elabora le suggestioni ricevute.

La suggestione agisce solo in quanto pu produrre


autosuggestione, la quale, per essere operante, deve agire
allo stato cosciente. Termine questo che Cou associa
costantemente al primo.

Per Cou e discepoli (C. Baudouin e altri) il soggetto ha


coscienza di comandare al suo inconscio.

Praticamente la suggestione indotta dall'operatore al


soggetto deve venire continuata per proprio conto da
questi; sempre, s'intende, che sia in grado di farlo.

Di fatto si devono scartare due categorie di persone: i


deficienti, incapaci di capire, e quelli che non vogliono
capire.

3) Agendo sull'immaginazione si possono guarire organi


ammalati, mediante un'autosuggestione ripetuta, fondata
su idee di benessere. Oggi infatti si parla di
psicoimmunologia facilitata dallo stato ipnotico.

L'applicazione dei metodo poggia su due postulati


fondamentali:

a) non si pu pensare a due cose contemporaneamente;

b) ogni pensiero che occupi esclusivamente la nostra


mente diventa vero per noi e tende a trasformarsi in atto.
La disposizione essenziale della mente di un malato deve
essere, perci, per Cou, quella e solo quella di pensare
che la sofferenza sparisce, ed essa sparir.

In ogni suggestione, asserisce il Baudouin, una volta che si


pensato al fine che si deve ottenere, il subcosciente
provvede a trovare da s i mezzi per conseguirlo. Il
paziente deve dire: Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io
vado di bene in meglio . Sotto l'influsso di questa
autosuggestione generica, recitando le stesse parole con
profonda convinzione al mattino e alla sera, per venti volte
(orazione di tipo religioso), l'inconscio, secondo Cou,
riceverebbe il comando e lo distribuirebbe l dove occorre,
senza che la coscienza avverta nulla.

TEORIA DELLA DISSOCIAZIONE DI P. JANET


Questo autore (1859-1947) pensa che l'ipnosi consista
nella formazione di una secondatia coscienza dissociata
con una sua particolare attivit e memoria, che
prenderebbe transitoriamente il posto della coscienza
normale. Tale ipotesi si fonda soprattutto sull'accertamento
dell'amnesia postipnotica e dell'automatismo che si nota in
ipnosi.

janet valorizza l'automatismo psicologico come forma


elementare di sensibilit e di coscienza e parte
fondamentale di ogni psiche normale, opponendolo
all'attivit psichica superiore critica, della piena coscienza.
Questo automatismo inconscio provvisto di una sua
potenza energetica e anche di una certa finalit, anche se
non proprio di una vera intenzionabilit anticipa, come
giustamente osserva Rossini, l'inconscio freudiano pi
dinamico e meno automatico.
Anche Janet con le sue attente ricerche scopre,
indipendentemente da Breuer e da Freud, l'importanza
terapeutica della reviviscenza ipnotica di emozioni antiche,
per la risoluzione di vari sintomi isterici. Egli d
un'interpretazione prevalentemente intellettiva dei
fenomeni ipnotici; Freud concentra invece la sua attenzione
sui procedimenti istintivo-affettivi e prosegue su questa
strada anche per la valutazione del transfert.

Ma proprio da queste osservazioni, affermano Rossini e


Musatti, che inizia tutto il movimento psicoterapeutico
contemporaneo e ci costituisce un titolo di nobilt per
l'ipnotismo.

janet infine costata che si pu agire sulla mente attraverso


il corpo, ricerca esercizi particolari di distensione, che
ritiene pi efficaci dei medicamenti anche se di lunga e
difficile applicazione, esercizi che anticipano tutte quelle
metodiche psicoterapeutiche che seguiranno e che vanno
dall'autodistensione concentrativa alla Schultz o alla
Jakobsen, all'autoipnosi frazionata e graduata di
Kretschmer ecc.

Tutte queste metodiche sono in realt partite come la


psicoanalisi dalla ipnosi, hanno seguito un loro travaglio e
meritano una giusta opportuna collocazione a lato della
psicoterapia motivazionale e profonda. Le idee di Janet
sono state accettate da vari autori e J. Grasset si ispirato
ad esse per la spiegazione dei fenomeni ipnotici.

Numerosi autori ritengono che lo stato ipnotico sia uno


stato controllato di dissociazione psichica (McDougall).
Altri, considerando che l'amnesia in ipnosi pi apparente
che reale e che la volont e la personalit del paziente non
scompaiono durante la trance, hanno respinto questa
impostazione dottrinale dell'ipnotismo. Christenson ritiene
che l'ipnosi non produca dissociazione per s stessa, ma
piuttosto faccia uso dell'esistente dissociazione fra conscio
e subconscio nel soggetto. Pavesi giudica pi esatto
questo modo d'interpretazione della trance e nota come gli
investigatori d'oggi usino il concetto di stati dissociati pi
come un termine descrittivo per certi aspetti dell'ipnosi,
che come una compiuta teoria esplicativa di essa.
INTERPRETAZIONE PSICOANALITICA
Una spiegazione del tutto speciale dei fenomen ipnotici, su
un piano strettamente psicologico e cor una impostazione
dottrinale particolare, viene dat2 dalla psicoanalisi.

Freud spiega i fenomeni ipnotici con la sua teoria della


rimozione degli istinti e con la traslazione di questi nella
persona dell'operatore. Il Super-io del paziente viene
sostituito dall'ipnotizzatore, che contemporaneamente
sarebbe in grado di risvegliare nel suo soggetto immagini e
avvenimenti trascorsi, o addirittura spariti dalla memoria
cosciente.

N. Perrotti co definisce la suggestione: Processo


inconscio di natura affettiva, determinato da un distacco
dalla realt obiettiva e da una disgregazione del Super-io,
ottenuti mediante la rievocazione diretta o indiretta
dell'immagine del padre; con la conseguenza della
sospensione della facolt di critica e del ritorno dell'energia
impegnata in questi processi sull'Io attuale; ci che
determina un rinforzo del narcisismo, il ripristino della fase
magicoanimistica del pensiero, che conduce alla libera
reafizzazione di quelle idee che sono in armonia con l'lo
attuale e non sono in contrasto con la coscienza morale .

Secondo gli psicoanalisti (S. Ferenczi, E. Jones e altri), con


diverse parole, A'ipnotizzatore, esaltando l'immagine del
padre, determina nello stesso tempo un considerevole
afflevolimento o una paralisi vera e propria dell'altra
componente del Super-io (quella inerente al senso della
realt e alla critica) e da ci le caratteristiche principali
dell'ipnosi provocata: inconsapevolezza del processo,
attaccamento affettivo del soggetto all'operatore,
realizzazione acritica delle idee suggerite (E. Servadio).
Freud insistette molto sull'aspetto erotico del rapporto
ipnotico affermando che questo consiste nell'abbandono
amoroso totale con esclusione di ogni soddisfazione
sessuale. Il soggetto troverebbe cosii nello stato ipnotico

una gratificazione dei suoi desideri istintuali. L'esistenza di


fattori motivazionali profondi dimostrerebbe come la teoria
della suggestione non possa spiegarci da sola l'ipnosi.

Gill e Brenman la definiscono come un processo


regressivo che pu insorgere per una riduzione dell'attivit
ideatrice e sensorio-motrice o per la creazione di un
rapporto arcaico con l'ipnotizzatore. Durante tale
regressione il soggetto tende a trasferire nell'ipnotista il
ruolo che avevano per lui alcuni suoi parenti nell'infanzia.

Kubie (1961) non ritiene per il transfert un elemento


costitutivo della ipnosi come Gill e Brenman, e pensa
invece che esso sia un epifenomeno che pu comparire o
no.
La regressione che da Gili e Brenman inter
pretata con una diminuzione dell'autonomia del Me in
rapporto al S (regressione al servizio del Me), viene da
Kubie considerata come l'inizio di tutta una serie di
meccanismi dinamici sia sul piano cosciente, subcosciente
e inconscio, e sia sul piano neurofisiologico. Landauer
sostiene essere l'ipnosi un caso particolare di transfert e
Kfine che il transfert un caso particolare di ipnosi.

Per sapere che cosa debba intendersi per transfert,


soprattutto riguardo all'ipnosi, gli psicoanalisti ribadiscono
due concetti:

1) Il transfert la ripetizione, verso l'analista, di


atteggiamenti emotivi inconsci, acquisiti dal paziente nel

corso della sua infanzia, verso persone a lui pi vicine e


particolarmente i genitori. La relazione affettiva che ne
risulta, di tipo amorevole (transfert positivo), o di tipo ostile
(transfert negativo), deriva quindi in entrambi i casi dai
rapporti anteriori del paziente verso uno o entrambi i
genitori o gli educator e non dalle presenti condizioni di
vita. Non solo un atteggiamento affettivo ma tutto un modo
di agire viene trasferito da circostanze infantih ad alcune
presenti (Glover, Klein, Kubie).

2) Transfert significa anche il ripristinarsi di condizioni in cui


certe funzioni, che erano ormai svolte essenzialmente
dall'Io o dal Super-io, ritornano, come nelle fasi prin-tive
dello sviluppo, a essere esercitate nel mondo esterno da
una persona reale; il transfert cosi si sviluppa e si effettua
su piani regressivi.

Tale impostazione psicologica dell'ipnosi porta, secondo gli


psicoanalisti, a due importanti conclusioni. La prima che
le classiche scale, calcolate in base alla risposta a
suggestioni sperimentali, non trovano altra spiegazione che
in diverse gradazioni di transfert, per cui il grado massimo
di profondit dell'ipnosi sarebbe quello in cui tutto il
rapporto fra operatore e soggetto viene a essere costituito
dal transfert irrazionale e infantile.

La seconda quella che, una volta stabilita l'equazione


ipnosi= transfert, viene di conseguenza statuito in modo
perentorio il concetto della normalit dell'ipnosi, dato che
tutti possono trovarsi in certi momenti in stato di transfert,
cio in stato ipnotico e in condizioni di ipersuggestibilit.

Alcuni chiamano correntemente transfert anche quel


particolare, iniziale rapporto interpersonale esistente nella
coppia paziente-terapeuta, al principio del trattamento
psicoterapico. Esso, a seconda del terapeuta, potrebbe
successivamente, col progredire delle sedute, diventare un
vero transfert

psicoanalitico, nel senso freudiano; come, invece,


concretarsi in un diverso rapporto, quale quello del
transfert ipnotico, che da questi autori non resta per
chiaramente definito nella sua vera essenza e natura.

L'IPNOSI COME REGRESSIONE A UN COMPORTAMENTO


PRIMORDIALE

L'ipotesi che l'ipnosi rappresenti la regressione a un


comportamento di tipo primordiale, atavico, avanzata da
alcuni autori soprattutto anglosassoni e americani, per
spiegare i fenomeni ipnotici. L'induzione viene cos
interpretata come assopimento delle facolt critiche, con
riattivazione di suggestioni latenti; le comunicazioni non
verbali che si effettuano in ipnosi rappresenterebbero un
ritorno ai mezzi di comunicazione che nell'uomo hanno
preceduto l'uso della parola; il sonno, le difese isteroidi, i
fenomeni allucinatori, le suggestioni postipnotiche, secondo
questa teoria troverebbero la loro spiegazione in
comportamenti regressivi atavici.

Nel rapporto ipnotico, ad esempio, mentre la teoria


freudiana dell'amore non spiegherebbe l'ipnosi ottenuta
contro la volont del soggetto e da parte di una persona
odiata, la teoria della regressione la spiegherebbe come un

fatto di assoggettamento senza reazione, e causato quindi


non dalla paura, ma dall'inerzia. Anche l'autoipnosi
troverebbe nell'ipotesi della regressione atavica una
spiegazione migliore che nelle teorie di Freud o di Ferenczi.
(d) Interpretazioni fisiologiche
Questo indirizzo pu considerarsi iniziato con l'avvento di
Pavlov e delle sue teorie sui riflessi

condizionati; risente delle moderne vedute di medi cina


psicosomatica e dei rapporti cerebroviscerali scoperti dai
recenti studi di fisiologia nervosa. Si queste ci diffonderemo
nel capitolo 11 S 2b.

Nel 1927 con le Lezioni sull'attivit degli emisfe ti cerebrali


e nel 1932 con la Fisiologia dello stat< ipnotico del cane,
Pavlov d la sua interpretaziont fisiologica dell'ipnosi, che,
come in seguito Bechte rev e Platonov, egli ritiene di
spiegare quale rifles so condizionato. La parola sarebbe lo
stimolo di ri flessi condizionati fisiologici. La suggestione
sareb be un tipico riflesso condizionato e non c' alcuna
funzione che non possa essere facilitata, inibita o cambiata
mediante mezzi verbali (Pltonov). L'ipnosi sorgerebbe per
un fenomeno di diffusione d una inibizione interna,
partente da una determinata zona cerebrale
particolarmente stimolata da un agente suscitatore di
riflessi condizionati. La Scuola pavloviana ha ripreso
l'ipotesi emessa nel secolo precedente da Brown-Squard,
Libeault, Beaunis del sonno parziale a spiegazione
dell'ipnosi, per cui in essa vi sarebbe oltre che una
inibizione corticale parziale, la persistenza di punti vigili
che permettono il rapporto con l'operatore, e altre
numerose prestazioni che il soggetto ipnotizzato pu dare.
L'argomento sar ripreso nella parte terza al capitolo 8 S 3

e al capitolo 9 S 2.

Vlgyesi ha compiuto uno studio sulla concezione


reflessologica della ipnosi, con notevoli deduzioni cliniche.

Das ha interpretato l'ipnosi come uno stato di inibizione


corticale parziale, condizionata.

Bennet, Sidi, Hart, Eysenck avanzano ulteriori concezioni


neurofisiologiche a spiegazione dell'ipnosi e pensano che
questa possa essere causata da cambiamenti fisico-chimici
cerebrali. Ulteriori interpretazioni fisiologiche dell'ipnosi e
spiegazioni neurofisiologiche dei comportamento ipnotico
saranno date nel capitolo 11.

CAPITOLO 2

Rassegna storica e critica


sui danni e vantaggi
dell'ipnositerapia
l.

Primi fautori e oppositori dell'uso dell'ipnotismo


in chirurgia e in medicina

Continuando la rassegna storica, vedremo come l'ipnotismo


sia stato valutato attraverso i tempi e ne deriveremo delle
nozioni critiche, che potranno servirci anche oggi.

L'ipnotismo, oltre che in medicina, fu con successo


sperimentato anche in chirurgia. Wotson e Forbes, in
Inghilterra, furono fra i primi a servirsi dell'ipnosi per
l'analgesia chirurgica.

Il 12 aprile del 1829 fu compiuto, in Francia, il primo


intervento con anestesia ipnotica da parte di Jules Cloquet,
che asport una mammella a una paziente di 64 anni,
ipnotizzata. L'inferma non senti dolore e, al risveglio, non
ricord l'operazione subita.

Nel 1830 Jean-Victor Dudet estrasse il primo dente in


anestesia ipnotica.

Nel 1845, Loysel di Cherbourg amput una gamba in ipnosi


e l'identica operazione fu eseguita nello stesso tempo a
Londra da Fanton, Vosvele, joly.

Nel 1847, Ribaud e Kiaro, due medici di Poitiers, operarono


in tre tempi, senza dolore, una ragazza affetta da tumore
dei mascellare.

Il 4 dicembre 1859, Broca e Follin, a Parigi, in una donna di


quarant'anni eseguirono un intervento per ascesso anale,

mediante anestesia ipnotica.

Nel 1880, Libeault produsse analgesia totale in un


travaglio di parto, durato ventidue ore.

In tale periodo, e per circa sessant'anni, furono compiute in


tutta Europa n-ghaia di operazioni indolori con l'ipnosi, e
ricordo in merito solamente i nomi di Gurineau, Velpeau,
Demarquais, Pritz, Carl Braun. Un chirurgo scozzese, il
dottor James Esdaile (1808-59), convinse H governo
britannico ad aprire in Inghilterra e in India ospedali per le
pratiche dell'ipnosi. Egli negli ospedali di Calcutta eseguii
numerosi interventi chirurgici, sottoponendo i suoi risultati
a una Comn-ssione governativa, la quale emise un
giudizio favorevole.

Nel capitolo 10 S 1, si ritorner sull'argomento, accennando


alle recenti pubblicazioni sull'anestesia ipnotica in
chirurgia; qui, in tema di esposizione storica, interessante
notare come questi grandi precursori dell'ipnotismo in
anestesia e in terapia, abbiano subito in parte la sorte di
Mesmer e le persecuzioni dei colleghi.

Al celebre John EWotson, scopritore di metodi semeiologici


cardiopolmonari in uso tuttora, professore di medicina
nell'Universit di Londra, presidente della Royal and
Surgical Society, dopo aver ottenuto centinaia di successi
col sonno magnetico all'University College Hospital, fu
proibito, nel 1838, dal Consiglio di quell'universit
sofiecitato dall'invidia dei colleghi, di usare l'ipnotismo in
ospedale. EWotson si dimise e continu per la strada,
fondando a Londra il Mesmeric Hospital. Nel 1848 fu

invitato a tenere una relazione sul mesmerismo, ma i


colleghi arrivarono a dire che i soggetti da lui guariti erano
impostori, abibnente addestrati, e gli contestarono i
risultati ottenuti.
Identica sorte sub James Esdaile, in India. Questi, dopo
aver operato centinaia di casi in perfetta anestesia
ipnotica, con un calo della mortalit operatoria dal 50 al 5
per cento (Pavesi), fu ostacolato e screditato dal Medical
College di Calcutta.

Al medico piemontese di fama europea Sebastiano Giraud


fu proibito, nel 1770 dal Re del Piemonte, l'esercizio delle
pratiche magnetiche tanto da indurlo all'espatrio (cap. 1 S
2b).

L'ipnotizzatore svizzero Lafontaine ricevette dal re


Ferdinando Il l'ordine di abbandonare Napoli, a meno che
non cessasse di far vedere i ciechi e far udire i sordi.
Papa Pio IX, che lo ricevette in udienza, invece, gli disse:
Bene, signor Lafontaine, speriamo che per il vantaggio
dell'umanit H magnetismo possa presto diventare d'uso
generale (Van Pelt).

James Braid credette, con profonda convinzione, alla


potenza terapeutica dell'ipnotismo; per lui molte *malattie
croniche sono curabl col sonno provocato. Tuttavia egli
fece una distinzione fra i dsordini cronici, di natura
puramente funzionale, e le malattie dovute a cause
organiche, ritenendo che, contro queste ultime, le pratiche
ipnotiche non potessero avere altro effetto che quello di
modificare alcuni sintomi; mentre, contro i primi, esse
agissero veramente come agente curativo.

Braid propose nel 1842 di tenere una conferenza


sull'ipnotismo dinanzi alla British Medical Association, ma la
sua proposta fu respinta e le sue comunicazioni sulle cure
effettuate definite ridicole.

Non era allora facile dimostrare come l'ipnotismo potesse


avere una base scientifica; un luminare della neurologia, il
Broca, dovette abbandonare l'ipnosi per non
compromettersi la carriera, pur avendo in essa esordito con
successo (Daglio).

Anche Libeault e Durand de Gros, artefici dell'indirizzo


della futura Scuola di Nancy patrocinata da Bernheim, non
riuscirono a vincere le diffidenze e preferirono anch'essi
abdicare (Daglio).
2. Le scuole di Nancy e della Salptrire. Successivi
fautori e oppositori dell'uso dell'ipnotismo
La scuola di Nancy diede un grande impulso alla terapia
ipnotica e ne incoraggi l'applicazione. Scrive Pitres: Se la
medicazione suggestiva non fa del bene, essa non pu far
del male; in tutti i malati, anche organici, vi sono dei
disturbi funzionali che possono essere rimossi assai bene
con l'ipnosi.

Si detto da alcune scuole, scrive Bernhem, e anche da


quella della Salptrire, che l'ipnotismo causa l'isterismo e
l'alienazione mentale; ma questo lo dicono - ribatte
Bernheim. - coloro che non hanno idea esatta di quello che
sia la suggestione ipnotica, e che costituiscono le loro idee
preconcette all'osservazione dei fatti e che, senza aver

veduto od osservato, trattano la questione dall'alto della


loro incompetenza. Questo autore, in migliaia di casi,
afferma di non avere mai avuto un serio inconveniente;
come d'altra parte hanno testimoniato di non averlo mai
avuto Libeault a Nancy, Dumontpallier, Djerine, Voisn e
Brfflon a Parigi, Fontan e Sgard a Tolone, SchrenckNotzing a Monaco, Forel a Zurigo, Ladame a Ginevra, KrafftEbing a Vienna, Hirt a Breslavia, Tukei a Londra, van
Renterghem e van Eden ad Amsterdam, Moll a Berlino,
Wetterstrand a Stoccolma.

Affermazioni analoghe ha fatto Granone che, dopo oltre 50


anni di pratica ipnotica, nel 1988 si trova ancora a
discutere con Collegh i quali, edotti da una psicologia non
clinica, con scarsa conoscenza dell'ipnosi e quasi nulla
psichiatrica, affermano la pericolosit dell'ipnosi;
paragonando la dissociazione raggiunta in essa a quella
schizofrenica e le allucinazioni ipnotiche, a quelle deliranti
psicopatiche. 0 temono che l'ipnosi conduca poi a questi
eventi morbosi.

Bernheim pensava che il danno di una estrema


suggestibilit ipnotica potesse essere evitato per mezzo
della suggestione medesima, con cui si ottiene dal
soggetto l'oblio delle allucinazioni provocategli nel sonno
ipnotico e con cui si pu evitare anche che egli subisca la
volont e il comando di altri. Inoltre Bernheim sostituiva
all'ipnosi, nei casi in cui questa era impossibile, la
suggestione allo stato di veglia che anticipa l'ipnosi vigile di
Granone (cap. 5, S la) - e faceva appello a essa e alla
dinamogenia psichica per la sua psicoterapia.

Tale autore sosteneva comunque di aver addormentato

individui intelligenti per mesi, ogni giorno, e anche due


volte al giorno, senza aver mai riscontrato alcun danno alle
facolt intellettive.

La scuola della Salptrire, concludendo i propri studi sul


grande ipnotismo, non ne deriv invece molti
incoraggiamenti per la terapia. Paul Richer e Gilles de la
Tourette, nell'articolo Hypnotisme del Dizionario
enciclopedico scrivono: L'ipnotismo non altro che un
parossismo isterico provocato in
luogo di quello spontaneo; esso agisce come i parossismi,
modificando profondamente H terreno isterico. Ora, ci che
il medico deve avere costantemente presente che egli
non pu sapere a priori se gli effetti che produrr invece di
essere curativi, ne seront pas simplement dsastreux.
Oggi si sa come per non incorrere in inconvenienti del
genere basti conoscere prima l'equilibrio nervoso dei
soggetto che si sottopone ad ipnosi. Per questo si sono
vietati gli spettacoli teatrali e televisivi dell'ipnotismo (cap.
13 5 2a).

Babinski fu fautore dell'ipnotismo, ma ritenendo che questo


potesse nuocere, ne lin-t l'applicazione. Paragonandolo
agli altri mezzi di psicoterapia, egli cogi si esprime: Le
pratiche ipnotiche possono essere nocive, perch possono
far nascere nello spirito dell'ipnotizzato l'idea che egli
incapace di resistere alla volont altrui, e io trovo che di
norma preferibile astenersene.

Se ho che fare con un malato avente una cultura che lo


rende adatto a subire un ragionamento scientifico, adotto
con lui la psicoterapia ragionata: gli dichiaro che egli
vittima di un'illusione e che, quindi, egli deve essere il suo

proprio medico e guarire con uno sforzo di volont.

Se si tratta di uno spirito pi semplice, non uso a


ragionamenti rigorosi, ma fiducioso nella medicina, affermo
senza dimostrarlo che i mezzi da me disposti lo porteranno
alla guarigione. Non adopero l'ipnosi, ma la persuasione.
Ma se si presenta un isterico tenace, scettico e ribelle
all'idroterapia, all'isolamento, all'elettroterapia eccetera,
ricorro volentieri all'ipnotismo che mi ha donato, come ad
altri medici, dei risultati notevoli.

Belfiore (1914), se pensa che nelle persone veramente


sane i danni dell'ipnotismo siano poco da temersi, crede
tuttavia che in alcune, sensibili, possa svilupparsi, a lungo
andare, una certa irritabilit nervosa. Ritiene che
ipnotizzazioni molto spesso ripetute, mal regolate, ottenute
con mezzi gravosi, ovvero suggestioni che scuotono
fortemente la mente del soggetto, stati emotivi molto
intensi eccetera, possano riuscire di danno alle funzioni
organiche di una persona anche sana.

In trattati meno vecchi troviamo, nelle linee essenziali, le


vedute gi espresse da Babinski; e Bumke (1927, vol. 2, p.
114), che pure un fautore dell'ipnosi, scrive: Gli individui
che sono mentalmente quasi robusti e per i quali lecito
sperare che sapranno vincere da soli i loro disturbi
psicogeni, non bene ipnotizzarli, perch altrimenti ci re

ster l'amara sensazione di avere spezzato la loro


indipendenza psichica. Quest'autore ciononostante, un
vero assertore dei vantaggi della terapia ipnotica, e la
consiglia anche per quelle forme mentali in cui di solito la si

ritiene controindicata. Parlando degli stati coatti, difatti,


scrive: Contrariamente a ci che si consigliava un tempo,
e contrariamente alle mie prime esperienze, mi sono
deciso, in questi ultimi anni, in numerosi malati di ideazione
coatta, a ricorrere alla ipnosi, e ho ottenuto con essa, talora
sebbene con fatica e lentamente, degli indubbi successi
(Bumke, 1929, vol. 2, p. 114).

Bolsi (1936, p. 130), parlando della terapia dell'isterismo,


sconsiglia l'uso abituale dell'ipnosi in questa malattia
come lama a doppio taglio, che accrescer la
suggestionabilit, e la tendenza all'automatismo e alla
dissociazione, ma la indica come adatta terapia dei
disturbi isterici che hanno resistito a ogni altro mezzo.

G. Fumarola e G. Mglie (1936, p. 275) scrivono:


L'ipnotismo uno stato di sonno provocato, ma esiste
anche un'autoipnosi, che generalmente favorita da una
consuetudine di quella provocata, H che costituisce uno tra
i non bevi inconvenienti del metodo, di cui, pur
riconoscendo gli indubbi effetti terapeutici nel ristretto
campo di alcune forme psichiche, non siamo affatto
entusiasti; tanto pi che lo scopo di provocare il fenomeno
del monoideismo, della concentrazione della coscienza del
soggetto in una sola idea, si pu ottenere con mezzi pi
naturali, pi semplici, pi rapidi. (Quali?). Da noi H metodo
ipnotico stato quasi completamente messo da parte
eccetera... N dobbiamo rammaricarcene, essendo,
secondo noi, molto superiori gli inconvenienti che i
vantaggi dell'ipnosi provocata: cessione completa della
personalit individuale in mano di altri ( ll delitto di plagio stato
abolito dal nostro codice.) , che, per quanto rispettabile, pu usarne e
abusarne a volont; persistente, talora anche dopo il
risveglio, esaltazione della preesistente suggestionabilit;
depressione dei poteri volitivi; abitudine ipnotica come

quella morfinica (?); morbosi legami affettivi tra ipnotizzato


e ipnotizzatore, e infine trasformazioni non prevedibili, ma
estremamente pericolose, dei sentimenti etici (?) e sociali
del soggetto.

Riteniamo che non sia utile vietare a un medico qualificato


di agire con l'ipnosi su un ammalato, secondo quei criteri
che gli sono dettati dal suo sape re e dalla sua coscienza, e
di cui egli pu sempre mettere al corrente l'ammalato
stesso, o i suoi parenti.

A chi scrive non risultano avvenute trasforrnazioni non


prevedibili, ma estremamente pericolose, dei sentimenti
etici e sociali di un ipnotizzato, all'infuori di quelle che a
lui pu suggerire l'ipnotizzatore; e se questi un medico,
conscio dei suoi doveri professionali, non potr valersi della
facolt suggestiva che in bene. Il vero che l'esercizio di
siffatta facolt nel male molto limitato; ben risaputo
che in ipnosi non esiste da parte del soggetto obbedienza
passiva, che la sua personalit morbosa, o no, per gran
parte sussiste, e ricordiamo in merito la suora isterica di
Charcot, che sopportava sulle mani il calore della lampada
con i carboni accesi, ma si svegliava da-Ha trance non
appena si faceva l'atto di alzarle le vesti, come per
violentarla.

Del resto, gi nel passato, questi problemi sono stati


lumeggiati. Verso la fine dell'Ottocento Touroude scrisse: Il
soggetto si attacca all'ipnotizzatore con sentimenti di
affezione, che nascono nella sua coscienza per la
superiorit e l'autorit dell'ipnotizzatore. Non solamente
egli diviene suo schiavo; ma suo schiavo devoto, j'allais
dire amoureux. Ma Grasset trovava questa obiezione

singolarmente esagerata e un p teorica, ritenendo che


questo sentimento non ha alcun inconveniente possibile
con un medico che conosce i doveri della sua dignit
professionale. Bernheim e Libeault hanno ipnotizzato
migliaia di persone all'anno; e si vuol dire dunque che essi
hanno ispirato ogni hanno migliaia di passioni violente?
Dunque - concludeva Grasset nel 1909 - non resta di
questa obiezione che un invito alla circospezione e alla
prudenza, ma non certo una controindicazione all'impiego
terapeutico dell'ipnotismo e della suggestione.

Conosciamo, vero, un'abitudine ipnotica (ben diversa da


quella morfirca!), un'autoipnosi, un'esaltazione della
preesistente suggestionabilit, ma l'instaurarsi, o no, di
questi disturbi in maniera stabile dipende, ripetiamo,
unicamente dalla tecnica usata, dall'abilit dell'operatore e
dalla particolare costituzione del soggetto. Un medico, che
sia buono psicologo ed esperto nella pratica dell'ipnotismo,
difficilmente osserver, nei propri soggetti, inconvenienti
del genere. Egli sapr sempre fino a che punto deve
insistere con l'ipnosi e sin dove potr spingere le sue
suggestioni. A conferma di ci, si rimanda alla
particolareggiata casistica che figura nella parte quarta.
3. Gli psicoanalisti e l'ipnoanalisi
Una forte corrente contraria all'ipnosi stata creata da
Freud e da tutti gli psicoanalisti, che l'hanno seguito. Freud,
persuaso di essersi impadronito non solo del modo
d'interpretazione dei disturbi nevrotici, ma anche di un
metodo speciale per la loro cura, da anteporsi a tutti gli
altri fino allora conosciuti, abbandon l'ipnotismo, dopo
essersi, all'inizio, dedicato proprio ad esso avendolo
appreso alla Scuola di Charcot e di Bernheim. Spiegheremo
appresso H motivo di questo abbandono.

Ecco ci che in sintesi stato scritto in merito, da vari


psicoanalisti degli anni passati: La suggestione diretta per
mezzo dell'ipnosi dovrebbe scomparire dall'arsenale
terapeutico, o essere conservata in casi rarissimi, in cui, di
fronte all'inefficacia di tutte le altre cure tentate, ci si pu
ricorrere con H concetto di sostituire a un male grave un
male minore. 2 ormai tempo che tutti si persuadono che
l'ipnotismo provocato uno stato di sonnambulismo
altrettanto morboso quanto quello che pu insorgere
spontaneamente; e che non si possono fare tali pratiche
impunemente, cio senza correre il rischio di innestare in
un cervello, gi perturbato, nuovi elementi di
disgregazione.

Fu visto un caso di delirio isterico protratto per otto giorni,


in seguito a ripetute ipnotizzazioni, come pure l'insorgere di
stati sonnambolici, che prima non esistevano. [Tecnica
inadeguata in paziente predisposto!]

Perci possiamo servircene solo nei casi estremi, e anche


in questi evitando, per quanto possibile, tutto il
cerimoniale di Braid o di Charcot, procurando di servirci dei
mezzi pi semplici della Scuola di Nancy (Bernheim e suoi
discepoli).

Si tenga inoltre presente che la guarigione a colpo di


grancassa, come si ha per lo pi nell'ipnotismo, allontana
momentaneamente un sintomo grave, senza modificare
radicalmente il falso modo d associare, che una delle
caratteristiche dell'iste rismo. A meno che non si voglia
servirsi, come fan no il Forel e lo Schrenck- Notzing,
dell'ipnotismo come di un mezzo pedagogico per rifare un
poco al la volta la volont, o perturbata o indebolita,

di que tipi psichicamente male evoluti, che noi


chiamiamo degenerati. Anche in questi casi, non
sappiamo che cosa avvenga di loro, quando si cessa la
suggestio ne ipnotica giornaliera. Invece, dal punto di
vista pedagogico, si hanno risultati ottimi e duraturi
co trattamento per mezzo della psicoanalisi... ecc. .
E. Weiss e 0. S. English scrivono che l'effetto dell'ipnosi
non duraturo, che l'ipnosi rimane una terapia
suggestiva di risultato incerto e di possibilit assai limitate.
Nella migliore delle ipotesi potr causare un sollievo
temporaneo, senza riuscire per a risolvere H conflitto. In
pi, essa comporta un aumento delle tendenze di
sottomissione a qualche autorit: a quella
dell'ipnotizzatore. Ha molto maggior valore, pertanto,
portare alla luce i conflitti e non cercare di cancellarli. I
due autori suddetti, per contro, favoriscono la psicoanalisi,
che definiscono come psicologia medica, e cio
strettamente legata alla fisiologia.

Per accertare l'erroneit di queste asserzioni, si rimanda a


quanto verr esposto nella parte quarta. Qui si desidera
unicamente rilevare quanto da numerosi cultori
dell'ipnotismo (Kretschmer, Koch e altri) gi stato
giustamente osservato, cio che Freud, e con lui le
generazioni seguenti, hanno commesso l'errore
fondamentale di ritenere essenziale nell'ipnotismo la
suggestione, sicch sorta l'invincibile persuasione che
l'ipnosi non fosse atta ad altro che a dare al paziente facili
suggerimenti, sovrapponendoli ai suoi veri conflitti, e, su
questa comoda via, raggiungere successi fittizi. Quindi
azione sintomatica, mimetizzante una vera guarigione.
Esistono in ipnositerapia tecniche condizionanti e
decondizionanti (cap. 15) completamente ignorate da chi
non vede altro che la suggestione nell'ipnotismo. Per vero
oggi risaputo come il valore e l'importanza terapeutica
dell'ipnosi stiano nelle vie di accesso che essa apre, non

solo alla personalit psichica profonda, ma anche a quella


somatica e viscerale. Ci per mezzo di correlazioni, agenti a
livello biologico, e di collegamenti neurofisiologici, che si
illustreranno nella parte terza.

Inoltre dopo quanto stato scritto sulla psicoanalisi,


superfluo che qui ci si soffermi su di essa. Prescindendo
dalla tecnica, dalle deformazioni sessual di questa dottrina,
e da qualunque altra sua interpretazione discutibile dei dati
della vita reale, possibile che anche quando si sia riusciti
a mettere, con metodo catartico, un paziente di fronte ai
traumi psichici che avevano determinato in lui l'insorgenza
di una nevrosi, non per questo segua sempre la guarigione.
Conoscere in questo campo non vuol dire, purtroppo,
guarire: l'ammalato rimane spesso convinto della
psicogenesi dei suoi disturbi, ma questi potranno
persistere; non perch egli ne abbia appreso l'origine
sessuale o non sessuale essi si dilegueranno come nebbia
al sole.

Per ottenere la guarigione, bisogner operare


successivamente con la persuasione e con la suggestione,
ma allora il merito non sar pi della pura psicoanalisi, che,
con i suoi metodi non pur essa immune da inconvenienti.

Lo psicoanalista riceve l'infermo assai spesso in una stanza


sernibuia, lo fa sdraiare sopra un lettino, e le condizioni
dell'ambiente possono essere a volte tali che se non si
determina una mezza ipnosi, si crea certamente un
ambiente altamente suggestivo. Le risposte che il medico
riceve co dal proprio soggetto, finiscono a volte col
risentire non poco del suo influsso, anche non verbale, se
non altro perch chi fa la domanda pu suggerire assai

spesso involontariamente la risposta; e chi suggestionato


innanzitutto un bugiardo involontario e incosciente. Non
si vuole con ci affermare che gli effetti ottenuti con la
tecnica psicoanalitica siano dovuti solo a fatti
ipnosuggestivi, bens che anche H trattamento analitico,
specie quando non ortodosso, si avvale in parte per il suo
successo proprio di quei fatti suggestivi che tanto
condanna!

Lo psicoanalista esperto sa distinguere bene ci che


dovuto a elementi suggestivi e ci che dovuto a quella
modificazione di base nelle forze psichiche agenti nel
soggetto, prodotta dall'analisi. Egli evita gli effetti
puramente suggestivi e, quando si determinano, cerca di
risolverli mediante l'analisi dello stesso rapporto
suggestivo.

Sta di fatto per che, nonostante tutto questo, non si pu


evitare che elementi suggestivi s'inseriscano anche nelle
analisi pi ortodosse e non facile escluderne H peso dalla
terapia, tanto pi quando questa si trascina per tre anni ed
oltre, con una media di due sedute la settimana.

Anche da parte degli psicoanalisti si incolpata l'ipnosi di


far sorgere morbosi legami affettivi tra ipnotizzato e
ipnotizzatore, cosa che, come si detto, piuttosto
difficile quando non sia voluta dall'operatore. Questi sin dai
primi rapporti col suo soggetto ha chiaramente definita la
propria responsabilit, sapendosi infatti a priori che molti
sentimenti che si possono suscitare in un ipnotizzato sono
dovuti a lui. Ma identica accusa potrebbe allora farsi alla
psicoanalisi in cui, a scopo di cura, si tollera H transfert di
idee e desideri sessuali del paziente sul medico.

A proposito della psicoanalisi e dell'ipnotismo nella cura


delle psiconevrosi e dei fenomeni isterici in particolare, il
professor Dino Bolsi, gi cattedratico di neuropsichiatria
all'Universit di Torino,
pensa che la psicoanalisi sia pericolosa nella pratica, a
causa del pansessualismo perverso che ne riempie le
formule sulla genesi delle nevrosi. La sua applicazione agli
isterici tanto pi pericolosa nquantoch si tratta di
soggetti suggestionabilissimi, che possono convincersi con
facilit di essere vittime di un erotismo anomalo, anche se
nella loro vita non vi traccia di tendenze sessual meno
che corrette. Per vari autori, la psicoanalisi del Freud non
che un metodo suggestivo senza l'ipnosi. L'opera del
Morselli, Psicoanalisi, tutta una solenne smentita alla
dottrina freudiana, che cerca la causa delle psiconevrosi in
un conflitto tra l'inconscio organizzato e la coscienza. 1
trionfi di Freud e dei suoi seguaci non sarebbero dissimili,
secondo Morselli, dai miracoli operati dal trattamento
religioso, n dalle varie forme di psicoterapia che
Liebermeister, Rosembach, Dubois, Babinski, S. H. Schultz,
A. Moll e altri hanno praticato.

Molti autori avvalorano l'ipnosi, contro la psicoanalisi. De


Biasi, gi ordinario di ostetricia all'Universit di Genova,
scrive, ad esempio, che la psicoanalisi controindicata
nell'iperemesi gravidica, specialmente se si tratta di un
soggetto psiconevrotico e ossessivo; nell'isteria, poi, tale
metodo incontra opposizioni cosii gravi da lasciare scettici
sull'opportunit di tentativi di questo genere. Tale autore
consiglia invece la terapia suggestiva, anche in sonno
ipnotico (meno che nei casi di grave esaurimento) con cui
V. Wolff, Nyir, Rothauser, Frank, Benthin, Platonov e
collaboratori, Bir e altri, hanno avuto successo.

Schmitz scrive di essere a conoscenza di molti pazienti che


non solo non sono guariti con la psicoanalisi, ma sono anzi
piombati, a causa dell'incessante frugare nel loro intimo,
in un grado di confusione e di agitazione da sentirsi pi
malati di prima. Accenna a un caso di nevrosi d'angoscia,
in cui il fallimento del trattamento psicoanalitico fu
prolungato per cinque anni da tre psicoanalisti di grande
valore, che si diedero H cambio con costante
aggravamento della sintomatologia morbosa, sinch, alla
fine, fu l'ipnosi a risolvere la situazione. Per questo autore
la causa dell'angoscia non mai esprin-iibile e perci la sua
ricerca deve inesorabilmente fallire.

Da informazioni assunte presso insegnanti della Dental and


Medical Society for the Study of Hypnosis s' appreso che,
da qualche tempo, molti psicoanalisti inglesi si sono
orientati in modo decisamente favorevole verso l'ipnosi.

Dopo essersi per tanti anni contrapposti ipnotismo e


psicoanalisi, vari autori recenti (Wolberg, Lindner, Romero,
Ancona) tendono alla fusione di questi due procedimenti
terapeutici con la spiegazione, per, dell'etiologia e della
genesi dei fenomeni ipnotici con la dottrina psicoanalitica.

Hadfleld, nel 1920, coni H termine di ipnoanalisi per


denominare una combinazione di catarsi ipnotica e di
suggestioni rieducative. Questo autore, insieme a
Wingfield, fece largo uso dell'ipnotismo per la cura delle
nevrosi di guerra, durante la prima guerra mondiale. Messi i
pazienti in sonno ipnotico, faceva loro rivivere l'evento
vulnerante e, spingendoli a esternare tutte le emozioni a
esso congiunte, riusciva ad avere guarigioni brillanti e

rapide.

Il termine di ipnoanalisi rimasto per designare successivi


metodi moderni, che peraltro sono notevolmente diversi da
quello iniziale di Hadfleld. Oggi l'ipnoanalisi una tecnica
mista che usa procedimenti della psicoanalisi e dell'ipnosi.
Noi adoperiamo il termine ipnoanalisi, come abbiamo gi
specificato (cap. 1 S 1), per indicare qualunque indagine
psicologica eseguita in ipnosi, anche se con intendimenti
non strettamente psicoanalitici.

Il concetto che uno psicoanalista non possa essere un


ipnotista e viceversa, che pure stato espresso da Musatti
nel 1962 nella prefazione alla prima edizione del presente
trattato, stato ritenuto sempre meno valido col passare
degli anni; oggi non si pensa pi che l'atteggiamento
mentale nelle due diverse situazioni terapeutiche sia
opposto. Ci anche perch le moderne tecniche ipnotiche
(come il training autogeno, ad esempio) tendono ad
autonomizzare il paziente, senza metterlo affatto in una
condizione di sudditanza.

Ancona, ad esempio, adopera l'ipnosi per superare le


resistenze incontrate durante l'analisi, e con i metodi delle
libere associazioni, dei sogni, della scrittura automatica,
della visione nello specchio, acquisisce rapidamente
durante la trance i dati necessari per l'analisi. Egli parla di
possibilit euristiche dell'ipnosi, perch essa, con queste
tecniche, viene a collaborare e a interferire con la
psicoanalisi, senza disturbarla.

Se il fine della psicoanalisi, aggiunge, quello di rendere

l'uomo sempre pi articolato in se stesso, in modo da


consentirgli regressioni funzionali, quali l'orgasmo sessuale,
il sonno profondo, il raptus creativo, non c' nessuna
ragione teorica per cui essa debba essere in contrasto con
l'ipnosi; la qua
le permette appunto a una parte dell'Io di regredire, per il
servizio stesso dell'Io; e in modo non patologico, ma
fisiologicamente produttivo.

Continuando nell'ulteriore evoluzione, la psicoanalisi ha


difatti scoperto che come c' un lo che deriva soltanto dagli
istinti, c' anche un lo autonomo, che indipendente da
questi, l'Io cosciente; avvicinandosi coA anche alla
psicologia classica che questo lo ha scoperto da cento anni.

Orbene, asserisce Ancona, questo lo autonomo che


permette nell'ipnosi all'Io emotivo di regredire
fisiologicamente, senza peraltro regredire lui stesso, con la
prerogativa di rimanere aderente alla realt e calcolarla,
pur senza avere la pregnanza di tutta la sua
consapevolezza.

Ancona d una ragione storica defl'abbandono dell'ipnosi


da parte di Freud, attribuendolo anche a una sua
inunaturit e incapacit di padroneggiare e manovrare H
controtransfert. Freud avrebbe trovato il metodo dell'ipnosi
molto lungo e laborioso, avrebbe costatato che se questa
capace di notevoli catarsi, spesso d solo guarigioni
temporanee, e infine che essa poteva creare un transfert
amoroso di cui si sentiva direttamente responsabile.
Questa responsabilit Freud non la sentiva invece per la
psicoanalisi, dove H terapeuta rimane come una specie di
specchio, completamente passivo.

Il divorzio delle due tecniche sarebbe avvenuto, pertanto,


in un momento defl'evoluzione culturale ed emotiva di
Freud, quando questi non era ancora in grado di
padroneggiare quello che si verifica nel rapporto con H
paziente.

Oggi invece, che la psicoanalisi in grado di accettare e


controllare ci che avviene in ogni controtransfert, vengono
meno, per Ancona, le ragioni personali e teoriche per cui
l'ipnosi stata considerata come un metodo che va contro
qualsiasi approccio psicoanalitico.

Freud, inoltre, vissuto nel clima dell'epoca vittoriana,


quando esisteva un distacco enorme fra maestro e adepti,
fra genitori e figli, fra medico autocratico e paziente, e
l'educazione era basata sulla coercizione, soffocante un
mondo di grandi ricchezze intime, ha lottato tutta la sua
vita per rendere l'uomo libero da tutto ci che potesse farlo
dipendente da qualche cosa, suggestionabile, spaventato,
inibito.

Ma lo sviluppo della medicina, della psicologia e dell'ipnosi


ha consentito, asserisce Ancona, ai metodi nati dalla
suggestione di controllare scientificamente la suggestione
stessa, studiandola nella sua

dinamica e nella sua applicazione spesso inconscia. Esso,


smaliziandosi, ha scoperto i caratteri un po' magici
dell'esercizio professionale e, con conoscenze approfondite
di neurofisiologia, ha imparato a sfruttarli a scopo

terapeutico.

L'opinione dell'incompatibilit fra metodo ipnotico e


psicoanalisi - scrive anche Romero - sostenuta da molti per
lungo tempo, era fondata sopra un equivoco: quello
precisamente di ritenere che l'ipnosi suggestiva
rappresentasse tutta l'ipnosi. Sappiamo ormai non esser
vero che nell'ambito del metodo ipnotico sia impossibile
Fanalisi, perch l'ipnosi, quando sia contenuta nei limiti dei
metodi cosiddetti ipnoanalitici non indebolisce affatto Ho.
La pratica psicoterapica, di fatto, dispone di numerosi
metodi intermedi tra quelli opposti della suggestione e
dell'analisi. Servadio (1960) ammette che l'ipnosi sia
adoperabile per accorciare i tempi e per sfruttare in pieno
le possibilit della psicoterapia analitica.

L'associazione di metodo ipnotico e psicoanalisi , per gli


psicoanalisti, concepibile per solo in via del tutto
preparatoria e transitoria, inquantoch l'ipnoanalisi
dovrebbe, al momento opportuno essere in tutto sostituita
dalla schietta psicoanalisi, che sola permetterebbe
un'effettiva ricomposizione della personalit.

1 metodi di ipnoanalisi, per gli psicoanalisti, non possono


fregiarsi della qualifica di metodi psicoanalitici perch, pur
dando la massima importanza all'inconscio, alla sessualit
infantile, ai conflitti, al transfert, non possono come questa
contribuire alle funzioni d'integrazione dell'Io, n analizzare
e liquidare i transfert che invece manipolano per necessit
terapeutica.

Comunque, di fronte a tanti giudizi annientatori

dell'ipnotismo, da parte degli psicoanalisti, conforta


leggere, su vari manuali, considerazioni dei tutto opposte
sull'ipnotismo. Romero ad esempio scrive: Gli studi
moderni sull'ipnosi hanno dotato la psicoterapia di uno
strumento delicato e impareggiabile. Se i medici che
l'impiegheranno saranno consci del suo valore e dei suoi
confini, l'ipnositerapia cooperer con successo, con gli
altri sussidi psicologici e biologici, a un compito d'alta
benemerenza sociale: quello della prevenzione e della cura
delle psiconevrosi. E pi oltre: A, mia salda convinzione,
fondata ormai su vasta messe di osservazioni cliniche e su
lunga pratica di ipnositerapia, che l'ipnosi costituisca uno
dei pi validi sussidi per chi si dedica alla psicoterapia.
Tutto ci s' creduto opportuno ricordare agli psicoanalisti
contrari alla ipnosi e a coloro che non hanno un'idea esatta
della vera natura dell'ipnotismo, per aver sostituito le loro
idee preconcette all'osservazione dei fatti. Ma lo si
dovuto riportare anche per altri due motivi: per un dovere
di cronaca storica e per mettere in guardia gli studiosi,
non bene edotti dell'argomento, che venissero a
conoscenza delle varie opinioni esposte.

Riteniamo che oggi non vi sia pi alcun esperto di


psicoanalisi e di ipnosi che parli di perversit del
pansessualismo freudiano e di assuefazione morfinica per
l'ipnosi.

Per meglio definire i rapporti e le divergenze che esistono


fra ipnosi e psicoanalisi accenner ad altri momenti storici
e psicologici che sono a fondamento delle due dottrine.
Come osservano Abraham e altri, sia l'ipnosi sia la
psicoanalisi vengono situate al limite tra la scienza e la
magia dalla gran massa dei pazienti e appagano quella
tendenza ambivalente dell'animo umano che abbisogna sia

della conoscenza chiara e indiscutibile, sia del fascino del


misterioso e dell'irrazionale. Abbarbicata a queste
tendenze l'ipnosi sempre esistita come strumento sociale
e religioso, n pi n meno come la psicoanalisi
rudimentale degli antichi sacerdoti, che si sforzavano di
spiegare sogni e motivazioni incon
sce.
Entrambe le discipline suscitano nei pazienti la paura di
venire a conoscenza di un nostro Io profondo che
vorremmo conoscere o ignorare nel tempo stesso e il
timore e il desiderio di potere essere dominati dal
terapeuta dal quale pur si desiderano consigli e guida a
volte con succubanza infantile.

Entrambe le discipline hanno contrastato sin dalla loro


origine l'organicismo eccessivo medicoscientifico,
asserendo che esistono malattie psicogenetiche e che gli
isterici non sono dei simulatori, n i nevrotici dei malati
immaginari. Difatti esse con le loro tecniche sono riuscite a
guarire numerosi disturbi ribelli alle usuali cure mediche e
la malattia viene considerata non solo sotto il profilo
negativo, ma anche sotto quello positivo di difesa psichica.

Ipnosi e psicoanalisi hanno valorizzato e scoperto stati di


coscienza particolari quali l'inconscio degli psicoanalisti e la
trance degli ipnotisti.

Conscio e inconscio per la dinan-rica della personalit


umana e per l'equilibrio vitale rivestono per l'ipnotismo e la
psicoanalisi la stessa importanza. Le conoscenze
successive della neurofisiologia sul

la struttura sottocorticale e sulla sostanza reticolare del


tronco encefalico sede di molte attivit subcoscienti, come
l'osservazione dei danni a volte causati dalla privazione dei
sogni, hanno confermato le osservazioni cliniche pregresse
di ipnotisti e analisti sull'importanza vitale dei subconscio e
dell'nconscio.

Questi dati fanno che esponenti qualificati della


psicoanalisi oggi guardino all'ipnosi con occhio pi
benevolo che per il passato e Musatti gi nel 1962 scriveva
quanto gi riportato nella Premessa del presente
trattato: L'ipnosi uno stato particolare e artificiale della
coscienza che (sia per i fenomeni che in essa si producono
sia per quelli che a suo mezzo si possono provocare)
presenta un enorme interesse per la psicologia e per la
psichiatria.

Bench non sia di per s un fatto patologico, essa


costituisce un mezzo di sperimentazione psicopatologica
veramente insuperabile.

E non a caso tutta la moderna psicologia clinica e


dinarnica (psicoanalisi compresa) si storicamente
sviluppata a partire dagli studi dei secolo scorso sopra
l'ipnosi. Logico pertanto sarebbe stato che il movimento
psicoanalitico, cio l'indirizzo scientifico che ha nei tempi
moderni condotto pi a fondo la esplorazione dei
dinarnismi della vita psichica, avesse continuato a giovarsi,
magari a solo scopo di ricerca, di questo prezioso
strumento, e avesse approfondito l'analisi dello strumento
medesmo ...

Senonch... gli psicoanalisti moderni parlano spesso di


ipnosi, ma ne parlano in genere per ripetere vecchie
formule e senza preoccuparsi di acquistare una personale
esperienza nella sua tecnica.

Si co determinata in seno alla ricerca su processi


psichici del profondo una lacuna assai grave che urgente
colmare.

Esistono tuttavia divergenze fondamentali fra ipnosi e


psicoanalisi e queste sono riposte, come anche Abraham
osserva, nell'interpretazione patogenetica dei sintomi
nevrotici e nella dinan-ca della guarigione.

La psicoanalisi partita subito da un massiccio apparato


dottrinale a sostegno della sua tecnica di indagine
terapeutica, riducendo l'etiologia della nevrosi alle
rimozioni delle emozioni infantili, alle cattive relazioni fra il
neonato e la madre; ai conflitti fra esigenze istintive
individuali e le inibizioni sociali; ai contrasti intrapsichici fra
Es, Io e Super-io.
L'ipnositerapia non accetta H dottrinale psicoa
nalitico che parzialmente, aliena dall'ammettere la genesi
sessuale di molti disturbi nevrotici, pur riconoscendo la
possibilit della loro origine infantile e l'eventuale presenza
di resistenze inconsce alla guarigione.

Appunto per questo essa si avvale della regressione di et,

della scrittura automatica e di sogni indotti e di altre


numerose tecniche di analisi psichica.

Ma il sorgere del processo morboso conflittuale e il suo


permanere viene visto dall'ipnosi pi sotto la luce di un
processo di condizionamento psicofunzionale, che come
una elaborazione psicodrammatica interna (Abraham).

L'ipnosi infatti viene da chi scrive ampiamente adoperata


non solo come metodo di analisi della personalit profonda
e mezzo per una successiva presa di coscienza, ma anche,
e con successo, come terapia condizionante e
decondizionante del comportamento. Ci in seguito a
numerose ricerche chniche e sperimentali gi oggetto di
pubblicazioni.

Mentre per gli psicoanalisti la eliminazione del sintomo


nevrotico, risultato di un compromesso e di un conflitto,
non serve se non si modifica la problematica sottogiacente,
gli ipnotisti invece pensano che in molti casi quando H
sintomo si strutturato per lunghi anni, creando varie
anchilosi psichiche, esso divenuto indipendente dalla
problematica che lo ha generato, come un figlio adulto
dalla madre.

In tale evenienza pu giovare la soppressione dei sintorrri


con l'ipnositerapia decondizionante e condizionante, che
negli psicotici pu essere con successo preceduta da un
decondizionamento brusco shockterapeutico, o dalla somnnistrazione di psicofarmaci che instaurino una maggiore
disponibilit e recettivit psicoterapeutica nel paziente.

La psicoanalisi infine tratta il transfert come una nuova


nevrosi sostitutiva dell'originaria, da analizzare pur essa
con procedimenti pi o meno lunghi, l'ipnosi invece
interrompe l'eventuale transfert pi rapidamente con
tecnica decondizionante e adeguate suggestioni
postipnotiche.

Di fatto noi riteniamo che entrambe le discipline possano


collaborare nella ricerca scientifica psicologica, nella
diagnostica e nella terapia dei disturbi psichici, ognuna con
i suoi vantaggi e i suoi limiti; ricordando che se gli
psicoanalisti rimproverano all'ipnosi la possibilit di creare
a volte un transfert massiccio subterapeutico di cariche
emotive di ori

gine infantile, anche la psicoanalisi di fatto non del tutto


indenne nei suoi successi terapeutici da componenti
suggestive cbme pretenderebbe (Abraham, Granone e
altri). L'argomento sar ripreso e pi ampiamente svolto
nel cap. 14 5 6.

Dopo vari anni di esperienza e dallo studio di malati trattati


dai vari colleghi sono arrivato alla convinzione che ad
esempio nella tossicomania etifica l'ipnositerapia
decondizionante pu dare successi superiori a quelli della
psicoanalisi. Vanto in merito risultati validi e persistenti
dopo trenta anni. Lo stesso per alcune malattie
psicosomatiche dove, essendo la disfunzione patologica
organizzata pi in profondit nel soma e nei visceri di
quanto non lo sia nelle nevrosi, si possono avere successi
migliori della psicoanalisi con l'ipnosi. Questa difatti con le
sue tecniche rilassanti e suggestionanti ha la possibilit di

aprire la via pi immediatamente e profondamente all'Io


somatico e viscerale, come dimostrato da centinaia di
lavori delle scuole riflessologiche e da tutti gli studi
compiuti con le tecniche di training autogeno.

t bene non dimenticare, come fanno vari psicoanalisti


dogmatici, che la psicoanalisi non che una forma di
psicoterapia e non la vera psicoterapia, come alcuni
scrivono, tanto che Bazzi (1970, p. 22) argutamente
ribatte: Quale clinico affermerebbe, ad esempio, che solo
l'uso di un determinato antibiotico rappresenta la vera
terapia delle malattie infettive?

E, per concludere, bene ridimensionare una cognizione


vigente in merito ai rapporti fra l'ipnosi e un'altra disciplina,
la psicosomatica.

Molti studiosi ritengono che la psicosomatica sia una specie


di nutrice che tiene a balia il bambinello dell'ipnosi e che
questa sia una appendice pressoch trascurabile nel
dottrinale della psicosomatica, la cui terapia per vari anni
stata orientata in senso strettamente analitico.

Anche nei congressi si parla di psicosomatica e ipnosi e


solo molto di recente si parlato di ipnosi e psicosomatica.
Di fatto per, e in campo storico e in quello clinico, le cose
non stanno precisamente cos.

La psicosomatica nata dopo l'ipnotismo e non viceversa.


Essa come la psicoanalisi deve molto all'ipnosi e un

esempio di eccezionale rapporto psicosomatico costituito


dalla stessa ipnosi, la cui maggiore conoscenza riteniamo
possa portare sul piano speculativo e su quello pratico
vantaggi notevoli alla medicina psicosomatica.
Di fatto l'ipnosi come la psicoanalisi ha reso impreciso il
limite fra il somatico e lo psichico, fra il normale e
l'anormale, anticipando le successive affermazioni di pi
vasta mole della medicina psicosomatica.

Noi auspichiamo la collaborazione concorde di queste


discipline, per una maggiore e migliore conoscenza della
natura umana.
4. Situazione odierna dell'ipnotismonelle scuole
mediche e in Italiadurante il ventesimo secolo
Nonostante le prospettive di ordine speculativoscientifico e
pratico-terapeutico, accennate nei precedenti paragrafi,
qual precisamente il posto che occupa oggi l'ipnotismo
nella cultura dei medici?

In complesso, molto modesto. Nell'America settentrionale e


meridionale, in Olanda, in Francia, in Gran Bretagna, in
Germania, in Russia si fatto molto pi che in Italia, dove
gli studi sull'ipnotismo sono stat negletti, almeno sino a
circa dieci anni fa, quando non guardati con sospetto a
diffidenza.

Negli Stati Uniti, nonostante vi siano oggi scuole


all'avanguardia nello studio dell'ipnosi, non mancano, come
in Italia, i mestieranti di questa disciplina.

La prima e pi antica associazione di medici ipnotisti


nell'America settentrionale, la Society for Clinical and
Experimental Hypnosis, raccomanda almeno un anno d
addestramento per qualsiasi medico, o dentista, che voglia
impiegare l'ipnosi nella sua specialit. Ci per evitare che
qualche medico esperimenti l'ipnosi solo dopo un corso
affrettato e, ignorandone le limitazioni, possa fare pi male
che bene. Corsi rapidi - avverte il dottor Milton V. Kline offrono il mezzo, ma non la valutazione della cautela con
cui lo stesso deve essere impiegato.

La Society for Clinical. and Experimental Hypnosis sorta


negli Stati Uniti nel 1949 per effetto del suo ampliarsi si
trasformava nel 1958 in International Society for Clinical.
and Experimental Hypnosis, che si affilava nel 1959 alla
World Federation for Mental Health. Nel 1958 l'American
Medicai Association si decideva dopo due anni di riflessioni
a riconoscere il valore terapeutico dell'ipnotismo. Nel
febbraio 1961 l'American Psychiatric: Association ha
ufficialmente riconosciuto l'ipnotismo quale procedimento
medico della specialit psichiatri

ca. La rivista della societ l'International Journal of


Clinical and Experimental Hypnosis.

Centri di studio per l'ipnosi sono sorti in Olanda, Francia e


Gran Bretagna; le possibilit dell'ipnosi, soprattutto in
rapporto alle funzioni fisiologiche, vengono particolarmente
studiate in Russia.

In Inghilterra nel 1948 venne fondata la British Society of


Medicai Hypnotists, dal 1949 si pubblica H Btitish Journal of

Medical Hypnotism e nel 1950 sono sorte due societ


specializzate, una per i medici chirurghi e l'altra per gli
odontoiatri e gli stomatologi (Dental and Medicai Society
for the Study of Hypnosis, Londra) con lo scopo di
diffondere l'uso dell'ipnosi come mezzo scientifico di cura.
Dette societ tengono corsi postuniversitari, che suscitano
vasto interesse.

Nel 1954 viene emessa in Inghilterra una legge che


proibisce gli spettacoli di ipnotismo. Nel 1955 la British
Medicai Association ha riconosciuto ufficialmente
l'ipnotismo dopo H rapporto di una propria commissione
che, al termine di due anni di studio, concluse le indagini
raccomandando alle universit di perseguire studi speciali
sull'ipnosi e di insegnarla agli studenti di medicina e in
corsi speciali per i laureati, per gli anestesisti e gli ostetrici.
Tale comn-ssione riscontr che l'ipnotismo pu essere
utile in medicina per curare varie malattie e per ridurre H
dolore in alcune operazioni, pur riconoscendo i fimiti e i
pericoli di tale metodo in mani inesperte. Questa comnssione, per dare all'ipnotismo un posto ufficiale nella
medicina ortodossa, si ispirata, a circa centoventi anni di
distanza, al rapporto che Husson nel 1831 aveva fatto
all'Accademia reale di medicina, dichiarando che Ae
conclusioni di questo rapporto sono per la maggior parte
applicabili anche oggi. Kennedy, professore di medicina
psicologica all'Universit di Edimburgo, insiste da alcuni
anni sull'utilit dell'ipnosi nell'insegnamento della
psicoterapia: Noi possiamo

egli scrive - grazie all'ipnosi mostrare agli studenti una


forma elementare di rapporto medicopaziente che si pu
produrre nella situazione terapeutica e i mezzi di cui H

medico pu servirsi per aiutare H malato.

Elenchiamo, per comodit degli studiosi, alcuni fra i


principali centri europei che trattano di ipnosi, anche se
qualche riferimento cambia col passare degli anni:

1) Strasburgo (Francia): Chnica psichiatrica dell'Universit


(T.Kammerer e R. Durand de Bousingen).
2) Par~gi (Francia): a) Clinica psichiatrica dell'Universit (j.
Delay); b) Hpital de la Salptrire (WidIcher, psichiatria
infantile e training autogeno); c) Rotschild Institute (Centro
Psicosomatico, L. Chertok e M. Sapir).

3) Ginevra (Svizzera): Polichnico universitario di psichiatria


U. Ajuriaguerra).

4) Losanna (Svizzera): Clinica psichiatrica dell'Universit (P.


B. Schneider).

5) Lindau (Germania): 0. Meyer, A. Friedemann, tengono


corsi di ipnosi e training durante una tradizionale settimana
psicoterapeutica alla quale intervenivano anche J. H.
Schultz di Berlino e R. Stokvis di Liegi.

6) Berlino (Germania): Training autogeno (Scuola dei


successori di j. H. Schultz).
7) Tubinga (Germania): Clinica neuropsichiatrica

dell'Universit (W. Shulte).8) Colonia (Germania): Ospedale


civile (R. Lohmann).
9) Magonza (Germania): Istituto clinico universitario per
psicoterapia (gi diretto da 0. D. Langen).
10) Gottinga (Germania): Istituto psichiatrico dell'Universit
(H. Leuner).
11) Londra (Inghilterra): West London Hospital (Paterson A.
Spencer).

12) Barcellona (Spagna): A. Caycedo, sofrologo; S.


Montserrat Esteve.

13) Amsterdam (Olanda): Istituto di psicologia


dell'Universit. Reparto Clinico.

Fra le varie associazioni mediche di ipnosi esistenti


all'estero oltre alle statunitensi, europee, asiatiche,
dobbiamo ricordare ancora la Federazione latino-americana
di ipnosi chnica (alla quale appartengono le Associazioni
Italiane), che nel marzo 1982 era costituita da circa
quaranta Societ dislocate in Argentina, Brasile, Cile,
Colombia, Ecuador, Guatemala, Itava, Messico, Nicaragua,
Panama, Perti, Portogallo, Spagna, Uruguay, Venezuela.

Di fatto da ritenersi eccessivo un cogi gran numero di


societ per qualche paese (sette nel Venezuela, cinque nel
Brasile). Gubel parla di Babel Hypn6tica e riferisce che in
una capitale sudamericana esistono attualmente cinque
societ nella medesima citt e in una, di un paese vicino,

ne esistono altrettante! Personafisn- inconfessabili, che si


nascondono dietro principi teorici confusi e mutue accuse
infondate, le dividono. Alcuni anni or sono tale babele
ancora cresciuta con la creazio

ne di un'altra associazione, rappresentante la Societ


dell'America Latina, che venuta a sommarsi, o meglio a
competere (Gubel) con l'organismo federativo gi esistente
e sopracitato.

Nell'America Latina e in Spagna si affermata la Societ di


Sofrologia su cui ci siamo precedentemente soffermati. Il
moltiplicarsi delle societ purtroppo avviene ogni qual volta
i principi e le teorie sono incerti e confusi, quando
l'insegnamento di essi non avviene esclusivamente in
istituti universitari o in centri ospedalieri, legalmente
qualificati, ed affidato a persone che fanno dei loro
postulati una professione di fede da diffondere,
consentendo anche speculazioni economiche, pi che dei
principi da porre continuamente al vaglio dell'esperienza e
dei pi rigorosi esperimenti. Mentre risaputo come, nel
campo scientifico, nulla vi sia di assolutamente sicuro. Tutto
deve, con l'evolversi delle conoscenze, essere riveduto e
criticato, ma non moltiplicando le parrocchie societarie,
seminatrici di discordie, ben aumentando i laboratori e i
centri di ricerche, che svolgano studi convergenti e
reciprocamente integrantisi. Altrimenti alla babele ipnotica
americana sar da preferirsi la relativa prudenza, reticenza
e morigeratezza europea in merito, e particolarmente
italiana, anche se meno produttiva. Prima e unica Societ
d'Ipnosi con sede in un Paese dell'Est Europeo (a quanto
comunicatoci dai Dirigenti delle Societ) l'ISTEH (Societ
Internazionale di Ipnositerapia e Sperimentale), fondata nel
1987. Esiste una sede a Mosca (Presidente prof. Vladimir
Leonidovic: Raikov, neuropsichiatra) e a Praga (Presidente

prof. Petr Zivny, psicologo clinico).

In Italia, abbiamo genericamente accennato come gli studi


sull'ipnotismo siano stati piuttosto negletti, ma per H nostro
paese abbiamo voluto approfondire l'indagine tracciando
un profilo storico dello sviluppo dell'ipnotismo dall'inizio del
ventesimo secolo.
Storia dell'ipnotismo in Italia nel ventesimo secolo
Desiderando fare la storia dell'ipnotismo in Italia nei primi
settant'anni dei ventesimo secolo, terremo particolarmente
presenti, seguendo una progressione cronologica, le
diverse interpretazioni dell'ipnosi e le sue principali
applicazioni.
Gli studi sull'ipnotismo hanno avuto in Italia un
periodo abbastanza florido all'inizio del secolo, ma hanno
subilto successivamente un lungo periodo di abbandono
parallelamente a quanto avvenuto in altre nazioni europee,
sia per lo sviluppo delle scuole psicoanalitiche, sia per
quello di un indirizzo biologico somatistico. Quest'ultimo
tuttora particolarmente florido in Italia, per cui le ricerche
sull'ipnosi non sono quivi co numerose come in altri
paesi.

All'inizio del secolo, H primo autore che si presenta al


nostro esame H Portigliotti, che in un suo manuale di
psicoterapia (1903) espone concetti sull'ipnotismo validi in
parte tuttora e tratta ampiamente della suggestione
nell'ipnosi e nella veglia.

Egli si riallaccia agli studi compiuti dalle scuole francesi

della Salptrire e di Nancy, oltre a quelli compiuti in Italia


da Dal Pozzo (1869), Lombroso (1887, p. 35 e sgg.),
Tamburini (1891, pp. 141-56), Belfiore (1914, p. 212).

Il Portigliotti per la spiegazione dei fenomeni ipnotici si


fonda sui concetti di suggestione e autosuggestione,
respingendo l'ipotesi di qualunque interferenza in essi di
tipo fisico o mesmeriano. Non alieno, per, dal ritenere
che il sistema nervoso possa genericamente essere
sensibile a influenze magnetiche e, nel descrivere l'azione
della calamita sul corpo umano, non si sente di respingere
del tutto le idee fisiche lombrosiane per cui il magnete
provoca nel cervello una diversa orientazione delle cellule
gangliari affatto analoga a quella che avviene nelle
molecole del ferro quando si applica un magnete
(Lombroso, 1887, p. 35 sg.).

Il Portigliotti valorizza molto il concetto di dinamogenia


psichica per la suggestione nello stato di veglia, e quello
dell'ideodinamismo di Bernheim per la suggestione in
ipnosi, precursori di quello pi moderno di ideoplasia.

~ l'idea suggestionante con la sua possibilit di suscitare


azioni, movimenti e sensazioni che fa il miracolo
terapeutico, e Aa guarigione miracolosa - scrive il
Portigliotti (1903, p. 212) - non scende dall'alto sul povero
corpo infermo, ma sale di dentro ad esso dall'emozione e
dalla credenza profonda dello spirito. Sono co abbozzati
alcuni concetti, che avranno pi ampio sviluppo negli antri
successivi, quando le aumentate cognizioni
anatomofisiologiche permetteranno di dare una base
neurofisiologica ad essi (capp. 11 e 15).

Per le indicazioni della terapia ipnotica H Portigliotti


all'inizio del 1900 espone giudizi, in via di massima, oggi
accettabili, per cui esse vengono limitate all'isterismo e alle
sue manifestazioni corei

che e convulsive, ai tic, alla nevrastenia, alle nevrosi in


genere e a quelle traumatiche, alle fobie, alle ossessioni,
all'alcolismo, alla morfinomania, alla masturbazione. Per la
morfinomania insiste sul fatto che questa deve essere
recente e l'intossicazione piuttosto beve.

Per la cura delle nevrosi e delle sue molteplici


manifestazioni, come per la cura delle fobie, delle
ossessioni, dei tic, l'ipnositerapia diretta, si capisce, alla
semplice rimozione del sintomo, ignorandosi ancora i
moderni concetti della psicologia dinarnica, le cognizioni
psicoanalitiche sulla personalit profonda, H pericolo delle
rimozioni di una fobia senza la contemporanea soluzione
della causa intima che ne sta alla base.

E Portigliotti crede all'utilit pedagogica della ipnositerapia,


come altri suoi contemporanei, e alcuni autori italiani della
fine dell'800, fra i quali Lombroso. Egli utilizza la ipnosi
come metodo di indagine della personalit e come mezzo
per la psicoterapia di sostegno, e scrive che l'ipnotismo pu
essere utile anche per distruggere la causa intima e
remota delle crisi isteriche. Messa in ipnosi la malata, noi
facciamo evocare e descrivere a questa la scena di
spavento, l'episodio drammatico al sui seguito si
svilupparono i suoi disturbi; e le mostriamo, la persuadiamo
a poco a poco, che in quell'episodio e in quella scena essa
non correva nessun pericolo, che ogni paura era quindi
poco fondata ecc.. Viene adombrata cogi quella

modificazione terapeutica dei set esperenziali che oggi si


pratica in regressione d'et e con tecniche particolari.

La catarsi psicoanalitica, l'ipnodramma di Moreno, la


psicoterapia razionale o di sostegno degli anni che
seguiranno, trovano certamente in queste prime tecniche i
loro precursori storici.

Ma anche nel campo delle tecniche induttive con l'ausilio


dei farmaci vediamo che gi all'inizio del 1900 in Italia si fa
qualche cosa e il Portigliotti scrive che la refrattariet
all'ipnosi pu essere vinta ricorrendo all'azione di anestetici
o di narcotci: cloroformio, etere, bromuro di etile,
protossido di azoto, morfina, ipnal, ecc.; ma ci non
privo di inconvenienti, aggiunge l'autore.

S'intende che non risulta ancora elaborata nessuna tecnica


precisa in merito, e che non appaiono ben definite le
cognizioni sugli stati di coscienza propri della subriarcosi e
quelli dell'ipnosi, come lo saranno in seguito con le ricerche
di Granone e Arian (cap. 7 5 2b).
Ci siamo diffusi sui concetti esposti sull'ipnot
smo dal Portigliotti all'inizio del secolo, perch essi ci
sembrano riassumere tutti quelli dei suoi contemporanei,
che paiono quasi ricopiarsi uno dall'altro per circa un
ventennio.

Si differenziano solo per l'interpretazione fluidica o


metapsichica che alcuni avanzano in contrasto a quella
suggestiva, e per quanto riferiscono sulle possibilit di

modificare in bene o in male la costituzione somatica,


viscerale e psichica dell'ipnotizzato, ammessa da alcuni in
grado maggiore e da altri in grado n-rinore, o negata.

Inoltre, fra i vari autori del secolo si discute, come tra le


Scuole di Nancy e della Salptrire nel 1800, della
morbosit o meno dei fenomeni ipnotici; e queste
discussioni si trascinano ancora fra alcuni contemporanei
odierni, che giudicano spesso in merito con una cultura
incompleta e con assai modica esperienza personale.

Sugli studiosi dell'inizio del secolo sovrast la grande figura


del Lombroso e i suoi Studi sull'ipnotismo, pubblicati nel
1887, fanno testo ancora nel primo decennio del 1900 e
oltre.

Il Lombroso, per la spiegazione dei fenomeni ipnotici,


chiama in causa fattori di tipo fisico e magnetico; pensa
che l'ipnotizzato sia notevolmente succubo
dell'ipnotizzatore; crede nell'efficacia terapeutica dell'ipnosi
e nella possibilit di una rieducazione morale di alcuni
bambini anormali, con questo mezzo.

L'ipnotizzato suggestionato - scrive Lombroso (1896, vol.


2, p. 464) - proclama il falso con la stessa intensit con cui
l'onesto il vero, perch a poco a poco egli sente come cosa
vera quella che non . Questo ci insegna i pericoli e i danni
delle suggestioni ipnotiche: danni diretti per i reati che
possono eseguirsi cosii con una completa impunit;
indiretti, perch, producendo un isterismo momentaneo in
un individuo sano, lo rendono un pazzo morale
temporaneo, che pi tardi si pu perpetuare. Il dire che

l'ipnotismo non un morbo perch si pu manifestare in


individui sani in apparenza e tutto a un tratto, come dire
che l'ubriachezza, l'avvelenamento morfinico, eterico, non
sono un male. Ai tempi di Lombroso non si conoscevano i
dati psicodinamici che hanno ampiamente dimostrato come
l'ipnosi, quale regressione fisiologica al servizio dell'Io, non
possa paragonarsi a una intossicazione esogena o
endogena.

Sulla capacit effettiva di indurre l'uomo a delinquere con


l'ipnotismo, per, anche Lombroso avanza qualche dubbio,
e difatti scrive: Perfino

nelle esperienze ipnotiche che ci riproducono


sperimentalmente influenze delittuose, noi vediamo che i
predisposti al reato subiscono immediatamente con piacere
le suggestioni criminose e se ne compiacciono anche dopo;
mentre i veri onesti vi si rifiutano a lungo e costrettivi
dall'educazione ipnotica commettono gli immaginari reati
con ripugnanza e cercano di non ricadervi.

Oggigiorno sulle effettive possibilit di indurre un soggetto


normale e morale a delinquere con la sola suggestione
ipnotica e senza ricorrere a inganni, ben pochi credono
(cap. 9 S 5; cap. 13). E il nostro codice ha abolito H delitto
di plagio.

E Lombroso, e con lui gli autori che lo seguirono all'inizio


del 1900, utilizzarono l'ipnotismo per lo studio della
costituzione psicomotoria. Il Lombroso, ipnotizzando
individui sani e con le caratteristiche dei normali, e dicendo
loro che erano dei briganti, costat che in essi l'andatura e

la calligrafia si modificavano come nei criminali.

Negli anni che seguiranno, le regressioni d'et


confermeranno sempre pi come sia possibile la
modificazione della calligrafia e anche dei riflessi,
suggerendo al soggetto ipnotizzato il suo ritorno a un'et
infantile.

Procedendo nella storia dell'ipnotismo italiano in avanti di


venticinque anni troviamo un manualetto di Benussi (1925)
che convalida varie nozioni esatte sulla suggestione e
sull'ipnosi; ma due anni dopo Roasenda (1927) altre ne
afferma assai meno attendibili. Questo autore nel suo
manuale (p. 118) ribatte concetti precedentemente esposti
e altri ne aggiunge nella sua revisione storica contro la
psicoanafisi; non tutti accettabili oggi che le idee freudiane
hanno avuto H collaudo del tempo e il crisma, in parte
favorevole, di varie scuole successive.

Il Roasenda respinge non solo le idee psicoanalitiche, ma


ogni apporto di psicologia dinarriica, e l'ipnositerapia da lui
condotta per gran parte del tipo suggestivo-diretta.
Ignora che l'ipnotismo possa servire come rapido mezzo di
esplorazione della personalit profonda.

Per quanto sia possibile, egli scrive, si faccia a meno


dell'ipnosi per la cura delle psiconevrosi. Essa una cura di
ripiego, nei casi in cui per la mentalit del soggetto, o per
la mancanza di tempo necessario, non si pu applicare una
psicoterapia persuasiva.

Non un tentativo di spiegazione si trova, nel manuale di


Roasenda, sulle vie e i mezzi con i quali la suggestione
riesce a modificare l'Io organico; non
un accenno ai rapporti psicosomatici che pure erano stati
adombrati nel secolo scorso con le leggi
dell'ideodinamismo di Bernheim e con quelle di Janet. Tutto
viene condensato, spiegato, semplificato con la
suggestione; e aggiungiamo noi, anche... liquidato da un
eccessivo schematismo di giudizio e di indagine.

Nel decennio 1953-63 le pubblicazioni sull'ipnosi in Italia


divengono molto pi frequenti, rispetto al passato; e i
cultori isolati trovano nelle correnti di pensiero, affluenti
d'oltre Alpe e d'oltre Oceano, l'appoggio alle loro ricerche e
alle loro concezioni.

Diversi sono gli autori che vantano l'uso dell'ipnotismo in


odontoiatria e in psicodonzia, in anestesia, in chirurgia, in
ostetricia; in psicologia, psichiatria, psicoanalisi.

Si cura la traduzione di qualche libro divulgativo sull'ipnosi


medica (Vasiliev, 1947; Schmitz, 1953; Sparks, 1963;
Estabrooks, 1964; Le Cron, 1967; Schultz, 1968; Durand de
Bousingen, 1970) ed extramedica (Bernstein, 1958) se ne
scrivono alcuni che affrontano l'argomento dell'ipnosi nella
sua totalit. Il numero dei cultori italiani dell'ipnosi rimane
per sempre esiguo in confronto a quello degli stranieri,
anche se maggiore di quello che figura nella diffusa
bibliografia di Montserrat-Esteve H quale nel suo lavoro
L'ipnosi negli ultimi cinque anni (1955- 1960) su 641
citazioni bibliografiche ne ricorda solo sette italiane! Esiguo
anche quando si rifletta che negli Stati pi progrediti
l'insegnamento dell'ipnosi praticato o raccomandato nelle

Facolt Universitarie di Medicina.

Volendo per sommi capi accennare all'attivit degli studiosi


italiani nei campi sopraddetti, ricorderemo in odontoiatria i
lavori di Pavesi e Mosconi (1974, p. 447), Palazzi, Colonna.
Si portano contributi all'uso dell'ipnotismo nella
stomatopirosi, nel bruxismo, nella sindrome
dell'articolazione temporo-mandibolare, del succhiamento
del pollice. Presso la Clinica Universitaria Odontoiatrica di
Pavia viene tenuto dal 1957 un corso di medicina
psicosomatica e di ipnosi medica, a latere,
dell'insegnamento odontoiatrico.

Nel luglio dei 1962 si riunisce a Corno il l' Congresso


internazionale di Psicodonzia e si gettano le basi per un
corso di ipnodonzia.

I dentisti sono d'accordo nel notare come l'ipnosi prevenga


fisiologicamente il dolore, diminuisca l'emorragia, attivi la
coagulazione e acceleri la cicatrizzazione, prevenga
psicologicamente il timore e l'apprensione, eviti l'angoscia.

Si parla di equilibrio cortico-paradenziale ristabilito con


l'ipnosi, come costatato anche nelle scuole dei paesi
anglosassoni, dove l'ipnodonzia era nata verso il 1947.

In anestesia vantano l'utilit dell'ipnosi Ciocatto, Chiri,


Ghigo, Galeotto. Essa viene stimata un mezzo prezioso per
innalzare la soglia dei dolore, facendo ridurre, se non
eliminando, la necessit di analgesici e sedativi. L'ipnosi

neutralizza H timore, l'ansia, l'apprensione; migliora il


decorso postanestetico e postoperatorio, sia dando una pi
confortevole reazione di risveglio, sia producendo amnesia,
sia con suggestioni postipnotiche atte a sollevare H morale
del paziente.

In chirurgia in questi ultimi anni, in Italia, vari interventi


sono stati eseguiti in ipnosi. Ricordiamo, anche per la
pubblicit che stata data ad essi, quelli di
appendicectomia compiuti da Tinozzi nell'Istituto di
Patologia Chirurgica dell'Universit di Pavia nel 1957; da
Maiocchi nel 1961 a Milano; da Pezzoli a Crevalcore nel
1961; da Galli, il quale comp anche un intervento per ernia
inguinoscrotale a Imola; da Savini per tonsfflecton-a nel
1961 a Crevalcore. L'esito degli interventi fu descritto come
felice, sia per l'analgesia, sia per il favorevole decorso
postoperatorio (Cassoli). Asportazione di un canino incluso
nel mascellare (1966) e tonsfflecton-a (1970) sono stati
eseguiti in analgesia ipnotica presso l'Ospedale Generale
Sant'Andrea di Vercelli da A. Petterino Patriarca, essendo
ipnotista Granone.

In ostetricia molti autori adoperano con successo l'ipnosi


come preparazione al parto e interessanti sono le
pubblicazioni in merito di Mosconi, Guastalla, Colonna,
Caffaratto, Reda, Ferrario, Sbriglio. Si costata
un'abbreviazione dei periodi di travaglio e un'aumentata
percentuale dell'andamento autocico con esiguit delle
lacerazioni perineali, per il particolare stato di rilasciamento
muscolare, congiunto a una corretta condotta da parte
della partoriente preparata con l'ipnosi (Mosconi).

Anche in ginecologia l'ipnosi viene adoperata con successo

contro la frigidit, la dismenorrea funzionale, il vaginismo,


H prurito vaginale e la leucorrea psicogena, l'emicrania
mestruale, la gravidanza fantasma, i disturbi menopausali,
l'iperemesi gravidica.

In psicologia, nella psicoanalisi e nella cura delle psiconevrosi vari


sono gli autori che ne caldeggiano l'uso.
Romero sostiene che l'ipnosi costituisce uno
dei pi validi sussidi per chi si dedica alla psicoterapia e
ritiene che gli studi moderni sull'ipnosi hanno dotato la
psicoterapia di uno strumento delicato e mpareggiabile.

Egli pensa, come abbiamo gi visto (cap. 2 S 3), che non vi


sia inicompatibilit fra H metodo ipnotico e la psicoanalisi
ed fautore dei metodi ipnoanalfici.

La frattura profonda che si era creata da Freud in poi fra


psicoanalisi e ipnosi evidentemente oggi tende a colmarsi
ed interessante notare quanto ha scritto in merito lo
psicoanalista Musatti nella prima edizione del presente
trattato, riportato nella Premessa di questo, oltre che nel
cap. 2 5 3.

Se la psicoanalisi ritorna all'ipnosi, anche gli ipnotist si


rivolgono a-Ha psicoanalisi, e con i concetti assunti da
questa dottrina, dalla psicologia dinamica e dalla
conoscenza del profondo, interpretano la fenomenologia
ipnotica e ne chiariscono i moventi.

Ignorando i complessi dinaniismi inconsci, studiati dalla


psicoanalisi - scrive Rornero (1960) - non possibile
rendersi conto dei frequenti insuccessi delle pratiche
suggestive. Nella vana speranza di sormontare le difficolt,
le antiche scuole esaurirono cosi i loro sforzi nella sterile
ricerca di sempre nuove teciriche.

Romero pensa che l'ipnosi trarisfert e che con questa


interpretazione si raggiunga una soddisfacente formula di
definizione dell'ipnosi (ibid., p. 42); che l'interpretazione
analitica rende conto di tutti i fenomeni psichici e fisiologici
dell'ipnosi Obid., p. 8); che i due concetti di ipnosi e di
transfert coincidono perfettamente fondendosi in uno solo
(ibid., p. 41). Egli si avvicina cos a Landauer che sostiene
essere l'ipnosi un caso particolare di transfert, e a Kline che
reputa il transfert un caso particolare di ipnosi.

Certo che l'interpretazione deifenomeni ipnoti ci dal 1940


al 1950 anche in Italia non ha pi fondamento la sola
suggestione come nel 1927 (Roasenda) e negli scritti di pi
recenti studiosi affiorano le idee di Schultz e di Koch, per i
quali la teoria dell'ipnosi va fondata prescindendo dal
concetto di suggestione; o quelle di Kretschmer per cui
l'ipnosi non un metodo di suggestione e in esso questa
avrebbe un liriritatissimo impiego; e si pensa con Jacobsen
che la dottrina della suggestione sia stata il pi grave
impedimento ai progressi della psicologia.
Pavesi e Mosconi, che nel 1960 e nel 1974 pub
blicano un manuale L'ipnosi nella medicina moderna,
dopo aver passato in rassegna le principali teorie
esplicative dei fenomeni ipnotici, concludono che ancora
oggi, rnalgrado gli sforzi di tanti studiosi, non si riusciti a
formulare una teoria che soddisfi in pieno per la

spiegazione di tutti gli aspetti dell'ipnosi. Questi autori, un


ginecologo e un odontoiatra, associati nella loro passione
per le ricerche ipnotiche, appoggiandosi anche agli studi di
Lewis R. Wolberg, descrivono nel loro libro le pi importanti
tecniche induttive di ipnosi e l'applicazione terapeutica di
questa in medicina generale, in chirurgia, in ostetricia e
ginecologia, in dermatologia, in anestesia, in odontoiatria,
nella psichiatria degli adulti e dei bambini, nell'ipnoanalisi.

Nella prima edizione del presente trattato nel giugno 1962


chi scrive, dopo venticinque anni di pratica cliffica d'ipnosi
e lo studio sistematico della sua polimorfa sintomatologia
psichica, somatica, neurovegetativa, viscerale,
elettroencefalografica, eseguito in molteplici casi,
arTivato alle conclusioni su che cosa possa intendersi per
ipnosi, che figurano nel capitolo 16, e che dal 1962 a
tutt'oggi sono state ritenute valide dai maggiori cultori
della materia.

Anche l'ipnosi animale stata da me trattata e i rrei


esperimenti risalenti al 1935 sono gli unici che risultano
descritti nella letteratura italiana del ventesimo secolo.
All'estero risultano i lavori della Scuola russa (Pavlov e
Petrova, 1934, vol. 2, 189) e quelli pi recenti di Chertok
(1970).

L'ipnosi animale viene interpretata come una condotta


regressiva, caratterizzata soprattutto dall'immobilit e dal
torpore, possibili a ottenersi sia con mezzi fisici, sia con
mezzi psichici di tipo emotivo. L'ipnosi umana negli animali
per certi aspetti ravvicinata ai casi gi conosciuti di
fascinazione inter-animale.

Nell'ambito pi specificamente medico, universitario e


ospedaliero cosa si fatto per la conoscenza dell'ipnosi in
Italia dall'inizio del secolo scorso? Solo la Scuola
postuniversitaria di Pavia per iniziativa del professor Silvio
Palazzi, direttore della Clinica odontoiatrica dell'universit,
ha posto, per la prima volta nell'anno accaderriico 1957-58,
l'ipnosi come materia d'esame, che entrata cogi in modo
ufficiale in una Scuola Universitara di Medicina. Nell'aprile
1960, si costituiva una Associazione medica italiana per lo
studio dell'ipnosi (A.M.I.S.I.) con sede provvisoria presso la
Clinica odontoiatrica dell'Universit di Pavia. L'associazio
ne, che raccoglie medici generici e specialisti, fa parte della
Federacin latino-americana de Hipnosis clnica ed
federata alla American Society of Clinical Hypnosis, oltre a
essere collegata all'International Society for Chnical and
Experimental Hypnosis (I.S.C.E.H.). L'A.M.I.S.I. stata
l'unica societ che si impegnata in campo nazionale di
promuovere e promulgare gli studi sull'ipnosi, tenendo corsi
saltuari presso l'Universit di Pavia e alla Clinica
Universitaria del Lavoro a Milano, all'Ospedale Galliera di
Genova, alla Fondazione Carlo Erba di Milano (1961), per
merito dei suoi associati Pavesi, Mosconi e altri.

Dall'ottobre 1965 al gennaio 1966 per iniziativa dei


direttore dell'Istituto di Psicologia dell'Universit Cattolica,
professor Leonardo Ancona, Granone, presidente
dell'A.M.I.S.I. tenne un corso presso questa Universit e un
altro ne tenne dal 29 giugno al 6 luglio 1968 con la
collaborazone di ordinari universitari.

Apparsa co per la prima volta in una Universit Cattolica,


l'ipnosi entrata successivamente in una Scuola Statale
Universtaria di specializzazione in neuropsichiatria per
merito del professor Romolo Rossini di Modena che ha

eseguito importanti ricerche cliniche sperimentali e invit


nel 1969 Granone a tenere alcune lezioni sull'ipnotismo
presso quella Universit.

Nel 1965 venne fondato da chi scrive H primo Centro di


ipnosi clinica e sperimentale ospedaliero italiano annesso a
una Divisione Neurologica, presso l'Ospedale Generale d
Vercelli e nel marzo 1970 in questo Centro fu organzzato
un primo corso di ventiquattro lezioni, dal 7 al 22 marzo,
con l'ausilio di cattedratici delle Universit di Cagliari,
Modena, Pavia, Roma, Torino. Parteciparono al corso medici
provenienti da citt lontane da VercelH, come Bolzano e
Bari e da centri universitari importanti come Milano, Torino,
Genova, Pisa, Roma, Bari. Altri ne segurono in seguito e
agli allievi del corso fu permessa una frequenza
bisettimanale del Centro per sei mesi di seguito, essendo
esso aperto a tutti gli studiosi desiderosi di occupars
dell'argomento.

Al Centro, ad esempio, hanno fatto capo i colleghi della


Patologia medica dell'Universit di Milano, che sotto la
guda del direttore professor Polli hanno svolto rcerche sul
metabolismo cerebrale del soggetto in ipnosi, le prime in
campo mondiale e tema di relazione a congressi
internazionali.
L'A.M.I.S.I. ha organizzato a livello nazionale e
internazionale in Italia vari Congressi di ipnosi dal 1967,
che hanno richiamato numerosi studiosi anche stranieri.

Il Centro di ipnosi clinico-sperimentale si trasferito da


Vercelli a Torino organizzandosi in Societ autonoma con
atto notarile dell'8 marzo 1979 e assumendo la denon-

iinazione di Centro Italiano di Ipnosi Clinica- Sperimentale


(CIICS), aderendo in questa veste alla Federazione Italiana
per lo Studio delle Psicoterapie della Ipnosi e dei fenomeni
di Rilassamento) (F.I.S.P.I.R.), confederata a Societ
straniere gemelle quali: The Society for Clinical and
Experimental Hypnosis (New York), The American Society of
Psychosomatie Dentistry and Medicine (New York),
Confedera~,ao Brasileira de Hipnologia (Bahia), Federacin
Latino-americana de Sofrologia Clinica (Buenos Aires);
Sociedad Argentina de Sofrologia y Medicina Psicosomtica
(Buenos Aires).

Il CIICS sotto la presidenza di Granone ha fondato nel 1980


una Scuola postuniversitaria di ipnosi clinica sperimentale
che tiene ogni anno corsi propedeutici e formatvi
specialistici per ipnotisti o ipnologi psicoterapeuti a Torino,
con l'ausilio di docenti, cattedratici, primari ospedalieri, e
ipnologi di pluriennale esperienza, continuando la didattica
iniziata all'Universit Cattolica di Milano nel 1965 e
all'Ospedale di Vercelli nel 1970.

Nel 1965 stata fondata da Granone la Rassegna di ipnosi


e medicina psicosomatica organo ufficiale dell'A.M.I.S.I. che
uscita trimestralmente edita da Minerva Medica e
rappresenta la prima rivista di ipnotismo medico, apparsa
ufficialmente nella letteratura scientifica italiana con lo
scopo di raccogliere le principali informazioni
sull'argomento. Dal gennaio 1980 la stessa pubblicazione
divenuta organo ufficiale della Federazione italiana per lo
studio delle psicoterapie della iponosi e dei fenomeni di
rilassamento (F.I.S.P.I.R.) modificando la sua intestazione in
Rassegna di Ipnosi, Psicoterapie, (Stati di coscienza Medicina Psicosomatica).

Nonostante ci, chi scrve sente d poter tranquillamente


affermare che la maggioranza degli attuali rappresentanti
della scienza medica ufficiale italiana non affatto
interessata agli studi sufl'pnosi e ai numerosi problerrii di
psicologia e neurofisiologia che essa comporta, forse anche
per diffidenza, giusto riserbo e naturale perplessit verso
ci che non si mai personalmente sperimentato.

A onore del vero vi sono delle eccezioni, e chi scrive stato


chiamato, nel corso degli anni, a te
nere seminari sull'ipnosi presso le Scuole di
Specializzazione in Psichiatria dell'Universit di Trieste
(Campailla), di Bologna (Gentili), di Ancona (Voiterra), di
Cagliari (Rudas), oltre che in passato a Milano (Cazzuflo e
Gastaldi), a Modena (Rossini), a Roma (Ancona e Pinelli,
Policlinico Gerneffi), a Torino (Torre, Ravizza) e in altre sedi
universitarie, come H Policlinico di Firenze (Palazzi),
l'Istituto di Neuropsicofisiologia dell'Universit di Roma
(Venturini), l'Istituto di Psicologia dell'Universit statale di
Milano (Cesa-Bianchi).

Ma tale attivit e assolutamente insufficiente per colmare


le lacune nell'insegnamento della materia e le richieste di
informazione del pubblico, per cui sono sorti in Italia gruppi
di studiosi che nella carenza della scienza ufficiale cercano
di fare conoscere, come sanno e come possono i problemi
dell'ipnosi al pubblico sempre pi numeroso ed eterogeneo
che chiede di istruirsi in merito.

Nel 1964, un Istituto privato di indagini psicologiche con


consultori aziendali, pedagogici, scolastici, professionali,
prematrimoniali, psicoterapeutici e grafologici diretto dal
professor Marchesan, non medico, sensibile alle esigenze

del momento con la collaborazione di medici fa il suo primo


corso di ipnotismo a Milano, a cui ne seguono numerosi
altri.

Nel 1965 H dottor Guantieri fonda, al di fuori dell'ambiente


universitario e ospedaliero italiano, a Verona, H Centro di
Ipnosi Clinica H. Bernheim e organizza dei corsi e simposi
sull'ipnotismo, destinati a durare nel corso degli anni
successivi, con fecondi risultati e notevole risonanza, anche
internazionale. Oggi il predetto centro si denomina Istituto
Italiano Studi di Ipnosi Clinica e Psicoterapie Bernheim. Ha
pubblicato 222 lavori dal 1965 al 1988, e il Suo direttore Dr.
G. Guantieri ha ottenuto l'incarico dell'insegnamento
dell'Ipnosi clinica e Medicina psicosomatica presso la
facolt medica dell'Universit di Verona.

Nel luglio 1975, si costituisce a Padova il Centro italiano


per lo Studio e lo Sviluppo della Psicoterapia e
dell'Autogenes Training (CA.S.S.P.A.T.), per l'iniziativa del
Prof. Luigi Peresson, docente di Psicoterapia alla Scuola di
specializzazione in Psichiatria all'Universit di Trieste, il
quale svolge annualmente una intensa attivit didattica e
Congressuale, annoverando pubblicazioni varie a livello
nazionale e internazionale sull'ipnosi e il T.A. e raccogliendo
numerosi studiosi.
Nel settembre 1985 nata a Bologna un'altra
Societ Medica Italiana di Psicoterapia e Ipnosi (S.M.I.P.I.)
per l'interesse del Dr. Riccardo Arone di Bertolino, alla
quale affluiscono i Soci del C.I.I.C.S. della regione EmiliaRomagna e che tiene Corsi di addestramento
all'ipnositerapia.

Altri Centri sono sorti contemporaneamente in diverse citt


d'Italia, per, con impostazione prevalentemente pratica
professionale.

Come si vede, siamo lontani dall'assenteismo, di qualche


decennio fa, e fortunatamente anche dalla Babele
ipnotica Argentina e Brasiliana lamentata da Gubel.
Sarebbero ora auspicabili triigliori rapporti, fra le varie
Societ nell'interesse dell'utenza e della seriet scientifica.

Per questo nata, nel giugno 1984, la Federazione


Italiana per lo Studio delle psicoterapie, dell'ipnosi e dei
fenomeni di rilassamento (FA.S.P.I.R.), nell'intento di
organizzare e disciplinare corsi, congressi, tematiche di
ricerca e di studio sulla materia; sino ad ora affidate alle
singole iniziative locali, spesso concorrenziali.

La storia della medicina ci insegna come validi movimenti


culturali, quali la chirurgia estetica e la psicoanalisi,
possano sorgere fuori dalle facolt mediche universitarie e
solo tardivamente essere accolte in queste, dopo un
periodo che chiameremo di decantazione o di quarantena.
~ probabile che anche per l'ipnosi, gi accolta da Benussi
(1925), non medico, ordinario di Psicologia all'Universit di
Padova, avvenga altrettanto e che le future generazioni
possano cogliere il risultato delle nostre fatiche
nell'interesse dei malati e della scienza.

Purtroppo ostacola tale inserimento il nessun attuale


controllo delle autorit preposte alla Sanit e all'Istruzione
sul sorgere in questi ultimi cinque anni di un'attivit
didattica scriteriata, per cui molti giornali reclamizzano

corsi che consentono di ottenere la guarigione di varie


malattie in meno di dieci sedute, di risolvere esaurimenti
nervosi, la gelosia, l'avarizia, la tendenza allo sperpero,
l'interruzione di maternit. 1 frequentatori di questi corsi
dovrebbero riuscire con l'ipnosi a piegare chiunque ai
propri ordini, a forzare l'ammirazione degli uomini e
delle donne, a realizzare qualsiasi prodezza ipnotica,
a costruirsi una nuova personalit e ad acquistare
prodigiosi poteri, a dominare gli altri, a guadagnar
danaro, a leggere nel pensiero, a eseguire dei
numeri in societ, ad avere successo in amore ecc.

Mentre in alcuni paesi stranieri l'insegnamento e l'esercizio


dell'ipnosi sono regolamentati da leggi severe, in Italia
sembra che in merito tutto sia per
messo, non tenendosi alcun conto dei danni e dei pericoli
che possono derivare dall'uso dell'ipnosi da parte di
persone che non abbiano una preparazione scientifica
adeguata.

Molti medici non riusciti, molti psicologi abusivi, asserisce


Ancona, sono diventati in quest'ultimo quinquennio
ipnotist d'improvvisazione, senza aver frequentato nessun
corso serio, senza aver approfondito la teoria e la dinamica
di questo fatto medico e di questo processo psichico che
l'ipnosi. Costoro, cos comportandosi, attentano alla dignit
di un serio esercizio professionale, spingendo la scienza
ufficiale a disprezzare l'ipnotismo, a disinteressarsi, ad
affermare H proprio disimpegno nei confronti di questo
vasto complesso di fenomeni che appartengono sia alla
psicologia, sia alla medicina.

Purtuttavia dobbiamo riconoscere, continua Ancona, il fatto

che una medicina moderna, una medicina in progresso di


profondit e di estensione, oggi non pu fare a meno
dell'ipnosi, per quanto possa sembrare paradossale questa
affermazione. L'ipnosi costituisce un puro fatto medico, e H
mancato riconoscimento di questa sua natura da parte di
coloro che coltivano la medicina, sicuramente frutto di
una certa immaturit.

Per ovviare a questo stato di cose, vari studiosi, riuniti a


congresso nel settembre 1967 a Roma, nell'ottobre 1969 a
Torino, nell'ottobre 1971 a Pavia, nel maggio 1980 a S.
Marino, hanno creduto opportuno di inviare ai Ministri della
Sanit e della Pubblica Istruzione gli Ordini del Giorno che
sono riportati al capitolo 13, 5 2a.

Gli Ordini del Giorno inviati non hanno per sortito a


tutt'oggi alcun effetto concreto.

Ci un male anche perch, essendo purtroppo l'ipnotismo


facilmente praticabile da persone non allenate alla
osservazione scientifica dei fenomeni psicofisici, esiste in
Italia, come all'estero, una letteratura extrascientifica
sull'ipnotismo, con tutte le concezioni fideistiche che
sono frequenti in questo genere letterario; dove H
verosimile viene spesso scambiato per vero e si valutano
come acquisizioni definitive e inconfutabili esperienze non
ancora sufficientemente e rigorosamente accertate. Per
questa letteratura, le manifestazioni metapschiche o
parapsicologiche sarebbero la regola nell'ipnosi; facile e
sicuro l'ipnotismo a distanza; normali le regressioni d'et in
altre vite; dimostratissimo il fluido ipnotico ecc.
Alcuni ritengono scientificamente dimostrata l'e

sistenza di passi magnetici, e inconfutabili le prove sinora


eseguite per dimostrare la realt di radiazioni emesse dal
corpo umano. Stimano possibile che una pastiglia di
zucchero, tenuta nella mano di un ipnotizzatore, possa
emettere radiazioni specifiche, che vengono a distanza
captate dalla coscienza subcorticale del soggetto mediante
quella dello sperimentatore, in modo da aumentarne la
glicemia (R. Pavese, 1957, p. 48)!

Si ritorna con questa letteratura ai tempi di Rosa Croce


(1914, p. 159) che per la cura delle piaghe consiglia di
praticare dei massaggi sui prodotti applicati alla parete
inferma dato che questi, come cotone idrofilo, garza ecc., si
possono magnetizzare prima di applicarli.

I passi, che non sono altro che dei massaggi praticati a


una certa distanza dal corpo, agiscono sulla parete sottile
del corpo, esteriorizzata nel periodo ipnotico e
preipnotico.

L'ipnotismo teatrale, se, anche per disposizioni generali di


legge, ha visto un notevole declino dopo i clamorosi
successi del passato di Donato, Pickman, Gabrielli, tuttavia
ancora oggi frequente e vari studiosi (Pavesi e Mosconi,
1974, p. 519; Romero, 1960, p. 112; Granone, vedi cap. 13
5 2) hanno caldeggiato la loro proibizione e una pi
specifica e rigorosa sorveglianza della legge in materia. Fra
i vari motivi stato addotto quello fondamentale che
l'ipnotismo teatrale e televisivo, co come viene
indiscriminatamente praticato, pu causare reazioni nocive
nei soggetti che inconsapevolmente vi si prestano.

Dagli emprici e dai cosiddetti maghi e guaritori infine


l'ipnotismo certamente usato in modo pi o meno
manifesto e consapevole, in Italia; numerosi sono quivi i
guaritori di fama provinciale, regionale e nazionale che
possono contendere la palma a quelli francesi, tedeschi,
russi, olandesi e americani: dacch, finch vi sar umanit
sofferente, vi sar sempre in ogni parte del mondo chi, in
modo pi o meno lecito, sar disposto a sfruttarne la
credulit e a esaltarne le speranze.

A conclusione di questo capitolo sulla evoluzione


dell'ipnotismo nella storia della medicina italiana rileviamo
quanto segue.

t chiaro come H progredire della medicina contemporanea


possa essere meglio compreso con la conoscenza di quella
del passato e riflettendo al successivo sviluppo del pensiero
scientifico nel tempo, in connessione ai molteplici fattori
economici, politici e sociali.
Anche in Italia evidente l'orientamento verso la biologia e
la biochimica nella medicina della prima met del
ventesimo secolo.

In tale epoca, le precedenti concezioni microbiologiche


nella patologia e nella clinica vengono integrate da quelle
biochimiche, tanto che questo periodo viene designato
come quello delle proteine e degli enzimi.

Ma all'inizio del secondo cinquantennio del secolo, nel


periodo dei sulfan-dici, degli antibiotici, degli
psicofarmaci, quando l'esuberante sviluppo dell'industria

chimica e farmaceutica influenza in modo decisivo tutta


l'attivit sanitaria, si costata ancora una volta, anche a
seguito delle acquisizioni della psicoanalisi, della medicina
psicosomatica e della psichiatria, che i medicamenti non
possono sempre risolvere tutto nella personalit psicofisica
dell'uomo malato.

La psicoterapia ritorna co in auge in Italia con i non- di


De Sanctis, Ferrari, Levi, Montessori, Bianchini.

L'ipnotismo, dopo anni di dimenticanza, viene ripreso in


considerazione; e ci accaduto nonostante i progressi
della chirurgia, dell'anestesia, delle terapie convulsivanti,
della farmacologia.

Perch le nuove acquisizioni hanno dimostrato sempre di


pi che la psiche la suprema coordinatrice e
influenzatrice di molti processi biochimici, e che,
rivolgendosi direttamente a essa con i mezzi propri della
psicoterapia e dell'ipnotismo in particolare, possibile
avere a volte dei successi, come non si ottengono con
mezzi farmacologici, o puramente fisici.

La concezione unitaria dell'uomo malato, divinata da


Ippocrate da Coo, e che in Italia ha avuto validi assertori in
Baccelli, De Giovanni, Murri, Cardarelli, Viola, Pende e le
loro Scuole, si dimostrata sempre pi esatta con i recenti
studi sull'ipnotismo e sempre pi feconda di risultati per la
scienza e per l'umanit.

Ma degli indirizzi scientifici esistenti, quali sono i pi sicuri?


quali sono le numerose inesattezze scritte sull'ipnotismo e
quali cognizioni appaiono pi probabili? quali sono i metodi
migliori per indurre uno stato ipnotico? quale tecnica
conviene seguire? come comportarsi con i soggetti
resistenti all'ipnotismo?

t quanto tratteremo nelle parti seguenti, sulla scorta dei


dati della letteratura e di personali esperienze.
5. Altri chiarimenti sull'uso dell'ipnositerapia e sulle
cause della diversa fortuna dell'ipnotismo nel tempo
Vari autori si astengono dall'uso dell'ipnotismo terapeutico,
badando pi ai suoi inconvenienti che ai suoi vantaggi.

Ora, non esiste in medicina alcun mezzo terapeutico che


non possa produrre inconvenienti, quando venga usato con
tecnica inadatta, o fuori di luogo. Dagli antibiotici ai
sulfamidici, ai vecchi carminativi e ai decotti, ai vaccini, ai
prodotti galenici, ogni farmaco ha azione limitata e pu non
essere tollerato. Perch pretendere che l'ipnotismo sia una
panacea senza effetti negativi, specialmente se mai
adoperato?

La morfina, la stricnina, l'atropina, la digitale, danno


risultati sorprendenti nei casi in cui vengono somministrate
a proposito. Ma questi medicamenti, in mano a persone
inesperte, che non ne conoscono la posologia, causeranno
gravi effetti nocivi; come l'ipnosi, effettuata senza criteri
razionali da incompetenti.

t necessario che l'ipnotismo terapeutico sia eseguito


soltanto da chi possiede nozioni fondamentali di psicologia
e di psichiatria; da coloro cio che, conoscendo le leggi
dominanti della psiche umana, possono manovrare
sapientemente in un terreno cos delicato e arduo, qual
un ammalato psichico. I sentimenti che lentamente si
assorbono dall'ambiente e le impressioni che lo
psicoterapeuta suscita in soggetti nevrotici ad alto
potenziale di suggestionabilit, possono avere, da soli, virt
curativa e rimuovere spine irritative d'ordine psichico,
come nessun altro medicamento.

Molti hanno asserito, durante quasi due secoli di letteratura


medica sull'ipnotismo, che solo gli isterici sono
ipnotizzabili, che l'ipnotismo causa l'isteria, e che esso
infine un vero e proprio stato morboso che esaurisce,
tanto da provocare la suggestionabilit e l'allucinabilit,
anche allo stato di veglia. 1 soggetti, molte volte
sottomessi alle pratiche ipnotiche, possono infatti, in
seguito, assai facilmente, con un semplice comando,
cadere nello stato di sonnambulismo.

Ma ormai assodato che l'ipnosi non uno stato morboso,


e che, se mai, pu rivelare l'isterismo latente, ma non
produrlo. Di fatto non sono ipnotizzabili solo gli isterici, ma
anche numerosi altri malati, e anche soggetti sani e
psichicamente indenni,
come stato riscontrato da vari autori e da chi scrive. Se
l'isterico ha come contrassegni psichici spiccati la tendenza
alla dissociazione mentale e all'automatismo, non vuol dire
perci che ogni pnotizzato, in cui appunto si realizzano tali
sinton-, sia di necessit un isterico. Alla stessa stregua, se
negli epilettici ad esempio sono frequenti l'irritabilit e
l'impulsivit, non vuol dire pertanto che tali sintomi

implichino sempre la diagnosi di epilessia.

Dalla concordanza di alcuni sintomi dell'isterismo con


l'ipnosi, penso che, tutt'al pi, si possa dedurre la necessit
nell'uso prudente dell'ipnosi negli isterici: prudenza, ma
non controindicazone. Difatti quando con questo mezzo di
cura noi sradichiamo sintomi morbosi che duravano da
anni, non abbiamo di certo aumentata la dissociazione
mentale dei nostri soggetti, ben abbiamo attuato delle
condizioni quanto mai favorevoli per la guarigione. Che se,
scomparso il sintomo, permane la costituzione anomala
(ci solo nell'isterismo costituzionale, perch le reazioni
isteriche vengono stabilmente guarite dall'ipnosi), questa,
dalla regressione di sintomi morbosi gravi, se ne
avvantaggia molto di pi di quanto non possano poche
sedute ipnotiche peggiorare la dissociazione e
l'automatismo che le sono propri.

La dissociazione mentale e l'automatismo che si producono


con l'ipnosi, rappresentano la condizione necessaria per
agire pi profondamente e intensamente sulla psiche, e per
rimuovere nuclei morbosi inveterati con le situazioni
neurovegetative anormali congiunte. In molti ammalati non
serve rivolgersi alle facolt psichiche superiori e alla
volont; in essi i metodi strettamente persuasivi sono del
tutto inefficaci, quanto le comuni medicine somn-nistrate
usualmente.

Dissociando la personalit psichica con l'ipnosi, noi invece


apriamo la strada che ci permetter di ricomporre
successivamente quella personalit in condizioni pi vicine
alla norma.

La psichiatria, del resto, conosce delle cure anche pi


energiche dell'ipnotismo, quali le convulsivanti, che alcuni
anni or sono erano consigliate sino all'annichilimento, e che
sono state proposte per la cura di alcune psicopatie
isteriche, che potrebbero giovarsi dell'ipnosi.

Anche al di fuori delle nevrosi, la suggestione ipnotica pu


servire nella cura di numerose altre forme morbose,
psichiche, somatiche e viscerali, s'intende con quelle
limitazioni che H metodo impone, ed esaminandone
l'opportunit caso per caso.

L'ipnosi pu venire adoperata per la cura di alcune


tossicomanie, per H parto indolore, e, come risaputo,
quale metodo di analgesia per interventi chirurgici brevi.

Essa inoltre un meraviglioso mezzo di studio di funzioni


psichiche, elementari e complesse, e dei rapporti tra psiche
e soma. Non esiste alcun altro mezzo che possa, come
l'ipnosi, istruirci inoltre sulla possibilit, o no, di percezioni
extrasensoriali, quali ci sono descritte dalla parapsicologia;
sulla possibilit della nostra memoria di rievocare
rapidamente, in stato ipnotico, esperienze vissute e
seppellite in un apparente, completo oblio, come quelle
della prin-ssima infanzia, per mezzo della cosiddetta
regressione d'et, e di studiare i fenomeni di sdoppiamento
di coscienza e di coscienza alternante; sulle possibilit di
modificare, in alcuni casi, il trofismo cutaneo e alcune
funzioni viscerali, sino alla comparsa di eritemi, stigmate,
mestruazioni ed esaltazioni o depressioni degli stessi poteri
immunitari. C' allora da domandarsi: come mai
l'ipnotismo, che ha in s tante possibilit di ricerca, di
studio, di cura, cosi poco utilizzato e non molto in auge,

almeno in Italia, nelle scuole di medicina? Come mai esso,


attraverso i diversi periodi dIela storia, va co facilmente
soggetto a corsi e ricorsi?

Qualche psicoanalista (Servado, 1960) ha avanzato


l'ipotesi che l'ipnotismo, dopo periodi di eccezionale favore,
caduto in disuso perch esso dimostrerebbe la parvenza
precaria del nostro lo individuale; esso metterebbe la
personalit psichica a confronto con i suoi aspetti non
troppo rassicuranti, quali sarebbero quelli di un oscuro,
potente, irrazionale mondo interiore. L'ipnotismo
tenderebbe a suscitare problemi di fronte ai quali l'uomo
alla lunga si difende, e la difesa consisterebbe nel togliere
ogni importanza, rifiutare, isolare, mettere in ridicolo ogni
contenuto psichico che sia allarmante o sgradevole e i
mezzi che lo portano alla luce del nostro Io cosciente.

Viene in merito citato H caso di Elliotson, famoso medico


inglese dell'Ottocento, che dopo avere effettuato sotto
ipnosi importanti operazioni chirurgiche, compresa
l'amputazione di arti, qualche anno pi tardi dichiarava che
le tecniche ipnotiche non possedevano pi il potere di
sopprimere H dolore. E ci per lui in modo inspiegabile e
misterioso.

Secondo Servadio l'ipnotismo con i suoi,fenomeni


sorprendenti produrrebbe due reazioni: l'una cosciente,
l'altra pi sottile e incosciente.
La prima porta all'entusiasmo, allo stupore, al desiderio di
approfondire lo studio di fenomeni cos appassionanti e
straordinari. La seconda reazione, pi profonda, del tutto
diversa.

L'ipnosi dimostra che un soggetto in perfetta salute fisica e


mentale pu divenire strumento di forze psichiche che egli
non in grado di controllare; i comandi ipnotici possono
provvisoriamente alterare alcune distinzioni essenziali,
come quelle fra il reale e l'irreale, tra il vero e il falso, che
costituiscono il fondamento di tutta la nostra vita e della
nostra sicurezza psichica. Di fronte a queste conturbanti
rivelazioni, la psicoanalisi ci insegna che prima o poi si
mobilitano dei meccanismi di difesa e di protezione
psicologica a livello inconscio.

I fenomeni vengono minimizzati, dimenticati, ignorati. E


queste difese psichiche si organizzano tanto pi quando si
pensa che l'ipnosi costituisce un ponte verso altre realt
psichiche non meno conturbanti e allarmanti, quelle
parapsicologiche, (Servadio) su cui ci sofferemeremo nel
capitolo 9 della terza parte.

Un'altra spiegazione psicologica, sicuramente attendibile,


del rigetto dell'ipnosi da parte di molti medici, quella
avanzata da Ancona, la quale ha H suo fondamento
nell'osservazione dello sviluppo storico della medicina e
integra, per qualche aspetto, quella di Servadio.

Scrive Ancona: Guardando alla storia della medicina, e


osservando il modo con cui essa diventata scienza, noi
riconosciamo tutti che nata dalla magia e dalla
stregoneria, e si affermata a poco a poco come una
scienza positiva, rivolgendosi allo studio preciso, concreto
di ci che era oggetto di misurazione, di quantificazione, di
esatta manipolazione. Nel fare ci si differenziata a mano
a mano nelle sue varie specialit, presentandosi prima di

tutto proprio attraverso ci che vi era di pi concreto,


l'anatomia normale e quella patologica, pilastri storici della
fondazione scientifica della medicina. Poi come terapia,
aiutata in questo dalla farmacologia; poi come fisiologia,
quando i nostri medici del 1500 scoprivano le prime leggi
della circolazione e della respirazione; poi come chirurgia,
che stata integrata nel corpo medico, essendosi fino a un
certo punto sviluppata indipendentemente. Finalmente
come patologia speciale medica e, infine, come clinica.

Per quale ragione questa successione nel tempo e perch,


invece, la medicina non nata gi ricca delle varie
specializzazioni? Per una semplicissima

ragione, risponde Ancona: perch proprio dovendosi


distaccare, differenziare dalla matrice magica in cui era
nata nella notte dei tempi, la medicina ha trovato la sua
sussistenza nel cercare di restare, quanto pi fosse
possibile, lontana da ci che era magico. Lo studio della
persona, considerata globalmente, era un rischio troppo
grande per questa scienza giovane, ed ecco perch prima
essa si rivolta all'esame settoriale dei visceri, dei muscoli,
poi ai corpi morti, poi alla loro fisiologia meccanica, poi alla
patologia, e finalmente alla clinica.

Nel campo delle cliniche continua ancora questa vicenda,


perch ultima a entrare nell'ambito della medicina la
clinica psichiatrica, la quale ottiene il riconoscimento
accaden-co neurologizzandosi, trasformandosi cio in
scienza neurologica. Questa per ancora lontana dal
funzionamento della persona nel suo complesso; una
persona cio con un apparato psichico che, per alcuni
aspetti conturbanti, sembra troppo vicino alla matrice

magica da cui la medicina si staccata.

Ci che si verificato per la psichiatria, avviene per la


psicologia; la psicoanalisi, che pure uno dei pi importanti
capitoli della psicologia, non viene ancora riconosciuta da
tutti nell'ambito di una educazione medica.

Ma se la psicoanalisi l'ala estrema della psicologia,


l'ipnosi un'altra ala di barriera perch, ancora pi
avanzata dei corpo psicoanalitico, ha una frontiera in
comune con la parapsicologia, cio con un ambito di
fenomeni che pure esistono ma che fanno paura a coloro i
quali, nell'ambito della medicina, sentendo ancora una
fragilit del loro sviluppo e denunciando quindi
un'immaturit emotiva, non osano affacciarsi su queste
aree.

Difatti, la psicologia, nata dalla sperimentazione di


carattere fisiologico, e l'ipnosi, nata dalla psicologia,
portano entrambe a scoprire, dichiara Ancona, tutto ci che
vi di magico e di estremamente confuso proprio nel
campo di quelle scienze che si credevano esatte e che,
affermando unilateralmente la loro precisione e obiettivit,
nascondono proprio nella paura del magico un altro tipo di
magia e un altro tipo di autosuggestione!

La capacit del medico di accettare l'ipnosi deriva quindi,


secondo Ancona, direttamente da una sua maturazionne
emozionale, che gli permette di tollerare l'ambiguit di
fronte alla complessit dei fenomeni psichici e alla loro
vicinanza a quella mattice magica, da cui la medicina cerca
da secoli di allontanarsi.

E invece lo studio dei fenomeni psichici ci dimostra come


l'aspetto pi scientifico, pi meccanizzato, pi autorevole
possa nascondere potenti fattori emozionali, misconosciuti
e incontrollati; e che H malato mentale si distacca dal sano
spesso solo per una quantificazione di carattere dinamico,
la quale pu venire meno da un momento all'altro.

Il medico che non maturo per questa ambiguit della


realt, respinger sempre l'ipnosi e lo studio
dell'interazione fra normale e anormale, con l'evidente
possibilit di scivolare dall'uno stato all'altro, in assenza di
qualsiasi danno organico. Difatti noi viviamo una intensa
dinan-ca affettiva ed emozionale, che pu provocare i
dissesti pi pericolosi e profondi anche in un sistema
psichico per altro bene assestato sul piano organico.
L'ipnosi pu farci intravvedere tutto ci; ed naturale
quindi che molti medici la respingano, osserva giustamente
Ancona.

Comunque, indipendentemente dalle interpretazioni


psicologiche, riteniamo che il fulgore raggiunto dalla
medicina in molti suoi campi, come quello batteriologico,
chimico, immunologico, farmacologico, chirurgico, e il
rigoglio delle scienze positivistiche, possa avere concorso a
far dimenticare le ricerche sull'ipnosi; orientando gli
studiosi verso diversi campi e verso altre conquiste che per
la loro importanza hanno oscurato la fortuna dell'ipnosi
nelle vicende della storia della medicina.

A prescindere che, leggendo gli scritti degli autori passati,


risulta come costoro, adoperando l'ipnosi suggestiva, non
avessero ben chiari i moventi psicodinamici di molte
malattie che trattavano con tale metodo, e come, pertanto,

le loro richieste fossero eccessive o inopportune, quanto


sbagliata

gliata l'impostazione terapeutica. Oggigiorno questi


moventi sono stati notevolmente chiariti dalle ricerche
psicoanafitiche e psicosomatiche. Si sono acquisite, inoltre,
cognizioni neurofisiologiche sugli stati di coscienza (cap. 9),
sui riflessi condizionati e sui rapporti psicoviscerali (cap.
11), che permettono di dare a tutto l'ipnotismo una nuova
impostazione dottrinale e una solida base biologica.
L'ipnositerapia ritornata co in auge in questi ultimi
tempi, con un pesante fardello di cognizioni errate da
correggere e una veste nuova da arricchire.

Anche le nuove, perfezionate tecniche di induzione, che


tengono conto dei molteplici fattori psichici in atto nella
relazione interpersonale fra ipnotista e ipnotizzato (cap. 3 5
1 e 2; cap. 14) e che possono valersi di particolar ausili
farmacologici (cap. 7), o fisici (cap. 4 5 9) permettono allo
specialista un'induzione ipnotica pi facile che nel passato.

Certo bisogna ricordarsi che la suggestione ipnotica, come


del resto tutte le psicoterapie, impegna a fondo la
personalit del medico; essa non come la semplice
ricettazione, che richiede assai minor spreco di tempo e di
energie. L'ipnotismo terapeutico esige sacrifici, costanza e
passione che non tutti hanno, specie quando ci si trova di
fronte a soggetti che stentano a raggiungere quella
profondit di trance necessaria per la cura. Questa stata
un'altra difficolt che ha ostacolato il progresso
dell'ipnotismo nel tempo; tuttavia la pratica ci insegna che
non tutte le malattie si risolvono sul piano farmacologico,
con la somministrazione di sole medicine, laddove l'ipnosi

pu essere un mezzo assai efficace di cura e che quindi


opportuno conoscerla bene.

PARTE SECONDA

TECNICHE INDUTTIVE
SEMPLICI E CON MEZZI FISICI
0 MEDICAMENTOSI
CAPITOLO 3
Sui metodi induttivi in
generale
e sui vari stati dell'ipnotismo
l.

Metodi induttivi primitivi e nozioni generali per


l'induzione. Le resistenze del soggetto
Diciotto secoli prima di Cristo l'induzione ipnotica veniva
praticata dai Cinesi per mezzo di canti e danze e tale
metodo lo vediamo seguito da vari altri popoli
successivamente.

I profeti di Baal, per fare le loro profezie, usavano saltare,


per ore intere, attorno all'altare, finch cadevano in trance.

I Druidi, per indurre nei loro soggetti sonno magico,


solevano cantare insistentemente delle nenie, dopo aver
disteso il soggetto per terra, come per dormire.

Gli stregoni eschimesi, per cadere in trance, adoperano il


canto e la danza al suono di tamburi, nell'oscurit.

Alcune trib della costa occidentale africana, per ottenere


gli stessi effetti, usano mezzi sirnilari: suoni monotoni di
gong, canti, grida e ritmico battere di piedi e di mani.

Ritengo che nell'epoca contemporanea certe sfrenate


danze, tipo rock and roll, eseguite in massa per ore e
causanti una frenesia collettiva che dilaga dalle sale da
ballo nelle strade, come a volte si legge sui giornali, finisca
col produrre, specie per i movimenti bruschi del capo, uno
stato crepuscolare di alta suggestibilit, che ricorda la
trance ipnotica. Tanto pi se alla danza si associa l'azione
dell'alcool (fig. 3.1). Ricorderemo in merito come uno
psichiatra ipnotista brasiliano, David Akstein, proprio
rifacendosi alle danze e alle musiche indigene del suo
paese, e a quanto succede durante il carnevale di Rio de
Janeiro, ha elaborato un metodo induttivo basato sulla
musica e sulla danza. Con esse, opportunamente dosate, il
soggetto cade in uno stato ipnoidale pi o meno profondo,
che consente catarsi e il risolvimento di tensioni interne,
tanto da permettere, secondo l'autore, una psicoterapia di
gruppo o individuale di stati psiconevrotici o psicosomatici
(tersicore-trance-terapia, cap. 16 5 2).

Altro metodo induttivo di trance, basato su un movimento


rotatorio su se stessi ed eventualmente sulla musica

quello della cosiddetta trance cinetica descritto nel cap. 16


S 2.

Ma a parte questi metodi di induzione ipnotica, che


chiameremo transculturali, altri ne sono sorti di pi tecnici
con l'avvento dell'ipnotismo scientifico e medico e solo a
questi ci riferiremo nel capitolo in corso.

Per causare uno stato ipnotico sono stati descritti diversi


metodi. Ogni operatore ha in merito il proprio, che pi si
attaglia alle sue attitudini e aLLa sua personalit. Peraltro,
quando nei moderni trattati sull'ipnotismo si vedono
descritti tanti metodi per indurre la trance ipnotica, si
finisce col rimanere incerti se giudicare l'ipnotismo come
una tecnica facile o difficile, dato che l'ipnosi si pu
ottenere in tanti modi, laddove, d'altro canto, non uno dei
numerosi metodi elencati, a detta degli stessi autori, pu
assicurare il successo.

Se per una malattia si suggeriscono vari rimedi, spesso


perch di essa non si conosce un unico ri
Fig. 3. L A San Francisco oltre quattrocentomila aderenti ai gruppi hippy e
ind hanno partecipato a un festival musicale abbandonandosi a sfrenate
danze ritmate, capaci di suscitare evidenti stati ipnoidali con
manifestazioni di suggestione collettiva.

medio veramente efficace; co anche per i metodi


d'induzione ipnotica. La verit che ogni metodo serve per
produrre l'ipnosi quando l'operatore capace e il soggetto
adatto, e nessuno efficace quando mancano queste
condizioni.

Dal metodo dell'abate Faria, a quello del generale Noizet o


di Charles Richet, o di Libeault, o di Beaunis, o di Ligeois,
o di Charcot, o di Meares ecc., ogni procedimento efficace
purch si muovano le leve della suggestionabilit
individuale, attutendo il controllo e i poteri di critica dei
pazienti. In altre parole occorre esaltare le funzioni
dell'emisfero cerebrale destro, immaginativo, creativo,
artistico, con la sorveglianza quiescente del sinistro,
emisfero della logica della critica, del linguaggio articolato.
I metodi d'induzione descritti hanno infatti tutti un comune
denominatore, cio quello di esaltare la suggestionabilit,
sicch le idee enunciate dall'operatore vengono accettate
dal soggetto ed eseguite senza alcuna critica. Essi
provocano tutti il fenomeno del monoideismo suggestivo,
concentrando l'attenzione del soggetto su una sola
rappresentazione mentale, la quale, imponendosi nella
coscienza, si attua secondo il suo contenuto, in movimento,
in sensazione, in immagine. Perch questo avvenga,
occorrono soprattutto particolari condizioni di ambiente,
transfert, esattezza e opportunit di linguaggio e di gesti
nell'operatore, intuito psicologico. Con questi requisiti non
importa molto se il soggetto sar in piedi o sdraiato, o
seduto; se la stanza sar semibuia o ffluminata e se al
nostro paziente faremo o no una chiacchierata esplicativa
dei fenomeni ipnotici; a volte sar sufficiente un breve,
rapido contatto fra ipnotizzatore e soggetto perch l'ipnosi
avvenga.

Quando ci non si avvera, occorre far uso di tecniche


elaborate, di cui in questo capitolo illustreremo le principali,
diffondendoci soprattutto su quelle da noi usualmente
adoperate.

In linea generale possiamo dire con Chertok che la tecnica

dell'ipnosi si fonda su un certo numero di procedimenti


obiettivi, la cui efficacia condizionata da fattori soggettivi;
intendendo per procedimenti obiettivi alcune azioni
esercitate a livello sensoriomotorio, e per fattori soggettivi
quelli che si stabiliscono nel rapporto interpersonale
soggettooperatore.

Bisogna inoltre tenere sempre presente, quando si pratica


una tecnica induttiva, che l'adesione cosciente di un
soggetto alle pratiche defi'ipnotismo non significa affatto
una accettazione incosciente, la quale fondamentale per
lo stabilirsi dello stato ipnotico (Chertok) e che pu
elaborare delle resistenze profonde.

Come altri autori, reputiamo fondamentale, ogni qual volta


si vuoi indurre ipnosi, basare la propria tecnica sulla
particolare personalit del soggetto, sui suoi bisogni e sui
suoi desideri, valendosi anche delle risposte e del suo
atteggiamento all'istante dell'induzione, senza mai
opporvisi.

L'arte defi'ipnosi sta nell'intervenire al momento


opportuno, con la suggestione adatta al soggetto e alla
circostanza; tenendo conto della cultura e del
temperamento dell'ipnotizzando, del suo grado di
resistenza e di suggestionabilit, e della sua progressiva
passivit e quiescenza agli ordini.

Converr per l'induzione approfittare all'inizio anche delle


eventuali resistenze opposte dal soggetto, facendo credere
a questi che le sue risposte sono sempre quelle attese e
co si potr pi facilmente ottenere che le nostre vere

suggestioni si attuino.

Se ad esempio, un paziente - scrive Meares - si difende dalle nostre


suggestioni cominciando a muovere le dita, il terapeuta, anzich insistere
nella suggestione del rilasciamento, passi a quella della levitazione (cap.
5 S la) dicendo: Bene, le sue dita e le sue mani si muovono e stanno
diventando cos leggere da sollevarsi e rimanere sollevate. Se il
paziente eserciter una nuova difesa, abbassando subito la mano, si
suggerir allora 1 1 nizio di un movimento automatico (cap. 5 S la),
dicendo: Bene, D suo braccio va avanti e indietro meccanicamente e
cos' continuer ad andare.

Se il malato si difender anche da questa suggestione, lasciando cadere


con inerzia il braccio, si ricorrer ancora
alla suggestione del rilasciamento e del sonno (cap. 5 la).
Ma il paziente potr continuare a difendersi e aprir gli occhi. Bene - si
dir allora - lei mi guarda; mi guardi ... ; non pensi a nulla. E si cercher
di indurre ipnosi col metodo della fissazione dello sguardo diretto (cap. 4
S 7).

Qualora il malato reagisse ancora, voltando il viso dalla parte opposta, si


potr dire: Lei mi vuoi guardare, ma non pu; bene, tutto va come deve
andare ecc..

Le difese del paziente sono cos continuamente usate per


l'atto induttivo, finch egli finir col rimanere
suggestionato.

Anche eventuali atteggiamenti negativisti debbono, di volta


in volta, servire per l'induzione, poich in fondo il
negativismo rappresenta una risposta positiva, essendo la

prova che il soggetto subisce una nostra influenza e quindi


suggestionabile, e come tale ipnotizzabile (Meares).

Se il paziente, ad esempio, tentasse di difendersi dall'ipnosi


abbandonandosi a un vero sonno, gli si dir che questo
dovuto all'ipnotismo; ci causer in lui una reazione
contraria che lo porter automaticamente in una
condizione pi propizia all'induzione.

Se il soggetto, invece, cercasse di simulare atteggiamenti


suggeriti, bisogna fingere di non accorgersene: si lascer
simulare, si cercher di non stancarlo e alla fine della
seduta sar congedato senza alcun commento. Nelle
sedute successive, suggerendo stati catalettici o movimenti
delle braccia e permettendo al paziente di continuare la
sua simulazione, si noter che i suoi movimenti diventano
pi lenti, lo sguardo pi fisso, compariranno amimia
facciale, lieve pallore, a volte sudorazione e infine ipnosi.
Per vero difficile detern-nare la maggiore o minore
coscienza di un atto e questa circostanza ricorda molto,
nella sua difficile diagnostica differenziale, quella che
intercorre fra le simulazioni e le reazioni isteriche (Meares).

Atteggiamenti aggressivi e di sfida, come quelli di alcuni


pazienti che dicono: provate a ipnotizzarmi, se ci riuscite!
sconsigliano, in via di massima, i metodi d'induzione
autoritari, che esalterebbero maggiormente nei soggetti le
tendenze aggressive subconsce. Una tecnica d'induzione
passiva pu, con questi soggetti, avere migliore successo
(Meares); per quanto l'atteggiamento aggressivo in molte
donne, ad esempio, riveli assai spesso proprio il desiderio
inconscio di essere soggiogate da un uomo.
Ma altri motivi inconsci di difesa possono esservi da parte

del paziente contro l'ipnosi: scarsa sicurezza di s, paura di


diventare un soggetto passivo in baria dell'ipnotista, motivi
erotici; tutti possono ostacolare l'atto induttivo. Essi, intuiti
dall'ipnotista, devono essere rimossi di volta in volta e
devono suggerirgli la tecnica pi appropriata al caso, sicch
il modo dell'approccio va scelto in relazione alla personalit
e ai bisogni del paziente e non a quelli del terapeuta.

Nei soggetti che tomono di cadere sotto influenze magiche


e di essere sottoposti a una specie di narcosi che h priver
di ogni contatto con la realt, si spiegher che il senso della
realt in ipnosi assai raramente perduto e che a loro non
verr fatto nulla di pi di quanto si direbbe o farebbe nello
stato normale.

Con costoro sar utile stabilire un rapporto, come da


docente ad allievo.

Il timore dell'abbandono della propria persona al controllo


dell'operatore pu portare ad atteggiamenti negativisti per
cui, scrive Stokvis, il soggetto invece di accettare le
suggestioni senza critica, le rigetta in blocco senza la
minima critica. In questi casi la condotta resistente di fatto
maschera la paura di essere ridotti all'impotenza; si pu
allora dire al soggetto che le sue reazioni dipendono dal
fatto che egli troppo informato, individualista e volitivo e
lo si esorta, nel suo interesse, a lasciarsi andare.

Resistenze per situazioni edipiche non risolte si possono


avere in quei soggetti che identificano l'ipnotista col padre
verso il quale essi nutrono una ostilit inconscia per
l'attaccamento che hanno alla madre.

All'opposto, un forte transfert positivo pu sua volta


complicare il trattamento ipnotico in quei soggetti che
vivono questa situazione come una relazione sessuale.
Alcuni malati nei quali il dolore ha il significato di
espiazione, a sollievo dei loro sentimenti di ansiet e di
colpevolezza, resistono alle suggestioni ipnotiche tendenti
a indurre analgesia.

Da tutto ci consegue come non si possa, n si debba


indurre trattamenti ipnotici senza conoscere le nozioni
psicodinarniche fondamentali della condotta umana.

Ricorderemo come generalmente le persone psichicamente


normali siano pi facilmente ipnotizzabili di molti nevrotici,
specie degli ossessivi, degli ansiosi, degli isterici gravi. Ci
contrariamente a quanto pensano alcuni che ritengono
ipnotizzabili solo gli isterici.

Nelle persone normali, infatti, il maggiore equili brio


psichico permette l'abbandono senza angoscia ed esse non
si sentono n uniffiate n minacciate d quella ipnosi in cui
scorgono un autentico interessE personale. Le resistenze
che insorgono per dato ( fatto della specifica determinata
personalit de soggetto si debbono vincere usando
l'approcci( adeguato. Ad esempio, l'isterico che si lascia
spes so impressionare dall'aspetto formale delle cose, ( la
persona non molto colta, non si giovano di lunght
spiegazioni preliminari e di metodi induttivi prolun gati,
bengi degli approcci autoritari, direttivi, pos sessivi. Gli
stessi metodi sono validi negli impulsi vi, impazienti, i quali
per spesso ricercano nell'i pnosi gratificazioni immediate,
impossibili. Biso gner in questi casi dare adeguate

spiegazioni, co me diremo nel capitolo 5.

L'ossessivo invece si giover di metodi dolci, in sinuanti,


stile training, allenamento, apprendimen to, descritti nel
capitolo 4 e aventi tutti un contenu to che si armonizzi con
la sua problematica; senza coartarla minacciosamente e
intaccarne, almeno apparentemente, le difese. L'ossessivo,
rigido, autoritario, dogmatico, quanto a volte dubitante e
insicuro, pi facilmente ipnotizzabile nei suoi momenti di
dubbio e di perplessit, e cio quando allenta quella difesa
nella quale si chiude per sfuggire all'angoscia. Egli
altrimenti vive la passivit e il rilassamento della ipnosi
come un pericolo e si sottopone alla seduta avendo spesso
gi letto libri sulla materia e concedendo un abbandono
parziale e un'attenzione superficiale, che resta per il
rimanente sempre impegnata dai suoi problemi. Anche
quando sar stato ipnotizzato stenter ad ammet

a terlo e discuter sulla profondit della trance, su quello


che ricorda o non ricorda ecc., come stato notato da chi
scrive e da vari altri autori (Paladino).

Esaminando pi specificamente i vari particolari di tecnica,


osserveremo, con altri autori, come il linguaggio che si usa
per l'induzione debba essere comprensibile dal paziente e
molto chiaro, altrimenti egli non eseguir le suggestioni
indotte, unicamente perch non le ha comprese. Ci da
tenere particolarmente presente nell'ipnosi dei fanciuni.

Un linguaggio pu riuscire pi o meno suggestivo non solo


per il suo contenuto e per il suo nesso logico, ma anche per
l'espressione mimica e le pause che l'accompagnano, e

cio per quella parte non strettamente verbale del


discorso. Questa, com' risaputo, pu, secondo la sua
forma, in grado
maggiore o minore avvicinarsi all'intimit affettivaemotiva
di un soggetto, che sempre viene sollecitata (e pi della
parte intellettiva) nei procedimenti induttivi e
psicoterapeutici.

t sul linguaggio e sulla parola, definita strumento d'azione,


che si fondano il rapporto interpersonale e ogni scambio
dialettico tra medico e malato.

Le parole sono stimoli di immagini e di riflessi condizionati;


esse devono essere semplici e chiare.

La voce sia dolce e bassa all'inizio, suasiva, monotona,


lenta; man mano che la passivit aumenta, il tono basso
pu diventare cupo, imperioso, freddo, netto. Una errata
intonazione della voce pu ostacolare l'induzione di trance
o il suo approfondimento. Diverse modalit di espressione
possono modificare il significato di una comunicazione.

Bisogna suggerire una sola idea per volta, in quanto che a


una idea unica si pu rivolgere quella intensa attenzione
necessaria, perch si possa suscitare il fenomeno del
monoideismo e quindi l'i
pnosi.
La suggestione si attua esattamente come viene data,
cosicch se suggerisco che il braccio diventer rigido, la

mano dello stesso braccio pu rimanere inerte.

Non fare allusioni alle condizioni patologiche del paziente,


ma parlare sempre di quelle che si desidera ottenere. Non
dare mai suggestioni negative, ma sempre positive e
affermative. Non dire, ad esempio, lei non sar pi debole a
quella tentazione, ma dire ripetutamente lei sar forte a
essa. Si detern-na cosi nella mente del soggetto un fine
che egli si sforzer inconsciamente di attuare.

Il soggetto deve avere inoltre la sicurezza che la sua


personalit sar rispettata e che il pi assoluto segreto sar
mantenuto su quanto potr dire o fare, in stato ipnotico.
Prima di indurre trance, bene spiegare sempre come
nell'ipnosi la personalit del soggetto resti intatta e come
niente possa essere mai fatto che sia veramente contrario
alle sue personali tendenze e abitudini. Anzi, ad alcuni
soggetti particolarmente diffidenti, spieghiamo come nulla
possa farsi senza il loro aiuto, in modo da lasciare a
costoro, a volte, l'impressione di fare tutto da soli.

Una suggestione non deve mai assumere la forma di un


comando, il quale pu portare al risveglio dallo stato
ipnotico nel momento stesso in cui viene dato (si veda, ad
esempio, al cap. 18, il caso 38)*.
* I casi, dal[11 al 60, sono descritti nel cap. 18.

Si trovano spesso.in citt - scriveva Bemheim nel 1891 delle persone terrorizzate da incompetenti sui danni
dell'ipnotismo; negli ospedali, dei malati diffidenti che
temono di diventare soggetti da esperimento. Bisogna
allora entrare nella confidenza e nella fiducia dell'ammalato
e quando il terreno preparato l'ipnosi facile.

Oggi le cose non sono cambiate e il suggerimento di


Bemheim resta quindi sempre valido.

Per decidere il paziente all'ipnosi, gli si dir che questa non


solo l'aiuter a guarire dei suoi disturbi, ma anche gli
permetter di aumentare le sue capacit di autodominio.
Converr lodarlo ogniqualvolta sar capace di maggiori
risultati suggestivi.

Nell'eseguire l'ipnotismo bisogna, infine, avere una grande


fiducia in s stessi e la risoluta volont di indurre ipnosi.
Esse sono la molla prima del successo, in quanto
improntano il comportamento dell'operatore in modo
favorevole. Questi deve avere una sicurezza calma e
fredda. Se egli esita, scriveva Bernheim, o ha l'aria di
esitare, il soggetto pu sentire questa esitazione e subire
l'influenza controsuggestiva; egli non si addormenta, o si
risveglia. Se l'operatore ha l'aria di affaticarsi molto e di
sudare per addormentare il proprio soggetto, questi pu
pensare di essere restio all'ipnosi; pi si scalmana presso di
lui e meno questi si sentir influenzato. Calma, sicurezza,
semplicit nel procedimento; ecco il modo migliore per
riuscire.

Di fatto, i migliori ipnotizzatori, come molti hanno notato,


non sono spesso coloro che hanno studiato lungamente il
fenomeno, ma degli individui pi o meno fanatici, delle
persone irriflessive, senza sufficiente autocritica, che per
credono fermamente nelle loro possibilit di ipnotizzare gli
altri. Quando subentra una sottile autocritica, scrive
Servadio, non l'ipnotismo, ma il nostro ipnotismo che
non funziona pi.

Di fatto, l'atteggiamento mentale dell'operatore il grande


segreto di ogni ben riuscita suggestione ipnotica; esso
proprio l'invisibile che crea il visibile (cap. 3 S 2). t proprio
per questo atteggiamento mentale che tra l'ipnotista e il
suo soggetto si instaura una specie di comunicazione
extraverbale che non meno importante, agli effetti
induttivi e terapetitici, di quella verbale.

Bisogna scegliere con cura la parola chiave della


suggestione e ripeterla in noi finch la sentiamo vibrare
intensamente nel suo significato e nella sua essenza. Solo
allora pronunciarla varie volte al soggetto con quel calore e
quella intensit per cui la
voce pu acquistare il tono suggestivo necessario. Qualora
il terapeuta non avesse fiducia in se stesso, deve costruirsi
questa fiducia con la pratica costante dell'affermazione e
anche dell'autosuggestione. Egli deve, come abbiamo
detto, presentarsi con quella autorit da cui traspare la
sicurezza della riuscita delle proprie suggestioni e deve
cercare di sfruttare in un approccio emozionale quel
bisogno di simpatia, di benessere, di sicurezza desiderato
dallo stesso malato.

Le tecniche induttive s'imparano alla lunga con l'esperienza


e sotto una buona guida, diceva Bernheim, come
s'imparano l'oftalmoscopia, l'auscultazione e altri
tecnicsmi medic.

Cascuno deve trovare la tecnica che meglio si adatta alla


sua personalit. A volte, ad esempio, anche un esame
neurologico di routine pu diventare un mezzo d'induzione

ipnotica (risposta a riflessi rotulei, alla fissazione dellIndice


ecc.).

Pi l'approccio sar sottile, meno esso sar drammatico e


pi il risultato sar buono. La tecnica ipnotica migliore sar
la meno rituale e la pi diretta.

S comincia a suggerire ci che il malato si aspetta e in


seguito si suggerisce l'inatteso. Daremo maggiori
particolarit di tecniche quando descriveremo le metodiche
personali di induzione e approfondimento (cap. 5 5 2).
2. La personalit profondadell'ipnotista
Per studiare l'orientamento psichico di alcuni ipnotizzatori
notoriamente conosciuti come eccezionalmente abili e
dotati, chi scrive ne ha saltuariamente frequentati alcuni.
Nel 1933 simpatizz con uno di costoro, il quale gli diede
da leggere e da copiare alcune sue memorie, autorizzando
anche la loro interpolazione in eventuali pubblicazioni.
Questi aveva cominciato a ipnotizzare a trent'anni, dopo
aver fatto il barbiere per parecchio tempo, e divenne uno
dei pi forti ipnotizzatori di teatro. Irritabile, con reazioni
neurasteniche, di umore instabile, forte bevitore di cognac,
grappa e liquori, tabagista (sino a 60 sigarette al di) ed
eccezionale bevitore anche d caff (sino a 10 al di),
facilmente insonne, confess di essere sempre nervoso
prima di ogni spettacolo, per una paura inconsulta di un
insuccesso, che per lo spingeva tanto maggiormente a
sforzi disperati di volont. Egli intuiva la

personalit dell'individuo, scoprendone le leve della


suggestionabilit e cercava di svegliare subito in lui una
grande simpatia, o un grande timore Con metodi bruschi,

imperativi e atteggiamenti autoritari. Approfittava dei pochi


secondi in cui il soggetto non si sorvegliava per precipitarsi
su di lui con un atteggiamento imperioso e volitivo tale da
paralizzarlo e renderlo quasi un fantoccio in sua bafia.
Aveva bisogno di vedere in volto l'individuo per cogherlo
nell'istante di dirninuito controllo. Sceglieva per i suoi
esperimenti teatrali i soggetti emotivi con occhi
particolarmente espressivi, scartando quelli dallo sguardo
freddo e incisivo.

Una tecnica da palcoscenico rasentante la paranoia, firii,


col creare nel soggetto una divisa, che gli permise per molti
anni di imporsi alle platee di vari teatri. Nulla essa ha che
fare con la tecnica ipnotica medica, ma ci dimostra
chiaramente quanta importanza abbia l'impostazione
mentale dell'operatore per stabilire quelle condizioni che
assicurano il successo nell'ipnotismo.

Il medico che si accinge a ipnotizzare avr sempre


abbastanza senso critico per non assumere iperbolici
atteggiamenti e per conoscere i limiti del metodo che
adopera; ma non tanto da frustrare in s, attraverso
tentennamenti e incertezze, ogni possibilit di riuscita.

L'analisi dell'ipnotizzatore non stata ancora scritta, dice


Schilder, ed egli ritiene che l'ipnotizzatore debba sentire
in s incarnata in qualche angolo della psiche la potenza
magca, deve esaltare l'esigenza di soggezione
masochistica incondizionata e il desiderio di appartenenza
sessuale dell'altra persona. Il terrore dell'ipnotizzato di
essere violentato deve corrispondere al desiderio di
violentare da parte dell'ipnotizzatore.

Contro questo modo di concepire le relazioni interpersonali


ipnotiche, avanzato da Sclifider, si scagliano Koch e
numerosi altri autori, facendo rilevare come, se anche in
qualche ipnosi possono sussistere tali interrelazioni, che del
resto possono aversi anche in altri tipi di psicoterapia, pure
esse non riguardano il nocciolo del fenomeno ipnotico e
possono essere controbattute anche solo accennando alle
migliaia di esperienze di allenamento au~ togeno, la cui
riuscita non certo subordinata n alle qualit autoritarie o
magiche del medico, n ai presupposti erotici, e si basa
ufficamente sulla sempre crescente azione psichica dei
gradi di esercizio (cap. 3 5 2).
Tuttavia, come si ritiene indispensabile l'alloa
nalisi per uno che desideri fare lo psicoanafista (cap. 13 S
1), cosi la reputiamo necessaria anche per un
ipnositerapeuta, ricordando che lo stesso desiderio di
ipnotizzare pu essere, in qualche caso,
psicoanaliticamente sospetto.

Difatti possibile che qualche terapeuta desideri fare uso


dell'ipnotismo per appagare un erotismo inconscio eterood omosessuale, per sadismo, per avere possibilit di
attuare alcune tendenze isteriche inconsce, o un desiderio
di potenza facendo sfoggio di autorit sul soggetto
ipnotizzato. D'altra parte queste pulsioni istintuali possono
trovare il loro corrispettivo nel soggetto che chiede di
essere ipnotizzato, allo scopo di soddisfare proprie
tendenze erotiche masochistiche, o perch va alla ricerca
di una benefica influenza magica su di s, o perch nutre
nel suo intimo un desiderio di dipendenza, eccetera.

t facilmente comprensibile come in questi casi e in tutti


quelli in cui ipnotista e ipnotizzato costituiscono una coppia

nevrotica complementare possa sorgere un rapido transfert


induttivo di ipnosi, ma pericoloso eticamente e di assai
dubbia efficacia terapeutica.

Il terapeuta deve pertanto tenere sotto continua critica


sorveglianza il rapporto interpersonale col paziente, in
modo che inavvertitamente non si stabilisca una relazione
patologica, e deve essere pronto a ritirarsi gradatamente,
appena l'ammalato si avvia a ritornare nella norma. Il
trattamento del rapporto interpersonale medico-paziente
la parte pi delicata e importante dell'ipnosi-terapia, come
di ogni psicoterapia. In esso sta la base del successo
terapeutico; bisogna saper guidare, avviare per la retta via
tendenze, pulsioni, istinti, in modo da rendere il
comportamento del malato sempre pi accettabile alla
societ e a se stesso, senza che paziente e medico
rimangano alla fine legati da transfert irriducibifi.

Ci soffermeremo nel capitolo 14 sui rapporti che possono


intercorrere nella coppia terapeuta-paziente, durante le
varie forme di ipnositerapia, suggestiva diretta, di
sostegno, della presa di coscienza eccetera, e
dell'opportunit di seguire, secondo i casi, metodi autoritari
o metodi blandi.
3. 1 vari stati dell'ipnotismoe suggestionabilit
costituzionaliNell'ipnosi possiamo distinguere due fasi:1) la
fase dell'ottundimento delle facolt critiche
dell'ipnotizzato, che pu ottenersi anche con manovre
passive, quali effetti ottici, acustici, cinetici, o con la
somministrazione di particolari sostanze chimiche, quali i
barbiturici endovena, in modo da mettere l'ammalato in
uno stato di coscienza ridotta o crepuscolare;

2) la fase del subentramento della direttivit


dell'ipnotizzatore, fase in cui si determina un particolare
rapporto fra ipnotizzatore e ipnotizzato.

Queste due fasi, che Braid e Charcot nei loro metodi e nelle
loro dimostrazioni compivano distintamente, possono
ridursi in una fase unica, come avveniva nelle manovre dei
magnetizzatori e nel metodo della scuola di Bernheim.

Charcot distingueva un piccolo ipnotismo, riscontrabile


eventualmente presso individui normali, in cui si avverano
vari fenomeni di beve passivit e suggestionabilit, e un
grande ipnotismo, proprio degli isterici, in cui egli
differenziava tre tipici periodi. Il primo di questi sarebbe
stato il letargico, contraddistinto da sonno profondo e
ipereccitabilit neuromuscolare; il secondo, il catalettico,
contraddistinto da inerzia muscolare e mentale, per cui le
membra restano nella posizione che viene loro data; e il
terzo, il sonnambolico, contraddistinto da ipereccitabilit
cutanea, con insorgenza di falsa catalessia ed estrema
suggestionabilit.

Charcot riteneva di poter passare dal periodo letargico al


catalettico aprendo gli occhi del paziente, e dal catalettico
al sonnambofico ffizionando la fronte, o facendo con la
mano una leggera pressione sulla testa dell'individuo.

Libeault e Bernheim, giustamente, non accettarono


queste tre fasi dell'ipnotismo isterico di Charcot,
sostenendo di non aver mai potuto riscontrare, nelle loro
osservazioni, l'esistenza di esse come fasi distinte, e di non
aver mai prodotto niente mediante l'apertura degli occhi e

le frizioni sulla testa, senza alcuna suggestione


concomitante. Non c' ipnotizzatore moderno che non
possa, oggi, confermare ci.

Tra lo stato di veglia e la trance profonda esistono di fatto


numerosi stati intermedi.

Libeault ammetteva sei gradi del sonno provocato, che


variano a seconda dei soggetti.

Bernheim neg l'esistenza del rapporto esclusivo tra


ipnotizzatore e ipnotizzato durante il sonno profondo (a
partire dal quarto grado), e ritenne che l'osservazione di
Libeault fosse dovuta alla particolare tecnica suggestiva
adoperata da questo autore, il quale, in fondo, suggeriva al
soggetto di non
rimanere in rapporto con altri che con lui. Bernheim, nei
fenomeni ipnotici, distinse sei gradi, in cui conservato il
ricordo al risveglio, e tre che si accompagnano ad amnesia.

Altre scale sono state proposte da Forel, Moll, Wetterstrand,


Hull, FriedIander e Sarbin, Bryan, Le Cron e Bordeaux, van
Pelt, Davis e Husband. La scala di questi ultimi comprende
trenta gradi diversi di ipnotizzabilit, essendo le
allucinazioni visive negative all'ultimo grado della scala.

Janet, basandosi sull'esperienza dell'ipnotismo medico,


esclude dall'ipnotismo stesso tutta quella serie di fenomeni
affini, provocabili con pratiche diverse, ma che non si

accompagnano ad amnesia al risveglio, e cio allo


sdoppiamento della coscienza; sarebbero, questi, fenomeni
dovuti a suggestione, ma non ancora all'ipnotismo,
secondo Janet, perch manca in essi lo specifico disturbo
della memoria.

Anche ci non esatto. Difatti, una accurata disamina nella


diagnostica differenziale degli stati di coscienza ipnoidali, e
l'osservazione del manifestarsi, o meno, dei diversi
soggetti, di una sintomatologia ipnotica differente, ha
portato chi scrive ad affermare, sin dal 1962, l'esistenza di
una suggestionabilit costituzionale di apparato in ognuno
di noi. Questa indipendente dalla profondit del
cosiddetto sonno ipnotico, intendendosi, con queste
inesatte parole, la maggiore avulsione dallo spazio
circostante e dal tempo, ottenuto dal soggetto e l'intensit
dei moneidesimi plastici etero e autoindotti in lui. Per essi
una persona in stato di ipnosi vigile pu camminare ad
esempio sui carboni ardenti senza bruciarsi, o eseguire il
ponte catalettico e un'altra, in stato di sonno profondo, pu
non sopportare la puntura di un ago, o non realizzare una
modica catalessia di un braccio.
Di fatto, che cosa succede in ipnosi?
Il soggetto, bench immobile, inerte, sente tutto e pu
entrare in comunicazione con il mondo esteriore; per
risvegliarlo, basta ordinarglielo. In questo stato si possono,
a volte, produrre in lui fenomeni catalettici, e altri ancora
per semplice suggestione verbale e senza ricorrere a soffi
sugli occhi, n ad aperture di palpebre, n a frizioni sulla
testa. La semplice suggestione sufficiente talora a
determinare tutta la serie dei fenomeni ipnotici e, una volta
instaurata la trance, ogni altro processo pu essere
superfluo, o addirittura inefficace.

L'obbedienza automatica, l'anestesia, le illusioni sensoriali


e le allucinazioni provocate, segnano le fa

si progressive dello sviluppo di questa suggestionabilit, il


cui grado culn-nante costituito dal sonnambulismo
attivo, con totale amnesia al risveglio.

Volendo distinguere, per esigenze pratiche, diversi gradi di


ipnotismo, chi scrive ha sempre fermato la sua attenzione
sulle seguenti tappe successive:

1) torpore, difficolt di sollevare le palpebre, pesantezza


delle membra per suggestione;

2) torpore pi profondo con inizio di catalessi d breve


durata;

3) distacco dall'ambiente circostante e catalessia di lunga


durata;

4) avulsione sempre pi profonda dallo spazio circostante e


dal tempo: attenzione concentrata sull'ipnotizzatore;
l'ipnotizzato pu ricordare solo ci che intercorso con
l'ipnotizzatore, qualora si dia questa suggestione;

5) contrattura suggestiva; a questo grado, ordinariamente,


anche analgesia suggestiva e discreta amnesia;

6) obbedienza automatica; si oppone all'obbedienza


passiva assoluta la particolare personalit del soggetto;
amnesia pi profonda, ma non sempre assoluta;

7) allucinabilit positiva; sonnambulismo, amne: sia


completa spontanea;

8) allucinabilit negativa durante la trance e po stipnotica.


Possibilit di eseguire, a distanza di molto tempo dalla
seduta ipnotica, le suggestioni date durante la seduta
stessa, o di realizzare intense somatizzazioni suggestive.

Ogni grado comporta, generalmente, i sintomi dei gradi


precedenti.

Le modificazioni somatiche e psichiche che possono


avvenire nel soggetto ipnotizzato, saranno descritte
dettagliatamente nella parte terza. Peraltro si desidera
precisare subito due punti. Il primo che tale scala non va
considerata in modo rigido, perch a volte nella trance
leggera si trovano segni della trance profonda e viceversa.
Ad esempio, l'amnesia pu esserci per fenomeni della
trance leggera e non per altri avvenuti in trance pi
profonda. Anche dopo una leggera ipnosi, possono indursi
fenomeni postipnotici. Vi sono soggetti alluci bili'

ina' ' ma senza amnesia al risveglio; e altri invece, amnesici


al risveglio, ma assai difficilmente allucinabili. La catalessi

che si pu produrre facilmente non identica per intensit


e durata in ogni soggetto. Infine, per personale esperienza,
raro che un soggetto possa riprodurre tutti i fenomeni
ipnotici.
come una persona sveglia, pur agendo a un livello
subconscio. Nello stato stuporoso mancano invece la
spontaneit propria del sonnambulismo, e il paziente
appare passivo e inerte come fosse narcotizzato. Erickson
definisce l'ipnosi profonda come quello stadio di trance
che permette al soggetto di funzionare a un livello
subconscio, senza interferenza della mente conscia;
afferma, inoltre, giustamente che il controllo delle funzioni
somatiche e vegetative molto pi facile in tale stadio.
Questo, per, per Pavesi, non implicherebbe tanto una
maggiore ipersuggestionabilit, quanto l'esistenza di un
differente livello psichico in cui il soggetto capace di
funzionare.

L'esperienza personale ci porta ad affermazioni simili a


quelle di Erickson, per quanto riguarda l'influenzabilit del
soggetto in ipnosi, dato che solo negli ultimi gradi
dell'ipnosi ci riuscito di modificare in modo efficace le
condizioni neurovegetative e psichiche dei pazienti. E ci in
grado tanto maggiore o minore, secondo la loro specifica
costituzione organica e viscerale.

E' probabile che l'immagine corporea, che si struttura nelle


prime fasi della vita, possa in parte contribuire a spiegare
la specifica suggestionabilit d'organo, congiuntamente a
una maggiore connaturata perviet, per determinati
distretti corporei, delle correlazioni mente-corpo e corpomente.

Rispetto al grado e all'intensit dell'ipnosi, vari autori


ritengono sufficiente il trattamento suggestivo nei primi
gradi dei sonno ipnotico; questi per, a nostro avviso, non
si adattano che alle forme morbose bevi. In quelle
inveterate e gravi si accertato che, se si vuole ottenere
qualche risultato con la suggestione, necessario
quell'automatismo che si accompagna al restringimento
della coscienza proprio dei gradi pi avanzati dell'pnosi (si
veda la parte quarta: statistica).

I sintomi morbosi che durano da tempo, radicati nella


coscienza e fissati ormai da riflessi condizionati psichici e
neurovegetativi, non si risolvono se non si ottundono la
coscienza stessa e i poteri di critica, dissociando
momentaneamente la personafit dell'individuo; perch
solo cos si pu avere libero e facile accesso agli strati pi
profondi della psiche, pi diretto contatto con l'lo organico.
Conoscere ci importante agli effetti terapeutici e forma
la premessa indispensabile delle varie tecnche per curare
con l'ipnosi; vi ritorneremo, pertanto, nel capitolo 13 5 4.
Per ottenere stabili cambiamenti sensoriali, motori o
psichici, possono occorrere, difatti, diverse ore di ipnosi, in
sedute successive, durante le quali si deve allenare il
soggetto a suggestioni ipnotiche diverse, di cui alcune
possono essere anche intensamente dissocianti.

CAPITOLO 4

Descrizione

delle principali tecniche


induttive
e sintomi obiettivi iniziali
della trance
Pi particolarmente, come si pu indurre una trance
ipnotica e quali sono i procedimenti usuali da seguire per
produrre i diversi stati dell'ipnosi?

Il tempo per indurre una trance ipnotica pu variare da


pochi secondi a qualche ora, dipendendo dalla costituzione
del soggetto e dalla particolare disposizione dello stesso
paziente nelle varie sedute, oltre che da circostanze di
tempo e di luogo.

Anche la profondit della trance variabile di volta in volta


e nei diversi ammalati. Di solito si approfondisce con la
ripetizione delle sedute, ma anche possibile che un
soggetto raggiunga una trance media e non si riesca pi ad
approfondirla.

Le tecniche di cui ci si vale per indurre ipnosi si conformano


ai principi generali esposti nel capitolo precedente e sono
quelle che si descriveranno appresso. 2 bene che esse
escludano ogni teatralit e limitino al minimo
indispensabile i passi e i toccamenti per rafforzare col
gesto quanto suggerito dalla parola (pesantezza delle

membra, contrattura, analgesia, catalessia eccetera). A


meno che non si voglia con i passi instaurare una specie di
Unguaggio del corpo, associando co all'ipnosi metodiche
che per sono pi specifiche di altri sistemi psicoterapici,
quali la bioenergetica e l'organismica.
l. I passi e la loro interpretazione
I passi sono degli sfioramenti che l'ipnotista fa con la
propria mano sul corpo del paziente e so

prattutto sugli arti e sul viso per realizzare particolari


suggestioni.

Il passo ha la funzione di attirare di pi l'attenzione del


soggetto alla regione in cui si vuole instaurare analgesia,
catalessi, o altro fenomeno ipnotico. Esso permette di
realizzare un determinato vissuto corporeo nel soggetto,
utile come sistema di riferimento pi profondo con
l'ipnotista e come sensazione cenestesica ristrutturante e
destrutturante a seconda del momento (Granone, Piscicell
e altri).

Secondo vari autori si stabilisce col contatto una specie di


messaggio informativo, che potenzia quello verbale del
rapporto interpersonale, e che pu dare dal lato
terapeutico un aspetto particolare al transfert. E ci senza
per questo pensare a particolari fluidi, come ai tempi degli
antichi Egizi e degli Indiani, in cui si ottenevano guarigioni
sfruttando le possibilit direzionali delle mani, o senza
riferirsi ai riti religiosi con mani benedicenti.

Alcuni autori moderni (Morey Hossri e altri) assin-Wano la


tecnica dell'induzione ipnotica per mezzo dei passi, a quella
dell'agopuntura cinese, che si esplica su particolari zone
metameriche, o su punti di innervazione periferica.

Lo stato ipnotico prodotto mediante i passi avrebbe, per


Morey Hossri, come fondamento el impacto emocional,
prodotto dall'eccitazione del simpatico per via cutanea
riflessa, specie nei tipi sensibles, essendo risaputo come si
possano esercitare effetti negli organi profondi attraverso il
riflesso cutaneo-viscerale.
I passi potrebbero cos essere eccitanti, sedativi,
neutralizzanti, inibitori o tonificanti, secondo le regioni
epidermiche su cui si esercitano.

A nostro giudizio, prima di affermare ci con sicurezza,


indispensabile sceverare attentamente quanto si debba
alla suggestione specifica e quanto invece alla particolare
zona cutanea toccata con la propria mano, nel conseguire
l'effetto. Ci per non correre il rischio di ricadere in un
quissimile del frenoipnotismo di Braid (cap. 1 S 2c), o degli
stati catalettici, sonnambolici e letargici di Charcot, prodotti
mediante frizioni sulla fronte, pressioni sulla testa eccetera
(cap. 3 5 3).

Coloro che spiegano l'ipnosi con fluidi e forze fisiche


sostengono che dalla mano degli ipnotizzatori, come da
quella dei guaritori, si sprigionino forze particolari (SaintYves Cassac, C. Girod e altri); tuttavia difficile che i
potenziali calorici ed elettrici (di ben pochi mffliampre!) e
le eventuali energie che domani si accertassero sprigionate
da soggetti particolari, possano spiegarci la complessa
fenomenologia ipnotica, che molto chiaramente ha, come

fondamento, indiscussi fenomeni di suggestione e di


autosuggestione.

Tutt'al pi essi non avrebbero che la funzione, ove


venissero percepiti, di mettere pi facilmente in moto le
leve della suggestionabilit individuale e altre biologiche da
individuare.

Sull'argomento ci soffermeremo diffusamente pi avanti,


nel capitolo 6 S 2b, trattando delle possibilit
parapsicologiche nella induzione di ipnosi.

Gli antichi ipnotizzatori davano molta importanza ai passi


come metodo di tecnica induttiva, e alla forza di volont
dell'operatore per ottenere effetti ipnotici.

Deleuze, ad esempio, faceva sedere il paziente su una


sedia di fronte a lui, esortandolo a non pensare a nulla, e si
raccoglieva un momento nella ferma volont di ottenere
effetti ipnotici. Prendeva quindi le mani del soggetto in
modo che la parte interna dei suoi pollici toccasse quella
interna dei pollici del soggetto e fissava lo sguardo sul
paziente finch si fosse stabilito un uguale grado di calore
fra i pollici messi a contatto. Ritirava quindi le mani e le
posava circa un minuto sulle spalle dell'ammalato,
facendole discendere lungo le braccia, fino all'estremit
delle dita, per cinque o sei volte. In seguito, poneva le mani
al di sopra della testa e poi le abbassava, passandole
davanti al viso fino all'epigastrio, dove si arrestava,
poggiando i pollici nel cavo dello stomato e le altre dita
sotto le costole; indi di

scendeva lentamente lungo le cosce fino ai piedi. Ripeteva


questi passi fino a ottenere sensazione di stanchezza, di
torpore e con essi l'induzione.

Anche Richet prendeva i pollici del soggetto nelle sue mani,


li stringeva con forza per qualche minuto e poi compiva dei
movimenti uniforn- con le proprie mani tese sulla testa,
sulle mani, sulle spalle e soprattutto sulle palpebre del
paziente, fino a indurre trance.

Il dottor Esdaile si poneva alla testa dei letto del malato e si


chinava sul suo volto, gli occhi fissi negli occhi, applicando
una mano all'incavo epigastrico del soggetto, mentre con
l'altra faceva leggeri massaggi sul viso e sugli occhi. Inoltre
egli soffiava frequentemente e dolcemente sulla faccia,
mentre il silenzio pi profondo regnava durante tutta
l'operazione. L'esperenza ha dimostrato come si possa lo
stesso indurre ipnosi con la sola forza suggestiva e
condizionante della parola, senza passi, n carezze, n
soffiamenti, che possono, come la stessa fascinazione dello
sguardo, in alucni soggetti, esaltare il momento erotico
dell'ipnotismo. Per questo, di regola, chi scrive se ne
astiene, ricorrendo alle altre tecniche che seguono.

In alcune circostanze per i passi possono essere un buon


metodo di induzione e non bisogna rigettarlo a priori; come
non rigettiamo un esame rettale o vaginale quando
indicato, anche se conosciamo tutte le possibili
complicazioni psicologiche di esso.
2. Metodo della fissazionedell'indice dell'ipnotista

Con questo metodo, il torpore suggestivo viene indotto


facendo fissare all'ammalato, comodamente sdraiato su
una poltrona, l'indice della mano destra dell'operatore, che,
da una distanza di due palmi dalla fronte del paziente,
gradatamente si avvicina alla sua glabella, in modo da
cagionare una progressiva convergenza dei bulbi oculari.
Questa, da sola, induce dopo qualche tempo stanchezza e
le parole suggestive suscitano, nei soggetti adatti,
gradatamente, il resto.

Pi precisamente si esegue tale induzione in una stanza a


luci attenuate, senza correnti d'aria, a temperatura
confortevole, essendo il paziente sdraiato sulla poltrona,
con le mani poggiate sui braccol e le gambe non
accavallate.
Man mano che si avvicina il dito si suggeriscono idee di pesantezza delle
palpebre, stanchezza visiva, bisogno di chiudere gli occhi, idee di
rilasciamento mentre si osservano attentamente il modificarsi della
fisionomia del paziente e le sue reazioni ' Secondo queste, ci si regola di
conseguenza nel tono della voce e nefi'impostazione suggestiva,
adoperando quei modi che si apprendono solo con l'esperienza e con un
po' di intuito psicologico.

La tecnica della ripetizione monotona defle frasi di distensione,


adoperata da quasi tutti gli ipnotizzatori, utile ma non indispensabile
per indurre trance, essendo possibile ottenerla anche diversamente.

Il metodo descritto nelle linee generali s richiama a quello che gi nel


1890 seguiva Bernheim. e che qui si riporta perch lo si ritiene ancora di
attualit per chi volesse indurre ipnosi senza avvalersi degli ausili chimici
(narcotici endovena ecc.) o fisici (Brain Wawe Sincronizer ecc.) oggi a
disposizione, o di tecniche indirette.

Il soggetto, scrive Bernheim, coricato o comodamente assiso sopra una

poltrona: io lo lascio raccogliersi qualche istante dicendogli che si


addormenter molto facilmente di un sonno dolce e calmo come il sonno
naturale. Io appoggio una mano dolcemente sui suoi occhi e gli dico:
Dormite! Alcuni chiudono subito gli occhi e sono presi. Altri, senza
chiudere gli occhi, sono presi, lo sguardo fisso e con tutti i fenomeni
dell'ipnosi. Altri presentano rapidi ammiccamenti.

Se gli occhi non si chiudono spontaneamente io li mantengo chiusi


qualche tempo e se sorprendo qualche resistenza, aggiungo: Lasciatevi
andare, le vostre pal- 3. Metodo del blocco dei globi oculari
pebre sono pesanti, le vostre membra si addormentano, il sonno viene.
Dormite. 2 raro che uno o due minuti passino senza che l'ipnosi sia
arrivata.

Alcuni restano subito immobili e inerti; altri cercano di riprendersi,


riaprono gli occhi, si risvegliano qualche istante: io insisto, io mantengo
le palpebre chiuse, io dico: continuate a dorn-re. Nella pratica
ospedaliera, dove l'autorit del medico pi grande, almeno i quattro
quindi dei nostri soggetti cadono cos in un sonno profondo con amnesia
al risveglio. [!]

Gli altri meno bene preparati, meno docili, soprattutto le persone di citt,
si abbandonano meno facilmente. L'ipnosi meno profonda; essi non
sono consapevoli di subire l'effetto ipnotico. L'operatore coglie spesso
nell'attitudine del soggetto una certa inquietudine: qualche volta il
soggetto dice che egli non dorme affatto, che egli non pu dormire. lo
insisto e gli dico: lo so che voi mi intendete. Voi dovete intendermi; voi
potete essere ipnotizzato, tutto che mi intendiate. Il sonno profondo
non necessario. Non parlate. Tenete gli occhi chiusi. Ascol

tatemi bene eccetera... lo cerco cogi di captare il suo spirito o con dolce
insinuazione o con autorit, secondo la personalit del soggetto. E gli
sollevo dolcemente il braccio in aria. lo ottengo sovente allora, proprio
quando il soggetto crede di non subire l'effetto, una catalessia
suggestiva, pi o meno irresistibile, a volte dei movimenti automatici;
dopo, contratture. Arrivo cos a un grado pi o meno avanzato dell'ipnosi
senza sonno propriamente detto, o, meglio, senza che il soggetto abbia
coscienza del sonno. A volte, nella medesima seduta, riesco

gradualmente a ottenere tutta la serie dei fenomeni: in quei soggetti che


sembravano recalcitranti, ho potuto persino produrre, per suggestione,
l'amnesia al risveglio. Altri che non superano i primi gradi alla prima
seduta, nelle seguenti possono raggiungere l'ipnosi proffonda; ma non
tutti vi arrivano.

Vi sono quelli che si lasciano andare e non sanno procurarsi che un


torpore insoddisfacente. Io arrivo, a volte, a mutare questo stato in sonno
profondo, dicendo al soggetto: lo vi lascio; voi dormirete da solo. Tenete
gli occhi chiusi. Il sonno vi verr. E io li lascio.

Dopo un certo tempo, un quarto d'ora, ad esempio, ritorno e gli dico:


Continuate a dormire. Qualche volta osservo che allora la catalessia
esiste e che i fenomeni dell'ipnosi sono bene manifesti e in qualcuno
anche con amnesia al risveglio. Alla seduta seguente ottengo l'ipnosi
profonda in pochi secondi.

Vi sono quelli che prendono la cosa a ridere e resistono; io intervengo


con bruschezza, pronuncio parole severe, E impressiono con autorit,
reprimo cosil le loro velleit di scherzo e di resistenza e sovente ottengo
l'effetto.

Qualora il metodo usuale della semplice fissazione del dito indice


dell'operatore fallisse, nonostante la contemporanea suggestione verbale
di rilasciamento e di sonno, si pu ricorrere al metodo del blocco dei
globi oculari, col quale si fanno chiudere al paziente con forza gli occhi,
invitandolo a girarli contemporaneamente verso l'alto, in modo da fissare
un punto al di sopra della base del naso. Pi precisamente si comprimono
i globi oculari in senso latero-mediale, come per la ricerca dei riflesso
oculo-cardiaco di Dagnini-Aschner, mentre il soggetto invitato a
guardare in alto verso la glabella, in modo da compiere una
contemporanea rotazione in alto e convergenza dei globi oculari (fig.
4.1).

Agli effetti fisiologici del riflesso oculo-cardiaco (modificazioni della


frequenza del ritmo cardiaco e talvolta della pressione arteriosa) e della

forzata
Fig. 4. L Manovra per indurre e approfondire la trance ipnotica.

convergenza dei globi oculari, si aggiunge quello psicologico suggestivo,


che induce idee di rilasciamento e di sonno.

La pressione va fatta in modo da non dare dolore, facendo scivolare il


pollice e H medio sulle palpebre in senso latero- mediale, mentre l'indice
della stessa mano fisso sulla glabella.

Terminata la manovra sugli occhi, l'indice permane sulla glabella, in


modo che il paziente continui a convergere all'interno i suoi globi oculari,
dirigendo H suo sguardo verso questa (fig. 4.1).

Si suggerisce che in queste condizioni l'apertura degli occhi non potr pi


avvenire, anche se ci si sforzer di farlo. Difatti, difficile aprire le
palpebre contemporaneamente alla rotazione in alto dei globi oculari.
Questo artificio con le concomitanti suggestioni di torpore e di sonno,
pu indurre trance. Nell'invitare il paziente ad aprire gli occhi, gli si dice
che difficilmente vi riuscir e, se anche vi dovesse riuscire, le sue
palpebre saranno pesanti, talmente pesanti che subito si richiuderanno.
Se le frasi vengono pronunciate con lentezza, con tono adatto, calcando
la voce sulla parola pesante e so

prattutto con convinzione, esse finiscono col raggiungere l'effetto voluto.

4. Metodo della compressione del seno carotideo

Se il paziente, nonostante i due metodi precedenti, stenta a rilasciarsi e a


tenere gli occhi chiusi, si pu ricorrere alla compressione del collo a

livello dei seno carotideo (punto di incrocio delle carotidi con la linea
orizzontale passante per il bordo superiore della cartilagine tiroidea).
Questa compressione, causando una reazione vagale con rallentamento
dei battiti cardiaci (attenzione ai cardiopatici) e un leggero
olintibilamento del sensorio, specie se prolungata (non oltre, per, i venti
secondi), suscita apprensione, aumento della suggestionabilit,
induzione di trance. Di solito si pratica questo metodo a paziente sdraiato
su una poltrona, con la testa bevemente iperestesa, astenendosene nei
soggetti che presentino sintomi spontanei gravi da iperreattivit del
riflesso senocarotideo (accessi vertiginosi, convulsivi, bradicardie con
lipotimie eccetera). Mentre si invita il soggetto a fissare l'indice sinistro
dell'operatore, avvcinantesi gradatamente alla sua glabella, coi pollice e
l'indice della mano destra si pratica la compressione dei sen carotidei. Si
suggeriscono, s'intende, contemporaneamente, idee d torpore,
rilasciamento, sonno.

Un metodo similare, con la pressione bilaterale del collo sotto alle


mastoidi, senza la contemporanea fissazione dell'indice, seguito
correntemente, pare con ottim risultati (Pavesi), nella Whitlow Clinic in
California.

Anche Charcot, per indurre trance, usava premere con le dita sulle
palpebre o sulla cervice del paziente, sino a causargli un leggero
stordimento.

fE facile spesso approfittare delle condizioni di emotivit, di smarrimento


e di transfert che si suscitano nell'esecuzione di questa prova per
imporre altre suggestioni e approfondire l'ipnosi. Essa d reazioni pi
intense se eseguita al soggetto in stazione eretta, tanto da suscitare a
volte apprensione e reazioni di difesa ostacolanti il progredire
dell'induzione. In altri pazienti, desiderosi di raggiungere uno stato di
trance profonda, tali sensazioni di smarrimento vengono invece ricercate
e a volte richieste all'ipnotista, come prova di una raggiunta efficace
trance.

5. Metodo delle mani incrociate, del barcollamento e di


Kohnstamm
Metodi di induzione, molto conosciuti, sono quello delle
mani incrociate e quello del barcollamento, eseguiti da tutti

gli pnotizzatori di teatro.

La prova delle mani incrociate ha il vantaggio che si pu


impiegare su un gruppo numeroso di persone, oltre che sul
singolo soggetto. Essa consiste nell'invitare H paziente a
intrecciare le dita delle mani e a stringerle il pi possibile,
dicendo che verr un momento in cui non gli sar pi
possibile staccarle.

Il metodo risulta pi efficace se i pazienti terranno gli occhi


chiusi e contemporaneamente si suggerir loro di
immaginare una tenaglia le cui branche si serrino su una
vite e che le loro mani siano diventate come queste
branche. Si suggerir che procedendo l'ipnotista nella
conta ad alta voce, le dita delle mani intrecciate si
incastreranno le une nelle altre sempre di pi, sicch sar
difficile o impossibile separarle.

Il metodo del barcollamento si fa al malato sull'attenti, con


i piedi uniti e lo sguardo fisso su un punto del soffitto, al di
sopra della sua testa. Il medico si pone dietro al soggetto e
poggiandogli le mani sulle spalle gli dice che desidera
misurare la sua capacit di rilasciamento. Gli soggiunger
quindi che sentir una forza che lo tirer indietro e lo
inviter a non resistere e a lasciarsi andare. La suggestione
del cadere all'indietro va ripetuta, e dopo qualche tempo,
quando si riterr che il paziente l'abbia assimilata, si
leveranno le mani dalle spalle. L'ammalato suggestionato
comincer a oscillare sino a cadere indietro. L'oscillamento,
in caso di resistenza, potr essere facilitato dallo stesso
ipnotista che tiene le mani sulle spalle dei paziente.

Alcuni preferiscono mettersi davanti al soggetto, che


barcoller in avanti, verso l'operatore, a mano a mano che
questi ritirer le proprie mani, flettendo anche il proprio
tronco. Quest'ultima posizione permette
contemporaneamente di osservare la fisionon-a del
paziente.

Noi di solito ci mettiamo dietro al paziente in piedi, tenendo


le mani lateralmente alla sua testa a livello delle tempie e a
circa dieci centimetri di distanza da esse. Suggeriamo che,
senza guardarlo n toccarlo, non appena tireremo indietro
le mani egli le seguir cadendo all'indietro.

Non abbia paura - aggiungiamo - noi la sorreggeremo; si


lasci pure andare a quanto avvertir.

Il metodo di Kohnstamm, come i due precedenti, si fonda


su una suggestione psicomotoria facilitata
dall'atteggiamento neuromuscolare, prodotto da una
particolare situazione. Si invita il paziente ad appoggiarsi
fortemente con il fianco destro e H dorso della mano dello
stesso lato, contratta a pugno, contro un muro. Si
suggerisce di appoggiarvisi molto fortemente e di contrarre
perci i muscoli della spalla e del braccio. Dopo qualche
tempo si inviter il paziente a scostarsi dal muro e a
restare con le braccia penzoloni lungo il tronco. Si noter
allora che il braccio che ha subito lo sforzo, anzich
rimanere pendente, si sollever da solo sino a fare un
angolo di novanta gradi; si dir allora al soggetto che la
sensazione che egli prova e H movimento spontaneo del
braccio sono simili alla sensazione di abbandono a forze
esterne che egli sentir per il sopraggiungere dello stato
ipnotico. Questo si potr successivamente provocare e

approfondire con suggestioni di levitazione.


6. Metodo di Kline con visualizzazionivarie e della propria
immagine
La tecnica che segue permette a pazienti refrattari
all'ipnosi di raggiungere uno stato ipnotico leggero o medio
in circa dieci minuti, soprattutto in coloro che non hanno
capacit di concentrazione mentale, e l'esercizio- viene
prospettato come una tecnica per allenarsi a concentrare la
propria atten
zione.
1) Si chiede al soggetto, sveglio con occhi aperti, di visualizzare
mentalmente in tempi successivi: a) una casa, b) un albero, 0 una
persona, d) un animale. Si continua la visualizzazione fino a che ciascuna
immagine stata ben realizzata.

Si pu avviare il discorso, ad esempio, in questo modo: Lei adesso


comincia a visualizzare, come se vedesse proprio ad occhi aperti, una
casa; una casa qualsiasi. Quando questa casa sar ben presente alla sua
mente, allora alzi l'indice della mano destra per farmelo sapere, o meglio
me la descriva; lei continuer a visualizzare questa casa fino a quando io
le dir di cambiare immagine...

Bene... Adesso lei visualizza un albero, sempre ad occhi bene aperti, e


appena avr visualizzato l'albero alzi
di nuovo il dito, o meglio me lo descriva, perch io possa saperlo ecc.

Allo stesso modo adesso, ad occhi aperti, visualizzi una persona,


qualunque persona che vuole, uomo, donna, bambino ecc..

2) Continuando l'allenamento alla formazione di immagini nello stato di

veglia, cosa che porta anche a una certa stanchezza, si dice al soggetto:
Adesso lei chiuder gli occhi e ad occhi chiusi visualizzer se stesso, la
sua immagine come davanti a uno specchio, comodamente seduta (o
sdraiata), salvo che la sua immagine avr gli occhi aperti.

3) A questo punto si suggerisce di concentrarsi sull'immagine cos


visualizzata, avvertendo che tutte le successive suggestioni verranno
indirizzate all'immagine del soggetto e non al soggetto stesso.

4) Viene quindi suggerita una semplice tecnica di fissazione oculare, con


la quale l'immagine del soggetto finisce con H chiudere gli occhi. Si potr
discorrere col paziente in questo modo: lo adesso parler alla sua
immagine ad occhi aperti, che lei avr sempre fissa dinanzi a s.
L'immagine rilassata e fissa un palloncino di colore blu, che entra in un
vortice d'aria; la sua immagine segue con gli occhi fissi e spalancati il
movimento rotatorio di questo palloncino che gira, gira, gira (pausa)...

Ma gli occhi della sua immagine finiscono con lo stancarsi e col


chiudersi. Quando vedr che la sua immagine avr chiuso gli occhi, come
al solito sollever l'indice destro. L'immagine adesso si rilassa e si
addormenta. Anche lei, come la sua immagine, si rilassa e si distende.

Adesso lei si sente identico all'immagine, si addormenta sempre pi


profondamente e l'immagine scompare .

Dopo la chiusura degli occhi si danno suggestioni per approfondire la


trance nella maniera usuale, come sar Hlustrato nel capitolo S.

Osservazioni cliniche su diversi soggetti rivelano modelli di risposta


indicanti l'effetto associativo su loro stessi direttamente di quanto
suggerito all'immagine; comunque il trasferimento della relazione
dall'immagine al soggetto si pu ottenere come suggerito dianzi in modo
particolareggiato.

7. Tecnica della quadrovisualizzazione per i bambinidal


dentista (Moss)
Alcuni dentisti preferiscono la tecnica quadrovisualizzazione,
descritta da Moss, di cui anche Hartland riporta una
versione efficace:

Ora il momento di giocare un po' insieme


Ti insegner che cosa fare ... e sar

... ti piacerebbe, non vero?

molto divertente... perch tutto quello che dovraifare sar chiudere gli
occhi... efarfinta di essere addormentato.

Ovviamente non sarai addormentato davvero... ma sar molto eccitante


... perch durante questofinto sonno potrai vedere dei film ... la
televisione... D circo... o qualsiasi cosa ti faccia piacere.

Perci... sistemati il pi comodamente possibile... e incomincia a fingere,


appena sei pronto.

Chiudi gli occhi... e non aprirli fino a che non te lo chiedo.

Ora vorrei che tu fingessi di essere a casa a guardare il tuo programma


favorito alla televisione.

Tra poco sollever la tua mano... e quando la sollever... il quadro


diventer pi nitido e chiaro.

Migliore sar il quadro. .. e pi si sollever la mano... pi si sollever la


mano... e migliore diventer il quadro (levitazione congiunta alla
visualizzazione).

E tra poco... scoprirai che H gomito si sta incominciando a piegare e che


la mano si muover verso la tua faccia. E quando la mano toccher la
faccia... il quadro sar perfetto.

Ma non lasciare che la mano tocchi la faccia... fino a che non sei
soddisfatto del quadro. Bene. Continua a guardare H quadro... e non
perderlo di vista... e scoprirai che la tua mano cadr sul grembo... e in
quel momento... puoi fingere di essere realmente addormentato.

E osserva come i tuoi muscoli sono diventati deboli e fiacchi.

Ora con i film alla televisione... c' di solito della musica (suggestione
uditivo-motoria).

Ascolta la musica... e appena la puoi sentire... incomincia a segnare il


tempo con la mano o coi dito.

Continua a guardare il quadro... e non perderlo di vista. Fino a quando


puoi vedere H quadro... solleva un dito dell'altra mano... e tierdo
sollevato.

In questo modo sapr che quello il dito del quadro... e che l'altro il
dito della musica.
Che tipo di quadro stai guardando?Ci sono persone o animali
entrambi?

... o

Di fatto non ha importanza


fare facilmente.
Non perdere il quadro

... perch se vuoi cambiare il quadro... lo puoi

... o la musica.

E vorrei che tu sapessi ... che quando osservi la televisione in questo


modo... tu puoi sentire delle cose. .. ma non ti danno fastidio.
(Analgesia).

Posso anche pizzicarti... cosii... e anche se senti il pzzico... questo non ti


d il minimo fastidio. Non vero?

Ora lavorer sui tuoi denti... e anche se potrai sentire qualcosa... fino a
che guarderai H film e ascolterai la musica... non ti dar fastidio... e non
avr la minima importanza.
Il film ancora

ri? E la musica?Continua a guardare e ad ascoltare.

1 bambini hanno un'immaginazione cos vivace che si pu quasi dire che


passano una parte consi

derevole del loro tempo in un mondo fantastico. Perci una


tecnica di questo genere per loro del tutto naturale.
Noterete che mentre guardano il film e ascoltano la musica,
sono completamente rilassati e lontani mille miglia, per cui
abbastanza facile lavorare su di loro. Possono ancora
provare qualcosa, ma non ha pi importanza per loro e non
d pi fastidio.

Per svegliare il bambino potete dire che qualcuno ha


spento la televisione, per cui non vale pi la pena di
fingere. Ditegli cos che pu smettere di fingere; aprire gli
occhi ed essere completamente sveglio.
8. La tecnica della moneta che cade(Hartland)

Un altro metodo d'induzione semplice e rapido preferito da


molti dentisti la tecnica della moneta che cade. Questa
un'altra delle procedure che si basano sul fissare lo
sguardo, utilizzando H pollice dello stesso paziente come
punto di concentrazione. Si suggerir successivamente che
quando scivoler a terra una moneta postagli sulla mano,
egli si addormenter profondamente.
9. Metodo di AdIer e Secunda conconteggio sincrono alla
respirazione e suggestione diavvicinamento delle due
prime dita
Un metodo di induzione senza suggestione di sonno stato
descritto da AdIer e Secunda e viene seguito quando il
paziente resiste a sentir parlare di ipnosi o di sonno. Esso
viene presentato come metodo per riuscire a rilassarsi e
concentrarsi, e ci viene, di solito, accettato
gradevolmente da tutti.

Si fa sedere H paziente su una poltrona, con i muscoli


distesi, con le braccia poggiate sui braccioli e con le mani
abbandonate verso l'interno della poltrona. Si dice al
paziente di concentrarsi sul pollice della mano destra e di
chiudere gli occhi. Si comincia quindi a contare,
sincronizzando la conta con la respirazione del paziente, e
si suggerisce che, a mano a mano che si procede nel
conteggio, il pollice e l'indice si avvicineranno sempre di
pi fra loro

fino a toccarsi e che contemporaneamente si produrr uno


stato di profondo rilasciamento. Di solito necessario
contare fino a cento, ripetendo con pause opportune le
suggestioni predette.

Appena le due dita si saranno toccate, si suggerir il


movimento di un gruppo muscolare pi grande e la
levitazione del braccio, suggerendo che, quando,
sollevandosi il braccio, la mano riuscir a toccare il viso, si
sar raggiunto uno stato di rilassamento profondo. Difatti,
se ci avviene, il paziente sar in trance e allora si
potranno eseguire i procedimenti usuali per H suo
approfondimento, o iniziare una terapia che non richieda
una trance molto intensa.

Giudichiamo questo metodo adatto ai pazienti molto


ansiosi, eretistici, sospettosi, fobici, che, pur chiedendo al
medico qualche cosa che h rilassi, non vogliono sentir
parlare di cure che obnubino la loro coscienza, di sonno
indotto da barbiturici, di ipnotismo ecc.

La prevenzione in merito di questo genere di malati


spesso per pi formale che sostanziale; essi risentono
dello stato di assurda angoscia che li tormenta, tanto
vero che se si riesce a indurre trance senza prima avvisarli,
e glielo si comunica al risveglio, essi accettano H fatto
senza apprensione e quasi con... felicit.

Va da s che se si riesce a convincere i malati a praticare la


stessa seduta di rilasciamento con uno o due centimetri
cubi di diogenal endovena, tutto proceder molto pi
speditamente, secondo la tecnica adottata a volte da chi
scrive e descritta nel capitolo 7.
10. Tecnica del conteggio allarovescia da 300 (HartIand)
Si dice al paziente di rilassare completamente i muscol... di sistemarsi
comodamente nella poltrona... e di fissare con lo sguardo una lampada.

contare lentamente tra s e s alla


rovescia partendo da 300.
A questo punto deve

Mentre lo fa, gli si suggerisce un senso crescente di stanchezza agli


occhi... di pesantezza alle palpebre... e un senso generale di
rilassamento.

Queste suggestioni vengono date con un tono di voce monotono e in


breve tempo si vedranno gli occhi perdersi in lontananza e inumidirsi pi
di quanto non fanno normalmente.

Poi le palpebre cominceranno a sbattere un po'... e a questo punto si


suggerir in modo incalzante e con enfasi
maggiore un senso di pesantezza, dicendo al paziente che le sue
palpebre si vogliono chiudere... che li sente sempre pi pesanti... e che
esse si vogliono chiudere sempre di pi. Di solito gli occhi si chiudono
facilmente e si pu accelerare questo fatto dicendogli, al momento
giusto, di addormentarsi. Quindi gli viene suggerito che non vorr aprire
gli occhi fino a che non gli verr detto di farlo.

11. Metodo della fissazione diretta dello sguardo


Il metodo della fissazione dello sguardo viene seguito
soprattutto da alcuni autori russi e tedeschi, i quali invitano
H soggetto a fissare negli occhi l'ipnotista, allo stesso modo
per con cui lo inviterebbero a fissare un oggetto qualsiasi.

Tale metodo, sfornito di componenti autoritarie, va distinto


da quello della fascinazione, che descriveremo appresso
(cap. 5 S la).
12. Metodo non verbale di induzione catalettica

P. Sacerdote di New York induce ipnosi mediante una


posizione catalettica del braccio e della mano del paziente,
provocata semplicemente sollevandoli leggermente con la
sua mano messa a piatto sotto il polso in modo che H suo
indice possa sentire il battito dell'arteria radiale. Dopo uno
o due rninuti, senza spiegare nulla, cornincia a togliere
impercettibilmente le dita da sotto il polso, pronto a
riapplicarle a sostegno della mano, se sente che questa
incapace di rimanere su da sola. Se la mano tende a cadere
si modifica lentamente la pressione dell'arteria radiale
sull'indice dell'operatore, cosicch questi pu appurare in
modo molto sensibile H grado della staticit dell'arto del
paziente dalla modificazione del battito dell'arteria. Tale
manovra pu essere ripetuta pi volte durante lo spazio di
vari rninuti o di pochi secondi, fintanto che ci si accorge
che il soggetto comincia a sviluppare fenomeni catalettici.

Durante tutta l'operazione l'ipnotista deve osservare con


occhio clinico ed esperto le modificazioni del paziente. Pu
accadere che l'attenzione visiva di questi sia polarizzata
ora sul volto dell'ipnotista, ora sulla mano di esso o sulla
propria ma

no, quasi a domandare che cosa si vuol fare, e che in


questa muta ficerca di una spiegazione compaiano i primi
segni obiettivi della ipnosi. Cio la rigidit progressiva
dell'espressione, a volte movimenti di deglutizione, iperena congiuntivale, midriasi.

In quei casi in cui il paziente, in modo pi o meno chiaro,


identifica l'ipnosi con il rilassamento e col sonno
comparendo allora un movimento vibratorio delle palpebre
che continua fino alla chiusura spontanea degli occhi.

Continuando l'approfondimento dello stato ipnotico si


osservano una leggera flessione della testa in avanti,
l'abbassarsi delle spalle e la tendenza ad assumere una
posizione quasi fetale.

Il verificarsi di questi fenomeni in modo del tutto


spontaneo, non essendoci stata alcuna comunicazione
verbale col soggetto, pu comportare diverse spiegazioni di
cui una necessariamente non esclude l'altra, dato che i
processi ipnotici risultano da una interazione di variabili
anatomo-fisiologiche e psicodinamiche. Essi hanno per
base H cosiddetto rappotfo ipnotico che sarebbe un tipo
particolare di transfert il quale si manifesta prima ancora
che una formale induzione sia cominciata. Senza rapporto
non si suscita ipnosi (Sacerdote).

La personalit del paziente, la conoscenza che egli ha di


questa materia, le sue aspettative coscienti e subcoscienti
tendono a cambiare poi l'approccio coi soggetto, per cui in
pratica c' quello che facciamo, quello che cerchiamo di
ottenere, ci che H paziente di fatto fa e cio che si
aspetta.

Meccanismi neurofisiologici, tiflessi condizionati prestabiliti,


fatti psicodinamici, fenomeni di dissociazione, o di semplice
suggestione possono tutti essere chiamati in causa per
spiegare il fenomeno induttivo ipnotico che un prisma
dalle molte facce non contrastanti, ma integrantisi
vicendevolmente.

Lpnosi pu anche soddisfare nel soggetto H bisogno di


avere una esperienza di tipo regressivo o di assumere

persino il ruolo di un bambino.

Partendo da questi concetti generali Sacerdote cerca di


spiegare l'induzione non verbale di catalessi come un
mutuo scambio di informazioni fra due individui. Prendendo
H polso del soggetto, argomenta Sacerdote, io gli
suggerisco prima di tutto di dirigere e concentrare la sua
attenzione su una reciproca azione fra la sua mano e le mie
dita. Poi col movimento quasi impercettibile delle mie dita
io suggerisco vagamente al soggetto che la sua mano
potrebbe restare per aria, senza affatto cadere.
Una volta che questo stato catalettico stato ot
tenuto, l'ipnosi segue quasi regolarmente e gli altri
fenomeni che si verificano possono essere considerati
suggerimenti o suggestioni non comunicate verbalmente,
ma che erano state accettate implicitamente dal soggetto
per H fatto che egli aveva accettato di sottoporsi
all'ipnositerapia. E come in altre parole se con le sue azioni
H terapeuta avesse detto al paziente di sviluppare uno
stato catalettico e che, con questo, sarebbe andato in
ipnosi.

Eliminando i messaggi verbali noi eliminiamo le funzioni


corticali pi alte connesse col linguaggio e col pensiero
logico, dirigendoci a centri nervosi di comprensione
filogeneticamente e ontogeneticamente pi vecchi.

Dal punto di vista psicodinamico si pu pensare che


mediante una prolungata stimolazione tattile noi abbiamo
provocato nel soggetto una regressione a uno stato molto
prin-tivo preverbale neonatale, quando lo sviluppo
psicomotorio si otteneva attraverso contatti sensitivi e

quando i suon e le parole non avevano alcun senso.

Con la nostra azione, noi mettiamo in funzione un riflesso


neurofisiologico, atavico, simile ad altri fenomeni dello
stesso tipo, che si possono osservare in animali di ordine
inferiore all'uomo. In questo senso, osserva Sacerdote,
l'induzione non verbale di catalessi nell'uomo potrebbe
rappresentare un anello di unione tra l'ipnosi umana e
quella amimale indotta attraverso la sollecitazione di
riflessi posturali.

Di fatto, quando induciamo la catalessi col metodo non


verbale, il soggetto non ha nessuna precedente
conoscenza di quello che abbiamo intenzione di fare, n
riceve alcuna spiegazione su quello che si pu aspettare.
Aboliamo quindi la necessit di passare attraverso i centri
superiori del linguaggio, comunicando col soggetto
attraverso la stimolazione dei suo apparato sensitivo
neuromuscolare e tendineo; che sta alla base dei riflessi
propriocettivi, della orientazione speciale delle varie parti
del corpo, del mantenimento dello schema corporeo, delle
diverse situazioni posturali e dell'equilibrio.

Ma, secondo Sacerdote, altri fattori ancora entrano in


gioco, quando noi provochiamo la catalessi non verbale, e
precisamente fenomeni di dissociazione psicologica e
fisiologica, per cui in un deterrninato momento il soggetto
pu vedere e osservare la sua mano come se fosse un
oggetto a lui estraneo, e questo atteggiamento mentale
pu dare quindi l'avvio a fenomeni pi generali di
dissociazione ipnotica.

Da quanto precede risulta quanto nella sua semplicit sia


invece complessa la spiegazione della induzione dell'ipnosi
con il metodo descritto e come sia necessaria
l'osservazione costante dei paziente, cercando di evitare la
sua resistenza, e le sue reazioni inutili per il processo
ipnotico, se si vuole un buon risultato pratico. In ogni caso
si deve tenere sempre ben presente che noi per prin-ii con
la nostra persona rappresentiamo una parte integrante
della induzione ipnotica e della successiva psicoterapia.
13. Metodo non verbale della pantomima
La tecnica descritta da Sacerdote nel 1970 richiama per
molti aspetti quella, pure non verbale, della pantomima di
Erickson elaborata nel gennaio 1959 in occasione di una
conferenza di questo autore al Grupo de Estudio sobre
Hipnosis Clnica y Experimental in Mexico City dove gli fu
richiesto di indurre ipnosi in una infermiera che non
conosceva l'inglese, che non sapeva nulla dell'ipnosi, n di
lui ignaro, d'altra parte, dello spagnolo. Gli studiosi del
gruppo messicano avevano soltanto informato l'infeririiera
che Erickson era un medico nordamericano che avrebbe
avuto bisogno della sua silenziosa assistenza e che le
avrebbe usato ogni rispetto. L'infermiera era
completamente all'oscuro di quello che ci si aspettava da
lei.

Ecco come Erickson descrive questa tecnica non verbale.


Le parole tra parentesi sono una interpretazione delle fasi
di essa, fatta da chi scrive.

Condotta di fronte a me, silenziosamente ci guardammo l'un l'altro; io


quindi cammnai rapidamente verso di lei e sorridendo le stesi la mano
destra mentre essa mi stendeva la sua. (Inizio di un transfert).
Lentamente le strinsi la mano e la guardai fissamente negli occhi, finch
essa fece lo stesso con me e gradatamente cessai allora di sorlidere.
(Processo di fascinazione). Quindi cominciai a lasciare la sua mano in

modo irregolare ed esitante, ritirandola piano piano, ora aumentando la


pressione del mio pollice, ora quella del mignolo, del medio, sempre in
maniera incerta ed esitante, e la ritirai infine cogi dolcemente che essa
non avrebbe potuto precisare quando io avessi lasciato la sua mano, o
quale parte di questa avessi toccato per ultima. (Suggerimento di una
postura con bevi toccamenti).

Nello stesso momento io cambiai H punto di focalizzazione dei miei occhi


alternandone la convergenza cosii da
dare al soggetto l'impressione che guardassi non nei suoi occhi, ma un
punto distante posto dietro di lei. (Fissazione catalettica dello sguardo).
Lentamente le sue pupille si dilatarono e allora io delicatamente
abbandonai completamente la sua mano, lasciandola a mezz'aria in
posizione catalettica.

Esercitai una leggera pressione verso l'alto sotto alla mano e questa si
alz leggermente. (Suggerimento di posture varie e levitazione).
Provocai catalessi nell'altro braccio ed essa rimase immobile con gli
occhi spalancati. Allora chiesi lentamente gli occhi ed essa fece lo stesso.
(Processo di imitazione ed ecornimia). Immediatamente aprii i miei occhi
e camminai dietro di lei, spiegando quel che avevo fatto in inglese,
poich molti fra gli uditori conoscevano bene l'inglese, e la paziente non
diede segno alcuno di udirmi. Delicatamente le toccai un malleolo e poi
lentamente le alzai un piede lasciandola in catalessi su un piede.

Allora toccai le sue palpebre chiuse e lentamente gliele aprii.

La paziente mi fiss ancora con le sue pupille dilatate. Io le indicai i miei


piedi, poi H suo sollevato in catalessi e le accennai con un movimento
discendente di poggiare il piede per terra. (Ordine dato con gesti). Essa
aggrott le ciglia visibilmente meravigliata di vedersi con le due braccia
e il piede sollevati e quindi, sorridendo al mio invito di abbassare il piede,
lo poggi per terra. La catalessi delle braccia rimase inalterata. Alcuni
medici la chiamarono per nome e parlarono in inglese ed essa continu a
guardarmi attentamente senza fare quei movimenti spontanei del capo e
degli occhi che comunemente insorgono quando si chiamati da
qualcuno a distanza e neppure sembr far pi caso alle sue braccia

sollevate in alto. (Si documenta il rapporto esclusivo o prevalente del


soggetto con l'ipnotista). Mi fu chiesto in inglese se il soggetto poteva
vedere i presenti dato che apparentemente non E poteva sentire. lo
allora cominciai a muoverle le mani in alto e in basso e a incrociarle,
mentre essa sembrava osservare alternativamente i miei occhi e le sue
mani; le indicai i miei occhi e i suoi avvicinando le dita ad essi e quindi
feci un gesto con la mano destra come se scacciassi qualche cosa rivolto
ai presenti, assumendo una espressione meravigliata e interrogativa
come se non vedessi nessuno. (Suggerimento gestuale di
un'allucinazione visiva negativa). Essa mostr la stessa reazione di
stupore e domand (in spagnolo!): Dove sono andati? 1 medici non
dovevano essere qui?.

Alcurri medici le parlarono rassicurandola, ma continu a mostrarsi


stupita e spaventata. (Non sente o non considera le sofiecitazioni
esterne, per il rapporto prevalente con l'ipnotista). Prontamente allora
richiamai la sua attenzione ponendole le mie dita vicino agli occhi, quindi
ai miei occhi, sollevandole la mano e guardai sorridendo all'anello che
aveva al dito come se lo ammirassi: H suo timore spar. (Si polarizza
l'attenzione del soggetto su un nuovo obiettivo).

Per interrompere lo stato ipnotico, le indicai la lancetta lunga del mio


orologio e col dito sincronizzai un movimento di va e vieni del dito e della
lancetta per dieci secondi. Poi le indicai i miei occhi, chiusi le palpebre e
le tenni chiuse per dieci secondi all'incirca; quindi le aprii associandovi
un'estensione brusca dei capo. Le sorrisi e con un altro movimento del
capo e della mano le suggerii di eseguire quanto avevo fatto io. Appena
essa chiuse gli occhi io camminai rapidamente indietro in modo da
portarmi dov'ero all'inizio dell'esercizio e quando essa li riaperse pot
vedermi lontano da lei. Allora rapidamente mi avvicinai sorridendo e
stendendole la mano in modo da ristabilire le condizioni originarie in cui
era avvenuto l'incontro. Si svegli immediatamente, mi strinse la mano e
io mi inchinai eccetera... Pi tardi i colleghi mi informarono che la
paziente aveva sviluppato totale amnesia per tutta l'esperienza.

14. Metodo non verbale di Meares


L'austrabano Meares ha descritto una tecnica induttiva non verbale nel
suo trattato A System of Medicai Hypnosis e noi l'abbiamo vista
praticare dall'autore al Congresso internazionale di ipnosi nel luglio 1973
a Uppsala, partecipando pure personalmente, come soggetti,
all'induzione in gruppo eseguita a una trentina di congressisti col
convenuti e desiderosi di sperimentarla. Diciamo subito che a noi non

servita, anche forse perch pi vogliosi di osservare con occhio critico


che non di abbandonarci alle suggestioni, e come si sa non si pu
dormire con un occhio aperto e uno chiuso. Alcuni dei con venuti

hanno realizzato una modica trance, ben pocffi, a nostro


avviso, una trance profonda; ma probabile che in altro
ambiente ci potesse avvenire.

L'autore parla pochissimo e cerca di suscitare calma e


distensione nei soggetti col suo atteggiamento,
pronunciando con tono tranquillo frasi slegate che non
richiedono risposta ed emettendo ripetutamente dei suoni
profondi, come hum o ah. A volte egli simula una visita
medica, col martelletto da riflessi, o palpando
deficatamente l'addome, o le spalle dei soggetto; e
facendo seguire questo approccio da un vago brontolio di
soddisfazione che secondo l'autore dovrebbe fare scomparire
l'ansia e l'angoscia.

Ripetiamo quanto abbiamo detto e diremo ancora per tutte


le tecniche riportate: esse servono in determinate
condizioni di tempo e di luogo soprattutto a chi se le
create e crede in esse.
2 verosimile che con l'IPNOSI NON VERBALE, la quale si svolge
attraverso una metacomunicazione basata su gesti, rumori,
sguardi, mimica ecc., si stabilisca immediatamente un
rapporto pi o meno gratificante o punitivo per H soggetto,
in modo tale da attirare tutta la sua attenzione
sull'operatore e da stabilire un atteggiamento mentale che,
nei soggetti predisposti, pu dare l'avvio a fenomeni di
dissociazione ipnotica.

Gli atti comunicativi dell'operatore, in questi casi, non hanno un


significato razionale e logico, ma analogico, e sono percepiti con

questo livello percettivo


l'operatore si pu muovere, a seconda degli atteggiamenti
metacomunicati dal soggetto, in due modi opposti:
autoritari paterni, o permissivi materni; interpreta6 come
penalizzanti nel primo caso, o gratificanti nel secondo.
Quando, ad esempio, con la mia tecnica, stringo il dorso
della mano del paziente e passo con un certo imperio la
mano sul suo volto, dall'alto al basso, adopero un metodo
che pu essere interpretato come imperativo; ma il
soggetto pu venire subito dopo gratificato dal metodo
suasivo materno, con una carezza sulla fronte e
adoperando un eloquio dolce, appena sussurrato.
modalit associative e non razionali. A

Il tipo di metacomunicazione a doppio binario permette di


ottenere trance rapide ed quello che, con diverse
varianti, usualmente viene adoperato dagli ipnotizzatori da
palcoscenico. Con tale primo approccio essi selezionano i
soggetti pi facilmente ipnotizzabili, su cui compiere poi H
loro teatrale spettacolo, scartando i meno recettivi, che
peraltro da un terapeuta debbono poter essere lo stesso
ipnotizzati con tecniche pi elaborate.

S. Benerneglio, esibitosi alla televisione italiana come


ipnotizzatore, caldeggia anche come docente di questo tipo
di ipnotismo, che egli ha definito ipnosi dinamica, e che
richiama quanto, Erickson, Sacerdote, chi scrive e altri
studiosi defi'ipnosi praficano da anni con modalit similari;
per con le dovute cautele e su casi prima selezionati dal
lato medico e psicologico.

Bisogna ricordare, nell'uso di queste tecniche, che ci che


gratificante per uno pu non esserlo parimenti per un altro.
Inoltre queste comunicazioni subliminali sono tanto pi

efficaci quanto meno razionalizzate e quanto pi


rimangono sul piano emozionale; specie quelle a livello
cosiddetto penalizzante. Lo psichismo del soggetto, con i
suoi processi di identificazione e proiezione, incorporazione
e introiezione, produce una serie di reazioni che

devono essere riconosciute e sfruttate dall'operatore.

Secondo Benemeglio e altri sarebbe un aumento di tensione nel


soggetto, con coinvolgimento emozionale, a indurre lo stato
ipnotico, pi che H progressivo modificarsi delle sensazioni
del paziente secondo le suggestioni indotte dall'operatore.
La stessa tecnica del rflassamento, provocando una
concentrazione su quelle minime sensazioni corporee alle
quali di solito non si fa mai attenzione, produrrebbero
tensione induttrice di ipnosi. Questa ipotesi potrebbe allora
chiamarsi in causa per ogni tecnica rilassante, dal T.A. al
biofeed back.

La comunicazione non verbale deve effettuarsi anche


tenendo conto della particolare costituzione sensoriale del
soggetto, che se , ad esempio, di ti po uditivo potr essere
facifitata da una comunicazione fonetica, vocale, quale
quella gi citata di Meares, a base di uhm!, ohm!... ecc. Se
invece la sua costituzione di tipo cinesico sar pi utile una
tecnica simare a quella gi descritta di Sacerdote, con
toccamenti, gesti, lieve sollevamento del braccio, con
piccole pressioni sino a fargli assumere un atteggiamento
catalettico ecc.

Se la sensorialit di tipo visivo potr essere pi utile una


tecnica similare a quella della pantornima. Si verr ad

effettuare cosi un mutuo scambio di informazioni che


sortir H suo effetto a seconda di come questo verr
interpretato e pilotato.

Bisogna infine assolutamente ricordare che lo stesso


stimolo pu essere percepito in modo diverso anche in
rapporto alla situazione ambientale in cui soggetto ed
operatore agiscono.

Per appurare H tipo di sensorialit prevalente in una


persona, basta a volte invitarla a raccontare un episodio
piacevole o spiacevole della sua vita. Dalla posizione dei
suoi occhi e dalle parole adoperate si riveler la sua
sensorialit. Il tipo visivo, durante il racconto, avr lo
sguardo rivolto prevalentemente verso l'alto; H tipo
cinesico-cenestesico lo sguardo diretto verso il basso; il
tipo uditivo avr una posizione degli occhi facilmente
oscillante da un lato all'altro dei capo.

Le parole adoperate dal paziente per il racconto, inoltre,


rifletteranno i diversi tipi di sensorialit e gli stessi stimoli
saranno riportati con espressioni diverse dettate dalla
sensorialit prevalente. Cos, ad esempio, dovendo riferire
di una giornata passata tranquillamente in campagna, il
visivo dir che vedeva volare gli uccefli; l'uditivo che H udiva
cinguettare; il cenestesico che si sentiva profondamen
te rilassato ecc. Inoltre si potr recepire se quanto 16.
Induzione con mezzi fisici vari esprime semplicemente
ricordato o costruito
(cap. 17 5 1, Interrogatorio del paziente).
Qualunque atto induttivo, del resto, sempre facilitato se

noi non diamo delle suggestioni a caso, che possono


suscitare anche reazioni di sfida, ma se renderemo
autonomo il soggetto pi che sia possibile invitandolo a
rappresentarsi ci che gli pi congeniale.
15. Induzione dal sonno fisiologico
Tale tecnica stata adoperata nel passato e recentemente
da Weitzenhoffer. Si applica con successo nei bambini.

Si sussurra al paziente che egli rimarr addormentato e che


non si sveglier nonostante senta la nostra voce, anzi
dormir pi profondamente. Si invita quindi ad alzare una
mano per darci la prova che ha sentito la nostra voce e
inteso il nostro suggerimento. Lei alzi la mano e rimanga
profondamente addormentato (Pavesi).

Hull, Barker, Burguwin ritengono, secondo noi giustamente,


che sia impossibile convertire direttamente in trance
ipnotica H sonno, dato che non vi pu essere suggestione
se vi sonno profondo. Se si riesce a ipnotizzare uno che
dorme perch questi si parzialmente svegliato ed
passato da uno stato che chiameremo crepuscolare a
quello di trance. In merito ci rifacciamo alle varie fasi del
sonno e al loro impiego (cap. 19 S 2).

Estabrooks (1964) adopera la seguente tecnica che anche


a noi riuscita efficace. L'operatore si mette seduto a
fianco del dormiente e con voce molto bassa gli dice: Mi
ascolti. Io le parlo e lei mi risponder nel sonno, come avr
udito fare ad altri senza svegliarsi. Lei profondamente
addormentato, ma ode la mia voce col suo subconscio.
Gradualmente l'operatore alza H tono della sua voce, pone
una mano sulla testa del soggetto in modo da attirare

maggiormente la sua attenzione e quando la sua voce ha


raggiunto H volume normale, dopo circa 5 minuti, gli fa
qualche domanda molto semplice, come ad esempio:
Dove abita? In genere l'operatore deve insistere a lungo
prima di ottenere una risposta. Poi, o H soggetto si sveglia
e ci succede nei quattro quinti dei casi, o comincia a
parlare nel sonno. Se ci si verifica l'ipnotista proceder
come farebbe con qualsiasi altro sonnambulo.
e con stimoli ottici sincroni al ritmo cerebrale del paziente
fotosensibile
I pi comuni mezzi fisici adoperati per indurre ipnosi sono
quelli che interessano l'udito e la vista. Tra i primi
ricorderemo i metronomi e la musica; tra i secondi
l'abbagliamento con luci intense, o ritmiche. Anche i
metodi che fanno convergere fortemente gli occhi possono
indurre stati catalettici.

Braid, difatti, poneva un oggetto brillante alla distanza di


circa 40 centimetri dagli occhi, al di sopra della fronte del
paziente, sicch questi fosse costretto, fissando l'oggetto, a
stancare la sua vista e a convergere gli occhi.

Charcot metteva l'oggetto fra i due occhi, proprio alla


radice del naso, causando quindi un maggiore strabismo
superiore e convergente.

Il malato, durante l'induzione con questi mezzi, era invitato


a non distrarsi in alcun modo.

Anche Hansen, prima di produrre l'induzione con passi sulla

fronte e sul volto, faceva fissare lo sguardo sopra un pezzo


di vetro sfaccettato e molto risplendente.

Sull'importanza della vista per ottundere il sensorio e


procurare stati catalettici, vi sono nella letteratura varie
osservazioni e ricorder, ad esempio, come M. Bouchut
riferisca di una bambina di dieci anni, che cadeva in
sonnambulismo con sintorni catalettici ogni qualvolta
lavorava gli occhielH, fissando attentamente e lungamente
lo stesso punto della stoffa.

Gli animali che vengono abbacinati dalla luce (pesci,


uccelli, lepri, eccetera) e rimangono catalettici, nonostante
il pericolo che incombe su di loro; e i poW che restano
catalettici se fissano una linea bianca, dritta, tracciata per
terra (fig. 12.1) costituiscono una prova dell'importanza
della vista e della posizione dei globi oculari per indurre
ottundimento del sensorio, condizioni di immobilit e
inerzia psicomotoria, cio la prima fase dell'ipnosi, essendo
la seconda fase costituita, come si gi detto, dal
subentramento delle suggestioni dell'operatore. Questa
seconda fase, con i suoi limiti e le sue possibilit,
contraddistingue veramente l'ipnosi umana. In merito
all'ipnotismo eseguito con mezzi fisici e al successivo
condizionamento a questi, sono interessanti gli studi di
Erickson, dai quali risulta che ancora pi efficace dei mezzo
fisico in s e per s l'immaginazione del mezzo fisico
induttivo,
la quale finisce col produrre trance pi profonda e in tempo
pi breve.

Un soggetto, ad esempio, condizionato al battito di un


metronomo, trovava che H metronomo imma~o gli

facilitava di pi l'induzione, perch i battiti di questo


seguivano nell'intensit e nella frequenza il suo pensiero e
le sue sensazioni; mentre quello reale, rimanendo costante,
era un richiamo alla realt e finiva con l'essere in parte
causa di distrazione.

Dal 1953, avendo la possibilit di adoperare un


fotostimolatore Kaiser per elettroencefalografia, chi scrive
ha saltuariamente sperimentato se dei lampi,
opportunamente graduati per intensit e frequenza
sincroma, o non, al ritmo cerebrale del soggetto (come
risulta dal contemporaneo tracciato elettroencefalografico)
potessero facilitare l'induzione di trance. Non ne ha
riportato dimostrazioni sufficientemente chiare da poter
affermare che la fotostimolazione, sincronizzata al ritmo
cerebrale dell'individuo esaminato, sia generalmente molto
pi attiva, per l'induzione di trance, della semplice
fotostimolazione ritn-ca, non sincronizzata; n che
quest'ultima, praticata con lampi di diversa intensit e
frequenza, faciliti sempre in modo sensibile l'ipnosi.

L'argomento ha un interesse speculativo fisiologico, oltre


che pratico, cosicch si creduto opportuno svolgere il
seguente esperimento.

Sono stati scelti venti malati non affetti da malattie di


particolare gravit, ma solo da disturbi nevrotici di modico
grado, o da distonie neurovegetative: dieci uomini e dieci
donne. In giorni diversi si sottoposero per dieci minuti a
stimolazioni con lampi di diversa intensit, e si osserv
quindi se in essi insorgesse, alla fine della fotostimolazione,
quello stato di torpore, di inerzia psicomotoria, di passivit,
propizio all'induzione di trance. In nessuno dei venti casi si

ebbe la fortuna di accertare chiaramente ci.

Visto tale risultato, si cerc afiora, subito dopo i dieci minuti


di stimolazione luminosa, di praticare induzione di trance
con i metodi usuali, insistendo per altri cinque nelle
suggestioni di rilasciamento, torpore, inerzia, passivit,
psicomotoria, sonno.

Laddove si instaur una modica trance, non fummo


convinti che la predetta fotostimolazione avesse facilitato
in modo apprezzabile il risultato; considerando che in un
quarto d'ora, con i comuni metodi e senza ausilio del
fotostimolatore, si sarebbe arrivati all'identica condizione di
ipnosi, se non anche pi profonda.
Fig. 4.3. Caso 62: Paolo A. Prima prova. Nessuna modificazione
elettroencefalografica e, clinicamente, non manifestazioni di sonno, n di
trance ipnotica (5 marzo).

Non si voluto abbinare la fotostimolazione all'induzione


verbale suggestiva, per poter sceverare quanto si dovesse
all'uno e quanto all'altro dei due mezzi, nell'insorgenza
dell'ipnosi.

Si ripet poi l'esperimento in giorni successivi e con


l'identico risultato, adoperando, sempre per dieci minuti,
una fotostimolazione con ritmi di tipo alfa, beta, delta,
theta, gamma. Si allegano diciotto tracciati (figg. 4.24.19)
in cui, sufl 1 ultima linea marcatempo, sono segnati i
secondi e le stimolazioni lurninose effettuate durante un
secondo.

Le onde dell'ottavo canale, nei tracciati in cui si


adoperata una fotostimolazione sincrona al ritmo cerebrale
del soggetto, figurano di un potenziale pi elevato che
negli altri canali, inquantoch esso, in questi casi, pilota
l'apparecchio fotostimolatore ed necessario, perch il
pilotaggio possa avvenire, che i potenziali abbiano una
determinata amplificazione, al di sotto della quale
l'apparecchio fotostimolatore non funziona. Praticamente si
ottiene un lampo a ogni impulso negativo o positivo, che
raggiunga l'ampiezza di 30-40 jV. I lampi possono
sdoppiarsi, con intervallo tra l'uno e l'altro, graduabile a
volont, da 0 a 300 millesimi di secondo.

Non si mai costatato, infine, nei 20 soggetti, che, dopo


stimolazioni luminose protratte anche per dodici, quindici
minuti, col ritmo, ad esempio, di quattro al secondo, e cio
di tipo theta, lo stimolo visivo finisse col sincronizzare il
ritmo cerebrale dell'individuo, trascinandolo a un tipo theta
da quattro cicli al secondo, quale, ad esempio, si osserva
nel sonno fisiologico.

Schneider e Kroger hanno ideato il Brain Waves


Synchronizer (B.W.S.), cio il sincronizzatore di onde
cerebrali, un apparecchio che, secondo loro e secondo
quanto hanno riferito Pavesi e Mosconi nel 1960 L'Ipnosi
nella medicina moderna (p. 162) e nel 1974 Tecniche e
applicazioni della ipnosi medica (p. 154), ha la facolt
d'indurre nello spazio di cinque minuti una trance leggera,
o profonda, nell'80 per cento dei soggetti. Il 50 per cento di
questi hanno raggiunto nello stesso periodo trance
profonda. Si sarebbero ottenuti dei successi anche in
soggetti scettici, ben decisi a resistere e a non lasciarsi
ipnotizzare. In questo apparecchio gli impulsi luminosi
variano in ritmo, a seconda dei tipo di onde cerebrali che si
vogliono sincronizzare, e la durata d'ogni impulso di un

nflesi
Fig. 4.4. Caso 62: Paolo A. Seconda prova (6 marzo).Fig. 4.5. Caso 62:
Paolo A. Terza prova (7 marzo).
Fig. 4.6. Caso 62: Paolo A. Si inducono, dopo 13 n-nuti di
fotostimolazione, catalessi e analgesia intensa. Si ritiene che la
fotostimolazione non abbia facilitato l'atto induttivo n la profondit della
trance, essendosi avuti in questo soggetto gli stessi risultati in 10 minuti,
con le usuali tecniche senza fotostimolazione (8 marzo).

Fig. 4.7. Caso 63: Secondo P., anni 50, ferroviere. Neurodstonico.
Soggetto difficilmente ipnotizzabile. Le suggestioni di rilassamento
inculcate per oltre 10 minuti, la manovra di fissazione dell'indice
dell'operatore, quella di compressione dei globi oculari, del seno
carotideo, inducono solo un modico rilassamento con sensazione di
calore. Nulla di pi si ottiene con la fotostimolazione e la suggestione.

Fig. 4.8. Caso 64: Giorgio B., anni 19, falegname, Nevrotico con tic di
inspirazione nasale. Tracciato appiattito con ritmo alla poco evidente.
Soggetto facilmente ipnotizzabile (14 marzo)

Fig. 4.9. Caso 64: Giorgio B. Si osserva una discreta attivazione del
tracciato con modico aumento dei potenziali. Si veda, a confronto, la
figura 4.8. Dopo 12 nrinuti di fotostimolazione si cerca di costatare se
esistono catalessi o sonno con passivit psicomotoria. Tale ricerca per
negativa: il paziente sveglio e si strofina gli occhi. Si induce, allora,
trance ipnotica con la suggestione verbale e, nello spazio di 3 minuti, si
instaura una catalessi di lunga durata. Tracciati rilevati durante la
suggestione ipnotica (16 marzo).
Fig. 4.10. Caso 64: Giorgio B. Dopo 17 minuti di catalessi: braccio sinistro
sollevato con le dita della mano flesse a scala.Fig. 4.11. Caso 64: Giorgio
B. Dopo la catalessi si impone un'altra suggestione neuromuscolare
(quella rotatoria della mano sull'avambraccio) che viene dal paziente
eseguita co lentamente da non suscitare artefatti muscolari nel
tracciato. Fig. 4.14. Caso 64: Giorgio B. Risveglio (16 marzo).Fig. 4.15.
Caso 65: Renata P., anni 38, coniugata, casalinga. Nevrotca. Soggetto
facilmente ipnotizzabile. Dopo 8 minuti di fotostimolazione nessuna
modilicazione chnica, n elettroencefalografica (27 marzo). Fig. 4.16.

Caso 66: Francesco L., anni 69, coniugato, pensionato. Non facilmente
ipnotizzabile (28 marzo).Fig. 4.17. Caso 66: Francesco L. Dopo 9 minuti di
fotostimolazione nessuna modificazione clinica, n elettroencefalografica
(28 marzo). Fig. 4.18. Caso 66: Francesco L. Dopo 9 minuti di
fotostimolazione nessuna modificazione del tracciato, n chnica (29
marzo).Fig. 4.19. Caso 66: Francesco L. Dopo 9 minuti di fotostimolazione
nessuna modificazione del tracciato, n chnica (30 marzo).

mo di secondo. Quando H soggetto messo davanti


all'apparecchio non vede nulla, ma gli stimoli luminosi
eccitano ugualmente la sua retina, sincronizzano le onde
corticali e determinano in breve la comparsa di trance.

Sul B.W.S., stimato da molti d'immenso valore, chi scrive ha


fatto qualche riserva sin dal 1961, nel timore che la sua
vera efficacia induttiva possa dipendere non tanto
dall'effettiva sincronizzazione degli stimoli intermittenti
luiriinosi subliminali col ritmo cerebrale del soggetto
esaminato, quanto dallo stimolo fisico in se stesso, anche
se non sincronizzato; e inoltre, in ambiente medico,
dall'apparato suggestivo che l'apparecchio e tutto ci che
l'accompagna costituiscono sempre, in grado maggiore o
minore.

Infatti, sapendo come il ritmo delta, allo stato di veglia, sia


un ritmo decisamente patologico nell'adulto,
contrariamente all'alfa e al beta, meraviglia apprendere
come con l'apparecchio BN.S. molti pazienti rispondano
favorevolmente ai ritmi alfa e delta, e condizioni cerebrali
insolite diano come risultato una risposta al ritmo beta
(Pavesi e Mosconi).

Inoltre si sa come ciascun soggetto normale abbia H suo


particolare tracciato, con ritmi prevalenti di tipo beta o di
tipo alfa, con onde cio di diversi cicli al secondo e di

diversi rriicrovolt, oscillanti in limiti fisiologici. Se il


sincronizzatore deve la sua potenza induttiva di trance a
una effettiva concordanza e graduazione dei suoi impulsi
luminosi subliminali al ritmo cerebrale del soggetto
esaminato, e non all'impulso luminoso, quale esso sia,
purch di una certa casuale ritmicit e frequenza, come
pu servire per l'induzione in massa, o a interi gruppi di
gestanti, coi come sostiene Kroger?

A meno di non pensare che l'apparecchio abbia la forza di


trascinare al proprio ritmo quello cerebrale degli astanti;
cosa che peraltro da dimostrare nel caso dell'induzione in
massa, e d'altro canto non rende pi comprensibile la
consigliata ricerca preliminare, tra le diverse bande di
frequenza dell'apparecchio, di quella pi adatta al singolo
individuo.

Avanzammo nel 1961 queste considerazioni in linea


puramente teorica, non avendo avuto la fortuna di eseguire
esperimenti col B.W.S.;* e pari

* Nel febbraio 1962 ho potuto osservare, presso l'Associazione medica


italiana per lo studio dell'ipnosi (A.M.I.S.I.) in Milano, un B.W.S. in
funzione e costatare come questo apparecchio emetta essenzialmente
stimolazioni luminose ritmiche non sublimali, come altri fotoinduttori
italiani (di Romaro, Sfarcich e altri) o i comuni fotostimolatori da EEG.

menti E avanzammo per apparecchi sin-iilari, prodotti


anche in Italia, nei quali lo stimolo luminoso, visibile ~e non
subliminale, avrebbe lo stesso, secondo gli autori, notevole
potenza induttiva.**

Gli esperimenti personali accennati, negativi in merito, non


vogliono affatto contestare la possibilit d'indurre sopore,
torpore, sonno (prima fase dell'ipnosi), che in determinati
soggetti pu avere la stimolazione luminosa intermittente,
subliminale o no. In ci l'uomo non sfugge a quell'effetto
che in lui, come negli animali, possono avere diverse
stimolazioni sensoriali (cap. 12), tenendo ben presente che
ci che si produce con le stimolazioni luminose non
ancora vera ipnosi, mancandovi il monoideismo auto o
eteroindotto dal rapporto interpersonale, proprio
dell'ipnotismo umano.

Le ricerche personali condotte possono, peraltro,


testimoniare** * che vi una forte percentuale di soggetti
in cui l'ipnotismo non viene facilitato dalle fotostimolazioni,
cos come vi sono numerosi epilettici che, sebbene tali e
bench sottoposti a stimolazioni luminose intermittenti,
non vanno incontro a crisi convulsive, o a serisibilizzazione
dei loro tracciato.

Ci si osserva solo negli epiletticifotosensibili ed


probabile che lo stesso avvenga per i soggetti facilmente
ipnotizzabili con l'ausilio di fotostimolazioni.

La clinica dell'ipnosi potr, con i moderni apparecchi,


testimoniare domani l'esistenza di una categoria di
soggetti ipnotizzabilifotosensibili, con particolari
disposizioni costituzionali. 1 venti casi personali, che
rappresentano un'esperienza negativa in merito,
costituiscono un obiettivo apporto statistico clinicoelettroencefalografico, contribuente a delimitare tale
categoria, e a ridurre le possibilit d'induzione con
fotostimolatori nei giusti, dovuti limiti.

Volendo concludere questo paragrafo sui fotoinduttori di


trance, ripetiamo nel 1989, dopo ventotto anni di
esperienza, quanto gi sostenuto nel 1961; questo nella
speranza che ripetendo pedissequamente gli stessi dati,
senza mai controllarli non si perseveri nella divulgazione di
inesattezze.

1) t erroneo parlare di ipnosi elettronica non avendo il


lampeggiatore per nulla H potere di indur

** Vedi B. Sfarcich, L'impiego del B.IV.S., sincronizzatore delle onde


cerebrali; ed E. Romaro, Presentazione del primo sincronizzatore italiano
delle onde cerebrali, Corso di ipnosi medica dell'A.M.I.S.l., Milano 28
aprile 1961.

* * * Come si riferito alla seduta dei 28 aprile 1961 del Corso di ipnosi
medica dell'A.M.I.S.l.

re ipnosi senza l'ipnotista; 2) non possono questi


apparecchi definirsi come costanti sincronizzatori delle
onde cerebrali, dato che dall'esame dei tracciati
elettroencefalografici eseguiti a diversi soggetti, durante la
stimolazione luminosa intermittente, non si nota come
regola costante un sincronismo trascinatore dello stimolo
luminoso, sul ritmo cerebrale del soggetto sottoposto allo
stimolo stesso; 3) quando ci avviene, deve trattarsi di
soggetti fotosensibili, ipnotizzabili o no, con disposizioni
particolari che la clinica forse potr individuare, come ha
individuato gli epilettici fotosensibili.

Sono dati, a dimostrazione, per brevit solo gli stralci di

diciotto tracciati, eseguiti a cinque soggetti, tra i venti


esaminati (figg. 4.24.19).
17. Autoipnosi e training autogeni
S'intende per autoipnosi un'ipnosi che il paziente si induce
da solo, mediante progressivi esercizi di rilasciamento, o
elaborando suggestioni postipnotiche, dategli
precedentemente da un operatore. In quest'ultimo caso si
tratta principalmente di una suggestione postipnotica
conseguente a un precedente trattamento eteroipnotico.

Perch possa attuarsi autoipnosi necessario che H


soggetto sia capace di raggiungere una certa profondit di
trance, che implichi almeno catalessia delle palpebre e
qualche altro semplice fenomeno ipnotico, mediante un
processo spontaneo e attivo di immedesimazione
riproduttiva, di monoideismo suggestivo e di ideoplasia
controllata.

Perch le tecniche autoipnotiche possano essere applicate


per uno scopo specifico nel momento voluto, con qualche
probabilit di successo, necessario che siano praticate
fino a che le suggestioni evochino immediatamente le
risposte desiderate, quando non si ha l'urgenza di ottenere
il risultato. L'autoipnosi va iniziata con la guida di uno
specialista, in sedute mono e bisettimanali di 30-50 minuti
e con esercizi di 15-30 minuti ogni giorno, da praticare da
soli.

In merito ai procedimenti di autoipnosi, necessario fare


varie osservazioni. La prima quella che riguarda
l'autoipnosi in s, poich Chertok ed altri autori si
domandano se possa essere considerata come una vera

ipnosi, essendo priva di quell'elemento relazionale tanto


importante per produrre la trance e per la terapia.

Stando alla definizione che abbiamo dato di ipnosi (cap. 15


1), per noi anche la trance autoindotta viene considerata
ipnotica, basandoc, per caratterizzarla, pi sulle condizioni
di coscienza e sulle modificazioni psicosomatiche che si
suscitano durante essa (eguali spesso nella trance
autoindotta ed eteroindotta) che sull'elemento relazionale.
Peraltro, per quanto nel metodo autodidattico tale
elemento sembri apparentemente assente, noi pensiamo
che un elemento relazionale inconscio esista sempre
nell'autoipnosi seguente a quella eteroindotta, o in quella
imparata sotto serveglianza e suggestione di maestri e che
esso finisca con l'avere non poca parte
nell'autosuggestione terapeutica (Chertok).

L dove i risultati terapeutici sono dubbi, anche l'elemento


relazionale scarso. Il metodo autodidattico difatti
considerato da molti come incapace d produrre una trance
profonda e se alcuni pazienti dcono di raggiungere la
stessa profondit di trance raggiunta durante la seduta
ipnotica, i pi dichiarano di avere raggiunto una profondit
minore (Chertok).

Di fatto, e questa la seconda osservazione che


avanziamo, l'espefienza ci insegna che l'autoipnosi non
alla portata di tutti e che, a parte H training autogeno con
alcuni suoi specifici esercizi, una autoipnosi
gudiziosamente condotta e diretta non facile a
realizzarsi. Se vero che l'autoipnosi vecchia quanto h
magnetismo, che ipnotizzatori come Braid, Forel, Coste de
Lagran si sono autoipnotizzati per curarsi di alcuni disturbi,

con jean Dauven riteniamo che solo degli spiriti sagaci,


lucidi e dotat possono pervenire con l'autoipnosi volontaria
a risultati apprezzabili teraputicamente e per la ipnosi in
s.

La terza osservazione, che infine quali psichiatri riteniamo


indispensabile fare, l'estrema cautela con cui i
procedimenti autoipnotici debbono essere impiegati.

Questi, di fatto, spezzano l'unit della persona, facilitano gli


stati sonnambolici, lo sdoppiamento della coscienza e la
dissociazione psichica, cosicch gli svantaggi possono
essere assai superiori ai vantaggi se i detti procedimenti
sono usati in modo inopportuno e, peggio, se affidati alla
completa discrezione del soggetto.

Estabrooks riferisce nel suo manuale (pagine 111 sg.) di


essere riuscito a provocare su se stesso delle allucinazioni
e suggestioni postipnotiche a ora fissa. Sennonch queste
a un determinato momen
to finirono col presentarsi anche al di fuori dei comandi che
egli si dava e ci volle pi di un mese per liberarsi dai
fantasmi allucinatori che troppo incautamente si era
procurato.

Riteniamo che le tecniche autoipnotiche contengano dei


pericoli maggiori dell'ipnotismo eteroindotto, dove la
situazione sotto H controllo di uno specialista ipnologo.

Esse possono riuscire di qualche utilit solo se adoperate


sotto la sorveglianza di un tecnico, in quanto il paziente
pu, con l'autoipnosi, rinforzare al momento giusto le
suggestioni dategli in precedenza, durante la seduta
ipnotica.

Ricorderemo che le pratiche di autoipnosi sono conosciute


da secoli. Esse, in modo non scientifico, vengono ancora
oggi usate da alcuni maghi di popolazioni primitive, alla
stregua degli antichi indovini egizi, assiri, babilonesi, greci,
romani, aztechi.

1 monaci del Monte Athos (1880), per facilitare


l'autoinduzione di trance, fissavano a lungo il proprio
ombelico, cosi come molti fachiri oggi ottengono il loro
scopo guardando per molto tempo un punto fisso dello
spazio.

Varie pratiche religiose orientali odierne presentano chiari


aspetti autoipnotci.

La tecnica per ottenere autoipnosi molteplice;


accenneremo sommariamente ai metodi principali.

1) Sparks comincia le sue lezioni sull'autocondizionamento spiegando al


soggetto l'importanza dell'impostazione mentale e del monodeismo
facendo rilevare come una idea tenda a produrre ci che essa
rappresenta. Suggestioni e illusioni fisiologiche, spontanee o provocate
con qualche semplice artificio; gli esperimenti del pendolo di Chevreul,
del semaforo, del peso fantasma, delle mani giunte, alcune illusioni
ottiche comuni, il rilassamentofrazionato legato all'immagine numerica

1000-3 formano la base dei suoi primi approcci coi soggetto; durante i
quali vengono spiegati anche alcuni concetti di adattabilit fisio-psichica.
Descrive quindi la tecnica dell'autoipnosi con la quale fa immaginare al
soggetto H numero 1000-1 come simbolo per provocare la stanchezza
delle palpebre; il numero 1000-2 come simbolo per provocare la chiusura
degli occhi; 1000-3 per il rilassamento; 1000-4 per la tranquillit
emotiva; 1000-5 per l'ipersuggestionabilit; fa immaginare quindi la
cancellazione di una x racchiusa in un circolo, e precedentemente
visuafizzata per l'approfondimento della trance. Praticamente Sparks
condiziona prima con l'eteroipnosi il soggetto a un simbolo neutrale
numerico, in modo che l'immagine di quel numero, una volta che sia ben
visualizzata, richiami istantaneamente nel soggetto un preciso
determinato corteo di sintomi.

Solo in un secondo tempo questi potr tentare l'autoipnosi chiamando


alla mente quei simboli, mentre le attivit coscienti diminuiscono per
l'approfondirsi della trance. In questo stato, solo il simbolo lo stimolo
che evoca la risposta.

2) Rhodes, ai soggetti che desiderano l'autoipnosi, insegna a


condizionare con dei numerifiss le varie autosuggestioni, e cosii
pronunciando la parola uno suggerisce nello stesso tempo di pensare che
le palpebre gli divengono pesanti, polarizzandosi e concentrandosi su
questa idea e credendo a essa. Appena H soggetto avverte chiaramente
questa sensazione deve pronunciare la parola due e pensare che le
proprie palpebre sono divenute talmente pesanti da chiudersi da sole.

Successivamente H soggetto pronuncia la parola tre e pensa che le sue


palpebre sono talmente chiuse che egli non pu aprirle malgrado tutti i
suoi sforzi. Per riaprire gli occhi, egli deve condizionarsi alla parola
apri! e gli occhi si apriranno bruscamente. Coii, attraverso esercizi
successivi, il cui segreto sta sempre nel pensare a un'idea sola per volta,
a concentrarsi in essa, a credere sicuramente nella sua attuazione,
condizionandosi a un numero che la riassume e la richiama con la forza
del riflesso condizionato, Rhodes produce autosuggestioni sempre pi
complesse di rigidit dei braccio, di contrattura, di calore, eccetera.

3) Per insegnare l'autoipnosi, Weitzenhoffer mette il paziente in trance

profonda e gli suggerisce la possibilit di attuarla in casa propria,


rilasciandosi intensamente su un lettino, respirando lentamente e
profondamente ed evocando con la memoria le condizioni pscomotorie
raggiunte durante la trance eteroindotta. Al soggetto ipnotizzato,
Weitzenhoffer ha l'accortezzza di suggerire che se una situazione critica
si dovesse presentare mentre egli in ipnosi, sar in grado di risvegliarsi
immediatamente e automaticamente, e di prendere tutte le disposizioni
necessarie afl'uopo. In caso contrario, per risvegliarsi non avr da dire
che si sveglier; conter sino a tre e arrivato a questa cifra si trover dei
tutto sveglio.

4) Anche Wolberg insegna l'autoipnosi al proprio paziente dandogli la


suggestione postipnotica che egli riuscir, con un segnale prestabilito, ad
andare in trance da solo e che, durante questa, sar completamente
consapevole, tanto da potersi svegliare in caso di necessit.
Contrariamente, si sveglier in virt di un altro segnale prestabilito .

Una considerazione a parte meritano alcuni esercizi di


autorilasciamento che, pur inducendo spesso veri stati
ipnoidali con modificazioni somatoviscerali e della
coscienza, non vengono da chi H ha elaborati considerati
come stati ipnotici, perch mancanti dell'elemento
relazionale e perch sarebbero sprovvisti di componenti
autosuggestive. Ritorneremo in merito dopo la descrizione
del pi im
portante di questi metodi, il training psicoterapeutico di
Schultz.

Riferiremo nel cap. V 5 3 (colonna VII - quadro III) la tecnica


di autoipnosi da noi seguita.
(a) L'allenamento autogeno di j. H. Schullz. Esposizione del
metodo e considerazioni ciffiche
Per la descrizione dell'Autogenes Training di Schultz ci
rifacciamo alla traduzione che ne ha fatto G. Crosa.

La sua tecnica psicoterapeutica venne dallo Schultz


definita: Konzentrative Selbstentspannung, cio tecnica
di autodistensione da concentrazione psichica.

Training significa allenamento che, nell'esecuzione del


metodo, si riduce a una serie graduale di esercizi di
concentrazione psichica passiva; i quali progressivamente
apportano modificazioni nella tensione neuromuscolare,
nello stato cardiocircolatorio, nella funzionalit respiratoria
e viscerale, nella psiche.

Autogeno significa generato da s, spontaneo, e questo


precipuo carattere differenzierebbe le modificazioni indotte
dal training da quelle della ipnosi. Mentre, difatti, nella
eteroipnosi tutto dipende da ci che l'ipnotista si propone e
nell'autoipnosi da ci che il soggetto vuol realizzare, nella
tecnica di Schultz tutta la fenomenologia sarebbe
spontanea, autogena e, insistiamo, realizzata in uno stato
di completa passivit.

Il soggetto nella sua concentrazione passiva deve prendere


coscienza dell'esperienza corporea vissuta in questo stato
di passivit, mettendo a fuoco sensazioni di pesantezza,
calore ecc.

L'unit bio-psichica umana, di fronte a una situazionestimolo, scrive Crosa traducendo Schultz, reagisce con
tensione muscolare, spasmo viscerale, sensazione di
freddo, alterazioni della funzionalit neurovegetativa,
endocrina, umorale, calore al capo, affollamento di

pensieri. La concentrazione psichica passiva consente


invece di realizzare le reazioni diametralmente opposte di
rilassamento muscolare, distensione viscerale, sensazione
di calore per il corpo, regolarizzazione della funzionalit
neurovegetativa, endocrina, umorale, e infine di percepire
una sensazione di fresco alla fronte, che vissuta come
uno stato di calma, di benessere fisico, di pace interiore.

L'allenamento autosuggestivo si fa con i seguenti esercizi:

rilassamento muscolare; rilassamento vasomotorio, con


percezione di calore;
- regolazione del cuore;- regolazione della respirazione;
- esercizio del plesso solare con distensione viscerale;
- controllo della regione cefalica.
Tali esercizi devono essere imparati sotto la guida di un
maestro e sottoposti periodicamente alla sua verifica.
Occorrono circa tre mesi per produrre tutti i fenomeni
suggeriti e bisogna inoltre ripeterli quotidianamente per
circa sei mesi, finch le sensazioni diventino quasi
istantanee. Con tale metodo si riesce a ottenere una
regolazione volontaria di varie funzioni automatiche del
corpo, si pu produrre analgesia, avere una maggiore
padronanza di se stessi, rilasciarsi dissolvendo ogni
tensione interna; impegnare al massimo, in caso di
necessit, le proprie risorse.

Gli esercizi sopra descritti costituiscono la prima serie,


quella somatica o inferiore, del training autogeno; in essi la
concentrazione mentale rivolta a particolari sensazioni

somatiche ed autogena.

Nella seconda parte dei training la concentrazione psichica


invece orientata a vissuti psicologici, non soltanto
autogeni ma anche eteroindotti; infatti, arofittando della
suggestionabilit che consegue alla passivit dello stato
autogeno, il terapeuta potr utilizzare formulazioni
specifiche che potranno facilmente agire sulla personalit
profonda del soggetto.

Per vero, anche nella prima serie di esercizi, gi durante


quello della pesantezza, H soggetto pu ripetere
mentalmente la formula: il mio braccio pesante, in
quanto che tale formulazione facilita ulteriormente la
passiva concentrazione e rinforza le sensazioni percepite.

Ma, ci spiega l'autore, tale formulazione, come le


successive, non vanno considerate come delle suggestioni,
dei comandi che ci si impone volontariamente; ma come
delle costatazioni, come la conferma di una obiettiva
percezione di ci che spontaneamente va verificandosi nel
proprio corpo.

Contrariamente agli esercizi del ciclo inferiore quelli del


ciclo superiore non possono essere intrapresi che da
psicoterapeuti esperti nella dinamica psicologica del
profondo. Per mezzo degli esercizi del ciclo superiore viene
anzitutto raggiunta la co

noscenza del colore personale; si procede poi alla visualizzazione di

oggetti concreti, di oggetti astratti, di esperienze simboliche; si pongono


domande all'inconscio e attraverso la verbalizzazione spontanea si pu
affrontare direttamente la problematica esistenziale.

Per facilitare la realizzazione dello stato di distensione passiva, propria


degli esercizi del ciclo inferiore, necessario porsi in un ambiente
tranquillo, scarsamente illuminato, non troppo caldo n troppo freddo, ad
occhi chiusi, allo scopo di ridurre il pi possibile le afferenze sensoriali.
La postura deve essere tale da non offrire impedimenti al progressivo
instaurarsi dell'ipotonia muscolare, e da Schultz vengono suggerite tre
posizioni: quella su pina, quella seduta in una comoda poltrona a
braccioli, e quella cosiddetta dei cocchiere a cassetta. In quest'ultima
posizione le braccia non si devono toccare e possono anche essere
sorrette da cuscinetti nei soggetti brachitipici. Lasciamo al dottor Crosa
la stesura della tecnica del primo esercizio del training autogeno, come
gentilmente ce l'ha fornita, avendola praticata anche al Corso di Ipnosi
Medica svoltosi nel 1970 presso H Centro di Ipnosi Clinica e Sperimentale
dell'Ospedale Generale di Vercelli, organizzato da chi scrive.
Le figure 4.20, 4.21 e 4.22 sono state realizzate
dal dottor Crosa per illustrare la traduzione italiana dell'opera di Schultz,
Il training autogeno (Esercizi inferiori) edita da Feltrinelli nel 1968.

E ora - dice Crosa, rivolgendosi ai medici presenti in aula - vediamo di


realizzare con qualcuno di voi un'esperienza pratica di training, in modo
da poter meglio rendervi conto di che cosa siano questi esercizi di
autodistensione da concentrazione psichica passiva, il loro vissuto, i loro
meccanismi, le loro finalit.

Ho bisogno della collaborazione di quattro di voi, disposti a realizzare


quest'esperienza. Mi auguro che la scelta sia felice e tale da consentire
che almeno qualcuno di voi possa attuare senza difficolt quella
commutazione psichica da stato attivo a passivo che necessaria e
indispensabile perch si possano svolgere, sia a livello psicologico che
somatico, quelle tipiche modificazioni che caratterizzano lo stato di
distensione. Di solito il 60% degli individui in grado di realizzare
qualcosa gi alla prima seduta; mi auguro che almeno qualcuno di voi
quattro non abbia le caratteristiche tipologiche da farlo inserire nel
restante 40%, in quella percentuale di individui, cio, che necessita di un

maggior numero di sedute per poter essere in grado di imparare a


smorzare la pr~ vigile

Fig. 4.20. Posizione supina. Capo leggermente sollevato da un guanciale;


l'avambraccio forma coi braccio un angolo di flessione di circa 120-130
gradi; le mani sono posate con il palmo sul lettino; gli arti inferiori
divaricati; piedi con le punte rivolte verso l'esterno. Nelle persone con
torace a botte o con alterazioni della colonna necessario sostenere le
parti laterali del dorso con cuscinetti, in modo da evitare tensioni
muscolari che, quando interessano gli adduttori, portano i piedi in
posizione verticale e cio con le punte rivolte verso l'alto,
nell'atteggiamento di attenti.

Fig. 4.21. Posizione in poltrona. La potrona adatta al soggetto permette


alla coscia di poggiare sul sedile e al dorso di aderire allo schienale.
L'avambraccio deve formare con H braccio un angolo ottuso di circa 120130 gradi- la testa deve poggiare sullo schienale e i piedi per terra con
tutta la pianta, essendo le gambe leggermente divaricate. Quando
l'individuo teso la sua mano, anzich penzolare nel vuoto trattenuta
attivamente nella direzione dell'avambraccio.

Fig. 4.22. (a) Posizione del cocchiere a cassetta in soggetto longilineo. Il


tronco flesso in avanti; la colonna vertebrale in ampia cifosi, in modo
da rilassare la muscolatura vertebrale. Le gambe devono essere
leggermente divaricate; gli avambracci abbandonati sulle cosce si
appoggiano ad esse fra il terzo prossimale e il terzo medio nella distanza
tra il gomito e la punta delle dita distese. Le mani pendono liberamente
nel vuoto. (b) Posizione del cocchiere a cassetta in brachitipo. Gli
avambracci sono sostenuti da cuscinetti.

tensione e a superare cogi le resistenze al lasciarsi andare. Quelli di voi


che saranno stati in grado di realizzare qualcosa, saranno essi stessi a
illustrarvi, dopo la seduta, che cosa sia il vissuto, l'esperienza del
rilassamento, del

l'ipotonia muscolare; cio il primo scopo a cui tendono gli esercizi dei

training autogeno. Tali sensazioni subiettive saranno una conferma delle


manifestazioni obiettive che voi stessi avrete potuto osservare sui vostri
colleghi mentre eseguivamo l'esercizio.

Che cosa ci si propone con gli esercizi del training? Ci si propone di


realizzare ci che Schultz definisce una conversione psichica dal mondo
esterno che viene a noi attraverso i nostri sensi, al nostro mondo
interiore, inizialmente fisico e poi, progressivamente, psichico.

Non pensabile di poter subito balzare agli esercizi superiori, a una


comunicazione diretta con l'inconscio, necessario un allenamento
preciso e sistematico alla realizzazione della conversione biopsichica per
poter apprendere, gradatamente, a essere disponibili a tali prestazioni.
Bisogna come prima cosa essere in grado di realizzare la serie degli
esercizi inferiori.

Spesso una volta realizzata la reazione psicofisica in tensione non si pi


in grado di ritornare a un equilibrio omeostatico. Gli esercizi di
concentrazione psichica passiva ci insegnano invece a realizzarlo. Non
possibile produrlo subito nella sua completezza, ma bisogna imparare a
conoscerlo, passando progressivamente dalla distensione muscolare
(esercizio della pesantezza), alla distensione vascolare (esercizio
dell'iperemia o del calore), all'esercizio della regolarizzazione dei ritmo
cardiaco e del ritmo respiratorio (esercizio del cuore e del respiro), alla
distensione dei visceri (esercizio del plesso solare) e infine alla
realizzazione del fresco alla fronte. Una volta acquistata una buona
padronanza a questi esercizi somatici si pu allora essere in grado di
passare alla realizzazione degli esercizi superiori o psicologici. Non si pu
voler realizzare, anzi proprio l'opposto; pi uno vuole, pi si tende e fa
pertanto qualcosa che non pu che contrastare lo svolgimento della
reazione nel senso della distensione psicosomatica.

Ma passiamo ora alla prova pratica. Come vi ho detto bisogna imparare a


staccare la propria attenzione dal mondo esterno, orientandola all'interno
di noi stessi.

Per poter incorriinciare a far ci necessario porsi in posture particolari e


tali da consentire la possibilit di ottenere il progressivo rilassamento dei
muscoli e la progressiva distensione dei nervi. A tale scopo Schultz
consiglia tre diverse posizioni: la posizione supina, quella in una comoda
poltrona a braccioli e la cosiddetta posizione del cocchiere a cassetta.

Che cos' la posizione del cocchiere? Schultz si era accorto che i vetturini
di Berlino, tra una corsa e l'altra, approfittavano delle soste per porsi in
un atteggiamento che consentiva loro di riposare, senza per cadere nel
sonno. Avete tutti certamente osservato come a volte dei vecchietti si
appisolano su di una panchina dei giardini; a poco a poco la colonna
cervicale e dorsale tende sempre pi a flettersi; tendono a piegarsi in
avanti, ma poi a un certo momento improvvisamente si scuotono,
riaprono gli occhi e si riportano nella posizione eretta con

la propria colonna vertebrale. Che cos' accaduto? In un certo momento


la flessione della colonna stata tale che tra muscoli agonisti e
antagonisti si creata una tensione tale da creare uno stimolo e riportare
allo stato di attenta vigUanza, impedendo l'ulteriore procedere verso la
distensione e il rilassamento muscolare. Ora i vetturini di Berlino avevano
imparato a porsi nella loro tipica posizione a cassetta, la quale consente
che muscob, tendini e articolazioni possano continuare liberamente ad
allentarsi senza crearsi H minimo stimolo che possa riportare al risveglio.
Essi flettevano volontariamente la colonna in modo che l'appoggio dei
due avambracci sufla coscia potesse consentire alla struttura ossea di
restar su da sola, senza il bisogno di un impegno della muscolatura
paravertebrale; analogamente il capo era flesso di quel tanto da porre la
colonna cervicale in un'annonica posizione che eliminava la necessit di
tensioni nei gruppi muscolari relativi; le vertebre assumevano
l'atteggiamento di una colonna di monete, poste non uniformemente una
sull'altra, ma in modo da formare una curva tale da consentire la
verticaEt senza H bisogno di alcun appoggio laterale.

In tale posizione del tronco, se si innesca la dstensione non accade come


ai vecchietti dei giardini, ma muscoli e nervi possono liberamente
procedere nella dstensione. t con questi concetti che dovete ora cercare
di porvi nella posizione del cocchiere; mettetevi a sedere sulla sedia in
modo tale che spingendo indietro le spalle queste non urtino contro lo
schienale; poi flettete la colonna in avanti di quel tanto che gli
avambracci vengano a posarsi sulle cosce; il punto di contatto
defl'avambraccio deve essere non troppo vicino al polso, n troppo vicino

al gomito, in modo che non vi siano necessit di impegno dei muscoli n


flessori, n estensori. La coscia deve essere orizzontale; la gamba
verticale e l'angolo, tra gamba e piede, retto. Poi chiudete gli occhi e
cercate di rnigliorare ancora la vostra posizione facendo dei piccoli
movimenti laterali e anteroposteriori della colonna allo scopo di porsi
nella posizione che si sente la pi opportuna per e&ninare la necessit di
gruppi muscolari in tensione; poi, sempre a occhi chiusi, concentrate
livostra attenzione sulla posizione degli arti inferiori per rendervi conto se
H piede ben appoggiato in tutta la sua superficie al suolo, se la gamba
ben verticale e non in posizione abdotta o addotta, n spinta in avanti
o all'indietro.

Una volta che ci si messi in questa posizione comincer l'esecuzione


del primo esercizio inferiore. Sempre a occhi chiusi, in modo da bloccare
quel principale canale che normalmente ci tiene in contatto con il mondo
esterno, concentrare passivamente l'attenzione sul braccio destro;
cercare di utilizzare un tipo di attenzione diversa dall'abituale; non
quell'attenzione che si propone di fare, di agire, di muovere le dita, di
scrivere, di prendere, di aggredire, di difendersi, ma un'attenzione che
altro non si propone che di stare a vedere che cosa accade nel braccio
destro e nefia mano destra man mano che si pro

trae e si intensifica questa passiva concentrazione. Pi uno riesce ad


abbandonarsi in quell'atteggiarnento, senza pensare a nulla, senza voler
nufla, pi facile che a un certo momento si renda conto che qualcosa
sta accadendo nel suo braccio destro, nefla mano destra.

Esso cornincia a farsi sentire pi pesante; l'avambraccio grava contro


l'appoggio sulla coscia, la mano pende a poco a poco sempre pi
rilassata e distesa, a volte con una sensazione di gonfiore. Non si pu
voler distendere i propri nervi n rilassare i propri muscoli, allo stesso
modo come non siamo noi a voler tenderh quando passiamo in uno stato
di ansia, di tensione. E cos a poco a poco fi braccio destro si fa sentire
pi pesante; lui che si offre alla nostra attenzione in modo diverso.
Allora lasciatevi prendere da questa sensazione, senza pensare a nufla,
senza voler nulla; non cercate di voler realizzare l'esercizio, poich il
minimo atteggiamento attivo costituisce uno stato di tensione. Tutto si
svolge da s; allo stesso modo come si svolgono da s le reazioni nel
senso della tensione; ma questa volta le reazioni sono nel senso opposto,
verso R rilassamento, la distensione, la calma. Man mano H braccio
destro si fa sentire sempre pi pesante; lasciatelo andare, senza pensare

a nulla, pi riuscite a essere passivamente indifferenti, con l'attenzione


abbandonata nella contemplazione del braccio destro pi le sensazioni che da
esso derivano si fanno precise, chiare, evidenti, tanto pi facilmente
l'attenzione rester h passivamente concentrata. Tutto H resto si svolge
da s. Non pensate a nulla, non vogliate nulla per non impedire fi libero
svolgimento della distensione; e soprattutto non aspettate nufla, poich
anche l'attesa costituisce una tensione. Cercate di porvi in un
atteggiamento di non aspettare nulla in modo che finalmente i vostri
nervi, i vostri muscoli, i vostri organi e i meccanisrni defia vostra mente
che cos spesso sono costretti a porsi in stati di ansiosa attesa di dover
fare qualcosa, di dover subire qualcosa, di non poter fare qualcosa,
possano realizzare questa esperienza opposta: non aspettare nulla. In tal
modo il braccio destro si far sentire man mano sempre pi pesante,
inerte, abbandonato, immobile.

E ora con la stessa indifferenza, con la stessa passivit, portate


l'attenzione al braccio sinistro, alla mano sinistra. Che cosa accaduto? Che
cosa sta accadendo? Tutta la vostra attenzione ri passivamente concentrata;
cercate di far che questa attenzione sia la pi completa possibile, nel
senso che nella vostra mente altro non vi sia che l'immagine della mano
sinistra, del braccio sinistro, delle dita defia mano sinistra. Come sono?
Tutto inerte, abbandonato, pesante, forse gonfio, l'avambraccio
appoggia, grava sulla coscia; cercate di sentire come il braccio inserito,
appeso alla spalla sinistra. Che differenza dal modo in cui si fa sentire H
braccio sinistro quando siamo in uno stato di tensione, di ansia, di
angoscia e sentiamo che i muscoli si contraggono sino al tremore, i
tendini si tendono e scattano da soli. Lasciate che finalmente i vostri
nervi, i vostri muscoli possano realizzare,
per quanto possibile, questa esperienza opposta: distensione,
pesantezza, assenza di tensione nervosa. Tutto si svolge da s; del tutto
indipendentemente dalla vostra volont, allo stesso modo di come si
svolgono da s, del tutto indipendentemente dalla volont, le reazioni nel
senso della tensione. Ma le attuali sono orientate nella direzione opposta:
distensione, pesantezza.

Con la stessa indifferente passivit portate ora l'attenzione sull'arto


inferiore destro. Cercate di vederlo con gli occhi della mente, attraverso i
vostri nervi; cercate di penetrare nelle masse muscolari. Che cosa
accaduto? Che cosa sta accadendo? Come appoggia il piede contro H
pavimento? Tutta la vostra attenzione ri passivamente abbandonata
nella contemplazione di ci che sta accadendo. Tutto pi rilassato,

morbido, lasco. Pi riuscite a porvi in uno stato di passiva


contemplazione, pi queste sensazioni si fanno chiare, precise, evidenti;
e allora lasciatevi prendere man mano sempre pi da queste sensazioni
che non sono un fenomeno suggestivo, ma una realt precisa che sta
verificandosi nei muscoli e nei nervi della gamba destra. Tutto si fa pi
inerte e pesante.

E ora portate l'attenzione all'arto inferiore sinistro, al piede sinistro.


Anche qui lo stesso. I muscoli si fanno gi sentire pi allentati, i nervi
distesi; lasciateli andare. Tutto si svolge da s. Senza pensare a nulla, per
non disturbare il libero svolgimento defl'eserczo; senza voler nulla,
poich il minimo impegno della volont costituisce una tensione. La
gamba sinistra si fa sentire sempre pi pesante, inerte, abbandonata,
immobile.

E questo rilassamento non si verifica soltanto alle braccia e alle gambe;


questa distensione non soltanto alle braccia e afle gambe. Andiamo a
vedere che cosa accaduto ai muscoli del tronco; portate l'attenzione al
respiro, abbandonandovi alla passiva contemplazione dei movimenti
respiratori. E allora vi accorgerete che anche qui accaduto qualcosa,
anche qui sta accadendo qualcosa; non pi il respiro di una persona
vigile, impegnata; esso andato modificandosi e facendosi man mano
sempre pi come il respiro di una persona che dorme, in un sonno
profondo non turbato da sogni. Lasciatevi andare sempre pi in questa
passiva contemplazione del respiro, in questo ritmico e monotono
alternarsi dei movimenti del respiro. Tutto si svolge da s, in modo
spontaneo, automatico, meccanico, plastico. Non siete voi a respirare,
ma H vostro corpo che respira da solo, finalmente lberato da qualsiasi
tensione psichica, da qualsiasi affanno, da qualsiasi ansia. Che differenza
da quel respiro che avvertiamo quando siamo tesi, ansiosi; quel respiro a
scatti, quel respiro irregolare, disarmonico, che non arriva in fondo.
Lasciate che finalmente esso possa andare da solo, nel modo pi libero,
pi spontaneo, pi automatico, pi armonico. Tutta la vostra attenzione
D, passivamente concentrata in questa passiva contemplazione del
respiro; e allora a poco a poco accadr nella vostra mente ci che
accaduto nel vostro corpo: come nel corpo non c' che respiro, anche
nella mente non vi sar

che l'immagine del respiro; come nel corpo non vi il minimo impegno di
energia, la minima attivit per i muscoli delle braccia e delle gambe, e
non vi sono che i muscoli dei respiro in movimento, co, a poco a poco,

anche nega vostra mente altro non vi sar che quel minimo di attivit
necessaria per la contemplazione del respiro; tutto H resto vuoto,
assenza di tensione. Non vi altro che sensazione di armonia, di
equilibrio, di assenza di tensioni, di benessere fisico, di calma, di pace
interiore. Lasciatevi prendere sempre pi da queste sensazioni, senza
pensare a nulla, senza volere nulla, senza aspettare nulla, in modo che la
morsa della tensione nervosa sempre pi si allenti, H tono dei muscoli si
rilassi e la mente scivoli in una specie di sonno, che non un sonno vero,
poich siete perfettamente vigili, presenti, vi rendete conto di tutto; non
uno stato di ipnosi, ma un sonno parziale, limitato alla vostra
partecipazione emotiva, al vostro impegno, alla vostra volont. Respiro;
non c' che respiro; un respiro che va facendosi man mano sempre pi
regolare, pi ritmico, pi meccanico, pi uniforme, pi ampio. A poco a
poco vi renderete conto che non pi soltanto un respiro dei polmoni,
ma come se anche i vostri visceri partecipassero a questo libero, ampio
gioco del respiro. Respiro. Cercate ora di concentrare l'attenzione sul
diaframma; non ha nessuna importanza se dove immagnate che sia il
diaframma non corrisponde a una precisa realt anatomica; ci che
importa scoprire, aver coscienza, rendersi conto di questi movimenti
che di solito ignoriamo. Trattenete l'attenzione h, a met del tronco, dove
finiscono i polmoni e cominciano gli organi addominali e allora
comincerete a scoprire che vi qualcosa che si muove, che si solleva e si
abbassa, con movimenti sincroni ai movimenti del respiro. Questi
movimenti vanno da soli; non dipendono da un atto della vostra volont.
Ogni volta che i polmoni si espandono il diaframma come spinto in
basso. Ogni volta che i polmoni si vuotano d'aria il diaframma come
risucchiato in su, verso i polmoni. Ogni volta che si abbassa viene a
comprimere gli organi addominali, lo stomaco, il fegato, gli intestini.
Quando si solleva tutti gli organi addominali si espandono; per essere
compressi ancora; per espandersi come non mai. In conseguenza di
questa specie di ampio, regolare, ritmico, massaggio scompare a poco a
poco anche da qui la minirna tensione, qualsiasi spasmo, qualsiasi
contrattura. Ogni funzione viscerale tende al suo migliore equilibrio;
tende all'omeostasi. Respiro, come nel corpo, anche nella mente, altro
non vi che respiro.

E ora dopo aver portato i vostri muscoli e i vostri nervi a un certo grado
di distensione, in conseguenza di un atteggiamento psichico man mano
sempre pi passivo, bisogna percorrere il cammino inverso; bisogna
passare da questa distensione raggiunta a quel giusto grado di tensione
dei nervi, a quel giusto tono nei muscoli necessario per affrontare le
situazioni della vita quotidiana. Ora bisogna risvegliare la volont che si
era come addor
mentata. Riportare l'attenzione al respiro, abbandonarsi ancora un

momento alla contemplazione di questi movimenti che si erano fatti man


mano sempre pi regolari, ritmici, meccanici, autonomi, del tutto
indipendenti dalla volont e proprio di li cominciare a risvegliare la
volont. Ogni tanto, senza bruschi scatti, senza precipitare, gonfiare di
pi il torace e lasciar che poi l'aria fuoriesca da s; cogi, a poco a poco,
man mano dallo stato di passivit ci si riporta allo stato di armonica
attivit e tutto si riporter al giusto tono, al giusto grado di tensione.

Ora riportate l'attenzione alle dita della mano destra e cominciate a fare
qualche piccolo movimento, piano piano, per rendervi conto di che cosa
sia accaduto, di quanto sia accaduto; i movimenti sono torpidi,
impacciati; ma gradatamente in conseguenza di questi movimenti, i
muscoli man mano riprendono H loro tono, la capacit di condurre gli
stimoli; come se essi stessi si risvegliassero; ci deve accadere
spontaneamente, in conseguenza del passaggio dallo stato passivo
all'attivit, pi che per uno sforzo e un impegno della volont. Ora
provate a fare il pugno, ad allargare le dita, a muovere un dito dopo
l'altro; tutto si svolge da s, tutto si riporta al giusto tono in modo che
quando finalmente si riapriranno gli occhi vi sentirete in una ben diversa
situazione; pi padroni dei vostri nervi e dei vostri muscoli e non in una
situazione di dipendenza dalle vostre tensioni. I movimenti sono ora
validi, ben controllati, ben governati dalla vostra volont; scomparsa
qualsiasi sensazione di pesantezza, di distensione, ma, cosa ancora pi
importante, non vi la minima. tensione di troppo.

Quando sentirete che i movimenti della mano destra sono perfettamente


riarmonizzzati, porterete allora l'attenzione sull'avambraccio e sul braccio
sinistro cercando anche qui di far qualche movimento, senza ancora
flettere il gomito o sollevare il braccio dalla coscia. Poi flettete H gomito,
ruotate l'arto, sollevate tutto l'arto; i movimenti si fanno sempre pi
precisi, validi, tonici, ben coordinati. Trattenete sempre l'attenzione su ci
che accade, senza ancor pensare a null'altro che a osservare la ripresa
del tono dell'arto destro. una fase molto importante, questa ripresa,
questa ricostruzione della propria motricit.

Analogamente a quanto realizzato per H braccio destro, passate poi alla


ripresa dell'arto superiore sinistro, dell'arto, inferiore destro e dell'arto
inferiore sinistro.

Cominciate dopo a stirarvi, a sgranchirvi come se aveste dormito 24 ore,


a massaggiarvi, a respirare profondo... fino a quando non si avvertir il
minimo rilassarnento e tutto l'organismo sar perfettamente
riarmorrizzato e allora gli occhi si riapriranno da s.

(Va notato che questa modalit di ripresa impiegata da Crosa dei tutto
differente dalla modalit suggerita da j. H. Schultz. Di essa stato
dettagliatamente riferito al Congresso di Ipnosi e Medicina Psicosomatica
svoltosi a Magonza nel maggio del 1970).

Sull'importante tecnica del training autogeno, che


annoverava centinaia di pubblicazioni di studiosi di
ventidue nazioni diverse gi nel 1964 (Luthe), noi facciamo
alcune considerazioni teoriche e pratiche, per cui pensiamo
che il training autogeno, anche negli esercizi dei primo ciclo
possa non essere del tutto autogeno. Riteniamo che,
almeno all'inizio, H maestro terapeuta debba per forza, solo
per la sua stessa presenza, inserire degli elementi
relazionali nel trattamento. E ben difficile allora precisare
sino a qual punto tali elementi possano essere suggestivi, e
cio induttori di quegli stati che chiarniamo di ipnosi vigile,
durante i quali il soggetto crede di essere perfettamente
indipendente e H terapeuta non esperto in ipnosi convinto
di non praticarla. Ci per quanto riguarda H rapporto
eteroipnotico negli esercizi inferiori del training autogeno,
che peraltro ammesso per quelli dei ciclo superiore.

t certo utile nella pratica professionale far credere al


malato che tutta la sintomatologia del training sia
autogena; perch co gli si d la sensazione di essere
completamente svincolato da ogni dipendenza dal
terapeuta, e perch anche questi potr avere un pi facile
disimpegno nel caso di una mancata realizzazione di quei
fenomeni che si aspettano dagli esercizi.

Una volta che, svincolato dall'influenza del maestroterapeuta, il soggetto procede da solo con gli esercizi del
training, non ci sentiamo infine diescludere che in questa
ulteriore pratica non subentrino componentiautoipnotiche,
pi o meno intense, ma comunque chiaramente accertabili
dallo studio dello stato di coscienzaraggiunto dal soggetto
e dalle manifestazioni psicosomatiche realizzate in tale
particolare stato. Queste sarebberocausate da una
concentrazione passiva, ma ogni concentrazione comporta
unttivit psichica attentiva,e noi pensiamo che non si
possa riflettere una passivit neuromuscolare e viscerale
attentivamente, come uno specchio, senza contribuire in
modo pi o meno manifesto aprovocarla.
Noi siamo stati tra gli assertori della presenza, nell'ipnosi
eteroindotta, di modificazoni neurovegetative spontanee, e
cio indipendenti dalla volont dell'ipnotista (cap. 10 5 11),
come di modificazioni psichiche spontanee (sogni ecc.);
non abbiamo quindi nessuna difficolt ad ammettere
l'autogenia di alcune modificazioni psichiche e somatiche
nel training autogeno.

Per i fautori del T.A. (Bazzi, Crosa, Peresson ed altri)


parlano del raggiungimento in esso di una
condizione di passivit assoluta, priva di atti volitivi,
realizzata nella indifferente contemplazione di quanto
spontaneamente accade nel proprio organismo e nella
propria mente; condizione che riteniamo si possa
raggiungere pi facilmente in un inistico che in un uno
psiconevrotico ansioso e fobico o nei malati della nostra
pratica clinica quotidiana.

Si asserisce che nell'autoipnosi tutto dipende da ci che il


soggetto vuol realizzare, mentre negli esercizi del T.A. di

Schultz la fenomenologia del tutto spontanea e autogena,


ma non trovo questa affermazione completamente
rispondente alla realt, perch anche nel T.A. il soggetto si
propone di realizzare qualche cosa e per ottenerla si mette
in condizioni di deafferentazione sensoriale (ambiente
silenzioso e buio, chiusura degli occhi ecc.), concentrazione
passiva, che rafforza le modificazioni psicosomatiche con
formule mentali. Come non ammettere che in queste
condizioni possano comparire componenti autoipnotiche
quando poi si ammette che la suggestionabifit consegue
alla passivit dello stato autogeno?

Per evitare H pericolo dell'influenzamento del maestro e


cio di chi insegna H training a un livello strettamente
pedagogico (con un rapporto insegnante-allievo, pi che
medico-paziente) Gnter Krapf ricorda che durante la
pratica degli esercizi standard H silenzio deve essere
rigorosamente osservato dal terapetita e che questo
deve cercare di mantenersi assolutamente estraneo.
Anzi Bazzi che stato H primo, negli anni '50, a introdurre il
Training in Italia, afferma che non affatto necessaria la
presenza del terapeuta durante l'esecuzione degli esercizi,
ed egli invita H paziente a lasciare il suo studio e a recarsi
in una stanza attigua dopo la spiegazione di ci che egli
deve fare. Solo dopo avere effettuato l'esercizio in
programma si riprende il dialogo per la discussione dei
vissuti (Peresson, 1981).

Quindi, dialogo prima e dialogo dopo, e tutto ci dovrebbe


avvenire senza che mai la suggestione, pi o meno
conscia, possa subentrare alla persuasione e anche senza
transfert alcuno. Dacch lo stesso Schultz non considera il
transfert nel suo metodo, in quanto colloca quest'ultimo
nell'ambito di una psicoterapia di tipo razionale (Peresson,
ibid.).

Anche Geissmann e De Bousingen scrivono che nel


metodo di Schultz scrupolosamente applicato esiste una
specie di delega terapeutica al paziente, che modifica la
maniera in cui si elabora un tran

sfert; trattandosi di un metodo, come spiega Kammerer,


che non destinato all'intelligenza, ma si rivolge
all'essere irrazionale e viscerale.

Orbene, noi siamo convinti che tutto ci esista pi in teoria


che nella pratica e ribadiamo come ribadiremo ancora, i
seguenti concetti: 1) Nel rapporto maestro-allievo non si
pu escludere l'esistenza di un transfert e non tenerne
alcun conto in una relazione, che resta fondamentalmente
terapeutica, un errore. 2) Una condizione di passivit
assoluta, priva di ogni atto volitivo e realizzata in uno stato
di indifferente contemplazione teoricamente potizzabile,
praticamente eccezionale. 3) Anche nel T.A. come
nell'autoipnosi il soggetto si propone di realizzare nella sua
mente e nel suo corpo qualche cosa e quindi esiste una
attivit che contrasta con l'assoluta passivit auspicata. 4)
Ogni volta che col T.A. come con qualsiasi altro metodo, in
modo del tutto autogeno, si realizzano monoideismi plastici
(nel senso gi spiegato e su cui ci soffermeremo ancora)
noi crediamo opportuno parlare di stato di ipnosi (dalla
vigile, alla sonnambofica) per differenziarlo da altre
condizioni cliniche sirnilari.

La sostanziale differenza che si fa tra la tecnica attiva


suggestiva dell'ipnosi e quella autogena del training, che
dovrebbe essere del tutto passiva e in cui H paziente si
sforza di attenuare lo sforzo attentivo sino a dissolverlo (?),

procurando una deconnessione organisniica, riguarderebbe


in ultima analisi solo la metodica induttiva. Questa pu
essere differente nei due casi, anche se non co
profondamente come alcuni ritengono ma non sempre
tanto differente lo stato raggiunto; che riteniamo essere
quello dell'autoipnosi nel senso gi definito. Dunque, anche
queste metodiche sono a nostro avviso metodiche
ipnotiche; particolari, speciali, differenti dalle classiche
note, ma sempre ipnotiche, se ci si riferisce alle condizioni
di coscienza e ai monoideismi plastici che con esse, come
con l'autoipnosi, si raggiungono. Non conosciamo
manifestazione psicologica prodotta nello stato di
commutazione proprio dei T.A., che non possa ottenersi con
l'autoipnosi; e se le due forme psicoterapeutiche possono
risultare diverse nella metodica, assai meno lo sono,
ripetiamo, per le manifestazioni che si ottengono. Si deve
in merito tenere ben presente quanto abbiamo gi rilevato
precedentemente e che cio nella pratica clinica facile
trovare il paziente che slitta dall'autogenia all'autoipnosi e
che cio perda in buona parte quel controllo delle sue
azioni, che dovrebbe essere la grande prerogativa del
training.
Insistiamo su questi problem diagnostici sempre perch sia
chiara l'impostazione dottrinale dell'ipnosi; come abbiamo
gi insistito a proposito della terniinologia degli stati
ipnotici (cap. 1 S 1).

Secondo chi scrive, la tecnica di Schultz, in quanto causa


una deconnessione della personalit con limitazione del
raggio della coscienza e conseguenti influenze
psicosomatiche, pu considerarsi una tecnica di
ipnotizzazione fisiologica autoindotta.

Le modificazioni somatoviscerali riscontrate da diversi

autori durante il training sono da riferirsi all'entrata in


funzione di meccanismi diencefalici, come nell'ipnosi.
Abbiamo gi detto come noi adoperiamo la tecnica di
Schultz quale tecnica induttiva di ipnosi (cap. 1 S 1) nei
soggetti che temono un approccio autoritario.

E. Kretschmer ha elaborato la tecnica dell'ipnosi attiva


frazionata, proprio utilizzando le prime due fasi del metodo
di Schultz (pesantezza e calore). Con questo metodo, una
volta che il soggetto riuscito a ben realizzare i primi due
esercizi, si induce uno stato ipnoide che si utilizza sia per
arrivare a una catarsi, sia per sviluppare una relazione di
tipo analitico vero e proprio. Kretschmer, per raggiungere
pi facilmente l'ipnosi, aggiunge, ai due primi esercizi di
Schultz, esercizi attivi di fissazione dello sguardo implicanti
movimenti coniugati degli occhi.

Pertanto, per concludere sull'attivit e passivit e sulla


maggiore o minore autogeneit dei vari traini . ng, noi
pensiamo che simili differenziazioni avanzate dai diversi
autori siano piuttosto artificiose in quanto non rispondenti a
una obiettiva realt psicologica e fisiologica. Essi possono
ammettersi solo per alcune metodiche estreme e anche per
queste in via relativa, e non assoluta.

Di fatto, esistono dei metodi in cui predomina il fenomeno


autogeno e altri in cui predomina quello eterogeno; ma
come nella stessa ipnosi impostata in modo
prevalentemente eterogeno si verificano dei fatti autogeni
a livello psichico e somatico, come da me costatato da oltre
cinquanta anni, analogamente nelle tecniche che si
propongono di realizzare fatti autogeni non possibile
escludere lo stabilirsi di una fenomenologia eteroindotta.

Le tecniche ipnotiche tendono ad agire in modo diretto e


rapido sul sintomo e sul suo decondizionamento anche in
via indiretta in conseguenza della distensione
generalizzata.

E di fatto ancora, come nell'ipnosi esistono una modalit


tecnica possessiva paterna, autoritaria, e

all'estremo opposto modalit tecniche ampiamente


oblative, materne, permissive, co1 anche nel training
autogeno possibile realizzare gli esercizi con queste due
opposte modalit.

La scelta della tecnica dipende da numerosi fattori


concernenti la personalit del terapeuta e la situazione
clinica.

Un esempio significativo per il training autogeno ce lo ha


dato il dottor Crosa in una delle sue relazioni
sull'esperienza del dottor Sapir, psicoanalista di Parigi, che
applica la tecnica di Schultz, in collaborazione con una
psicoterapeuta.

Esistono numerosi dati contro la dichiarata eterogeneit e


succubanza dell'ipnosi. Qui, solo ricorderemo la
regressione di et ipnotica, durante la quale il paziente
rivela materiale inconscio, che certamente non pu essere
eteroindotto dal terapeuta, per H semplice fatto che questi

lo ignorava completamente.

Numerose sono le verbalizzazioni negli esercizi del training


autogeno e le immagini introspettive ideoplastiche o
autoipnotiche, in quanto inducono uno stato di coscienza
proprio della ipnosi vigile (cap. 5 S la). Prenderemo qui ad
esempio quelle che si usano in un altro tipo di training,
quello autogeno respiratorio di Piscicelli che certamente
oggi il metodo pi diffuso in Italia per la psicoprofilassi nella
preparazione al parto e prospettato come metodo non
ipnotico, unicamente per la vigente attuale confusione di
termini.

(b) Il training autogeno respiratotio (RAT) di Piscicelli:


transfert, trance e ipnosi

L'atteggiamento psichico di chi inizia H RAT comincia con la formula


verbale io sono perfettamente calino e si invita H soggetto a
fantasticare un'immagine di s calma.

Nel secondo esercizio si invita a considerare H corpo abbandonato e si


esorta a pronunciare ripetutamente le seguenti formule: Le inie braccia
e le mie mani sono pesanti, Al mio corpo pesante, tutto il mio corpo
pesante, calmo, rilassato.
Le stesse frasi devono ripetersi nel terzo esercizio.
Nel quarto, le formule che ricorrono sono: Il inio corpo si dilata e si
contrae, ogni volta che si dilata e si contrae diventa sempre pi plastico,
pi morbido, pi flessibile.

Nel quinto esercizio: Le braccia, le mani sono pesanti. Le gambe e i


piedi sono pesanti. Tutto il corpo pesante e rilassato. Sono rilassati i

muscoli delle braccia


e delle mani. Sono rilassati i muscoli dell'addome. Tutto il corpo pieno.
Tutto il corpo si dilata e si contrae ad ogni respiro. Tutto il corpo respira. Il
respiro se ne va da s; H respiro mi dondola, H respiro mi respira ecc ...
.

Tutte le formule vanno ripetute immergendosi col pensiero


sempre pi nella realt corporea, immaginata e formulata,
col chiaro proposito evidentemente di creare un
monoideismo suggestivo, introspettivo, una lirnitazione del
campo di coscienza che H soggetto sotto lo sforzo della
parola del maestro (Terpns 16gos delle tecniche
sofrologiche) impara a indursi con un procedimento che,
pur rfiutandoli, ricalca i metodi eterogeni.

Nel sesto esercizio: L'allieva si immedesima negli effetti del respiro e


assiste alle autogene variazioni di ampiezza respiratoria che succedono
in stato di commutazione, quando il soggetto viene investito da stimoli
disturbanti.

E naturale che perch l'allievo possa costatarla deve essere messo


sull'avviso di quello che accade, dato che gli effetti vengono amplificati
con una battuta delle mani per almeno quindici volte da parte
dell'operatore, mentre il paziente recita le sue formule: A pieno lo spazio
che c' fra h lato destro e il lato sinistro. Tutto H corpo uno spazio pieno
e si muove, si muove come il respiro. Tutto il corpo respira. Il respiro mi
respira ecc. ecc. Per quanto riguarda la modalit della respirazione nel
RAT vedasi H sottoparagrafo seguente (c) di questo stesso capitolo.
Seguono ancora formule, su formule, per pi di una pagina (Piscicelli,
1977, p. 145), ripetute come in una recitazione e che, secondo l'autore,
per non dovrebbero avere alcuna funzione suggestiva e passiva; perch
se no si ricadrebbe nei guai del rapporto per suggestione o
dell'autoipnosi, che escluderebbero ogn verifica.

Nel settimo esercizio si innesta nel sistema della nsposta respiratoria uno

stimolo condizionante di natura semantica, l'utero si contrae, che


prepara la via delle risposte respiratorie rilassanti alle condizioni uterine
che si presentano al momento del travaglio del parto.

Di norma, la donna in travaglio di parto, avendo bisogno di una notevole


quantit di ossigeno per s e per H feto, finisce coi realizzare
spontaneamente sempre il ritmo respiratorio necessario al momento,
mediante fisiologici automatismi riflessi, assai difficili da modificare nella
dinamica della loro frequenza ed ampiezza. Col condizionamento
semantico, istituito durante la preparazione al parto, la gestante avrebbe
invece la possibilit di richiamare H respiro autogeno, migliore, secondo
alcuni ostetrici, di quello provocato con altre metodiche
psicoprofilattiche; e, secondo i fautori del RAT, migliore anche di quello
naturale che scatta per meccanismi riflessi e necessit vitali.*
Secondo Piscicelli il respiro autogeno obbedisce ad un
andamento paradossale per cui si amplifica sotto l'insulto di qualsiasi
stress fisico od emotivo, per una legge molto simile a quella che governa
i fenomeni mirabili descritti da Kircher.

Anche H settimo esercizio ha una pagina di verbalizzazioni-(ibid., pp. 149


sg.), con l'aggiunta di stimoli a base di battute di mani.

Per noi assai verosimile che tutte queste formule


suggerite ripettitamente dal terapetita, con la sua autorit
e battuta di mani quando occorre, recitate numerose volte
al soggetto, immedesimandosi in esse come in una
preghiera, finiscano col creare un monoideismo pi o meno
suggestivo e indurre quindi con questo mezzo (e non solo
con quello della respirazione autogena) quella
commutazone della coscienza, (con tutte le manifestazioni
psichiche, somatiche, vegetative che seguono) che
abbiamo defirto come stato ipnotico, per necessit
diagnostiche differenziali delle diverse trance.

Non riteniamo che in queste condizioni H terapetita offra


solo uri'occasione, un esempio, libero da ogni possibile
attributo condizionante, qualificante o deviante, e che
l'individuo non sia schiavo di una formula preordinata,
prevista e suggerita dal terapeuta. Non vediamo quale altra
scelta possa avere H soggetto a cui viene imposto di vivere
l'esperienza delle formule su citate: o le vive e allora ne
rimane schiavo senza accorgersene, con buona pace sua e
di tutti quegli psicoterapeuti a cui fa paura la parola ipnosi;
o la respinge e allora H metodo fallir.

A parte che la parola schiavo non si pu adoperare neppure


per l'ipnosi pi possessiva come, con tutta sicurezza, pu
affermare chi scrive dopo averla documentata in molteplici
suoi casi filmati e in congressi scientifici.

La verifica riflessiva dell'esperienza, di cui i cultori del


training propugnano la certezza, appare, nelle condizioni
ipnoidali, create dalla recitazione delle formule, pi teorica
che pratica.

E molto cauti bisogna anche andare, nel differenziare nella


pratica terapetitica, l'autogenia dall'autoipnosi, per quanto
abbiamo precedentemente spiegato.

t risaputo come nell'autogenia rimane sempre una certa


vigilanza dell'Io, un certo grado di auto

(CIAPPI, La ventilazione alveolare e lo scambio dei gas nel respiro indotto

con il RAT nelle gestanti a termine, aggiorriamenti in Ostetricia e


Ginecologia, IV', 5-6; 171-175 Ediz. Minerva Medica, Torino, 1971).

coscienza che si autopossiede e controlla; per cui il


soggetto, senza alcun aiuto esterno, pu sempre
reintegrare una situazione di dissociazione e recuperare
l'unit dell'Io. Inoltre l'lo scisso sempre capace di verifiche
e differenziazioni fra realt e immagini.

Nell'autoipnosi invece questo autocontrollo si perde e si


possono raggiungere condizioni dissociative che perdurano
al di l della volont stessa del soggetto e a volte non pi
recuperabili senza un aiuto esterno (ad esempio: deficit
motori o sensitivi, fenomeni astasici, abasici,
perseverazioni ideative, immaginative ecc.), in persone non
aventi gi un normale equilibrio psichico. In questi casi
viene a mancare la critica discriminativa fra realt e
immagini, e il soggetto si comporta secondo un modello
autosuggeritosi, vissuto quasi allucinatoriamente.

Tuttavia riteniamo che il passaggio dall'autogenia


all'autoipnosi si avveri frequentemente nella pratica clinica,
non solo per le tecniche messe in uso, ma anche per la
particolare personalit del paziente.

L'esperienza clinica ci ha documentato, sin dal 1970, come


durante una esercitazione di T.A. eseguita su un gruppo di
50 allievi medici, dal Dott. Crosa, all'Universit Cattolica,
con gli identici esercizi autogeni uno di costoro abbia
vissuto infatti il rilassamento in modo tale da sconfinare in
una tipica astasia-abasia; che non pot pi essere risolta
con metodi autogeni, ma solo col personale intervento
ipnotico di chi scrive.

Secondo Piscicell in alcune recenti pubbUcazioni di Luthe


appare sempre pi prevalente l'orientamento che solo i
primi due esercizi di Schultz si possono considerare
autogeni e gli altri quattro sarebbero solo complementari.

Del resto anche altri cultori del training autogeno, come


Klaus Thomas, ammettono che l'immagogia autogena,
insegnata collettivamente e praticata a domicifio, pu
essere approfondita sotto forma di immagogia ipnotica.

Abbiamo insistito su questa diagnostica differenziale


perch sia sempre pi chiara agli studiosi quale debba
essere a nostro modesto avviso l'impostazione dottrinale a
proposito della terminologia degli stati ipnotici riportata nel
capitolo 1, paragrafo 1 e successivamente.

Non per tutti chiaro che cosa sia veramente l'ipnosi,


poich spesso si confondono, ad esempio, le tecniche
induttive di essa, che fanno parte di

quello che io chiamo ipnotismo con lo stato raggiunto


dell'ipnosi, col quale poi esse non si possono pi
identificare sic et simpliciter. Guantieri, ad esempio, scrive
che l'ipnosi l'insieme delle condizioni
neuropsicofisiologiche presenti nell'organismo quando
l'induzione ipnotica ternnata, differenziando quindi,
come Granone, l'ipnotismo quale tecnica, dall'ipnosi come
stato (cap. 1 S 1).

La suggestione, ad esempio, che nei procedimenti


dell'ipnotismo viene adoperata per indurre l'ipnosi, non pu
senz'altro identificarsi con questa, in quanto in quest'ultima
si rivelano situazioni neurovegetative, somatiche e
psichiche (ampiamente descritte nel presente trattato ai
capp. 9, 10, 18) che sul piano clinico e neurofisiologico
nulla hanno pi a vedere con la suggestione che ad esse ha
dato l'avvio; co come un rumore che provoca una valanga
non pu identificarsi con la valanga all'esame obiettivo dei
fatti.

Altri equivoci insorgono perch non tutti partono da un


concetto univoco di ci che veramente l'ipnosi, da me gi
definita (cap. 1 S 1) come un particolare stato psicofisico
che permette di influire sulle condizioni psichiche,
somatiche e viscerali di un soggetto, e che viene indotto
dal rapporto con un ipnotista; ma che pu essere
autoindotto mediante monoideisn- pi o meno suggestivi
imperanti nella mente del soggetto stesso.

Non tutti infine nelle loro considerazioni ricordano che


l'ipnosi un fatto eminentemente dinamico e non statico,
che va dalla cosiddetta ipnosi vigile, allo stato
sonnambolico.

Pertanto i parametri pneumografici, pletismografici,


elettrocardiografici, che si rivelano negli stati indotti con
metodiche diverse devono essere considerati tenendo
conto di questo carattere fondamentale dell'ipnosi, prima di
basarsi su di essi per escludere o meno la presenza di
questa negli stati indotti.

Anche il sonno fisiologico, ad esempio, ha il periodo


dell'addormentamento, dei sonno profondo, dei sogni, del
risveglio, con tracciati elettroencefalografici ben diversi,
con modificazione dei riflessi e della cronassia muscolare
differenti secondo la profondit del sonno, per cui si pu
arrivare o no al Babinski, con modificazioni ancora diverse
del respiro, dell'equilibrio acido-basico ecc.

E per questo allora diremo che lo stato


dell'addormentamento e del risveglio non fanno parte di
quella condizione regressiva che il sonno?
E parimenti diremo che la cosiddetta ipnosi vigi
le, o uno stato ipnotico sonnambolico con amnesia, con
personalit alternante e analgesia non fanno tutti parte
dello stesso processo psiconeurofisiologico che l'ipnosi,
secondo H concetto da me esposto, solo perch differente
lo pneumogramma e qualche altro parametro nella trance
beve e in quella profonda?

Gi in passato e nelle precedenti edizioni di questo trattato


abbiamo spiegato in pi punti cosa si debba intendere per
trance (cap. 9 S 7 ecc.) e quando questa diventa una vera
e propria condizione ipnotica. Ripetiamo e chiariamo alla
luce dei nuovi termini apparsi nella letteratura e che si
propongono da ogni parte la sostanza chnca delle cose.
Quando nell'Io si verificano fenomeni di scissione
intrapsichica per suggestione, indottrinamento,
innamoramento, transfert ecc. ed esso regredisce a
sottosistemi di funzionamento primari e secondari con
atteggiamenti monadali, propri dei primo stadio
dell'evoluzione ontogenetica, si realizza una trance; ma
quando compaiono, in questo stato di trance e cio di
parziale dissociazione psichica dell'Io, fenomeni di

ideoplasia pi o meno controllata auto o eteroindotta allora


noi riteniamo pi opportuno parlare di trance ipnotica o
semplicemente di ipnosi.

Prendiamo ad esempio l'estasi mistica con il suo stato di


coscienza ridotta in estensione, ma aumentata in intensit;
contraddistinta da netta prevalenza delle funzioni
rappresentativo-emotive su quelle critico-intellettive e di
parziale dissociazione psichica. P, chiaro che qui abbiamo
una condizione pscofisica che non propria della veglia
usuale, e che chiarniamo trance; e cio di quelle condizioni
di coscienza che possono suscitarsi non solo per fattori
mistici, ma di innamoramento (per i quali un'emozione
intensa confonde la specificit delle risposte e favorisce la
regressione e l'assimilazione monadale). Essa pu
suscitarsi anche durante H raptus della creazione artistica,
o della divinazione scientifica.

Ma se durante questa condizione compaiono fenomeni di


intenso monoideismo suggestivo ideoplastico capaci di
modificare la reattivit organica e psichica in modo
notevole, con la comparsa ad esempio delle stigmate
sanguigne nella trance mistica; di grafia ematica (cap. 10 5
7) di analgesia, catalessia, isolamento sensoriale (cap. 10 S
1, 2, 3 ecc.), distorsione temporale (cap. 9 5 3), o
illuminazioni parapsicologiche e percettive (cap. 9 5 7) noi
allora parliamo di stato ipnotico autoindotto o eteroindot

to e soltanto allora: altrimenti chiunque si raccoglie in


preghiera o innamorato sarebbe in ipnosi.

Piscicelli distingue anche un substrato primario

indifferenziato dalla comunicazione con cui due soggetti si


pongono in modo interlocutorio, e che denomina infert, al
quale potrebbe seguire la trance.

In equivoco cadono spesso coloro che non riflettono sulla


dinarnica e sul multiforme aspetto degli stati di coscienza.

Qui ci preme puntualizzare come noi, pur mettendo delle


differenziazioni cliniche tra le diverse condizioni di
coscienza, non eleviamo delle barriere tra queste, potendo
esse di momento in momento slittare le une nelle altre:
co l'autogenia del T.A. nell'autoipnosi; la semplice trance
in quella ipnotica. Per cui per lo meno arduo per un
operatore asserire categoricamente che con la sua
metodica egli non suscita mai stati ipnotici, ma solo
rilassamento autogeno (pur utilizzando per ottenere la
commutazione della coscienza sollecitazioni ideomotorie
dipeso e calore con modalit suggestive), e asserire che
egli garantisce sempre il rispetto e le varie istanze dell'Io,
non provocando mai fenomeni di transfert.

Temiamo che cosi dicendo si rischi di identificare puri


schemi teorici con una realt clinica che solo in parte si
accosta ad essi. Riteniamo ad esempio condizione
puramente teorica quella auspicata da alcuni sofrologi che
preoccupati dei seri pericoli dei transfert <il quale
instaurerebbe un rapporto di medievale potenza col proprio
malato, favorendone la sudditanza e la regressione)
propongono l'alleanza sofronica che non transfert, ma un
mettersi d'accordo col paziente insegnandogli a rimettere
in ordine quelle possibilit di guarigione che sono insite in
lui. Ma nella propugnata situazione d'insegnamento noi
pensiamo che chiunque pu riconoscere fenomeni di

transfert, essendo questi pressoch universah, come la


psicoanalisi ci insegna; e inoltre noi pensiamo che tale
atteggiamento di neutralit non sia sempre possibile, n
terapeuticamente utile.

Condizione teorica anche quella considerata dai fautori del


RAT che asseriscono non esservi alcun transfert durante
questa metodica, e che essa non provoca dipendenze;
rilevando che tra i suoi strumenti di indagine e terapia
non ha l'analisi del transfert, non essendovi alcun bisogno
di risolvere i legarni dei rapporto. E in questa
introfiessioneregressione auspicata dai fautori
dell'autogenia, Musatti vede un pericolo addirittura
schizofreniciz
zante,* (vedi Il Fenomeno Ipnosi, Ancona, Granone, Musatti e Altri, p.
115) Nuova Spada editrice, Roma, 1980.

a parte che, ripetiamo, raramente esistono rapporti


comunicazionali, soprattutto terapeutici, privi di qualche
transfert.

Ma l'ipnosi, per chi scrive non tanto un transfeti in senso


psicoanalitico, o un rapporto particolare obiettivo materiale
di tipo energetico (cap. 8 S 1), o una semplice suggestione
mentale auto- o eteroindotta (cap. 8 5 2a, b, c), o un
semplice riflesso condizionato (cap. 8 5 3), o ancora un
modo di comunicare anche a livello non verbale (cap. 4 5
12 e 13); ma un modo di essere dell'organismo per l'azione
di determinati stimoli dissociativi che lo fanno regredire a
livelli particolari di comportamento, che abbiamo chiamato
parafisiologici per distinguerli da quelli patologici (isterici o
nevrotici in senso lato).

Essendo l'ipnosi una sindrome clinica a s stante (cap. 8 5


2a; cap. 9 5 2 e cap. 20 S 1) che non si pu infeudare in
quadri prestabifiti seguendo i diversi indottrinamenti, senza
alterare la realt clinica dei fatti.

Certamente il training autogeno respiratorio di Piscicelli


fra le tecniche in auge quella che meno di tutte sfrutta gli
effetti ideomotori suggestivi (ancora meno del training
autogeno di Schultz, secondo l'autore), tanto negativi per
l'autogenicit. Essa cerca di evitare al massimo il rapporto
di autorit fra terapeuta e soggetto; per quanto questo sia
sempre automaticamente presente in una relazione
terapeutica.

1 suoi esercizi hanno pi il carattere (per lo meno


apparente) di un semplice apprendimento, e attivano livelli
di aggiustamenti funzionali sicuramente autogeni con
ricupero di sistemi psicosomatici di omeostasi validi e che
le strategie di pensiero hanno inopportunamente dirottato
sul comportamento motorio e volontario. I dinan- smi
della scissione, durante le metodiche caldeggiate, vengono
utilizzati in modo che le funzioni superiori del pensiero
(critica, riflessione ecc.) non siano delegate all'operatore
che le manipola (?) e orienta dall'esterno del soggetto; ma
questo viene allenato a porsi in confronto con le esperienze
propriocettive e a valutarle direttamente nei loro effetti.
Questo aggiustamento dell'equilibrio omeostatico
psicosomatico noi l'abbiamo costatato varie volte durante il
semplice rilassamento ipnotico indipen

dentemente da suggestioni specifiche al particolare


equilibrio in atto nel paziente (cap. 13 S 4). Crediarno
indispensabile mettersi d'accordo su quanto siamo andati

esponendo in questo capitolo per evitare inutili dibattiti che


peraltro non devono meravigliare.

Si osservi, ad esempio, che cosa sta succedendo per la


nosografia della schizofrenia, dove, accanto
all'atteggiamento convenzionale che d per scontata
l'esistenza di un'entit nosologica chiamata schizofrenia Ga
cui ereditariet accertata), sono sorte scuole
antipsichiatriche che reputano addirittura incompatibile per
la schizofrenia il tern-ne di malattia, e che non si possa
legittimare il suo inserimento nell'ambito della nosologia
medica (Laing, Cooper e sociopsichiatri vari). Per vero
risultato che il concetto di schizofrenia usato dagli
americani pi ampio di quello adoperato dai londinesi, e
spesso anche all'interno dello stesso paese varia
l'estensione del termine, tanto che l'Organizzazione
Mondiale della Sanit nel 1959 ha promosso una serie di
studi transculturali i cui risultati sono stati pubblicati nel
1974.

Non c' da stupirsi quindi se sorgono delle discussioni nel


campo dell'ipnosi, ancora co poco conosciuta nelle
cliniche universitarie. Abbiamo cercato di illuminare questo
termine alla luce della nostra esperienza e con esso
abbiamo creduto opportuno etichettare una entit clinica
che affiora spesso inaspettatamente in modo autogeno od
eterogeno. Avendo idee precise in merito non difficile
riconoscerla.

Del resto, dal 1980 al 1988, nel volgere di otto anni, se non
sbagliamo anche U. Piscicelli ha modificato notevolmente le
sue metodiche di approccio e le formulazioni verbali,
riportate all'inizio di questo paragrafo; che tante

perplessit anni or sono hanno suscitato per l'esistenza in


esse di una pura autogenia e per la dichiarata assenza del
transfert.

Infine, riteniamo che se ci si limita allo studio della


coscienza normale della veglia o a quella patologica delle
malattie mentali, trascurando quella propria dell'autoipnosi
(insorgente anche in modo autoctono per monodeismi
pregnanti di fattori emozionali) si rischia di confondere la
dissociazione che compare in essa con lo stato patologico
schizofreni co (non cos facilmente reversibile); la
concezione intuitiva o dell'estasi mistica, con quella
allucinatoria; lo stato artistico creativo, con quello
maniacale improduttivo.

(c)

Altre tecniche di rilassamento con l'aiuto di esercizi


fisici e particolari posture. Rilassamento di Jacobsen.
Metodo dei riflessi opposti basato sulla respirazione e la
respirazione nel RAT.
Rilassamento dinamico di Caycedo.Rilassamento D.A. C. di
Dumont-Abrezol.RILASSAMENTO DI JACOBSEN
Al metodo tedesco di Schultz fa riscontro quello americano
di rilassamento d E. Jacobsen, che un metodo di
distensione mentale avente come punto di partenza la
distensione muscolare. Esso, per certi aspetti, pi
complesso di quello di Schultz e consta di tre fasi
progressive.

Nella prima, il soggetto disteso su un lettino contrae con forza il suo


avambraccio, come per contrarre H bicipite, e quando cessa tale
contrazione gli si fa osservare la sensazione che si accompagna al
rilassamento muscolare successivo. Progressivamente il soggetto impara
a percepire questa sensazone anche quando la contrazione non stata

che minima e a discernere le pi leggere tensioni dei muscoli per arrivare


infine a un perfetto rilassamento senza una precedente contrazione.

S procede cos per tutti i gruppi muscolari, compresi quelli del viso, della
fingua, degli occhi, della laringe (contando sino a dieci, a voce sempre
p bassa).

Si fanno da una a tre sedute per settimana sotto controllo medico, pi


una o due sedute quotidiane eseguite spontaneamente dal soggetto, da
trenta a sessanta minuti, perch la distensione generale, a partire
soprattutto dal momento che essa raggiunge il volto genera la
sospensione dell'affivit mentale e per conseguenza il sonno.

La seconda fase si fa a soggetto seduto su una poltrona e porta H nome


di rilassamento differenziale insegnando quali muscoli possono rimanere
rilasciati, mentre gli altri sono per necessit contratti.

Durante la terza fase il paziente apprende quali tensioni muscolari si


accompagnano alle emozion che lo affliggono (paura, angoscia, timidit,
fobia).

Egli potr cos pervenire e ridurre queste tensioni muscolari, il che


dovrebbe contribuire a sbarazzarsi dell'emozione stessa (Dauven, 1963).

Altre tecniche di rilassamento basate su studi di neurofisiologia


sono quelle respiratorie che vengono chiamate in modo
diverso dai vari autori, ma che fondamentalmente
utilizzano le modificazioni neu

rovegetative, biochimiche e visceropsichiche che

conseguono a un determinato tipo di respirazione. Esse


possono indurre non solo il rilassamento ma, possono
collaborare a produrre veri stati di autoipnosi, con catalessi
e analgesia. Secondo alcuni ricercatori sarebbe possibile,
con un semplice esercizio di respirazione, modificare a
volont l'attivit e la dominanza degli emisferi cerebrali.
METODO DEI RIFLESSI OPPOSTIBASATO SULLA
RESPIRAZIONEE LA RESPIRAZIONE NEL RAT
Il dottor Ren Madel, citato da Dauven, ha messo a punto un sistema
che chiama metodo dei riflessi opposti con cu si insegna al soggetto a
respirare scientemente secondo il ritmo che gli naturale e che stato
prima precisato con una ginnastica respiratoria allo stato di veglia.

Iniziato l'esercizio, il paziente si concentra sul suo modo di respirare,


regolando e controllando coA l'azione dei nervi pneumogastrci,
conduttori principali delle reazioni motrici di tutto il sistema
neurovegetativo.

Assodato che ogni minima aggressione esterna provoca reazioni di difesa


automatiche, trasmesse soprattutto attraverso lo pneumogastrico
secondo una concatenazione ben conosciuta, si cerca di agire sui nervi
pneumogastrici con la respirazione scientemente ritmata, in modo da
conseguire uno stato di decontrazione e di distensione.

Il nome di riflessi opposti deriva dal fatto che una intensa aggressivt
porterebbe, con questa tecnca a dei rifless di decontrazione accentuata,
in modo inversamente proporzionale.

In Italia, anche Pisciceffi si basato sulla respirazione per indurre


analgesia e tranquillit nelle gestanti, ma invece che di una respirazione
scientemente ritmata egli parla di un training autogeno respiratorio, il cui
andamento sarebbe molto sin-ffle alla respirazione che si instaura
durante il sonno, con esso potrebbero indursi anche stati di infert ed
eutonia muscolare.

RILASSAMENTO DINAMICO SECONDO CAYCEDO


Il R.D. una tecnica di allenamento psicofisico elaborata
su metodi ofientali, H cui scopo principale un'azione
benefica, diretta e progressiva sulla coscienza. Tale metodo
non si oppone ad alcun altro metodo di rilassamento
(Caycedo, 1969, pp. 130-37).

Tempo di allenamento. 2 consigliabile apprendere il metodo di gruppo,


per un periodo iniziale di un mese,
Fig. 4.23. (a) Lo Yogi prepara la sua mente con una tecnica
d'autoconcentrazione profonda come fase precedente gli esercizi. La
posizione delle mani il simbolo del saluto indiano. (b) Sciatori svizzeri
trattati con il rilassamento dinamico. Il metodo di rilassamento dinarnico
di Caycedo comincia con lo stesso processo. L'autoconcentrazone degli
sciatori favorita dall'azione verbale (te~s lgos) del loro allenatore.
sotto la guida di un sofrologo. Gli esercizi possono essere praticati
quotidianamente od ogni due giorni, con sedute di circa un'ora.

Al primo mese di allenamento, segue un periodo libero, di durata


variabile, durante il quale ognuno seleziona i propri esercizi, siano fisici o
psichici, con un controllo settimanale da parte di un sofrologo.

L'iniziazione in gruppo e il periodo libero costituiscono H primo grado del


rilassamento dinamico. Questo si compone di due parti, ciascuna della
durata di due settimane. Esso di origine induista Yoga e si compone di
una serie di esercizi fisici e mentali hata yoga e raya yoga (figg. 4.234.27).

Il secondo grado di rilassamento dinarnico si basa sulle tecniche


buddiste, ricorrendo a un tipo di respirazione sincronizzato con la
meditazione. Ci che gli induisti ottengono meditando su un oggetto
estraneo, i buddisti l'ottengono ponendo l'attenzione sul proprio schema
corporeo. Il terzo grado del rilassamento dinarnico si ispira infine allo

Zen.

Il rilassamento dinamico va eseguito sotto controllo medico; se il


sofrologo non lo , necessaria una visita medica preliminare.
Parte prima 05rima e seconda settimana)l. Periodo Preparatorio:
a) Nelle prme due settimane s realizzano gli esercz dopo H Neti-Kriya,
praticato ogni giorno salvo controindicazion. li Neti-Kriya consiste nel
lavaggio delle fosse nasali e dei seni paranasali con soluzione fisiologica,
alla temperatura corporea; esso termina con esercizi respiratori bruschi e
capo inclinato, tenendo il corpo leggermente flesso e ruotando la testa,
mentre si inspira aria con la bocca e si espira fortemente dal naso.

b) Dopo H Neti-Kriya, si realizzano esercizi respirator rtnc, brev, con


contrazion de muscoli addominal, eseguite all'impiedi. Lo scopo di
scaldare ovvero attivare il fisico in generale e preparare quindi 2
soggetto agli esercizi seguenti.

c) Rilassamento in Piedi. Man mano che H corpo si rilassa, si realizza


l'esercizio chiamato Trotac dagli ind; si fissa un punto imma~o sulla
fronte, in modo da produrre una convergenza mediale degli occhi, come
se si cercasse di guardare tra le sopracciglia. Dopo qualche minuto, gli
occhi si chiudono e comincia il:
d) Primo esercizio mentale con l'aiuto dei te~s Id Fig. 4.24. (a) Uno degli
esercizi di stimolazione selezionato da Caycedo tra i sistemi Yoga per
l'elaborazione del metodo di rilassamento dinamico. (b) Lo stesso
esercizio adattato al rilassamento dinarnico.
gos (-repnvQ = piacevole, 1yoQ = parola), col quale si cercher di
ottenere una discesa del livello di coscienza (obnubilamento mentale),
senza meditare su alcun oggetto determinato. Si cercher di mantenere
un certo obnublamento della coscienza a livello "fondo, ai limiti dei
sonno, durante gli esercizi che si svilupperanno durante le prime due
settimane. Solo con la terza settimana, si cominceranno esercizi
psicologici di concentrazione, meditazione e contemplazione. Si favorir
la deconnessione mentale del soggetto con H mondo esterno,
permettendogli, il contatto con H suo mondo interno, attraverso la
sensazione di recupero.

Parte seconda (terza e quarta settimana)


In questa seconda parte, H Neti-Kriya si far solo due volte alla
settimana.

Durante la terza settrnana, nel corso del rilassamento in decubito


dorsale, e al termine del rilassamento di recupero, il sofrologo direttore
inizier l'afienamento mentale, in accordo con le direttive orientali
sull'argomento della concentrazione e della meditazione, lasciando la
contemplazione per l'ultimo rilassamento in decubito dorsale.

Con il terpns lgos indirizzer la concentrazione dello spirito su un


oggetto, preferibilmente naturale (acqua,

nuvole, alberi, rocce ecc.); qualora l'oggetto scelto non fosse gradito, il
sofrologo terr un atteggiamento neutro, favorendo la concentrazione
sull'oggetto liberamente scelto.

Dopo qualche rninuto di concentrazione, si daranno indicazioni per far


ritrovare ai soggetti lo stato psicofisico normale, come gi detto.

Il soggetto, in piedi, continuer gli esercizi di questa seconda tappa,


facendo in modo di mantenere lo stesso obnubdamento mentale della
prima parte; ma far inoltre in modo, durante la dnanca del processo,
di meditare sull'oggetto nel quale si concentrer durante H rilassamento
da sdraiato.

Per renderci esattamente conto della metodica del rilassamento


dinamico, abbiamo voluto partecipare per tre giorni a Sitges (Barcellona)
nell'ottobre 1970 a un corso di sofrologia con esercizi collettivi, condotti
dallo stesso Caycedo, fondatore della Sofrologia.

Ci siamo convinti che la sofronizzazione di gruppo con il rilassamento


dinamico soprattutto un metodo di ipnotizzazione di gruppo, valido in
determinati ambienti e climi.
Lo stato di coscienza che si raggiunge con gli
esercizi fisici e con la parola (te~s lgos) del sofrologo uno stato
ipnoi"e auto-eteroindotto di modesta profondit nella grandissima
mggioranza dei casi e sulla sua validit terapeutica, specie nel campo
della psiconevrosi, della psicosornatica e delle tossicomanie,
dell'alcolismo, si attendono ancora maggiori dati statistici e una pi
diffusa esperienza. Il rilassamento dinarnico, come il training autogeno di
Schultz, fa appello alla coscienza del vissuto corporeo, che viene
passivamente acquisita dal soggetto che esegue il rilassamento, in
quanto che in alcuni esercizi l'oggetto della concentrazione diventa H
soggetto stesso. Come H training, il rilassamento diriamico impegna
assai meno la responsabilit dello psicoterapeuta nel rapporto transferale
e nel successo terapeutico per la parziale autogenia del metodo.

Noi possiamo affermare che i metodi classici e personali descritti in


questo trattato ci permettono di raggiungere nell'ambito ospedaliero ed
extraospedaliero un pi rapido aggancio col paziente sin dalla prima
seduta, di quarantacinque niinuti circa,

e di instaurare con un ciclo di dieci sedute, eseguite nello spazio di 30-40


giorni, un valido rapporto psicoterapeutico fruttuoso di successi
controllati a distanza di anni.

Peraltro nostra convinzione che ogni metodo psicoterapeutico sia valido


anche secondo chi l'adopera e pensiamo che quello di Caycedo, come
quello di Schultz, possano essere fruttuosi nelle mani di psicoterapeuti
particolarmente versati per queste metodiche lente e ampiamente
permissive; mentre costoro probabilmente non otterrebbero che scarsi
successi con i metodi classici dell'ipnosi, ancora in uso in tutto il mondo e
non sempre facilmente sostituibili per la cura di varie malattie.
RILASSAMENTo D.A.C. (DEBouT, Assis,

COUC119) Di DumoNT-ABREZOL

Tale metodo una forma di transizione tra il training autogeno classico e


il rilassamento dinami

Fig. 4.25. (a) Altro esercizio, quello del collo, selezionato per il
rilassamento dinamico. (b) Lo stesso esercizio nel suo adattamento
definitivo. Nel rilassamento dinarnico le tecniche orientali sono utilizzate
come veri sistern di induzione sofronica.

Fig. 4.26. Il secondo grado del rilassamento dinamico


utilizza anche alcuni fenomeni di tensione muscolare
chiamati catalettici nella terminologia dell'ipnotismo. Nel
metodo di Caycedo la contrazione e la decontrazione si
fanno volontariamente sotto la direzione del sofrologo.
co secondo Caycedo, precedentemente descritti.
Il metodo comprende sei esercizi progressivi. Non si deve
iniziare l'esercizio successivo senza aver ben assimilato il
precedente. Ogni esercizio comprende una parte da
eseguirsi in piedi (D), un'altra da seduti (A), e un'ultima da
eseguirsi sdraiati (C). La complessit dell'esercizio aumenta
dall'impiedi a sdraiati.

19 metodo D.A.C. si ispira allo Yoga, al rilassamento


secondo Jacobsen e Pierce, al training secondo Schultz, al
rilassamento secondo Caycedo e ad altri metodi di
carattere sofrologico.

Alla Scuola Medica Thomas Jefferson, nel maggio 1970,


sono stati fatti studi (in due casi) per dimostrare le
modificazioni fisiologiche ottenute con il training autogeno
di Schultz, costatare le diverse modificazoni fisiche
provocate mediante emozioni

suggerite durante il training (in particolare paura e amore)


e costatare le differenze tra il traininig autogeno puro
(T.A.P.), il training autogeno eseguito con un sottofondo
musicale (T.A.M.) e il traininig autogeno sofronizzato o

guidato (T.A.S.).

Non sappiamo che cosa pensino i cultori ortodossi del


metodo di Schultz di queste forme di autogenia in cui si
suggeriscono emozioni e sofronizzazioni varie.

Ci sembra che nella mescolanza dei metodi che


appartengono alla Scuola Sofrologica, si trovino H training
di Schultz e la vecchia ipnosi suggestiva camuffata
riaffiorare da tutte le parti, conunisti a qualche pratica Yoga
o Zen, in modo da approntare un insieme terapeutico con
molteplici agganci a livel[o fisiologico e psicologico, utile a
svariati usi per chi ha fiducia in esso. Quel che conta per,
secondo noi, sempre la modificazione dello stato di
coscienza, pi che le tecniche che possono essere infinite.

Ci chiediamo infine: qual il vantaggio di tecniche cos


lunghe come quella dei training autogeni, che abbisognano
in media di circa tre mesi per ottenere ci che con i
procedimenti eteroipnotici si pu a volte, ottenere in poche
sedute?
1 vantaggi E vediamo in un assai minore impegno
Fig. 4.27. Rilassamento dinarnico di Caycedo (secondo
grado). Si tratta di un processo di sofronizzazione che
utilizza alcune tecniche di respirazione buddista combinate
con movimenti lenti che favoriscono l'integrazione dello
schema corporeo su piani razionali di coscienza.

personale da parte dell'operatore e, secondo alcuni, in una


minore dipendenza da questi del soggetto che verrebbe

coi favorito nella sua maturazione. Ma per la dipendenza


ripetiamo quanto gi stato detto e diremo ancora:

a) il dominio defl'ipnotista sul paziente ben lungi


dall'essere tale e non esiste in ipnosi quel grado di
passivit che molti credono, con cessione della propria
personalit a quella dell'ipnotista.

b) Questi, con una tecnica adeguata, pu fare in modo che


la passivit non si crei o perduri.

Quali gli svantaggi e i pericoli del training autogeno? Sono


quelli defia dissociazione autogena, con tutti i pericoli che
questa pu procurare in soggetti non selezionati e privi del
controfio medicospecialistico, come abbiamo precisato
all'inizio di questo paragrafo sull'autoipnosi.

Noi, come abbiamo gi detto, reputiamo pi pericolose


queste pratiche autoindotte, rispetto a quelle eteroindotte,
perch spezzano l'unit della personalit e possono
facilitare stati sonnambolici, sdoppiamento della coscienza
e dissociazione psichica, senza alcun adeguato controfio
tecnico del medico.

In altre parole, l'esperienza clinica ci insegna che quanto


pi intensa la commutazione della coscienza con
conseguente dissoluzione della personalit, tanto maggiori
diventano le possibilit autogeniche e quanto maggiori
diventano queste, tanto pi facile lo slittamento in stati
autoipnotici, con monoideismi imperanti nella psiche e nel

soma, limitanti quei poteri di critica che sono congiunti a


condizioni di vigile attenzione, distribuita a diverse idee e
oggetti.

E quando si raggiungono in modo autogeno questi stati


regressivi in un paziente, che fosse ad esempio affetto da
psiconevrosi, psicosornatosi o stati dissociativi, il pericolo
per la conservazione della integrit psicosomatica e del suo
normale equilibrio diventa maggiore che quando le
suddette condizioni sono raggiunte con l'eteroipnosi, la
quale gestita da un tecnico sempre dosata ad personam
nefia durata, nell'interisit e nelle specifiche qualit delle
suggestioni, in modo assai pi cauto e saggio.

Noi riteniamo che tutte le tecniche hanno il loro margine di


validit secondo i diversi soggetti a cui vengono applicate,
le loro diverse personalit, i diversi tempi e i diversi luoghi.

Un nevrotico, un isterico, una tocofobica e un soggetto


normale avranno bisogno di diverse mo

dalit di approccio, che possono andare dal training


all'ipnosi nella sua vastissima gamma di applicazione. P,
stato detto che esistono tante psicoterapie quanti sono gli
psicoterapeuti e ci nel senso che ogni operatore finisce col
modificare con la sua pecubare personalit, in modo a volte
inconscio, qualunque schema terapeutico prestabilito.

Purtroppo per ogni psicoterapeuta, che ottiene dei


successi con un determinato metodo, finisce a volte col

denigrare gli altri metodi e col non vedere pi l'utilit di


applicazione di questi a confronto del suo, a volte
decisamente inadatto; e viceversa, come pu accadere ad
esempio nell'ambito della stessa ipnosi, tra quelli che
propugnano un metodo pi o meno permissivo o
possessivo o tecniche dirette e indirette.

Di fatto sono assai numerosi i metodi di rilassamento. C'


chi vanta quello a prevalente sfondo neurologico, centrati
sul corpo con esercizi di contrazione e decontrazione
muscolare (Jacobson, Jerda Alexander, Winterbert); chi
propugna i metodi attuanti una sintesi tra l'esperienza
corporea ed il vissuto del soggetto con intendimenti
psicoterapici (Schultz, Soubiran, Berges, Bonnes); e chi
infine (De Ajuriaguerra, Sapir) si attiene a metodi ad
orientamento psicoanafitico nei quali H dato corporeo viene
interpretato nel contesto dell'immaginario, dei fantasmi, e
dell'investimento del S. Ad esempio, l'esercizio del plesso
solare di Schultz sostituito dal vissuto addominale
fantasmatico. Non si parla in questi ultimi di pesantezza,
ma di lasciare andare il braccio; non si danno formule
ripetitive, ma indicazioni varianti di volta in volta nel pieno
rispetto della libert del paziente. Con dei toccamenti si
possono suscitare pluralit di sensazioni e di pensiero in un
soggetto; in quanto non c' solo il corpo reale che vive
delle cose, ma anche un corpo fantasmatico quale schermo
in cui si proiettano i desideri. Queste terapie di
rilassamento durano da 6 mesi a 1 anno, una seduta la
settimana; e dovrebbero permettere una regressione e un
cambiamento.

Secondo noi la considerazione della maggiore o minore


validit del metodo va fatta non considerandolo in s, ma
in rapporto al caso clinico da trattare.

Lo psicoterapeuta che propugna solo i metodi psicoanafitici


o solo quelli del training o quefli ipnotici (perch tali metodi
soprattutto si attagliano afia sua personalit), uno
psicoterapista con vedute erronee in campo chnicomedico.
E cos come in caso di anuria alcuni nefrologi
somministrano anche dodici fiale di Lasix in un'unica flebo
da 250 cc. e un cardiologo pu limitarsi invece a
prescrivere una compressa dello stesso prodotto diuretico
due volte la settimana; cosi anche lo psicoterapeuta
riteniamo che debba in una psicoprofilassi ostetrica, o in
qualunque psicoterapia, secondo il soggetto, ricorrere
all'ipnosi o al RAT o al training autogeno di Schultz o allo
psicotraining di Peresson, in quanto che la bont del
metodo, ripetiamo, sempre in funzione dei paziente.

Questa pratica clinica, tutto il resto opinabile teoria.


(d) Espetienze mistiche, Yoga, Zen e autoipnosi
t per noi pacifico, come per vari altri autori (Meares,
Rossini, Motoyama), che molti riti religiosi suscitino stati di
coscienza in parte sovrapponibili a quelli dell'ipnosi,
producendo, come questa, immagini eidetiche,
allucinazioni, distensione, ffiuminazione interiore, con
controllo della psiche sul soma. Lo sciamanismo, lo Yoga, lo
Zen, la meditazione taoista e quella della religione
cristiana, spinte a un notevole grado di profondit e
d'intensit, possono facilmente indurre stato di trance
ipnotica.

Il dottor Hiroshi Motoyama in un suo lavoro (1966) ha


esaminato i punti di contatto e di divergenza tra

l'esperienza religiosa e il fenomeno ipnotico, paragonandoli


fra loro sotto H profilo psicologico e fisiologico, e secondo la
religione nella quale il fenomeno trova le sue origini.

Accenneremo, per somn- capi, all'esperienza religiosa


yoga, a quella dello Zen e a quella cristiana, trascurando lo
sciamanismo proprio di popolazioni primitive dell'Asia
centrale e settentrionale (siberiani), dell'America
settentrionale, della Groenlandia (esquimesi), dell'Africa, e
che ha sempre un carattere estatico, quando non
raggiunge la condizione sonnambolica autoipnotica, con
sdoppiamento della personalit.

Lo sciamano arriva alla condizione estatica per disposizioni


costituzionali, non di rado isteroepilettoidi; e, attraverso il
rullare continuo di tamburi, esercizi vari e danze, perde la
sua usuale personalit per divenire temporaneamente o
anche durevolmente un altro. In questa nuova condizione
effettua guarigioni, acquista facolt profetiche e
paranormali.

La scienza yoga, trasmessaci dal saggio Pantafijali, vanta


sedici secoli di esistenza, ed essenzialmente una filosofia
ind pervasa di pratiche ascetiche. Essa seguita in India,
nel Tibet, in Cina; come sistema di pensiero e di vita si
propone la salute fisica e mentale, lo sviluppo di poteri
supernormali e il perfezionamento etico- religioso
dell'uorno, che si realizza nell'unione con Dio.

Si compone di pi branche; le pi conosciute sono le hathayoga, che trattano del corpo, della salute e del modo di
conservarla. Il raja-yoga tratta dello sviluppo delle facolt

intellettuali e del raggiungimento della perfezione


spirituale; lo gnani-yoga dello sviluppo della saggezza,
sicch viene utilizzata la ricerca dei sapere come tecnica di
elevazione; il khasma-yoga dell'azione, secondo una
filosofia della vita riservato per i soggetti portati alle
realizzazioni pratiche; il bhakki-yoga dell'adorazione
dell'infinito e della preghiera.

Tecniche specifiche sono: la ginnastica immobile del


rilassamento e delle posizioni (asana); gli esercizi di
respirazione ritmica e controllata (pranayama); gli esercizi
per la padronanza completa del prana (principio energetico
della vita); l'allenamento al controllo e dominio del pensiero
(pratayadara) e della volont (dhydna- yoga).

Lo hatha-yoga si ricongiunge in parte ai metodi attuali di


autoipnosi e di rilassamento per alcuni suoi esercizi e per le
conseguenze psicosomatiche che con questi produce.

Secondo vari autori, la condizione yoga si differenzia da


quella ipnotica perch nella prima H paziente guidato a
raggiungere attivamente l'astrazione e la calma interna, e
in essa esiste una mentalit attiva, sorvegliata sempre dal
soggetto.

Nell'ipnosi, invece, prevalente il rapporto interpersonale,


sicch in quella autoritaria il soggetto influenzato entro
determinati limiti dall'autorit dell'ipnotizzatore, e in quella
cosiddetta passiva aiutato invece a raggiungere un grado
di abbandono assoluto.

Meares d vari suggerimenti per passare dallo stato


ipnotico a quello yoga e da questo a quello.

Per ottenere lo stato yoga dall'ipnotico passivo, necessitano


due o tre sedute preliminari di ipnosi profonda, durante le
quali viene spiegato al paziente che egli ha raggiunto un
grado tale di ipnosi da poter ottenere spontaneamente una
condizione di assoluta calma. In questo stadio le parole
devono essere adoperate il meno possibile; tutt'al pi si
ricorrer a qualche passo, che il paziente interprete
r come un aiuto nel suo tentativo di raggiungere la calma
da solo. Questa si riveler all'occhio dell'ipnotista dal
rilasciamento dei muscoli n-nci, con appianamento delle
rughe della fronte, dal rilasciamento dei muscoli
masticatori e apertura della rima orale presentati dal
paziente. Per evitare che questi dalla condizione yoga slitti
nel torpore ipnotico, bisogna fare in modo che vi sia una
costante vigilanza mentale da parte del soggetto sul suo
stato di rilasciamento. Ci si ottiene, secondo Meares,
dicendo: Rilassati da solo, sei affatto sveglio, senti tutti i
rumori che ti circondano, ma nulla interrompe la tua
calma. Il paziente, all'inizio pu stare poco tempo nello
stato di yoga e si vedono allora scomparire i segni
fisionomici sopra notati di rilassamento e di calma. Ai prin-
sintomi di tensione, Meares suggerisce il passaggio dallo
yoga a quello ipnotico, con adatte suggestioni verbali:
Adesso avverr un cambiamento; tu dormirai
profondamente e ti rilasserai ecc..

Meares ritiene, in via generale, inaccettabile per il mondo


occidentale la condizione yoga, per quanto egli l'abbia
prodotta, con qualche modifica, per la cura di malati
cronicamente ansiosi.

Il buddismo Zen pur esso un sistema di pensiero e di vita,


tenuto in notevole considerazione anche da vari religiosi
cristiani. Costoro pensano che H buddismo Zen abbia
trovato con la sua pratica la verit speculativa, che
fondamento naturale di ci che i cattolici ricevono dalla
fede cristiana. Come hanno trovato questa verit Aristotele,
Platone, Plotino, che ebbero delle intuizioni su punti
fondamentali della religione e della morale, tanto da
diventare il fondamento naturale della religione cristiana,
grazie alla speculazione medioevale che ne scopr H
legame.

La tecnica propria del counseling (presente nello Zen), in


cui si illustrano i rapporti fra maestro e discepolo, ha dei
punti di contatto con quella che si applica fra
psicoterapeuta e paziente.

Il counseling aiuta il discepolo a sviluppare al massimo le


proprie capacit affettive, conoscitive e orientative, come
appunto si fa con la psicoterapia.

Le ricerche elettroencefalografiche dimostrerebbero,


secondo gli autori giapponesi, che la cosa pi importante
dello Zen non sarebbe la postura o la respirazione, ma
l'attitudine mentale e la concentrazione.

Il raffronto con l'ipnosi viene fatto da vari autori (Yamaoka,


Kawashima, Akishige) per la concentrazione dello Zen;
rapporti somatopsichici e psicoso

matici vengono delucidati da Ikegarni nello Zen; la


meditazione, la respirazione, la postura avrebbero una
forza psicoterapica e, per effetto della seduta in postura
difficile mantenuta a lungo, l'lo diventerebbe, per co dire,
inseparabile dalla postura e funzionerebbe normalmente.

Secondo ricerche eseguite da Motoyama i fenomeni ipnotici


apparirebbero nello stato di concentrazione mentale,
essendo H posto della coscienza occupato dal subconscio.

Anche l'esperienza mistica cristiana, se vissuta


profondamente e intensamente, pu essere suscitatrice di
stati di trance, come tutte le esperienze religiose,
causando, in soggetti predisposti, immagini eidetiche,
allucinazioni e fenomeni psicosomatici.

Definiamo estasi mistica o religiosa un particolare stato


psicofisiologico paranormale, durante il quale una persona
si trova come trasportata al di fuori di se stessa e del
mondo sensibile; pervasa dalla passione di unirsi a un Ente
trascendente, concepito come principio stesso dell'essere,
e cio Dio nell'estasi religiosa, o l'Universo nell'estasi
cosmica.

Secondo alcuni (Marchesan) l'estasi mistica si


differenzierebbe dalla trance ipnotica perch non indotta,
n autoindotta. L'estasi non sarebbe autodeterminata dal
mistico, ma insorgerebbe come una crisi sonnambolica,
senza la volont del soggetto, ed evidentemente per volere
divino.

Peraltro resta difficile, secondo noi, escludere sicuramente


qualunque partecipazione pi o meno conscia, qualunque
condiscendenza e desiderio del soggetto nel determinismo
della crisi mistica, che pertanto, in questo caso, verrebbe a
essere in certo qual modo autoindotta e non una
improvvisa esplosione sonnambolica.

Sui fenomeni psicosomatici ottenibili durante lo stato di


estasi n-stica ritorneremo parlando delle guarigioni
miracolose nella parte terza (cap. 10 5 7; cap. 11 S 4c).

Riferendoci in parte alle ricerche di Motoyama, osserviamo


che l'esperienza religiosa e l'autoipnosi richiedono
entrambe le seguenti fasi:

1) Fase preparatoria, durante la quale ci si siede o ci si


sdraia in un luogo tranquillo; si distendono la mente e il
corpo per facilitare la concentrazione psichica; si evita
qualunque stimolo proveniente dal mondo esterno. Si
hanno co modificazioni del tono muscolare e circolatorio.
Riteniamo che tale fase pu essere praticamente
abolita quando, col ripetersi dell'esercizio, si stabiEscono
dei condizionamenti.

2) Fase di controllo dei sensi, durante la quale ci si isola dal


mondo esterno, dirigendo l'attenzione verso il proprio
mondo interiore. Esercizi di rilassamento di Jacobsen;
percezione della pesantezza, del calore ecc. nel training di

Schultz. Pratyara nello yoga.

3) Fase della concentrazione mentale, su oggetti religiosi


nell'esperienza mistica (meditazione), e in particolari
formule suggestive nell'autoipnosi, con la riduzione dello
stato di coscienza e l'instaurarsi di fenomeni psicosomatici;
illusioni di luce, di colore, di forma, termoestesia,
esaltazione dell'immaginazione. Dharana nello yoga.

4) Fase ipnoidale, per l'approfondirsi della concentrazione


mentale e dell'isolamento sensoriale. Dhyana dello yoga;
fase dell'estasi inistica cristiana; fase sonnambolica
dell'ipnosi, con allucinazioni.

E' l'esaltazione di questa condizione parafisiologica che


porta allo stato Savitarka-Samadhi nello yoga; all'Unione
con Dio in altre religioni; all'Ispirazione. L'lo come individuo
in questi casi non pi sentito come tale, n sul piano della
coscienza, n su quello dell'inconscio; l'lo si unisce con
l'Essere Superiore, cio con Dio.

Evidentemente tali rappresentazioni mentali sono una


peculiarit dell'estasi inistica e non dell'ipnosi, anche se sul
piano neurofisiologico trance autoipnotica ed estasi hanno
chiari punti di contatto.

Nell'estasi bisogna distinguere l'esperienza mistica yoga da


quella della cristianit. Questa dovrebbe essere
un'esperienza essenzialmente passiva, in quanto che si
raggiunge uno stato di ispirazione con l'intervento della

grazia di Dio, che l'oggetto della concentrazione mentale,


e cos si perviene a una unione con Dio.

Nello yoga invece, avremmo un'esperienza religiosa attiva,


dove si arriva alla rinuncia all'Io individuale, grazie alla
concentrazione mentale. Per mezzo di questa, scompaiono
sia l'Io come individuo, sia l'oggetto della sua
concentrazione mentale, e appare H vero lo superiore
(Motoyama).

Mentre durante l'esperienza iriistica passiva della cristianit


si perde generalmente coscienza, si cade in trance e in
catalessi, nell'esperienza yoga attiva, invece, ci non
avviene di norma, perch nello stato in cui cessa l'attivit
conscia umana, si risveglia una nuova consapevolezza e
una nuova

coscienza, che la coscienza superindividuale. Si suppone


che questa percepisca direttamente il mondo esterno non
attraverso i sensi, ma per intuizione (Prajna), e abbia con
esso un rapporto diretto. In entrambe le esperienze
religiose, sia l'attiva sia la passiva, l'individualismo umano
viene annullato e negato; ci si unisce finalmente all'Essere,
che superiore alla persona umana; si partecipa delle Sue
propriet e si finisce con il divenire il Superiore stesso
(Motoyama).

Anche nella fase Savitarka-Samadhy dello yoga vi sono


per dei casi in cui si perde coscienza in modo palese e si
cade in trance (Motoyama); e ci secondo noi dimostra
come non si possano stabilire dei rigidi confini fra i vari
stati di coscienza religiosi, ma vi sia ampia possibilit che

ognuno possa sfumare nell'altro, proprio come nei vari stati


di coscienza dell'ipnosi.
La differenza fondamentale fra l'esperienza religiosa e
quella ipnotica sta, per vero, nella diversit del contenuto
psichico fra le due. In quella religiosa questo contenuto
costituito dall'Essere Superiore o divino; non c' unmondo
individuale ma superindividuale, nel quale sussiste la
sostanza dell'esperienza mistica. In ipnosi, invece,ci che
emerge un Io psichico inconscio individuale; l'Io,
rafforzato dal complesso inconscio che non affioranello
stato di veglia, e pertanto tutta l'esperienza appare
racchiusa nell'ambito individuale.
Le caratteristiche psicologiche e fisiologiche delle persone
capaci di esperienza ipnotica e religiosa, secondo
Motoyama, sarebbero: pronta immaginazione con facilit a
illusioni sensoriali e instabilit del sistema nervoso
autonomo.

Tra costoro, poi, i calin, i capaci di lavoro fisso e


disciplinato, con predominio del parasimpatico, sarebbero
capaci di sviluppare ipnosi profonde e durature, con
possibilit di regressioni d'et e di amnesia post-ipnotica.

Quelli di temperamento mutevole, facili agli eritusiasmi,


con predominio del sistema simpatico, raggiungerebbero
invece soltanto gradi di ipnosi leggera.

1 prirn, con predominio parasimpatico, durante


l'esperienza mistica entrerebbero in stato di estasi
profonda, perdendo la coscienza; mentre i secondi
conserverebbero ancora la coscienza durante l'estasi.

Da questi studi risulterebbe che vi sono molti punti di


contatto fra le caratteristiche psicologiche e fisiologiche di
coloro che hanno esperienze reli
giose e di coloro che possono facilmente essere sottoposti
a ipnosi. Tuttavia si sbaglierebbe se si volesse interpretare
tutto l'aspetto dell'esperienza religiosa come un fenomeno
ipnotico, quando si rifletta che quella, contrariamente
all'ipnosi, tutto uno sforzo per abbandonare l'individuo e
immedesimarsi nel Super Individuo e nell'Essere Superiore
(Motoyama).

Alcuni possono ritenere questo Essere o Facolt


Supersensoriale una mera allucinazione; ma molte persone
attendibili, che hanno avuto una vera esperienza religiosa,
respingono questa forma soggettiva e ffiusoria di
interpretazione e credono nell'esistenza dei Dio (da essi
sentito attraverso una percezione extrasensoriale), con la
stessa convinzione con cui noi crediamo all'esistenza del
mondo esterno percepito per via sensoriale.
Evidentemente, in queste percezioni, la convinzione
fideistica dei soggetto fondamentale.

Un rilievo indispensabile da fare sul piano neurofisiologico


infine quello che riguarda Velettroencefalografta delle
estasi religiose, degli stati concentrativi di meditazione;
raffrontata a quella della ipnosi, dell'autoipnosi, e degli
allenamenti autogeni, e a quella delle estasi artificiali
psichedefiche.

Le ricerche ancora in corso, e con risultati a volte


discordanti, hanno avuto una puntualizzazione nel

settembre 1968, in occasione della terza Istituzione di Studi


superiori di Elettroencefalografia umana, che ha convocato
a Marsiglia numerosi specialisti orientali e occidental di
neurofisiologia clinica. H. Gastaut che ha presieduto ai
convegni cogi sintetizza le conclusioni:

La. contemplazione e l'estasi mistica naturale dei Yoghi,


dei monaci Zen e dei loro discepoli occidentali non hanno
un referto elettroencefalografico caratteristico, o si
manifestano solamente per una sincronizzazione neuronica
corticale lenta (rallentamento del ritmo alpha e comparsa
del ritmo theta) allorch gli occhi sono aperti (fatto che
generalmente desincronizza H tracciato), H che testimonia
la presenza di una condizione psicomotrice comparabile a
quella di un training autogeno o di una autoiPnosi.

L'identit fra training e ipnosi ed estasi mistiche, sarebbe


co sul piano elettroencefalografico accertata.

La contemplazione, l'estasi artificiale da droghe o non


modificano H tracciato, o inducono in esso invece una
sincronizzazione neuronica corticale rapida (accelerazione
del ritmo alfa e comparsa del

ritmo beta) quando gli occhi sono chiusi; e cio nella


condizione in cui generalmente meglio si evidenziano i
ritmi pi lenti; fatto che testimonia uno stato di
ipereccitabilit corticale identica a quella che
regolarmente provocata dalle sostanze allucinogene
allorch esse sono sperimentate in laboratorio senza
provocare l'estasi.

In questo caso prevarrebbero quindi le modificazioni


elettroencefalografiche della droga su quelle proprie
dell'estasi naturale e delle autoipnosi.
18. Biofeedback, tecniche di rilassamento e autoipnosi
La biofeedback terapia (BFB) che vorrebbe dire cura che si
avvale di una infonnazione biologica retroattiva una
metodica che permette a un soggetto di rendere pi palesi
le variazioni di alcune sue funzioni organiche, in modo da
poterle modificare volontariamente, sulla guida delle
informazioni fornitegli da uno speciale apparecchio in
modo, diremo, retroattivo. Questo collegato al soggetto
con strumenti diversi capaci di rilevare varie funzioni
organiche, come la conducibilit elettrica della cute, il suo
potenziale elettrico, l'attivit elettrica muscolare, cerebrale,
cardiaca, la pressione sanguigna, amplificando i vari dati e
trasformandoli in segnali acustici o visivi. Mediante questi H
soggetto pu seguire il variare di queste funzioni organiche
e porsi di fronte ad esse nelle condizioni migliori psichiche
e somatiche per modificarle convenientemente, mediante
vari volontari tentativi.

Gli strumenti che possono essere collegati col BFB sono:


l'elettromiografo, che viene usato nella rieducazione
neuromuscolare e per il rilassamento; lo psicogalvanometro
e lo Skin Potential Response (SPR) che misura il potenziale
delle fobie e della balbuzie; il Thermal per monitorare la
temperatura periferica nei casi di emicrania, di sindrome di
Raynaud e per il rilassamento; l'elettroencefalografo per
suscitare la prevalenza di specifiche onde cerebrali
sintomatiche di vari stati di coscienza nella cura
dell'insonnia, delle forme ossessive-compulsive; lo
sfigmomanometro per monitorare la pressione arteriosa; il
Pulse Wave Velocity per controllare le pulsazioni cardiache,

o la tumescenza del pene (Fuller, Prokasy, Ray).

La BFB terapia ha circa quindici anni di vita; appoggiata


dal behavorismo e, nel campo della psi
cologia clinica, le stata fatta la critica di essere delle due
tecniche siano assai scarse chiaro che superficiale e
sintomatica, rispetto alla terapia del l'ipnosi offre H
vantaggio di una maggiore rapidit di profondo.
Ma la risposta a questa critica pare sia stata data dai
risultati, in genere sottoposti a rigorose verifiche e
catamnesi (M. Tosello).

D'altra parte, come rilevano i fautori del BFB, questo


trattamento ha i seguenti vantaggi: esclude i farmaci; d
specificit di risposte; tratta la persona come totalit;
stimola la cooperazione alla terapia e la responsabilit
personale; d rinforzi immediati segnalando l'entit e la
direzione delle modifiche ottenute e contemporaneamente
d indicazioni per le successive strategie di tipo cognitivoimmaginativo; pu infine essere eseguito da personale
ausiliario e fatto a casa (Tosello, Anchisi, Pancheri).

Come viene a porsi il BFB rispetto alle. altre tecniche


distensive precedentemente esposte e all'ipnosi?

Ritengo che rispetto al T.A. e alle tecniche di rilassamento


in genere H BFB, offrendo dei parametri chiari per la
valutazione dei progressi, permette al soggetto un pi
facile addestramento al proprio rilassamento. M. Tosello,
incaricata dell'insegnamento di Terapie non analitiche

presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia


dell'Universit di Torino e consulente presso un Centro
Cantonale ticinese per tecniche comportamentali e di
rilassamento, ritiene che non pi del 10-15% dei pazienti
avviati al training autogeno lo continui con regolarit e
persistenza anche per la mancanza di parametri chiari di
riferimento. Pure le tecniche di Jacobsen secondo questa
autrice tendono a ingenerare noia e danno risultati di
difficile quantificazione.

In merito ai rapporti fra tecniche di BFB e autoipnosi


ritengo che, in determinati pazienti, sia possibile lo
sfittamento dallo stato attentivo proprio del soggetto (che
monitorizza una determinata sua funzione organica, sotto
la guida di indicazioni luminose o sonore), a quello di una
ipnosi vide, durante la quale si realizzi un monoideismo
plastico, con prevalenza delle facolt immaginative su
quelle critiche, isolamento dall'ambiente e modica
dissociazione della personalit,

E. J. Frischer e W. W. Tyron non hanno riscontrato alcuna


relazione fra l'pnotizzabht e l'abilit nell'apprendere le
strategie di BFB; mentre pare che l'apprendimento al
controllo di una funzione si conservi pi a lungo, se
avvenuto tramite ipnosi che non tramite il BFB.
Per quanto le ricerche comparative sui risultatirisultati (M.
Tosello).19. Tecniche mascherate
Si chiama tecnica mascherata quella tecnica con la quale si
induce ipnosi in un soggetto a sua insaputa, mascherando
la tecnica stessa.

In questo modo possibile ipnotizzare una persona senza il

suo consenso, laddove difficile ipnotizzarla contro la sua


volont, a meno che non sia stata gi ipnotizzata pi volte.

Una modalit di tecnica mascherata quella con cui si


induce la trance invitando il paziente a rilassarsi per
favorire l'esattezza di una ricerca clinica da effettuarsi su di
lui, come il giusto conteggio dei battiti del polso, la niisurazione della pressione arteriosa, la ricerca dei riflessi
nervosi, dei segni di Graefe e di Moebius ecc.

Ottenuto il rilassamento, si tenta di approfondirlo parlando


di torpore sempre pi profondo, con la stessa tecnica
adoperata per l'induzione di ipnosi, dicendogli ad esempio
di visualizzarsi mentre si addormenta profondamente.
Insistendo, senza mai parlare di ipnosi, il soggetto pu
cadere in trance e allora si proceder come usualmente,
stabilendo subito un segnale di condizionamento all'ipnosi,
che ci permetter un approfondimento della medesima a
mezzo di induzioni ripetute e rapidamente susseguentisi.

Prima dei risveglio, l'ipnotista che non vuol far sapere al


soggetto di averlo ipnotizzato deve procedere alla
rimozione di qualsiasi nozione riguardante la trance;
suggerire l'amnesia postipnotica e la resistenza a tentativi
di ipnotizzazione fatti da altri, dicendo che nessuno potr
mai ipnotizzarlo senza un permesso dell'operatore, o il suo
esplicito consenso.

Volendo successivamente proseguire in tecniche


mascherate per scopi extramedici (militari, di
investigazione ecc.) si addestra il soggetto che ha
raggiunto lo stato sonnambolico con amnesia postipnotica

a comportarsi in trance come nella veglia (Estabrooks).

Quando H paziente non sviluppa amnesia postipnotica, noi


lo rassicuriamo e tranquillizziamo sul torpore della
coscienza raggiunto e ricordato, dicendogli che esso
riuscito molto utile per acquisi
re importanti dati clinici sulle sue condizioni organiche.

Altra tecnica mascherata quella con cui si invita il


soggetto ad assistere a una induzione di un altro paziente,
captandone l'attenzione in modo che la tecnica finir con
l'agire su di lui, contemporaneamente che sull'altro.
20. Tecniche indirette
Con il tern-ne indiretta viene, da Milton Erickson in poi,
chiamata una modalit di induzione ipnofica che non si vale
dei soliti rituali induttivi direttivi, ma di particolari strategie.
Essa fondamentalmente si serve di determinati rapporti
comunicazionali, di cui indicheremo brevemente appresso i
principali.

La suggestione diretta e in rapporto con il problema del


paziente e con la soluzione cercata, un aello alla mente
conscia con un coinvolgimento diretto del soggetto nel
processo terapeutico, il quale, secondo vari Autori (Yapko),
se rassicura e gratifica certi pazienti, esclude l'accesso al
loro inconscio e quindi alla loro Weltanschauung o visione
del mondo e alla loro autoimmagine; elementi chiave per la
valutazione prognostica e l'impostazione terapeutica.

Un esame ravvicinato delle paure, dei dubbi, dell'autostima


del paziente scatena angoscie che aumentano le resistenze
e prolungano la terapia. Yapko cita l'osservazione di
Bandler & Grinder secondo la quale un paziente che arriva
in terapia ha gi sperimentato tutte le possibili alternative
che la sua mente conscia gli ha suggerito per un
cambiamento, senza risultati apprezzabili. Continuare su
questa strada significa approfondire H divario tra H suo
mondo cognitivo e quello affettivo.

Di ci se ne sono accorti anche gli psicanalisti che nel loro


rapporto col paziente, distinguono un raorto cognitivo e
uno emotivo. Il primo, puramente razionale, con la
interpretazione psicogenetica, attacca l'engramma che si
strutturato neurofisiologicamente nel soggetto; il secondo,
che si stabilisce col transfert della relazione oggettuale,
corregge la coloritura emotiva dell'engramma.

In ipnosi, la destrutturazione neurofisiologica


dell'engramma si esegue di solito con tecniche
decondizionanti (su cui ci sofferemeremo pi avanti) e la
correzione dell'emozione ad esso congiunta, con tecni

che indirette. Ci perch una analisi puramente razionale


che attacchi l'engramma, ma non l'emozione che esso
suscita non ha successo terapeutco.

La suggestione indiretta permette di attingere al vasto


campo dell'esperienza inconscia, lasciando al cliente la
massima libert inconscia di scelta del tipo di risposta;
maggiore creativit e partecipazione al processo ipnotico.
Con essa si pone tra la suggestione e lo scopo da

raggiungere una distanza di sicurezza che non sollecita


paure, e non suscita quindi difese e resistenze. L'ambiguit
di cui ci si avvale, offre ampio spazio alle proiezioni del
paziente e maggiore rispetto per la sua personalit, anche
se pu essere vissuta come troppo remota, troo staccata
dal suo problema assillante e, a volte, fare diminuire la
fiducia nel terapeuta.

Yapko difatti ricorda il senso di frustrazione e confusione


che ha spesso turbato gli allievi di Erickson delusi nella loro
aspettativa di non poter giungere alla chiave del discorso;
di non aver risposta ai loro quesiti su una storia, se non con
un'altra storia. In pratica questa tecnica pu portare
dall'irritazione vera e propria, a un parziale disinvestimento
da parte dei cliente che si sente collocato in un ruolo
secondario, o a un suo pervasivo senso di futilit del tutto.

Secondo Yapko, il dualismo si pu superare con un


atteggiamento di maggiore flessibilit, che tenga presente
soprattutto i bisogni del paziente e la sua personalit.

1 principali rapporti comunicazional indiretti sono i


seguenti:*

1) L'attenzione responsiva. Si intrattiene il paziente con


brevi aneddoti e resoconti in cui sono adombrati i suoi
problen-, in modo da richiamare e concentrarne
l'attenzione e suggestionarlo.

2) Il truismo. Affermazioni o domande ovvie creano una

comunicazione che indebolisce gli atteggiamenti rigidi e


negativistici. Tu sicuramente non faresti ... .

3) La disseminazione. Con essa si danno suggestioni


disseminate a intervalli casuali, in modo da non dare al
soggetto n il tempo, n la possibilit di reagire; perch si
torna rapidamente al discorso generale, centrato su quanto
a lui interessa, in modo da favorire da parte sua lo sviluppo
di un campo affermativo.
4) La confusione. Utile nelle tecniche non ver* (Rossi L.: L'ipnosi
indiretta di Erickson).

bali basate sulla rnimica: fissare il proprio sguardo al di l


del paziente, anzich sul suo volto; dare una stretta di
mano che non lasci prevedere al soggetto quando
l'operatore gli lascer la sua mano. La sorpresa provoca un
certo grado di confusione e questa agevola la trance.

5) Il doppio legame. Si comunica al soggetto che accadr


qualche cosa, senza intervento dell'intenzione conscia e
che, comunque egli decida di agire, la cosa accadr.

Ad esempio si pu chiedere Vuoi rilassarti da seduto o da


sdraiato? Vuoi sperimentare una trance leggera, media o
profonda? Puoi svegliarti come persona, ma non
necessario che ti svegli come corpo. Puoi scrivere quelle
cose, ma senza sapere di che si tratta, ecc.

6) L'implicazione. Si comunica un messaggio impedendo la


reazione di non accettazione, dato che questo nascosto,
o implicito e supposto. Se ti metti seduto (azione

facilmente accettabile) allora puoi andare in trance. Non


hai neppure bisogno di prestare molta attenzione a quello
che farai, perch H tuo inconscio permette da solo di farsi
usare come vuoi tu. Con questa tecnica per rendere, ad
esempio, consapevole un soggetto che si trova in un
particolare stato di coscienza, non si ricorre alla
provocazione (ad esempio, tu non puoi camminare), ma lo
si avverte che sono avvenuti in lui dei cambiamenti che
egli non pu negare, nel respiro, nelle pulsazioni, ecc., con i
quali resta sottinteso lo stato di trance.

7) Tecnica direttiva implicita. Questa raggiunge lo stesso


scopo della provocazione, lasciando al paziente H controllo.
Un segnale involontario indicher la recezione della
suggestione. Appena la tua mano destra scender sulla
gamba... tu sarai rilassato.

8) Suggestione indiretta. Si utilizza la vista di un soggetto


che va facilmente in trance, per facilitare l'induzione in uno
resistente.

9) Suggestione a finale aperto. Qualunque risposta


accettabile come valido fenomeno ipnotico. Presto la tua
mano destra, o pu essere anche la sinistra, comincer ad
alzarsi, o potr premere di pi, o potr anche non muoversi
affatto, per aspettiamo per vedere che cosa esattamente
accadr. Forse sar il poffice o l'indice il primo a muoversi.
Ma ci che veramente importante non che la tua mano
si sollevi o prema di pi, o resti immobile, ma piuttosto la
tua capacit di avvertire bene qualsiasi sensazione che
possa svilupparsi nella tua mano.

10) Segnalazione ideomotoria. Autonoma e inconscia, per


cui il soggetto annuisce o scuote il capo, muove le mani,
batte le palpebre, sposta le gambe, le braccia, deglutisce,
aggrotta la fronte, rivelando cos la sua accettazione, o
meno, delle suggestioni date.

11) Analogia suggestiva. Con essa ci si rivolge


contemporaneamente alla coscienza ed all'nconscio,
mediante simbolisn- o racconti centrati sul disturbo del
paziente.

12) La metafora. Si realizza ogni qual volta si sovrappone H


significato di due terrrni appartenenti a due campi
associativi diversi (gambe di un tavolo e quelle di una
persona, ad esempio), ed essendoci un elemento di
significato comune, si sostituisce un termine all'altro.

La metafora, come linguaggio figurato pu non riferirsi a


una sola parola, ma pu estendersi a intere strutture
narrative come la parabola, la fiaba, i miti, le leggende,
ecc. Queste, in quanto suscitatrici di immagini mentali alle
quali H soggetto stesso uso ricorrere, sono un efficace
modulo linguistico della comunicazione umana e rivestono
un notevole aspetto psicodinamico terapeutico.

In altre parole, adoperando la metafora con frasi specifiche,


sinlitudini, racconti, disegni, allegorie, traslati, si cerca di
aiutare la conoscenza del profondo e di indebolire eventuali
obiezioni e dubbi dei paziente. Svolgendo il simbolo una
funzione di mediazione tra conscio e inconscio, la metafora
favorisce il trasferimento simbolico di immagini; evoca una
nuova realt; realizza i suoi significati; crea e impone nuove

presenze, nuove sintesi progettuali e creative e il soggetto


diventa capace di nuovi modelli di consapevolezza e cio
creativi. Il linguaggio metaforico e H simbolismo come
particolare modalit di comunicazione sono vecchi quanto
l'uomo e non una invenzione della psicoterapia moderna
(Marasigan V., Barker P.).

Secondo Gordon (Pacciolla) la metafora sarebbe un


principio attivo in psicoterapia perch genera una ricerca
transderivazionale: cio revisiona quel modello dei mondo
che d un senso alle proprie esperienze. Con la ricerca
trarisderivazionale si colloca una certa esperienza in una
detern-nata mappa co che entrambe hanno senso
perch ognuna fa da contesto di riferimento all'altra. E
proprio questo processo basato sulla correlazione
sensoriale con H modello del mondo del soggetto che
rende le metafore dei potenti agenti di cambiamento. Ogni
metafora deve rispecchiare la struttu
ra della situazione problematica del paziente e fornirne una
soluzione. Per la ristrutturazione metaforica si deve stare
attenti alle metafore patogene usate da questi;
sintonizzarci parlando lo stesso finguaggio figurato e cio,
in termini di programmazione neurofinguistica, la ricerca
transderivazionale deve soddisfare le condizioni del ben
formato in terapia. Si potr cogi ottenere di cambiare una
metafora patogena in metafora terapeutica.

Con queste tecniche la comunicazione, densa di significati


diversi, viene sostituita alle verbosit ripetitive, afle
suggestioni dirette, ai comandi postipnotici utili in altre
evenienze.

La metodica indiretta, pur essendo di fatto possessiva, si


avvale di approcci altamente permissivi. In essa, alla parola
manipolare si sostituisce facilitare; a controllare, evocare; a
tecnica ipnotica, approccio ipnotico; pi che alla
realizzazione di fenomeni ipnotici si tende a un controllo
terapeutico significativo.

13) Suggestione composta. Sta per accadere un fatto


(cosa vera, truismo che sfrutta un campo affermativo);
pausa (momento creativo) e non avrai alcun controllo
(suggestione precisa).

La guarigione diventa co frutto delle possibilit creative


defl'inconscio ravvivato e, in parte, pilotato dalle immagini
suggerite dall'ipnotista. Con queste tecniche in soggetti
recettivi si pu arrivare anche ad un'ipnosi profonda e cio
ad un funzionamento della mente a livello inconscio, senza
che la parte cosciente interferisca. Si ha cosii un
comportamento dissociato dall'usuale contesto associativo
personale.

Se si adoperano le capacit del paziente ad un utilizzo


creativo, conformemente alla sua volont di
autorealizzazione, non si pu dire che l'ipnosi sia un
metodo coercitivo; tanto pi che le suggestioni hanno un
effetto terapeutico se si accordano ai bisogni interni del
paziente, ai suoi modelli di apprendimento e alle sue
motivazioni. Perch, si badi bene, la trance non assicura
affatto l'accettazione delle suggestioni, ma un pi facile ed
efficace apprendimento creativo, per H fatto che durante
essa le realizzazioni critiche e volitive coscienti sono
notevolmente ridotte (Erickson, Rossi).

Precisamente l'ipnosi indiretta secondo Rossi - Erickson, si


svolge durante tre momenti diversi:

il primo riguarda l'induzione, che legata alle circostanze


ed al tempo,

il secondo consiste in una risposta inconscia, che noi


possiamo leggere nella mimica dei soggetto,

H terzo una risposta ideomotoria, ideoplastica.

Durante la prima fase in funzione H lavoro creativo del


terapeuta. Nella seconda fase subentra quello personale
del soggetto, per cui le sue capacit vengono utilizzate, per
eseguire un lavoro di esplorazione interiore, in rapporto
anche alla su~ volont di autorealizzazione. La suggestione
indiretta non una manipolazione, ma un modo di
sviluppare i potenziali ideomotori del soggetto.

Con questa tecnica indiretta i problemi comportamentali


del paziente vengono utilizzati per la induzione di trance. Ci
riferiamo per questo a quanto viene chiaramente.riportato
nei libri di Rossi e Haley che queste tecniche insegnano,
seguendo Erickson.

Ad esempio, se ci si accorge che un soggetto ha delle


resistenze con problemi di fuga, lo invitiamo a ritirarsi in un
mondo interiore, sfuggendo all'esterno. Gli facciamo
approfondire questo suo mondo interiore, sino a creare
defle risposte ideomotorie e quindi la trance terapeutica. Il
terapista si intromette cosii con i suoi suggerimenti nel
mondo interiore del paziente evitando che questi lo blocchi
con la sua resistenza. Lo psicoterapeuta con la sua
creativit deve neutralizzare il comportamento di difesa del
soggetto contro un mondo esterno, che vuole interferire su
di lui.

Pertanto egli deve trovare i punti che sono in comune tra


l'induzione e i problemi della sua resistenza e della sua non
collaborazione.

Non si deve lottare con H paziente; e aiutandolo a non fare,


come egli desidera, lo si porta gradatamente alla trance. Se
il terapista dice di s ed il soggetto di no, non c' che da
dire di no, trasformando co il suo no in s.

Nei casi di dubbio ed incertezza per cui H paziente dice di


non sapere si pu indurre la trance con una serie di
domande, finch questi risponde che non sa. Allora dice: A
la tua mente conscia che non sa. Sei disposto a farti
aiutare dal tuo inconscio? (tecnica induttiva legata alle
circostanze). Se il tuo inconscio disposto a farti entrare
in una comoda trance terapeutica, i tuoi occhi si
chiuderanno gradatamente ecc. (risposta ideomotoria).
Quando il tuo inconscio avr terminato H tuo lavoro (fase
creativa del soggetto) annuirai con la testa o alzerai la
mano destra.

Se il paziente si lamenta di essere stanco lo si inviter a


rilassarsi e, dal suo rilassamento alla trance terapeutica, si
passer suggerendo all'inconscio di fare il suo lavoro.
Quando il tuo inconscio comincia a lavorare ti sentirai pi
comodo e meno stanco. Nei casi in cui il problema del
paziente servito per l'induzione, bisogna poi attendere
che la creativit del paziente finisca H suo lavoro.

Si pu invitare il paziente a descrivere un particolare sogno


e quindi lasciarlo solo, facendogli ricordare i vissuti di quel
sogno; mentre l'ipnotista si rivolge ad altri parlando dei
sogni in genere con suggestioni varie indirette; o del come
un soggetto possa contemporaneamente vivere due livelli
di coscienza nello stesso momento.

Sia i sogni, sia i sentimenti hanno un effetto ideodinamico,


facilitante il lavoro inconscio e trance terapeutiche. Si
suggerisce che quando H suo inconscio si sentir di fare
questo lavoro di introspezione ed il lusso di una analisi
personale attenta, allora i suoi occhi si chiuderanno e
resteranno chiusi finch tale lavoro non sar terminato (il
lavoro creativo del terapeuta si innesta cosii su quello
creativo del paziente).

Quando la trance sar finita deve sorgere nel paziente (ed


il terapista la deve suggerire!) la gratificazione per il lavoro
compiuto.

Ad un soggetto che depresso per motivi vari s pu dire


che la depressione non che il primo passo per un nuovo
sviluppo creativo della sua personalit. Nella depressione,
che si accompagna ad un ritiro dal mondo esterno, H

soggetto pu elaborare in modo conscio o inconscio i dati


che ha raccolto. Essa non un fattore distruttivo, ma
creativo, che porta poi ad un nuovo tipo di benessere.

Un ritiro dal mondo esterno in quello profondo


dell'inconscio precede anche H lavoro artistico, scientifico,
creativo, mistico della illuminazione.

L'approcco con l'inconscio ed i sentimenti intimi del


paziente, tale a volte da suscitare lacrime o catarsi in lui,
profondamente umano, e non si rileva n nella situazione
analitica classica, n in altre modalit di approccio ipnotico;
che possono peraltro essere valide per diverse patologie e
soggetti.

Entrare in sintonia con le esigenze profonde del paziente


indispensabile per una adatta comunicazione psicoterapica.
Cosii a una madre castrante e possessiva, invece di
rimproverarle ci, come molti hanno gi fatto, le suggerisce
che necessario fare altri sacrifici... (l'unico linguaggio
che la madre pu capire!).

Alla persona che ha timore dell'insuccesso, si suggerisce di


fare l'esperienza dell'insuccesso.

Per essere capiti da un ingegnere elettronico bisogna


adoperare H binario della logica, non dell'emozione. Si
comporti come se il suo problema fosse gi risolto.

In una pubblicazione di WAs KNNER*,( Wir Von der


Psychotherapie, envarten Psychoter. (Med. Psychol. 30, 247; 1980)).

sono elencate 300 psicoterapie; ma una inchiesta diffusa


fatta in America sull'efficacia delle varie psicoterapie ha
concluso che l'unica qualit veramente efficace per uno
psicoterapeuta quella umana.

Erickson e Rossi rivelano come siano molteplici i livelli della


comprensione umana. L'essere una sola cosa stata
considerata per molto tempo una grande virt, e per
questa unica cosa ad esempio si moriva in guerra, e si
instaurato un diritto che per come una camicia di forza
per H nostro sviluppo. Da questo ordine di idee deriva un
confronto tra avversari: per cui una cosa , oppure non .
Laddove l'uomo molto pi complesso ed i suoi sogni sono
spesso un risarcimento ad un approccio troppo rigido di
vita; come lo sono H desiderio di ricorrere al rnisticismo, a
filosofie orientali, al simbofismo Junghiano, a forme arcane
di autoconoscenza, alla trance ipnotica, spesso desiderata
profonda, con rivivificazione anche del passato; rimanendo
H paziente deluso se ci non avviene.

Tecniche che possiamo chiamare in un certo qual modo


indirette sono quelle che si avvalgono di procedimenti
mascherati per l'induzione della trance, descritte nel
capitolo IV S 19; quelle non verbali descritte nel capitolo IV
S 12 5 13 S 14; quelle che partono dal sonno fisiologico,
cap. IV S 15; le fantasmatiche, cap. 16 S 1, ed altre ancora
esposte nel presente trattato.

Con queste, di fatto si induce una trance ipnotica con


modalit diverse dalle rituali dell'ipnotismo classico,
precedentemente descritte. Si differenziano parimenti delle
indirette ericksoniane perch ad esse non segue il lavoro

creativo del paziente e la sua gratificazione finale. t chiaro


che la psicoterapia, secondo le diverse modalit di
approccio, correr su binari dversi; come si vedr pi
avanti.

Peraltro, nel leggere l'efficacia delle tecniche indirette e i


casi guariti, co come vengono esposti nei libri di Jay Haley
Terapie non comuni e di j. K. Zeig A scuola di ipnosi
sorge H dubbio che l'efficacia di questa ipnosi indiretta sia
per legata pi alla personalit particolare di Erickson, che
alla tecnica in s; in quanto essa difficilmente ripetibile
per i casi clamorosi descritti dall'Autore; e la maggiore o
minore validit di un metodo direttamente proporzionale
alla percentuale statistica della sua ripetibilit.

Nel libro di Bandier R. e Grinder J. I modelli della tecnica


ipnotica di M. H. Erickson, a pag. 10, si rileva come pochi
tra i suoi allievi abbiano imparato ad esercitare le capacit
di cui Erickson si serviva con tanta facilit. Ed ancora, a
pag. 19, si nota come sia stata grande la capacit
d'induzione di Erickson e della sua utilizzazione dell'ipnosi,
ma che purtroppo ben pochi sono stati in grado di
apprenderla.

Queste osservazioni coincidono con quelle da me fatte


nella prefazione alla traduzione italiana del libro di j. K.
Zeig A scuola di ipnosi da M. H. Erickson* (Traduzione
italiana di M. Tosello del Seminario di M. H. Erickson raccolto da J. K.
Zeig - A scuola di ipnosi - con presentazione di F. Granone. Boringhieri,
Torino 1983). in cui dichiaro: che tutto quanto valido per un

ipnotista, pu fallire nelle mani di un altro. Anche E. DE


LUCA scrive: una cosa sono le teorie e le tecniche e
un'altra chi le applica ... ; e viene spontaneo attribuire pi
al carisma di Erickson, che all'ipnosi, quanto viene

descritto.

Bandler e Grinder si sono assunti il compito di esaminare le


tecniche di Erickson sotto il profilo neurofinguistico e di
scoprire le modalit con cui questo le regola. La loro
lodevole intenzione stata quella di estrapolare dalle
tecniche ericksoniane dei dati, che, assunti dagli ipnotisti,
dovrebbero facifitare le loro induzioni; raggiungendo cosii
l'abilit di Erickson sulla scia della tecnica neurolinguistica;
metodiche che peraltro tale autore usava (come egli stesso
ha dichiarato) senza averne la minirna consapevolezza, e
non come lo farebbero i nuovi discepoli neurolinguistici
Ericksoniani e Bandleriani.
21. La Programmazione Neurolinguistica (P.N.L.)
La P.N.L. una dottrina basata sul presupposto
fondamentale che le frasi, adoperate da un soggetto
nell'esprimersi, siano una struttura superficiale,
espressione di una struttura pi profonda o di rife

rimento. Quest'ultima rappresenta la somma complessiva


di tutte le esperienze fatte dal soggetto nella sua vita e il
suo particolare mondo con le limitazioni e le anomalie
congiunte. La struttura del linguaggio in s acquista, alla
luce di questa dottrina, un profondo significato psicologico
e terapeutico, in quanto riflette i modelli di vita propri del
paziente, che debbono essere conosciuti dal terapeuta per
poterli modificare, anche arricchendoli mediante una presa
di coscienza da parte del soggetto.

La ricerca della struttura profonda del linguaggio attraverso


quella superficiale avviene tenendo presente le regole
fondamentali della rappresentazione ed i problemi

universali del modello umano. Mediante questi, una


esperienza pu venire generalizzata, cancellata, o
deformata.

La generalizzazione il procedimento con H quale


elementi, o parti del modello di una persona, vengono
staccati dalla loro esperienza originaria e giungono a
rappresentare l'intera categoria di cui l'esperienza solo
un esempio. Co, scrivono Bandler e Grinder,
dall'esperienza di una bruciatura al contatto di una stufa
rovente si deduce la regola che pericoloso toccare le
stufe roventi. Ma se generalizziamo questa esperienza sino
a ritenere che ogni stufa pericolosa, rifiutandoci di stare
in una stanza con la stufa, finiremo col limitare, senza
alcuna necessit, H nostro movimento nel mondo; come
pu accadere ad esempio, ad un fobico.

La cancellazione avviene quando selettivamente si presta


attenzione solo ad alcuni particolari della nostra
esperienza, escludendo tutte le altre concomitanti; come
pu accadere in un ambiente assordante. Tale
procedimento, utile in un determinato contesto, pu
riuscire dannoso in un altro.

La deformazione quel procedimento che ci permette di


cambiare l'esperienza dei nostri dati sensoriali, con la
fantasia, con una creazione artistica o scientifica. Ogni
scoperta rivoluzionaria, difatti, implica la capacit di
deformare la realt attuale. Anche questo procedimento
pu, a volte essere dannoso, limitando la ricchezza
dell'esperienza.

Il comportamento anomalo, alla luce di tali postulati, ha un


senso nel modello del mondo del paziente, aiutandolo a
vivere nell'unico modo che gli concesso. Il processo che
lega la struttura profonda a quella superficiale, chiamato
derivazione, si evince ascoltando i predicati, gli avverbi, gli
aggettivi, i verbi usati dal soggetto; essendo essi in stretto
rapporto con i sistemi rappresentazional
costituzionali. La terapia d buoni risultati quando si riesce
a cambiare il modello Iimitativo e anomalo del mondo del
soggetto con le tecniche derivate dalla psicolinguistica, o
che a queste inconsciamente si attengono, come quelle
indirette ericksoniane.

Noi riteniamo che effettivamente H procedimento


psicolinguistico possa riuscire utile in varie anomalie del
comportamento, ma ci sembra insufficiente per altre
numerose patologie mentali, come ad esempio la
schizofrenia, per la quale spesso si sono avanzate
interpretazioni psicologiche o psicoanalitiche dei tutto
gratuite.

Nel trattamento dello schizofrenico, se il caso, il


terapeuta deve entrare in sintonia con i deliri di questi. Con
tale metodo potrebbe scomparire anche H delirio dello
schizofrenico (pag. 94 e 100); ma non so sino a qual punto,
delirando con il paziente si possa guarirlo dalla schizofrenia
di fondo.

Ci senza negare l'utilit di un simile aggancio


psicoterapico con lo schizofrenico, come con un qualunque
altro psicotico; nel modo che preciseremo pi avanti (cap.
20 S 37).

Di fatto, la neurofinguistica ci spiega come, ma non perch


in modo patologico avvengano i processi di pensiero che
cancellano, deformano, generalizzano, sotto la spinta di
pulsioni e fattori certamente anche biologici, e non solo
psicologici; che, se non rimossi e modificati, continueranno
la loro opera patologica.

Indispensabile, comunque, per ogni tecnica basare la


comunicazione secondo il sistema recettivo proprio del
soggetto, che pu essere visivo, uditivo o cenestesico,
dacch gli uorrni rappresentano le loro esperienze
mediante diversi canali d'informazione.

Le modalit induttive ericksoniane sono particolarmente


esaminate da BandIer e Grinder, quali il ricalco,
l'ambiguit, la nominalizzazione, le minori strutture incluse,
i postulati di conversazione, la confusione, la distorsione
temporale, l'attenzione responsiva, le causative implicite,
la lettura del pensiero, il doppio legame, nel libro I modelli
della tecnica ipnotica di M. H. Erickson. Ad esso rimando
gli interessati, ripetendo quanto gi detto alla fine del
paragrafo precedente, e cio che un conto sono le teorie e
le tecniche e un'altra chi le applica. Infatti, pochi tra gli
allievi di Erickson hanno imparato la capacit di induzione
da lui esercitata con tanta facilit. Pensiamo che le
tecniche della P.N.L. (come anche le mie personali) non
sfuggano a questo destino; solo che mentre noi con altri
riconosciamo

che, con modalit pur diverse, si raggiunge pur sempre una


condizione ipnotica, BandIer e Grinder non riconoscono le
loro tecniche come ipnotiche e scrivono (La metamorfosi

terapeutica p. 221): prima di usare la rincorniciatura


usavamo la induzione ipnotica, poi scoprimmo che
potevamo eseguire la rincorniciatura senza bisogno di fare
entrare la persona in trance. Ed cos che arrivammo alla
programmazione neurolinguistica. Scoprimmo, insomma,
che riuscivamo ad ottenere qualsiasi fenomeno di trance
profonda, senza dover svolgere nessuna induzione
ritualizzata (p. 222). Peraltro, chi scrive ritiene che per
ottenere ipnosi non sia affatto necessario ricorrere sempre
ad una induzione rituale, come del resto pensano numerosi
ipnologi.

Non ricorrendo ad alcuna induzione ritualizzata gli AA.


dichiarano che la programmazione neurofinguistica non
ipnosi, ma un nuovo metodo originale e affascinante, una
rivoluzione senza paragone nella concezione e nella pratica
della pscoterapia. Anzi, la programmazione
neurolinguistica proposta agli studiosi come il tentativo
pi radicale, potremmo dire forse l'unico, di capire che
cos' veramente la psicoterapia. Ci in contrapposto alle
grandi sintesi teoriche e alle terapie eclettiche che
ritengono la psicoterapia niente altro che la somma di tutte
le forme di psicoterapia escogtate finora: dalla psicoanalisi
alla terapia cognitiva.

Gli AA. affermano di non voler insegnare forme di


psicoterapia; per, di fatto, ci sembra che ne propongano
una ben chiaramente, la comportamentale, eseguita con
particolari modalit. Si avvalgono per questo di strategie
diverse, fondate sul hic et nunc e che possono
prescindere non solo dalla storia remota del paziente, ma
anche dalla conoscenza del suo specifico disturbo (p. 177)!
Ricordiamo fra le diverse tecniche quella dell'ancoraggio e
della rincorniciatura.

L'ancoraggio si effettua facendo vivere al soggetto una


esperienza piacevole e toccando contemporaneamente una
parte del suo corpo, o adoperando un detern-nato tono di
voce. Successivamente, lo si invita a vivere una situazione
opposta (p. 129) ancorandola con un metodo sirnilare, ma
diverso. Individuate le differenze inconsce che si suscitano
tra le due risposte, il terapeuta avr a sua disposizione una
metodica sicura per desensibilizzare e curare il paziente da
vari disturbi, fobici od altri. A differenza della tecnica della
desensibilizzazione sistematica e del condizionamento con
il metodo suggerito, si sostituisce lo schema comporta
mentale negativo con qualche cosa di positivo. La
rincorniciatura viene fatta (p. 191): 1) identificando lo
schema comportamentale da trasformare; 2) entrando in
comunicazione con la parte inconscia del paziente; 3)
distinguendo ci che comportamento, dall'intenzione
inconscia che sottosta ad esso; 4) creando nuove
alternative comportamentali per effettuare la suddetta
intenzione. Queste sarebbero proposte dalla parte creativa
dell'inconscio stesso del paziente che effettuerebbe una
scelta, e non dallo psicoterapeuta. Si possono ancorare
risposte fobiche (p. 137), cui seguono modalit di
dissociazione, reintegrazione e regressione strutturate con
le quali si avrebbero cambiamenti radicali e duraturi (p.
146).

E in tutto questo l'ipnotismo e lo stato ipnotico, secondo gli


AA., non c'entrerebbero affatto, ed artefice di ogni cosa
sarebbe la programmazione neurolinguistica, con la
quale si ottiene per tutto quello che si verifica con l'ipnosi,
ternne infelice (siamo d'accordo), tanto infelice da essere
continuamente equivocato.

Non c' che da riferirsi in merito ai nostri concetti


d'ipnotismo, ipnosi, training autogeno, sofrologia, maturati
alla luce di decenni di esperienza clinica e di laboratorio,
compiuti con la collaborazione di vari Colleghi.

fE un vero peccato che gli AA. ignorino la letteratura


italiana sull'argomento, in quanto da essa avrebbero potuto
conoscere vari dati utili per la elaborazione defle loro
metodiche.

1) La spontaneit del soggetto ipnotizzato, dalla quale si


pu facilmente rilevare in modo semplice, diretto e rapido
tutti quei dati relativi alla esperienza sensoriale, che
richiedono un particolare addestramento e possono essere
simulati, come nell'attore che recita*.

2) Le ancore non sono tanto facili da attuarsi nella veglia;


ma assai pi facilmente durante lo stato di ipnosi vigile,
come anche i condizionamenti; secondo ricerche svolte
durante vari anni all'Ospedale Maggiore di Vercelli.

3) Non crediamo tanto facile, per la nostra esperienza


neuropsichiatrica e psicoterapeutica, ottenere la guarigione
delle personalit multiple con quello che gli Attori
chiamano lo schiacciamento visivo. Si ncora una
personalit al braccio sinistro teso, e l'altra a quello destro
pure teso. Si osser

* La spontaneit nel soggetto ipnotizzato (Granone, 1965).

vano visivamente le due immagini e afla fine si schiacciano


l'una contro l'altra con le mani. Quindi si attira a s
l'immagine integrata e la si fa entrare nel corpo (p. 156).
Riteniamo difficile la guarigione di una persona che da
venticinque anni viveva la vita dell'omosessuale con la
tecnica descritta a pag. 182; e ancora quella dei deliri
schizofrenici con tecniche sin-Wari a quelle esposte a pag.
94 o le gravi sindromi allucinatorie continue con quelle
citate a pag. 223.

4) Riteniamo infine che non bisogna tanto guardare le


tecniche che si adoperano, ma lo stato finale raggiunto con
esse; e se questo quello della ipnosi pi o meno vigile nel
senso scientificamente definito, inutile moltiplicare le
terminologie.

Valide comunque le tecniche che mettono in momentanea


parziale quiescienza l'emisfero cerebrale sinistro con i suoi
poteri critici, analitici; quali le tecniche del ricalco (come ad
esempio la lettura del pensiero); quelle della distrazione
(con le congiunzioni, le causative implicite, l'uso di
predicati); la generalizzazione, la cancellazione degli indici
referenziali nel discorso del terapeuta; le minori strutture
incluse; i significati derivati ecc. ben descritte sui libri della
P.N.L. e ai quali si rimandano gli interessati.

Altrettanto valide le tecniche che consentono l'accesso


all'emisfero destro, alle quali abbiamo gi in parte
accennato nel paragrafo 20 di questo capitolo, quali la
metafora, gli aforismi, i paradossi, le allitterazioni con le
assonanze delle parole (nell'emisfero destro vi sono varie
Gestalt auditive).

Per l'accesso all'en-sfero destro utile la comunicazione


non verbale che come risaputo rappresenta il 65% della
comunicazione umana e si esplica con la nn-ca, la
postura, i segni analogici, ffiustratori, prosodici,
paralinguistici; con l'aspetto e con eventuali contatti fisici o
con la distanza nel rapporto terapeutico (cap. 5 S 4).
22. Induzione di manifestazioni ipnotiche a distanza
t pi frequente di quanto comunemente non si creda,
purch tra l'ipnotista e il soggetto vi sia la possibilit di
istituire una comunicazione: visiva (televisione), uditiva
(telefonica) o di qualunque altro tipo. La comunicazione
indispensabile per suscitare nel soggetto quei particolari
monoideismi che
caratterizzano l'ipnosi, con le conseguenze somatiche,
viscerali, comportamentali ad essi congiunte e
strettamente collegate, come ho dimostrato, a particolari
suggestionabilit costituzionali di apparato. Ci
indipendentemente da una pregressa conoscenza fra
operatore e soggetto.

Sono noti i casi di persone che, seguendo nella propria


abitazione una trasn-ssione televisiva d ipnosi, non
diretta specificamente a loro, fatta in teatro a centinaia di
chilometri di distanza, hanno riprodotto le manifestazioni
ipnotiche suggerite dall'ipnotista agli spettatori; tanto da
richiedere l'intervento del medico per essere liberate da
incomode posizioni in cui si erano volontariamente cacciate
e dalle quali non riuscivano pi a ffistricarsi. E ci uno dei
motivi perch, nei paesi p civili, esistono leggi che
vietano gli spettacoli d ipnosi, co~ me anche nel nostro
Paese; dove per vengono lo stesso sistematicamente
eseguiti (cap. 13, 2a).

Il 9 aprile 1988 La Stampa e numerosi altri giornali hanno


riportato H caso di Anatoli Kashpirowskij, medico psichiatra,
che per la prma volta in campo medico mondiale,
attraverso un ponte televisivo di mille chilometri tra Mosca
e Kiev, ha potuto indurre in un soggetto una analgesia
chirurgica, tale da consentire l'asportazione di una
mammella cancerosa, nello spazio di 15 minuti e questo
avrebbe testimoniato le eccezionali capacit
dell'ipnotizzatore.

Ci non ha peraltro nulla di straordinario nella storia delle


analgesie chirurgiche ipnotiche (Cap. 10 5 l); meno il fatto
che operatore e soggetto, in questo caso, comunicavano e
si vedevano sugli schern- di due monitor televisivi, non
essendo affatto vicini in modo tale da permettere quei
rapporti fluidici messi da alcuni a fondamento dell'ipnosi!
La seduta incominciata con un comando dello psichiatra
che suggeriva alla paziente: Uno, ti si staccata la mano
destra; due, la sinistra; tre, le gambe; quattro, non senti pi
H dolore. Quindi ai chirurghi: Cominciate. L'operazione
stata seguita da milioni di telespettatori.

In assenza di sofisticati collegamenti televisivi, ci si pu


servire del telefono e il mio allievo Dott. E. Minella,
specialista ostetrico ginecologo, dalla sua Clinica di
Verbania Suna sul Lago Maggiore a oltre 100 km di distanza
ha messo, tramite il telefono, in ipnosi, per il parto, alcune
degenti nella Scuola Ostetrica di Novara, diretta dal Prof.
Ferraris, (titolare successivamente della cattedra di chnica
ostetrica e ginecologica dell'Universit di Tori

no), non avendo allora a disposizione dei collegamenti con

terminali televisivi.

Nella mia esperienza di ipnologo le ipnosi telefoniche a


distanza di chilometri sono state numerosissime. Si
intende, che esse sono maggiormente facil se il soggetto
ha eseguito con l'operatore qualche seduta ipnotica in
passato, con la quale siano stati fissati dei
condizionamenti. Ma, ripetamo, anche ci non
indispensabile e le cose non cambieranno se domani la
comunicazione potr avvenire tramite satellite.

Questi fatti gettano anche una particolare luce sulla genesi


dei fenomeni ipnotici e sconcertano coloro che sono legati
alla concezione di un ipnotismo fluidico.

In questi casi ci sembra pi esatto chiamare in causa, a


spiegazione del fenomeno, un processo autosuggestivo
instaurante una trance ipnotica con relativo monodeismo
plastico, pi che un particolare fluido agente a migliaia di
chilometri di distanza.
23. Sintomi obiettivi inizialidella trance
Supponiamo che, con uno dei metodi sin qui elencati, H
soggetto sia andato in trance, quali sono i sintorni obiettivi
di cui l'operatore pu fidarsi per giudicare che H suo
paziente in ipnosi?

Il primo sintomo pi sgnificativo per noi l'inerzia


psicomotoria, con volto atono e inespressivo, rarit
dell'armi-iiccamento, palpebrale, sguardo fisso e vuoto; in
queste condizioni, se il soggetto non intensamente

sollecitato, non parla, e quando parla la sua voce


sommessa e monotona; non si muove, e se qualche
movimento gli viene ordinato, questo si rivela lento e
pesante, automatico. Con l'approfondimento dello stato
ipnotico si osservano una leggera flessione della testa in
avanti, l'abbassarsi delle spalle e a volte tendenza a
rannicchiarsi su se stesso, mentre compare qualche
movimento di deglutizione.

Il secondo sintomo che compare insieme all'inerzia


psicomotoria la passivit generale del soggetto, motoria
e psichica, sicch mancano ogni iniziativa e spontaneit
con possibilit di atteggiamenti catalettici.

Il terzo sintomo importante l'aumentata suggestionabilit, che


egregiamente ci indica la profondit della trance.
L'inerzia psicomotoria, che compare all'inizio dell'ipnosi, col
progredire di questa si attenua e finisce con lo scomparire,
sicch riesce difficile a una persona non esperta distinguere
un soggetto che agisce allo stato sonnambolico da uno
sveglio. Il primo, peraltro, pu rivelarsi per una mancanza
di vivacit e una qual certa rigidit mentale, per un modico
rallentamento psicomotorio e un certo automatismo. In
queste condizioni l'ipnotizzato pu ridere, gestire, parlare,
rimanere in rapporto con l'ambiente che lo circonda,
compiere un delitto, dando la sensazione di essere in stato
di coscienza pienamente vigile, oppure di essere un
soggetto compiacente o, peggio, un simulatore. Peraltro si
potr accertare che questo stesso paziente pu essere
analgesico, allucinabile e amnesico al risveglio.

Si giudica la sintomatologia obiettiva iniziale della massima


importanza pratica, oltre che fisiologica, ed per questo

che se ne fa subito un cenno in questo capitolo di tecnica


generale induttiva, lasciando ai capitoli 9 e 10 l'esposizione
particolareggiata dei vari fenomeni ipnotici e della loro
interpretazione psicofisica.

P, fondamentale, per l'esercizio dell'ipnotismo, riconoscere i


sintomi obiettivi suesposti, che sono gli unici, allo stato
attuale delle nostre conoscenze, che contraddistinguono la
semeiotica della trance, conguntamente ad alcune
modificazioni neurovegetative. La semplice
accondiscendenza alle parole dell'operatore normalmente
non riesce a produrre nel soggetto l'atonia, l'inerzia,
l'inespressivit, l'automatismo, propri della trance, n
sudorazioni, aumento delle pulsazioni e della frequenza del
respiro, iperemia congiuntivale, midriasi come a volte si
osservano.

L'anestesia, l'amnesia, l'impossibilit a eseguire


determinati movimenti, possono sempre essere simulate, o
essere manifestazioni abnorrni di personalit isteriche.
Diversit encefalografiche, chiaramente dimostratve, fra
simulazione, ipnosi e condiscendenza non esistono, e
pertanto la semeiotica differenziale fra questi stati fatta
solo d sfumature, che si apprendono con l'esperienza.
Importanti, in merito, sono anche le dichiarazioni
spontanee o su richiesta fatte dal soggetto sulla trance
trascorsa (cap. 5 S 1c e cap. 9 S 6).

CAPITOLO 5

Metodi di approfondimento
della trance ipnotica
Sindromi dell'ipnosi profonda
I metodi di approfondimento della trance e suggerimenti
per le prime sedute

(a) Metodi di approfondimento della trance

Iniziata la trance, per approfondirla ed esaminare la


duttilit ipnotica del soggetto, si impongono
successivamente, con pause, espressioni chiare, tono di
voce adatto (autoritario o suadente).

1) Suggestioni sempre pi intense di pesantezza agli arti e


di profondo rilasciamento. 2) Sonno (sino al russamento, se
possibile). 3) Levitazione di un arto, di solito il braccio, ma
anche la gamba. 4) Catalessi. 5) Inibizione d movimenti
volontari. 6) Contratture. 7) Movimenti automatici, ritmici,
di solito rotatori delle braccia, o ritmici delle dita. 8)
Fascinazione. 9) Iperalgesia e analgesia. 10) Sogni. 11)
Illusioni sensoriali.

Di queste varie suggestioni si esarniner qui solo la tecnica


necessaria per realizzarle, rimandando alla parte terza il

loro esame particolareggiato.

LE SUGGESTIONI DI PESANTEZZA AGLI ARTI E DI


PROFONDO RILASSAMENTO

Si ottengono insistendo sempre pi intensamente nelle


rispettive suggestioni verbali, accompagnandole con
qualche passo. Secondo il sesso, l'et, la cultura del
paziente si adoperano parole e modi adeguati. Riteniamo,
in ogni caso, importante per 2 buon esito che l'ipnotista,
almeno nelle prime induzioni, partecipi attivamente alla
suggestione che vuole imporre e si immedesimi in essa,
quasi vivendola lui per primo.

IL SONNO E IL RUSSAMENTO

Si indurranno suggerendo al paziente dopo la pesantezza


agli arti, l'ipotonia muscolare profonda, la catalessi delle
palpebre e il rilassamento psichico, l'insorgere del sonno, il
desiderio di dormire e di abbandonarsi completamente.
Suggerendo l'ipotonia dei muscoli mimici e masticatori, la
mandibola si abbasser, la rima orale si aprir e, se
l'ipnotista accenner a un lieve russamento, il paziente lo
imiter, continuando poi a russare e a rilassarsi
profondamente per suo conto, nei casi favorevoli.

LA LEVITAZIONE DI UN ARTO

Si effettua invitando il soggetto a concentrarsi sull'arto in


cui si vuole provocare questa suggestione e dicendogli che
lo sentir divenire cosi leggero, che esso si sollever come
per effetto di una calamita che lo tiri su, o come se fosse
attaccato a dei palloni, pi leggeri dell'aria. Nel caso della
levitazione del braccio, si potr suggerire che mentre
questo lentamente si alzer verso la fronte, il torpore
diventer sempre pi profondo e che, quando il malato si
toccher la fronte col braccio, sar caduto in un torpore
profondo, tanto profondo da essere del tutto rilasciato e
inerte.

La tecnica della levitazione presuppone nell'operatore una


certa abilit tendente ad approfittare di ogni minimo
movimento del soggetto e una certa tempestivit di
comandi suggestivi, che devono essere dati in modo da far
concordare le suggestioni psicomotorie con gli eventuali
movimenti del paziente. In caso di resistenza da parte di
questi, troviamo utile, all'inizio, facilitare la levitazione
dell'arto sollevandolo leggermente con un dito della nostra
mano; una volta iniziato il movimento da noi, esso
continuer poi da solo, conforme alla suggestione,
ottenendosi co manifestazioni di duttilit e passivit
psicomotoria, levitazione, catalessi ecc.

Pi precisamente ricorderemo che il metodo della


levitazione della mano stato messo a punto da Erickson
nel 1923, ben descritto da Wolberg nel 1948, ed seguito,
soprattutto dagli autori amencani, pi come metodo
induttivo che come mezzo di approfondimento della trance.
Wolberg fa sedere il paziente su una poltrona, lo invita a
osservare attentamente le sue mani e le sensazioni
cenestesiche dovute al profondo rilasciamento, cio alla
pesantezza delle mani sulle cosce o al loro calore sulle
cosce medesime. Insinua gradatamente tra queste

sensazioni, verso cui si accentra l'attenzione del malato,


quella del movimento impercettibile delle dita, cercando di
associare le suggestioni alle sensazioni del paziente in
modo che questi risponda alle suggestioni dell'ipnotizzatore
come se esse appartenessero alla propria esperienza. Il pi
piccolo movimento spontaneo delle dita viene segnalato, si
suggeriscono un allargamento progressivo di queste, il
sollevamento dell'indice, sensazione di leggerezza della
mano, poi del braccio, invitando sempre il paziente a
concentrarsi sul movimento gi in atto. Si suggerisce che,
via via che il braccio si sollever, crescer il senso di
rilasciamento, di n'poso, di sonno. Si approfitter della
risposta positiva a una suggestione per darne un'altra,
dicendo al soggetto che egli rilasciato perch il braccio si
sollevato e che egli si addormenter perch il braccio si
sollevato. Si invita il paziente a respirare lentamente e
profondamente, dicendo che ci faciliter il suo
rilasciamento, sicch levitazione del braccio, respirazione
lenta e sonnolenza si rinforzeranno suggestivamente l'una
con l'altra. Alla fine si suggeriranno pesantezza delle
palpebre, la loro chiusura, l'isolamento dall'ambiente,
torpore profondo.

Le suggestioni devono essere date gradatamen

te, al momento giusto, approfittando dei vari atteggiamenti


del paziente, e solo quando si certi che questi ha
accettato l'idea senso-motoria suggerita, concentrandosi in
essa, si pu dare la suggestione totale della leggerezza
della mano, e successivamente dei sollevamento dei
braccio e poi quello della sua catalessi ecc. Nei soggetti
resistenti alla levitazione spontanea si pu ricorrere alla
mia tecnica della levitazione guidata (Cap. 5, Quadro 1, col.
11).

LA CATALESSI

Si pu suggerire in vari modi: durante la levitazione del


braccio, dicendo che questo rimarr cos sollevato, senza
fatica, in attitudine statuaria, finch non arriver
l'ipnotizzatore a sciogliere i muscoli bloccati. Ci si potr
riferire anche alle palpebre, dicendo che esse sono pesanti
come piombo e che qualunque sforzo il paziente faccia per
aprirle, non vi riuscir. Questi si sforzer allora a corrugare
il muscolo frontale nell'intento di facilitare la funzione
dell'elevatore delle palpebre, ma senza riuscirvi.

S'intende che bisogner saper scegliere il momento


opportuno per produrre la catalessi suggestiva delle
palpebre. Si dovranno prima gradatamente attuare le
suggestioni di rilasciamento, di distensione muscolare, di
respirazione lenta e profonda, di isolamento dall'ambiente,
di torpore; quindi di pesantezza muscolare diffusa e
palpebrale in specie. Si suggerir che gli occhi sono chiusi,
che le palpebre sono pesanti come piombo, che sono
incollate come se le lacrime fossero diventate colla e che il
soggetto non potr pi aprirle quando si sar contato sino a
tre... (sfida). Potr aprirle solo quando si arriver con la
conta sino a cinque. Se, arrivati a tre nella conta, il
paziente, sforzandosi, riuscir ad aprire un po' le palpebre,
di rincalzo si aggiunger ma esse sono cos pesanti che si
chiuderanno subito e, facendo l'operatore stesso il gesto
di chiudere le proprie palpebre, o passando la sua mano
dinanzi al volto del soggetto, o esercitando con le proprie
dita una leggera pressione sulle palpebre, la catalessia di
queste si avverer facilmente.

L'INIBIZIONE DI MOVIMENTI
VOLONTARI COMPLESSI

Come quelli di camminare, di alzarsi da una sedia, di


pronunciare il proprio nome, facile a ottenersi in un
soggetto che raggiunga gradi intensi di catalessi; per
ottenerla, baster suggerirla chiaramente, secondo le
modalit generali di tecnica varie volte accennate (cap. 3 S
1). Cos, si dir: Il suo braccio diviene pesante, sempre pi
pesante, come se fosse gravato da un grande peso. lo
conter sino a tre e via via che conter il suo braccio
diventer sempre pi pesante. Arrivato a tre, lo sentir cosi
pesante che non sar pi in grado di muoverlo, anche se
volesse. Anche se riuscir a sollevarlo un po', esso
ripiomber subito gi, tanto lo sentir pesante.

Per evitare che il paziente possa rimanere impressionato da


questa immobilit suggerita, pensando magari, per una
apprensione eccessiva, di poter rimanere come paralizzato,
noi ci affrettiamo a suggerire: Lei riacquister l'uso
normale del suo braccio appena io avr contato sino a
cinque; allora si sentir contemporaneamente molto
rilassato e assai meglio di adesso.

Alla stessa stregua o con tecnica similare si otterranno


contrattura muscolare, o movimenti automatici.

LA CONTRATTURA MUSCOLARE

Si ottiene suggerendo un irrigidimento progressivo dei


muscoli, dicendo che il braccio o le gambe diventeranno
rigidi come una sbarra di ferro. Qualche passo potr aiutare
la realizzazione psicosomatica, e cos, irrigidendo
progressivamente i muscoli degli arti superiori e degli
inferiori, quelli del tronco e del bacino, si pu arrivare a una
contrattura generalizzata, tale che in alcuni soggetti il loro
corpo pu essere disteso a ponte tra due sgabelli,
poggiando su uno di essi la testa e i muscoli del collo e
sull'altro le caviglie e i talloni, in modo che tutta la
rimanente parte del corpo sia senza appoggio (figg. 18.1 e
18.19) e sostenga in qualche caso anche il peso
dell'ipnotizzatore, sedutovi sopra, come malauguratamente
si fa durante alcuni spettacoli teatrali.

LA SUGGESTIONE ROTATORIA DELLE BRACCIA

2 la tipica suggestione dei movimenti automatici in ipnosi.


Essa si produce facilmente nel soggetto gi catalettico,
imprimendo agli arti il movimento ritmico desiderato. Una
volta che l'ipnotizzato riceve la suggestione del movimento
da eseguire, lo continua automaticamente per molto
tempo.

Con tale metodo il paziente impara a dissociare dal suo


complesso somatico un segmento che viene concepito
come avulso dal suo organismo anche per eventuali
successivi interventi.

LA FASCINAZIONE

P, uno stato ipnotico che frequentemente, durante la fase


catalettica, provocavano gli ipnotizzatori del passato,
Donato d'Hont, Brmaud, Lapponi e altri.

Donato d'Hont si situava in modo da avere il viso bene


illuminato e ordinava al soggetto di appoggiarsi petto a
petto con le palme delle mani aperte sopra le sue, essendo
le braccia stese verso il pavimento. Il paziente era invitato
a premere sulle mani dell'operatore con tutta la sua forza,
come per sollevarsi da terra, e nello stesso tempo doveva
guardare negli occhi l'ipnotizzatore. Indi questi con un
colpo brusco, staccava le proprie mani da quelle del
soggetto e fissandolo sempre intensissimamente si
allontanava da lui, indietreggiando di qualche passo.

Se la persona sensibile, con questa tecnica si produce


fascinazione e il soggetto si mette a seguire il suo
ipnotizzatore come attirato da un fascino irresistibile, il
volto atono, immobilizzato da un'espressione di attenzione
angosciosa, lo sguardo fisso nello spazio, il collo proteso, le
braccia spinte indietro, il corpo rigido. Il soggetto, durante
la fascinazione, acquista un tale automatismo di imitazione
da ripetere tutti i movimenti e le parole dell'operatore. Il
suo polso diventa frequente e le pupille midriatiche.

La fascinazione un metodo che si pu seguire non solo a


ipnosi avanzata, per renderla pi profonda, ma anche per
indurre tracce sin dall'inizio in modo autoritario, come gli
ipnotizzatori di teatro. In questo caso, l'ipnotista si pone a
circa trenta centimetri dal volto del soggetto e in guisa da
dominarlo con la propria presenza fisica. Lo fissa
intensamente alla radice del naso, gli poggia le mani sulle
spalle e, scuotendolo lentamente avanti e indietro,

pronuncia suggestioni di stanchezza, di rilassamento, di


sonno, di pesantezza delle palpebre, di chiusura degli
occhi. Se il paziente, per difesa, dirige lo sguardo altrove,
gli si suggerisce che fa cos perch non pu sostenere lo
sguardo dell'operatore. Queste parole per reazione portano,
di solito, il paziente a guardare il terapeuta e a favorire
pertanto l'induzione, suggerendo pesantezza degli occhi e
chiusura delle palpebre.

Per la fascinazione, l'operatore deve avere uno sguardo


immobile e duro; deve allenarsi a fissare un oggetto a
trenta centimetri di distanza dal proprio volto senza batter
ciglio, n lacrimare. Bisogna stare attenti, inoltre, che lungo
il corso dell'induzione l'ipnotizzatore non finisca col
rimanere egli stesso ipnotizzato, come riferisce E. Speer in
una sua autosservazione. Anche Meares ricorda i casi di
Libeault e Braid, rimasti ipnotizzati da pazienti in stato di
fascinazione ipnotica, con gli occhi aperti, lo sguardo fisso, i
lineamenti rigidi, senza ammiccamento palpebrale, n
lacrimazione. Tale fatto potrebbe implicare un
rovesciamento di rapporto ipnotico; il quale evidentemente
qualche cosa di diverso di un semplice transfert
psicoanalitico. Si pu ovviare all'inconveniente suggerendo
la chiusura delle palpebre ed effettuandola con le proprie
dita, mentre si suggerisce il sonno a occhi chiusi.

Data la natura estremamente autoritaria del metodo, noi lo


adoperiamo di rado per l'induzione, solo con determinati
ammalati (ad esempio, astasici-abasici isterici),
riservandolo, eventualmente, come metodi di
approfondimento di specifiche trance. Appunto per questo
abbiamo preferito descriverlo qui (si veda il cap. 4 11).

Di fatto, i metodi autoritari causano in molti soggetti


resistenze inconsce, che rendono pi difficili i successivi
trattamenti e in ogni caso istituiscono un rapporto di
notevole passivit, facendo pi ardui l'integrazione e il
rafforzamento terapeutici della personalit del paziente.

Alexander Cannon, riferendosi alla tecnica della


fascinazione com' praticata da Binet e Fr, dichiara che
questo metodo deve essere abolito nella pratica medica,
perch introduce molti elementi personali e produce una
condizione di totale automatismo, in cui la personalit del
soggetto interamente soppressa. Meares, invece, non
cos radicale osservando giustamente, a nostro avviso, che
in ipnosi non esiste mai un automatismo totale, giacch il
soggetto possiede sempre delle difese personali profonde,
e soggiunge che gli elementi personali sono spesso utili
nella cura di alcuni malati e ricercati anche da moderni
psichiatri.

Per evitare poi le reazioni dei paziente che, aggredito con


mezzi autoritari, diventi a sua volta aggressivo verso
l'ipnotista, Meares suggerisce di spiegargli che non vi deve
essere conflitto tra lui e l'ipnotista, essendo la guarigione lo
scopo comune.

E' necessario che l'operatore il quale ricorre alla


fascinazione non abbia desideri consci o inconsci di
dominazione e sfati l'idea (tanto diffusa in passato) che
questo metodo abbia qualcosa di sovrumano.

L'IPERALGESIA E L'ANALGESIA

Se sono scarse in una trance, si possono rafforzare


suggerendo determinate rappresentazioni suggestive,
come quelle di una scottatura riportata nella parte che si
desidera iperalgesica, o di un congelamento nella parte che
si vuole analgesica.

Per l'iperestesia, vari ipnotisti (Chertok e altri) suggeriscono


dapprima al paziente di immaginare una catinella piena di
acqua bollente e di alzare un braccio quando essi l'hanno
bene individuata nella loro mente. Successivamente dicono
al paziente che, vedendo egli sprigionarsi vapori dalla
catinella, vien mosso dalla curiosit di conoscere la
temperatura dell'acqua immergendovi una mano e
scottandosela. Si invita ancora il paziente a sollevare il
braccio non appena egli avr la sensazione della
scottatura. Quindi si dir che la mano scottata divenuta
molto pi sensibile dell'altra e si inviter il soggetto ad
accettare ci avvertendo la differenza fra la puntura di uno
spillo in una mano e nell'altra. A questo punto, se il
paziente ha subito ed eseguito bene tutte le precedenti
suggestioni, subir anche quella dell'iperalgesia. Un
procedimento analogo si seguir per l'analgesia. Alla
catinella piena d'acqua bollente si sostituir quella piena
d'acqua gelata, contenente pezzi di ghiaccio galleggianti,
che renderanno la mano del paziente fredda e insensibile.
Altri, pi semplicemente, suggeriscono l'idea di una mano
inguantata, sicch quando si punger la mano con un ago
non si sentir dolore, perch come se si fosse punto il
guanto e non la cute.

Se il paziente ha subito in passato anestesie per interventi


chirurgici, si potranno richiamare alla sua memoria le
sensazioni di allora, suggerendo che esse insorgeranno

nella parte del corpo che si desidera analgesica (cap. 18,


caso 18).

Se il soggetto dovesse ancora sentire dolore, si dir che


nella prossima seduta l'insensibilit sar maggiore. In
merito si ricordi come sia pressoch impossibile produrre
intensa analgesia locale in un soggetto che non sia mai
stato anestetizzato, tanto che alcuni autori eseguono prima
un'analgesia farmacologica per potere poi riprodurla, a
volont, in ipnosi (cap. 10 S 1).

Parimenti, chi scrive, per causare a comando un profondo


senso di rilassamento e di benessere negli psiconevrotici
ansiosi, inietta a volte barbiturici endovena, a dose
subnarcotica, i quali facilitano l'induzione della trance e
fanno conoscere al paziente uno stato che sar poi pi
facile richiamare mediante l'ipnosi. Man mano che le varie
immagini suggerite allo scopo si realizzeranno, il soggetto
finir col sentirsi trasportato come in un sogno, i suoi sensi
saranno meno pronti a percepire i rumori esterni,
sorgeranno sensazioni soggettive di levitazione o di
pesantezza, di distacco del proprio lo dall'ambiente e, con
esse, le modificazioni desiderate della sensibilit obiettiva
e della cenestesi.

I SOGNI IN IPNOSI

Pu bastare una trance di media profondit per abituare un


soggetto a sognare in ipnosi. Si pu ottenere il risultato
cominciando con l'invitare il soggetto a concentrare i suoi
pensieri su determinate rappresentazioni suggerite:
panorama alpino in una notte di luna; ampia distesa di un

lago; campo di grano accarezzato dal vento. Si dice al


paziente di fissare l'immagine suggerita quasi guardando
dentro di s, in modo da escludere il libero pensare, e
poscia di descriverla. Allora potr accadere che questi,
lasciandosi trasportare dall'immagine indotta, l'arricchisca
con elementi propri, non suggeriti dall'ipnotista; elementi
allucinati od onirici, che finiranno col mutare il suo stato di
coscienza in quello proprio del sogno. Con questo metodo
chi scrive riuscito a ottenere in alcuni casi la descrizione
di sogni anche molto complessi, dai quali era affatto
estraneo l'influsso personale dell'operatore.

Suggerendo in ipnosi adeguati simboli-stimoli standard, in


altri termini, si pu dare il via a un'attivit immaginativa e,
per il diminuito controllo corticale, a un fiorire di emozioni e
sentimenti che sono normalmente repressi nello stato di
veglia. Ci non solo approfondisce la trance, ma esplica
una notevole utilit terapeutica in senso ipnoanalitico e
catartico.

Per vari autori i sogni in ipnosi psicoanaliticamente


sarebbero tanto importanti quanto quelli che avvengono
quando il soggetto non in trance, e quindi tale
procedimento avrebbe una notevole utilit per la
psicoterapia.

Prima di studiare questi sogni, pu essere utile farli


interpretare al soggetto stesso, mentre in trance, dando
poi noi la spiegazione che riteniamo pi esatta e
sottoponendola alla sua libera critica in un secondo tempo
(Wolberg, Pavesi) per una presa di coscienza, da parte del
paziente, della sua personalit profonda. Per interpretare
correttamente i sogni bisogna rifarsi al contenuto manifesto

e a quello latente di essi e agli altri dati rilevati dalla


psicoanalisi e dalla neurofisiologia (cap. 16 S 1).

E' facile trasportare un paziente dallo stato di sogno a


quello di uno stretto monodeismo ipnotico.

LE ILLUSIONI SENSORIALI

Per esse si valuta erroneamente e secondo la suggestione


indotta uno stimolo che colpisce effettivamente i sensi del
paziente ed esiste quindi nella realt (reputare molto
lontano un oggetto che vicino, pesante una cosa leggera
ecc.). Devono essere distinte dalle allucinazioni positive.
Con queste il soggetto proietta all'esterno immagini che
sorgono nei centri psicosensoriali cerebrali, giudicandole
esistenti nella realt (vedere un tavolo che non esiste,
udire un suono che non c' ecc.). Esse devono essere
distinte anche dalle allucinazioni negative (non vedere il
tavolo che c', non udire una persona che parla) che hanno
un altro meccanismo psicogenetico. Le allucinazioni,
contrariamente alle illusioni, abbisognano di una
dissociazione ipnotica pi intensa e di una trance pi
profonda. Esse saranno esaminate nel paragrafo seguente,
parlando delle sindromi dell'ipnosi profonda e dei
procedimenti da seguire per produrle.

E' chiaro che non si imporranno al paziente nuove


suggestioni, atte all'approfondimento della trance, se non
si saranno attuate le suggestioni date prima. A meno che
non si sospettino particolari stati costituzionali, per cui le
suggestioni motorie, come ad esempio determinate
contratture, siano molto pi difficili da ottenersi in quel

particolare individuo, delle suggestioni sensitive, o


sensoriali, quali le analgesie e le allucinazioni.

TECNICA DI FRAZIONAMENTO DI VOGT E ASSUEFAZIONE


IPNOTICA

E' molto utile per approfondire la trance. Con essa si


ipnotizza e si sveglia ripetutamente il paziente, col risultato
che a ogni nuova ipnotizzazione la trance diventa sempre
pi facile e profonda. Weitzenhoffer asserisce che la
ipersuggestionabilit omoattiva, che risulta dall'induzione
di trance, dura, allo stato di veglia, circa 30 minuti.

Per rendere ancora pi intenso il fenomeno, si suggerisce


ogni volta al paziente, prima di riportarlo allo stato di
veglia, l'idea di un torpore ancora maggiore che deve
sopravvenire subito appena sveglio.

Si dice al paziente che si trova sdraiato, con gli occhi chiusi


e in uno stato di ipnosi leggera: Conter sino a cinque;
arrivato a cinque lei prover ad aprire gli occhi, ma non vi
riuscir e se anche dovesse riuscirvi sentir le palpebre
pesanti, cosi pesanti che esse si richiuderanno subito e lei
piomber in un torpore ancora pi profondo di adesso, che
lo rilasser dei tutto.

Se il soggetto in ipnosi leggera, aprir gli occhi e subito


dopo E richiuder; se dovesse tardare a richiuderli, gli si
dice: Sente come le palpebre sono pesanti, pesanti; esse
sbattono, sbattono, ecco si chiudono, sono chiuse... e lei

piomba in un torpore sempre pi profondo ecc..

Se il paziente invece in un grado pi avanzato di ipnosi,


non riuscir ad aprire gli occhi.

Questa tecnica si vale dell'ipersuggestionabilit che risulta


dalla pregressa induzione; come nelle sedute successive si
sfruttano, col segnale di condizionamento, l'assuefazione
ipnotica e le possibilit dei comandi post-ipnotici.

Gi C. Richet aveva notato che un soggetto, resistente


all'ipnosi, magnetizzato da lui la prima volta in venti minuti,
nella seduta seguente si addormentava in quindici.
Risvegliato, si addormentava nuovamente in dieci minuti,
poi istantaneamente. Una donna, che egli ipnotizzava
all'ospedale, era diventata talmente sensibile che si
addormentava non appena egli entrava nella sala; all'inizio
il sonno era stato, invece, prodotto assai difficilmente.

In alcuni soggetti l'attenzione viva, l'attesa di un fenomeno


sono sufficienti per produrlo. L'idea sola di essere
ipnotizzati porta in essi il sonno. Heidenhain annunziava a
uno studente che la sera di un determinato giorno, alle
quattro, egli sarebbe stato ipnotizzato a distanza. All'ora
stabilita quello si addormentava.

A un altro soggetto offriva un bicchiere d'acqua, presunto


magnetizzato, e quello s'addormentava subito dopo averla
bevuta.

TECNICA DELLA CONTA SU E GIC

Questo metodo pu essere adoperato solo in soggetti che


gi hanno sviluppato in precedenti sedute una buona
ipnosi; ed utile sia per approfondire la trance sia per
indurre ipnosi in un soggetto a distanza, quasi senza che
egli se ne accorga, anche se sta attendendo alle sue
normali occupazioni, purch sia in grado di percepire la
nostra voce e sia stato indotto in trance con questa tecnica
almeno una volta. La prima volta essa viene da Erickson
praticata come segue.

Lei pu guardarmi, gi stato in trance, conosce l'ipnosi


ed un eccellente soggetto. Ora io le dimostrer che lei
pu raggiungere l'ipnosi solo fissando la sua attenzione su
un conteggio che le far mentre sta ritto in piedi ed io
conter da uno a venti. Posso eseguire il conteggio
contando un numero alla volta o due, quattro, cinque, dieci
alla volta. Mentre conter da uno a venti si addormenter
profondamente; e precisamente a 5 sar per un quarto
addormentato, a 10 sar mezzo addormentato, a 15 per tre
quarti addormentato, a 20 lo sar del tutto.

Lei far allora un respiro profondo e si lascer andare.


Vuole sedersi ora, per cortesia? lo sto per cominciare a
contare: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 lei mezzo
addormentato; 11, 12, 13, 14, 15 lei per tre quarti
addormentato; 16, 17, 18, 19, 20, respiri profondamente e
si lasci andare, scivoli nel sonno. Poi io proceder a
svegliarla contando all'indietro.

Quando conter da 20 a 1 lei si sveglier e precisamente


a 15 lei sar sveglio per un quarto, a 10 mezzo sveglio, a 5
per tre quarti sveglio, a 1 pienamente sveglio. Bene, ora io
conter all'indietro: 20, 19, 18, 17, 16, 15 sveglio per un
quarto; 14, 13, 12, 11, 10 mezzo sveglio; 9, 8, 7, 6, 5 / 6, 7,
8, 9, 10 mezzo addormentato; 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17,
18, 19, 20... respiri profondamente e scivoli in un torpore
profondo.

L'ipnotista chiede al soggetto: Che cosa le succede


quando io incomincio a contare indietro e poi
inaspettatamente in avanti?

Risposta: A mano a mano che lei conta all'indietro,


comincio a farmi sempre pi consapevole dell'ambiente
che mi circonda, delle persone, dei rumori ecc., poi
improvvisamente... bam... ogni cosa svanisce e mi sento
cadere di nuovo completamente nel torpore!

Se questa tecnica pu sembrare un po' teatrale, essa


tuttavia riesce utile per far comprendere al soggetto come
l'ipnotista possa attirare la sua attenzione anche quando
egli stia facendo qualche cosa o cammini; e pu permettere
la realizzazione di compiti ipnotici nonostante vari rumori
dell'ambiente e la presenza di altre persone.
Quando s rovescia improvvisamente la conta vi un
momento di pausa sconcertante nei Pensieri e sentimenti
del paziente e questi deve attaccarsi a qualche cosa e si
aggrappa come a una tavola di salvezza al conteggio che
va avanti di nuovo, sprofondando cos nella trance. Di fatto
noto come l'incertezza suscitata nel paziente dal
comportamento dell'ipnotista, gestuale o verbale, possa
turbare questi in modo tale da facilitare la trance.

TECNICA DELLA CONFUSIONE

k una tecnica che per alcuni aspetti richiama quella della


conta su e gi sfruttando, per l'induzione, le incertezze che
insorgono in un soggetto sottoposto a sollecitazioni
contraddittorie alternantesi.

Le suggestioni atte a produrre levitazione della mano


destra sono profferite insieme a suggestioni di immobilit
della mano sinistra; quindi si suggerisce il contrario:
levitazione a sinistra e immobilit a destra. Appena il
paziente si orienta nella apparente confusione
dell'operatore, si suggerisce immobilit di ambe le mani e
quindi simultanea levitazione di una e appesantimento
dell'altra: poich il paziente stato condizionato nelle
precedenti sedute a risposte positive alle suggestioni
offertegli, si trova tanto perduto nella apparente confusione
di suggestoni contraddittorie che ogni suggestione
positiva, tale da permettergli di uscire da cos spiacevole e
confusa situazione, sar ben accetta. La rapidit, insistenza
e sicurezza con le quali le suggestioni devono essere date,
servir a prevenire ogni tentativo dei soggetto nel metter
ordine nella sua mente.

Oppure, altre volte, mentre si sta inducendo con successo


la levitazione delle due mani, si pu sistematicamente
creare uno stato di confusione, indicando ora quale mano s
sta muovendo pi rapidamente, e quale pi lentamente,
quale arrester il proprio movimento e quale lo continuer
e in che direzione, finch il potersi ritirare da tale
confusione, con la completa accettazione delle suggestioni
del momento, diventa una meta gradita e desiderata.

La tecnica della confusione si pu usare come tecnica


mascherata, quando cio s vuole che il soggetto non si
accorga che sta per essere ipnotizzato, o quando questi
coscientemente desidera l'ipnosi e accetta di essere
ipnotizzato, ma di fatto presenta resistenze inconsce.

COSTATAZIONI DEL SOGGETTO


IN IPNOSI VIGILE

t molto utile, nelle prime sedute, dare al paziente la visione


dei fenomeni suggestivi che avvengono nello stato
ipnotico, coi risultato di fargli accertare l'avvenuta ipnosi, in
cui spesso non crede.

Ci porta, con maggior facilit, a rendere profonda la


trance e a una sua pi agevole, successiva insorgenza.

Per fare questo chi scrive causa la contrattura, l'analgesia o


la semplice catalessi di un braccio; mette poi il paziente in
condizioni di ipnosi vigile, senza risolvere la sintomatologia
causata. Sfrutta quindi tutte le possibilit suggestive di
essa, date dall'impotenza a riportare il braccio in posizione
normale. Riporta il paziente in uno stato di ipnosi pi
profondo e risolve il sintomo suggestivamente realizzato;
infine lo risveglia, dando le spiegazioni pi adatte ad
assicurare anche l'induzione di una nuova trance.

L'ipnosi vigile una particolare condizione che definisco di


suggestiva passivit psicosomatica, durante la quale si
possono avere anche importanti modificazioni somatiche
(analgesia, contrattura, catalessi), apparendo integra la
coscienza del soggetto e del pari, entro determinati limiti,
la sua capacit di riflessione e di critica. Con la
conservazione di queste, il paziente non pu tuttavia
sottrarsi al dominio dell'idea suggestionante. Si ritiene, con
Grasset, che il soggetto che subisce la suggestione allo
stato di veglia, si trovi di fatto in uno stato di ipnosi
parziale, con i sintomi della veglia al posto di quelli della
ipnosi profonda.

SUGGESTIONI E COMANDI POSTIPNOTICI

Si comincia dalle pi semplici, come quella che, appena


sveglio, gli occhi si faranno stanchi, le palpebre pesanti e
insorger di nuovo sonno, per arrivare a quelle pi
complesse, quali la modificazione della cenestesi, delle
funzioni intestinali, della vasomotilit cutanea, a distanza
anche di tempo (si vedano i casi 11, 15, 20, 29, 38, 42 della
casistica, al cap. 18).

Bisogna che le suggestioni siano molto chiare, ripetute


parecchie volte, e, per assicurarci che il paziente le abbia
ben capite, bene farsele anche ripetere da questi.
Occorre inoltre fare in modo che esse, almeno all'inizio, non
urtino eccessivamente la personalit dei soggetto.
Identiche raccomandazioni valgono per i comandi
postipnotici a distanza di tempo dalla seduta che, rivolti
prima all'esecuzione di azioni piacevoli e logiche
(telefonare a un'ora fissa e in un giorno prestabilito, ad
esempio) arrivano gradatamente all'esecuzione di ordini

illogici (venire alla prossima seduta con tre fazzoletti nelle


tasche, con la cintura del vestito alla rovescia, con
l'ombrello anche se non piove ecc.; caso 42 e di ordini che
ostacolino vizi, tendenze morbose e istinti deviati del
paziente.

Sia la suggestione sia i comandi devono essere dati in


modo chiaro, semplice e deciso, da non lasciare adito a
dubbi o a tentennamenti. Inoltre, non bisogna mai dare a
essi una forma imperativa di comando, non adoperare il
verbo dovere; l'azione pu essere sentita come
un'imposizione e non solo non essere eseguita, ma portare
al risveglio stesso del soggetto nel momento in cui si
impartisce l'ordine (caso 38).

Ogniqualvolta il paziente esegue una suggestione


postipnotica, ricade automaticamente in trance (si veda
documentazione clinica).

(b) Suggerimenti per le prime ipnosi

Verso la fine della prima seduta di ipnosi, bene


preoccuparsi di stabilire sempre un segnale di
condizionamento e una resistenza da parte del soggetto
all'ipnotizzazione, che eventualmente potesse essere fatta
da persone non qualificate.

Si esegue, in seguito, la deipnotizzazione suggerendo idee


di benessere.

A paziente del tutto sveglio si indaga, infine, con opportune


domande, sull'amnesia raggiunta.

SEGNALE DI CONDIZIONAMENTO

Chi scrive segue secondo la personalit dei pazienti vari


metodi di condizionamento. Uno la fissazione intensa
dello sguardo negli occhi del paziente, rinforzata dal
passaggio della mano davanti al volto del soggetto,
dall'alto verso il basso. Col passaggio della mano gli occhi
si chiudono e il malato va in trance. Se questa tardasse,
per un cattivo condizionamento, si ripete il passaggio della
mano lentamente, o bruscamente, e si suggeriscono la
chiusura degli occhi e il sonno; in caso di ulteriore
resistenza, si ritenta l'induzione con uno dei metodi
sperimentati precedentemente con successo.

Un altro mezzo di condizionamento pu essere la pressione


intensa dei pollice sul dorso della mano del paziente,
quando questi la stende all'operatore per salutarlo. Questo
semplice metodo, da me suggerito, ormai adoperato da
anni, con successo, da centinaia di ipnotisti. Se il
condizionamento suscita tutti i riflessi a lui propri, il
soggetto rimane senz'altro catalettico in posizione
statuaria, con la mano protesa nell'atto del saluto, gli occhi
chiusi, la testa reclinata, la bocca semiaperta, torpido e
amnesico (caso 38).

Non si congeda il paziente senza provare l'efficacia del


segnale di condizionamento, qualora non si fosse gi

sperimentata nella tecnica di frazionamento,


precedentemente citata, e che consta di ipnotizzazioni e
deipnotizzazioni ripetute.

Nella ripetizione delle varie sedute, chi scrive trova inoltre


utile condizionare il soggetto a determinati numeri, per
produrre, sciogliere o modificare le varie condizioni
suggestive imposte. Cos adopera il numero tre per
l'inibizione dei movimenti volontari, a convalida dello stato
catalettico e verifica dell'immobilit ipnotica delle posizioni
imposte; il numero cinque per lo scioglimento dello stato
catalettico e la ripresa dei movimenti volontari; il numero
dieci per il risveglio. Condizionando il soggetto a questi
numeri, le sedute ipnotiche vengono facilitate di volta in
volta e le varie suggestioni attuate e sciolte rapidamente.
E', necessario, s'intende, che l'operatore o i suoi
collaboratori, adoperino sempre gli stessi numeri nelle
eventuali sedute successive.

Ritorneremo sull'importanza del condizionamento e sulla


sua possibile genesi al cap. 8 S l.

LA RESISTENZA ALL'IPNOSI INDOTTA


DA PERSONE NON QUALIFICATE

Viene suggerita alla fine della seduta, come comando


postipnotico; cosicch in siffatta evenienza, il soggetto
opporr una resistenza tale da ostacolare notevolmente il
processo induttivo. Ci non sempre avviene, poich
praticamente l'induzione deve reputarsi sempre possibile
con particolari artifici, insistenza e tecniche che richiedono,

per, molto tempo e persone assai esperte in materia.


Detta capacit di resistenza viene comunemente suscitata
per proteggere il paziente da chi potrebbe
approfittare della facilit all'induzione ipnotica da noi
creata, disturbando cosi la condotta della cura iniziata e
l'equilibrio nervoso del soggetto.

LA DEIPNOTIZZAZIONE

2 detta impropriamente anche risveglio. Viene eseguita


dopo circa quindici, trenta minuti di trance, a parte il tempo
trascorso per l'induzione, che varia da soggetto a soggetto
e anche nello stesso malato, di volta in volta, alle prime
sedute.

. Con la deipnotizzazione, si suggeriscono anche idee


suggestive di benessere, che permettono un ritorno allo
stato vigile senza disturbo alcuno. Di solito bene non
causare mai tale ritorno in modo brusco, ma gradualmente,
nello spazio di uno-due minuti, lasciando poscia riposare il
paziente per altri cinque-dieci minuti, concentrato nelle
idee di benessere suggeritegli. Se non si suggeriscono tali
idee, possono comparire al risveglio cefalea, stato ansioso,
tremori, nausea, torpore mentale e lieve confusione che,
per gran parte, riteniamo di natura psicogena e neurotica,
o distonica. La cefalea postipnotica, secondo alcuni autori,
insorgerebbe di solito quando l'operatore ha cercato di
forzare il soggetto durante la trance. Noi l'abbiamo
riscontrata, per, anche nelle sedute lunghe e protratte, in
cui non si forzata la personalit del soggetto, e l'abbiamo
interpretata come effetto di una prolungata concentrazione
mentale, congiunta a tensione emotiva che in alcuni
soggetti distonici pu causare cefalea. Usiamo, pertanto,

alla fine di sedute prolungate, concedere cinque minuti di


riposo in sonno ipnotico, suggerendo in modo preciso che
questo equivarr a un'ora di sonno normale, e profondo.
Riteniamo che il rilassamento ipnotico per se stesso abbia
un'azione terapeutica, per modesta, e che assai maggiore
invece ce l'abbia se ad esso sono congiunte suggestioni di
rilassamento e benessere.

La deipnotizzazione e la scomparsa degli stati suggestivi


indotti non implicano alcuna difficolt; se mai la implica il
loro perdurare, dato che spontaneamente, dopo un tempo
pi o meno lungo, il soggetto tende a riacquistare le sue
normali condizioni psichiche, motorie e sensitive. Il sonno
ipnotico prodotto con qualsiasi mezzo non eccede mai la
durata di un breve sonno ordinario, anzi usualmente
meno lungo di questo, durando alcuni minuti o qualche ora.
Sono casi eccezionali quelli citati da Richet e Bernheim in
cui un soggetto dormi sedici ore e un altro diciotto.

Il malato che si ostinasse a dormire e a non obbedire agli


ordini, sia per il piacere di indugiare nello stato di trance,
sia per un meccanismo di fuga dalla trance nel sonno, si
sveglier da solo, abbandonato a se stesso, sotto lo stimolo
del primo bisogno fisiologico.

Paralisi suggestive, che l'operatore si dimentichi di


rimuovere, non persistono mai a lungo, dopo il risveglio.

In alcuni casi, il ritorno alle normali condizioni pu essere


difficile, o per gravi fenomeni di isterismo (casi 5, 8), o per
errori di tecnica da parte dell'ipnotista, che stato ambiguo
nelle istruzioni, specie nelle regressioni di et, tanto da

perdere il rapporto col proprio soggetto.

Nel primo caso non vi psichiatra che non sappia come


dominare le intemperanze isteriche del proprio paziente e,
a seconda di queste e del momento, applicare la
psicoterapia adatta (eventualmente anche quella rapida
strumentale); e nel secondo caso qualunque ipnotizzatore,
di una certa esperienza, potr, con suggestioni adatte,
gradatamente riprendere i contatti col proprio paziente,
che fosse regredito in modo tale da non potersi pi
orientare nel presente.

La brusca interruzione di una condizione psicofisica


stabilita con l'ipnosi, e causata da terze persone contro il
desiderio del soggetto al momento, pu far insorgere
malessere, turbe vegetative, stati di nevrosi ansiosa.

(c) Valore delle considerazioni del soggetto sulla trance


trascorsa

Dopo una decina di minuti che il soggetto, si integrato


nello stato di coscienza normale, si interroga
sull'esperienza vissuta per saggiare l'amnesia raggiunta. Se
l'ipnosi stata profonda, il risveglio non mai immediato, il
processo di reintegrazione dell'Io pu essere ritardato
ancora di qualche minuto e pu accadere che in queste
condizioni il soggetto ricordi tutto, perch, di fatto,
ancora in stato di beve ipnosi.

Vi sono dei soggetti che non presentano mai amnesia delle

esperienze vissute in ipnosi, anche se viene loro suggerita


come comando postipnotico; altri che non la presentano
alla prima ipnosi, ma solo alle successive, con l'aumentare
della profondit dell'ipnosi stessa; altri, infine, che la
presentano alla prima seduta e non pi alle successive
(caso 44).

In merito, degno di particolare considerazione teorica per


studiare determinati stati di coscienza e di passivit
psicomotoria, e pratica perch sconcerta i principianti in
ipnotismo, quell'atteggiamento presentato da vari
soggetti che arrivano a produrre anche il ponte catalettico,
ricordando per tutto e riferendo alla fine della seduta le
loro impressioni sulle esperienze vissute; dicendo magari
che vi si sono prestati per assecondare l'operatore, perch
divertiti, o interessati essi stessi all'esperimento ' a cui si
sarebbero potuti per opporre benissimo, se avessero
voluto!

Queste dichiarazioni del soggetto non corrispondono a una


obiettiva realt. La semplice catalessi del braccio alzato in
questi soggetti, in ipnosi leggera, dura senza fatica per un
tempo molto pi lungo di quanto non duri nello stato di
veglia; il ponte catalettico, compiuto perfettamente e senza
sofferenza in ipnosi, non viene eseguito affatto da costoro,
a coscienza integra, o solo per pochi secondi e con grande
sforzo.

Riportiamo a scopo dimostrativo l'interrogatorio da noi


eseguito a un ossessivo ricoverato nella Divisione
Neurologica dell'Ospedale Generale di Vercelli che, pur
realizzando il ponte catalettico, deipnotizzato asseriva di
non aver raggiunto alcuna trance.

L'interrogatorio registrato e le realizzazioni ipnotiche


filmate hanno fatto parte dei materiale didattico dei Centro
di Ipnosi Clinica Sperimentale dell'Ospedale e sono oggi in
dotazione alla scuola dei CIICS diretta dall'Autore.

Ipnotista: Adesso io desidererei che lei mi riferisse che cosa


ha sentito durante il periodo che era in trance; come si
risvegliato e che cosa ha pensato successivamente. Lei sa
quanto tempo stato in trance?

Paziente: Mah! Ho guardato l'orologio... per non avevo


guardato prima di cominciare ... ; mah, all'incirca un'ora e
mezzo.

Ipnotista: Praticamente invece sono state due ore e mezzo.


Lei parte di queste due ore le ha passate in un modo,
diciamo, catalettico. Ricorda come erano messe le sue
mani, le sue gambe, le sue braccia?

Paziente: Una mano sopra e l'altra in basso.

Ipnotista: Esatto! Era precisamente cos! Ma... e prima


ancora lei che altra posizione aveva?

Paziente: Non ricordo.

Ipnotista: Non ricorda d'aver avuto la mano sinistra


appoggiata alla fronte?

Paziente: Ah! si!... quando l'altra mano girava.

Ipnotista: Allora lei ricorda perfettamente?

Paziente: Si, io ricordo perfettamente che con una mano


giravo cosi, e l'altra la tenevo sulla fronte.

Ipnotista: Ma ... non si stancava in quella posizione?

Paziente: Eh ... cominciavo a stancaririi.

Ipnotista: Dopo due ore!

Paziente: Se erano due ore...

Ipnotista: Ricorda quando io l'ho fatta svegliare, e quando


prendere i libri, metterli sul lettino, metterli sotto il
guanciale... o no?

Paziente: Si, me lo ricordo.

Ipnotista: Ad ogni modo lei ha la sensazione di essere stato


ipnotizzato o no?

Paziente: Beh! lo non so cosa sia l'ipnosi. Se quello che ho


provato io ipnosi, allora sono stato ipnotizzato.

Ipnotista: E che cosa ha provato?

Paziente: t un po' difficile dirlo. Ad esempio ho sentito


arrivare l'infermiere che venuto per svegliarmi. Lui ha
visto che dormivo... a un primo momento ho pensato:
mah, io devo dormire perch l'ordine che ho avuto
quello di doriffire... e questo adesso mi sveglia. Provo a far
finta di non sentirlo e pu darsi che la smetta di chiamarmi
e invece no... lui ha cominciato a scuotermi...

Ipnotista: Lo ha scosso proprio?

Paziente: Si, si! Lui credeva che ormai tutto fosse finito.

Ipnotista: E cosa le diceva?

Paziente: Niente! lo gli ho detto scappa perch se arriva il


professore la vedi brutta, perch io sono sotto ipnosi. Ali,
mi risponde, mi scusi ed scappato subito.

Ipnotista: E allora lei si svegliato?

Paziente: Si, ma io ero sveglio anche prima: perlomeno, a


me era parso di essere sveglio anche prima.

Ipnotista: Ma se era sveglio, perch ha avuto bisogno degli


scossoni per ritornare completamente in s?

Paziente: SI, perch non volevo. Cio... un momento... ero


sveglio, ma gli scossoni... lo sentivo tutto... sentivo tutto...
Non che mi sembrasse di essere completamente
addormentato, neppure completamente sveglio, perch un
po' di pesantezza agli occhi l'avevo... Ma...

Ipnotista: Si sentiva non completamente sveglio, n


completamente addormentato insomma...

Paziente: Ecco... si!

Ipnotista: Uno stato crepuscolare di coscienza!

Paziente: Si, si, si.

Ipnotista: Allora in questa condizione lei sentiva quello che


succedeva nell'ambiente esterno per non lo accettava...
rimaneva nel suo stato di trance cio a dire rimaneva nella
posizione in cui io l'avevo messo ... ; un po' cos per
condiscendenza... o perch non avrebbe potuto fare
diversamente?
Paziente: E no! Perch penso sia la cura insomma!

Ipnotista: lo desidero sapere questo: se lei rimaneva cos


per condiscendenza, perch fa la cura, o perch non
avrebbe potuto fare diversamente da quanto le era stato
suggerito.

Paziente: Questo non glielo posso proprio dire. Non glielo


posso dire, ripeto. Perch non ho mai tentato di reagire;
perlomeno... a me pare che in ogni momento avrei potuto
interrompere la seduta, avrei potuto aprire gli occhi,
parlare, girarmi...

Ipnotista: Per non lo ha fatto.

Paziente: Va bene; evidentemente non l'ho fatto.

Ipnotista: E non lo ha fatto per condiscendenza? 0 perch le


tornava pi comodo fare quello che le avevo detto?

Paziente: Non che fosse pi comodo fare quello che mi

aveva detto. Cio... o prendo sul serio la cura e la eseguo...


e faccio quello che mi dice.

Ipnotista: Quindi praticamente lei ritiene di aver agito, per


gran parte, per condiscendenza al piano di cura stabilito.

Paziente: Penso di s'i.

Ipnotista: Ecco, questo quello che pensa lei. Per noi


abbiamo le prove che non proprio completamente cos.
Perch quello di farsi bucare la pelle della mano da parte a
parte con un ago, senza sentire il minimo dolore...

Paziente: Dovrei provare senza ipnosi.

Ipnotista: Ecco, proviamo! Vede che si tira indietro? Vede


che lei risponde con una reazione non certo di piacere?

Paziente: Si, s.

Ipnotista: Mentre prima io ho bucato la sua mano senza che


lei reagisse... non solo, ma la mano non ha sanguinato nel
punto in cui io l'ho bucata. t vero o non vero?

Paziente: Si, questo vero!

Ipnotista: Ora, come pensa lei, per condiscendenza, di


arrivare a fermare il suo sangue e di non provare quel male
che la bucatura allo stato di veglia le darebbe?

Paziente: Non so come sia la bucatura allo stato di veglia,


perch non l'ho provata.

Ipnotista: Certo; per quando cerco di farlo, lei ritira la


mano alla svelta!

Paziente: Si, va bene, ma intanto non mi ha neanche


toccato!

Ipnotista: Sfido, lei non me lo ha permesso. Se vuole, io


l'accontento subito.

Paziente: No, no, no! Non che io ci tenga.

Ipnotista: Prendiamo ora in esame un altro fatto. Lei


rimasto in uno stato, diciamo cos, scomodo delle braccia
per un discreto periodo di tempo. Lei ritiene di poter
rimanere due ore in quella posizione senza avvertire un
senso di stanchezza?

Paziente: No! Penso di no! Non ho mai provato, ma penso di

no.

Ipnotista: Perch normalmente la posizione di portare la


mano alla fronte, come se la poggiasse su una visiera
militare, pu persistere solo per dei minuti, ma non per ore;
vero o no?

Paziente: Si, specie se questo individuo in piedi.

Ipnotista: E allora solo condiscendenza o ritiene che ci sia


stata una prestazione superiore, che nella veglia sarebbe
stata pi difficile?

Paziente: t che io non mi sono sentito completamente


diverso, o molto diverso da quello che sono adesso.
Quando lei mi stringe qui sulla mano accuso una
sensazione di sonno che mi viene, questo si... e lo sento
sempre di pi andando avanti nella seduta che non le
prime volte...

Ipnotista: Quando io la tocco in quel punto lei avverte una


sensazione di peso alle palpebre.

Paziente: Si.

Ipnotista: E cade quindi in una specie di torpore.

Paziente: S.

Ipnotista: Questo lei lo sente?

Paziente: Si.

Ipnotista: Non condiscendenza?

Paziente: lo pensavo che...

Ipnotista: No. Adesso mi spieghi bene questo punto. E


condiscendenza da parte sua o prova veramente questa
sensazione? Ha detto che la sente, no?

Paziente: Si, si, la sento.

Ipnotista: Ma la sente perch una cosa che nasce in lei...


Non pi condiscendenza, dunque!

Paziente: No, se la sento, non pi condiscendenza.

Ipnotista: E quell'altro fenomeno dei braccio che girava,


girava, girava? Oggi l'ha fatto per un'ora e mezzo! L'ha
fatto per condiscendenza o pensa adesso che si tratti di
una prestazione un po' diversa?

Paziente: chiaro che dopo un'ora e mezzo la stanchezza si


comincia a sentire. lo non so se comincia a diminuire
l'influsso ipnotico o se la stanchezza pu venire anche in
ipnosi... questo non lo so.

Ipnotista: Per, di fatto, lei stato un'ora e mezzo cosi. C'


stato un momento che io le ho detto: Guardi, io conter
sino a tre: arrivato a tre lei cercher di fermare il braccio,
ma non ci riuscir. Questo avvenuto.

Paziente: Perch trovavo pi comodo non fermarlo!

Ipnotista: E perch trovava pi comodo non fermarlo?


Ancora per condiscendenza o per qualche cosa che le
nasceva dentro?

Paziente: Per fermarlo ci sarebbe voluta la volont. Invece a


continuare ... ; uno non pensa a niente e continua...

Ipnotista: Beh! Questo abbastanza importante! Per


fermarlo, lei dice, ci sarebbe occorsa una volont di cui lei
non si sentiva capace. Anche se girare il braccio
comportava fatica (perch a girare il braccio per un'ora e

mezzo si fa fatica) lei trovava che le era pi comodo girare


il braccio che volerlo fermare.

Paziente: Sar cos!


Ipnotista: No, no! Lei libero di dire tutto quello che pensa.
Dica se o se non ; non ... sar! Un'ultima domanda e
poi la lascio riposare. Lei, l'altro ieri, riuscito ad andare
dal barbiere, cosa che prima non riusciva a fare.

Paziente: Sono andato dal barbiere. Comunque dal


barbiere, al mio paese, io andavo.

Ipnotista: Da solo?

Paziente: Da solo, si! Soltanto che se mi veniva la


mancanza d'aria o di respiro, io, anche se ero appena
insaponato o mezzo raso e mezzo no, tiravo gi il sapone e
me ne andavo a casa, due Perequil e li fermo ad aspettare
che mi passasse l'ansia.

Ipnotista: Invece ora, in seguito al trattamento ipnotico, lei


ha potuto andare dal barbiere, girare per Vercelli, senza
paura.

Paziente: Senza fare tanta strada per!

Ipnotista: Va bene, oggi lei potr andare anche lontano.


Oggi andr da un barbiere lontano dall'Ospedale. Oggi
potr farlo!

A breve commento del caso si potrebbe ricordare come


Sarbin e quegli autori che ritengono l'ipnosi una
immedesimazione in un determinato ruolo troverebbero
nelle dichiarazioni del soggetto precedente una certa qual
conferma.

Scappa che devo dormire dice infatti il nostro paziente


all'infermiere che va a svegliarlo, come se effettivamente
fosse compreso del ruolo di dormiente che deve recitare.
Ma se cos pu sembrare a una osservazione superficiale, vi
sono altri fatti che ci dimostrano come non sia una
compiacente realizzazione suggestiva quella eseguita dal
soggetto, n che si tratti di una semplice recitazione come
avverrebbe allo stato di veglia.

Intanto il calcolo del tempo trascorso durante questa


pseudorecitazione inferiore al normale, come abbiamo
precedentemente notato, e la passivit psicomotoria
raggiunta con lo stato catalettico, il movimento automatico
rotatorio, la contrattura a ponte, (documentati da un film),
ci sono risultati di gran lunga superiori alle stesse
prestazioni possibili parzialmente nella veglia.
Intervengono quindi altri fattori in ipnosi che secondo noi
non si possono spiegare con la semplice recitazione.

Si ricordi come in ipnosi senza amnesia sia possibile il


compimento di azioni contro cui il soggetto si ribeller alla
fine della seduta; come accadde a quell'operatore che fu

malmenato da un diacono a cui aveva fatto assumere


spiacevoli atteggiamenti, non consoni alla sua dignit, o a
quell'altro operatore che ebbe una denuncia all'autorit
giudiziaria da una signora, dalla quale si era fatto
masturbare.

Ci dimostra come, anche senza amnesia, si possa parlare


di ipnosi e che questa, secondo chi scrive, consista pi che
nell'alterazione della memoria, nella raggiunta passivit
psicomotoria (caso 21).

Vi sono soggetti che in ipnosi manifestano notevoli capacit


di critica, ma la loro prontezza alla suggestione e la forza
imperativa in essi della rappresentazione suggestiva di
fronte alla critica, prova chiaramente, a nostro avviso, il
raggiunto stato ipnotico.

Costoro, peraltro, siccome odono perfettamente, hanno


idee chiare e ricordano tutto, ritengono di non essere stati
affatto influenzati da suggestioni, di essere anzi refrattari
all'ipnosi e che gli si voglia dare a intendere qualcosa che
forse, pensano, pu servire ad altri, ma non a loro! Il fatto
sconcerta di solito i principianti, mentre esso d adito a uno
studio pi approfondito della personalit del soggetto.

Tuttavia bisogner correggere con adatte spiegazioni e


suggestioni questo modo di pensare del paziente. Si dir
che il sonno ipnotico non uguale al sonno fisiologico o alla
narcosi e che pertanto in esso il rapporto con l'ambiente, e
con l'ipnotizzatore in particolare, viene naturalmente
mantenuto. D'altra parte questo rapporto fondamentale
per la cura, e la capacit del soggetto di intendere tutto

quello che l'ipnotista suggerisce deve essere sempre


conservata per imprescindibili necessit terapeutiche. Si
rassicurer il paziente preoccupato di non raggiungere
gradi profondi con amnesia, dicendogli che i buoni risultati
di un trattamento ipnotico non sono sempre proporzionali
alla profondit delle varie trance. Si dir, come
suggeriscono Chertok e altri, che, in fondo, non rientra nei
piani della ipnosi terapeutica di far perdere al soggetto il
proprio dominio, ma che anzi questa cerca di accrescerlo
con una cooperazione volontaria del soggetto con
l'ipnotizzatore.

In alcuni casi, per convincere i soggetti dell'ipnosi


raggiunta, noi suggeriamo levitazione, catalessi,
contrattura in ipnosi vigile, e non rimuoviamo tali
condizioni se non dopo averle fatte accertare
ripetutamente dal soggetto scettico. Comunque, tutte le
perplessit e le ansie del malato verso la cura devono
essere analizzate e dalle sensazioni che egli ha provato
durante la trance si ricaveranno dati utili e suggestivi per le
successive induzioni.

Riportiamo, come esempio didattico, le considerazioni


registrate di un altro soggetto ricoverato
Riportiamo come esempio didattico, le considerazioni
registrate di un altro soggetto ricoverato nella Divisione
Neurologica di Vercelli e le cui realizzazioni ipnotiche sono
state documentate da un film.

Si tratta di una trentenne gravida al quarto mese, affetta


da una grave nevrosi fobica, con sentimenti di odio verso il
nascituro e l'uomo che l'ha resa incinta. Recidiva di forma
gi sofferta a ventun anni per gravidanza subita con altro

uomo. La gravidanza fu allora interrotta e il matrimonio non


effettuato nonostante l'amore che nutriva per la persona a
cui s era concessa.

Le considerazioni di questo secondo soggetto, il quale ha


raggiunto pure egli una trance di media profondit, senza
amnesia, ci illustrano anche le possibilit terapeutiche
decondizionanti di una ipnosi di medio grado.

Dopo l'induzione, eseguita coi metodo della fissazione di


una candela, la paziente ha realizzato uno stato di trance
sufficiente per provocare una catarsi benefica coi pianto e
liberazione di angoscia repressa.

Dalle dichiarazioni registrate della ammalata sulla ipnosi


trascorsa, si potranno desumere il suo stato di coscienza e
le sue facolt percettive e mnestiche durante essa, le sue
perplessit verso la cura e come sono state risolte.

Ipnotista: Quest'oggi lei abbastanza rilassata, tuttavia si


anche disperata, ha pianto... e tutto ci, come lei stessa ha
costatato, le riuscito benefico; lei si sfogata ed pi
sollevata. Praticamente, durante la seduta ha sciolto
quell'angoscia che da due o tre giorni aveva accumulato
dentro di s. lo forse l'ho trascurata un po' in questi giorni
per dedicarmi ad altri ammalati pi gravi.

Paziente: Vede, io sono sempre stata cosi. Quando gli altri


mi dicevano di fare una cosa, io, per impulso, dovevo farne
un'altra. Non so perch.

Ipnotista: Cosa? Cosa?

Paziente: Non lo so.

Ipnotista: Non lo sa proprio?

Paziente: Sono cos disperata che non so neppure quello


che mi capita in questo momento. Non lo so. Forse mi
spiegher meglio domani. E questo che io conosco... questa
mia ribellione... forse per ci lei far tanta fatica a guarirmi.

Ipnotista: Lo sa perch ha pianto?

Paziente: No.

Ipnotista: Lei ha pianto perch durante la seduta noi


abbiamo operato una specie di catarsi. Lei aveva
accumulato delle resistenze. Lei aveva accumulato qualche
cosa dentro che le impediva h rilassamento completo.

Paziente: Posso dirle un'altra cosa, professore?

Ipnotista: Aspetti che le spieghi la sua situazione e poi lei

mi dir l'altra cosa.

Paziente: Va bene.

Ipnotista: Questa tensione interiore le impediva il


rilassamento che lei desiderava. Quindi lei si trovava in
lotta con se stessa.

Paziente: Proprio co.

Ipnotista: R vero?

Paziente: Si, cosi.

Ipnotista: Ecco, lei si trovava in lotta con se stessa. Aveva


una specie di nodo alla gola, che le impediva di rilassarsi,
quindi non poteva accettare le idee di benessere che io le
suggerivo. Noi adesso invece abbiamo operato un
allentamento della sua tensione, dell'angoscia che aveva, e
lei ha pianto senza sapere nemmeno il perch. Perch ha
pianto?

Paziente: Ma! non lo so!

Ipnotista: Bene! Adesso lei si sente un po' pi sollevata, no?

Paziente: Si, professore!

Ipnotista: Oh! Ha quasi voglia di ridere ora?

Paziente: (Ride.)

Ipnotista: Si sente di ridere. Ormai tutto passato e


chiarito. Avendo nel pianto sciolto tutte le resistenze che
aveva accumulato, stasera sar tranquilla! star tranquilla
perch si liberata da un'angoscia. passata dal pianto al
riso senza sapere il perch. Noi per lo sappiamo. Vada
pure ora.

Paziente: Volevo dirle questo.

Ipnotista: Dica pure signora.

Paziente: Non si offende?

Ipnotista: Io no. Dica, dica, signora?

Paziente: Ecco mi sono messa in testa che anche questo


un metodo ridicolo!

Ipnotista: Bene! Le pare che l'abbiano mandata fin qui da


tanto lontano, per provare un metodo ridicolo in un
ospedale!

Paziente: Eh si! Ma vede, sono sfiduciata. Gliel'ho detto!

Ipnotista: Ma lei ha parlato con qualcuno che le ha detto


male di queste cure, o le nata spontanea questa
affermazione?

Paziente: No, no! 2 stato vivendo questi fatti che sembrano


talmente assurdi; vedendo quella candela!... queste cose...
Nonostante io veda che dormo, e che faccio tutto quello
che mi dice... sento lo stesso una specie di opposizione;
quella ribellione di cui le parlavo mi dice che tutto ci
assurdo.

Ipnotista: Noi per abbiamo constatato che lei, dopo le


sedute, comincia ad accusare una specie di amnesia per
tutto quanto le accade durante le sedute stesse.

Paziente: Ecco, io divento quasi come indifferente. Le prime


volte, no! Ero incuriosita di ricordare tutto quello che lei mi
aveva detto, ma adesso provo un senso di fastidio a
ricordare. Capisce? Ho cercato di ricordare quello che lei mi
aveva detto. Ho fatto una certa fatica e allora ho sentito
una specie di fastidio.

Ipnotista: Questo vuol dire che lei si rilascia bene,


profondamente e che quindi...

Paziente: Lo so, ma non mi spiego quei fatti li...

Ipnotista: Stia tranqu11a signora...

Paziente: Se lei riesce a snodare questa mia ribellione!...

Ipnotista: Guardi che l'abbiamo gi snodata, come dice lei,


perch l'abbiamo fatta rilassare in modo notevole.

A circa una settimana di distanza vengono registrate le


seguenti dichiarazioni della stessa malata sull'efficacia
terapeutica del metodo dianzi definito come ridicolo.

Ipnotista: Si ricorda, signora, da quanto tempo ricoverata


qui, in ospedale, da noi?

Paziente: Sono esattamente diciassette giorni.

Ipnotista: Se non sbaglio per, la sua angoscia scomparsa

gi da parecchi giorni.

Paziente: Non vorrei sbagliarmi. Saranno ormai otto o dieci


giorni.

Ipnotista: Dieci giorni. Quindi dopo circa otto giorni dal


ricovero lei si trovata completamente libera dalla sua
angoscia...

Paziente: Da una angoscia profonda... che sconfinava in


mille sfumature che non posso nemmeno raccontare. Come
pensavo a lui e al mio bambino... mi veniva un'angoscia
che mi soffocava con mille perch, perch... e pi mi
lasciavo prendere da questi perch e pi mi perdevo.

Ipnotista: Da quanto tempo aveva questa angoscia?

Paziente: Praticamente da quindici mesi.

Ipnotista: E questa angoscia come quella avuta a 21


anni?

Paziente: Si. Allora nutrivo un odio verso la persona che mi


sembrava di amare. Ora invece verso questo secondo
uomo nutrivo un disagio, non riuscivo ad avere un normale
comportamento con lui.

Ipnotista: Ma un disagio tale da far compromettere il


matrimonio e l'imminente parto?

Paziente: Si.

Ipnotista: Ad ogni modo tutti questi disturbi angosciosi sono


scomparsi nello spazio di otto giorni.

Paziente: Si. Rimane un piccolo disagio tutte le volte che


penso a come andranno le cose una volta via di qui.

Ipnotista: Che differenza fa lei tra questo disagio e


l'angoscia di prima?

Paziente: Ah! Una enorme differenza!

Ipnotista: Pensi che durante questo ricovero di due


settimane, lei guarita da un'angoscia che durava da
quindici mesi; recidiva di una forma uguale sofferta a 21
anni.

Paziente: Si! Ho eliminato D soggetto della mia angoscia.


Dentro di me per non ancora sparito tutto.

Ipnotista: Pure stato possibile per lei eliminare una grossa


ombra del suo passato che si rifletteva in modo nefasto sul
suo attuale presente, compromettendo in modo grave i
rapporti affettivi con il suo futuro marito e

il suo futuro figlio. Oggi lei in grado di affrontare la sua


situazione familiare e il suo parto senza angoscia, anche se
persiste qualche beve perplessit. Vero o no?

Paziente: Si! Sono veramente in grado di affrontare il


matrimonio e il parto. Pensi che prima solo guardare un
bimbo era per me fonte di angoscia. Ora, anche se non
riesco a sentire nel profondo il senso della maternit,
tuttavia sono serena. Prima, mi rincresce dirlo, addirittura
odiavo questo bimbo. Mi veniva la voglia, se lo avessi avuto
tra le mani, di strozzarlo... di liberarmene. Tutto questo
invece ora scomparso.

Ipnotista: Bene! Vedr che anche le perplessit rimaste


scompariranno. Pensi che qui solo da diciassette giorni.
Ora lei affronter la realt vaccinata, immunizzata da
questa cura, e vedr che tutto, piano piano, scomparir.

A 15 mesi di distanza dalle dimissioni dell'ammalata,


avvenute il 26/7/1963, dopo 22 giorni di degenza nel
Reparto Neurologico dell'Ospedale Generale di Vercelli, ci
pervenuta una sua lettera che cos si esprime: Sono
enormemente migliorata da quello che ero. Ho una
splendida bambina che posso guardare con tranquillit e
tanta tenerezza. Quello che ancora manca per il mio
completo equilibrio penso lo determiner il tempo.
Riteniamo che la presa di coscienza di un complesso di

Edipo non nsolto nella paziente (per cui, in modo inconscio,


viveva la gravidanza come un peccaminoso incesto) non
avrebbe potuto portare a un pi rapido e favorevole
risultato, aspettando la crescita e la maturazione della sua
personalit con tecniche psicoanalitiche.

(d) Amnesia e tecnica per produrla

Un metodo semplice, che chi scrive segue per accertare


subito se vi amnesia al risveglio dalla trance, il
seguente: si suggerisce al paziente di contare sino a dieci,
ma di svegliarsi appena arrivato a sei. Giunto a questo
numero, l'ipnotizzato apre gli occhi e continua a contare.
Quando ha finito, gli si chiede: Perch conta? Vi sono tre
possibilit: o vi amnesia e allora il soggetto, non
ricordandosi pi del comando ricevuto, rimane assai
impacciato nella risposta. 0 vi ipomnesia e allora, dopo
qualche perplessit, risponde: ... Credo che mi abbia
detto lei di contare ... 0 non vi alcuna amnesia e
risponder franco: Me l'ha detto lei! E allora, di rimando:
Bene, giusto. Bravo! senza dare segno alcuno di
disappunto. A volte, pu accadere che, arrivato a sei nella
conta, il soggetto
continui a contare senza svegliarsi bene; ci accade
quando non si stati sufficientemente chiari, o quando il
comando non stato dato con la dovuta forza, incisione e
precisione.

E risaputo come, anche quando vi amnesia, il paziente


possa ricordare in una successiva ipnosi quanto avvenuto
nelle precedenti (si veda la casistica).

L'amnesia totale postipnotica, spontanea o suggerita,


secondo le tecniche tradizionali, si raggiunge al massimo
nel 25% dei soggetti, a volte dopo lunghe e numerose
sedute e non facile trovare metodi che sicuramente
consentano un risparmio di tempo per realizzarla e
migliorare le percentuali.

L'ipnositerapia profonda e le ricerche sull'ipnosi per


abbisognano a volte di soggetti amnesici, per cui vari autori
hanno cercato tecniche atte a raggiungere l'amnesia
postipnotica e non soltanto di rievocazione ma,
possibilmente, anche di fissazione (mai riscontrata
dall'Autore) di quanto vissuto nello stato di trance.

Fra le principali tecniche di blocco della memoria


ricorderemo quella di Schinitz e quella di Brenman e Gill.

Il metodo di Schmitz consiste nel suggerire in ipnosi che


alla domanda circa i fatti della ipnosi stessa, soltanto una
parola possa essere pensata; ad esempio, steppa, Sahara,
Panama, mare, ma neppure questa sia pronunciabile.

L'interrogatorio nello stato di veglia dei paziente cosi


trattato, rivelerebbe con questo metodo, secondo Schmitz,
una totale amnesia del vissuto in ipnosi. Facendo eseguire
a questi la scrittura automatica si noterebbe che essa
appare come un informe scarabocchio, in cui per
tuttavia possibile riconoscere la parola blocco adoperata.
Suggerendo poi al soggetto questa parola e chiedendogli
che cosa gli ricordi, possibile suscitare il ricordo degli
eventi vissuti in ipnosi. Amnesia quindi, in questo caso, di
rievocazione e non di fissazione.

Nei casi in cui era veramente difficile l'amnesia


postipnotica, per a noi neppure con questo metodo ci
riuscito di ottenerla e al cessare della seduta il paziente
ricordava la parola-blocco e il resto delle esperienze.

Brenman e GW adoperano una tecnica leggermente


diversa. Al soggetto ipnotizzato si dice di immaginare di
scrivere sulla lavagna tre parole diverse pronunciate
dall'ipnotista. Si dice che queste parole si confonderanno
nella sua memoria e che egli dovr faticare non poco per
ricordarle. Quindi si riprendono le suggestioni di
rilasciamento, assopimento, catalessi ecc.
Successivamente sar molto importante, secondo questa
tecnica, far ammettere al paziente che le suggestioni
hanno avuto buon esito e che egli ha provato una certa
difficolt a ricordarsi delle parole.

Per causare amnesia sono stati eseguiti da chi scrive vari


tentativi anche farmacologici come quelli di far precedere
l'ipnosi da iniezioni endovenose di barbiturico in modo da
facilitare una eventuale successiva amnesia ipnotica, con
una beve subnarcosi.

Il risultato per non stato soddisfacente, anche in un caso


che alla prima seduta aveva spontaneamente presentato
amnesia post-ipnotica e non pi nelle successive (caso 44).

D'altra parte il contemporaneo uso di psicofarmaci e di


droghe, se per alcuni aspetti facilita il processo induttivo,
per altri lo complica (cap. 7 S 2). Abbiamo preferito quindi

attenerci a metodi puramente psichici, tenendo conto di


quei dati fondamentali che ci sono stati rilevati
dall'esperienza personale o convalidati da altri autori.

Perch insorge l'amnesia postipnotica? Su questo


argomento di notevole importanza neurofisiologica e
psicologica ci diffonderemo nel capitolo 9 5 3, desiderando
qui riferire solo quanto pu servire per la giusta
impostazione di tecniche suscitatrici di fenomeni amnestici.

L'amnesia di fatto pu insorgere per un comando


postipnotico, o per uno spontaneo investimento dei
soggetto in un determinato ruolo (quello del sonnambulo
che comunemente si sa essere amnesico al risveglio), o per
una caratteristica spontanea degli stati di ipnosi profonda
in determinati soggetti con particolare costituzione
neuropsichica.

A volte, secondo i pazienti, tutte e tre le evenienze sono


possibili e pertanto nel giudicare dell'efficacia, o meno, di
una determinata formula verbale suggestiva per l'amnesia,
noi abbiamo dovuto in ogni caso clinicamente sceverare e
differenziare le varie eventualit accennate.

Soprattutto si tenuto conto della costituzione


neuropsichica di ogni paziente, della sua et, del sesso; di
eventuali malattie o terapie con farmaci o mezzi, capaci di
indurre di per s alterazioni delle possibilit mnemoniche.

In ogni seduta sperimentale per metodi induttivi di amnesia

abbiamo infine badato alla profondit della trance e quindi


al diverso stato di coscienza in cui veniva suggerita la
specifica formula verbale.

Riferendoci agli studi sull'influenza dei cosiddetto secondo


sistema di segnalazione (linguaggio) per la instaurazione o
estinzione dei riflessi condiziona
ti, noi nella pratica clinica ci orientiamo verso formule
verbali che possono essere facilmente suscitatrici di riflessi
condizionati precostituiti dall'abitudine e da pregresse
associazioni, cos da suscitare amnesia pi col meccanismo
del riflesso condizionato che non con quello di un semplice
comando postipnotico.

Nelle nostre formule pertanto includiamo verbalizzazioni


riecheggianti l'oblio, il torpore profondo, l'isolamento,
suggerendole ripetutamente e monotonamente fra le
suggestioni principali di amnesia (all'inizio e alla fine della
seduta). t utile anche suggerire motivazioni positive per il
soggetto adatte a reprimere, cancellare o deteriorare la
traccia mnestica.

Adoperiamo alcune formule suggestive all'inizio e alla fine


della seduta, nella speranza che la suggestione ipnotica di
amnesia, data all'inizio, possa a volte interferire
negativamente sulla entrata in funzione di quei circuiti che
secondo la teoria strutturalistica vengono sollecitati per la
memoria a lungo termine.

Si calcola che con l'uso della memoria a breve termine


bastino cinque secondi per perdere la met del materiale

percepito e che dopo diciotto secondi non vi rimanga pi


nulla, per cui ogni informazione nuova per essere ricordata
debba venire rafforzata per mezzo della ripetizione
effettuata da particolari circuiti nervosi a sede soprattutto
ippocampomammillare.

Questa ripetizione avviene in modo automatico e coinvolge


un maggior numero di circuiti cerebrali, tanto pi quanto
pi l'informazione emotivamente legata alla personalit
del soggetto e suscitatrice in lui di echi associativi.

Su questo automatismo associativo non facile influire se


non con cariche parimenti emotive e intense che l'ipnotista
deve scoprire in ogni singolo soggetto, e adoperare al
momento opportuno.

Tutto ci pi facile a dirsi che a farsi, soprattutto perch


difficile conoscere in partenza quali possano essere le
risonanze associative consce e inconsce delle nostre
parole, in ogni singolo paziente; ma quando si fortunati
nella scelta della formula e del momento, possibile, con i
metodi accennati, ottenere soggetti amnesici al risveglio
dalla trance.

Di fatto la suggestione amnestica data all'inizio della trance


pu creare un riflesso inibente o attenuante all'origine gli
elementi funzionali mnemonici necessari all'instaurazione
del ricordo. Tali riflessi

inibenti sono sicuramente sollecitati dall'interesse a

dimenticare suggerendo al soggetto che l'amnesia pu


giovare a una migliore fissazione nel subconscio di idee
dinamicamente attive per una realizzazione terapeutica.
Del resto anche nella veglia, la fissazione mnemonica
maggiore o minore di una esperienza congiunta al
maggiore o minore interesse che questa suscita in noi.

In merito abbiamo fatto esperimenti nello stato di ipnosi


con formule contenenti motivazioni a dimenticare e altre
sprovviste di tali motivazioni e abbiamo riscontrato la netta
superiorit delle prime.

Pi precisamente abbiamo scelto 37 soggetti trattandoli


con 68 sedute di ipnosi; ventitr uomini, quattordici donne.
Et minima dodici anni; et massima 61 anni; et media
38. Essi erano costituiti da 14 alcolisti; sei psiconevrotici;
cinque depressi; sette con sindromi dissociative schizoidi;
cinque normali, di cultura e stato sociale similari.

Le prime induzioni furono eseguite con la fissazione di un


punto, o dello specchio a riflessione distorta, o con la
fissazione dello sguardo; le successive mediante uno
stabilito condizionamento standard (vedi cap. 5 S 3). La
prima induzione fu praticata senza alcuna suggestione di
amnesia, per costatare che cosa il paziente avesse
spontaneamente dimenticato della esperienza vissuta nello
stato di trance. Solo nei casi in cui fu osservata l'assenza
totale della amnesia si pass nelle sedute successive a
induzioni con suggestioni tendenti a causarla.

L'amnesia postipnotica fu differenziata in totale, parziale o


nulla.

1 questionari di rilevamento e verifica amnestica si


riferirono:

1) ai particolari della seduta e delle parole pronunciate,


all'inizio;

2) a variazioni di assetto spaziale di oggetti o indumenti


suggerite e realizzate dal paziente a occhi chiusi, nella
induzione successiva;

3) alle stesse variazioni di cui sopra, suggerite e realizzate


a occhi aperti, nelle sedute ancora successive.

Ci, in modo da costatare un oblio per situazioni


progressivamente sempre pi complesse e quindi gradi
sempre pi profondi di amnesia riguardanti prima il ricordo
delle parole, poi quello delle azioni compiute a occhi chiusi
in uno stato di torpore sognante, e infine quello delle azioni
compiute a occhi aperti, in uno stato di piena coscienza
sonnambolica.

Le tabelle analitiche relative ai dati su esposti furono


compilate in modo da segnare per ogni soggetto la data e il
numero d'ordine progressivo delle sedute, il sesso, l'et, la
malattia, la tecnica induttiva, le suggestioni rilassanti o di
approfondimento adoperate, i tempi e le modalit
specifiche di misura dell'amnesia postipnotica.

La presenza o no di una amnesia di fissazione stata


ricercata riemmergendo in trance gli stessi soggetti
amnestici e rilevando che cosa essi ricordassero
dell'esperienza vissuta nella trance precedente; ben
conoscendosi che l'amnesia postipnotica di rievocazione,
spontanea o suggerita, scompare durante una successiva
trance.

La formula che nella esperimentazione mia personale e dei


miei collaboratori ci sembrata rispondere meglio ai nostri
scopi la seguente:

la parte, pronunciata subito dopo la chiusura suggestiva


degli occhi e i passi rilassanti (vedi cap. 5 5 3, metodica
standard):

Adesso la tua memoria si sospender, arrestandosi al


momento in cui sei entrato in questa stanza; e sprofonderai
in un torpore e in un oblio sempre pi profondi... Tu svuoti
la tua mente di tutti i pensieri e di tutti i ricordi, isolandoti
completamente... Vivrai la seduta come in un sogno,
dimenticandola al risveglio cosi come al mattino si
dimenticano i sogni della notte...

Ci necessario perch le mie istruzioni possano gi .


ungere profondamente nell'intimo della tua mente e
incidersi a livello inconscio, in modo da creare e mantenere
in modo automatico tutti quei riflessi automatici, psichici e
vegetativi necessari alla tua guarigione.

21 parte, pronunciata dopo aver stabilito il


condizionamento standard (cap. 5 S 3, metodica
personale):

Tu sei sempre torpido nel corpo, nella mente, nei ricordi,


come ti ho suggerito in principio. I miei suggerimenti sono
stati custoditi per da te nel profondo del tuo inconscio e
condizioneranno la tua condotta e la tua salute in modo
favorevole.

Ora potrai sforzarti di ricordare qualche particolare della


seduta trascorsa ma farai tanta fatica che non vi riuscirai
bene... e se non ricorderai nulla, come facile, perch ti sei
profondamente addormentato, alza l'indice della mano
destra. Se invece qualche ricordo affiorasse in te descrivilo
pure liberamente, parlando piano e calmo come in un
sogno ...

Se il soggetto invece d alzare l'indice accenna a qualche


particolare della seduta gli si dice:

Bene, anche queste tue reminiscenze adesso svaniranno


come nebbia al vento... Tu ora fai un sogno in cui vedi
scritto in una lavagna nera col gesso bianco quelle poche
cose che ricordi... Ma siccome necessario che tutto
rimanga Pi nella tua personalit inconscia che in quella
cosciente, ti vedi che con una spugna cancelli tutto
energicamente... e come questo si cancella dalla lavagna,
si cancella dalla tua memoria.

Al risveglio, finito il sogno, ti dimenticherai anche di aver


sognato.

Nulla insomma ricorderai dell'esperienza vissuta durante


questo stato di torpore e di oblio profondi, n per te stesso,
n per chiunque, me compreso, ti facesse domande al
riguardo.

Se i soggetti sono ben scelti facile che costoro realizzino


una amnesia postipnotica pi o meno estesa, e in ogni caso
bene rassicurare il paziente spiegandogli come un oblio
totale non sempre si realizza alla prima seduta, o che
comunque esso non indispensabile ai fini terapeutici,
avendosi a disposizione altre possibilit.

Nella prima parte della formula citata vengono associate


alla suggestione di sonno o torpore Profondo quella di
isolamento sempre pi esteso e di oblio intenso e amnesia;
suggerendo una motivazione terapeutica a reprimere il
ricordo e sollecitare cos l'interesse del soggetto a inibire la
fissazione degli engrammi relativi alla seduta.

Nella seconda parte della formula si suscitano inibizioni a


rievocare, interferenze amnestiche retroattive e
suggestioni motivate di amnesia postipnotica.

Le suggestioni della formula non vengono mai date nel


modo imperativo del comando postipnotico ma permissivo,
anche se preciso, per due motivi fondamentali. Il primo
quello che se l'amnesia non si instaura in modo

soddisfacente, pu insorgere nel soggetto uno stato


ansioso come quando si d un comando postipnotico che
non pu essere eseguito per circostanze esterne
ostacolanti; stato ansioso che pu portare anche a
resistenze verso successive induzioni.

Il secondo quello della diminuzione del proprio prestigio


nei confronti del paziente che non conosce quali siano le
effettive possibilit di una realizzazione ipnotica.

Peraltro ricordiamo come non vi sia affatto bisogno per la


comune pratica terapeutica che il soggetto diventi
amnesico con l'ipnosi e le tecniche per causare amnesia
sono state da noi studiate e riferite solo per poter eseguire
particolari indagini ipnoanalitiche in regressione di et o
speciali terapie.

Per ulteriori chiarimenti sull'arrinesia postipnotica di


rievocazione e di origine e sulle maggiori possibilit di
causarle subito dopo una buona prestazione ipnotica,
vedasi capitolo 9 5 3b.

2. Tecniche per ottenere


le sindromi dell'ipnosi profonda
e tecniche ipnoanalitiche

In successive ipnosi, che si cerca di indurre sempre con il


segnale di condizionamento, nel modo gi esposto, utile

ripetere le prove delle prime sedute per assicurare


un'assuefazione ipnotica e quindi una maggiore passivit.
In caso di particolare facilit nell'esecuzione di esse, se ne
compiono altre che richiedono un grado pi intenso di
trance e si cerca di ottenere quegli stati e quelle sindromi,
che meglio permettono l'accesso alla personalit profonda
del paziente.

Queste sindromi si ottengono con tecniche speciali, che si


descriveranno brevemente, rimandando il lettore che
volesse conoscerle pi a fondo, ai lavori di Lews R.
Wolberg, di Erickson, di Weitzenhoffer, di Meares.

Chi scrive ritiene peraltro che le tecniche che richiedono


trance profonda debbano essere adoperate con prudenza e
quando lo si reputi indispensabile ai fini terapeutici, dato
che rendono pi profonda la' dissociazione fra conscio e
subconscio; e ci, in personalit psicopatiche e isteriche,
pu essere di danno. Pavesi e Mosconi ritengono che per
utilizzare tutte le possibilit dell'individuo sia opportuno
ricorrere a tecniche allucinatorie e sonnamboliche, e per
allenare, ad esempio, una paziente a produrre anestesia
per il parto, questi autori consigliano, come base, scrittura
automatica e allucinazioni visive. La prima come
fondamento per una locale dissociazione di una parte del
corpo, la seconda per insegnare a non rispondere a uno
stimolo.

Nell'applicare queste tecniche, peraltro indispensabile un


accurato esame preliminare neuropsichiatrico, in modo da
stabilire, caso per caso, se il soggetto potr impunemente
sopportare tali pratiche dissociative e soppesare prima i
vantaggi e gli svantaggi del metodo per il paziente.

Auspichiamo, pertanto, una maggiore collaborazione per


l'avvenire tra lo specialista neuropsichiatra e gli odontoiatri,
gli ostetrici, gli anestesisti, che vogliano ipnotizzare i loro
malati.

(a) Induzione di profonde alterazioni sensoriali e di


allucinazioni

Per aumentare il rapporto obiettivo col soggetto, si pu


suggerire, ad esempio, che durante la

seduta nulla potr distrarlo dall'operatore e se anche


qualcuno dovesse chiamarlo forte per nome, egli non
risponder affatto, non sentendo che la voce dell'ipnotista.
Ci si sincera dell'avvenuta suggestione facendo chiamare e
scuotere il paziente dall'infermiera.

Per facilitare allucinazioni, utile suggerire delle immagini


corrispondenti. Ad esempio, l'allucinazione olfattiva del
profumo di un fiore con l'immagine di un giardino, quella
uditiva del suono di una campana con il sogno di una visita
a una chiesa ecc. E' risaputo come un'allucinazione si
ottenga tanto pi facilmente quando accompagnata da
un'immagine. Anche per indurre sensazioni varie
opportuna, a sostengno e a giustificazione di esse, la
suggestione di immagini adeguate. Cosi non basta, ad
esempio, dire: Fra poco avrai freddo, ma bisogna
aggiungere: Avrai freddo perch il tempo si guastato,
caduta tanta neve e noi siamo in mezzo a correnti d'aria
gelida ecc.. Solo cos il soggetto potr cominciare a

battere i denti per il freddo.

Per indurre allucinazioni uditive, alcuni coprono un orecchio


con una conchiglia, o con una tazza, e suggeriscono che il
rombo caratteristico che si avverte in questo caso si
trasformer in voci che lo riguardano e di cui egli riferir
(Estabrooks).

Sogni complessi (cap. 5 5 la) e allucinazioni negative


(sordit, amaurosi ecc.) richiedono una notevole profondit
di trance e accorgimenti particolari, come pure l'induzione
di particolari sentimenti.

(b) Sonnambulismo

Vi si arriva, di solito, attraverso suggestioni successive


precise e calcolate, prima fra tutte quelle di parlare, aprire
gli occhi, muoversi e camminare senza interruzione dello
stato di trance.

Per abituare il soggetto a parlare senza svegliarsi dalla


trance, opportuno che la conversazione sia piana ed
elementare, le domande semplici, inadatte a suscitare
apprensioni, ansiet, cattivi ricordi. Noi, finch possibile,
preferiamo far parlare il soggetto da solo, invitandolo a
esprimere qualunque cosa gli passi per la mente; si eviter
cosi il pericolo di fare domande che possano turbarlo e si
potr nello stesso tempo iniziare una analisi della sua
personalit profonda, anche secondo la tecnica della libera
associazione. Nello stesso tempo il malato si abituer a

parlare senza uscire dalla trance, suggerendogli che egli


parla come pu fare un
soggetto durante il sonno. Per fargli, infine, aprire gli occhi
senza interrompere lo stato ipnotico, si dir al soggetto, gi
in stato di trance profonda, che egli aprendo gli occhi
molto lentamente, siccome addormentato, vedr le cose
in un modo assai confuso; ma che gradatamente
distinguer gli oggetti bene, come se fosse del tutto
sveglio, perch il sonno in cui egli si trova un sonno
speciale

Chi scrive, quando desidera sperimentare la possibilit di


uno stato sonnambolico, dice al soggetto: Lei dorme di un
sonno speciale, di un sonno che le permette di ascoltare
tutto quello che le dico, e anche, occorrendo, di tenere gli
occhi aperti e di camminare. Lei dorme e mentre dorme
parla e cammina. Si alzi, faccia questa azione che le
suggerisco, poi si rimetta seduto, nella stessa posizione in
cui si trova ora (lo stato catalettico, di solito). Se il
soggetto ha raggiunto una buona ipnosi, eseguir i gesti
ordinati, lentamente, come un automa, con lo sguardo
piuttosto fisso, i lineamenti del volto pesanti, una facies
ftge e da sveglio non ricorder l'episodio avvenuto. A
volte l'amnesia non che parziale. t opportuno, riteniamo,
suggerire la condizione sonnambolica solo quando il
soggetto si trova in trance profonda da almeno tre minuti e
gli sia stato fatto raggiungere prima un grado di intensa
passivit psicomotoria.

Una volta raggiunto lo stato di trance profonda, nel


passaggio allo stato sonnambolico, possono presentarsi
due evenienze diverse. A volte il soggetto trovasi in uno
stato di profonda passivit e abbandono, una specie di
letargia dalla quale difficile farlo uscire; e a volte il

paziente pi attivo, apre gli occhi, cammina, dapprima


impacciato e torpido e poi sempre pi spigliato e normale.
Bench i due stati attivo e passivo siano molto differenti,
essi, sono assai vicini, perch l'apatico diviene attivo se
l'ipnotizzatore gli ordina di aprire gli occhi.

(c) Scrittura automatica

Si dice al soggetto che la sua mano sar sciolta dal resto


del corpo, e per rafforzare questa idea la si pu rendere
analgesica. Gli si suggerisce che la sua mano, che stringe
una matita fra le dita, comincer fra non molto a scrivere
su un taccuino, al quale si appoggia, delle frasi che
possono anche non avere alcun riferimento a ci di cui egli
si sta occupando. Sar come se un'altra persona, diversa
da lui e dall'operatore, la guidi. Frattanto si distrarr il
paziente da ci che sta scrivendo con una conversazione, e
la mano stessa del soggetto pu essere nascosta alla sua
vista da uno schermo.

In questo modo pi facile ottenere una maggiore


dissociazione e la rivelazione di problemi intimi avviene
durante la scrittura automatica meglio che durante un
discorso in condizione semisonnambolica. Meares e altri
hanno notato come alcune parole riguardanti, ad esempio,
fatti omosessuali o incestuosi vengano pi facilmente
scritte che dette, se si suggerisce al malato che il suo
braccio e la sua mano agiscono automaticamente, senza la
possibilit di guidarli o trattenerli! Terminata l'operazione,
si cercher, sempre in ipnosi, di decifrare con lo stesso
paziente quanto stato scritto. Con questo mezzo facile
far affiorare idee represse nel subconscio.

S. C. Filloux ed altri hanno studiato particolarmente la


scrittura automatica e secondo loro si tratta di mettere a
profitto l'anestesia di una parte del corpo e precisamente
del braccio per evidenziare degli atti inconsueti e
intelligenti, in relazione con una attivit psichica che si
esercita assolutamente al di fuori della coscienza
principale.

Dativen riferisce che il dottor Anita Muller era diventato


cosi abile a procurare questo particolare stato dissociativo
nei suoi pazienti che uno di questi riusciva a leggere ad alta
voce mentre scriveva con le due mani su due argomenti
diversi.

Di solito l'attitudine alla scrittura automatica viene spiegata


con l'isterismo, ma oggi bisogna ammettere con Dativen e
altri che i soggetti normali che possono praticarla sotto
ipnosi sono assai numerosi. J. Lhermitte ha dimostrato che
queste perturbazioni non provengono n da una scissione
funzionale primitiva dei sensi, n da una dissociazione
originale delle facolt dello spirito secondo la terminologia
della vecchia psicologia, ma da un automatismo
lentamente e pazientemente elaborato.

Noi ripetiamo per questa pratica dissociativa quanto


abbiamo gi detto per tutte le tecniche profondamente
dissociative della personalit con l'insorgenza di
automatismi persistenti e sdoppiamento della coscienza, e
cio che una pratica da farsi con dovute cautele, in
soggetti adatti e in casi indispensabili.

(d) Disegno automatico. Ipnografia. Ipnoplastica

Sono tre tecniche ipnoanalitiche che, usate in condizione di


trance piuttosto profonda, permetto
no di scoprire, rispettivamente attraverso disegni, dipinti e
soggetti plastici, conflitti psichici inconsci. Trattasi di
tecniche proiettive della personalit profonda, giacch si
dice al soggetto in ipnosi di disegnare, dipingere o
plasmare nella creta tutto quello che gli passer per la
mente e gli verr spontaneo di fare.

Durante l'ipnografia, per assicurarsi che il dipinto viene


eseguito in ipnosi, si possono contemporaneamente
suggerire dei movimenti automatici da compiere per lungo
tempo.

Chi usa frequentemente questa tecnica (Meares) sostiene


che il colore nero su fondo bianco quello che meglio serve
per la rivelazione dei sentimenti profondi. I vantaggi di
espressione che si avrebbero con l'uso di altri colori sono
notevolmente inferiori agli svantaggi che questo uso
implica in una seduta terapeutica. Tanto pi che pu
accadere che il paziente in ipnosi continui a dipingere
automaticamente anche quando il suo pennello non ha pi
colore, o al di fuori del foglio di carta, sul tavolo.

Per l'ipnoplastica Meares adopera una preparazione


plastica di Parigi, che contiene asbesto, il quale, essendo
meno duttile, permette una seduta pi lunga e inoltre
s'indurisce col tempo, consentendo cos la conservazione
dei modelli eseguiti.

(e) Visione nel cristallo o nello specchio

E una tecnica che pu fornire dati validi solo nella


condizione sonnambolica. Si mette dinanzi al soggetto uno
specchio che rifletta il soffitto o un cristallo qualunque, e gli
si suggerisce di fissarlo, riferendo quanto vede. Le scene
allucinate si riferiranno spesso a fatti trascorsi, che hanno
avuto particolare importanza nella vita del paziente, o che
sono stati causa in lui di traumi psichici.

09 Regressione di et e rivivificazione

In ipnosi vi sono due modi diversi di richiamare il passato


della nostra vita nell'attualit del presente: quello tipico
della cosiddetta regressione, in cui il soggetto rivede il suo
passato con atteggiamento, critica e sentimenti dei
presente; e quello della cosiddetta rivivificazione, in cui il
paziente dimentica il presente per comportarsi, esprimersi
e sentire come in tempi passati. Nel primo caso si tratta di
una pseudoregressione durante la quale il soggetto,
favorito dall'isolamento sensoriale della trance ipnotica e
dalla maggiore capacit di attenzione e concentrazione
mentale che si possono avere durante questa, diventa
capace di ricordi, che molto pi difficilmente rievocherebbe
nello stato di veglia.

Nel secondo caso invece si instaura un procedimento del


massimo interesse, durante il quale il paziente diventa
capace non solo di ricordare, ma anche di rivivere alcune
situazioni somatiche e viscerali proprie di et da tempo
trascorse, anche se la sintomatologia che affiora in questo
stato deve essere valutata con acuto senso critico

dall'operatore, potendo questa essere inficiata da artefatti


della pi diversa natura.

La rivivificazione si instaura di solito in un soggetto in stato


sonnambolico, suggerendogli che egli ritorner indietro con
gli anni, sino all'et infantile. Egli si sentir piccolo, sempre
pi piccolo, e diventer come se avesse cinque anni (otto,
sei, quattro, a seconda dell'et a cui lo si vuole regredire).
Generalmente si fa la regressione usando tappe di cinque
anni. Si aspetta quindi un momento finch il paziente si
immedesimi nell'epoca regredita; poscia, rimanendo
l'ipnotista nel testo e nell'ambiente creato dalla
regressione, si indirizzano caute domande su quanto si
vuole indagare e secondo le risposte che si hanno. Io sono
uno che tu conosci e che ti vuole bene. Chi sono i tuoi
amici? Chi ti pi caro? Quando l'hai visto l'ultima volta?
Con chi eri?... Vai a scuola? Chi il tuo compagno di banco?
Chi siede dietro d te? Chi siede davanti a te? Hai fratelli?
ecc. Dato che la memoria legata essenzialmente
all'interesse e alle emozioni, chiaro che sar tanto pi
facile rivivere episodi trascorsi, quanto pi questi furono
importanti nella vita del soggetto. Altre modalit di
tecniche di rivivificazione sono le seguenti, adoperate
anche da Bryan, Erickson, Van Pelt e altri autori: quella del
treno, del calendario, dell'orologio, dell'emozione.

Con la tecnica del treno, si suggerisce la partenza del


soggetto su questo e che egli guarda dal finestrino,
scorgendo episodi e periodi passati della sua vita, indietro e
indietro nel tempo. Quando si raggiunge un avvenimento
particolarmente traumatizzante o importante della vita, il
treno si ferma ed egli scende, parla e agisce immedesimato
nel tempo che rivive appieno.

Con il calendario si suggerisce al soggetto che egli sfogher


un calendario in cui i giorni sono stampati in modo
regrediente e non progrediente nel tempo. Egli alzer
l'indice destro appena vedr il calendario e i giorni che
scorrono all'indietro; quindi si immedesimer nel tempo che
scorre all'indietro, fermandosi a una data specifica, a un
periodo importante per lui.

La regressione con l'orologio come quella del calendario,


usata soprattutto per appurare fatti importanti dal lato
legale o criminologico e in essa ci si avvale della
distorsione del tempo, per cui un soggetto pu rivivere un
evento traumatico in un tempo pi breve di quello in cui il
fatto veramente avvenuto. Si pu con questo metodo
anche far scaricare l'emozione congiunta all'evento in
modo sempre pi breve: due giorni in cinque minuti, poi in
un minuto, in 10 secondi, in 5 secondi, in un secondo;
finch l'evento finir con l'essere svuotato di ogni
emozione.

Nella regressione per emozione si chiede al soggetto di


ritornare indietro al tempo in cui ha provato un'emozione
per lui molto spiacevole, di riviverla appieno, invitandolo ad
alzare l'indice destro appena vi sia riuscito. Quando ci
accade, si cerca di minimizzare l'avvenimento, di
dissociarlo dall'emozione, facendo vivere al paziente
l'episodio doloroso come un episodio freddo e ineluttabile,
al di sopra di ogni volont umana e con conseguenze
rimediabili.

Riassumendo le tecniche indicate si pu quindi dire che con


esse possibile regredire un paziente a una determinata
data o a una determinata et, a uno specifico avvenimento

o a una specifica emozione e neutralizzarla del suo


significato traumatizzante con appropriate immagini e
tecniche di distorsione temporale.

La rivivificazione molto efficace per scoprire rapidamente


eventuali traumi infantil, o episodi che sono alla base di
sintomi psiconevrotici. Se, inavvertitamente, si facesse
regredire il paziente in un tempo in cui egli ha riportato un
intenso trauma fisico o psichico, bisogna essere pronti a
svolgere un'adeguata psicoterapia e a fronteggiare ogni
sua reazione (si veda il caso 38, regredito all'et in cui
soffriva di asma). Prima di svegliare il paziente, lo si fa
tornare alla realt col procedimento opposto a quello con
cui si fatto regredire.

Alcuni autori (Dieterle, Koch, Weitzenhoffer) credono nella


possibilit teorica di perdere ogni rapporto coi proprio
paziente se lo si fa regredire a un periodo in cui egli non
poteva n parlare, n comprendere il significato delle
parole; e ci sarebbe effettivamente avvenuto (Deterle e
Koch, da Pavesi). Wetzenhoffer consiglia, pertanto, di usare
un segnale non verbale, che serva a suscitare la fine della
regressione e a ricondurre il paziente alla sua et.

Per altri autori (Chertok, Hadfleld, Young) la realt della


regressione ancora argomento di controversia (Young,
1940, pp. 35, 273), e noi vi ritorneremo nel capitolo 9 5 3b
trattando dal lato neuropsicofisiologico le possibili
modificazioni della memoria. Dauven critica coloro che
credono alla realt di una regressione, per esempio
nell'immediato periodo postnatale, quando non si conosce
ancora l'uso del linguaggio e pertanto il soggetto non
dovrebbe pi essere in grado di capire l'ordine dell'ipnotista

e d ritornare alla sua effettiva et, come invece avviene.

Peraltro Vladimir L. Raikov ha svolto uno studio sulla


regressione ipnotica al periodo neonatale, confrontando le
differenze dei riflessi e del comportamento in soggetti che
riuscivano a raggiungere ipnoticamente tale epoca, e in
altri, soggetti poco ipnotizzabili o attori di professione, che
invece mimavano gli atteggiamenti della prima infanzia.

P, risultato che coloro che realmente rivivificavano l'epoca


neonatale, riproducevano comportamenti e riflessi
caratteristici di questo periodo; laddove non vi riuscivano le
stesse persone durante il gioco di ruolo e i soggetti poco
ipnotizzabili o gli attori di professione (cap. 9 5 3).

Chi scrive ha costatato ripetutamente e documentato in


film, a disposizione degli studiosi del Centro Italiano di
Ipnosi Clinica Sperimentale, una netta modificazione dei
riflessi plantari in soggetti regrediti all'epoca neonatale.
Cos come ha costatato, in centinaia di rivivificazione
eseguite, che quando questa sembrava soddisfacente per
particolari atteggiamenti, per la scrittura, per i sentimenti,
per il minuzioso ricordo di particolari, impossibili a
rievocarsi nello stato d veglia, non risultava, in definitiva,
sempre cos perfetta e totale come viene descritta da
alcuni autori.

I pazienti, regrediti alla prmssima infanzia, s sono


espressi con un linguaggio, a mio avviso, migliore di quello
che verosin-iilmente sarebbe da attendersi nelle condizioni
neuropsichiche di un soggetto regredito, ad esempio, a due
anni d et, la cui capacit d esprimersi notoriamente

molto limitata.

Ritengo infine che gli artefatti siano molto pi frequenti di


quanto non si creda, nelle regressioni di et descritte dalla
letteratura.
Esperienze di tipo onirico con errate interpretazioni e
ricordi allucinatori sono state del resto descritte da vari
autori e ad esempio Simon Benianun, psichiatra di Boston,
riferisce di avere da una coppia di coniugi ascoltato
indicazioni precise su esperienze vissute per due ore a
bordo di un disco volante a contatto con umanoidi spaziali.

Riteniamo che i casi descritti di regressione in epoca


prenatale e in altre vite dalla letteratura non scientifica
possono interpretarsi il pi delle volte come esperienze di
tipo onirico in stato dissociativo sonnambolico, non
essendosi avuta alcuna prova della loro veridicit.

Ritorneremo sull'argomento al capitolo 9 5 7f con l'apporto


di casi personali.

Tuttavia sull'autenticit della regressione e sul fatto che


questa conduca il soggetto a rivivere un comportamento da
lui avuto a diversi livelli di et, in modo da escludere ogni
possibilit di simulazione, sono d'accordo Erickson,
Estabrooks, Lindner, Spiegel, Shor e Fishman, Bernstein,
Wolberg, Raikov e chi scrive. Le modificazioni che si
attuano (scrittura, ipermnesia, riflessi ecc.) rientrano nel
quadro delle manifestazioni ipnotiche (come la catalessi, le
reazioni vegetative, ecc.) essendo possibile l'attivazione di
associazioni antiche condizionate ontogeneticamente

durante lo sviluppo della personalit, nello stato di


coscienza dell'ipnosi profonda.

t da tenere soprattutto presente che la regressione di et


non mai statica, ma pu venire assai spesso modificata
dal funzionamento ad altri livelli di et, cosicch una
persona regredita ha spesso un mutevole punto di
orientamento.

Usando le tecniche della regressione occorre tenere


presenti alcune premesse generali:

1) Il paziente pu non rivivificare una determinata


situazione perch troppo dolorosa per lui o perch non ha
compreso bene come deve fare; pu allora mantenersi
sulla difensiva o cercare di fingere per condiscendenza
verso l'ipnotista.

2) Nel valutare l'attendibilit del materiale evocato si deve


osservare il contenuto emozionale di quanto viene
espresso; l'uso del tempo presente e non del passato;
controllare atteggiamenti, calligrafia, polso, pressione,
respiro.

3) Come pu variare la profondit della trance ipnotica,


cos pure pu variare quella della rivivificazione, sicch ci
che una persona sta rivivendo pu diventare dopo qualche
tempo solo un ricordo, con slittamento quindi nel suo
discorso dal tempo passato a un altro pi presente.

4) E' eccezionale avere una regressione in cui mente e


funzioni somatiche neurovegetative regrediscono
totalmente, dato che il paziente conserva parte della sua
mente al tempo presente e si rende parzialmente conto di
ci che sta accadendo. Ci permette la comprensione dei
comandi dell'ipnotista anche nel paziente regredito alla
prima infanzia. Per quanto da vari autori, come abbiamo
precedentemente accennato, sia ritenuto possibile, per
profonde rivivificazioni a questa et, perdere il contatto
verbale con il soggetto.

5) Bisogna essere molto cauti nel regredire cardiopatici a


periodi in cui hanno subito eventi gravemente
traumatizzanti, essendo ci pericoloso. In questo caso si
possono far rivivere al paziente le scene traumatizzanti
passate come spettatore ad esempio con la tecnica del
treno e non come attore, in modo da attutire la tensione
emotiva.

6) Si deve rispettare, almeno momentaneamente, il


desiderio del malato di non rispondere alle nostre domande
traumatizzanti per lui, e ricorrere eventualmente all'uso di
risposte gestuali per cui il soggetto in ipnosi, invece di
rispondere a parole, fa un gesto della mano per il si,
l'opposto per il no, e un altro ancora per il rifiuto di parlare.
Ci facilita il colloquio durante particolari stati di coscienza
nei quali difficile la formulazione di parole, o scabrosa la
loro espressione.

Riguardo al rifiuto inconscio del paziente ad accettare la


rivivificazione come accennato al punto 1, dimostrativo
un caso, riguardante un soggetto gi da me in cura ipnotica

per psiconevrosi ansiosa che, raggiungendo trance


sonnambolica, mi aveva precedentemente richiesto di
regredirlo all'epoca di un grave incidente automobilistico
provocato da lui e durante il quale avevano trovato la
morte tre suoi fratelli, uno zio, era stata ferita in modo
gravissimo sua sorella e infine ucciso l'autista della
macchina da lui investita. Egli mi ha riferito di non ricordare
assolutamente nulla della modalit con cui la grave
catastrofe era avvenuta e desiderava essere regredito in
quel periodo per rievocare l'episodio; anche a scopo
difensivo, avendo un processo a carico per omicidio
colposo plurimo aggravato.

Il paziente, molto shoccato, al punto da non potersi pi


vedere nella citt in cui abitava e da pensare al suicidio
come una liberazione, ha avuto un comportamento, in
stato sonnambolico, di netto rifiuto della tecnica di
regressione; al punto da balzare dal letto dove era disteso
in ipnosi, scappare nel corridoio in stato di grave agitazione
psicomotoria,
con gli occhi sbarrati, cercando di svincolarsi dallo stato di
trance, e ci in due tentativi diversi, fatti a distanza di una
settimana e sempre su sua esplicita richiesta. L'ultima volta
scoppiato anche in singhiozzi, per cui ho dovuto
affrettarmi a liberarlo da una situazione cosi stressante e
controproducente ai fini terapeutici, anche se coperta da
completa amnesia al risveglio, tanto da chiedermi come
mai avesse gli occhi bagnati e se avesse pianto durante
l'ipnosi. Siamo convinti che se psicologi e psicoanalisti si
avvalessero della rivivificazione, potrebbero risparmiare
mesi di analisi e comprendere i loro pazienti psiconevrotici
e psicosomatici molto meglio e molto prima.

Non c' psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista, medico

che curi psiconevrosi e malattie psicosomatiche, distonie


neurovegetative perturbatrici della cenestesi e
dell'equilibrio viscerale e neuroendocrino causate da
emozioni, frustrazioni e dai fattori psichici pi svariati, che
non sappia l'importanza di conoscere l'anamnesi psichica
remota del suo paziente, e che quindi non comprenda di
primo acchito l'importanza del metodo della regressione e
della rivivificazione, che permette in poche ore d acquisire
elementi e dati preziosi come con nessun altro metodo
possibile.

Per nostra personale esperienza riteniamo la regressione di


et un metodo eccellente, in mani esperte, sia per
l'indagine analitica, sia per la terapia, catartica o meno,
associandola eventualmente alla tecnica della distorsione
temporale e della dissociazione dell'avvenimento
dall'emozione.

Abbiamo in merito qualche migliaio di casi trattati presso il


Centro di Ipnosi Clinica Sperimentale dell'Ospedale
Generale di Vercelli da me fondato nel 1966, presso la
Divisione Neurologica dello stesso Ospedale che ho diretto
dal 1951 al 1981, e infine nella pratica privata dal 1936.

Rimando gli interessati ai casi da me pubblicati e ai film in


mio possesso documentanti esperienze eseguite anche in
pubblico alla televisione italiana nell'ottobre 1965.

(g) Recitazione o ipnodramma

Questo metodo si segue ogniqualvolta si vuole ottenere


catarsi, facendo rivivere al soggetto episodi trascorsi,
intensamente emozionanti per lui. S riporta il paziente con
la memoria al tempo in cui s prodotto il fatto lesivo con
la conseguente insorgenza dei sintomi nevrotici e,
preparatogli lo scenario, lo si lascia libero di dare sfogo alle
sue emozioni represse e di... recitare a occhi aperti quanto
egli stesso desidera, o che l'operatore opportunamente
suggerisce. Tale metodo permette al soggetto di
esteriorizzare nell'azione i suoi conflitti e di integrarli entro
determinati limiti (Chertok, Moreno e altri). Esso stato
seguito con successo nelle psiconevrosi traumatiche di
guerra.

(h) Conflitti sperimentali

t possibile in ipnosi riportare, con la regressione di et, il


paziente al tempo in cui egli ha vissuto un trauma emotivo,
generatore di disturbi psicosomatici, o psiconevrotici; come
possibile, senza bisogno di adoperare il metodo della
regressione, metterlo suggestivamente nelle condizioni che
sono state per lui traumatizzanti. Ci permette di poter
provare in modo sperimentale la genesi psicogena di molti
disturbi somatici (emicranie, cefalee, disturbi intestinali
ecc.) e di dimostrare successivamente al paziente come
egli reagisca in modo inconscio e automatico con
determinate manifestazioni somatiche, viscerali, o
psichiche, ogniqualvolta si trovi in una situazione analoga a
quella in cui avvenne il trauma.

Mediante tale dimostrazione spesso possibile la


desensibilizzazione dei paziente.

In via generale il modo di procedere 2 seguente: al


soggetto in ipnosi si dice che ricorder un episodio che per
lui stato molto penoso, ma che in seguito ha dimenticato,
perch il suo ricordo gli avrebbe sempre suscitato ansie e
dolori. Gli si dice che al risveglio non ricorder pi
l'incidente stesso, ben le emozioni congiunte ad esso. A
volte, quando la causa del male un conflitto di qualsiasi
genere, si riproduce la scena del contrasto in modo da
stabilire sicuramente il rapporto di causa ed effetto tra
questo e la sintomatologia morbosa in atto, che sempre si
acuisce ogniqualvolta il paziente rivive l'evento lesivo. Si
pu spiegare tale rapporto all'ammalato stesso in ipnosi,
suggerendogli che, sveglio, lo ricorder e potr,
riconoscendolo nella vita quotidiana, guardarsi da esso e
renderlo vano.

In questo modo possibile, in ipnosi mettere a contatto la


personalit subconscia di un soggetto con quella cosciente;
il che, come risaputo, spesso impossibile nella veglia,
perch si suscitano sempre resistenze varie, repressioni e
razionalizzazioni con
cui si respinge ogni giusta comprensione. Un particolare
importante di tecnica nella provocazione dei conflitti il
modo con cui l'operatore formula le domande. Queste
devono sempre essere fatte in maniera da non insinuare
eventuali risposte, che il soggetto darebbe unicamente per
quella passivit che propria della condizione ipnotica, per
cui si sente quasi in dovere di accontentare l'ipnotista nelle
sue richieste e nei suoi desideri (caso 38). Si ricordi sempre
che chi fa le domande suggerisce inavvertitamente la
risposta e che l'ipnotizzato pu diventare un bugiardo
involontario e incosciente.

Pu accadere che uno sperimentatore non accorto, mentre

cerca con inviti di far ricordare al paziente in ipnosi


avvenimenti passati, che potrebbero essere collegati ai
sintomi morbosi da lui presentati, o costituirne una
spiegazione, finisca col suggerire indirettamente
determinate circostanze che il soggetto pu allucinare
vivendole come un ricordo e come tale comunicarle. Si
avr allora l'illusione di aver ricostruita la genesi dei
meccanismo morboso nella coscienza del soggetto - scrive
Musatti - mentre invece si sar semplicemente inserito in
quella coscienza un insieme di elementi che rimane
estraneo a quel meccanismo e che si sovrapporr ad esso
senza risolverlo e liquidarlo.

E' buona regola per evitare questi possibili inconvenienti,


non solo essere molto accorti nelle domande, ma
sottoporre successivamente alla valutazione dello stesso
soggetto in trance ci che stato rievocato durante
l'ipnosi.

E' prudente non rivelare subito al paziente sveglio quanto


egli ha detto in ipnosi e attendere invece che il suo Io si sia
talmente rafforzato da tollerare l'ansiet suscitata dalla
liberazione di conflitti interni e delle emozioni congiunte a
essi. Si sa come l'Io cosciente non sia capace in principio di
accettare il materiale represso e sia portato a non
riconoscerlo come vero. L'induzione di un conflitto
sperimentale in ipnosi una tecnica altamente dinamica e
quindi potenzialmente dannosa in mani inesperte. Converr
usarla solo quando si abbia una discreta esperienza nelle
altre tecniche ipnoanalitiche.

(i) Ipnosi mutuata

Per approfondire la trance alcuni (Charles T. Tart, Freda


Morris) ricorrono alla tecnica dell'ipnosi mutuata.

Questa deriva dalla constatazione che pi si accentua il


rapporto fra ipnotista e soggetto, tanto maggiore diventa la
profondit della trance. S'impiegano due o pi soggetti che
nella stessa seduta rappresentino alternativamente il ruolo
d'ipnotista e ipnotizzato. Da qui il nome di ipnosi mutuata.

L'operatore ipnotizza prima A, inducendolo a ipnotizzare B;


poi ipnotizza B inducendolo ad approfondire la trance di A e
cogi via, sempre in ipnosi, fino a raggiungere in entrambi la
massima profondit di trance. Il raorto usualmente una
relazione a senso unico, ipnotizzatore-soggetto; nell'ipnosi
mutuata a due vie reciprocamente invertibili, accentuanti
qualitativamente e quantitativamente il rapporto.

Questo metodo che abbiamo descritto fra le tecniche di


approfondimento, viene da alcuni autori adoperato anche
come metodo induttivo in sedute di seminario tra ipnologi
professionisti per vincere la resistenza di coloro che non
riescono ad andare in trance, soprattutto perch
concettualizzano il rapporto ipnotico come dominiosottomissione e rifiutano di entrarvi in modo sottomesso.
Costoro hanno anche difficolt ad abbandonare la
razionalit e la critica in servizio dell'Io.

In questi casi necessario scartare i metodi usuali e


ricorrere, secondo Freda Morris, all'ipnosi mutuata fra
istruttore e soggetto se si vuole che anche questi possa
esperimentare i vantaggi di una condizione ipnotica. In
pratica il soggetto resistente, per primo, induce uno stato

ipnotico sull'istruttore dando a questi la suggestione che


egli, una volta in trance, diventer molto efficiente
nell'ipnotizzarlo, acquisendo in tale condizione, in modo
quasi istintivo, la conoscenza della dinamica profonda e dei
bisogni del soggetto stesso.

La tecnica dell'ipnosi mutuata descritta da Freda Morris


nel The American Journal of Clinical Hypnosis (vol. 13,
ottobre 1970, pag. 90) e da noi riportata nelle precedenti
edizioni del trattato. Non essendo sempre di facile
applicazione stata qui semplicemente accennata.

3. Tecniche di induzione
e approfondimento adoperate
dall'autore. Impostazione del
rapporto e spiegazione dell'ipnosi.

Metodica standard

Come non c' botanico o zoologo che non aspiri a legare il


suo nome a qualche rarit dei mondo vegetale o animale;
istologo o laboratorista che non appronti o prima o poi una
sua tecnica personale; cos non vi ipnologo che non
desideri descrivere un particolare metodo di induzione ed
etichettarlo col suo nome.

Noi descriveremo nel capitolo 7 S 2 una metodica

personale per indurre ipnosi dalla subnarcosi,


puntualizzando le diversit semeiotiche dei vari successivi
stati di coscienza; ci siamo soffermati su alcune varianti
personali di metodi induttivi di routine nel capitolo 4, come
tratteremo, nel capitolo 14 S 6, modalit pratiche e
tecniche di ipnositerapia da noi escogitate. Ma volendo
soffermarci ancora su qualche metodo personale induttivo
di trance e di approfondimento che abbiamo esperimentato
con successo numerose volte, crediamo opportuno fare
delle precisazioni.

Non serve tanto nella pratica, soprattutto al principiante,


conoscere molteplici metodi, ma uno bene da adoperare
anche come metro di misura per la resistenza e
l'ipnotizzabilit dei vari soggetti.

E'per questo che noi, per l'uso corrente ospedaliero,


abbiamo segnato pochi, ma precisi e definiti metodi
standard di induzione e approfondimento.

Erickson, Wolberg, Le Cron, Kfine, Meares, Dorcus,


Weitzenhoffer, Williams, Estabrooks, Rosen e numerosi altri
autori che figurano nella bibliografia del presente trattato,
hanno descritto particolari tecniche induttive, alcune delle
quali hanno del virtuosismo, ma che consigliamo solo agli
esperti e per casi resistenti e difficili di ipnositerapia.

Conteggi, visualizzazioni, mezzi strumentali con suggestioni


implicite al loro uso, pseudosuggestioni, posture varie,
esercizi di rilassamento e di respirazione vengono dai
diversi autori messi alla base dei loro metodi induttivi, i
quali tutti hanno per a fondamento i principi esposti nei

capitoli terzo, sesto e undicesimo della presente opera.


Riferendoci a quanto gi esposto nel paragrafo 1 del
capitolo 3, precisiamo ancora che noi non stimiamo tanto
importante per l'induzione il metodo in s e per s, quanto
la relazione interpersonale che l'ipnotista riesce a stabilire
col proprio soggetto, la quale la vera artefice del
successo.

Durante i miei corsi di ipnosi, ho avuto molto spesso degli


allievi che arrivavano alle lezioni col registratore. Da questo
derivavano parola per parola le tecniche di induzione e di
approfondimento da me adoperate con successo nelle
esercitazioni sperimentali didattiche di ipnosi e quindi le
applicavano per conto loro in vari soggetti. Ho costatato
che il successo ha sempre arriso per solo a quei medici
che, carpita la sostanza della tecnica, curavano poi
particolarmente il rapporto interpersonale, trascurando
magari la fedelt al testo; mentre l'insuccesso pi
clamoroso coronava lo sforzo di coloro che ponevano tutto
il loro zelo solo nel ripetere esattamente parola per parola
la tecnica da me adoperata.

Alla stessa delusione sono andati incontro quei miei


pazienti che sono venuti alla seduta di ipnosi col
registratore e che mi hanno insistentemente pregato di
dare loro il permesso di registrare le parole che io
pronunciavo per indurre in essi lo stato di trance, sperando
che queste da sole avrebbero sortito lo stesso effetto della
mia personale presenza quando le avessero riascoltate nel
proprio domicilio.

Nella maggior parte dei casi l'effetto mancato e quando


questo c' stato per via di un condizionamento stabilitosi,

stato ridotto di intensit e non durato.

t per questi motivi che non ho mai voluto incidere dischi di


induzione, per quanto ripetutamente pregato di farlo, e che
diffido di ogni mezzo meccanico al quale non si associ il
rapporto interpersonale. Esorto quindi il lettore a integrare
con questo rapporto ogni tecnica descritta nel presente
trattato, pena l'insuccesso.

A maggior chiarimento far seguire la descrizione


particolareggiata di una prima induzione contemporanea a
quattro-cinque allievi che si sono offerti volontariamente
per ci, a scopo didattico. A costoro preciso subito alcune
nozioni riguardanti l'essenza dell'ipnosi e del rapporto
ipnotico. Spiego che se desiderano provare la sensazione di
uno stato ipnoidale debbono vivere con intensit le
immagini da me fornite loro e concentrarsi sulle mie parole.
La passivit, l'abbandono e la fiducia debbono
contrassegnare il loro atteggiamento, non potendo essere
mentalmente passivi e attivi nello stesso istante, come non
possibile dormire con un occhio chiuso e uno aperto. Ci
succede spesso in coloro che, desiderosi di imparare la
tecnica, si concentrano sulle immagini suggerite con
atteggiamento critico e vide, anzich abbandonarsi ad
esse; col risultato finale che non riescono a vivere lo stato
di coscienza di una trance ipnoidale, n a seguire la tecnica
con chiara obiettivit. L'apprendimento fatto con
l'esperienza diverso da quello intellettuale. Se il paziente
cerca di osservare e di capire, ostacola il processo di
apprendimento che nasce dall'esperienza immediata delle
cose. Nella trance, necessario arendere dall'esperienza
con l'emozione ad essa congiunta e non intellettualmente.

Gli allievi che hanno quest'ultima intenzione, spiego, non si


offrano come soggetti, ma rimangano piuttosto spettatori,
tanto pi che il ruolo di soggetto e di ipnotista nelle mie
esercitazioni didattiche viene usualmente alternato, in
modo da dare a ognuno possibilit di vivere entrambe le
esperienze.

A tutti coloro che partecipano a corsi di ipnosi faccio ben


presente che il desiderio di ipnotizzare o di essere
ipnotizzato pu essere anche psicoanaliticamente sospetto;
indice di motivazioni inconsce sadiche o masochistiche, di
desiderio di dipendenza o di predominio in compenso a
frustrazioni del proprio lo; un aspetto insomma di diverse
pulsioni nevrotiche, che bisogner analizzare prima di
intraprendere l'esercizio di una psicoterapia cossi delicata e
personale come l'ipnositerapia. Ci secondo quanto
abbiamo gi precisato nel paragrafo 2 del capitolo 3.

L'induzione in pubblico a scopo didattico su soggetti mai


conosciuti viene da me fatta di solito in ambiente
ospedaliero, rimanendo pronto a fronteggiare dal lato
internistico e neuropsichiatrico e ipnositerapico qualunque
evenienza reattiva del soggetto; come ad esempio quella di
una crisi nevrotica di astasia-abasia perdurante in modo
grave in una allieva dopo un comune esercizio di training
autogeno, eseguito dal docente Dott. Crosa, al Corso
sull'ipnosi dell'Universit Cattolica, organizzato nel luglio
1968. Anche queste eventualit spiacevoli risultano di
utilit didattica in un corso sull'ipnosi; ma ritengo
consigliabile evitarle nell'interesse del paziente, andando
cauti nella scelta dei casi ed eseguendo la seduta in una
stanza con vetri unidirezionali. Ci fa meno teatro per gli
eventuali isterici e permette che la seduta avvenga senza
che il soggetto si veda e si senta scrutato da decine di
persone; fatto che disturba notevolmente il suo

rilassamento e l'induzione di trance.

Nonostante tali condizioni negative per sempre possibile


agganciare con alcuni soggetti un valido rapporto induttivo
di trance, come usualmente succede nelle mie induzioni
didattiche. Se in un gruppo di cinque, qualcuno si rivelasse
refrattario, non dare molta importanza al fatto e continuare
con gli altri pi recettivi la tecnica che descriver.

Questa deve essere presentata come un esercizio per


rilassarsi, con un rapporto transferale che comincia come
quello di un insegnante con un allievo, anche quando la
prima induzione venisse eventualmente eseguita a scopo
terapeutico e non didattico. Questa modalit di approccio,
che noi pratichiamo da cinquant'anni quando la riteniamo
opportuna, viene caldeggiata anche da altri, e in Italia
ricordiamo Guantieri che la propugna come efficace.

Nella prima induzione a scopo terapeutico, oltre ad


attenersi alle modalit di tecnica gi esposte nel paragrafo
1 del capitolo 3, spieghiamo bene al paziente che egli non
dovr compiere quanto gli viene suggerito come
compirebbe un atto volontario n, si intende, ostacolarne la
realizzazione, la quale deve invece avvenire
spontaneamente e facilmente per un meccanismo
ideomotorio, provocato dal monoideismo suggestivo.

Gli precisiamo inoltre che non deve pensare a una forza


che lo soggioghi, essendo egli stesso l'artefice di tutte le
realizzazioni ipnotiche che immaginer e vorr nel suo
profondo, senza che per questo sia necessario raggiungere
stati sonnambolici o amnesia alcuna. A maggior

chiarimento, citiamo in merito l'esempio di fachiri che


siedono sui chiodi senza sentire alcun male, ivi
permanendo per ore e rispondendo a chi h interroga, come
soggetti che sembrano in uno stato di coscienza del tutto
normale e invece sono in quello dell'autoipnosi vigile, che
permette loro di arrivare all'analgesia. Questa viene
raggiunta non mediante uno sforzo di volont, bens
attraverso quel particolare monoideismo suggestivo della
persona che, pensando di elevarsi a uno stato superiore
dello spirito che lo avvicini alla Divinit, trascende ogni
sensazione della carne sino alla insensibilit corporea. P,
questa impostazione mentale che conta, pi che uno sforzo
critico della volont.

Parimenti ricordiamo come sia difficile addormentarsi con


un atto di volont e colui che va a letto deciso a volere
dormire rischia di rimanere sveglio tutta la notte, perch
ogni atto di volont comporta uno sforzo che impedisce il
vero rilassamento. Costui invece potr addormentarsi pi
facilmente se si abbandoner al lento fluire delle immagini
co come si presenteranno alla sua coscienza, senza
tentare di ostacolarne il decorso, respirando nello stesso
tempo ritmicamente e distendendo i muscoli.

In questo modo facilmente, come fenomeni autogeni,


possono insorgere il rilassamento, il sonno,
l'ipnosi. Questa non deve essere affatto concepita come
una lotta fra due opposte volont, quella dell'ipnotista e
quella del soggetto, dato che entrambi debbono
collaborare al medesimo risultato del raggiungimento dello
stato ipnoidale. Sia subito ben chiaro al paziente che
l'ipnosi non un match in cui uno dei due deve riuscire
perdente o vincitore, come purtroppo ancora pensano molti
medici ferrr all'ipnosi possessiva di vecchio stampo, o

fluidica dei magnetizzatori!

Impostato cos il rapporto col soggetto e spiegatogli cosa


l'ipnosi, procediamo alla prima induzione. Questa comincia
con esercizi di contrazione e distensione di gruppi
muscolari successivi; esercizi alternati da atti inspiratori ed
espiratori profondi, i quali hanno lo scopo di concentrare
l'attenzione del paziente su un determinato vissuto
corporeo cenestesico e respiratorio.

Invitiamo poi il soggetto a fissare il nostro indice che


lentamente si abbassa verso la glabella, suggerendo
contemporaneamente pesantezza delle palpebre e
chiusura degli occhi. Appena il paziente ha chiuso gli occhi
lo invitiamo a procedere a un rilassamento frazionato delle
sue membra aiutandolo, ove occorra, con qualche passo.
Suggeriamo quindi isolamento dall'ambiente, e
progressivamente levitazione del braccio sinistro, catalessi
di questo con la mano poggiata sulla fronte; movimenti
automatici di rotazione del braccio destro; inibizione di
movimenti volontari come quello di opporsi alla rotazione
del braccio o di staccare la mano dalla fronte; analgesia
alla mano sinistra che trafiggiamo con un ago dopo aver
suggerito il freddo che si suscita nella mano quando
immersa nella neve o nel ghiaccio; condizionamento per le
successive induzioni, provocato con la pressione del nostro
pollice sul dorso della mano destra del paziente, dove
l'abbiamo bucato con l'ago.

Formula mnemonica per ricordarsi la progressione dei vari


fenomeni da realizzare: Le.Ca.Mo. I.A.S.Co=Levitazione,
Catalessi, Movimenti automatici rotatori, Inibizione di
movimenti volontari, Analgesia, Sanguinamento,

Condizionamento).

Risvegliato il soggetto, esperimentiamo subito il


condizionamento instaurando con questo una catalessi
rapida; diamo suggestioni postipnotiche al paziente e
quindi lo risvegliamo di nuovo interrogandolo
sull'esperienza trascorsa per costatare se vi amnesia e se
egli ha vissuto particolari sensazioni di leggerezza,
pesantezza, calore, disorientamento temporo-spaziale, atte
a illuminarci sulla sua situazione intrapsichica. Il
sanguinamento maggiore, minore o assente ci testimonier
l'intensit con cui il paziente ha vissuto la sensazione di
freddo, con relative costrizioni dei capillari, direttamente
proporzionale ad essa.

Nel valutare i risultati raggiunti nelle realizzazioni suddette


terremo conto, oltre che dei fattori soggettivi accennati,
della rapidit con cui il paziente ha eseguito le suggestioni
date; della intensit dei caratteri specifici della suggestione
realizzata e della durata di questa. (Formula mnemonica:
R.I.D. =Rapidit, Intensit, Durata).

Spieghiamo: un soggetto pu eseguire, ad esempio, la


levitazione di un braccio subito appena la suggeriamo,
ovvero dopo vari secondi. Il tempo intercorso fra il
suggerimento dell'azione e la sua esecuzione ci d il
periodo di latenza, che corrisponde al tempo necessario
perch l'idea si tramuti in atto e che pu essere
cronometrato, volendo dare una costante matematica al
fenomeno.

Ma bisogna peraltro che questo sia un autentico atto di

ideoplasia e pertanto deve avere le precise peculiarit di


lentezza e automatismo da noi suggerite. Se il soggetto
esegue l'azione come un qualunque atto volontario, esso
mancher delle peculiarit specifiche del gesto ipnotico e,
ad esempio, una levitazione riuscir, contrariamente a una
manifestazione pura ipnotica, molto pi rapida e veloce.
Tutto il fenomeno verr allora incriminato e giudicato
negativamente.

Il gesto infine, anche se realizzato convenientemente e cio


con i caratteri di psicoplasticit e di dissociazione propri
della ipnosi, potr essere di durata pi o meno intensa per
via di componenti costituzionali, sulle quali ci siamo
soffermati al paragrafo 3 del capitolo 3. Una catalessi della
mano sulla fronte, simile alla posizione dei saluto militare,
potr ad esempio durare immodificata per mezz'ora in un
soggetto, senza che questi accusi alcun segno di
stanchezza e in un altro solo pochi minuti, scivolando
lentamente il braccio dalla fronte, al viso, e quindi gi
lungo il tronco, pur senza che lo stato ipnotico venga
interrotto. La durata quindi la terza componente che
esaminiamo per giudicare della intensit e qualit di una
realizzazione ipnotica, e potr anche questa essere
cronometrata, volendo darle un'espressione matematica.

Nella pratica clinica corrente usando la formula R.I.D. nella


notazione dei protocolli segniamo un giudizio complessivo
con . . . per la realizzazione maggiore del fenomeno; con +
- per quella incerta e con - per quella mancata; giudizio
complessivo che comprende quanto osservato
parzialmente per R., I., D. I dati cos raccolti, congiunti a
quelli obiettivi semeiotici che contraddistinguono lo stato di
coscienza ipnotico (cap. 4 S 15) e che bisogna con
l'esercizio imparare a riconoscere, come si imparano a
riconoscere, attraverso la mimica e l'atteggiamento, le

varie manifestazioni psichiche umane, ci daranno un


quadro abbastanza preciso della disponibilit del soggetto
all'ipnosi e indicazioni preziose per le ulteriori induzioni.

Il colloquio col malato e le sue impressioni subiettive, di cui


bisogner tenere conto secondo quanto gi esposto nel
capitolo 5 al paragrafo l0; la costatazione della esistenza o
no dell'amnesia. parziale o totale di quanto vissuto in
ipnosi; la presenza di disorientamenti temporo-spaziali, di
sensazioni particolari di leggerezza, pesantezza, calore,
anestesia ecc. completeranno le indicazioni necessarie per
le successive sedute e per l'ipnositerapia; segnando tali
indicazioni subito alla fine della prima induzione nella voce
programma per la prossima seduta della cartella per
ipnositerapia del soggetto.

I dati su esposti si raccolgono in media in trentaquaranta


minuti e danno allo sperimentatore un indice della
disponibilit dei soggetti esaminati ai pi semplici tipi di
suggestione motoria, sensitiva e sensoriale in un ordine
relativamente progressivo di difficolt. Riserviamo le
allucinazioni positive e negative, i comandi postipnotici con
amnesia ai soggetti che raggiungono i gradi pi profondi
della dissociazione psichica sonnambolica.

Troviamo che tale modo di procedere standardizzato


diventa facilmente un'ottima scala di suscettibilit e un
buon metro di misura dei fenomeni . ipnotici, di cui si

considera pertanto non solo l'aspetto esterno obiettivo, ma


anche quello soggettivo, che meglio ci d la misura delle
profondit della trance. L'intensit del rapporto
interpersonale tra ipnotista e ipnotizzato e la reale
situazione intrapsichica di questi sono i due fattori
principali che ci illuminano sull'effettiva possibilit di un
soggetto a determinate prestazioni ipnotiche e i nostri
metodi ci sembrano al riguardo non inferiori alle scale di
suscettibilit dell'Universit di Stanford adoperate nel
1957-58 da Hilgard, Weitzenhoffer, Lander, Moore, basate
su una serie di 12 items (forma A e forma B) o di
Friediander-Sarbin (1938), basate su una serie di prove atte
a cogliere e a classificare gli aspetti esterni obiettivi della
trance. (Vedasi cap. 13 S 2d).

Per maggior chiarimento riporto dettagliatamente la


tecnica della prima induzione su descritta, che contiene
anche qualche elemento di ipnositerapia suggestiva
diretta. La tecnica sintetizzata nella colonna
contrassegnata col numero 1 della cartella di ipnositerapia.

Colonna I, Quadro I

(l. Rilassamento frazionato con contrazioni e decontrazioni


successive). Ai soggetti comodamente seduti su una
poltrona a braccioli si parla come segue:

Adesso io vi insegno una tecnica che vi permetter di


rilassarvi progressivamente. Quando conter sino a tre, voi
contrarrete il gruppo muscolare da me indicato, quando poi

conter da quattro fino a sei, voi decontrarrete il gruppo


muscolare che avrete prima contratto. La contrazione
dovr essere lenta e progressiva e sar seguita da una
decontrazione parimenti lenta e progressiva. Ad esempio:
stringete la mano a pugno: uno... due... tre; da uno a tre,
voi stringete il pugno sempre pi forte in modo progressivo;
adesso conto quattro... cinque... sei; e voi decontraete il
gruppo muscolare che avete prima contratto. Chiaro?
Quando decontraete i muscoli voi dovete vivere questa
esperienza della decontrazione, e del rilassamento che
segue allo sforzo e lo vivrete meglio, se chiudete gli occhi,
concentrandovi nell'atto che compite. Va bene? Quindi
contrazione lenta e progressiva, seguita da una
decontrazione lenta e progressiva. Chiaro? (Le domande
chiaro, va bene hanno la funzione di rendere il
soggetto pi partecipe all'esperimento e di impegnare
maggiormente la sua attenzione). Cominceremo dalle
estremit inferiori e finiremo ai muscoli della fronte. Pi vi
impegnerete nell'esercizio e maggiore sar il vantaggio che
ne ricaverete. Voi adesso spingete la punta del piede destro
per terra e in modo da contrarre i muscoli della gamba,
uno... due... tre; rilassatevi, quattro... cinque... sei. Molto
bene, tenete sempre gli occhi chiusi, perch chiudendo gli
occhi polarizzerete di pi la vostra attenzione sul gruppo
muscolare interessato dall'esercizio; fate un bel respiro
lento e lungo a bocca socchiusa perch cos decontrarrete
anche i muscoli delle mascelle. L'altro piede: forza, uno...
due... tre; quattro... cinque... sei; un bel respiro lento e
lungo... molto bene, a occhi chiusi e a bocca socchiusa.

Adesso cercate di estendere con tutta la vostra energia


l'arto inferiore destro col piede iperesteso la cui punta
guarda verso il pavimento, in modo da contrarre
intensamente tutti i muscoli dell'arto: uno... due... tre;
distendete: quattro... cinque... sei. Un bel respiro lento e
lungo a bocca socchiusa e a occhi chiusi. Bene!

Ora ripetete l'esercizio con l'altro arto; estendete bene...


forte... intensamente: uno... due... tre; rilasciate
adesso tutti i muscoli dell'arto inferiore sinistro lentamente
e gradatamente: quattro... cinque... sei fino a raggiungere il
rilassamento totale e completo dell'arto inferiore sinistro.
Bene.

Ora fate una inspirazione profonda in modo da spingere in


basso il diaframma e portare in avanti la parete
dell'addome. Trattenete il respiro: uno... due... tre; espirate
lentamente: quattro... cinque... sei... Un bel respiro lungo e
profondo sempre a occhi chiusi.

Adesso stringete la mano destra a pugno sempre pi


energicamente come vi ho insegnato prima: uno... due...
tre ... ; forza ... ; distendete ora lentamente le dita e aprite
la mano, concentrandovi sulla sensazione del rilassamento
muscolare. (Si danno gli stessi suggerimenti per la mano
sinistra).

Ora estendete energicamente in avanti l'arto superiore


destro rigido e contratto con le dita della mano iperestesa:
uno... due... tre; rilassate tutti i muscoli dell'arto sino a che
questo cada in basso sul bracciolo della sedia: quattro...
cinque... sei... Un bel respiro profondo. (Si ripete l'esercizio
controlateralmente).

Adesso piegate la testa in avanti in modo da toccare co


mento il petto: uno... due... tre; rilassate i muscoli del collo

sollevando un po' il mento: quattro... cinque... sei. Un bel


respiro lento e lungo.

Nell'induzione singola si pu saggiare la validit della


contrazione con la propria mano, poggiandola sui muscoli
interessati, impegnando e sollecitando cosii maggiormente
un paziente restio, con la tecnica che segue.

Quando questi ha ad esempio l'arto inferiore destro


iperesteso, mettendo la propria mano sotto alla caviglia ci
si opporr allo sforzo da lui fatto per abbassare l'arto
dicendo: Adesso cerchi di abbassare il piede verso il
pavimento, e io mi opporr, spinga in basso forza, forza:
uno... due... tre; basta si rilassi; quattro... cinque... sei; un
bel respiro lento e lungo a bocca socchiusa; ancora un altro
respiro; molto bene.

L'altra gamba; cerchi di abbassare l'altra gamba verso il


pavimento essendo tutto l'arto iperesteso; forza, uno...
due... tre; forza, tre, forza, tre, forza; quattro... cinque... sei;
un bel respiro lento e lungo a bocca socchiusa. Molto bene,
stia pure rilasciato e tranquillo!

Adesso cerchi di sollevare il piede verso l'alto e la gamba


verso l'alto tenendo l'arto disteso e io mi opporr, su forza,
spinga verso l'alto, spinga verso l'alto; forza su: uno forza...
si impegni nell'esercizio, due... tre; bravo bene, si distenda:
quattro... cinque... sei; un bel respiro lento e lungo a bocca
socchiusa; molto bene, un altro respiro.

Adesso i muscoli dell'addome; deve cercare di spingere la


parete dell'addome verso le mie mani, poggiate a piatto
sull'addome, forza su, uno forza ... due... molto bene... tre;
si rilassi, quattro... cinque ... sei; un bel respiro lento e
lungo a bocca socchiusa, bene.

Adesso i muscoli del tronco: inarchi le spalle come se


dovesse portare un sacco di un quintale sulle spalle, forza,
uno.. due... tre; si distenda; quattro... cinque... sei; un bel
respiro lento e lungo, un altro respiro, molto bene.

E adesso i muscoli delle mani, cominciamo con la destra,


stringa forte come le ho fatto vedere prima, uno... due...
tre; si rilassi, quattro... cinque... sei; un bel respiro lento e
lungo, un altro respiro; bene. E adesso l'altra mano: forte,
uno... due... tre; quattro... cinque... sei; un bel respiro lento
e lungo, un bel respiro di sollievo che cogi scarica ogni
tensione. Ora cerchi col braccio flesso di tirare
l'avambraccio verso di lei e io mi opporr; tiri, forza, tiri
verso di lei: bravo, uno... due... tre; quattro... cinque... sei;
un bel respiro lento e lungo, un altro bel respiro. L'altro
braccio: uno... due... tre; quattro... cinque... sei; un bel
respiro lento e lungo.

E adesso interessiamo i muscoli del collo, cerchi di


avvicinare il mento al petto e io mi opporr; gi forza,
uno... due... tre; quattro... cinque... sei; un bel respiro lento
e lungo.

Ora i muscoli delle mascelle: stringa bene le rnascelle,


forza, uno... due... tre; quattro... cinque... sei; cos, bene,
rilasciato.

E adesso stringa bene e forte i muscoli degli occhi e non se


li lasci aprire dalle mie dita, stringa, forza; stringa gli occhi
molto bene, uno... due... tre; quattro... cinque... sei; un bel
respiro lento e lungo a bocca socchiusa.

Per maggiore incisivit si potr fare eseguire al quattro la


parola rilassi; al cinque la parola distenda; al sei quella di
abbandoni.

(2. Chiusura degli occhi). Continua l'induzione in gruppo.

E adesso guardate tutti la punta del mio dito; vedete che


le palpebre sbattono, che poco per volta gli occhi si
stancano, e appena voi li sentirete stanchi cercate di
chiuderli e cosi vi potrete rilassare molto meglio. Bene, lei li
ha gi chiusi, ma voglio che resista ancora un po'; abbia
pazienza, deve sentirli proprio stanchi gli occhi prima di
chiuderli; adesso l'occhio diventa sempre pi stanco, le
palpebre sempre pi pesanti, e sentite che le palpebre
sbattono; gli occhi diventano sempre pi stanchi, pi piccoli
e anche lei si lascia andare; vede che sbattono... Molto
bene, si chiudono, e adesso voi rimanete con gli occhi
chiusi cogi e le palpebre appiccicate una all'altra, fin tanto
che io non conter fino a dieci.

(3. Eventuali passi rilassanti, riflesso oculo-cardiaco. Stimoli


ambientali come approfondimento della trance. Amnesia).

Intanto si rilassano i muscoli della fronte, quelli degli


occhi (si pratica il riflesso oculo-cardiaco) e voi sentite la
vostra fronte distesa, senza rughe, bella tranquilla; poi si
rilassano i muscoli dei volto, e la mandibola si abbassa
e la bocca resta socchiusa (sensazione cenestesica). Avete
mai visto una persona che dorme profondamente? Dorme
con la bocca socchiusa, perch ha rilassato tutti i muscoli
del volto, e voi che dovete imparare a rilassarvi dovete
tenere la bocca socchiusa. Voi dovete vedervi come in uno
specchio, con la bocca socchiusa e la faccia distesa
(sensazione visiva) inoltre sentire la distensione di questi
muscoli, apprezzarne l'ipotonia (sensazione cenestesica.
Cos si rilassano anche i muscoli del collo, e quindi quelli
del torace e dell'addome. Respirate lento, lungo e tranquilli,
come se dormiste di un sonno profondo; uno... due... tre...
quattro... e vedete che dopo ogni respiro, sprofondate in un
sonno sempre pi profondo, in un rilassamento sempre pi
perfetto. Lasciatevi cullare dal vostro respiro. Adesso si
rilassano i muscoli della coscia, della gamba, della caviglia
e del piede di destra; i muscoli della coscia, della gamba,
della caviglia e del piede di sinistra. In queste condizioni voi
siete tutti rilassati dalla testa alle estremit;
profondamente distesi e acquistate un nuovo equilibrio.
Tutti i rumori dell'ambiente esterno non vi interessano pi;
quello che vi interessa questo rilassamento che vi tonifica
e vi guarisce. Essi anzi renderanno pi profondo questo
torpore. t un rilassamento dolce che rinforza la volont
vostra in modo che potrete meglio resistere a qualunque
tendenza cattiva che potesse nascere in voi; i nervi si
distendono, si rilassano. Respirare lento e lungo, molto
bene.

A questo punto si pu somministrare la formula 1 per


l'amnesia, gi descritta al paragrafo 1d di questo capitolo,
se dovesse essere necessario.

(4. Levitazione braccio sinistro; 5. Sua catalessi).

Respirate lento e lungo. In queste condizioni di


rilassamento completo, avendo voi vissuto intensamente
quanto vi ho suggerito, avvengono dei fatti che voi
nemmeno lontanamente pensavate che potessero
avvenire.

Ad esempio il vostro braccio sinistro, dico il vostro braccio


sinistro, diventer leggero, leggero come un sughero che
galleggi sull'onda, leggero come una foglia che sia
sollevata dal vento, tanto che leviter nell'aria e la mano
sinistra si pogger sulla vostra fronte come un ferro che si
poggi su una calamita e quando la mano sinistra si sar
poggiata sulla fronte, il vostro torpore sar ancora pi
profondo e il rilassamento pi perfetto. lo conter sino a
tre, arrivato a tre toccher col mio dito la vostra mano
sinistra e la mano sinistra seguir il mio dito come il ferro
segue la calamita. Uno... il vostro braccio leggero come
un sughero che galleggia nell'acqua; due... il vostro braccio
leggero come una foglia sollevata dal vento; tre... io
tocco con il mio dito la vostra mano e la vostra mano segue
il mio dito e va su dritta verso la fronte, (levitazione
guidata), e appena si pogger sulla fronte voi
sprofonderete in un torpore ancora pi profondo, in un
rilassamento ancora pi perfetto. Ecco, cos; tranquilli e
fermi come una statua fintanto che io non conter fino

a dieci. A volte si potr ottenere la levitazione con la


tecnica della confusione (cap. V S la).

(6. Automatismo rotatorio).

Intanto il braccio destro, facendo perno sul gomito,


comincia a girare di un movimento automatico rotatorio
come se fosse il braccio di una ruota di un ingranaggio
meccanico; una ruota che gira sempre pi veloce, sempre
pi veloce... E il braccio gira perch voi dormite e voi
dormite perch il braccio gira e una cosa influenza l'altra, e
tutte e due si influenzano a vicenda. Invece della parola
dormite si adoperer rilassate se il soggetto non avesse
raggiunto una trance profonda. L'automatismo convalider
la possibilit costituzionale, maggiore o minore del
soggetto, a dissociare un segmento del corpo dal suo
contesto.

(7. Inibizione movimenti volontari).

Il braccio va, va, sempre pi rapido come una ruota che


gira, tanto che io conter sino a tre, arrivato a tre voi
cercherete di fermare il braccio, ma farete pi fatica a
fermarlo che a farlo andare; il braccio si fermer solo
quando io conter sino a cinque. Uno... il braccio gira di un
movimento automatico rotatorio; due... il braccio gira come
una ruota in folle; tre... voi cercate di fermarlo, ma fate
tanta fatica e il braccio va, va, e pi cercate di fermarlo, pi
il braccio gira; provate a fermarlo ma vedete che il braccio
gira, gira, vedete che la mano va, va, il braccio si fermer
appena io conter sino a cinque e cadendo sul bracciolo
della poltrona voi sprofonderete in un torpore ancora pi
profondo. Uno... due... tre... quattro... cinque.

(8. Analgesia, sanguinamento maggiore, minore, o

assente).

Il braccio caduto pesantemente sul bracciolo della


poltrona e voi siete sprofondati in un torpore sempre pi
profondo e in un rilassamento sempre pi perfetto e la
mano destra che ha tanto girato adesso diventa fredda e
insensibile come se l'aveste messa in mezzo al ghiaccio...
Voi sapete che cosa succede, quando si mette la mano in
mezzo al ghiaccio! Diventa fredda, insensibile, anestetica;
voi potete anche batterla per terra, nel muro e sar come
se fosse di cartone, di legno; morta, insensibile; la mano
poi ritorner normale; il freddo la congela.

Io conto sino a tre, arrivato a tre toccher questo punto


della mano e la mano sar fredda e insensibile; uno... due...
tre; ecco che io tocco la mano e tu (si trafigge con un ago
la cute del dorso della mano) non senti niente. Molto bene
e adesso tocca a te... tranquillo, cos; morta, morta,
gelata, fredda, insensibile, morta, gelata. Dormi, uno...
due... tre... adesso tocco anche te, Mario, fredda
insensibile; tranquillo come una
statua ... . L'analgesa convalider le possibilit
costituzionali suggestive per l'apparato sensitivo.

(g. Visualizzazione rilassante. Condizionamento.


Suggerimento dell'amnesia).

Voi siete come se foste coricati in un prato verde, dove c'


tanta pace e siete li sdraiati, supini, con gli occhi fissi nel
cielo a vedere le nuvole che si disfano leggermente, spinte
da una leggera brezza; delle nuvole bianche, nuvolette

bianche... Come si dissolvono queste nuvole alla brezza,


cos si dissolvono anche i vostri pensieri e voi cadete in un
oblio profondo, dimenticando anche la maniera con cui
avete raggiunto questa pace; dimenticate il vostro passato
penoso ...

La formula dell'amnesia 2a fase si usa solo individualmente


per ottenere gradi pi profondi di amnesia per scopi
psicoanalitici o speciali terapeutici. Essa stata descritta
nel paragrafo 1d di questo stesso capitolo.

Il passato passato, ci che conta il presente e


l'avvenire; ogni volta che volete questa pace, baster che
io con il mio pollice tocchi il dorso della mano in questo
punto e voi ricadrete istantaneamente in questo torpore,
come adesso; ancora pi profondo di adesso, anche se
sarete in mezzo a una stanza, o per la strada. Un torpore
che vi guarisce, che vi rinforza, un torpore che vi
permetter di essere quello che voi veramente volete
essere. Se non vi riuscite da soli con la vostra volont, vi
aiuter il condizionamento ipnotico imparato.

(10. Risveglio contando fino a dieci. Considerazioni


spontanee del paziente. Colloquio suggestivo o esplicativo.
Amnesia?)

Adesso conter sino a dieci, arrivati a dieci voi vi


sveglierete e starete molto bene; tranquilli e calmi; poi 10
vi toccher con il mio pollice il dorso della mano nel punto
in cui vi ho detto e voi ricadrete in questo torpore, come
adesso, pi di adesso, sempre. Uno... due... tre; voi siete
calmi, tranquilli, voi avete acquisito fiducia in voi stessi e

nelle vostre capacit di guarire. Quattro... cinque... sei,


baster che io col dito pollice tocchi il dorso della mano in
questo punto perch voi ricadiate in questo torpore, come
adesso, sempre. Sei... sette... otto... nove... dieci. Su,
sveglia, un bel respiro... un respiro profondo e prolungato.

Beh, come va? Ci avete preso gusto a rilassarvi? Non


pensavate che vi sareste rilassati cos solo con delle parole.
Eh? Dica qualche cosa, avvocato, dica lei; e poi anche lei le
sue impressioni. Cosa dice, lei, avvocato sentiamo?

Che cosa ricorda di questa seduta? Ricorda qualche cosa,


lei? Si, ricordo che lei diceva di rilassarsi... e poi tante
parole ... Ricorda, ad esempio, quando le ho bucato la
mano? S! E, ha sentito male? Non molto molto; ma
abbastanza.

E lei, ricorda quanto le ho bucato la faccia? No, la faccia


no; la mano si.

Bene: guardi, cominciamo da lei; io le ho bucato la pelle


del dorso della mano da parte a parte, lei non pensava che
fosse cos, no? No! Pensava che io le avessi trafitto la
pelle della mano da una parte all'altra? No, pensavo a
una pizzicata. lo le ho fatto questo e non glielo far mai
pi, per farle vedere come si era profondamente rilassato,
perch altrimenti avrebbe sempre pensato che la pizzicavo,
nell'istante in cui invece le trafiggevo la mano.

E adesso io le lever l'ago e lei non sentir male e non

uscir sangue; guardi, questo un altro fatto


interessante. A vero! Non una goccia di sangue. Se io
buco da sveglio, un'altra sensazione! Proviamo? Ecco,
che ne dice? Oh, no, fa male! Bene, questa la prova
che lei stato in ipnosi. Lo stesso anche a lei (avvocato)
vede, io le levo l'ago e non sanguina. Come mai non
sanguina? Strano, no? Di solito, quando si buca, esce
sangue. Il maggiore o minore sanguinamento in
rapporto alla capacit dei soggetto di effettuare una
vasocostrizione, conseguente alla suggestione di freddo
suggerita.

(11. Catalessi rapida).

Va bene. E adesso succede ancora un altro fenomeno


interessante. Vuol venire lei, qui in piedi? Venga qui; io con
il mio pollice le tocco il dorso della mano nel punto in cui
l'ho bucata e vedr che istantaneamente lei sentir le
palpebre pesanti come prima, gli occhi sbattono, si
chiudono; la bocca si apre e lei rimane fermo, bloccato cos
come prima; tranquillo, come una statua, fintanto che io
non conter fino a dieci. Occhi chiusi, bocca socchiusa; gli
occhi sono chiusi, le palpebre appiccicate una all'altra, e
resta cos fintanto che io non conto fino a dieci. Cos torna a
rilassarsi, torna ad essere di nuovo tranquillo come prima...
Avvocato vuol venire qui anche lei? Ecco, io adesso le
tocco con il mio pollice il dorso della mano... Stia tranquillo,
lo sostengo io, non pu cadere. Gli occhi, vede, si sono gi
chiusi per conto loro; adesso si apre anche un po' la bocca;
lei resta fermo cos con la mano sollevata per aria e
mantiene perfettamente l'equilibrio; guardi che strano!
Mantiene perfettamente l'equilibrio. Lei resta in equilibrio,
non pu cadere perch ci sono io. Fermo come una statua!
Molto bene.

(12 : Suggestioni postipnotiche associate a immagini


sensoriali. Se ne trascrivono ad esempio alcune adoperate
per gli alcolisti).

Adesso... ogniqualvolta voi doveste avvicinare una


bottiglia d vino, sentirete che il vino puzza, puzza come
dell'urina che ristagni in un pitale, proprio puzza come di
ammoniaca, cos che non sentirete pi il desiderio di bere;
(si accosta alle narici una bottiglietta di ammoniaca)
proprio un odore acre, pungente; voi sentirete un odore
sempre pi acre e pungente, sempre pi acre e pungente;
un odore acre, molto pungente. Ogni volta il vino vi far
questo effetto: respira lungo, ecco, puzza! Anche lei adesso
lo sentir; un odore acre, pungente, di ammoniaca, sempre
come l'urina che ristagna in un pitale, putrida, marcia; se
l'alcool sar di colore giallo oro sembrer urina; se sar
rosso sembrer sangue putrefatto ' in ogni caso un odore
acre di ammoniaca, che d il vomito. E' un odore proprio
cattivo cos; non abbia paura, un sapore cattivo; questo
sapore lo sentir sempre ogniqualvolta lei dovesse
accostare alla bocca un bicchiere che contenga alcool;
molto bene, tranquillo. Adesso io conter sino a dieci,
arrivato a dieci vi sveglier da questo torpore e per oggi la
seduta sar finita, poi la ripeteremo. Di volta in volta
sprofonderete in un torpore sempre pi profondo, avrete un
disgusto sempre maggiore per il vino e finalmente
diventerete uomini liberi! Liberi da chi? Da voi stessi, dal
vostro vizio, dalle vostre debolezze.

(13. Risveglio. Resistenza all'induzione di persona non


qualificata. Condizionamento. Amnesia? Colloquio
suggestivo o esplicativo).

Uno... due... tre, voi state bene; siete calmi e tranquilli;


quattro, cinque... sei; ogni volta che io o qualche mio
collaboratore, ed egli soltanto, dovessimo toccarvi col
pollice il dorso della mano, voi sprofonderete in questo
torpore, come adesso, pi di adesso, sempre. Sette... otto...
nove... dieci. Un bel respiro, fondo e lungo; un altro respiro:
molto bene. Basta cos. E allora, si rilassato bene? Questa
puzza per il vino, l'ha sentita? Ha sentito quell'odore acre.
Bene, ogni volta che avr del vino dinanzi a s sar cos.
Arrivederci.

Nel colloquio esplicativo suggestivo, ci si rif ai concetti


esposti all'inizio di questo paragrafo.

Colonna II, quadro III

Eseguita la prima seduta si fa ritornare il paziente dopo 2-3


giorni e se in essa non si fosse raggiunta una passivit
ipnotica sufficiente ma solo una voluta quiescenza alle
suggestioni del terapeuta, senza soddisfacente ideoplasia
immaginativa con eventuale depersonalizzazone, stimiamo
utile fare eseguire al soggetto una seduta di training
autogeno secondo tecniche personali.

Con questo, richiamiamo maggiormente la sua attenzione


sul suo vissuto corporeo; lo responsabilizziamo in certo
qual modo all'esercizio, spiegandogli come la buona
riuscita di esso non dipender tanto da noi, ma da lui e
dalla intensit della sua

concentrazione passiva. Approfittiamo quindi della


suggestionabilit che consegue alla passivit autogena per
inserirci nella immaginazione del paziente e influenzarla
fino a raggiungere spesso, attraverso l'autogenia del
training e gli automatismi del vissuto corporeo, stadi di
depersonalizzazione e di autentica ipnosi.

Si intende che apportiamo qualche beve modifica alla


tecnica del training, quale descritta dal dottor Crosa al
paragrafo 13a del capitolo 4 e, terminato l'esercizio di
distensione e di pesantezza agli arti superiori, prima di
passare agli arti inferiori, preferiamo insistere a lungo sul
respiro. Invitiamo particolarmente il paziente a lasciarsi
cullare dal suo respiro, regolare, ritmico e tranquillo meglio
che nel sonno; e gli spieghiamo i vantaggi di una tale
respirazione che equilibrer il suo sistema nervoso
neurovegetativo, gli far rilasciare bene i muscoli del
torace, il suo cuore, i visceri dell'addome.

Insistiamo anche molto sulla gradualit e lentezza degli


esercizi finali per il risveglio, suggerendo dapprima piccoli
movimenti di flesso-estensione delle dita della mano
destra, successivamente dei braccio destro; della mano
sinistra e del braccio sinistro; del piede destro e dell'arto
inferiore destro; del piede sinistro e dell'arto inferiore
sinistro; lasciando per ultimo i movimenti ampi e profondi
della gabbia toracica con prolungate inspirazioni ed
espirazioni e contemporanea apertura degli occhi.

Giudichiamo infine dei risultati raggiunti, soprat-tutto per


quanto riguarda la commutazione della coscienza dallo
stato di vigilanza a quello proprio del training, o dell'ipnosi

vide, in base alle modalit con cui l'esercizio stato


praticato; alla mimica del paziente durante l'esecuzione di
esso e infine in base a quanto egli stesso ci dir, sulle
sensazioni pro-vate e sullo stato di rilassamento raggiunto.
Segneremo il risultato con uno o tre pi nella casella a
fianco.

Raccomandiamo al paziente di eseguire tale esercizio


quotidianamente, facendogli presente che con la sua
ripetizione egli potr ottenere una distensione fisica e
psichica sempre pi profonda, contrariamente a quanto
succede con i tranquillanti e i sedativi, che agiscono al
momento, e a lungo andare producono assuefazione,
dipendenza e intossicazione. Abbiamo costatato che tale
pratica autogena facilita molto le successive induzioni di
ipnosi.

Certo il training autogeno da noi praticato non quello


ortodosso, ma possiamo garantire la sua effettiva utilit
pratica per lunga esperienza personale.
Alla terza seduta ci regoliamo per l'induzione e
l'approfondimento della trance, come sintetizzato nella
colonna III del quadro I, della cartella clinica di
ipnositerapia, parlando al nostro soggetto nel modo che
segue.

Colonna III, quadro I

(1) Lei ha imparato a rilassarsi da solo con gli esercizi del


training autogeno, acquistando con questo una distensione
fisica e psichica sempre pi profonda, senza bisogno di

ricorrere a tranquillanti o sedativi. Per l'esercizio del


training richiede una mezz'ora di tempo da trascorrere in
una comoda posizione seduta, e sarebbe invece
desiderabile che lei imparasse a raggiungere la stessa
distensione anche all'in piedi e rapidamente, per i momenti
di emergenza.

t quanto le insegner oggi con una particolare tecnica che


chiameremo dell'autorilassamento rapido condizionato. Per
questo, lei deve fissare un punto fisso dinanzi a s con lo
sguardo accomodato all'infinito. Pi precisamente nella
posizione di attenti fissi l'angolo nel soffitto dove questo si
interseca con le due pareti laterali, avendo gli occhi bene
aperti. La concentrazione dello sguardo in un punto ha lo
scopo di non farla distrarre con gli oggetti a lei circostanti
e, perdurando, di ottenere una certa avulsione della sua
persona da quanto la circonda, quasi come quando si prega
o si medita.

Lei deve fissare quel punto non con l'intenzione di scrutarlo


e di scoprire ad esempio se su di esso c' poggiato un
insetto, ma con lo sguardo fisso all'infinito, con quella
attitudine riposante dell'occhio che ad esempio contempla
l'orizzonte del mare. lo impiegher tre minuti per spiegarle
questa impostazione dello sguardo; ma una volta che lei
l'avr capita potr realizzarla in pochi secondi, fissando un
oggetto qualunque, una vetrina, un albero. Non so se lei ha
mai notato lo sguardo fisso nel vuoto di un tuffatore
dall'alto di un trampolino, o di un corridore che aspetta il
via della partenza. Anche se dinanzi ai loro occhi c' una
gradinata ricolma di spettatori, essi non ne vedono alcuno;
e, concentrati come sono sul tono dei muscoli, guardano
pi dentro di loro che al di fuori... Bene, lei deve assumere
questa concentrazione senza mai distrarsi.

Contemporaneamente deve respirare lento e lungo come


se dormisse. Il respiro ha una grande importanza; quando
ritmato e lento modifica il tono neurovegetativo e lo
riequilibria; aumenta l'ossigenazione del sangue. Alcune
scuole medico-filosofiche orientali sostengono che,
respirando, noi immagazziniamo l'energia vitale che ci
circonda e il prana; la medicina occidentale sa come la
respirazione aumenti l'ossigenazione e l'alcalosi dei sangue
e, parimenti a quella orientale, la mette alla base di
numerosi esercizi ginnici tonificanti e rilassanti.

Del resto, anche la gente comune sa che, respirando lungo


e profondo, si pu allentare un'angoscia; risolvere un'ansia
contenuta. Quando, parlando di una persona che stata
per molto tempo in apprensione, si dice ad esempio che
essa ha tirato il fiato, ha fatto un respiro di sollievo,
non si vuole che constatare come questa ha potuto
afientare il suo stress emozionale, mediante una fisiologica,
spontanea tecnica respiratoria. Quindi, dalle acquisizioni
comuni della pratica quotidiana, a quelle della medicina
orientale e occidentale, noi sappiamo sicuramente che il
respiro una preziosa valvola per ristabilire un equilibrio
turbato del nostro organismo. Respiri lento, lungo e
profondo... lo conter da dieci sino a zero e ad ogni respiro
lei sprofonder in un torpore sempre pi profondo e quando
saremo arrivati a zero lei sar intensamente disteso e
tranquillo. Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre,
due, uno, zero... zero! Lei profondamente disteso, n pi
e nemmeno come quando io col mio pollice le tocco il dorso
della mano destra. (Si metta in atto l'etero
condizionamento stabilito in 9b della cartella per
ipnositerapia). E lei potr raggiungere rapidamente
questa tranquillit quando vorr, anche nei momenti di
emergenza e senza la mia presenza avvicinando il pollice
della sua mano sinistra all'indice. (Autocondizionamento

della cartella per l'ipnositerapia).

Pi ripeter questo esercizio e pi facilmente le riuscir


efficace e pronto.

Ma immaginiamo che adesso, invece che all'in piedi per la


strada, lei si trovi a casa sua e voglia sprofondare in un
rilassamento pi perfetto. Non avr che da stringere
maggiormente il pollice e l'indice che ha ravvicinati,
continuare a fissare il punto davanti a s in alto e vedr che
gli occhi si stancheranno, le palpebre sbatteranno, la rima
palpebrale diventer sempre pi piccola... come gi
avviene adesso... Lei assecondando la chiusura degli occhi
sprofonder in un torpore sempre pi profondo, rilassandosi
completamente. (Si rinforzi ancora l'autoinduzione con
l'eteroinduzione stabilita alla prima seduta; 9b della
cartella per ipnositerapia).

(2) Ecco, lei adesso ha chiuso gli occhi, ma con la mente


continui a visualizzare il punto di prima che a poco a poco
deve immaginare luminoso; luminoso nello sfondo di un
cielo nero in una notte buia senza luna, senza stelle, senza
luci.

Si vede solo questo punto luminoso come un palloncino


veneziano, che portato su dalle correnti d'aria gira come in
un vortice; lei non deve lasciarselo mai scappare dal suo
campo visivo.

Il palloncino luminoso gira nella notte buia e lei per seguirlo

deve girare anche lei col tronco e con la testa. (Si imprime
alle spalle un leggero movimento rotatorio che il paziente
continuer da solo, in modo automatico, se in ipnosi).

La rotazione del suo tronco e della sua testa


approfondiscono il rilassamento e ad ogni movimento lei
sprofonda in un torpore sempre pi intenso... Si rilassano i
muscoli della fronte e del volto e lei respira lento e
profondo a bocca socchiusa e a occhi chiusi... Si rilassano i
muscoli del torace e dell'addome, delle braccia e delle
gambe .

(3) E adesso le sue palpebre sono diventate pesanti come


piombo e appiccicate le ciglia una all'altra, come se le
lacrime che le bagnano fossero una colla che le leghi... lo
conter sino a tre; arrivato a tre lei cercher di aprirle, ma
far tanta fatica che preferir tenerle chiuse anzich
aperte. (Sfida. Uno, le sue palpebre sono pesanti come
piombo; due, gli occhi sono chiusi come incollati dalle
lacrime; tre, lei cerca di aprirli ma fa tanta fatica che
preferisce tenerli chiusi che aperti... Anche se si sforza, gli
occhi restano chiusi... Provi ad aiutarsi con i muscoli della
fronte, corrugandola ... (distorsione dell'attenzione e dello
sforzo) si sforzi, ma pi si sforza peggio sar.

(Se la sfida favorevole con + + +, si prosegue con le


suggestioni successive di approfondimento. In casi
particolarmente resistenti si potr, in via eccezionale,
ricorrere a una beve pressione sul seno carotideo. A questo
punto si pu anche passare da lei al tu).

Bene non ti sforzare... rilassati ... ; lasciati andare... si


rilasciano anche i muscoli del collo e tu diventi sempre pi
disteso e tranquillo.

(4) In queste condizioni di rilassamento il tuo braccio di


sinistra diventa sempre pi leggero tanto da sollevarsi e
portare la mano sulla fronte, come se questa fosse una
calamita che lentamente l'attira a s. (Suggestioni come
nell'induzione 1).

(5) E adesso che la tua mano si poggiata sulla fronte, tu


resti fermo cosi come una statua, finch io non conter fino
a dieci, senza avvertire nessun fastidio ...

(7) La mano che ha raggiunto la tua fronte vi resta ora


cos appiccicata come un ferro alla calamita. La fronte
attira la tua mano e pi sforzo farai per staccarla peggio
sar!... E ora, prova... La mano pesante come un pezzo di
ferro. Anche se con grande fatica riesci a staccarla un po'
dalla fronte vi ricade pesantemente... Ecco. ..! Non ti
sforzare; rilassati. La mano si staccher appena io
massagger il tuo braccio con le mie dita; allora la mano
scivoler gi con il braccio, lungo il tuo tronco; pesante,
inerte, e tu sprofonderai in un torpore pi profondo.

(9a) Ecco, io massaggio il tuo braccio; ed esso scivola gi,


pesante, inerte sprofondando tu in un torpore sempre pi
profondamente distensivo... t come se fossi coricato supino
in un prato verde e con gli occhi fissi nell'azzurro nel cielo
seguissi delle nuvolette bianche, soffici, come bambagia
che una leggera brezza dissolve, e c' tanta pace, attorno a
te e dentro di te ... ! E come si dissolvono quelle nuvole

bianche in cielo cos svaniscono i tuoi ricordi penosi... Il


passato passato e quel che conta il presente e
l'avvenire... Tu dimentichi pian piano tutto, anche la
maniera con cui hai raggiunto questo torpore e al risveglio
ti sentirai ristorato e tranquillo.

(18b) E adesso ti vedi come vorresti essere, sere

no, equilibrato, non pi vittima dei tuoi impulsi a bere (per


un etilista), libero di parlare bene in pubblico (nelle fobie
della ribalta, di attraversare bene le piazze (per un
agorafobico) ecc. (Si suggerisce una scena terapeutica di
volta in volta diversa, ma sempre centrata sui disturbi
presentati dal paziente).

(Si pu anche suggerire un sogno). E adesso che ti sei


rilassato profondamente, farai un bel sogno, come nel
sonno; un sogno che soddisfi e realizzi un tuo grande
desiderio. Concentrati con l'attenzione su questo desiderio
e il sogno con le immagini aderenti ad esso, sorger da solo
in te; e tu lo vivrai liberamente e lucidamente con tutti i
sensi, e con tutta l'espressione come nella realt (Dopo
qualche minuto di silenzio, si riprende a parlare).

(12) E ora il tuo sogno sta per finire e lo concludi


soddisfacentemente ... (Pausa lunga).

L'aver vissuto questo grande desiderio ti ha dato calma,


serenit, benessere... Tutte le sere appena sentirai che stai
per addormentarti tu avvicinerai fra di loro il pollice e

l'indice della mano sinistra (autocondizionamento con


comando postipnotico) e questo sogno si ripresenter alla
mente ed esso finir col condizionare la tua condotta
fintanto che si avverer ...

(13) Bene. lo adesso conter fino a dieci, e arrivato a dieci


ti sveglierai perfettamente rilassato e tranquillo: uno...
due ... tre... quattro... cinque... sei... sette... otto... nove ...
dieci. (Come nella seduta 1).

Anche alla fine di questa seduta, si segneranno i risultati


ottenuti sulla cartella di ipnositerapia con +, o + + +, o +
-secondo la formula RID e come spiegato all'inizio di questo
paragrafo.

Pur ripetendo sempre nel corso di ogni seduta il


condizionamento stabilito la prima volta per l'induzione
della trance, pu accadere che esso, dopo solo due-tre
sedute, non sia ancora sufficiente a stabilire commutazioni
rapide della coscienza dalle condizioni di veglia a quelle
dell'ipnosi; e allora converr insistere con altre tecniche
induttive con cui portare pi gradatamente il paziente a
livelli di trance pi adatti per la terapia.

Tutte le tecniche induttive gi descritte nel capitolo 4 e nel


capitolo 5 e i suggerimenti relativi potranno riuscire utili a
tale intento. Noi ci atteniamo a un'altra tecnica personale
che figura sintetizzata nella colonna 1V della cartella di
ipnositerapia.

Colonna IV, quadro I

Metodo di induzione con specchio concavo a riflessione


distorta e modalit successive di approfondimento. Si usa
uno specchietto rotondo, concavo, dei diametro di 6-7
centimetri, che si pone sul palmo della mano
dell'ipnotizzando con l'istruzione di guardare fissamente
per un minuto i suoi occhi nello specchio, che resta stretto
dalle dita nel cavo della mano stessa.

Quindi si suggerisce di allontanare sempre pi lo specchio


dal proprio volto finch l'immagine diventi distorta e
confusa. Arrivato a questo punto il soggetto smette di
allontanare lo specchietto e si ferma a fissare la sua
immagine distorta, finch sentir gli occhi stanchi e sar
portato a chiuderli. Egli asseconder la chiusura degli
occhi, continuando a occhi chiusi a visualizzare il suo volto
distorto.

Dopo qualche minuto il paziente entra in trance, spesso col


braccio teso catalettico e con lo specchio stretto nella
mano.

Per facilitare l'induzione e l'approfondimento della trance


allora si suggerisce:

A come se tu avessi visto il tuo volto e la tua figura riflessa


sullo specchio di un lago tranquillo e che un beve vento
avesse mosso le acque... Immagina di essere sulle sponde
di un lago tranquillo e di guardarti come prima nello

specchio... Ma la tua figura prima netta e precisa si


frantuma nel frangersi dell'onda, come prima il tuo volto
nello specchio... E come s frantuma la tua figura fisica, cosi
si scompone in questo momento la tua personalit... il tuo
passato, i tuoi ricordi; tutto diventa indistinto, confuso,
lontano nell'oblio.

Quando la tua personalit si ricomporr, essa si reintegrer


su nuove basi e su nuove linee. E necessario questo
dissolvimento per poterti meglio ricostruire... Respira lento
e lungo, come se dormissi... e ad ogni respiro sprofonderai
in un torpore sempre pi profondo... Io conter da dieci a
zero man mano che tu respiri e quando sar arrivato a zero
sarai profondamente disteso e tranquillo ...

(Si conta da dieci a zero pronunciando ogni numero in


coincidenza col respiro regolare e lento del soggetto). ...
Zero! Ecco tu sei adesso profondamente disteso... E come
se fossi avvolto in una coltre spessa di colore azzurro
cupo... una coltre che ti avvolge tutto... che ti isola
dall'ambiente ... dai rumori che ti appaiono sempre pi
lontani e sfocati .... e non senti che la mia voce che ti arriva
pur essa da lontano... C' tanta pace! ...

Si suggeriscono quindi, rilassamento frazionato, e


successivamente levitazione del braccio sinistro finch la
mano si pos sulla fronte (4); inibizione di movimenti
volontari, come quello di staccare la mano dalla fronte (7);
suggerimenti terapeutici e sognoterapia (18b); suggestioni
postipnotiche associate a immaginazioni sensoriali e
all'autocondizionamento (12); modificazioni sensoriali
olfattive con anosmia all'ammoniaca (8c); impossibilit ad
articolare la parola (7c) e infine il risveglio (13) previa

reintegrazione nella mente del paziente della sua


immagine e della sua personalit, su nuove basi di fiducia,
di benessere, e di condizionamenti terapeutici. Le parole da
adoperare per ci sono gi state trascritte nelle precedenti
tecniche 1 e 3.

Qualora fosse necessario associare il condizionamento


standard stabilito (pressione del pollice sul dorso della
mano destra) ad altri metodi induttivi e di approfondimento
per ottenere trance pi intense, o in soggetti che
paventano una ipnosi possessiva, si pu adoperare una
tecnica di visualizzazioni successive, progredendo poi con
la realizzazione dei fenomeni elencati nella colonna V della
cartella di ipnositerapia.

Colonna V, quadro I

Per le realizzazioni (4), (5), (7), (18b) si adopereranno le


suggestioni gi precedentemente esposte. Per la induzione
iniziale delle visualizzazioni, ci si potr ispirare alla tecnica
di Kline, che comporta anche la visualizzazione della
propria immagine da parte dell'ipnotizzando e il
trasferimento successivo di suggestioni dalla immagine al
soggetto, una volta che questo avesse chiuso gli occhi. Le
modalit in merito sono gi state esposte nel capitolo 4 al
paragrafo 9; noi nel suggerimento della visualizzazione
per non ci fermiamo a quelle della casa, albero, persona,
animale di Kline ma proseguiamo, ove necessita, con altre
successive (un oggetto, un monte, un lago ecc.) prima di
suggerire la visione della propria immagine intanto che
vediamo insorgere segni di stanchezza o una notevole
condiscendenza e facilit a immaginare e visualizzare cose

diverse. Per sincerarsi che il paziente visualizzi bene


quanto suggeriamo, lo invitiamo ad alzare l'indice della
mano destra ogni volta che egli avr ben nitida nella sua
mente l'immagine indicata, essendo interrotta ogni sua
comunicazione verbale con l'ipnotista finch dura la
seduta. Stimiamo necessario effettuare le varie
visualizzazioni in modo piuttosto lento, dando modo al
paziente di concentrarsi a lungo sulla visualizzazione
raggiunta, prima di passare alla successiva.

Un metodo induttivo che sfrutta la fissazione dello sguardo,


e visualizzazioni rotatorie quello che descriviamo
brevemente adesso e che, adoperandolo, avr la sua
notazione nel quadro V della cartella.

Immaginazione della rotazione di un punto (quadro V)

Metodo d'induzione con fissazione di un punto nel soffitto e


sua successiva rappresentazione dinamica rotatoria.

Si invita il soggetto sdraiato su una poltrona a scegliere


un punto nel soffitto e a fissarvi lo sguardo teso, con occhi
ben spalancati, fino a che le palpebre sbatteranno e gli
occhi stanchi tenderanno a chiudersi. Il punto da fissare
dovr essere un po' pi alto della fronte del paziente in
modo da costringere il suo sguardo in obliquo verso l'alto e
facilitare la stanchezza degli occhi. Appena questa
comparir il soggetto chiuder gli occhi continuando ad
avere una visualizzazione mentale del punto nel soffitto. In

questo momento il soggetto dovr immaginare che il punto


cominci a muoversi sul soffitto, come una pallina, con
spostamento circolare; lentamente dapprima, sempre pi
veloce in seguito e infine tanto velocemente da distanziare
il suo sguardo, che non riuscir a seguirlo ulteriormente.

Il paziente che per desidera agganciarsi al punto


orbitante, immaginer di alzarsi in piedi e di girare
velocemente su se stesso come una trottola nella direzione
del punto stesso riuscendo a raggiungerlo e a mantenere il
collegamento.

Si suggerisce che arriver un momento in cui il soggetto si


sentir stanco di tanto moto e abbandoner quel punto al
suo destino, tornando con l'immaginazione a coricarsi sulla
comoda poltrona (in cui di fatto si trova gi)

a riposarsi, a rilassarsi, ad addormentarsi placidamente

profondamente.

Nello spazio da tre a cinque minuti molti pazienti entrano


cosi in uno stato di trance e sono pronti per
l'approfondimento, con le suggestioni progressive gi
descritte: rilassamento progressivo (i muscoli e i tendini
prima tesi come corde si allentano e si rilassano)
respirazione tranquilla, ritmica, (4), (5), sfida ad aprire gli
occhi chiusi (7) ecc.

Si potr anche approfondire la trance di alcuni pazienti


suggerendo la visualizzazione di luci colorate (del colore
preferito) o la presenza di profumi e invitandoli a
concentrarsi sulle loro sensazioni olfattive e visive.

Tu rimarrai isolato dall'ambiente circostante, rimanendo


immerso nella piacevole atmosfera di colore e di odore
immaginato. Mentre ti addormenterai sempre pi
profondamente, ti sintonizzerai e armonizzerai coi tono
sempre pi morbido e attenuato dei due stimoli a te
piacevoli ecc. (Dal colore e dall'odore scelti si potr
desumere anche qualche elemento diagnostico sulla
personalit dei soggetti). Tu senti che tutti i tuoi muscoli
sono diventati flaccidi e pesanti, che il tuo corpo
diventato pesante e lo senti premere sulla poltrona sulla
quale comodamente adagiato. E questo rilassamento
sempre pi profondo dei tuoi muscoli si associa a una
profonda distensione dei tuoi nervi; essi si distendono, la
tua fronte diventa fresca... fresca... fresca quanto il tuo
corpo caldo. La mente diventa leggera e limpida e un
grande benessere si estende a tutto il tuo corpo. Tu ti
addormenti sempre pi profondamente, sempre pi
intensamente e avverti A desiderio di fare un bel sogno,
che soddisfi e realizzi un desiderio della tua vita.
(Eccetera, come descritto precedentemente).

Immagini per ciechi

Siamo ricorsi con successo a sensazioni tattili, olfattive,


gustative, cenestesiche e particolarmente uditive, quelle
rare volte che abbiamo avuto occasione di indurre ipnosi in
ciechi dalla nascita; per i quali non possibile utilizzare
alcuna visualizzazione di immagini.

Precisamente abbiamo utilizzato il rumore ritmalo di un


metronomo che vada con un ritmo moderato (84)
associandolo a un movimento pendolare sincrono del capo
essendo il paziente seduto a busto eretto.

Quando compaiono i primi segni di stanchezza, che si


notano per una difficolt sempre progressiva a
sincronizzare il movimento del capo con quello del
metronomo e con una tendenza del paziente ad appoggiare
ildorso allo schienale della poltrona, si suggeriscono idee di
rilassamento progressivo, di sonno e quindi la serie dei
fenomeni suggestivi della colonna 1 della cartella di
ipnositerapia (Le.Ca. Mo.I.A.S.Co.).

Nella successiva seduta, stabilito un condizionamento


induttivo di trance, si potr fare a meno di ricorrere al
movimento pendolare del capo; baster il condizionamento
associato per qualche volta ancora al rumore del
metronomo, o alla sua immaginazione acustica senza che
avvenga l'effettivo ascolto di esso.

Per costatare la relativa maggiore o minore facilit di


indurre ipnosi con le diverse tecniche, tenendo
preventivamente conto della diversit dei soggetti
impiegati per ci, ho voluto con i miei collaboratori fare vari
rilievi statistici, centrando l'attenzione su quattro fenomeni
principali che possono essere, se si realizzano con una
specifica maniera, sintomatici di iniziale trance ipnotica.
Questi fenomeni sono la chiusura suggestiva degli occhi, la
passivit psicomotoria, la posizione catalettica che fissa per
qualche minuto un arto o un segmento di arto in una
determinata. posizione passivamente raggiunta,

l'ipoalgesia e l'analgesia rilevate con la trafittura della cute


del dorso della mano con un ago n. 2 e contrassegnate da
una o tre crocette ) secondo l'intensit.

Le modalit con cui questi fenomeni debbono esplicarsi per


essere sintomatici di una trance sono gi stati descritti
all'inizio del paragrafo 3 di questo capitolo spiegando la
R.I.D.
La ricerca per essere attendibile si dovuta svolgere su un
numero necessariamente vasto di soggetti; ha richiesto
circa duecento sedute, espletate nel corso di tre mesi e il
lavoro di discriminazione stato delicato dovendo tenersi
conto della genuinit dei fenomeni ipnotici, delle cause che
potevano incidere in modo positivo o negativo
sull'insorgenza di essi, indipendentemente dalla tecnica,
come l'et, le malattie, le intossicazioni, la costituzione e
l'aspettativa psicologica del soggetto, le modalit della
seduta, singola o in gruppo.

L'analisi matematica fattoriale di tali principali componenti


ci parsa ardua sin dal principio e i risultati numerici non
rispondenti soprattutto alla obiettivit clinica, dominata
dalla dinamicit di un transfert e da correlazioni
psicologiche non calcolabili matematicamente.

Pi aderente alla realt ci parsa la valutazione clinica


globale del fenomeno, basata sull'esperienza dell'ipnosi,
oltre che su una serie di tempi rigorosamente cronometrati.
Da questa valutazione ci risultato, nell'esame delle varie
tecniche, che ad esempio l'induzione ipnotica con lo
specchio concavo a riflessione distorta pi rapida e facile
di quella che si ottiene con la fissazione di un punto nel
soffitto e della sua successiva rappresentazione dinamica

rotatoria. In edizioni precedenti avevamo riportato le


tabelle prospettiche dei tempi rilevati in 68 soggetti ,
usando tali tecniche (pagg. 195-197 V ediz.). Per snellire
l'opera sono state soppresse in questa edizione.

Volendo approfondire la trance, raggiunta con qualunque


metodo precedentemente indicato, stimiamo utile a volte
ricorrere a quanto segnato al numero 11 della colonna 1 e
al numero 14 (Ipnosi vide) della colonna IV della cartella di
ipnositerapia; o adottare un metodo di misura subiettiva
della profondit di trance, che pu servire per
l'approfondimento ulteriore della trance stessa.

Test numerico di approfondimento (11b) e immagini


rilassanti successive

Al soggetto in trance si suggerisce che si proceder alla


misura della profondit del suo torpore contando d dieci in
dieci fino a cento. Il soggetto terr presente che il numero
dieci corrisponde a un lieve rilassamento, mentre il numero
cento riflette il torpore pi profondo.

Durante il conteggio, quando il paziente sentir quel


numero che corrisponde alla sua profondit di sonno alzer
la mano destra. Ao adesso misurer la profondit

dei suo sonno contando di dieci in dieci fino a cento. Se lei


non alzer la mano vuol dire che avr raggiunto la
massima profondit di sonno e cercher di mantenersi in
questa condizione. Se il soggetto alzer la mano prima del

numero cento gli si far approfondire la trance fino al


massimo livello facendogli muovere le mani a mulinello e
suggerendogli che il moto delle mani continuer
automaticamente fino a quando avr raggiunto il livello
cento di profondit. Raggiunta questa massima profondit,
le sue mani si fermeranno e andranno ad allungarsi, come
prima dell'esercizio, sui braccioli della poltrona.

Conviene, dopo la tecnica di approfondimento a livello


cento, suggerire immagini Massanti che stabilizzino e
intensifichino il torpore raggiunto.

Mentre lei dorme profondamente, tranquillamente,


immagina di trovarsi in un prato verde: primavera, tutto il
prato un tappeto verde; ci sono molti fiori, ci sono le
farfalle che volano; tutto attorno a questo prato ci sono
tanti alberi, alti alberi verdi; attraverso a questi alberi verdi
filtra un sole rosso arancione che riscalda il suo viso e
illumina i suoi occhi. Lei molto tranquillo e contento.
Passeggia in questo prato, conversa con persone che le
sono particolarmente simpatiche, ascolta il canto degli
uccelli, ammira insetti che volano, le farfalle variopinte,
aspira il profumo dei fiori; ascolta il sussurrare del ruscello
che costeggia questo prato, si sente pienamente in
armonia con tutto quanto la circonda. Vorrebbe che questa
armonia che la circonda durasse sempre. Lei indugia fino a
che questo verde e questi raggi del sole rosso arancione si
confondono nel suo animo con quella armonia che vi regna
e in modo tale che in avvenire tutte le volte che i suoi occhi
osserveranno qualche cosa di verde, sia esso un prato, un
quadro, un albero, un vestito, lei torner a rivivere questa
meravigliosa armonia; torner a riviverla e a mantenerla a
lungo, a goderla come ora. Cos pure tutte le volte che i
raggi del sole illumineranno i suoi occhi, e riscalderanno il
suo viso, lei torner sempre ad associarvi questa armonia,

questo benessere, questa calma, e torner a viverla e a


goderla a lungo. (Condizionamento di sensazioni vissute in
ipnosi con particolari sentimenti. Vedasi ipnositerapia cap.
13 S 6).

Rapporto (11c)

Per misurare l'intensit del rapporto esistente con


l'ipnotista, pu essere utile fare chiamare il soggetto in
catalessi da un estraneo, o fargli muovere da questo
passivamente un arto. Se il soggetto in trance con un
buon rapporto con l'ipnotista, egli non risponder alla
chiamata fattagli da un estraneo, n modificher la
profondit della trance per il movimento impresso ai suoi
arti.

Questi fenomeni a volte si presentano spontaneamente


senza che l'ipnotista abbia suggeriti; a volte invece solo
dopo suggerimenti datigli; e a volte non si presentano
neppure dopo tali suggerimenti.

Tali diverse possibilit costituiscono un discreto metro di


misura della profondit della trance.

Barcollamento (IId). Prova delle mani incrociate IIe)

Vengono praticate con le tecniche gi descritte al capitolo 4


S 5. Un metodo infine che ci permette di approfondire la

trance quello di ricorrere a ipnotizzazione e a


deipnotizzazioni successive (11f) secondo la tecnica di Vogt
o similari, gi descritte al capitolo 5 paragrafo la.

Parimenti riteniamo utile fare costatare al soggetto in


ipnosi vigile (cap. 5 5 la) i seguenti fenomeni in lui
provocati in ordine progressivo: il barcollamento (lld), la
levitazione (4), l'ostacolo a compiere determinati
movimenti con gli arti (7a), a risolvere una contrattura
imposta (7b), a pronunciare una parola (7c), a distaccare le
mani incrociate (lle).

1 numeri riportati si riferiscono a quelli della cartella di


ipnositerapia.

Induzioni con accompagnamenti musicali registrati

Una volta che si sia messo l'ammalato in ipnosi e stabilito il


rapporto con lui possibile approfondire la trance
ricorrendo a mezzi meccanici vari, fra i quali riteniamo utili
anche i registratori e i dischi che per dieci, quindici minuti
somministrino al paziente parole e musiche appropriate.
Con il dottor Colorina gi assistente alla Divisione
Neurologica dell'0spedale di Vercelli, noi abbiamo
approntato nel 1963 una registrazione con le seguenti
successive musiche di fondo: Adagio per archi e organo in
sol minore, di Albinoni; Sonata in do diesis minore, op. 27,
N. 2, Al chiaro di luna, adagio sostenuto, di Beethoven;
Chairman, walzer lento, di Rapec Pollack; Il cigno, dal
Carnevale degli animali di Saint Sans. La registrazione
integrata dalle seguenti parole, pronunciate con voce
calda, baritonale, distanziate da opportune pause:

Lei a suo agio e continuer per tutta la seduta a sentirsi


a suo agio. Sente che tutto il suo corpo e il suo spirito
stanno bene e prover sempre di pi un vero senso di
benessere generale. (Ripetere due volte). Tutte le parti
del suo corpo stanno bene e funzionano in armonia; ossa,
muscoli, nervi, sangue, cervello, cuore, polmoni e visceri
funzionano bene e in armonia. (Ripetere). Quando si
sveglier tutto questo continuer ancora. La pervade un
senso di calma e di confidenza in se stesso e pu guardare
al suo avvenire con confidenza e fiducia.

Si sente a suo agio, calmo, ha fiducia in se stesso, si


sente veramente bene e tutto durer anche al risveglio.
(Ripetere).

Pausa 30". Lei si sente sempre pi a suo agio, sempre


pi calmo, sempre pi confidente in se stesso. Cos il
benessere diventa sempre pi profondo. (Ripetere). Le
fibre dei suoi muscoli sono rilasciate, i suoi organi
funzionano sempre meglio. Tutti i nervi sono riposati e
funzionano bene, cosi lei si rilascia sempre di pi. 1 nervi
dei piedi, delle gambe, del ventre, del torace, della testa,
della faccia, delle mani sono rilasciati e funzionano bene.
(Ripetere). Pertanto, calmo, ha fiducia in se stesso e sta
bene anche nelle parti pi profonde del suo organismo.
(Ripetere due volte).

Pausa 30'. Ora, bench lei possa essere ancora cosciente,


anche il suo cervello si riposa e lei si rilascia e si
abbandona sempre pi. Non sente pi la necessit di
controllare il suo corpo; fa come nel sonno. (Ripetere).
Tutto il corpo gi profondamente rilasciato anche nelle

sue parti pi profonde. La macchina del suo organismo


funziona ora col nnimo dispendio di energia. (Ripetere).
A pensieri sono liberi, come nel sogno. I pensieri sono
calmi, sereni, riposanti: come tutto il corpo si riposa, cos
anche lo spirito si riposa, come nel sogno. Lei sta
rilasciandosi, intorpidendosi, profondamente, totalmente,
senza riserve, e si sente veramente, intensamente
tranquillo. (Ripetere due volte).

Pausa 30'. A suoi occhi sono chiusi, i pensieri sono liberi,


calmi, sereni e riposanti. (Ripetere). Il suo corpo fermo,
immobile come una statua. Ora non c' nessun bisogno che
il cervello registri quello che giunge attraverso le sue
orecchie, cos come non c' nessun bisogno che la mente
ricordi un sogno. (Ripetere). Il cervello coi assopito
che si rifiuta di registrare quello che giunge attraverso le
orecchie. (Ripetere). Si Imita ad ascoltare e a permettere
che si realizzi quello che sente. Non ha nessun bisogno di
ricordare o di criticare. (Ripetere). Perci ora il
rilasciamento e il torpore continuano e si approfondiscono.
(Ripetere).

Le strutture nervose che presiedono alla fame, alla sete,


al sonno, alla veglia, ai movimenti del cuore e dei polmoni,
dello stomaco e degli altri visceri, al sudore, al caldo o al
freddo, le strutture che suscitano forza o stanchezza, gioia
o dolore, si riposano profondamente. (Ripetere). Il riposo
il modo migliore per accumulare e rigenerare energie, e
pochi minuti di questo riposo sono eguali a una notte di
sonno tranquillo. (Ripetere). Lei
ora non ha fame, il cuore e i polmoni funzionano in silenzio,
senza turbarla; e i suoi visceri sono in perfetto riposo, si
sente profondamente rilasciato e pervaso da un sentimento
di serenit. (Ripetere). Ha quasi sonno, si riposi, dorma...

dorma... dorma ... ; pochi minuti di questo riposo sono


eguali a una notte di sonno tranquillo. (Ripetere).

L'effetto di queste registrazioni pu essere da nullo a


ottimo, secondo i soggetti; pu fare risparmiare notevole
tempo all'ipnotista ed essere adoperato per suggestioni di
massa; ma non pu mai sostituirsi al rapporto
interpersonale nel trattamento ipnositerapico.

Notevolmente efficaci possono essere le suggestioni che


vengono date attraverso il telefono, o il video. Varie volte,
in ammalati gi trattati, abbiamo ottenuto l'insorgenza di
stati ipnoidali e benefici terapeutici a distanza, attraverso il
telefono, sia io che i miei allievi, come gi riportato nel cap.
4 5 22.

Trance sonnambolica, (quadro IV)

Pu darsi che, con le tecniche su esposte, il soggetto,


invece di raggiungere stati bevi di trance, raggiunga una
trance sonnambolica; allora, tenendo presenti le due
condizioni opposte del sonnambulismo stuporoso e di
quello vigile (entrambi con amnesia al risveglio), stimiamo
opportuno realizzare progressivamente da A a P quanto
risulta nella colonna VIII della cartella di ipnositerapia.
Possiamo cos saggiare quali siano le effettive disponibilit
del soggetto in queste particolari condizioni e le sue
effettive capacit costituzionali di prestazioni psichiche,
somato-viscerali, parapsicologiche ecc.

L'accertamento dello stato sonnambolico viene da noi fatto


soprattutto in base alla presenza dell'amnesia spontanea;
prima, del colloquio intercorso con noi durante la trance;
poi, di un gesto compiuto a occhi chiusi durante essa
(abbottonarsi, o sbottonarsi la giacca, spostare un oggetto
da una tasca all'altra del proprio vestito; infine di gesti pi
complessi compiuti ad occhi aperti, come quello di
camminare per compiere un'azione ben determinata).

La spontaneit dell'amnesia e la sua costatazione per


prestazioni sempre pi complesse impegnanti un numero
sempre maggiore di centri intellettivi, psicomotori e
psicosensoriali ci illumina sulla intensit dello stato
sonnambolico.

Un soggetto che presenti alla prima seduta una amnesia


parziale spontanea, pu a volte con opportune tecniche
(cap. 5 5 ld) e con la ripetizione della trance, arrivare a
gradi pi intensi di amnesia.

Per passare dallo stato catalettico a quello sonnambolico


mi attengo usualmente alle seguenti tecniche.

Lascio all'in piedi il soggetto per uno, due minuti a occhi


chiusi col braccio sollevato catalettico (A). Di solito la
trance, nei casi sonnambolici, viene raggiunta in pochi
secondi col condizionamento. Quindi dico (B): Adesso io
conto sino a tre. Arrivato a tre i tuoi occhi si apriranno e
parlerai e agirai come sei uso fare di norma. Ti sentirai
tranquillo e risponderai a tutte le domande che ti verranno
fatte, come se fossi del tutto sveglio. Di fatto per, sveglio
sarai solo quando io conter fino a dieci.

All'inizio, quando si volesse rafforzare nella mente del


soggetto la condizione sonnambolica con amnesia
successiva, si pu adoperare quest'altra frase: Tu dormi a
occhi aperti come un sonnambulo e come un sonnambulo
puoi muoverti speditamente, agire e parlare liberamente;
dimenticando, quando sarai sveglio, tutto quello che hai
detto e fatto durante questo stato.

Le allucinazioni visive positive (C, D) vengono provocate


facendo allucinare al paziente una zanzara che pizzichi il
suo volto e studiandone le spontanee reazioni. Pi
particolarmente le allucinazioni visive positive possono
essere ricercate dicendo ad esempio al paziente che su un
foglio bianco presentatogli, c' stampata una determinata
figura a lui ben nota (la chiesa del suo villaggio, il volto di
una persona cara, un panorama ecc.) e lo si invita a
indicare sul foglio bianco dove vede i particolari della figura
suggerita (l'ingresso della chiesa, gli occhi della persona,
luoghi del panorama ecc.) invitandolo a descriverceli. Si
contrassegner quindi il foglio su cui stata allucinata la
figura con un puntino impercettibile fatto nel retro di esso,
in modo da dare la possibilit solo all'operatore di
riconoscerlo fra altri cinque o dieci perfettamente uguali
che verranno esibiti al paziente assieme al primo servito
per l'allucinazione. Abbiamo frequentemente notato che il
sonnambulo riesce a individuare il foglio con l'immagine
allucinata, differenziandolo dagli altri perfettamente uguali
e del tutto bianchi, come il primo. Abbiamo anche notato
che il cartoncino veniva raddrizzato dal paziente se glielo
presentavamo a bella posta rovesciato rispetto alla figura
in esso visualizzata per suggestione.
In ben pochi casi abbiamo visto peraltro comparire il colore
complementare a quello allucinato, ad esempio il verde
dopo aver fatto allucinare il rosso per qualche minuto.

t facile l'allucinazione postipnotica del rosso sul bianco.


Avendo ad esempio detto a una signora che lei avrebbe
notato sul suo fazzoletto bianco una macchia rossa, come
di sangue, abbiamo avuto la sorpresa a sette giorni di
distanza, di sentire dire dalla paziente ritornata per il
proseguimento della cura, che era meravigliata di una
macchia rossa comparsa sul suo fazzoletto, che non pi
andata via, nonostante avesse provato a lavarlo
ripetutamente con detersivi! Secondo le necessit
terapeutiche, si potranno con facilit e con una semplice
tecnica suggestiva diretta suscitare le allucinazioni positive
ipnotiche e postipnotiche uditive, gustative, olfattive, tattili
e sensitive pi adeguate per i disturbi presentati dal
paziente.

Lo stesso suggerimento vale per le allucinazioni negative


visive, sia per gli oggetti sia per le persone, e per quelle
uditive e sensoriali varie, ipnotiche e postipnotiche.

Per rilevare eventuali bugie (E) dette da un paziente in


corso di un trattamento ipnositerapico, troviamo utile la
tecnica di Sparks. Con questa si condiziona dapprima il
soggetto a pensare il colore rosso ogni volta che dice una
bugia. Quando noi gli porremo, come per gioco, delle
domande indifferenti e dopo aver ascoltato la risposta gli
chiederemo se ha pensato al colore rosso, il paziente si
riterr perfettamente libero di rispondere come gli pare.

In un tempo successivo suggeriamo per al paziente di


alzare brevemente l'indice della mano sinistra ogni volta
che penser al colore rosso e di dimenticare che ci gli
stato suggerito da noi. Senza che egli se ne renda conto,

accadr allora che il suo dito si estender ogni volta che


racconter una bugia.

Tale tecnica ci riuscita particolarmente utile per


smascherare alcolisti, tossicomani, deviati sessuali,
polifagici e ogni qual volta volevamo sincerarci se il
paziente si fosse attenuto alle nostre prescrizioni.

L'ipnoanalisi (F) si pu svolgere sia in uno stato di trance


media, sia in quella sonnambolica. Noi preferiamo svolgerla
in questo ultimo stato, coperto dall'amnesia, valendoci del
semplice interrogatorio opportunamente condotto.

L'analisi potr essere interpretata secondo gli indirizzi


psicoanalitici o meno, e pu correre veloce nell'indagine
potendo usufruire di domande dirette con risposte coperte
da amnesia o servendosi della regressione d'et per
investigazioni nel pi lontano passato dell'ammalato,
coperto dall'oblio nello stato di veglia.

La scrittura automatica, il disegno automatico, quello


dell'albero (G) e altri presidi di investigazione della
personalit profonda vengono adoperati di volta in volta
secondo il momento e il soggetto.

La regressione di et o rivivificazione (H). Viene da noi


condotta con la tecnica gi illustrata al capitolo 5 (S 2J).
Notiamo sempre accuratamente le ipermnesie di fatti non
ricordati nello stato usuale di veglia; il linguaggio, il
comportamento, la calligrafia; le modificazioni neurologiche

riguardanti riflessi, l'andatura, ed eventualmente


l'elettroencefalogramma; tenendo presente che non si ha
mai una regressione globale di tutta la personalit, e che
nel corso di essa sono possibili a volte funzionamenti a
livello superiore a quello a cui momentaneamente
regredito il soggetto.

Con la tecnica dell'ipnodramma (1) facciamo ricordare al


paziente il tempo in cui si prodotto il fatto lesivo e lo
lasciamo libero di dare sfogo alle sue emozioni represse e
di recitare a occhi aperti ci che desidera.

Con la tecnica dei conflitti sperimentali (L) diciamo al


paziente che ricorder un episodio che per lui stato molto
penoso, ma che in seguito ha dimenticato, perch il suo
ricordo gli avrebbe recato sofferenze. Procediamo quindi
secondo quanto gi esposto in questo stesso capitolo al
paragrafo 2h.

Su queste tecniche che sono pi proprie dell'ipnositerapia,


che dell'approfondimento della trance (anche se di fatto
possono approfondirla) ci intratteremo nel capitolo 14, ma
abbiamo creduto opportuno accennarle qui perch il lettore
abbia tutta di seguito la spiegazione della nostra cartella di
ipnositerapia e della metodica di routine adoperata.

Le modificazioni somatiche, neurovegetative, endocrinoumorali, viscerali (M) vengono da me procurate a)


mediante la suggestione diretta, b) mediante particolari
passi o massaggi, c) mediante immagini adeguate alle
esigenze terapeutiche, d) mediante rilassamento
psicosomatico e particolari tipi di respirazione come

descritto nel capitolo 4 al paragrafo 17 a, b.

Le modificazioni suddette riguardano la sensibilit per


indurre di solito analgesia; la cenestesi; il tono muscolare e
la motilit (specie per il tic e la balbuzie); il sistema
neurovegetativo endocrino-umorale (per modificare
mestrui, sudorazioni localizzate ... ); il ricambio e la
nutrizione (per il metabolismo basale e le obesit); le
allergie. (asma ecc.); il sistema cardiovascolare (per
modificare battito cardiaco, pressione arteriosa, epistassi ...
); il sistema gastroenterico (per modificare fame, sete,
salivazione, stipsi, diarrea, coliti); il sistema genito-urinario
(per enuresi, impotentia ecc.); la cute (per eritemi,
vesciche, flittene, verruche ecc.).

Tra le esperienze parapsicologiche (N) quelle che


cerchiamo usualmente, quando lo crediamo opportuno,
sono:

1) La possibilit di percezioni extrasensoriali con le carte.

2) Trasmissione di pensiero dall'operatore al soggetto.

3) Induzione ipnotica a distanza.

4) Evocazione di conoscenze sicuramente ignote


all'operatore e al soggetto.

La tecnica adoperata quella che risulta descritta al


paragrafo 7 del capitolo 9; o nei casi illustrati nella casistica
(cap. 18: prove cliniche e sperimentali).

La resistenza all'ipnotizzazione (0) fatta da persone non


qualificate indispensabile nei soggetti che con facilit
diventano sonnambuli. Viene praticata suggerendo loro in
ipnosi e come comando postipnotico che dovranno per
l'avvenire opporsi a esperimenti di rilassamento o di ipnosi
che sia per gioco sia per scopi terapeutici venissero loro
consigliati da persone non esercenti l'arte sanitaria.

A seconda della personalit del soggetto e dell'ambiente in


cui vive, si adoperano i suggerimenti adeguati.

Gli incarichi postipnotici (P) da compiere a distanza di


tempo, progressivamente sempre pi grande (un mese, un
anno) verranno suggeriti come comando postipnotico. Per
saggiare la disponibilit del soggetto a ci si potr da una
seduta all'altra suggerirgli diverse azioni, anche assurde se
sar necessario (venire con la fede a destra invece che a
sinistra, con l'orologio al polso destro anzich a sinistra,
abbigliato in un determinato modo), ed, effettuando il
paziente l'azione, gli si chiederanno spiegazioni in merito,
in modo da notare la presenza dell'amnesia, la compulsivit
dell'atto, la sua razionalizzazione da parte del soggetto.

Qualora l'ipnotizzato non raggiunga stati sonnambolici,


essendo questa possibilit limitata al 20% dei casi, si
passer, dopo le induzioni fatte secondo le tecniche

riassunte nelle prime cinque colonne della cartella, a


un'altra particolare che permetta di indurre trance,
approfondirla e suggerire i primi condizionamenti e
decondizionamenti specifici per i particolari disturbi
dell'ammalato.

Tale tecnica sintetizzata nella colonna VI e per essa si


possono adoperare le seguenti suggestioni verbali.

Colonna VI (quadro II)

L'induzione viene fatta col condizionamento standard (9b) '


rafforzata dall'abbassarsi della propria mano sul volt, del
paziente sdraiato. Gli si suggerisce quindi di respirare
profondo e lento come se dormisse, e che i suoi occhi
rimarranno chiusi fintanto che non si conter fino a dieci,
quando io conter fino a dieci ti sveglierai bene e
rilasciato perch dieci minuti di questo abbandono sono
uguali a molte ore di sonno tranquillo; dato che tu durante
esso ti rilasserai gradatamente dalla testa alle estremit...
(1, 3a).

A rumori dell'ambiente (3b) non ti interesseranno pi e


quasi non l sentirai, perch sarai concentrato solo sulla
mia voce. Tu sei sereno e il tuo torpore diventa sempre pi
profondo tanto da dimenticare anche il modo con cui hai

raggiunto questo torpore e quanto dirai o farai durante


esso (amnesia 3c)' *

(14) Tu sei rilassato come se fossi sdraiato su un bel prato


verde e vedessi nel cielo azzurro delle nuvole bianche e
leggere come bambagia che una leggera brezza dissolve
(illusione visiva 9a) ... ; e come si dissolvono le nuvole si
dissolvono i tuoi ricordi (3c) in una pace infinita...

Il prato verde in cui sei sdraiato contornato da giardini


pieni di fiori profumatissimi, rose... garofani... gigli...
(illusione olfattiva) e tu godi di questi profumi che allietano
la vita... Ma nei giardini oltre ai fiori vi sono degli alberi
ricolmi di frutti saporiti; tu stendi la mano e ne gusti uno
che addenti con volutt (illusione gustativa)... Che frutto
?... Come si chiama il frutto che stai assaporando ...
(Spesso si nota che il paziente comincia spontaneamente a
masticare e risponde a tono alla domanda rivolta in uno
stato di coscienza crepuscolare o sonnambolica. Si
approfitta allora per allenarlo alla distorsione temporale
con la tecnica di Sparks, che abbiamo esperimentato varie
volte con successo). Insistiamo quindi: Questi frutti sono
veramente saporiti; sarebbe bello coglierne un po' e
mangiarseli con tutto comodo pi tardi ... ; ma ci non
possibile perch sarebbe un furto, che potrebbe provocare
l'ira del proprietario e le sue rivendicazioni... Comunque
immagina lo stesso di raccoglierli e di contarli, mano mano
che li raccogli... Quando io far uno schiocco con le dita tu
comincerai mentalmente a coglierli e a contarli e quando io
far un secondo schiocco con le dita, ti fermerai, dicendomi
quanti ne avresti potuto raccogliere nel tempo intercorso
tra uno schiocco e l'altro.

Si cronometra il tempo intercorso fra i due schiocchi delle


dita - un minuto - e si segna il numero dichiarato dal
paziente. Questi dati serviranno per il calcolo della
distorsione temporale che verr eseguito ripetendo la
stessa prova in un tempo pi breve dopo altre diverse
suggestioni. Quindi continuiamo come segue).

Ma adesso che hai finito di raccogliere mentalmente i frutti,


senti che arriva a te, dal fondo valle, il suono di tante
campane a festa... Din, dan, don, din; dan, don; dan, dan,
dan, din, din, din,... (illusione uditiva) e vedi tanta gente
vestita a festa, a coppie, a gruppi, che ride, che parla, tutta
diretta a una citt vicina... Appaiono tutti felici!... Che cosa
ha questa gente per essere coi felice? Tu sei sereno...
tranquillo; ma non senti in te quella felicit che vedi
sprizzare dai loro volti, dai gesti, dal comportamento tutto
di quelle persone! E ti viene allora voglia di raggiungerle, di
mescolarti ad esse, per partecipare anche tu alla loro
gioia... Vedi che vicino a te c' una bicicletta e allora monti
in sella per raggiungere il corteo... E pedali, pedali,
pedali ... (Illusione cinetica e dinamica. Se il soggetto
stenta a eseguirla, la si pu facilitare, poggiando la mano
sulle ginocchia e muovendogliele un po' passivamente,
come nell'atto di pedalare. Il paziente allora continuer da
solo in modo automatico finch non lo fermeremo con altra
suggestione).

Stai attento, tieni bene le mani sul manubrio; sta venendo


un grosso camion con rimorchio incontro a te e la strada
stretta... Ben,bene... ce l'hai fatta; sei in testa alla gente e
vedi che essa si dirige alla citt vicina, che gi si
intravede... (15) Siete arrivati tutti adesso in una vasta
piazza dove c' un grattacielo alto venti piani; alto come un
enorme cubo di cemento e cristallo, pieno di luci e di gente.
Tu allora abbandoni la tua bicicletta e ti avvicini a uno degli

ingressi del grattacielo con porte di cristallo regolate da


cellule fotoelettriche. Appena ti avvicini le cellule entrano in
funzione e le porte automaticamente si aprono. Entrato, ti
avvicini a un ascensore piuttosto stretto ma con ampie
vetrate in modo che puoi vedere all'esterno ... (Per i
claustrofobici si dir che l'ascensore molto stretto ed
tutto chiuso, di legno). Schiacci un bottone e senti che
scende, scende, sempre pi in fondo nel sotterraneo del
grattacielo. Adesso si fermato, la porta si apre e ti trovi in
una sala cinematografica dove stanno proiettando un film
che hai visto di recente e che ti tanto piaciuto... Stanno
proiettando proprio le scene che ti sono piaciute di pi...
Che cosa raffigurano queste scene?... Che cosa
raffigurano?

(Dati utili per l'analisi psicologica dei paziente. Si tace


quindi per un minuto e al risveglio si costater se esiste
distorsione temporale).

Siccome questo film l'hai gi visto, preferisci andare fuori


a vedere dell'altro.

Riprendi quindi l'ascensore, schiacci un bottone, e


l'ascensore sprofonda sempre pi in gi nel grattacielo... e
quindi si ferma e la porta si apre. Ti trovi in un grande
salone dove si tiene un comizio per motivi politici,
sindacali, che interessano anche te, per la scuola,
l'azienda... il circolo... il tuo posto di lavoro... Vi tanta
gente assembrata, fra cui varie persone che conosci, anche
alcuni tuoi amici...

Aspettavano proprio te, perch anche tu dicessi le tue

opinioni sulle questioni che si dibattono... Devi parlare


quindi in pubblico, ma non hai alcun timore, sei sereno;
avvicini il pollice e l'indice della mano sinistra, respiri lungo
e cominci a parlare tranquillo (fobia della ribalta) e vedi che
le parole ti vengono facili... che il tuo eloquio fluente e
non fai alcun sforzo... Parli, parli per vari minuti e la gente ti
guarda ammirata, non pensando che tu avessi queste
capacit. Quando hai finito di parlare scoppia un applauso,
perch le tue idee erano giuste e le hai esposte bene. Te ne
vai soddisfatto di te e orgoglioso di avere fatto una bella
figura, aiutandoti con l'autocondizionamento. Quando te ne
vai, all'uscita dal grattacielo, trovi degli amici che ti
aspettano con la loro macchina e che si complimentano con
te.

Uno di essi, pensando di farti cosa gradita ti ha portato la


tua macchina che tu non guidavi pi perch avevi paura
dell'automobile (suggestioni per coloro che hanno la fobia
dell'automobile). Ti dispiace rivelare questa tua debolezza
alla gente, per cui ti metti lo stesso al volante della tua
macchina; fai l'autocondizionamento e vedi che ti senti
sereno e parti tranquillo, accomiatandoti da tutti. (Insistere
sulle suggestioni della guida facile attraverso strade
comode con coloro che hanno la fobia della guida). Ed
ecco che guidando la tua macchina sei ritornato al prato da
cui sei partito; dove eri prima sdraiato... vicino ai fiori e ai
frutti... Quei frutti che non si possono rubare... Chiss
quanti ne potresti raccogliere ancora in un minuto ... !
Bene, facciamo la prova come prima; io schioccher le dita
e tu comincerai mentalmente a raccogliere i frutti,
interrompendoti quando io schioccher ancora le dita ...

Ecco io schiocco per la seconda volta le dita, quanti ne hai


raccolti? (Invece che dopo un minuto si schioccheranno le
dita dopo quaranta secondi. Se esiste distorsione

temporale il soggetto dir di aver raccolto lo stesso numero


di frutti che prima in sessanta secondi e spesso anche di
pi e si potr avere quindi la prova del cosiddetto aumento
del tempo sperimentale.)

(16) Ma uno di questi frutti potresti anche mangiartelo...


Ecco, quello che lass in cima a quel ramo; guarda come
bello grosso e maturo... Stendi il braccio, forza... non ci
arrivi ancora .... stendilo con tutta la tua energia... Ma che
succede? ... I tuoi muscoli sono diventati duri, rigidi come il
ferro, nello sforzo di distenderli e adesso non si allentano
pi; bisogner che io te li massaggi perch possano
ritornare normali; altrimenti il tuo braccio rimarr rigido,
come per un crampo muscolare.
Prova a piegarlo... Vedi, che non ci riesci e pi ti sforzi
peggio ... suggestione Per l'apparato muscolare.

(17a) Ma io adesso comincer a svegliarti dal tuo torpore e


vedrai che il tuo braccio comincer a stare molto meglio;
rimarr per sempre rigido finch non lo massagger ...

Si risveglia gradatamente il paziente contando da uno sino


a dieci e gli si fa costatare in ipnosi vigile la permanenza
della contrattura del braccio, perch egli possa rendersi
conto dell'ipnosi raggiunta, qualora le suggestioni
precedentemente realizzate fossero state vissute in uno
stato di coscienza crepuscolare senza amnesia.

(17b) In questo caso, sciolta prima la contrattura del


braccio col massaggio, gli si chieder successivamente per
quanto tempo egli ritiene di aver visualizzato il film e si

potr spesso costatare che egli riferir di averlo visto per


cinque minuti circa, invece del minuto effettivamente
trascorso. Questa alterazione del tempo sperimentale
avviene spontaneamente, senza alcuna suggestione
specifica in merito e costituisce un'altra prova della
raggiunta distorsione temporale ipnotica.

(18a, b) Si potr quindi reimmergere ancora il paziente in


trance e suggerire l'illusione visiva di una scena
terapeutica o di un sogno adatti per decondizionare
progressivamente il soggetto dai suoi disturbi specifici e
ricondizionarlo.

(19) Si chiuder la seduta con adeguati comandi


postipnotici e con la deipnotizzazione definitiva.

Maggiori delucidazioni su (18) e (19) saranno date nel


capitolo 14 quando ci intratterremo particolarmente sulle
tecniche ipnositerapiche.

Dopo qualche seduta (di solito dopo sei, secondo i soggetti)


noi alleniamo i pazienti a raggiungere una autoipnosi,
durante la quale debbono vivere particolari scene
terapetitiche condizionanti e decondizionanti.

Ci nell'intento di rendere pi celere il trattamento e pi


intensa la ipnositerapia. Al soggetto allora cosi parliarno
(colonna VII della cartella di ipnositerapia):

Colonna VII, quadro III (Autoipnosi)

Lei sino adesso ha praticato per conto suo a casa degli


esercizi di training autogeno durante i quali, attraverso il
vissuto corporeo del rilassamento fisico, della pesantezza
degli arti rilasciati, della respirazione regolata ritmica e
tranquilla, del calore alle membra e del fresco alla fronte ha
imparato a combattere l'ansia e gli stress della vita
quotidiana.

Inoltre ha praticato, ogni volta che ce n' stata l'occasione,


esercizi di autorilassamento rapido condizionato,

come le abbiamo spiegato alla terza seduta (colonna III, I);


oggi le insegner un nuovo esercizio durante il quale lei
potr raggiungere una autentica ipnosi, quasi come con
me.

Durante questa, una volta che lei avr raggiunto un


profondo rilassamento e quello stato di coscienza
crepuscolare che ormai conosce, dovr visualizzare delle
scene la cui immaginazione o esecuzione nella vita
quotidiana le riesce penosa.

Lei non abbia paura di sprofondare con l'autoipnosi in un


sonno da cui poi nessuno possa svegliarla, perch
nell'autoipnosi avviene un calcolo inconscio del tempo,
come a volte durante il sonno normale; sicch se prima di

rilassarsi lei dir a se stesso di svegliarsi dopo un


determinato periodo di tempo, trascorso questo tempo, lei
si sveglier da solo.

Non so se le mai successo di doversi alzare al mattino


presto per una partenza e di puntare la sveglia; e, allo
scadere dell'ora stabilita o qualche minuto prima, lei si sia
svegliato da solo come se, caricando la sveglia, lei avesse
contemporaneamente caricato nel suo cervello un
particolare meccanismo che ha calcolato il tempo mentre
lei dormiva e l'ha svegliato al momento giusto. Bene, una
condizione analoga entra in funzione anche nell'autoipnosi.

Non abbia infine paura di essere in balia di qualunque


agente esterno, quando lei fosse in ipnosi; perch se lei si
addormenter pensando di svegliarsi se dovesse sentire
qualche rumore sospetto per un periodo o per
un'emergenza per lei, questo avverr. Non so se lei sa che
cosa sia il sonno della balia, o quello del telefonista di
guardia nelle trincee. t una specie di sonno condizionato
per cui entrambi riescono a dormire profondamente con
rumori molto forti, mentre si svegliano immediatamente, la
balia per il vagito del bimbo nella culla, e per lo squillare
del telefono il soldato, che invece riesce a dormire
nonostante i bombardamenti.

Bene, questa specie di sonno condizionato che si osserva


fisiologicamente, interviene anche durante l'autoipnosi, per
cui lei non si ridester dal sonno ipnotico anche se la
chiameranno, mentre si ridester se udr invece un piccolo
scalpiccio sospetto.

Partendo da questa impostazione mentale di tutta


tranquillit per l'esercizio che sta per compiere, lei mette in
atto l'autocondizionamento rapido che gi conosce
avvicinando il pollice e l'indice della mano sinistra e
contemporaneamente fissando un punto dei soffitto in
modo da obliquare lo sguardo verso l'alto e cosi stancare
prima gli occhi (a). Quando questi cominceranno a
stancarsi, lei assecondi tale stanchezza e appena le
palpebre cominceranno a sbattere e a diventare pesanti le
chiuda e si rilassi... Q, y). Accade cio quello che avviene
quando io col mio pollice le tocco il dorso della mano destra
(si associ l'eterocondizionamento 9b), soltanto che quando
far l'esercizio dell'autoipnosi io non ci sar e lei far tutto
da solo.
Chiuse le palpebre, lei deve vedersi come in uno specchio,
gli occhi chiusi (~), i muscoli del volto distesi, ogni ruga
appianata dal rilassamento muscolare; e, dalla faccia alle
estremit, lei deve rilassare il suo corpo, segmento per
segmento, come io le ho insegnato gi altre volte (F). Si
pu intensificare l'effetto con qualche passo.

Dal rilassamento muscolare sorge in lei una tranquillit


emotiva (Q per cui fugata ogni ansia e si sente dei tutto
sereno...

A questo punto lei visualizzi un grande orologio come


quello di una stazione ferroviaria o dei campanile di una
grande piazza, in cui le lancette luminose indichino l'ora del
suo risveglio, ad esempio le 6 e un quarto... le 6 e un
quarto... Le fissi bene e dica a se stesso come se parlasse a
un'altra persona: " ... tu ti sveglierai alle 6 e un quarto
precise, non prima, n dopo; a meno che non avvenga
qualche cosa che possa costituire un pericolo o una
emergenza!" Il tempo in cui devi riposare quindi di

mezz'ora, essendo adesso le 5 e tre quarti (7). Ti sveglierai


non bruscamente ma dolcemente e gradatamente,
contando da uno a dieci.

Fai una prova per costatare che ci pu avvenire anche


adesso. Convergi tutti e due gli occhi verso la radice del
naso come per leggere il numero uno che fosse scritto alla
base dei naso stesso e contemporaneamente cerca di
aprire gli occhi; vedrai che non ci riuscirai. Ripeti lo sforzo
per il numero due, poi per il tre, il 4, il 5, il 6, il 7, l'8, il 9 (si
segnino sulla glabella del paziente con il proprio indice
questi numeri) e vedi che non riesci ad aprire gli occhi
finch non arrivi al numero dieci (0). Arrivati a dieci smetti
di guardare il numero e gli occhi si aprono, ma siccome non
sono le 6 e un quarto essi tornano a chiudersi per non
riaprirsi pi che all'ora da te stabilita (t).
Bene, adesso che hai visto che tutto funziona regolarmente
abbandonati alla immagine rilassante che gi conosci e con
la quale sei gi riuscito a rilassarti altre volte (9a); co~1
approfondirai la tua serenit, la concentrazione in te
stesso, l'isolamento dall'ambiente esterno e potrai
acquistare una predominanza sul tuo corpo come non mai
W.

Ad esempio (1) potrai sentire che il tuo braccio diventa


leggero come un sughero che galleggi nell'acqua, sempre
pi leggero tanto che si solleva (4) e la tua mano sinistra
va a posarsi sulla fronte come un ferro sulla calamita e qui
sosta (5) come nel suo posto pi naturale, mentre il braccio
destro gira, di un movimento automatico rotatorio (6) come
una ruota in folle, e la tua bocca, i tuoi denti diventano
insensibili (8) (si suggerisce l'analgesia o no e in zone
diverse, qualora questo sia necessario nell'immanenza di
un'estrazione dentaria, di un intervento chirurgico, di un

parto ecc ... ) Bene, ma adesso che tu ti sei da solo


profondamente disteso, il tuo braccio destro pu cessare di
girare e appena esso si fermer tu ti vedrai parlare
speditamente con i tuoi superiori (per un balbuziente);
attraversare una piazza (per un agorafobico).

(Si suggerir una scena terapeutica adatta per la malattia


di ciascun paziente).

(~L) Questa scena tu la rivivrai tutte le sere prima di


addormentarti, in quello stato di coscienza crepuscolare
che precede il sonno; avvicinando il pollice e l'indice della
mano sinistra (19, comando postipnotico). E potrai riviverla
ogni volta che sar necessario anche nel corso della
giornata, usufruendo dell'autorilassamento rapido
condizionato per affrontare con serenit una emergenza
che con la tua sola volont non riusciresti a superare.

(v) Perch sai che l'autorilassamento rapido consta di due


fasi: a) quella leggera (ipnoidale) che si ottiene avvicinando
il pollice e l'indice della mano sinistra, accomodando lo
sguardo all'infinito, respirando lento e lungo ecc., e b)
quella pi profonda per cui gli occhi stanchi si chiudono e
tu ti concentri meglio in te stesso estraniandoti
dall'ambiente che ti circonda in modo da poter meglio
visualizzare quelle scene terapeutiche che noi ti abbiamo
suggerito e che sono adatte al tuo caso.

Adesso tu conterai fino a dieci e ti sveglierai da solo,


tranquillo e calmo, avendo acquistato maggiore fiducia
nelle tue possibilit.

Risvegliato, faremo la prova dell'autocondizionamento, che


tu eseguirai poi per tuo conto a casa tua, secondo le
istruzioni ricevute.

La tecnica dell'autoipnosi con l'aiuto eterosuggestivo che


abbiamo descritto molto rapida e pu portare, anche per
virt dei comandi postipnotici impartiti, a una trance
gradatamente sempre pi autogena; molto pi
velocemente, secondo la nostra esperienza, che non quelle
tecniche che condizionano dapprima il soggetto a simboli
numerici o a determinate immagini mentali, le quali solo
dopo lungo tempo acquistano la capacit di richiamare
istantaneamente una particolare condizione psicofisica. 1
procedimenti per lo sviluppo dell'autoipnosi con questi
metodi devono difatti essere praticati per 15 minuti al cri
(Sparks) come attivit indipendente, fino a che le
suggestioni neutre non evochino rapidamente le risposte
condizionate; in modo che, mentre le attivit coscienti
diminuiscono per l'approfondirsi della trance, il simbolo
diventi lo stimolo evocante per via riflessa la risposta
prestabilita (cap. 4 5 17). Solo allora l'autoipnosi cosi
raggiunta potr essere applicata con qualche successo per
scopi specifici (Sparks).

Autoipnosi e meditazione trascendentale

Anche la concentrazione attiva e prolungata su una parola


senza significato noi abbiamo notato che pu portare
a stati ipnoidali autoindotti. Con questo metodo si istruisce
e si allena il soggetto a ripetere, sentire e visualizzare la
scrittura di una parola senza significato, ad esempio, ohm

per un tempo progressivo fino a un quarto d'ora,


sincronizzando le ripetizioni col ritmo del suo usuale
respiro.

Qualora nelle prime sedute le ripetizioni venissero


disturbate dall'inserimento di pensieri dominanti parassiti,
il soggetto deve iniziare nuovamente l'esercizio dal
principio; la sua ripetizione finisce col suscitare uno stato
autoipnotico.

Questa tecnica, che ricorda quella della Meditazione


trascendentale, deriva dallo yoga Bachti in cui, attenendosi
al metodo Mantra dell'autosuggestione e della ripetizione
della parola sacra ohm per centotto volte, il soggetto
finisce col cadere in autoipnosi. Durante l'esercizio la parola
viene ripetuta come la preghiera di un rosario, sicch la
persona resta sempre occupata dal suo mondo mantrico.

Con la tecnica della meditazione trascendentale, introdotta


per la prima volta negli Stati Uniti dal maestro indiano
Maharishi Mahesh Yogi, si cercato di adattare alla
mentalit occidentale un sistema orientale, che mira a
controllare lo stress modificando lo stato di coscienza.

La meditazione trascendentale ha radici nell'induismo, ma


non una religione, n una filosofia. Ogni mantra, che
una parola-suono, viene assegnata dal Maestro al
discepolo, tenendo conto della sua personalit. Esso e
personale e segreto e la sua ripetizione suscita la riduzione
dell'attivit mentale con modificazione dello stato di
coscienza.

Dopo quanto stato descritto nel paragrafo I


sull'autoipnosi e sui training autogeni (A, B), sulle tecniche
sofrologiche (C) e di meditazioni trascendentali (D); nel
paragrafo 18 sul biofeedback, nel 19 sulle tecniche
mascherate, nel 20 sulle tecniche indirette, desideriamo
riferire un'altra tecnica personale di autoipnosi terapeutica,
avente a fondamento i concetti sin qui esposti.

Autoipnosi terapeutica facilitata da suggestioni eteroindotte

1) Si inizia l'approccio invitando il soggetto a raccontare:

A) un episodio felice della sua vita;

B) cosa gli interesserebbe di pi e gli darebbe maggior


piacere durante una passeggiata in campagna.

Si apprenderanno con questi preliminari quali sono le


principali vie esperenziali e di comunicazione

con il mondo esterno (visive, uditive, olfattive,


cenestesiche) dei soggetto. Su esse il terapeuta dovr
basarsi in un primo tempo per formulare suggestioni
facilitanti l'autoipnosi, adoperando una comunicazione che
sia sempre sintonica con le predette possibilit sensoriali.

In un secondo tempo, il terapeuta si giover di questa


conoscenza per aiutare il soggetto a scoprire tutta quella
parte del mondo che egli usualmente scotomizza; in modo
da sfruttare risorse sopite e, a volte, terapeuticamente utili
per risolvere alcuni suoi problemi.

2) Dopo questo colloquio preliminare, il paziente deve


cercare di procurarsi un distacco dallo spazio circostante e
dall'ambiente esterno, chiudendo gli occhi e
concentrandosi sul proprio corpo.

3) La concentrazione sempre pi intensa sul proprio corpo,


anche con la metodica del training autogeno di Schultz,
attivante sensazioni di rilassamento, pesantezza,
benessere, aumenter la deafferentazione sensoriale con
distacco dall'ambiente esterno. Facilita ci l'osservazione
del proprio respiro, ritmico, regolare, tranquillo.

4) Dal rilassamento fisico si passa poi a quello mentale;


invitando il soggetto a lasciarsi andare come ad un sognar
da svegli, ricordando situazioni gradevoli ben conosciute e
seguendo immagini desunte dall'esperienza, non dal
pensiero critico e razionale. Egli segnaler al terapeuta di
aver raggiunto tale condizione mentale alzando l'indice
della mano destra; e, in caso negativo, l'operatore potr
fare delle brevi domande in merito, con risposte digitali, a
si e no, da parte dei paziente, in modo da scoprire la causa
inconscia della sua resistenza e sbloccarla con eventuali
suggestioni e consigli. Pu accadere che un paziente non
risponda all'invito di ricordare un episodio felice della sua
vita, non avendolo secondo lui mai vissuto; allora si
suggerir di immaginarlo, insistendo finch si avr una
risposta positiva col movimento dell'indice della mano

destra.

5) Le suggestioni devono tendere, in un primo tempo, ad


approfondire la realt interiore, con un distacco sempre
maggiore dall'ambiente e dalla realt critica cosciente.

6) fl soggetto che si dissocia dall'ambiente circostante,


essendo preso totalmente da una realt interiore, entra in
uno stato d trance, che giudichiamo ipnotica quando le
immagini autoindotte sono di una pregnanza tale da
modificare la reattivit personale, organica o psichica;
esistendo un grado maggiore o minore di consapevolezza e
di memorizzazione diversi, secondo i vari soggetti e
oscillante secondo i momenti, nella stessa persona. Per
verificare ci, si suggeriranno fenomeni di monoideismo
plastico somatico, quali la pesantezza all'arto superiore
destro e la contemporanea levitazione all'arto superiore
sinistro, la catalessi, l'inibizione motoria, l'analgesia, ecc.; o
di esaltazioni cognitive, artistiche, creative, paranormali,
che si potranno evidenziare in soggetti gi
costituzionalmente dotati.

7) S'inculcheranno, a questo punto, le vere suggestioni


terapeutiche egosintoniche e rispettanti i valori etici,
culturali, profondi del soggetto; perch solo queste
specifiche ed appropriate potranno mantenere la
condizione ipnotica con quelle distorsioni della percezione e
della memoria che le sono proprie; e cos favorire il
depotenziamento di strutture abituali nocive, di idee
negative, con la facilitazione di processi inconsci
terapeutici. Come tutti gli ipnoterapisti hanno constatato
(Erickson, Rossi, Haley, Bowers, Araoz, Zeig, ecc.), le
suggestioni ipnotiche etero o autoindotte possono attivare

risorse interne, gi possedute dal paziente in modo


embrionale e bloccate da suggestioni e condizionamenti
negativi.

8) Si chiarir al paziente che tutto potr riprodursi ancora


in lui, con suo notevole vantaggio, mediante un prestabilito
segnale di condizionamento (=comando post-ipnotico).
Avvicinamento ad esempio del pollice e dell'indice della
mano sinistra.

L'autoipnosi positiva potr diventare naturale nel soggetto


alienato come il sogno ad occhi aperti, e con le immagini
costruitesi, vedendosi comportare e interagire in modo
soddisfacente, egli acquister maggiore forza interiore e
padronanza di s.

9) Si affida, infine, al paziente medesimo il suo ritorno allo


stato di coscienza usuale, dicendogli che questo avverr
non appena il suo inconscio avr terminato il lavoro
creativo e ricostruttivo di alcuni lati della sua personalit.

10) Risveglio con ripristino anche del tono muscolare


normale e prova del condizionamento.

Chiarimenti sull'uso delle diverse tecniche

Concludiamo questa rassegna di tecniche induttive e di


approfondimento ricordando come noi siamo sempre del

parere che ogni tecnica valida nel

le mani dell'ipnotista che se l' creata e l'adopera con


fiducia; e ripetiamo che ogni ipnotista deve crearsi le sue
tecniche e il suo modo d'approccio che meglio si attagli alla
sua personalit.

Quelle da noi descritte non possono costituire che una


indicazione per il principiante e un utile compendio di
premesse psicologiche e neurofisiologiche che debbono
generalmente informare qualunque induzione eseguita a
scopo terapeutico.

Esse furono da noi pubblicate solo nella seconda edizione


del presente trattato perch richiesteci da vari colleghi
ipnologi e dagli allievi; ben sapendo peraltro che la
conoscenza particolareggiata di esse da parte dei pazienti
pu risultare negativa per l'induzione in molti di essi,
specie di coloro che vanno alla ricerca dell'ignoto
terapeutico o dell'ipnosi possessiva e magica. A costoro
bisogner ancora pi diffusamente spiegare, una volta che
abbiano letto quanto stato descritto, che levitazione,
catalessi, analgesia ecc. debbono realizzarsi solo in quanto
fenomeni di ideoplasia immaginativa, e se loro vivranno
intensamente le immagini suggerite queste potranno
realizzarsi, a volte anche senza la presenza dell'ipnotista; e
altrimenti, no. Quando le suggestioni non si realizzano
perch il paziente non stato in grado di immaginare con
sufficiente vivezza le varie situazioni suggerite; e, in caso
favorevole, si dovr spiegare che esse si sono verificate per
lo sviluppo di particolari suggerimenti mentali voluti dal
soggetto e non perch egli sia stato succubo di forze
esterne.

Con queste ulteriori spiegazioni sono riuscito a indurre


ipnosi catalettiche e analgesiche, anche in colleghi che
pure erano edotti della metodica che avrei adoperato su
loro, come anche in fobici che si presentavano alla prima
seduta dicendomi so che lei adesso mi bucher la mano
con un ago, ma io non voglio assolutamente ci e per la
preoccupazione che io li potessi bucare, nonostante le
assicurazioni contrarie in merito, rimanevano ben vigili,
pronti a reagire, invece di abbandonarsi!

Per questi inconvenienti pratici, sar bene che ogni tecnica


induttiva non sia eccessivamente divulgata, potendo essa
con la sua conoscenza perdere di efficacia (quasi come
alcuni test psicologici una volta che se ne conosca la
soluzione) o costringere l'ipnotista a impegnarsi
maggiormente in una induzione che altrimenti avrebbe
potuto correre pi rapida e sicura.

A parte il pericolo rappresentato dall'uso indiscriminato e


arbitrario di tecniche ipnotiche esegui
te da non competenti. Per questo, del training autogeno, in
Germania, esiste in vendita un solo disco, autorizzato da
Schultz, e che non pu essere consegnato senza regolare
ricetta medica, come per gli stupefacenti.

Desidero chiudere questo capitolo delle tecniche e sulla


metodica standard da me adoperata, ricordando che alcuni
autori preferiscono oggi usare metodi con procedimenti
misti di ginnastica respiratoria e muscolare, rilassamento e
formule suggestive etichettati sotto i pi diversi nomi come
sofronizzazione, training, rilassamento psicosomatico ecc. e

che rifuggono da ogni rituale ipnotico quale ad esempio la


ricerca della levitazione, della catalessi, dell'analgesia,
dell'amnesia ecc.

1 motivi addotti dai fautori di questi metodi sono di solito i


seguenti: primo, quello di non traumatizzare il paziente che
si vede diventare catalettico e amnesico; secondo, il timore
pi o meno confessato che, non avverandosi il fenomeno
suggerito, il terapeuta possa trovarsi declassato agli occhi
del proprio paziente; terzo, che queste manifestazioni
sarebbero rituali da vecchia ipnosi da palcoscenico; quarto,
che le sole sedute di rilassamento provocherebbero
automaticamente, con la loro ripetizione, un
approfondimento della trance, sicch si potrebbero
raggiungere stati psicosomatici utili per l'analisi e per la
terapia senza traumatizzare il paziente, n rischiare la
propria reputazione. Altri motivi vi sono ancora che
abbiamo esposto parlando dell'autogenia e dell'autoipnosi
(cap. 4 S 17).

Siccome questi concetti vengono ripetuti soprattutto da chi


non conosce bene cosa sia l'ipnosi e l'ipnositerapia in
particolare, ricorder in merito alle prime due osservazioni
che nessun ipnotista esperto traumatizza il proprio
paziente se adopera la tecnica a lui adatta, n perde il
proprio prestigio se ha saputo stabilire un adeguato
rapporto con il suo soggetto. In merito alle ultime due
osservazioni ricorder che il rituale permette di stabilire in
modo preciso le disponibilit costituzionali del soggetto
all'ipnosi, di riconoscere la profondit della trance e del
rapporto ipnotico con questo; dati indispensabili per
un'ipnositerapia oculata e non superficiale.

Il contenere il rituale nei limiti dell'osservazione clinica e


non in quello da palcoscenico sta all'esperienza e al tatto
dell'ipnotista; a parte che nella pratica terapeutica spesso
lo stesso soggetto a chiedere all'operatore una prova
convincente del raggiunto stato ipnotico; prova che il
semplice rilassamento non d.

Per quanto riguarda infine l'efficacia terapeutica dei metodi


su accennati, nelle gravi malattie psicosomatiche, nelle
psiconevrosi inveterate fobiche e ossessive, nelle
deviazioni sessuali, negli alcolisti e nei tossicomani, nei
procedimenti d'urgenza per indurre analgesia, o risolvere
rapidamente ritorni isterici (ove occorra), il rapporto fra i
due metodi di cura secondo la nostra personale esperienza
a favore dell'ipnosi attuata con i metodi da me
sintetizzati, secondo un rapporto che va da uno a dieci.
L'argomento sar ripreso nella parte quarta, destinata
all'ipnositerapia.

In conclusione, l'ipnosi pu essere ottenuta con una variet


quasi infinita di mezzi, i quali, anche se molto diversi uno
dall'altro, hanno in comune meccanismi neurofisiologici e
dinamismi psicologici tendenti tutti a una destabilizzazione
degli stati di coscienza e psicosomatici.

Tecniche verbali e non verbali, tecniche in cui si chiede al


paziente di immaginare attivamente particolari situazioni e
tecniche passive, tecniche che si appoggiano
all'introspezione filosofica o umanistica, tecniche che
creano fenomeni di rilassamento o di dissociazione, con
stimoli visivi, tattili, sonori, elettrici ecc., tecniche che
sollecitano risposte ataviche e riflessi posturali possono
tutte indifferentemente creare stati ipnotici, o sofrologici,

che la stessa cosa per quanto riguarda lo stato di


coscienza e l'indirizzo terapeutico ideoplastico.

Ogni paziente dovr essere trattato con metodi diversi


tenendo conto sia della sua specifica personalit e delle
sue momentanee necessit consce o inconsce, sia della
particolare forma morbosa da curare, sia di quello che si
vuole ottenere, che pu variare dalla analgesia chirurgica
estemporanea alla cura di una psiconevrosi o di una
tossicomania.

La rapida decisione del metodo viene suggerita dalla


esperienza e dall'esercizio quotidiano dell'ipnosi, spesso al
di sopra di ogni regola, basandosi su quel rapporto trans
laterale terapeutico, continuamente mutevole di seduta in
seduta, che si intuisce in modo pi artistico che scientifico.

Ogni psicoterapeuta infine costituzionalmente versato


per una determinata forma di psicoterapia, riferendoci per
il costituzionalmente non solo agli attributi mentali, ma
anche a quelli somatici che riguardano la statura, il timbro
della voce, l'aspetto, il comportamento somato-psichico.

t un errore voler fare di uno psicoanalista di vaglia un


ipnotista o viceversa, e costringere a usare l'ipnosi chi
abituato a curare i suoi pazienti coi
training di Schultz o con vari tipi di rilassamento pi o
meno dinamici. Come non onesto screditare la validit
generica dei diversi metodi di cura unicamente perch non
si capaci di applicarli e questi non si attagliano alla nostra
personalit e cultura.

Abbiamo constatato con piacere che Autori recenti in


merito alle diverse tecniche, valorizzino il denominatore
comune della destabilizzazione dello stato di coscienza,
come io propongo da vari anni* in quanto le varie scuole,
con metodiche differenti approdano tutte a una ideoplasia
che, secondo noi, costituisce l'essenza dell'ipnosi, dalla
vigile alla sonnambolica.

Anche Michele Cusano (1987), soffermandosi sulle diverse


terapie distensive ed ipnotiche, ritiene opportuno riunirle
tutte, dato il comune indirizzo terapeutico ideoplastico.

Chiuderemo questo lungo capitolo delle tecniche induttive


con una importante raccomandazione suggerita dalla
esperienza personale e che riguarda la comunicazione e la
metacomunicazione in ipnosi.

4. La comunicazione

e la metacomunicazione in ipnosi

E' indispensabile nel rapporto ipnotico, sia durante l'atto


induttivo, sia durante lo stato di trance ' stare attenti ai
messaggi che intercorrono fra l'ipnotista e il soggetto,
spesso non pronunciati ma metacomunicati attraverso la
gestualit espressiva, la ritmica, gli atteggiamenti corporei,
che possono rilevare, con fenomeni autoplastici, pensieri e
sentimenti. Questi atteggiamenti riguardano in diverso

grado corpo, membra, volto, sguardo, organi respiratori e


vocali, con manifestazioni simili in numerose culture e
civilt, quali espressioni arcaiche ed ancestrali.

La gestione degli spazi comunicativi (comunicazione


prossemica), con la quale l'operatore si avvicina o si
allontana dal paziente, pu avere un significato gratificante
o meno; determinare tensione o rilassamento; suscitare
reazioni inconsce con destabilizzazione dello stato di
coscienza, facilitante l'ipnosi. Eventuali toccamenti e passi
possono rendere pi rapido e pregnante il messaggio
comunicativo. Anche il semplice sguardo, senza parole pu

* (Granone: IPnosi e Sofrologia (1970); Trattato di ipnost


. - Solfrologia Il Edizione (1972); Autoipnosi e Training
Autogeno (1981); ecc.).

essere denso di comunicazione. E' risaputo, infatti, come


possa bastare un atteggiamento dello sguardo per
scambiarsi sentimenti di amore, di odio, di comprensione.
Si parla di linguaggio e metalinguaggio, come d
comunicazione e metacomunicazione; termini pi estensivi
con i quali si denotano tutti i procedimenti con cui una
mente pu influenzarne un'altra e stabilire una relazione.
Secondo le tecniche della paralinguistica, si pu
metacomunicare col silenzio, quando ad esempio si aspetta
una risposta (chi tace, conferma); con calcolate pause che
possono cambiare completamente il senso del discorso,
come quella famosa della sibilla Cumana: Ibis, Redibis non
morieris in bello, dove una breve pausa, prima o dopo il
non, pu significare che la persona ritorner perch non
morir in guerra, o all'opposto: ritorner no, perch morir
in guerra.

Il tono della voce pu suscitare significati completamente


diversi, per cui un s pu voler dire no e viceversa.
Sarebbero stati scoperti venti significati diversi della parola
no, secondo le modalit con cui si pronuncia. A volte anche
la semplice emissione di suoni vocali o strumentali, privi di
contenuto logico possono facilitare l'induzione di ipnosi,
come nella tecnica di Meares (cap. 4 S 14). Se si estende il
concetto di comunicazione a qualsiasi comportamento che
accada in presenza di un'altra persona (Watzlawick) si
giunge ad affermare l'inevitabilit della comunicazione
stessa. E in questa inevitabilit e nella delicatezza del
rapporto ipnotico bisogna tenere conto di due fattori
fondamentali.

E primo che nello stile oggettivo della comunicazione


trasmessa c' una continua irruzione del soggettivo, ed
ogni informazione data viene dal ricevente riferita (in modo
pi o meno conscio) a dati mnemonici, trattenuti nella sua
memoria a lungo termine e interpretati alla luce di
pregresse esperienze, personali. Cos il significato di una
frase non sempre uguale per le due persone che
stabiliscono una relazione, e la comunicazione pu alterarsi
durante il passaggio dal trasmittente al percipiente; in
quanto che l'influenza del vissuto di ognuno
determinante nell'interpretazione e nel valore da dare alla
comunicazione stessa. Ad esempio, ricordo che in un
soggetto a cui, volendo approfondire la trance, avevo
suggerito che si sarebbe sentito rilassato e cullato come fra
le braccia della mamma, ottenni l'effetto opposto, di
svegliare e agitare il paziente, il quale dalla mamma non
era stato mai cullato e nutriva contro di lei sentimenti di
odio e rivalsa.
Il secondo fattore che riteniamo particolarmente degno di
nota, riguarda alcune metacomunicazioni che si suscitano

negli stati di coscienza ipnoidale, che potremo chiamare,


tanto per intenderci, di natura parapsicologica. Esse di fatto
ci riportano ad un modo di percepire le altrui menti e gli
altrui pensieri, usuale nelle generazioni primitive e che
abbiamo perso con la civilizzazione, la razionalizzazione e
l'uso del linguaggio. Ritorner sull'argomento pi
ampiamente nel capitolo 9, al paragrafo 7 f, g; qui citer
soltanto un esempio, abbastanza dimostrativo in merito,
occorsomi di recente in una donna di 30 anni, in stato
sonnambolico, in cui avevo deciso improvvisamente la
prova dell'analgesia mediante cui trafiggo con un ago la
cute del dorso della mano. Questa donna non aveva mai
visto questa tecnica, non gliene avevo mai parlato, n
sapevo io stesso che gliela avrei fatta, avendola decisa al
momento. Spostando lievemente la mia sedia dal suo
lettino, stavo per alzarmi dovendo prendere l'occorrente
per la prova da un'altra stanza, ma mi bloccai subito
perplesso e meravigliato, perch la paziente in catalessi
sonnambolica con gli occhi chiusi mi chiese: Perch vuol
bucarmi e farmi del male? Va da s che rinunciai alla
prova dell'analgesia, cercando di capire come mai la
paziente avesse potuto indovinare le mie intenzioni e
percepirle inoltre come lesive nei suoi confronti. Altre
osservazioni sono riferite nel (cap. 9 5 g). Comunicazioni
telepatiche in corso di sedute psicoanalitiche sono state
riferite da vari Autori (cap. 9 5 j).

Personalmente siamo convinti che siano le condizioni


neurodinamiche di regressione funzionale e di dissoluzione
a tipo jacksoniano, con liberazione e stimolazione di forze
dell'inconscio, a favorire queste manifestazioni
parapsicologiche, che possono insorgere ogni volta che si
instaurano tali condizioni neuropsicofisiologiche. Sia che si
tratti di una relazione fra ipnotizzato e ipnotista o fra
analizzato e analista, sia del sonno, o di una condizione di
medianit, di sensitivit, o dell'estasi mistica.

Ma anche durante l'induzione della trance si deve stare


attenti alla metacomunicazione per suscitarla con
maggiore facilit. Ricorder il caso di un signore che
accompagnava la sua fidanzata per una seduta di ipnosi
alle quali mi preg di poter assistere. Avendo un giorno
visto la sua fidanzata catalettica, sorridendo mi disse che io
non sarei mai riuscito a provocare su d lui quello che
facevo alla sua ragazza e quindi non l'avrei mai messo in
ipnosi. La metacomunicazione che io percepii attraverso il
suo sorriso fu un'altra; si trattava di una sfida difesa che di
fatto nascondeva il timore di rimanere catalettico e decisi
di far subito leva su questo per convincerlo che la
possibilit per l'ipnosi c'era anche per lui. Lo guardai fisso e
gli risposi deciso: Perch no?

Contemporaneamente gli presi con la destra la sua mano


destra, avendo egli il braccio flesso di circa 130 gradi, e gli
passai quindi la mia. mano sinistra sul volto dall'alto al
basso, col gesto che nei miei documenti filmati e nelle mie
esercitazioni ben chiaramente dimostrato. Rimase
immobile e catalettico per diversi minuti con mia stessa
sorpresa, finch io stesso non lo ridestai dallo stato di
torpore ipnotico.

Un altro sistema in questi casi di sfida del soggetto


all'ipnologo quello che invece adopera Erickson. A una
persona che gli dice Lei non riuscir ad ipnotizzarmi, egli
risponde, senza imperio, con una apparente infinita
dolcezza (come mi ha fatto vedere a Parigi nel 1965, dopo
un interessante dibattito in cui egli aveva visionato dei miei
film con tecniche diverse): Va bene, venga qui e stia
sveglio, sempre pi sveglio, e alla persona che vuole
disobbedire all'ordine dell'ipnologo di stare sveglio, non

resta che d'andare in trance.

Se il soggetto lungi dal distendersi su una poltrona e di


rilassarsi, come consigliato dall'ipnotista, si rifiuta e dice
che vuole camminare in su e gi per la stanza, lo si lascia
fare e gli si dice Mi permette di camminare assieme a
lei? Ricevutone il consenso si finisce col rallentare la
marcia sino a fermarsi, mediante una metacomunicazione
che trasforma progressivamente la relazione da simmetrica
competitiva (relazione orizzontale), a complementare
integrativa o rigida superiore, in cui uno d e l'altro riceve
(relazione verticale, up-down).

Nell'esempio accennato, il tipo di relazione pu definirsi


come metacomplementare, avendone il controllo mentre si
d formalmente il potere al soggetto, dicendo magari: Lei
pu fare tutto quello che vuole. La relazione pu essere
infine paradossa come quando si dice Lei deve
disobbedirmi suggerimento che se viene attuato, si risolve
nella obbedienza necessaria.

CAPITOLO 6
PERCENTUALE DEI SOGGETTI IPNOTIZZABILI E
CONDIZIONI CHE INFLUISCONO SULL'INDUZIONE
IPNOTICA
l. Statistiche

Sorge a questo punto una domanda: in quale percentuale


gli uomini sono ipnotizzabili nei gradi dianzi notati?
Precisando ci, si fisserebbero le possibilit delle
applicazioni pratiche dell'ipnosi nel campo medico, a parte,
s'intende, le riserve che un tale metodo di cura implica. A
nostro avviso non esistono per statistiche rigorosamente
scientifiche in merito, perch troppo diverse sono la tecnica
e le possibilit dei vari ipnotizzatori, che le hanno
compilate, e troppo eterogenei i soggetti stessi esaminati.
Secondo Bernheim solo un caso su sette arriva al
sonnambulismo con amnesia successiva (14,28%); secondo
Braid vi arriva solo un caso su 10 (10%) e abbiamo gi visto
come alcuni autori vogliono riservare a quei soli casi in cui
si producono amnesia e sdoppiamento della coscienza la
qualifica di ipnosi: quando mancano queste condizioni si
tratterebbe solo di assopimento e vaneggiamento.
Molti tecnici sostengono che un paziente su dieci non pu
essere ipnotizzato e che, dei nove residui, uno su sei non
pu immergersi in quello stato di totale abbandono
psichico, necessario per effetti medici. Sommando il 10%
dei non ipnotizzabili al 15% dei soggetti con ipnosi
insufficiente, si avrebbe un 25% d'impossibilit per
l'ipnotismo medico. Su riviste specialistiche si pu leggere,
invece, che su cento pazienti solo cinque non cedono
all'ipnosi, cio la met della statistica precedente,
trentacinque sono suscettibili di una trance leggera, utile
per interventi odontoiatrici, altri trentacinque possono
essere immersi in uno stato ipnotico medio e solo sui
rimanenti venticinque possibile raggiungere ipnosi
profonde, utili, ad esempio, per l'anestesia chirurgica.
Mosconi e Pavesi attenendosi anche alla grande
Enciclopedia sovietica scrivono che le persone inaccessibili
all'ipnosi sono un massimo del 5%, con riferimento alla
definizione e ai principi dell'ipnosi secondo Pavlov. Per
Pavesi praticamente non c' soggetto che sia refrattario
all'ipnosi. Ciascuna persona normale ha la potenzialit di
sviluppare trance profonda. Tutto sta nel trovare la via
giusta per poter sfruttare questo potenziale. La via
giusta consisterebbe, per questo autore, essenzialmente

nella maniera con cui si danno le suggestioni, in ogni modo


da non sviare il soggetto con le nostre stesse parole.
Secondo Wolberg, con un ipnotizzatore esperto e un
adeguato allenamento, la percentuale di sonnambulismo
pu arrivare sin al 50%.
Disertori (1956, p. 328) che in un soggetto riusc a causare
sonnambulismo, letargia e ipnosi, in modo tale da fare
esperimenti di notevole interesse, dichiara di non essere
mai pi riuscito in alcun altro paziente a ottenere fenomeni
ipnotici. Sostiene pertanto che per praticare l'ipnosi
occorrono doti personali particolari che non ritiene molto
diffuse, e si chiede quanti siano in Italia i neuropsichiatri
capaci di ottenere un'ipnosi profonda.
Estabrooks (1964) ritiene che solo una persona su 5 (20%)
possa raggiungere l'ipnosi sonnambolica e che nessun
operatore, per quanto abile, possa riuscire a migliorare
questa media.
Sta di fatto che, quando si parla di dati statistici sulla
possibilit di praticare l'ipnotismo, bisogna bene precisare:
a quale grado di ipnosi ci si vuole riferire e cio se a una
trance leggera, media, profonda sonnambolica (cap. 3
3).
chi l'ipnotizzatore, perch spesso con una sulle
imposizioni delle mani tecnica apparentemente uguale
e sugli stessi pazienti, si vedono fallire alcuni
ipnotizzatori e riuscire altri;
con quali casi si compilano le statistiche, perch un
soggetto nevrotico, un etilista, uno sano, uno
psicopatico, danno risposte assai diverse all'ipnotismo;
a prescindere dal fatto che anche molti sani possono
avere
una
emotivit
e
suggestionabilit
profondamente diverse fra di loro e pertanto un assai
diverso grado di ipnotizzabilit secondo l'et, il sesso e
il momento.
2. Condizioni che possono facilitare od ostacolare
l'ipnotismo

(a) La volont dell'operatore e del soggetto


Normalmente, per ipnotizzare una persona, occorre la sua
cooperazione; peraltro risaputo come, anche senza di
questa e ricorrendo ad artifici, si possa indurre ipnosi senza
consenso.
Poich quando si ipnotizza ci si rivolge all'immaginazione,
alla fantasia e alla suggestionabilit dell'individuo e non
alla sua volont, si sa come anche persone di forte volont
possono venire ipnotizzate.
I vecchi ipnotizzatori ritenevano che l'induzione riuscisse
tanto pi facilmente quanto pi forte fosse la volont
dell'operatore, rispetto a quella del soggetto; vi sono
manuali di divulgazione sull'ipnotismo che suggeriscono
degli esercizi per potenziare e proiettare la propria volont.
Noi, con altri Autori, pensiamo che l'atto del volere possa
aggiungere qualche elemento non verbale, di tipo
espressivo, che facilita la suggestione, ma riteniamo pi
giusto dire che una suggestione avr successo nella
proporzione con cui l'ipnotista crede nella sua efficacia e
non in quella proporzione con cui la vuole.
Di fatto, i veri artefici del successo nell'induzione sono
l'atteggiamento mentale dell'operatore (cap. 3 2) e quello
del soggetto con la sua condiscendenza o con le sue
resistenze istintive, pi o meno consce (cap. 3 1).
(b) I passi ed esperienze parafisiologiche sulle imposizioni
delle mani
Una concezione particolare delle possibilit della volont
hanno invece i cultori di parapsicologia, o metapsichisti, i
quali reputano dimostrata la possibilit di percezioni
extrasensoriali e telepatiche, di trasmissioni del pensiero a
distanza, di effetti psicocinetici, per cui l'uomo potrebbe,
con il proprio volere, influire non solo sui propri simili ma
anche sugli oggetti inanimati, tanto da modificare, ad
esempio, il movimento e la caduta dei dadi eseguita con

mezzi meccanici (Rhine e scuola americana di


parapsicologia, da lui guidata).
Peraltro, se vi sono scuole universitarie europee e
americane che hanno, con rigore di verifiche, dimostrato
l'esistenza di fenomeni paranormali, troppo esigui e non
dimostrativi sono per ora gli esperimenti pratici per
spiegare il loro intervento nell'ottenere ipnosi; si ritiene,
pertanto, che la contemporanea presenza di fenomeni
paranormali nell'ipnotismo, oltre a quelli gi noti e
universalmente accettati, sia ancora da dimostrare in sede
scientifica, anche se ipotizzabile su un piano teorico.
Schmitz esclude l'esistenza di forze particolari nella
produzione dei fenomeni ipnotici e riduce il potere
suggestionante semplicemente a una attitudine personale,
come sarebbe quella di studiare matematica o musica.
Tuttavia non si sente di respingere l'eventualit di una
produzione telepatica di rappresentazioni nel soggetto
ipnotizzato. Riconosce per l'estrema rarit di simili fatti
che a lui, nonostante il pi serio impegno, non sono mai
riusciti.
Si gi accennato, trattando dei passi, come molti
metapsichisti ritengano che dalla mano di particolari
soggetti si sprigionino a comando particolari energie,
capaci di impressionare lastre fotografiche, di far
germogliare velocemente i semi delle piante, di fare
cicatrizzare rapidamente le ferite, di divaricare i tessuti
compiendo veri interventi chirurgici su organi vitali
(chirurghi medium filippini) e di suscitare, infine, fenomeni
ipnotici.
In merito all'ipotetica esistenza di radiazioni fitobiologiche
emananti dalle mani si riferisce il risultato di una serie di
ricerche compiute dalla Societ italiana di metapsichica,
del cui gruppo torinese, interessato pur esso nelle ricerche,
chi scrive fu presidente negli anni 1954-55. Tale qualifica gli
permise di interpellare in merito alcuni istituti universitari
di agricoltura e di botanica (vedi il Verbale della seduta
dell'A.I.S.M. torinese del 21 novembre 1954, Metapsichica,
vol. 9, 289 - 1954), nonch di conoscere le ricerche anche
del gruppo vercellese, condotto dai professori Ludovico

Armani, radiologo, e Prospero Mino, internista, entrambi


primari all'Ospedale Maggiore di Vercelli.
Il professor Armani, nel 1948, nell'intento di vedere se era dimostrabile
un'emissione di energia dalle mani, dispose venti semi secchi di
lenticchia (ervum lens) in un piattino di porcellana, su cotone idrofilo, e vi
impose le mani, dieci minuti ogni volta, per cinque giorni. Altre due
persone eseguirono lo stesso trattamento su piattini consimili, un altro di
questi venne irradiato con lampadina elettrica, sviluppante una
temperatura di + 5 'C, e un altro fu tenuto per controllo. Le mani degli
sperimentatori svilupparono rispettivamente + 5 'C, + 4 'C, + 6 'C. Tutti i
piattini vennero poi bagnati ogni giorno con acqua normale, tenuti al
buio, a uguale temperatura. La lunghezza delle piantine, misurata dopo
dieci giorni, dimostr una maggiore crescita nel piattino di chi sviluppava
+ 5 'C, uguale crescita per il piattino della lampadina e per quello della
persona con + 4 'C, minore nel controllo e al di sotto ancora di questo nel
piattino della persona con + 6 'C. Ripetendo decine di volte l'esperimento
con vari soggetti si ebbero risultati positivi, che per non presentavano
differenze, sia che il soggetto pensasse a far maggiormente sviluppare la
crescita o a ritardarla.
Ottenuta la collaborazione di una sessantina di ricercatori, sparsi in tutta
Italia, ai quali furono mandati i semi di uno stesso raccolto, i risultati
furono fortemente positivi, in quanto che quelli trattati si svilupparono
pi dei semi di verifica.
Ricercando se la temperatura emessa dalle mani avesse una particolare
azione, non se ne ebbe la prova. Allora si vollero intensificare le
precauzioni sperimentali. Il professor Mino e il professor Armani
impiegarono, al posto dell'acqua potabile, quella distillata di fresco,
bacinelle di vetro sterilizzate, stoffa sterilizzata (invece dei cotone
idrofilo), termostato stabile a + 15 'C; i semi furono manipolati con pinze
sterili e disposti a un centimetro uno dall'altro; le misure vennero prese
da tre persone che si verificavano reciprocamente. I dati raccolti in oltre
due anni di ricerche furono studiati con rigoroso metodo statistico. Il
risultato fu che effettivamente una piccolissima differenza in pi c'era nei
semi trattati, in confronto di quelli per verifica, ma che il numero degli
esperimenti (circa tredicimila) era troppo esiguo per essere decisamente
probativo. Le ricerche dovevano essere estese a qualche centinaio di
migliaia di casi (Armani).
I semi trattati da una cosiddetta guaritrice (temperatura sviluppata + 10
'C) non germogliarono pi di quelli usati per il confronto.
Sin qui gli studi e le ricerche seguiti da chi scrive. Il professor Cazzamalli,
presidente dell'Associazione italiana di metapsichica, cos scriveva in
merito alle radiazioni umane fitobiologiche: In recentissimi esperimenti
a distanza, senza l'imposizione delle mani, ma concentrando
ripetutamente il pensiero su semi di lenticchie, predisposte in bacinelle, a
distanza prima di metri, poi di chilometri [!], il Centro di metabiologia di
Torino, aderente all'Associazione italiana della Societ di metapsichica,

avrebbe rivelato alcuni risultati positivi, che, se verranno confermati,


sposteranno la questione da un influenzamento supposto come
emanante dalle mani dei soggetti operatori a un influenzamento ad
opera del cervello degli stessi.

Lasciamo agli autori la responsabilit delle loro asserzioni


fantascientifiche;
si
precisa
che
si
sono
voluti
semplicemente riferire tali esperimenti perch le radiazioni
umane, che rendono possibili fenomeni di telepatia, di
trasmissione di pensiero, di ipnotismo o di fitobiologia,
sarebbero per alcuni metapsichisti molto simili fra loro e gli
studi, tendenti a rivelarle in qualunque modo, potrebbero
riuscire indirettamente utili anche per l'ipnotismo.
Queste ricerche ogni tanto riaffiorano sotto aspetti diversi e
tutte, in vario modo, tendono ad accertare l'esistenza
nell'uomo
di
particolari,
eccezionali
possibilit
parafisiologiche. Di recente sono stati compiuti altri
esperimenti che, secondo Grad, Cadoret e Paul,
sembrerebbero provare l'esistenza di una benefica
influenza delle mani dei guaritori nella cicatrizzazione delle
ferite. Bernard Grad, psichiatra della McGilI University di
Montreal, Remi Cadoret, medico e professore di fisiologia
all'Universit di Manitoba, in Canada, e G. I. Paul,
professore di matematica attuariale e di statistica nella
stessa universit, hanno compiuto in merito esperienze sui
topolini.
Dopo averne selezionati trecento tutti uguali, e praticato in
essi una uguale ferita, ne sottoposero cento a un
trattamento da parte di un guaritore, cento a un
trattamento consimile da parte di persone che non
pretendevano di avere alcun potere curativo extranormale,
e sugli ultimi cento non compirono, infine, alcun intervento.
Questo consisteva nel tenere fra le mani le gabbiette dei
roditori due volte al giorno, per quindici minuti.
Il risultato ottenuto sarebbe stato quello di accertare
un'accelerazione del tempo di guarigione delle ferite dei
topolini trattati dal guaritore, rispetto a quelle degli altri,
pur non risultando chiara la natura dell'influsso esercitato,
battezzato a volte come prana.

(c) Il transfert
Gli psicoanalisti hanno ridotto tutti i complessi e importanti
fenomeni dell'ipnotismo alla questione del transfert. Essi
ritengono che l'ipnotizzabilit non sia una qualit fissa e un
rigido tratto della personalit, data la natura bipersonale
della relazione ipnotica, fondata sul gioco transfert controtransfert. Scrive Romero: Essa per quel dato
soggetto relativa a quel dato operatore, a quel dato
metodo, a quella data situazione Dove un operatore o un
metodo fallirono, possono riuscire un altro operatore o un
altro metodo, o anche lo stesso operatore o lo stesso
metodo in altre circostanze di tempo, di luogo, di stato
d'animo.
Ora, che transfert si produca durante l'induzione ipnotica
certo; ma che questo, da solo, possa produrre ipnosi, tanto
da poter con sicurezza stabilire l'equazione ipnosi =
transfert e solo transfert non lo si ritiene esatto.
Il transfert per chi scrive un fenomeno concomitante nella
complessa fenomenologia ipnotica, ma non tutta l'ipnosi.
(d) Il sesso, l'et, l'intelligenza, le malattie mentali
Si ritiene in genere che il sesso femminile, come pi
fantasioso
e
suggestionabile,
sia
pi
facilmente
ipnotizzabile del sesso maschile che presenta, di solito,
maggior spirito critico ed meno pronto all'elaborazione
delle suggestioni. Estabrooks peraltro non di questa idea
e ritiene che la differenza fra i due sessi, se pure esiste,
minima.
S'intende per suggestione quel processo mentale per cui si
accetta passivamente una idea e se ne attua il contenuto
(cap. 8 2b, c). Essa una componente della personalit
aumentata nei nevrotici, isterici e psicogracili, non molto
pronunciata nei normali, pressoch nulla negli psicotici.
La suscettibilit alla suggestione ipnotica, come risaputo,

alta dai sette fino ai venti anni circa; diminuisce durante


la maturit, per aumentare nella vecchiaia e scemare nella
senilit. In queste condizioni, per la presenza di note
involutive, difficile istituire un valido rapporto obiettivo e
indurre suggestioni stabili nella memoria del paziente.
I bambini, che sono facilmente suggestionabili e affermano
per vere e come viste cose di cui hanno solo sentito
parlare, si ipnotizzano con facilit. I ragazzi fra i sette e i
dodici anni sono ottimi soggetti e la proporzione di ipnosi
profonde di questa et di 4 su 5, in confronto alla
percentuale di 1 su 5 negli adulti (Estabrooks). E' bene
tuttavia, secondo chi scrive, non adoperare in essi con
frequenza l'ipnosi, perch lo stato dissociativo dell'ipnosi
profonda non giova alla psiche in evoluzione.
Non si ritiene, come alcuni affermano, che la possibilit di
essere ipnotizzati sia maggiore negli individui d pi alta
intelligenza che in quelli di bassa intelligenza (Pavesi). Si
pensa invece che essa maggiore negli individui che
hanno, dell'intelligenza, sviluppate le qualit immaginative
e fantastiche, intuitive e artistiche; minore in quelli che
dell'intelligenza hanno invece sviluppate le qualit critiche
e di giudizio, le tecniche e le positive. Maggiore quindi l
dove esiste una prevalenza funzionale dell'emisfero
cerebrale destro sul sinistro Sono buoni soggetti anche
quelli che facilmente si adattano alle esigenze della societ
e alla sua realt.
Le persone che parlano durante il sonno e i sonnambuli
sarebbero degli ottimi soggetti e raggiungerebbero quasi
sempre una trance molto profonda (Pavesi).
In linea generale, secondo l'esperienza di chi scrive,
sfuggono all'ipnotismo i mentali gravi che, racchiusi nei
loro deliri, non permettono di stabilire quel rapporto
obiettivo e d suggestionabilit necessario a tale mezzo di
cura e d'indagine (casi 5, 6, 7, 37, cap. 18).
Gli stessi isterici, quando raggiungono la gravit delle
psicosi inveterate, sono refrattari all'ipnosi, come anche
Chertok afferma; egli impiega l'ipnotizzabilit come
elemento prognostico, ritenendo un isterico ipnotizzabile

ancora accessibile alla psicoterapia.


Sull'uso dell'ipnosi in psichiatria ritorneremo brevemente
pi avanti (cap. 9 8 e cap. 17).
Sfuggono alle possibilit dell'ipnotismo i senili, gli idioti e
tutti quelli che, come costoro, mancano di capacit di
concentrazione mentale, di fissazione, di elaborazione
psichica e di giudizio. Dacch l'ipnotizzabilit, come la
suggestionabilit, non richiede ottusa credulit e deficienza
intellettiva, ma potenza di immaginazione, ricchezza di vita
emotiva, prontezza di risposte psichiche. Per questo motivo
sono anche difficilmente ipnotizzabili le personalit fredde,
dalla scarsa suggestionabilit, dalla critica sempre desta e
abituate al dominio di s stesse. Tuttavia noi, insieme a vari
autori (Romero e altri), riteniamo la suscettibilit all'ipnosi
come un attributo universale dell'uomo normale, pensando
che i cosiddetti refrattari non siano tali in modo assoluto,
potendo essi cedere ad altri ipnotisti, o ad altre tecniche, in
altri momenti.
(e) Alcool, vitamine e farmaci
L'alcool facilita notevolmente la suggestionabilit ipnotica.
Chi scrive ricorda che, nel 1929, dopo abbondanti libagioni
a una festa delle matricole, caddero in profondo stato
sonnambolico molti compagni d'universit, recatisi a teatro
per assistere allo spettacolo di un ipnotizzatore. Gli stessi
compagni, tornati dopo due sere sul medesimo
palcoscenico, senza aver bevuto, furono per l'ipnotizzatore
dei
soggetti
tutt'altro
che
facili;
alcuni,
che
precedentemente si erano comportati come ridicole
marionette nelle sue mani, stentarono finanche a
raggiungere una lieve trance con la prova del
barcollamento, rinforzata dall'accompagnamento musicale
adatto di un pianoforte. Chi scrive ricorda ancora lo stupore
e il disappunto dell'ipnotista, il quale, sicuro di tenere un
interessante spettacolo teatrale con i soggetti che aveva
gi sperimentato felicemente, dovette invece limitarsi a
poche dimostrazioni non molto divertenti, n interessanti

per la platea.
La prova dell'azione agevolatrice dell'alcool nell'induzione
ipnotica stata poi da me ripetuta, in vari soggetti, con
esito positivo, nella pratica clinica degli anni 1937-38, con
le precauzioni, il procedimento e il rigore dell'esperimento
scientifico. E stata infine costatata centinaia di volte nella
pratica ipnositerapica degli alcolisti presso l'Ospedale di
Vercelli (cap. 17 2a).
Sono state riferite diversit di comportamento di fronte
all'ipnosi dei cardioinsufficienti e dei soggetti con
ipovitaminosi B1, (Mensikov e Malenkovic). Nei primi vi
sarebbe la tendenza a cadere in profondo e prolungato
sonno, perdendo il rapporto con l'ipnotizzatore, e anche nei
secondi si osserverebbe un sonno improvviso, di lunga
durata. La saturazione di vitamina B1, porta invece a una
resistenza all'ipnosi, a una facile reazione a tutti gli stimoli
esterni e a un sonno notturno agitato e inquieto.
L'ipersonnia verrebbe spiegata con un accumulo nel
sangue di prodotti di combustione imperfetta degli idrati di
carbonio; e la resistenza causata dalla vitamina B, si
spiegherebbe con una riattivazione dei processi metabolici,
per cui il cervello diventerebbe pi sensibile alle eccitazioni
e l'insorgenza del torpore ipnotico, quindi, ostacolata.
Schilder e Kauders sostengono che piccole dosi di evipan o
di paraldeide aumentano la suggestionabilit; ugualmente
Stungo, che adopera una soluzione di evipan al 10%,
iniettandola endovena a dosi subanestetiche; Horsley
preferisce il pentothal endovena. Berristein ha studiato
l'effetto della scopolamina sulla suggestionabilit nella
prova di barcollamento e ha trovato che la sensibilizzava,
ma non riusciva a suscitarla l dove era assente! (Da
Pavesi).
Di fatto chiaro che, quando si arriva all'ipnosi attraverso
un farmaco, essa sovrimposta dall'operatore nello stato
di coscienza causato dal medicamento, e non affatto
dovuta a questo. Si ritorner pi diffusamente
sull'argomento nel capitolo 7, descrivendo la tecnica
adottata da chi scrive per indurre trance ipnotica in

subnarcosi.
Comunque, desidero subito precisare che secondo i miei
esperimenti la narcoipnosi rende pi facile l'induzione della
trance, ma non l'intensit di questa; nel senso che se un
paziente non diventa sonnambulo con la metodica
semplice, non lo diventa neppure se precedentemente
stato indotto in lui uno stato subnarcotico.
Una volta che si passa in ipnosi, subentrano quei fattori
costituzionali, gi messi in evidenza da vari autori, per cui
solo il 20% degli ipnotizzati raggiunge la trance
sonnambolica, qualunque tecnica venga adoperata.
Tanto noi abbiamo sistematicamente costatato in oltre un
centinaio di casi trattati con la subnarcosi proprio per
indurre stati sonnambolici, e qualche rara eccezione ci
parsa confermare la regola.
L. J. West, fondandosi sul concetto che l'ipnosi sia uno
speciale
stato
di
concentrazione,
mantenuto
dai
meccanismi parassociativi che hanno la loro base
anatomica nel sistema reticolare ascendente, ritiene che i
farmaci atti a determinare fenomeni dissociativi possano
anche rendere difficile o impossibile la persistenza della
trance ipnotica. A riprova sperimentale di ci, tale autore
ha adoperato l'acido lisergico (LSD25), riscontrando la sua
azione sfavorevole per la trance ipnotica anche se sotto
l'effetto
del
farmaco
il
soggetto
appariva
pi
suggestionabile! D'altra parte, una suggestione ipnotica
adatta, esercitata prima della somministrazione del
medicinale, sembrava aiutare il paziente a resistere alla
azione turbatrice di questo.
3. Prove di suggestionabilit e di automatismo
psicomotorio. Suggestionabilit e ipnotizzabilit
Essendo risaputo che, in via di massima sono pi
facilmente
ipnotizzabili
i
soggetti
maggiormente
suggestionabili allo stato di veglia, si possono, a scopo
orientativo, eseguire preliminari prove di suggestionabilit,
con l'avvertenza per che la mancata risposta a queste

prove non ci d affatto la certezza della non ipnotizzabilit


del paziente; e viceversa, in caso d risposta positiva alle
prove. L'ipnotizzabilit, di fatto, dipende da diverse cause,
fra cui importanti i rapporti interpersonali tra operatore e
soggetto. Essa non definita solo dalle qualit
dell'ipnotizzato o da quelle dell'ipnotizzatore, bens da
quelle di entrambi, che si compenetrano nel rapporto
interpersonale; lo studio isolato delle qualit di uno o di
quelle dell'altro non potr mai portare a una giusta e
completa spiegazione del fenomeno ipnotico. La
suggestionabilit, infine, aumenta per una determinata
suggestione che venga spesso ripetuta (omoazione) e
infine, durante l'ipnosi, contrariamente che nello stato di
veglia, si ottiene un aumento di suggestionabilit mediante
suggestioni di tipo diverso (eteroazione).
Nel reparto per le malattie nervose dell'Ospedale Maggiore
di Vercelli, chi scrive ha adottato per molto tempo una serie
di prove di suggestionabilit, che figurano stampate nella
cartella clinica di ogni malato e che erano compiute,
s'intende, con l'accortezza richiesta da ogni esame
psicologico. Esse concernono la possibilit di porre ostacoli
alle operazioni mentali per via suggestiva e la suscettibilit
a giudizi intuitivi erronei per effetto della suggestione.
Eccone l'elenco:
Prova dei pesi di Rossolimo: si presentano due cubi di legno
di peso perfettamente uguale, uno dei quali porta, ben
visibili,
numerosi
chiodi
infissi.
Il
paziente
suggestionabile trover pi pesante il cubo con i
chiodi.
Prova tattile: si presentano in cornicette identiche due
fotografie riproducenti stoffe diverse, una liscia e
un'altra molto rugosa; il soggetto suggestionabile
prover diversa sensazione tattile.
Prova delle dimensioni con colori uguali: si presentano due
cerchi, due quadrati e due asticciole di legno, di colore
e dimensioni uguali. Successivamente si presentano
altri due cerchi, due quadrati e due asticciole di uguale
colore, ma di dimensioni lievemente diverse. La

persona suggestionabile non trover differenze di


dimensione.
Prova delle dimensioni con colori diversi: l'opposto di
prima; oggetti con uguali dimensioni, ma con diverso
colore, verranno creduti di diversa dimensione
Prova di Chvreul: si d al paziente da tenere per un capo,
all'altezza dell'anca, una corda alla cui estremit
attaccato un pendolo di metallo. A circa cinque
centimetri d distanza dal pendolino si mette per terra
un blocchetto di ferro inerte, dicendo che
magnetizzato e che quindi attirer a s il pendolino Se
il paziente suggestionabile si vedr che il pendolino
ciondoler nella direzione del blocchetto di ferro.
Prova del circolo: si presenta un cartoncino su cui sono
disegnati due circoli uguali, del diametro di circa tre
centimetri e lontani l'uno dall'altro circa otto
centimetri. Su un circolo scritto il numero quattro,
sull'altro il numero sei. Il paziente suggestionabile
indicher come pi grande quello che porta il numero
pi alto.
Numero delle risposte di colore alle tavole di Rorschach.
Oltre alle prove di suggestionabilit, utile eseguire le
prove per rendere manifesto un maggiore o minore
automatismo psicomotorio; le principali sono:
La prova delle aste: si presentano asticciole di lunghezza
crescente e successivamente delle asticciole uguali. Se
il soggetto dominato dall'automatismo continuer a
trovare ancora pi lunghe le asticciole che gli si
presentano, anche se la loro lunghezza sar costante.
La prova dei battiti: si invita il soggetto a battere le dita sul
tavolo, contemporaneamente all'esaminatore. Questi,
dopo qualche istante, improvvisamente si ferma; se il
paziente portato all'automatismo, continua a battere
ancora da solo vari colpi sul tavolo.
La prova del conteggio: il soggetto deve contare ad alta
voce con lo sperimentatore, il quale, giunto a un dato
numero, per esempio trenta, salta una decina e conta

41, 42, 43. Il soggetto incline all'automatismo conter


31, 32, 33.
Le prove sin qui elencate vengono di solito eseguite
quando si fa l'esame psicologico del malato, per conoscere
la sua maggiore o minore suggestionabilit e il grado del
suo automatismo psicomotorio, in previsione di una
successiva induzione e terapia ipnotica.
Chi scrive preferisce tenere distinte queste prove pure di
suggestionabilit dai tentativi d'induzione che si fanno con
altre prove, come quelle delle mani serrate, o del
bilanciamento o di Kohnstamm ecc., e che, in caso positivo,
possono dare facilmente l'avvio all'atto induttivo ipnotico
vero
e
proprio
con
una
serie
di
suggestioni
successivamente
incalzanti,
che
procurino
progressivamente passivit psicomotoria, inibizione di
movimenti volontari o movimenti involontari ecc. (cap. 5
1).
Di fatto, molti tentativi d'induzione sono anche delle prove
di suggestionabilit; ma non altrettanto chiaramente le
prove di suggestionabilit, esposte in precedenza, hanno in
s i requisiti necessari per diventare ex abrupto, in caso
positivo, atti induttivi di ipnosi. Per questo motivo abbiamo
preferito differenziarle, avendo gi descritto le prove di
suggestionabilit, con successive possibilit induttive, nel
capitolo quarto.
Ribadiamo, in ogni modo, qui il concetto che non sempre
maggiore suggestionabilit significa ipnotizzabilit. Farmaci
come l'acido lisergico possono aumentare la prima e non la
seconda (L. J. West). Di ci riteniamo bisogna tener conto
anche per il T.A.P. (Hyden), un farmaco che induce una
condizione di suggestionabilit e che stato studiato nei
laboratori della Johns Hopkins University di Baltimora.
Si pu difatti stabilire clinicamente una scala di credulit,
che massima nelle demenze senili e paralitiche, nei
frenastenici, e va diminuendo negli epilettici, nei distimici,
negli psicogracili. Quella della ipnotizzabilit, peraltro, non
la segue affatto, e questa pu essere massima negli ultimi
e pressoch assente nei primi.

Per stabilire il grado di ipnotizzabilit alcuni autori si


valgono anche di test proiettivi; Schneck adopera la tavola
12M del Thematic Apperception Test, in cui raffigurato un
uomo col dorso chino e la mano protesa verso il viso di una
persona supina su un lettino. Egli adopera questa tavola
per gli uomini, avendone disegnata un'altra per le donne.
Anche Wagner ha progettato per i diversi soggetti quattro
diverse tavole, come test di ipnotizzabilit.
Per giudicare della maggiore o minore ipnotizzabilit di un
soggetto sono state elaborate anche varie scale di
ipnotizzabilit, che peraltro prendono in considerazione
soltanto la personalit di questi, ignorando quella
l'operatore, il rapporto interpersonale, e che infine
presuppongono condizioni costanti di esperimento, invece
non sempre ripetibili.
Esporr pi diffusamente il mio punto di vista in merito nel
capitolo 13 2d, a proposito dei quesito medico - legale
specifico, postomi dal Giudice Istruttore del Tribunale di
Torino, di definire peritalmente se una determinata persona
fosse ipnotizzabile e un'altra avesse doti di ipnotizzatore.

CAPITOLO 7
Possibilit di facilitare l'ipnotismo

con l'aiuto di farmaci


Cognizioni necessarie in merito e tecnica personale
1. Scopocloralosio e somnifen
Per rendere pi facile l'instaurarsi dell'ipnosi, chi scrive ha tentato l'uso di vari farmaci che secondo le
esperienze e il moltiplicarsi delle conoscenze nel volgere degli anni gli erano sembrati sempre pi adatti.
Prima di valutare l'efficacia induttiva di trance di qualsiasi farmaco, si condotto l'esperimento in modo
da eliminare ogni componente suggestiva, ben sapendo come la somministrazione di un qualunque
placebo possa facilitare l'induzione ipnotica.
Gi Chambard, nel 1881, aveva adoperato l'etere o il cloroformio, a deboli dosi, per indurre ipnosi. Anche
Allauer nei 1922 si valso del cloroformio per facilitare l'ipnotismo in un parto. Ma soprattutto nel 1928
furono compiute metodiche esperienze di ipnosi farmacologica da Brotteaux. Seguendo gli studi di questo
autore, dopo circa cinque anni di pratica medica di ipnosi, chi scrive si valso dello scopocloralosio,
somministrando al paziente, un'ora prima della seduta, una pillola composta da 0,40 di chloralose e mezzo
milligrammo di scopolamina. Si arrivati a tale dose media per un adulto, avendo trovato inefficace, per
lo scopo proposto, una dose ridotta di 25 centigrammi di cloralosio e di un quarto di milligrammo di
scopolamina, ed eccessiva, per vari soggetti, una dose di 75 centigrammi di cloralosio e tre quarti di
milligrammo di bromidrato di scopolamina.
In alcuni malati, con tale ultima dose, anzich manifestarsi una tendenza al sonno, insorgeva uno stato di
eccitazione.
Di solito, somministrando il medicamento a digiuno e lasciando il malato coricato, nel silenzio e nella
semioscurit, il sonno viene dopo circa due ore (si vedano il caso 11 e i controlli al cap. 18).
Alcuni fautori dello scopocloralosio sostengono che questo produce una specie di sonno sonnambolico,
del tutto simile al sonno ipnotico profondo, in cui si osservano le tre qualit degli stati secondi:
suggestionabilit, amnesia al risveglio e memoria alternante.
Le condizioni indotte dallo scopocloralosio sarebbero assai favorevoli alla riuscita delle suggestioni
terapeutiche, per cui si potrebbero, in un soggetto in pieno sonno medicamentoso, dare suggestioni
gestioni che verrebbero poi effettuate al risveglio, con amnesia completa di quanto praticato dall'operatore
durante il sonno.
Di fatto chi scrive non ha notato tali condizioni per effetto del semplice medicamento, ma solo allorch
era riuscito a sovrapporre ipnosi.
Il cloralosio agisce sul sistema nervoso vegetativo e sul circolo, e la scopolamina ne rinforza l'azione.
Esso apporta una modificazione della circolazione cerebrale, con leggera vasodilatazione, abbassa la
pressione, diminuisce l'indice oscillometrico, riduce il numero delle pulsazioni cardiache, esercita una
azione distensiva generale sul sistema nervoso. Tali effetti non sono sempre tutti desiderabili in ogni
malato da ipnotizzare. Inoltre lo scopocloralosio si elimina alquanto lentamente dall'organismo, sicch
non consigliabile somministrarlo frequentemente. Tali fatti non rendono di facile e rapido impiego il suo
uso per l'ipnosi d'ambulatorio, sicch chi scrive presto fu costretto ad abbandonarlo, per rivolgersi ai
barbiturici endovena, che riteneva di effetto pi rapido e preciso.
Tuttavia altri autori hanno successivamente adoperato lo scopocloralosio e Vlastos, nel 1952, ha riferito
sulle suggestioni ipnotiche terapeutiche indotte con questo farmaco.

2. Narcotici barbiturici per via endovenosa


Desiderando adoperare i barbiturici, si us per primo il somnifen Roche, di cui Buscaino aveva gi
descritto nel 1930 l'azione catalettogena nell'uomo, e se ne usarono da 2,2 cm3, a 4,4 cm3 per iniezione
lenta endovenosa. Non si ebbe per l'impressione che il somnifen avesse facilitato di molto la suggestione
ipnotica (casi 13 e 31), cosicch si pass presto alla ricerca di nuove sostanze pi attive.
Nel 1946 si ebbe occasione di esperimentare per la prima volta il pentothalal. Avevamo appreso
casualmente, da colleghi della patologia chirurgica dell'Universit di Torino, l'azione di tale prodotto,
rivelatrice di tendenze, istinti e sentimenti in vari ammalati operati, azione pi facilmente e intensamente
riscontrabile che non con altri narcotici. Particolarmente era successo a una paziente che, nel risveglio
dalla narcosi di pentothal, parlasse col proprio marito, intento ad assisterla, come al proprio amante,
rivelando al primo, allibito, fatti insospettati.
Avuta dai colleghi una fiala di pentothal, la si speriment in un'isterica, prima a scopo narcoanalitico e per
indurre poi, a scopo terapeutico, uno stato ipnotico, con risultati che si costatarono immediatamente
superiori al somnifen.
Per solo il caso 30 (che ebbe la possibilit di procurarsi il farmaco direttamente dall'America, per mezzo
di congregazioni religiose romane, aventi case consorelle in quel paese) ci permise, nel 1947, di fare varie
sedute di narcoanalisi e di ipnosi con risultati pi concreti.
Con il cessare della guerra e la possibilit di procurarci in Torino altri barbiturici adatti all'uopo, abbiamo
sperimentato successivamente l'evipan, l'eunarcon, il narconumal, il tionarcon, il farmotal, il narcovene, il
diogenal, orientandoci alla fine verso i barbiturici che portano a un risveglio pi rapido (narcovene,
diogenal) e abbandonando quelli, come il pentothal, con i quali il risveglio un po' pi tardivo e risultano
quindi meno pratici per le sedute di ambulatorio.
Si estese, inoltre, il campo d'impiego di essi a quasi tutte le forme di neurosi e alla balbuzie, pubblicando
nel 1948 i risultati ottenuti nella cura di questa con la narcoterapia congiunta, o no, all'ipnotismo.
Chi scrive indusse la suggestione ipnotica approfittando della subnarcosi preipnica e di quella
postipnica, trovando pi confacente la seconda della prima, in un maggior numero di balbuzienti. Il
metodo della narcoipnosi, per quanto sia stato da chi scrive adoperato sulla guida di criteri personali, non
un metodo nuovo.
Laignel - Lavastine nel 1924 comunico per primo l'effetto disinibente dei barbiturici endovena e vari
psicoanalisti eclettici (Gill Brenmann, Kubie, Margolin, Hadfield) caldeggiarono l'interrogatorio
psicoanalitico favorito dall'uso di farmaci psicodinamici, o leggermente ipnotici.
La subnarcosi barbiturica, come metodo rapido di psicoterapia, fu messa a punto nel 1932 dall'inglese
Horsley, che per primo coni il termine di narcoanalisi, esponendo la sua tecnica in una monografia del
1943.
Indipendentemente da Horsley e contemporaneamente a questi, in Germania Hauptmann (1934) e von
Stockert (1935) elaborarono metodiche narcoanalitiche. La terapia narcoanalitica entr tuttavia fra le
pratiche usuali di cura delle psiconevrosi solo durante la seconda guerra mondiale, fra gli autori
anglosassoni (Grinker e Spiegel, 1944; Wilde, 1945, e altri), russi (Zilboorg, 1944, e altri), francesi
(Delay, Cossa, 1945 e altri), italiani (Alema, Rizzo, Cortesi, Spaccarelli e Cerquetelli, 1947; Arian,
Sogliani, 1948; Rigotti, Ambrosetto, 1949, e altri).
Chi scrive ha adoperato per la prima volta il pentothal nel 1946 a scopo narcoanalitico e per indurre
trance ipnotica.
All'esame della bibliografia si rilevato che molti psichiatri si sono avvalsi di questi barbiturici, ma pi
spesso per eseguire una narcoterapia che non per indurre uno stato ipnotico ben definito e praticare
successiva ipnositerapia, secondo le modalit di questo metodo da me impiegato nel 1948 per la cura
della balbuzie.
Pick e Bremer hanno classificato i barbiturici come narcotici ad azione mesencefalica; molti per

sostengono che le dosi elevate agiscano su tutti gli elementi nervosi e manifestino quindi un'azione
depressiva anche sulla corteccia. Pi precisamente si pensa che per dosi ematiche piccole, la loro azione
prevalentemente corticale, per dosi leggermente maggiori la loro azione mesodiencefalica, per dosi
ancora maggiori, cerebellare e spinale e per dosi massime, bulbare (Dogliotti, Ciocatto).
Trasportati dalle globuline e dalle albumine del sangue, i barbiturici, pur distribuendosi ovunque
nell'organismo, hanno sicuramente una fissazione di scelta sui centri della base del cervello. Tale
fissazione in funzione della concentrazione raggiunta dal prodotto nel sangue.
Quando il farmotal causa il sonno, gran parte di esso, introdotto endovena, stato fissato dalle cellule
nervose, una quantit minore si trova disciolta nel plasma e una quantit ancora minore si trova diffusa
nei vari tessuti. Per una legge fisica di carattere generale, il farmotal iniettato - scrivono Dogliotti e
Ciocatto tender a raggiungere un equilibrio tra le varie parti nelle quali si diffuso, con passaggio quindi
dal cervello, che pi ne contiene, al plasma e da questo agli altri tessuti. Una piccola parte, infine, sar
eliminata. Il barbiturico che lascia il tessuto nervoso si fissa al tessuto adiposo e da questo ritorna al
sangue e al cervello quando il tessuto adiposo si fosse saturato e alleggerito il tessuto nervoso.
Sulla velocit d'iniezione del barbiturico per indurre ipnosi, non si possono dare consigli precisi , ed essa
dipende molto dalle condizioni somatiche e psichiche del soggetto.
Ipersensibili alla narcosi barbiturica si rivelano i longilinei e gli astenici; pi resistenti i picnici;
particolarmente sensibili sono i bambini e i vecchi. Non solo il peso corporeo dell'ammalato condiziona la
quantit dei barbiturico, ma anche le sue condizioni psichiche. Alcuni nevrotici ansiosi, che si apprestano
alla seduta in condizioni di agitazione ansiosa e di emotivit abnorme, 'necessitano, per entrare in uno
stato crepuscolare, di una dose a volte quasi doppia di quella che successivamente occorrer loro, quando,
per effetto della cura, sar diminuita la loro angoscia.
Per i nostri scopi invece utile l'iniezione lenta. Essa, praticata ad ammalato digiuno, va interrotta se
compaiono tosse, singhiozzo e fenomeni da eccitazione vagale. Decisivi, per giudicare la tolleranza del
preparato e quindi per stabilirne la posologia, sono il comportamento del circolo e del respiro. La velocit
di iniezione deve essere proporzionata alla reazione somatopsichica del paziente, giudicandola buona per
l'ipnosi quando si pu mantenere il soggetto per qualche minuto in stato di sopore, con dislalia e
nistagmo (quest'ultimo sintomo non sempre apprezzabile).
L'ipotonia muscolare, che porta a un rilasciamento della muscolatura mimica, a un leggero abbassamento
della mandibola e a un modico reclinare della testa sul collo, indica il momento propizio per indurre la
suggestione ipnotica con i modi descritti pi avanti; mentre se per eccesso di dose il malato passasse in
narcosi pi profonda, ci si dovr valere dell'inizio del risveglio. Con il sonno profondo, difatti, viene a
cessare il rapporto tra ipnotista e soggetto, con conseguente impossibilit da parte di quest'ultimo di
ricevere suggestioni.
Resta in ogni caso ben chiaro che il sonno barbiturico ben diverso dal sonno fisiologico e da quello
ipnotico e che si tratta, come pi diffusamente si riferir nella parte terza, di tre tipi di sonno. Per quanto
riguarda la identit del sonno barbiturico col fisiologico, qualcuno - scrivono Dogliotti e Ciocatto - ha
creduto erroneamente d'identificare il sonno barbiturico con quello fisiologico; basti ricordare a questo
proposito che, contrariamente a quanto avviene nel sonno, nella narcosi barbiturica diminuiscono non
solo i fenomeni della vita di relazione, ma anche quelli di ricostruzione (Weese).
Quanto poi alla diversit del sonno ipnotico da quello fisiologico, si riferir diffusamente nella parte terza,
desiderando qui solo precisare che nessuna delle sostanze adoperate per indurre narcosi da sola capace
di suscitare trance ipnotica, bens uno stato di sonnolenza, confusione, disorientamento, che possono
facilitare la successiva induzione di trance con uno dei metodi di induzione normale, precedentemente
descritti.
Praticamente dobbiamo intendere per subnarcosi quello stato di coscienza crepuscolare, accompagnato di
solito da amnesia, che precede o segue la narcosi farmacologica. In essa vi un'ottusit dei processi
percettivo - intellettivi coscienti, con tendenza all'affioramento della personalit profonda. La subnarcosi
si differenzia dalla trance ipnotica perch, in questa, la modificazione della coscienza ha un aspetto
diverso, accompagnandosi a un dinamismo psichico e alla possibilit di attivit mentali come quelle, ad
esempio, che avvengono nella condizione sonnambolica, non presenti in subnarcosi. Difatti la trance

profonda spontanea dei medium, come la trance estatica dei mistici, le profonde autoipnosi e le ipnosi
intense indotte, sono crisi sonnamboliche che si accompagnano a una vera dissociazione della personalit,
sino a instaurare personalit alternanti, da noi mai riscontrate in subnarcosi.

(a) Inconvenienti delle iniezioni di barbiturici endovena nella pratica dell'ipnotismo


L'iniezione di barbiturici endovena, se facilita da una parte la suggestione ipnotica, dall'altra rende pi
complessa la tecnica delle sedute di ipnotismo, perch richiede la conoscenza delle pratiche abbinate della
narcoanalisi e dell'ipnotismo semplice.
La prima complicazione della seduta data dall'iniezione stessa del barbiturico endovena. Per quanto
questa sia limitata a pochi centimetri cubi (da uno a cinque cm 3 di una soluzione al 10% che vengono
iniettati lentamente e con la tecnica propria della narcoanalisi, non con quella degli anestesisti), converr
sempre agire con molta cautela, o astenersi addirittura dall'uso di essa in soggetti portatori di processi
infiltrativi delle vie respiratorie e negli asmatici gravi, in malati con disfunzioni cardiache, vagali e
ipertensione arteriosa di vecchia data, in quelli con lesioni epatiche, o condizioni tossiche generali.
Gomirato e Gamna, richiamandosi a ricerche sperimentali di Scheiflew (1946), che dimostrano come i
barbiturici tiosolforati non vengano disintegrati dal fegato, pensano che questi possano venire adoperati
anche in epatopazienti e in soggetti intossicati, come gli etilisti. Questi autori scrivono: Dal punto di
vista medico non esistono praticamente controindicazioni all'uso della tecnica della narcoanalisi. Le dosi
relativamente modeste del barbiturico e H tempo di iniezione assai prolungato riducono infatti
notevolmente la possibilit di incidenti da narcosi, che sono in questo campo del tutto eccezionali. Nella
nostra casistica, comprendente soggetti di ogni et e non sempre in perfette condizioni fisiche, una sola
volta, in una donna di 39 anni, in condizioni generali normali, si sono manifestati preoccupanti sintomi di
sofferenza cardiorespiratoria, dopo l'introduzione dei primi centimetri cubi del farmaco; rapidamente
cessati, sospendendo l'iniezione del preparato. In qualche caso, pure raro, si pu notare all'inizio della
subnarcosi la comparsa di singhiozzo o di tosse spastica, rarissimamente del vomito.
Di fatto, chi scrive, in quattordici anni di uso di barbiturici endovena a scopo narcoanalitico, o
narcoipnotico, o per praticare elettroshockterapia in narcosi, o per sedare rapidamente malati agitati,
ritiene di aver eseguito, tra pratica ospedaliera e privata, oltre un migliaio di iniezioni di barbiturici
eridovena, in soggetti tutti precedentemente scelti dal lato internistico, e ha accertato circa una
cinquantina di volte il vomito di tipo biliare e salivare, assai pi frequentemente sensazione di nausea al
risveglio, singhiozzo e modesti fenomeni di spasmo respiratorio.
Da lungo tempo, per questo, chi scrive non esegue iniezioni di barbiturici endovena, senza avere
dell'atropina da iniettare eventualmente endovena, per combattere possibili effetti eccessivi di
simpaticolisi chimica (ipotensione, bradicardia, salivazione, vasodilatazione periferica), o stricnina e,
come pronto soccorso per i casi di apnea, lobelina, picropen e un apparecchio del tipo va e viene,
collegato a una bombola di ossigeno o pi semplicemente un Hope resuscitator Ohio. Ai soggetti
vagotonici si fa eseguire una mezz'ora prima della seduta di narcoterapia una iniezione endomuscolare di
un milligrammo di solfato neutro di atropina.
Gli inconvenienti suddetti insorgono raramente nella tecnica dell'iniezione endovenosa del barbiturico per
narcoanalisi e per facilitare l'ipnosi; tuttavia bene non ignorarli ed essere preparati a essi. Si rimanda per
questo a quanto chi scrive ha gi esposto in un precedente lavoro: Elettroshockterapia, previa
somministrazione di farmaci curarizzanti.
E anche possibile, per una intolleranza, specifica al barbiturico, non prevedibile prima, la morte per
paralisi bulbare, anche dopo un centimetro cubo e mezzo di questo, iniettato lentamente endovena. Si
ritiene che questi incidenti, messi in rapporto alle numerose migliaia di casi trattati felicemente, non
possano essere tali da far scartare l'uso del prodotto indiscriminatamente, e che la percentuale di
complicazioni letali rientri nella fatalit delle imprevedibili reazioni individuali; come si pu avere per
motivi diversi anche per l'iniezione di altri prodotti (penicillina, vitamina B1, calcio ecc.).
Il caso a cui si accenna, riguardante una donna di 23 anni, stato sottoposto a controllo autoptico dal

professor Sergio Tovo, presso l'Istituto di medicina legale dell'Universit di Torino, diretto dal professor
Sergio canuto, il 7 agosto 1957, e la causa della morte fu attribuita appunto a paralisi dei centri bulbari per
una eccezionale intolleranza al farmaco.

(b) Diagnostica differenziale fra sintomi ipnotismo e sintomi da subnarcosi barbiturica


La seconda complicazione che si riscontra con questa tecnica quella di scambiare le condizioni
somatopsichiche della subnarcosi, specie preipnica, quelle dovute alla suggestione ipnotica, tanto pi che
entrambe hanno sintomi comuni. Ricorder fra questi l'ipoalgesia, l'amnesia e alcune modificazioni del
comportamento.
Durante la subnarcosi avvengono difatti alterazioni somatiche neurologiche, che interessano soprattutto il
tono muscolare e la sensibilit obiettiva e soggettiva.
L'ipotonia e l'anestesia della subnarcosi possono essere facilmente ottenute con l'ipnotismo, sicch
bisogna cercare di non confondere quanto provocato dalla suggestione con quanto invece dovuto al
barbiturico.
Lo stesso pu avvenire per le alterazioni delle funzioni psichiche, quali le percettive, le intellettive, le
volitive, l'emotivit, il linguaggio, l'espressione, l'attivit psicomotoria, che possono essere suscitate
parimenti dall'ipnotismo e dalla narcosi.
In subnarcosi sono frequenti i primitivismi, cio quei processi psichici che sono dominati dall'emozione e
che si contraddistinguono dai processi prevalentemente razionali, differenziati e complessi.
Tali primitivismi sono causati da alterazioni dell'affettivit, con disinibizione emotiva; dalla rivelazione di
ricordi previamente rimossi dalla coscienza e raggruppati, non secondo criteri razionali, ma secondo un
comune piano emozionale; e dalla concentrazione quindi delle idee intorno a un centro emotivo (Arian,
Alema, Schneider). Ci si pu osservare anche in alcuni gradi dell'ipnosi e in soggetti particolari Oltre
che nel campo dei sentimenti e dell'affettivit, sono possibili anche in quello delle funzioni intellettive
alterazioni similari nell'ipnosi e nella subnarcosi. Con l'iniziarsi di questa, la memoria di fissazione assai
spesso scema e scompare in molti casi. Stimoli acustici (battito di mani, fischietti), stimoli tattili (carezze
sul volto) o dolorosi (puntura di spillo), parole pronunciate dal paziente in subnarcosi, conta di numeri
ecc., movimenti semplici (come quelli di slacciarsi la cintura, toccarsi la fronte con la mano), possono
non essere ricordati al risveglio dalla subnarcosi (Arian), come a volte pu accadere in alcuni gradi
dell'ipnosi. Anche la memoria di evocazione, diventando pi profonda la subnarcosi, scema e la sua
scomparsa progressiva parallela alla scomparsa dell'attenzione concentrata e probabilmente in parte in
collegamento causale con quest'ultima (Arian). Alcuni autori descrivono peraltro una ipermnesia da
subnarcosi, e mettendo la subnarcosi con barbiturici in analogia con l'ipnosi parlano di narcoipnosi.
Stimo peraltro che si debbano differenziare i quadri dell'ipnosi e della subnarcosi, e che la confusione tra
fenomeni dovuti all'ipnotismo e quelli dovuti alla narcosi possa avvenire solo quando non si ancora
padroni della diagnostica differenziale fra le due sindromi, n della tecnica.
Difatti, l'ipotomia muscolare, causata dalla suggestione ipnotica, contrariamente a quella che si riscontra
in subnarcosi, non si accompagna mai alle scosse di nistagmo, n alla iporeflessia corneale, che invece
assai spesso si osservano nell'ipotonia da barbiturico, prima ancora, si intende, che si arrivi alla caduta
della mandibola. Inoltre, l'ipotomia muscolare suggestiva pu facilmente tramutarsi in catalessia e
contrattura, il che non avviene nella ipotonia da barbiturico. Volendo pertanto vedere se il rilasciamento
muscolare suggerito sia effetto di una suggestione ipnotica o del barbiturico iniettato, chi scrive usa
sollevare il braccio del paziente dal lettino, suggerendo che questo rimarr ormai su da solo e se il
paziente ipnotizzato, la suggestione catalettica perdurer a lungo; in caso contrario prevarr l'azione
narcotica e il braccio ricadr di peso sul lettino.
L'analgesia per suggestione ipnotica pu a volte essere identica per intensit a quella barbiturica; peraltro
vi una controprova a cui si pu ricorrere per differenziarle: quella, cio, di tramutare a comando in
iperalgesica la zona anestetica; cosa assolutamente impossibile nell'anestesia pura barbiturica, senza
concomitante recettivit ipnotica.

Tale diagnostica differenziale stata documentata da chi scrive in vari filmati, a disposizione degli allievi
della Scuola di Ipnosi Clinica Sperimentale diretta dall'Autore.
I primitivismi psichici, concernendo la sfera istinto - affettiva, a cui si accennato, sono possibili nella
subnarcosi non profonda, mentre nell'ipnosi sono possibili, in genere, solo nei gradi molto avanzati, con
dissociazione della personalit e un certo grado di sonnambulismo spontaneo. Di una particolare
attenzione discriminativa necessitano le alterazioni della memoria di fissazione e di evocazione. Quelle a
carico della memoria di fissazione non sono ammesse da tutti e non sempre si presentano. Chi scrive, in
vari casi, non ha riscontrato amnesia di fissazione nella subnarcosi preipnica.
Arian peraltro, nei soggetti da lui esaminati, scrive di aver sempre riscontrato, alla verifica postnarcotica
(indipendentemente dall'et dal sesso, dalle caratteristiche psicosomatiche fisiologiche e patologiche e dal
profilo psicometrico prenarcotico, indipendentemente anzitutto dalle abituali facolt mnemoniche da
svegli), la mancanza di ritenzione degli stimoli percepiti durante la subnarcosi; ossia, amnesia di
fissazione per la durata della subnarcosi.
E da credere che nell'amnesia abbia anche importanza la particolare costituzione del soggetto, nel senso
che un gracile mentale , o un soggetto di memoria costituzionalmente debole possa andare incontro
all'amnesia delle esperienze vissute in subnarcosi pi facilmente di quanto non possa accadere a uno con
pi valide possibilit mnemoniche.
Nella evenienza che in subnarcosi sia possibile riscontrare amnesia, indispensabile conoscerne i
caratteri per differenziarla da quella dell'ipnotismo; ci riferiremo per questo agli studi di Arian che,
esaminando i modi in cui avviene l'amnesia di fissazione e il fenomeno della ritenzione mnestica
temporanea in subnarcosi, ha cercato di illuminare un problema di notevole interesse psicofisiologico e
psicopatologico.
1. L'amnesia anterograda da subnarcosi barbiturica una amnesia di fissazione; essa ha inizio sin
dalle prime fasi della subnarcosi, e perdura con questa.
2.

La funzione della facolt di ritenzione comincia, di regola, mentre l'individuo in esame conta
ancora per ordine, speditamente e senza dislalia. Talora, l'inizio dell'amnesia di fissazione coincide
con i primi sintomi mimici della subnarcosi (tremito palpebrale, chiusura delle palpebre,
rilasciamento della muscolatura mimica ecc.). Essa sopravviene quindi quando ancora tutte le altre
funzioni psichiche elementari pi importanti (parola, orientamento, memoria di evocazione,
attenzione, capacit di calcolare) sono presenti ed efficienti, o quando sono menomate in piccola
misura

3.

L'incapacit di ritenere nella memoria le percezioni vissute durante la subnarcosi si riferisce a


tutti i tipi di percezioni: soggettive (atti compiuti dall'individuo stesso) e oggettive (segnali e
stimoli sentiti e percepiti). Si riferisce a segnali verbali complessi emozionalmente indifferenti,
come pure a segnali verbali complessi con carica emotiva. Si riferisce a tutte le percezioni avute:
acustiche, melodiche, tattili, vibratorie, dolorifiche e finanche cinestesiche di una certa intensit.

4.

L'amnesia di fissazione per la subnarcosi si presenta indipendentemente dal fatto che questa sia
seguita o no da una narcosi totale profonda e prolungata.

5.

L'amnesia da subnarcosi totale e permanente. Non siamo riusciti - scrive Arian - a destare il
ricordo dei segnali percepiti in subnarcosi con i mezzi comuni dell'interrogatorio postnarcotico: n
dopo frazioni di un'ora, n dopo ore, o giorni, o settimane. L'amnesia di fissazione da subnarcosi
barbiturica si differenzia dall'amnesia retrograda postraumatica: infatti, i ricordi coperti da questa
possono evocarsi mediante la subnarcosi col pentothal (Russel e Nathan).

I dati sin qui riferiti sono molto importanti per la pratica, perch nei soggetti che presentano tale amnesia
dovrebbe essere inutile tentare azioni suggestive terapeutiche, efficaci e durature, nelle fasi della
subnarcosi preipnica.
Inoltre, essi permettono di differenziare l'amnesia di fissazione subnarcotica da quella da ipnotismo.
Questa, contrariamente a quella da barbiturici, presenta i seguenti caratteri:

1. In molti soggetti non provocabile e se mai compare quando sono gi compromesse alcune
funzioni psichiche e si hanno fenomeni di passivit fisica e psichica, di catalessia, di analgesia, di
automatismo psichico. Assai spesso, inoltre, queste alterazioni si producono senza che neppure
sopravvenga l'amnesia di esse.
2. Mentre l'amnesia da subnarcosi totale e permanente (Arian), cos non quella dell'ipnotismo, ed
possibile rievocare, in sedute successive, le esperienze vissute nelle trance precedenti, anche se
totalmente dimenticate al risveglio (si veda casistica).
3. L'amnesia di fissazione in ipnosi rara e se eccezionalmente si dovesse instaurare non si riferisce
a tutti i tipi di percezione, soggettivi o oggettivi; ma selettiva, nel senso che alcune esperienze
vengono fissate e altre no, secondo la particolare relazione esistente al momento fra l'ipnotista e il
soggetto, e l'importanza che ha, per questi, l'esperienza vissuta in ipnosi. Si rimanda, in merito, ai
ribevi personali fatti sulla memoria e sull'amnesia nei casi 2, 4, 10, 15, 18, 19, 21, 29, 31, 38, 42,
44 (cap. 18). Ricerche sulla consapevolezza inconscia in anestesia generale sono in corso,
all'Ospedale S. Pietro di Roma, da parte del Prof. A. Sodaro pnmario chirurgo e ipnologo del
C.I.l.C.S. (cap. 9 3b). Anche lo stesso calcolo del tempo trascorso in ipnosi, in rari casi pu
essere esatto, mentre, di norma, notevolmente raccorciato (casi 10, 38, 42), ma non in modo cos
fisso come in subnarcosi, la cui durata di trenta minuti viene soggettivamente stimata di cinque o
dieci (Gomirato e Gamna).
4. Il meccanismo psicofisiologico con cui si arriva all'amnesia di fissazione, diverso nei due
procedimenti, e mentre nella subnarcosi barbiturica si deve pensare a un'azione tossica del
farmaco sui centri nervosi cerebrali e, quindi, a un processo eminentemente biochimico, nel caso
dell'ipnotismo la causa invece psichica ed dovuta al particolare rapporto dell'ipnotizzatore con
l'ipnotizzato. Per quanto poi riguarda l'ipermnesia evocativa, che si riscontra in subnarcosi e
nell'ipnotismo, anche qui possibile una diagnosi differenziale al tecnico che ipnotizzi con
l'ausilio di barbiturici endovena. Ci che si riesce a evocare in subnarcosi dotato di intensa carica
affettiva e la sua evocazione avviene per lo sblocco d'una censura. Nell'ipnotismo, invece, si riesce
a evocare materiale di qualsiasi valore affettivo e anche emozionalmente neutro (Arian). Si deve,
pertanto, ritenere che il meccanismo psicofisiologico con cui avviene l'evocazione di materiale
previamente subcosciente in subnarcosi sia sostanzialmente diverso dal meccanismo con cui
avviene l'evocazione durante l'ipnosi di materiale previamente inconscio, o dimenticato. Ci
considerando anche che, nell'ipnosi, l'ipermnesia evocativa prodotta dall'operatore e assume solo
eccezionalmente nel sonnambulismo quella natura spontanea, fluente, continua, che si osserva a
volte, anche se di rado, nelle subnarcosi.

(c) Tecnica personale per indurre ipnosi in subnarcosi e vantaggi di tale metodo
Solo tenendo conto di quanto si esposto precedentemente sui criteri di iniezione dei barbiturici
endovena e sulle modificazioni psichiche da essi causate nella subnarcosi, si pu tentare con successo di
indurre una trance ipnotica in subnarcosi.
Il metodo che chi scrive adopera , in particolare, il seguente ed , in complesso abbastanza semplice.
Tutto sta nel cogliere il momento opportuno in cui bisogna sovrapporre alla subnarcosi la condizione
ipnotica. Esso, neurologicamente, rappresentato dai sintomi della disartria, della ipotonia muscolare,
del nistagmo, del lieve sopore. Un utile artificio quello di far parlare il soggetto su argomenti
indifferenti mentre si inietta lentamente il narcotico. Non appena il soggetto comincia a non ricordare le
parole e a divenire dislalico o disartrico, si gradua l'iniezione cercando di mantenere queste condizioni per
qualche minuto: ci facilita la successiva induzione di trance. Nella durata dell'iniezione bisogna tenere

ben presente che l'effetto del narcotico non immediato, ma lievemente ritardato, cosicch il principiante
che, non vedendo subito insorgere la disartria, continuasse l'iniezione, senza fare una breve pausa dopo il
primo, o il secondo centimetro cubo (dipende dal tipo di narcotico adoperato, dal peso corporeo del
soggetto, dallo stato di apprensione ansiosa di questi ecc.), rischierebbe di trovare il paziente
improvvisamente addormentato, e cio in condizioni da non poter stabilire quel rapporto costante,
necessario per l'atto induttivo.
1. Si induce ipnosi suggerendo idee di rilassamento, di pesantezza agli arti, di distensione che, per
essere in parte suscitate dal narcotico, vengono dal soggetto riferite tutte a questo e non a
suggestione. Di fatto non cos, perch spesso si possono ottenere in seguito gli stessi risultati,
iniettando soluzione fisiologica, o con la puntura endovenosa e fingendo poi di fare l'iniezione.
Peraltro, quando il soggetto si rilasciato, ha chiuso gli occhi ed assopito, non sappiamo quanto
di tale condizione sia da attribuirsi alla suggestione e quanto al barbiturico, se cio ci troviamo di
fronte a un soggetto ipnotizzato, o narcotizzato. E pertanto necessario ricorrere a una prova che
subito ci illumini in merito.
2. Chi scrive ricorre al metodo della levitazione del braccio opposto a quello in cui viene infisso
l'ago endovena, e alla sua catalessi (suggestione motoria). Se questa avviene, possiamo essere
sicuri che essa non effetto del barbiturico (il quale, causando ipotonia, ostacola anzi la prova
stessa) e che il soggetto trovasi gi in trance. Dal modo con cui il braccio si alza e resta sollevato
si pu arguire la profondit della trance. Un braccio che si alzi troppo rapidamente dimostra il
desiderio del paziente di collaborare e la sua condizione ancora notevole di veglia. Un braccio che
non si alzi affatto e H silenzio del paziente possono significare che in lui predomina l'ipotonia del
narcotico iniettato; in questo caso non c' che da attendere qualche minuto perch essa si dilegui,
insistendo sempre con le suggestioni di levitazione del braccio. Un braccio che non si alzi, una
catalessi che non duri o una particolare loquacit provano senz'altro che il soggetto resiste alla
suggestione e al narcotico. Non c' quindi che da insistere con l'una e con l'altra.
3. Se la prova della levitazione fallisse per particolari, iniziali resistenze del soggetto, si induce una
narcosi pi profonda, e appena da questa si passa di nuovo alla condizione della subnarcosi con
dislalia si cerca di stimolare l'attivit fantastica e immaginativa del soggetto, suggerendo sogni
che possano portare a una ipoestesia o iperestesia suggestiva, come si descritto al capitolo 5
1a. Per appurare l'esistenza della trance, in subnarcosi barbiturica, l'iperalgesia pi probativa
dell'ipoestesia. Bisogna avere la costanza di insistere. Con graduali e ripetute suggestioni in
subnarcosi, interrotte da narcosi successive, si riesce, nella maggioranza dei casi, a spezzare la
resistenza del paziente e a indurre trance.
4. Una volta indotta questa, si cerca subito di approfondirla; e perci, chi scrive trova utile il metodo
delle ipnosi e delle deipnotizzazioni successive e ripetute, secondo una tecnica che in certo qual
modo collima con quella descritta da Vogt sotto D nome di tecnica di frazionamento (cap. 5 1).
5. Di grande utilit per l'approfondimento della trance risulta il metodo di far accertare al soggetto,
messo in ipnosi vigile, una catalessi o una analgesia indotte in trance e non rimosse. Ad esempio,
si invita il paziente ad abbassare il braccio catalettico sollevato; gli si fa notare come i suoi sforzi
siano vani e si sfrutta la sua emozione per facilitare una successiva pi profonda ipnosi. A questo
punto, per l'approfondimento della trance e per arrivare a influenzare il soggetto in modo sempre
pi sicuro, non c' che da proseguire secondo i principi della tecnica, gi esposti nel capitolo 5 1,
2. Si tenga presente per che la narcoipnosi rende pi facile l'induzione della trance, ma non la
intensit di questa, nel senso che possa facilitare la produzione di stati sonnambolici in soggetti
che con la metodica semplice si fossero dimostrati resistenti a raggiungere il sonnambulismo (cap.
5). Qualora, per una particolare resistenza del malato, non si riuscisse a indurre trance col metodo
dianzi indicato delle subnarcosi e narcosi successive, usando gradatamente il barbiturico di una
fiala, si lascia riposare il soggetto e si esegue nuovamente la prova dopo un paio di giorni. Se
l'operatore avr agito con prudenza e buona tecnica, il paziente si alzer in ogni caso riposato,
rilassato, tranquillo e lievemente euforico. La tecnica su descritta stata documentata in filmati,

che sono a disposizione degli studiosi del Centro Italiano di Ipnosi Clinica Sperimentale (CIICS)
di Torino.

Si spiegata la tecnica dell'ipnotismo con l'ausilio dei barbiturici, come viene eseguita da chi scrive. Altre
cognizioni tecniche verranno esposte nella parte quarta. Quanto si riferito dimostra come non basti dare
un narcotico perch chiunque possa fare poi dell'ipnosi terapeutica. Per l'induzione bisogna avere
innanzitutto quell'esperienza mediante la quale s'impara a leggere, nella fisionomia e negli atteggiamenti
del paziente, lo stato della sua coscienza; per la cura bisogna possedere conoscenze basilari sulla
narcoanalisi e sull'ipnositerapia (capp. 13, 14, 15, 16, 17).
Peraltro, l'induzione fatta in subnarcosi presenta i seguenti vantaggi:
1. La condizione di coscienza, propria della subnarcosi, permette, di fatto, d'indurre ipnosi con molto
maggior facilit e rapidit d quanto non permetta la coscienza dello stato di veglia. Una prima
induzione ipnotica con l'ausilio dei narcotico limitata sempre nello spazio di mezz'ora circa,
mentre Brenman e Gill scrivono che per indurre una ipnosi profonda in un nevrotico sono
necessarie pi sedute, da cinquanta minuti a un'ora e mezzo ciascuna, ed Erickson sostiene che in
alcuni casi il successo ottenuto dopo pi sedute, che possono durare anche tre - quattro ore!

2. Per medici principianti nell'ipnotismo, timorosi dell'insuccesso e dello smacco di fronte al malato
di un'induzione fallita, la condizione di subnarcosi indotta dal barbiturico, con le sue possibilit di
coscienza e di amnesia, offre sempre il modo di salvare il proprio prestigio. E questa tranquillit, a
volte, tale da potenziare di per s le possibilit ipnotiche dell'operatore stesso.

3. Soffermandoci infine sul rapporto interpersonale che si stabilisce con l'induzione narcoipnotica, si
pu osservare come la combinazione della subnarcosi con l'ipnosi dia al terapeuta la possibilit
immediata di adattare la cura alle reazioni del soggetto, dirigendola e improntandola, secondo le
necessit del momento, o verso il processo regressivo intenso della narcosi, o verso quello pi
graduale dell'ipnosi, che permette ai meccanismi difensivi della personalit di rivelarsi
nell'adattamento, ma anche nelle eventuali resistenze.

Sin qui le tecniche d'induzione di trance e del suo approfondimento. Resta ora da precisare il modo di
servirsi di una trance a scopo terapeutico, descrivendo partitamente le principali tecniche specialistiche
per curare le malattie che possono essere trattate con l'ipnosi.
Nella parte quarta accenneremo a questi metodi e ad essi rimandiamo il lettore. Praticamente ogni
malattia potrebbe richiedere trattazioni particolareggiate di ipnositerapia. Alla base di questa sta per la
conoscenza dell'impostazione generale dell'ipnotismo in terapia, con le sue regole e i suoi principi
inderogabili, l'esatta cognizione di ci che si pu e di ci che non si deve mai fare in ipnosi.
Impiegheremo perci la parte terza, che segue, per specificare le modificazioni psichiche, somatiche e
viscerali che si possono ottenere con l'ipnotismo; per trattare a fondo la fisiologia e la patologia di questo;
per illustrare l'intimo meccanismo di produzione e di azione dell'ipnosi, su cui gi ci siamo soffermati
facendone la storia, nella prima parte.
Dalle cognizioni ricavate seguiranno corollari utili per le cure specialistiche e canoni per quell'ipnotismo
specializzato che ci auguriamo di vedere fiorire non sul fondamento di un empirismo artistico, ma su
quello di un metodo sempre pi rigorosamente scientifico.

Potrebbero piacerti anche