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GOURMET

Piccoli mestieri

che scompaiono
Testo e foto di Paolo Armela

A NETRO, IN VALLE ELVO, C UN MULINO DEL 1700 CHE MACINA, ANCORA OGGI, AD ACQUA
VECCHIE VARIET DI MAIS PIEMONTESI, COLTIVATE NEI TERRENI DI ROSANNA MARTINETTO
rendere unica lItalia
nel mondo sono le tante piccole realt artigianali sopravvissute
al trascorrere dei secoli, quei mestieri antichi che, se
non fosse per la passione di
qualche tenace produttore indipendente, sarebbero sicuramente destinati a scomparire
inghiottiti dalla modernit. Noi,
di Master Meeting, sempre alla
ricerca della particolarit, della
chicca rara, ne abbiamo scovato uno che vale proprio la pena
di conoscere. in Piemonte, a
Netro, in Valle Elvo, ed il mulino ad acqua di Rosanna Martinetto.
Il nostro viaggio parte da Mila-

A
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no, dopo una settimana di pioggia incessante. Ci avventuriamo


sulle colline biellesi con la promessa di qualche squarcio di
sole, rasserenati dal verde irlandese del paesaggio. La prima
sosta del nostro itinerario al
santuario di Graglia, dedicato
alla Madonna di Loreto e tipico
esempio di barocco piemontese
secentesco. La costruzione
veramente notevole per lariosa
maestosit della cupola che si
eleva a 38 metri e racchiude affreschi e tele che risalgono al
Settecento. Il sito ci regala uno
splendido colpo docchio sulle
colline sottostanti e le risaie
che, in lontananza, specchiano i
raggi del sole.

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Le mucche del mulino al pascolo: la pezzata rossa di Oropa il bovino tipico


di questa zona

Il Mulin d la Sareja lultimo mulino


ad acqua del Piemonte, nei boschi di
Netro, sulle rive del torrente Ingagna.
La grande ruota esterna in legno
d il movimento alla vecchia macina
in pietra che produce la farina
con cui si prepara la polenta,
uno dei piatti tradizionali del biellese

Il nostro percorso sulla morena


biellese ci porta poi a Netro,
nellalta valle dellElvo, dove
abbiamo appuntamento con la
mugnaia Rosanna Martinetto,
erede di una tradizione millenaria. Lacqua della Cereja (Sareja) ha permesso lo sviluppo,
in questa zona, di un centro
metallurgico celebre gi in epoca preromana ed il mulino di
Rosanna occupa proprio la sede di unantichissima fonderia,
in attivit da prima del 500.
Per raggiungerlo svoltiamo a
sinistra poco prima di Netro e
scendiamo su una strada stretta ma ben asfaltata, in mezzo a
un bosco di faggi e castagni fino a raggiungere il fondovalle.
Lasciata la macchina veniamo
accolti da tre simpatici amici a
quattro zampe, un bassotto e
due meticci. Rosanna e Gio-

vanni ci vengono incontro sorridenti e ci offrono una tazza di


caff, accompagnata da ottimi
pasticcini prodotti con la farina
di castagne locali, macinate in
un piccolo mulino centenario.
Dopo il caff, accettiamo volentieri anche un bicchierino di
grappa, resa amabile da spighe
di riso in infusione, mentre
ascoltiamo da Rosanna la storia del mulino, lultimo ad acqua ad essere rimasto in funzione in Piemonte, e segnalato
da importanti guide gourmet
come La strada del gusto, Il
buon Paese dello Slowfood
Arcigola e I segreti del gusto
in origine il mulino apparteneva al mio trisnonno, racconta
Rosanna, 59 anni, capelli rossi,
un vulcano di vitalit, anchio
come i miei genitori, ho voluto
portare avanti la tradizione di
famiglia, perch non sono mai
riuscita ad immaginarmi in uno
spazio chiuso. Amo la natura e
gli animali, mi piace andar per
funghi, raccogliere le ajucche
(tipiche erbette del biellese) e
la frutta con cui preparo le
marmellate di prugne, fragole e
ciliegie. Rosanna ci racconta
che, per macinare, usa la tecnica di un tempo, coltivando due
vecchie variet di mais piemontese: nostrano dellisola,
e pignoletto. Ne produco
circa 500 quintali allanno e la
mia polenta adatta anche ai
celiaci, ci spiega, vendo inol-

Rosanna Martinetto
allinterno del mulino

tre farina bianca, integrale e il


preparato per la polenta taragna con farina di mais e grano
saraceno.
Prima di recarci, al mulino, la
padrona di casa ci mostra lantica fonderia di falci da lavoro,
oggi adibita a rimessa dei trattori, spiegandoci che Netro, un
tempo, era specializzata proprio nella lavorazione del ferro
e nella produzione artigianale
di attrezzi da lavoro.
Poco sopra lantica fonderia, si
erge maestoso il mulino in pietra. Il sole ha vinto decisamente la sua battaglia ed uno
spettacolo vedere, allapertura
della roggia, lacqua che irrompe sulla ruota azionandola in
unesplosione di spruzzi.
La macina ruota veloce e il
mais viene frantumato e scende, trasformato in farina dorata, nei sacchi che, mano a mano, vengono pesati e sigillati.
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Le antiche macine e le pannocchie, simbolo di una sussistenza povera,


ora testimoni di un prodotto di alta qualit

Una visione di confortante abbondanza di altri tempi.


La nostra visita prosegue verso
la stalla dove Rosanna tiene alcune vacche, degne rappresentanti della pezzata rossa di
Oropa. Vista la mitezza del pomeriggio, le simpatiche bestiole
vengono fatte pascolare nel prato, ben sorvegliate da Pulcino
limplacabile bassotto di casa.
pomeriggio inoltrato ed venuto il momento di accomiatarci dal mulino e dai suoi abitanti, non senza aver fatto una
buona provvista di ottima farina da polenta. Prima di tornare
a Milano, decidiamo di prolungare di un altro po la nostra
piccola gita nel biellese. Ci dirigiamo verso il santuario di
Oropa, che, dallalto medioevo
(IV secolo) il cardine fondamentale del culto mariano
nellarco alpino. Lo scenario
estremamente suggestivo. Siamo infatti a 1200 metri di altitudine. La neve ancora presente poco sopra limponente
complesso settecentesco della
foresteria, pi assimilabile ad
una reggia sabauda che allantico eremo primitivo. La basilica
antica, piccola chiesa romanica
del XII secolo, che ospita la
statua della Madonna Nera,
sembra quasi galleggiare nel fasto barocco dello Juvarra e del
Guerini, e commuove per la
sua semplicit. Di fronte allimmagine di Maria, che la tradi106 5 2010 | www.mastermeeting.it

zione vuole sia stata portata


dalla Palestina dal vescovo Eusebio perch sfuggisse alla persecuzione degli ariani, non si
pu fare a meno di riflettere
sul conforto che la fede ha offerto a centinaia di generazioni
e non solo piemontesi e valdostane.
Motivati da aspirazioni pi terrene, scendiamo verso la collina. Ci attira un simpatico Bed
&Breakfast, La Corte, a SantEurosia, frazione di Pralungo,
poco pi a valle.
Il panorama sulle colline e sulla pianura biellese che si gode
da qui fantastico e ne abbiamo unulteriore conferma la
mattina successiva, dopo lottima colazione che ci prepara
Daniela Berera. La costruzione,

recentemente restaurata e circondata da un meraviglioso bosco di castagni, arredata con


mobili depoca pavimenti in
parquet e pietra, camini e ci
offre un alloggio confortevole e
accogliente.
Adeguatamente rifocillati, accogliamo il suggerimento dei
proprietari di avventurarci fino
a Biella, che si trova a soli 10
chilometri dove, la sera, ceniamo al ristorante La Lira in via
Repubblica 63. Il tavolo disponibile dopo le 21:30 ma noi
aspettiamo stoicamente. Daltra parte sabato sera.
Lattesa ci premia con la cortesia e la professionalit del personale ma, soprattutto, con la
qualit e loriginalit della cucina. Per gli amanti del buon bere, c anche uneccellente carC.M.
ta dei vini.
Giovanni,
Rosanna, i loro
cani e le
vacche: una
preziosa
scheggia del
vej Piemunt

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