Sei sulla pagina 1di 3

Capitano del genio navale Antonio Marceglia, Capitano di

Corvetta Luigi Durand de la Penne, Secondo Capo Emilio Bianchi,


Tenente Armi Navali Vincenzo Martellotta, Marinaio scelto Spartaco
Schergat, Marinaio scelto Mario Marino. Questi sei uomini, con il solo
ausilio delle loro forze e di alcuni ritrovati tecnologici di incredibile
concezione ma drammaticamente soggetti a malfunzionamenti e
guasti, compirono una mirabolante impresa che fece fremere di rabbia
e ammirazione la forza navale pi forte del mondo, quella dellimpero
britannico. Erano volontari nel corpo di assaltatori subacquei
conosciuto come Decima Mas (dallacronimo Motoscafo Armato
Silurante e, successivamente, legato al loro motto Memento Audere
Semper) della Regia Marina Militare. Addestrati ad agire di notte, in
acqua, a forzare le difese dei porti militari e applicare cariche esplosive
sotto il ventre delle navi bersaglio. Operavano in piccoli gruppi che mai
superarono i dieci elementi, solitamente suddivisi in coppie a bordo di
piccoli natanti esplosivi (che lanciavano contro il fianco delle
imbarcazioni tuffandosi poco prima dellimpatto) o a dorso di siluri
gergalmente chiamati maiali, con i quali, dotati di tute da immersione
quanto pi comode la tecnologia dellepoca poteva permettere, si
immergevano nelle buie acque portuali per raggiungere le carene da
minare.
Presso Alessandria dEgitto, era dislocata la Flotta Mediterranea delle
forze Alleate, reduce dagli scontri con la Marina Militare italiana,

sonoramente battuta e resa incapace di contendere la supremazia sul


prezioso tratto di mare che separa lEuropa dalle coste dellAfrica
Settentrionale, luogo degli scontri conosciuti come La guerra del
deserto fra lAsse e gli Alleati. Nella notte tra il 18 e 19 Dicembre del
1941, il sottomarino Scir, comandato da Juno Valerio Borghese in
persona si port al limite della linea difensiva del porto, composta da
mine galleggianti dove liber dagli ancoraggi posti sulle fiancate, i tre
siluri SLC con i quali gli incursori si avvicinarono silenziosi come
fantasmi ai loro obiettivi: la corazzata ammiraglia Queen Elisabeth e la
gemella Valiant, un terzo bersaglio, scelto dopportunit sul momento
fu la grande nave cisterna norvegese Sagona. Il raid si svolse non privo
di problemi, primo fra tutti la difficolt di operare in acque gelide di
notte ma tutte e tre le navi furono minate. Le difficolt per gli
assaltatori non erano comunque finite, la parte pi complessa veniva
ora: fuggire sia dalle esplosioni imminenti che dalla sorveglianza
nemica, allarmata dalle manovre di emersione e dai rumori provocati.
Furono tutti catturati, nessuno escluso. Alle 05.58 esplose la carica
posta sotto la nave cisterna, il cui equipaggio si salv perch de la
Penne, catturato, avvis (allultimo momento, pur essendo stato
rinchiuso chiuso nel ventre della nave da lui stesso minata) degli
intenti del raid e della necessit di evacuare le navi. Alle 06.05 segu la
deflagrazione che danneggi seriamente la Valiant, anche in questo
caso non vi furono perdite umane. Lultima detonazione avvenne alle

06.16, sulla Queen Elisabeth che riport danni gravissimi e otto marinai
uccisi. Sei uomini fecero pi danni dellintera flotta italiana dallinizio
della guerra, quella notte. Come scrisse il guardiamarina Wade,
testimone oculare: Pensavamo che la marina italiana fosse antiquata
e inefficiente dovemmo ricrederci e riconoscere il coraggio e
lingegno dei suoi uomini.
Un successo incredibile frutto delladdestramento, della volont di ferro
e del coraggio degli incursori della XMAS. Nel prossimo articolo
entreremo nei dettagli della storia di questo famigerato corpo militare.

Potrebbero piacerti anche