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utilizzano la DNA ligasi. Ne esistono diversi tipi, che intervengono nei processi di
duplicazione, riparazione o ricombinazione del DNA, ma funzionano sempre allo stesso
modo, catalizzando la formazione di legami fosfodiesterici tra i nucleotidi, utilizzando l'ATP
come cofattore.
Individuare sequenze specifiche di basi: Per verificare se un frammento di DNA contiene la
sequenza di basi che ci interessa basta metterlo a contatto con una sonda, ovvero un
frammento complementare di DNA. Se la sequenza interessante presente si appaia con
la sonda. Il processo per cui due filamenti singoli di DNA dalle sequenze di basi
complementari si appaiano detto ibridazione del DNA. Il tempo necessario all'ibridazione
aumenta con la lunghezza dei frammenti interessati. L'ibridazione, oltre che tra due
filamenti di DNA, pu avvenire tra due filamenti di RNA e tra un filamento di RNA e uno di
DNA. Nel caso dei due filamenti di DNA bisogna prima separare i due filamenti; per farlo
basta riscaldare il campione a 95 C, la temperatura a cui avviene la denaturazione del
DNA. Dopodich viene aggiunta la sonda e il campione raffreddato per consentire
l'ibridazione. Le sonde che non hanno reagito vengono eliminate; esse si individuano
marcandole o modificandole chimicamente, per esempio in modo da colorarle, o con
fosforo radioattivo. Le sonde si possono produrre o da DNA gi esistente in natura,
marcando la sequenza che interessa e denaturando il DNA, o costruendole in laboratorio. Il
primo a farlo stato, nel 1965, il premio Nobel Khorana; ma pochi anni dopo il processo
stato automatizzato e oggi le macchine possono produrre filamenti di pi di un milione di
basi. Per gli scopi che ci interessano per bastano degli oligonucleotidi, formati da poche
centinaia di basi. Il DNA sintetico prodotto artificialmente, ma il materiale chimico
utilizzato lo stesso del DNA naturale, e quindi essi sono perfettamente identici e
funzionano allo stesso modo. L'ibridazione non funziona bene sui frammenti di DNA
immersi nel gel di agarosio: in questi casi bisogna ricorrere alla tecnica del Southern
Blotting (assorbimento, dal nome di un biologo). Sul gel viene applicata una carta
assorbente e una membrana; i frammenti di DNA attraversano per capillarit la carta
assorbente e si trasferiscono sulla membrana, pronti per ibridarsi alle sonde. Questa
tecnica molto usata per le ricerche nelle biblioteche di DNA.
Copiare il DNA: Per poter lavorare su campioni che contengono quantit molto ridotte di
DNA bisogna duplicarlo, inserendolo all'interno di una cellula ospite, che generer a ogni
divisione copie del frammento di DNA che interessa. L'enzima che duplica il DNA, la DNA
polimerasi, pu essere usato in provetta. Essa utilizza come stampo una molecola di DNA a
filamento singolo, che nella cellula ottenuta dalla separazione dei due filamenti di DNA, e
in provetta deve essere inserita gi pronta. Poich la DNA polimerasi non pu creare un
frammento complementare ex novo, ma solo allungarne uno gi iniziato, nella provetta
devono essere inseriti anche degli oligonucleotidi che fungono da molecole d'innesco
(primers): si legano al filamento di DNA e dall'estremit 3' la DNA polimerasi aggiunge le
altre basi complementari. E' anche possibile sintetizzare DNA da uno stampo di RNA
utilizzando l'enzima trascrittasi inversa, esclusivo dei retrovirus come l'HIV che possiedono
un filamento di RNA: si ottiene DNA complementare (cDNA) a partire da RNA messaggero
(mRNA). Se si lavora su un organismo eucariota, l'mRNA viene prima sottoposto a splicing:
gli introni (sequenze non codificanti) vengono eliminati, e gli esoni (sequenze codificanti)
saldati fra loro. E' utile studiare un gene gi sottoposto a splicing quando una cellula
batterica, che non equipaggiata per lo splicing, deve produrre una proteina a partire da
un gene eucariotico: cos che stato possibile far produrre ai batteri l'insulina umana.
Amplificare il DNA: la PCR: Negli anni '80 Mullis intu come innescare una reazione a catena
della polimerasi (PCR), usando la DNA polimerasi, i primers e una molecola di DNA stampo.
Per innescare la PCR, due primers si ibridano alle estremit dei due filamenti della
molecola di DNA stampo; per fare avvenire la reazione a catena, una macchina sottopone
la miscela a dei cicli di temperatura. La miscela viene riscaldata per denaturare il DNA, poi
lasciata raffreddare per far ibridare i primers e far funzionare la polimerasi; poi il ciclo si
ripete con i due filamenti ottenuti e cos via. Le alte temperature rischiano di danneggiare
gli enzimi; quindi si usa DNA polimerasi di batteri termofili, che vivono in ambienti come i
geyser e le bocche termali. Con queste polimerasi il processo pu essere automatizzato.
Sequenziare il DNA: Conoscere la sequenza di basi di un gene consente di capire la
struttura della proteina codificata da quel gene. Per sequenziare il DNA adesso vi sono
procedimenti in vitro molto pi rapidi di quelli completamente chimici di una volta. Si
usano dei nucleotidi modificati, i terminatori, che non appena sono appaiati alla base
4 Il clonaggio e la clonazione
Il clonaggio, o clonazione molecolare, la produzione di copie di una certa molecola. Il
termine clone in questo caso si pu riferire a un gene, a una sequenza di nucleotidi o a una
colonia di cellule identiche che contengono il frammento di DNA clonato. Tutte le
applicazioni delle tecnologie del DNA ricombinante sono possibili grazie al clonaggio, che
non va confuso con la clonazione, la produzione di organismi geneticamente identici a
quello di partenza.
Clonaggio del DNA: Il clonaggio di un frammento di DNA indica in genere il suo inserimento
all'interno di una cellula in modo che essa, duplicandosi, copi anch'esso. Questo processo
possibile grazie a una molecola di trasporto detta vettore. Il primo clonaggio fu realizzato
da P. Berg (Nobel per la chimica nel 1980) nel 1972. Si possono usare vari tipi di vettori di
clonaggio. Per il clonaggio nelle cellule batteriche si usano soprattutto plasmidi, piccole
molecole circolari di DNA con un'origine della replicazione; ma alcuni plasmidi possono
essere usati anche per inserire DNA esogeno in organismi pi complessi, come quelli
dell'Agrobacterium tumefaciens, batterio che infetta certe variet di piante producendo
tumori benigni (galle del colletto) inserendo parte del plasmide (il T-DNA) nelle cellule
dell'ospite. Anche i virus vengono usati come vettori per le cellule eucariotiche, poich
conservano la capacit di introdurre il proprio acido nucleico in una cellula ospite anche se
il DNA virale stato sostituito con un altro. Altrimenti si usano cromosomi artificiali
costruiti inserendo DNA esogeno in un plasmide di Escherichia coli (BAC) o del lievito
Saccharomyces cerevisiae (YAC); quest'ultimo anche capace di riconoscere i meccanismi
di regolazione tipici degli eucarioti. Esistono anche vari modi per inserire del DNA in una
cellula ospite senza usare vettori: le microiniezioni con sottili aghi di vetro, le pistole per
geni, che lo sparano su speciali pallottole di tungsteno (questa tecnologia pi efficace
con le cellule vegetali per le loro maggiori dimensioni, ma si pu applicare anche alle
cellule animali); tuttavia si sfrutta soprattutto la capacit delle cellule di inglobare il DNA
esogeno se stimolate adeguatamente (con calore o campi elettrici). Le tecniche di
trasferimento sono relativamente inefficienti, e quindi solo una percentuale ridotta delle
cellule ospiti incorpora il DNA esogeno. Per riconoscere le cellule trasformate si usa un
gene marcatore, che conferisce un fenotipo riconoscibile alla cellula ospite come la
resistenza ad un certo tipo di antibiotico, un particolare colore o enzima o la fluorescenza.
Per determinare se il frammento interessante davvero presente nel vettore di DNA si
usano analisi come l'ibridazione con una sonda, la PCR con i primers appropriati o il
sequenziamento del plasmide ricombinante. Riepilogando, per clonare una molecola di
DNA essa viene tagliata con gli enzimi di restrizione; poi viene messa in corrispondenza di
plasmidi tagliati con gli stessi enzimi e contenenti un gene di riconoscimento, e della DNA
ligasi. I plasmidi cos ottenuti vengono amplificati tramite PCR e inseriti nelle cellule ospiti;
in base al gene di riconoscimento si selezionano le cellule che hanno incorporato i plasmidi
e si fanno riprodurre. Infine si isola il DNA plasmidico dalle colonie cos ottenute per
verificare se esso contenga davvero il frammento di DNA di interesse; la DNA ligasi infatti
pu anche ricomporre il plasmide senza inserirci il DNA esogeno.
Biblioteche di DNA: Un'applicazione della clonazione di DNA la creazione di biblioteche di
DNA o biblioteche geniche: l'intero genoma di un organismo viene digerito dagli enzimi di
restrizione e inserito attraverso plasmidi in cellule ospiti. Queste biblioteche si possono
usare come fonti di informazioni anche se per trovare un gene bisogna cercare in tutta la
biblioteca: quindi, volendo studiare solo i geni espressi in un certo tessuto, conviene
realizzare biblioteche di c-DNA, generate con la trascrittasi inversa a partire dall'm-RNA
trovato in un tessuto o nell'intero organismo, che saranno prive dei tratti non codificanti e
dei geni non espressi.
Clonare organismi complessi: La clonazione si applica sia a complessi organismi
pluricellulari che agli unicellulari. La mitosi un esempio di clonazione, ed cruciale per
qualunque organismo il cui genoma sia stato modificato attraverso l'ingegneria genetica
detto OGM. Gli scopi dell'ingegneria genetica sono vari: tra i pi comuni la comprensione
della funzione di un determinato gene. Ad esempio, per verificare se i geni omeotici
svolgono un ruolo importante nello sviluppo dei topi sono stati prodotti individui nei quali
cui essi non funzionavano. Un altro scopo far produrre ad un organismo la proteina
codificata dal trangene: cos ad esempio stato creato il Golden Rice che contiene
maggiori quantit di -carotene; altrimenti si mira a rimuovere o inibire l'attivit di un
gene che svolge una funzione non richiesta. In ogni caso, il gene viene individuato e
inserito in un plasmide per poi essere clonato e manipolato con l'aggiunta di segnali
regolatori per l'organismo ricevente. In particolare vengono inseriti un promotore che
permette la trascrizione del transgene e, se si ha la necessit di temporizzarne
l'espressione, uno strumento come l'operone lac di Escherichia coli, che permette al gene
di essere trascritto solo quando il lattosio si lega alla proteina che fa da repressore
dell'operone; in assenza di lattosio, il transgene non sar espresso. Quando il vettore con il
transgene pronto si inserisce nell'organismo ricevente. Le tecniche pi semplici come la
trasformazione prevedono il trasferimento di tutto il DNA transgenico in una singola cellula
e quindi sono ottimali se il ricevente unicellulare. Fare in modo che un transgene sia
espresso da pi cellule di un organismo pluricellulare pi complicato.
L'ingegneria genetica applicata agli animali: L'ingegneria genetica sulle piante pi
agevole e pi diffusa perch si pu rigenerare una pianta intera a partire da una sua parte;
per generare un animale adulto invece abbiamo bisogno di una cellula uovo fecondata o di
cellule dei primi stadi di sviluppo embrionale. Nel primo caso si inietta il frammento di DNA
nello zigote attraverso una micropipetta: si parla di microiniezione di uova fecondate. Non
tutte le cellule sopravvivono e non tutte incorporano il DNA transgenico, quindi la
procedura viene ripetuta pi volte per aumentare le probabilit di successo. Quindi lo
zigote viene impiantato in una madre sostitutiva che porta a termine la gestazione, e alla
nascita l'animale transgenico viene esaminato per determinare se contiene effettivamente
il gene d'interesse. Con questo metodo l'Universit Statale della Virginia ha prodotto maiali
transgenici che contengono il gene umano per il fattore VIII che manca ai pazienti affetti
da emofilia A; essi permettono di produrne grandi quantit. Leder e Stewart hanno
utilizzato le microiniezioni per produrre l'oncotopo, un ceppo di topi che contiene un gene
umano coinvolto nell'insorgenza del tumore al seno, che ha dato un grande contributo allo
studio dell'origine e dello sviluppo delle malattie tumorali. I topi trangenici sono usati in
tutto il mondo per studiare come combattere il cancro. Con la tecnica della microiniezione
il transgene pu inserirsi ovunque nel genoma. Se invece si vuole inserirlo in un punto
specifico, per esempio al fine di rimpiazzare un allele con un altro, si usano le cellule
staminali embrionali ES, derivate dalle prime divisioni dello zigote. Esse vengono fatte
crescere in coltura, mentre il transgene viene manipolato e inserito in un vettore che
contiene anche un gene marcatore. Il vettore viene inserito nelle cellule ES, e l'inserimento
del transgene nel DNA ospite avviene per ricombinazione tra sequenze omologhe dal
momento che il gene manipolato e il genoma della cellula ospite hanno sequenze in
comune. Dopodich grazie al gene marcatore si selezionano le cellule che hanno
incorporato il transgene e analizzate per assicurarsi che il nuovo allele sia al posto giusto.
Le cellule ES ingegnerizzate vengono quindi inserite in embrioni precoci di topo che
vengono impiantati in madri sostitutive. Per facilitare l'identificazione dei topi che hanno
incorporato le cellule ES si inseriscono cellule provenienti da topi marroni in embrioni di
topi bianchi; le chimere (che discendono da due linee di genitori) avranno il pelo a chiazze
bianche e marroni. Incrociando topi i cui tessuti riproduttivi discendono dalle cellule
ingegnerizzate si ottengono individui completamente transgenici. La tecnologia della
sostituzione genica permette di produrre i topi knockout, importanti per lo studio delle
funzioni dei nuovi geni che vengono scoperti e anche per lo studio delle malattie umane,
dato che il genoma umano e quello del topo sono per l'80% simili. Nei topi knockout il
gene d'interesse viene messo fuori combattimento: con questo processo, per esempio,
degli scienziati di Harvard hanno dimostrato il ruolo cruciale di un gene nell'insorgenza di
arresto cardiaco precoce ereditario.
8 Il ruolo dell'RNA
La tecnologia antisenso: Per silenziare l'espressione di un gene si pu usare la tecnologia
antisenso, che ricorre a oligonucleotidi naturali o artificiali di DNA o RNA con sequenze
complementari a quella dell'mRNA trascritto dal gene bersaglio; essi si legano a tale mRNA
impedendone la traduzione in proteina. L'ibrido cos formato viene poi denaturato da
appositi enzimi. Si stanno cercando cure basate su questa tecnologia a malattie come
l'AIDS, i tumori, la talassemia, le malattie di natura infiammatoria.
La RNAi: L'interferenza dell'RNA (RNAi) un processo naturale che equivale alla tecnologia
antisenso, di cui le cellule si servono per la regolazione post-trascrizionale o la difesa da
infezioni virali. Il primo indizio della sua esistenza fu scoperto da Napoli e Jorgensen
analizzando delle anomalie fenotipiche della petunia, ma il suo funzionamento fu spiegato
da Fire e Mello che poi hanno vinto il Nobel per la medicina nel 2006. Il processo inizia con
un riconoscimento antisenso; la molecola a doppia elica prodotta viene tagliata
dall'enzima Dicer in oligonucleotidi detti siRNA (small interfering RNA) che formano un
RISC, ovvero un complesso di silenziamento indotto dall'RNA che contiene la proteina
Argonauta. Il processo finisce in molti casi con la degradazione dell'mRNA bersaglio. Si
conosce bene il funzionamento della RNAi nelle piante, mentre se ne sa poco per quanto
riguarda i mammiferi, nei quali comunque sicuro che esista. Per entrambe le sue funzioni
attrae l'attenzione dei ricercatori. I suoi usi sono vari: oltre ad essere un metodo per il
knockout e quindi per le ricerche nel campo della genomica potrebbe essere utilizzata
contro l'insorgenza di malattie come tumori, vari tipi di epatite e malattie degenerative
come il morbo di Huntington. Per quanto riguarda le biotecnologie agricole la RNAi si usa
per limitare la produzione di tossine da parte di piante commestibili. In altri casi l'mRNA
inibito senza essere degradato. Questo processo si basa talvolta sui microRNA.
I microRNA: Sono RNA formati da una ventina di basi contro le diverse decine dei tRNA e
degli mRNA e le migliaia degli rRNA pi grossi. Come gli siRNA hanno funzioni di
regolazione dell'espressione genica e si trovano di norma negli eucarioti. Funzionano come
RNA antisenso, riconoscendo l'mRNA perfettamente o solo in parte. Sono molto
interessanti sia in medicina, dove le ricerche che li riguardano vanno dalle terapie
antitumorali alla cura delle patologie cardiache a interventi sull'obesit e su disturbi
genetici, che in altri campi. Sono prodotti da un meccanismo simile nella prima parte a
quello della RNAi, poi differente. Le loro modalit di silenziamento sono varie, ma
fondamentalmente vi sono due alternative: se l'appaiamento completo l'mRNA di solito
degradato, se parziale il complesso impedisce la trascrizione dell'mRNA che per resta
potenzialmente attivo nel citoplasma. Comunque il meccanismo porta all'accensione o allo
spegnimento di un gene molto pi rapidamente di altre forme di regolazione. Sia i miRNA
che la RNAi hanno scardinato il dogma centrale della biologia molecolare secondo il quale
l'unica funzione dell'RNA era quella di intermediario tra DNA e proteine. Inoltre tali
scoperte hanno portato all'ipotesi del mondo a RNA, secondo la quale le prime forme
viventi erano basate su questo acido nucleico.
I ribozimi e i riboswitch: Un ribozima una molecola di RNA che possiede attivit catalitica;
anch'essi sono un punto importante nell'ipotesi del mondo a RNA. Fino agli anni '80 si
credeva che gli enzimi fossero solo proteine, anche se alcuni avevano ipotizzato l'esistenza
dei ribozimi. Si scoperto che ne esistono decine di tipi diversi, e sebbene abbiano minore
efficienza rispetto ai comuni enzimi, sono coinvolti in processi molto importanti; ad
esempio, la parte pi attiva dei ribosomi costituita dai loro RNA e non dalle proteine a
loro legate. La maggior parte dei ribozimi conosciuti in natura coinvolta in attivit di
regolazione dell'espressione genica, ma in laboratorio si possono produrre ribozimi
progettati per compiti specifici. Tuttavia questi studi hanno portato finora solo ad una
possibile terapia contro l'HIV; i ribozimi sono particolarmente utili contro i virus a RNA
perch spesso hanno comportamento autocatalitico, cio agiscono su s stessi o su altre
molecole di RNA. Inoltre sono in genere pi semplici degli enzimi proteici e quindi pi
facile trattarli e prevederne il comportamento.
I riboswitch (interruttori a RNA) sono brevi sequenze oligonucleotidiche presenti nell'mRNA
che sono in grado di legarsi a specifiche molecole effettrici; tale legame pu aumentare
l'attivit dell'mRNA o ridurla, facendogli produrre di conseguenza una maggiore o minore
quantit di proteina. Gli oligonucleotidi e gli oligopeptidi in grado di riconoscere un ligando
si chiamano attameri e quindi un riboswitch si pu considerare un attamero che regola
l'espressione di un dato mRNA. Si tratta comunque di una regolazione post-trascrizionale e
quindi molto rapida. Si conoscono circa una ventina di riboswitch, sensibili a differenti
molecole. L'ingegneria genetica inserisce i riboswitch nell'mRNA per renderlo sensibile ad
un elemento regolativo, oppure cerca di individuare i riboswitch presenti in un dato gruppo
usare gli anticorpi monoclonali MAb, che in questo caso attaccano solo i linfociti T
che aggredirebbero l'organo trapiantato riconoscendolo come non-self; i MAb
provocano una significativa attenuazione del rigetto rispetto ai trattamenti
tradizionali. Essi sembrano una cura promettente anche per le malattie autoimmuni, in cui il sistema immunitario attacca i tessuti del proprio corpo causandone
la degenerazione.
Terapie anticancro Le conoscenze fornite dalle biotecnologie sulle basi genetiche
della crescita e del differenziamento cellulare hanno permesso un certo progresso
nelle terapie anticancro. I geni che si occupano di tali processi, mutando, possono
diventare oncogeni, cio geni che favoriscono la formazione di un tumore; le
proteine che essi producono si possono disattivare con i MAb o con tipi di RNA con
funzione regolativa. Il DNA contiene anche gli oncosoppressori, che impediscono la
crescita tumorale; se essi vengono inattivati, molto probabile che la cellula da
sana diventi cancerosa. Con la manipolazione genica si potrebbe fare in modo che
essa torni ad esprimere gli oncosoppressori oppure renderla pi sensibile ai farmaci.
Con i vaccini anticancro si pu aumentare la capacit degli antigeni tumorali di
stimolare il sistema immunitario, o insegnare a quest'ultimo come riconoscere il
tumore (non-self). Altre terapie usano piccole proteine endogene (le interleuchine o
il fattore di necrosi tumorale TNF) per stimolare la risposta immunitaria, o composti
naturali come l'endostatina per privare le cellule tumorali dei nutrimenti provenienti
dal sangue.
Medicina rigenerativa Il corpo umano possiede molti strumenti per riparare i
danni subiti, ad esempio il fegato pu rigenerare fino al 50% della sua massa. Uno
di questi strumenti sono le cellule staminali; importanti sono anche i fattori di
crescita, molecole proteiche che promuovono crescita e divisione cellulare e in
alcuni casi guidano la specializzazione delle cellule. L'iniezione di fattori di crescita
pu portare alla chiusura di ferite e alla rigenerazione di tessuti danneggiati, e per
la loro natura proteica semplice produrli su larga scala e quindi usarli nella
terapia.
Ingegneria dei tessuti L'ingegneria dei tessuti la fusione di biologia molecolare e
scienze dei materiali, e consente di produrre tessuti semisintetici in laboratorio,
composti da materiale biodegradabile su cui vengono fatte crescere le cellule. La
forma pi semplice di tessuto ingegnerizzato utilizza come supporto materiali
naturali come il collagene; ad esempio stata prodotta una pelle a due strati
ottenuta con un gel di collagene e dei fibroblasti, che producono la matrice
extracellulare del tessuto connettivo; crescendo essi vanno a costituire il derma, su
cui viene posto uno strato di cheratinociti che formano l'epidermide. Il metodo pi
complesso invece usa supporti di polimeri sintetici su cui vengono messe le cellule
coltivate in laboratorio; i supporti sono fatti in modo da guidare lo sviluppo corretto
del tessuto. Una volta impiantato, le cellule adiacenti, stimolate da fattori di
crescita, invadono il supporto che viene poi degradato e riassorbito.
Produzione di vaccini Fin dall'Ottocento si usano i vaccini per prevenire le
malattie: esponendo il nostro corpo a microrganismi morti o vivi ma dalla virulenza
attenuata (ad esempio col calore), esso avr una quantit di anticorpi sufficiente a
difendersi da un attacco dello stesso agente patogeno. Tale immunit pu durare
per sempre o per un periodo limitato, e quindi dover essere rinnovata. Tuttavia
questo metodo presenta effetti collaterali, come reazioni allergiche, dolore e febbre;
produrre i vaccini costoso, ed essi devono essere assunti con un'iniezione,
rendendo necessarie delle misure igieniche; inoltre, nonostante siano molto rari i
casi in cui essi abbiano scatenato la malattia che dovevano prevenire, pu essere
pericoloso produrli contro malattie letali. In questi casi si pu fare ricorso
all'ingegneria genetica. In futuro, grazie alle biotecnologie, potrebbero diffondersi
dei vaccini commestibili, che non richiederebbero iniezioni ne' conservazione a
basse temperature, e quindi sarebbero adatti per la diffusione nei Paesi in via di
sviluppo.
La terapia genica:
Oncogeni e oncosoppressori:
Nuovi tipi di vaccini:
Gli anticorpi monoclonali: La tecnica dei MAb molto potente, sia come strumento di base
sia per le applicazioni mediche; essa utilizza, tra le tante cellule del sistema immunitario
che insieme identificano e eliminano le sostanze estranee presenti nel nostro corpo, i
linfociti B che producono gli anticorpi, molecole proteiche che riconoscono in modo
specifico le sostanze estranee. In laboratorio importante disporre di tali anticorpi, ma per
riconoscere un antigene serve una grande quantit dell'anticorpo specifico, e non si riesce
a coltivare in vitro i linfociti B. Alla met degli anni '70 sono stati sintetizzati in laboratorio
degli anticorpi che riconoscono un solo antigene, i MAb. Essi sono prodotti con la tecnica
dell'ibridoma, che consiste nel fondere linfociti B e cellule di mieloma, un tumore delle
plasmacellule, che derivano dai linfociti B e producono grandi quantit di anticorpi. Alcune
delle cellule ibride hanno la capacit di riprodursi indefinitamente, come le cellule
tumorali, e quella di produrre anticorpi, come i linfociti B. I MAb sono uno strumento
potente per identificare, quantificare e localizzare una molecola d'interesse. Nella
diagnostica si usano i MAb nei test di gravidanza, che rivelano la presenza dell'ormone
gonadotropina corionica umana (hCG), per identificare le infezioni alla gola da
streptococco o gonorrea, oppure per valutare la presenza di un inquinante nei cibi o
nell'ambiente. Nella terapia essi si usano per eliminare selettivamente le cellule tumorali,
sulle quali vi sono antigeni che non compaiono sulle cellule sane: l'anticorpo monoclonale
associato a molecole killer (come un radioisotopo o una tossina) che dopo che la cellula
tumorale stata riconosciuta ne provocano la morte.
2) Le biotecnologie agrarie
L'agricoltura e l'allevamento sono i campi in cui da millenni si usano le biotecnologie
tradizionali. Sono tecniche che ricorrono all'uso di cellule viventi come macchinari
biochimici per sintetizzare, degradare o modificare molecole; le cellule pi utilizzate sono
di organismi unicellulari, che agiscono da biocatalizzatori. Nel corso della storia si sono
diversificate le fermentazioni condotte da batteri o lieviti, per produrre sostanze come il
diossido di carbonio (per far lievitare il pane), l'etanolo (per produrre vino e birra), l'acido
lattico (yogurt), l'acido acetico (sottaceti), l'acido citrico (cosmetici, farmaci), l'acetone
(solvente industriale).
L'ingegneria genetica nelle piante: Le tecniche di incrocio, come l'ibridazione forzata, ci
hanno permesso di trasferire geni da una specie all'altra; con la mutagenesi si cambiava
casualmente il genoma delle piante sperando di ottenere caratteristiche migliori; poi con
l'ingegneria genetica si potuto agire in modo mirato. I ricercatori hanno modificato le
piante con gli stessi scopi con cui agivano i contadini: miglioramento del potere nutritivo,
del gusto, resistenza alle malattie e agli attacchi di insetti o erbe, capacit di crescere in
condizioni ambientali avverse, maturazione ritardata. Oggi esistono diversi tipi di piante
GM: piante resistenti agli insetti parassiti, alle malattie virali, alle basse temperature e
piante che producono proteine medicinali. Per trasformare le cellule vegetali molto usato
Agrobacterium tumefaciens, nel cui plasmide Ti si possono clonare i geni desiderati. Per
produrre un OGM si usano le colture di tessuto vegetale: le cellule sono sterilizzate in
superficie e poste in un ambiente ricco di nutrienti, dove esse producono le cellule del
callo, indifferenziate, che crescono dove la pianta subisce lesioni. Mettendo i giusti ormoni
nel terreno di coltura si possono ottenere da tali cellule tutti i tipi di cellule vegetali; la
pianta cos generata pu crescere fino alle dimensioni di una pianta normale. Per la
resistenza alle malattie virali, negli anni '80 un gruppo di ricercatori statunitensi ha
confermato ci di cui i contadini si erano gi accorti, che l'infezione da parte di un virus
mediamente virulento protegge le piante da virus pi pericolosi; in particolare, gli
scienziati dimostrarono che le piante transgeniche per un gene del virus del mosaico del
tabacco mostravano una maggiore resistenza al virus. Questa scoperta stata applicata
poi ad altri virus e ad altre piante. Dal 1996 sono iniziate le prime colture GM, e da allora la
superficie dedicata ad esse aumentata nonostante i dubbi che esse suscitano.
L'uso delle relazioni cooperative naturali: Per controllare gli attacchi di insetti nocivi, si
potrebbero usare interazioni naturali positive (mutualismo) oltre che negative (predazione,
parassitismo), cio quelle in cui entrambe le specie ricavano vantaggi. Un esempio la
simbiosi tra alcuni legumi e certi batteri azoto-fissatori del genere Rhizobium, che vivono
nelle radici protetti dall'ossigeno e forniscono azoto alla pianta, rendendola capace di
sopravvivere in terreni che ne sono poveri; oppure quella tra piante e funghi che stanno
nelle radici (micorriza) e estraggono nutrienti rendendoli disponibili alla pianta, che a sua
volta d al fungo sostanza organica. Il problema che gli scienziati studiano attualmente
caratteristiche delle piante determinate da uno o due geni, mentre la fissazione dell'azoto
regolata da almeno 15 geni; quindi le colture che fissano l'azoto dell'aria portandolo nel
terreno non saranno realizzabili in tempi brevi.
Il valore nutrizionale delle colture: Secondo i sostenitori delle biotecnologie, gli OGM di
seconda generazione avrebbero caratteristiche migliori rispetto a quelli della prima, ma la
diffidenza dell'opinione pubblica ha spinto molti Paesi a vietarne o limitarne la circolazione,
almeno finch non sia acclarato che essi non comportano alcun rischio. La maggioranza
degli scienziati li ritiene innocui, ma difficile stabilirlo con certezza, soprattutto per le
intolleranze che essi potrebbero causare; contro di essi agiscono anche ragioni politicoeconomiche e filosofiche. Dal punto di vista alimentare lo scontro tra i cibi funzionali,
ricchi di componenti che contribuiscono alla salute dell'organismo, e i cibi naturali, coltivati
secondo tecniche il pi possibile tradizionali, biologici. Dal punto di vista nutrizionale i
primi sono spesso migliori, ma i secondi sono considerati pi salutari e rispettosi
dell'ambiente.
L'allevamento animale: Anche per la salute degli animali si usano tecniche simili a quelle
usate per gli uomini: i MAb per diagnosticare malattie del bestiame come brucellosi,
dissenteria e trichinosi, l'ingegneria genetica per produrre interferone e interleuchina 2 e
cos rafforzare l'azione del sistema immunitario, abbassando l'incidenza della febbre nel
bestiame, con vantaggi economici. Lo sviluppo di vaccini per pseudorabbia, coccidiosi del
pollame e tenia ha contribuito al progresso nella prevenzione delle malattie animali.
L'igiene dei cibi: E' importante prevenire nei luoghi di coltivazione la contaminazione degli
alimenti con tossine e allergeni da parte di altri vegetali, muffe, funghi, microrganismi. Con
l'ingegneria genetica, l'interferenza a RNA e la tecnologia antisenso in futuro si potr
diminuire la quantit di tossine e allergeni nelle piante e nei cibi; i MAb, i biosensori e le
sonde di DNA si potranno usare per individuare batteri nocivi come Salmonella,
Clostridium botulinum e O157:H7. Tali sistemi sono pi veloci e sensibili di quelli
tradizionali e potranno permettere anche di individuare concentrazioni basse di
contaminanti, di identificare le tossine prodotte dai funghi che contaminano le coltivazioni,
di riconoscere la contaminazione da arachidi (allergene per l'1% degli adulti), di
individuare frodi alimentari.
Gli Organismi Geneticamente Modificati:
3) Le biotecnologie ambientali
Nonostante gli sforzi per proteggere l'ambiente, gli uomini continuano a impoverire il
pianeta; i problemi ambientali sono tutti correlati e la soluzione a ciascuno deve tenere
conto dell'insieme ed essere sostenibile nel lungo periodo. Dovremmo prendere a modello i
processi naturali, che impiegano materiali degradabili o riciclabili e sono talmente efficienti
da non sprecare materiali ed energia, anche grazie ai meccanismi che monitorano i sistemi
in tempo reale compiendo subito i necessari aggiustamenti. Utilizzando principi simili
otterremmo diversi vantaggi: la protezione delle risorse naturali e la riduzione della
quantit di rifiuti e dell'uso di sostanze tossiche.
La depurazione degli inquinamenti: il biorimedio: Il biorimedio consiste nell'utilizzare
batteri per depurare l'ambiente da prodotti inquinanti, come il petrolio rilasciato in mare a
seguito di disastri ambientali. Quando l'intervento consiste nella degradazione delle
sostanze indesiderate si parla di biodegradazione. Da almeno un secolo si usano
microrganismi per smaltire i liquami; essi purificano l'acqua prima che essa sia riciclata.
Per ottimizzare il processo gli scienziati hanno provato a modificare il patrimonio genetico
dei batteri. Si usano i microrganismi perch sono i viventi pi adattabili e versatili che
esistano: molti di essi vivono in condizioni ambientali estreme (estremofili), e sviluppano
enzimi particolari (estremozimi), come la Taq polimerasi, che permettono loro di degradare
molti pi composti di altri batteri; le aziende che producono legname e carta usano un
batterio per depurare le acque da una sostanza rilasciata durante la lavorazione. Basarsi
solo su microrganismi naturali limitante, perch possiamo degradare solo alcune
sostanze; ma grazie alle biotecnologie si possono aumentare le capacit di tali batteri. La
potenzialit biochimica di questi organismi ancora in gran parte inesplorata (conosciamo
l'1% delle specie che popolano il pianeta). Conoscendo delle sequenze di DNA di un gene
che codifica per una caratteristica desiderata si possono costruire sonde per individuare i
batteri che possiedono tale caratteristica.
Materiali ed energia: L'economia del mondo industrializzato si basa sui combustibili fossili,
fonti non rinnovabili, che forniscono l'energia che alimenta i motori a scoppio e i
macchinari di varie industrie, ma anche materie prime per vari prodotti. Essi sono tra i
maggiori responsabili del rilascio di gas serra e producono sostanze difficili da smaltire e
talvolta tossiche; inoltre i giacimenti sono al centro di spinose questioni internazionali di
politica e economia. I primi microrganismi fissavano il carbonio come ancora fanno le
piante, unendo in catene di composti organici gli atomi del biossido di carbonio grazie
all'energia solare. L'uso della biomassa quindi un'idea presa dalla natura, da sempre
fonte di energia per le comunit umane, ma usata adesso anche per creare
biocombustibili, con cui l'energia non utilizzata subito ma immagazzinata in altre
molecole organiche. L'uso della biomassa ha avuto problemi di mercato ( stato
contrastato con un abbassamento dei prezzi del petrolio) ed ha ancora molte barriere
tecniche, ma alcuni governi hanno investito nella ricerca in questo campo, che utilizza le
biotecnologie per portare a livelli economicamente competitivi l'energia ricavata dalle
biomasse. Altri problemi da affrontare sono quelli ecologici legati alla gestione del
processo e quelli politico-economici che dipendono dalla fonte delle biomasse; ad esempio,
il mais da cui si ricava l'etanolo ripropone problemi legati all'uso delle monocolture nei
Paesi in via di sviluppo.
Le applicazioni delle biotecnologie ai processi industriali: Le biotecnologie sono molto
importanti nei processi di produzione, perch varie industrie sono interessate a tecniche
pi efficienti e pulite. Questi miglioramenti sono dati dall'uso di biocatalizzatori costituiti da
organismi viventi o loro enzimi, che producono meno sottoprodotti, sono solubili in acqua e
catalizzano reazioni pi efficienti a basse temperature rispetto ai catalizzatori non
biologici. Alcuni di questi vantaggi possono divenire limitazioni in campi che richiedono
condizioni chimiche estreme, perch i biocatalizzatori funzionano a una gamma di
temperature limitata (sotto 38C) ma visti i grandi vantaggi ambientali i ricercatori stanno
provando a superare le limitazioni che ne restringono le applicazioni industriali.
The spread of antibiotic resistance: