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Italo Svevo - Senilit

Senilit il secondo romanzo di Italo Svevo; venne scritto tra 1892 e 1897, ma
venne pubblicato lanno successivo, prima su un quotidiano triestino,
Lindipendente e poi a spese dellautore. Lo scarso successo port Svevo a un
silenzio letterario di venticinque anni. Venne riscoperto e ripubblicato nel 1927 a
Milano, in seguito al clamore letterario dovuto alla pubblicazione della Coscienza di
Zeno e alla critica positiva a questo romanzo da parte di Eugenio Montale.

La trama (ispirata a vicende autobiografiche, come afferma Svevo stesso) ruota


intorno alla storia damore tra Emilio Brentani e Angiolina. Emilio, impiegato con
velleit letterarie, vive unesistenza monotona e grigia con la
sorella Amalia, quando incontra la giovane Angiolina, di cui si innamora. La donna,
tuttavia, fin dal primo istante si dimostra meno coinvolta del protagonista ed anzi
attratta da diversi uomini, tra cui Stefano Balli, amico di Emilio e scultore, di cui
innamorata pure Amalia. Il legame tra Emilio e la giovane, che doveva rimanere
libero e disimpegnato, si dimostra invece ben pi complesso, poich
Angiolina, donna opportunista e infedele, pu controllare i sentimenti di Emilio.
Questo, geloso della sorella per la presenza di Balli in casa sua, allontana luomo
da casa. Amalia si ammala di polmonite, a causa dellabuso di etere, e
muore. Emilio interrompe la relazione con Angiolina, non cessando tuttavia di
amarla. In seguito, scopre che la donna scappata a Vienna con un cassiere di una
banca. Il protagonista ritorna a vivere la sua esistenza grigia e mediocre in
solitudine, ricordando le donne amate, Amalia e Angiolina, unendo nella memoria
laspetto delluna con il carattere dellaltra.

Come il personaggio di Una vita, Alfonso Nitti, anche Emilio Brentani incarna la
figura dellinetto, incapace di vivere davvero, ma imprigionato nei suoi sogni e
illusioni, in un continuo ed inconsapevole autoinganno. Sono entrambi due sconfitti
dalla realt a cui non riescono appartenere. Il primo si suicider, ponendo fine al
senso di inutilit e inadeguatezza che lo attanaglia; fine simile a quella della
sorella del protagonista di Senilit, che illusa dellamore di Stefano a causa delle
sue stesse fantasie, nel momento della delusione amorosa perde il contatto
definitivo con la realt, abbandonandosi allabuso di etere, che la condurr alla
morte. Per senilit Svevo - come spiega nella nuova prefazione al romanzo del
1927 - intende proprio linettitudine del protagonista, che lo rende incapace da
affrontare la vita e la realt stessa, chiuso com nella sua interiorit. Questa
esasperazione di autoanalisi assume carattere rilevante anche nella forma e nella
sintassi del romanzo; Svevo espone il racconto secondo la coscienza e psicologia
di Emilio, seguendo quindi i suoi sentimenti e le sue considerazioni. Diventa
centrale nel funzionamento del romanzo non pi la struttura spazio-temporale
delle vicende, ma i moti dellanimo e le reazioni agli eventi dei personaggi,

avvicinandosi sempre pi alla struttura e alla forma de La coscienza di Zeno, in cui


il protagonista diventa il narratore delle vicende, raccontate dal suo punto di vista
e attraverso la sua visione personale dei fatti.

Trama:
Protagonista del romanzo Senilit di Italo Svevo Emilio Brentani, un
trentacinquenne scapolo che vive insieme alla sorella Amalia in un modesto
appartamento nella Trieste di fine ottocento. Un umile impiegato in una compagnia
di assicurazioni con una fama da intellettuale acquisita grazie ad un mediocre
romanzo che ha fatto parlare ma non ha mai venduto. La vita delluomo
monotona e grigia, vissuta sempre in difesa, per evitare di esporsi direttamente, in
una condizione di perenne senilit.
Il suo mondo ridotto davvero ai minimi termini: oltre alla sorella Amalia, il
protagonista frequenta una sola altra persona, Stefano Balli.
Amalia Brentani, una figura dolce e delicata che vive ancora pi appartata del
fratello: il suo mondo la sola casa ed ad essa che lei dedica tutta se stessa.
Tutte le sue attenzioni sono per il capofamiglia Emilio e per il loro nido; qualunque
altro istinto, compreso quello amoroso, stato totalmente sacrificato a questo fine.
Anche la sua condizione di vita quindi di senilit.
Stefano Balli invece uno scultore artisticamente fallito che indirizza tutto il suo
bisogno di compiacimento nel successo che ha con le donne (che per non sa
amare) e nellammirazione che lamico Emilio mostra nei suoi confronti.
La piatta vita del protagonista viene totalmente sconvolta da una giovane e
bellissima donna, Angiolina Zarri. Emilio inizia a frequentarla spinto dal forte
desiderio di essere finalmente lui a divertirsi almeno un volta nella vita (come ha
sempre sentito raccontare da altri). Travolto in un vortice di avvenimenti che va
ben oltre le sue capacit, risulter per sconfitto una volta ancora, trascinando con
se anche chi a lui fortemente legato: Amalia, la cui vita dipende in tutto e per
tutto da quella del fratello.
Emilio pensa che Angiolina sia una ragazza innocente, nonostante alcune voci che
girano sul suo conto riguardo a relazioni amorose sospette. Si pone addirittura
lobiettivo di essere suo maestro di vita insegnandole a trarre il dovuto vantaggio
dalla sua bellezza, ad usarla con furbizia con gli uomini per soddisfare tutti i propri
desideri. Arriva cos anche a suggerirle di trovarsi un marito ricco per poter essere
poi pienamente liberi di godersi a vicenda. La sua volont, lo chiarisce subito,
infatti quella di non legarsi a lei, di vivere veramente la relazione come un puro
divertimento, un passatempo. Lei non sembra assolutamente sconvolta dalla
proposta ma anzi la mette subito in pratica comunicandogli dopo pochi giorni di
essersi ufficialmente fidanzata con un ricco sarto di nome Volpini. La disinvoltura
della ragazza unita anche alla sua estrema vanteria (chiede a lui di dirle se gli
uomini si voltano a guardarla) fanno vacillare le convinzioni del protagonista, ma

solo per poco: prevalgono sempre le illusioni e subito tutto riprende come se
niente fosse.
Allinizio la relazione tra Angiolina e Emilio ha un effetto positivo sulla sorella di lui,
Amalia. La ragazza si interessa ai patimenti damore del fratello e pu finalmente
vivere in diretta una storia damore, conosciuta fino a quel giorno solo attraverso i
romanzi. La situazione cambia per rapidamente. Lassenza da casa del fratello, il
silenzio in cui lui si chiude quando il sentimento per Angiolina si trasforma in una
ossessione dominata da una gelosia maniacale, mettono infatti la ragazza di fronte
alla propria piena solitudine. Sente le mancanza dellamore.

Italo Svevo - La Coscienza di Zeno

La coscienza di Zeno il terzo romanzo di Italo Svevo, scritto dal 1919 al 1922 e
pubblicato nel 1923, dopo il lungo silenzio letterario dellautore. Raggiunge il
successo nazionale e internazionale grazie aEugenio Montale, che in un articolo del
1925 tesse le lodi del romanzo, e a James Joyce, amico di Svevo, che fa conoscereil
romanzo in Francia.
Innovativa la struttura del romanzo, costruito ad episodi e non secondo una
successione cronologica precisa e lineare. Il narratore il protagonista, Zeno
Cosini, che ripercorre sei momenti della sua vita all'interno di una terapia
di psicoanalisi. La Coscienza si apre con la Prefazione del dottore
psicoanalista(identifica dall'ironicamente beffarda etichetta di "dottor S.", con un
sotterraneo richiamo al cognome dell'autore reale) che ha avuto in cura Zeno e
che l'ha indotto a scrivere la sua autobiografia. Il protagonista si sottratto alla
psicoanalisi e il medico per vendetta decide di pubblicare la sue memorie. I sei

episodi della vita di Zeno Cosini sono:Il fumo, La morte di mio padre, La storia del
mio matrimonio,La moglie e lamante, Storia di unassociazione
commerciale e Psico-analisi. Ogni episodio narrato dal punto di vista del
protagonista, e il suo resoconto degli eventi risulta spesso inattendibile; egli
presenta la sua versione dei fatti, modificata e resa come innocua in un atto
inconscio di autodifesa, per apparire migliore agli occhi del dottor S. (una sorta di
secondo padre, sotto i cui occhi recitare la parte del "figlio buono"), dei lettori e
forse anche ai propri).
Dopo una Prefazione e un Preambolo sulla propria infanzia, nel terzo capitolo Zeno
scrive del suo vizio del fumo (Il fumo): fin da ragazzino il protagonista dedito a
questo vizio, da cui cerca inutilmente di liberarsi con diversi tentativi infruttuosi,
testimoniati dalle pagine di diari e dai libri (noch dai muri...) su cui vengono
scritte la data e la sigla u.s. (ultima sigaretta). Infine per liberarsi dal fumo il
protagonista si fa ricoverare in una clinica, da cui fugge, corrompendo con una
bottiglia di cognac linfermiera che lo sorveglia. Lepisodio del fumo permette a
Zeno di riflettere sulla propria mancanza di forza di volont e sull'incapacit di
perseguire un fine con forza e decisione. Tale debolezza attribuibile al senso di
vuoto che egli sente nella sua vita, e allassenza nella sua infanzia di una figura
paterna che fornisca regole e norme comportamentali.
Il secondo episodio (La morte di mio padre) appunto incentrato sulla figura del
padre di Zeno. Il protagonista-narratore analizza il difficile rapporto con il genitore,
che non riesce a identificare come figura di riferimento e guida. Zeno infatti non ha
mai tentato di stabilire un rapporto affettivo e di reciproca intesa con il padre.
Quando quest'ultimo colto da paralisi, il figlio, in cerca di approvazione e
giustificazione, prova ad accudirlo prima che sia troppo tardi. Ma durante la notte,
il padre viene colpito da un edema cerebrale. Ormai incapace di intendere e volere
luomo destinato a morte certa, e Zeno spera, per evitare ulteriori sofferenze al
padre e soprattutto fatiche per se stesso, in una fine rapida e indolore.
Nellestremo momento della morte in un gesto incontrollato il padre schiaffeggia il
figlio, per poi spegnersi; gesto che segner irremediabilmente il protagonista e ne
orienter tutti i malcelati tentativi di spiegare quel gesto, o di giustificare il proprio
atteggiamento.
Terzo evento del romanzo (La storia del mio matrimonio) la storia del matrimonio
di Zeno. Il protagonista, dopo aver conosciuto Giovanni Malfenti, uomo daffari
triestino, inizia a frequentare la sua casa e la sua famiglia. Zeno si innamora di una
delle quattro figlie di Malfenti, Ada, la pi bella, che per innamorata di un
altro, Guido Speier. Il protagonista si dichiara ad Ada, da cui viene rifiutato. Si
rivolge allora anche alle tre sorelle con la stessa proposta di matrimonio, ma tale
proposta viene accolta solo dalla meno affascinante, Augusta, che tuttavia sa
garantire alluomo un matrimonio borghese ed apparentemente felice, dato che
entrambi i coniugi vedono realizzati i loro desideri inconsci (e cio, trovare una
seconda "madre" per il protagonista, o trovare un marito per Augusta). In questo
capitolo il personaggio appare come linetto dei due romanzi precedenti (Una

vita e Senilit): immerso nelle sue fantasie, viene trascinato dagli eventi senza
essere in grado di scegliere.
Il quarto episodio della vita di Zeno la storia dellamante (La moglie e l'amante):
in un desiderio di conformarsi a un costume sociale il protagonista trova una
giovane amante, Carla. La relazione con la donna si rivela ambigua per Zeno, che
da una parte non vuole far soffrire la moglie, mentre dallaltra attratto
dall'esperienza trasgressiva del tradimento coniugale. La storia con Carla (nei
confronti della quale Zeno prova sia desiderio che senso di colpa) si conclude,
tuttavia quado la ragazza, stanca delle contraddizioni del protagonista, sposa il suo
insegnante di canto, mentre Zeno ritorna dalla moglie incinta. In Storia di
unassociazione commerciale si assiste invece al fallimento dellazienda messa in
piedi da Zeno e Guido, marito di Ada, a causa dello sperpero del patrimonio da
parte di questultimo.Guido, dopo due tentativi di suicidio simulati per avere
ulteriore denaro dalla moglie e salvare cos l'impresa, riesce erroneamente a
uccidersi. Zeno, dopo aver sbagliato corteo funebre, riscuote successo negli affari,
ma ci non serve a conquistargli le simpatie di Ada, che ormai lo disprezza e parte
per il Sudamerica.
Infine nellultimo episodio, intitolato Psico-analisi, Zeno riprende, dopo sei mesi di
interruzione, a scrivere le sue memorie, per ribellarsi al medico, esprimendo il suo
disprezzo e il suo rifiuto per la psicoanalisi. Ma in questo ultimo atto si rende conto
che la malattia interiore di cui si sentiva vittima e da cui riesce a curarsi una
condizione comune a tutta lumanit e che coincide con il progresso del mondo
intero. Il romanzo si conclude con una drammatica profezia di unesplosione che
causer la scomparsa delluomo dalla faccia della Terra.
"Non ho scritto che un romanzo solo in tutta la mia vita", ha dichiarato una
volta Svevo. quanto accade, di norma, a scrittori fortemente autobiografici, che
anche quando inventino un personaggio di finzione ne ricalcano la figura, gli umori
e persino il linguaggio e in questo i protagonisti dei tre romanzi, Alfonso Nitti,
Emilio Brentani e Zeno Cosini non si sottraggono al confronto sul proprio stesso
autoritratto. Eppure vera anche laltra celebre frase di Svevo, riguardante per la
verit la solaCoscienza di Zeno (che aggiunge la scommessa della narrazione in
prima persona da parte del protagonista sia pure col filtro non necessariamente
trasparente della curatela, della sua confessione, da parte dello psicoanalista
indicato con la sola iniziale di "S."): " unautobiografia e non la mia". Del resto,
proprio lo slittamento continuo fra personaggio e narratore uno dei fattori che
rendono straordinariamente moderna lavventura letteraria di Svevo. Lo
stesso scrivere male, che viene rimproverato a Svevo dai primi lettori (anche da
alcuni dei pi favorevoli), pu essere letto nel quadro di un incompleto
padroneggiamento della lingua italiana da parte di un cittadino austroungarico; ma
anche e viceversa, nella Coscienza, come accorta e allusiva riproduzione di una
voce altra, quella del personaggio Zeno, da parte dellautore Svevo.

Rilevante poi la continuit tematica (nelle ossessioni psicoanalitiche della


senilit, della malattia e dellinettitudine) osservabile nei tre romanzi
sveviani: sino a culminare nella vicenda del paziente nevrotico, Zeno, che si risolve
a prendere la parola solo su sollecitazione del misterioso terapeuta S.. E infatti
in queste strutture narrative diseguali, accidentate e tortuose trova il proprio
fondamento quello che lo scrittore francese nel 1954 Alain Robbe-Grillet,
caposcuola dellcole du regard e del Nouveau roman, defin il suo "tempo
malato", in cui "la scrittura non pu pi essere innocente". Anche la maggiore
critica sveviana (Giacomo Debenedetti su tutti) ha insistito sulla necessit di
varcare iltrompe-loeil della narrazione mettendo in luce i lapsus, il "non-detto",
la carica di vera e propria mistificazione che lautore Svevo ha sommato a quella
dei suoi personaggi. Svevo, insomma, un autore da leggere con vigile sospetto.
Ma proprio per questo lautore esemplare dopo i
maestriNietzsche, Marx e Freud di quella che unaltra scrittrice del Nouveau
roman, Nathalie Sarraute, ha definito "let del sospetto".

Fu il critico letterario Giacomo Debenedetti a parlare di trompe loeil per il modo di


narrare di Svevo. E in effetti sono pochi i casi in cui paia altrettanto adeguato il
paragone con questa tecnica per descrivere la costruzione del personaggio di
Zeno: il procedimento (un "effetto speciale" tipico della pittura manierista e
barocca) che simula il realismo al fine di ingannare la percezione di chi guarda.

Non solo il personaggio ricalca da vicino (ma con le pi sottili e ambigue


imprecisioni) la silhouette di chi lo ha concepito e la figura concreta di Italo Svevo;
ma a sua volta, allinterno del gioco narrativo del romanzo, la parola di Zeno resa
ulteriormente ambigua e incerta dal fatto che, dallinizio alla fine, si rivolge a un
destinatario preciso, il "dottor S.", che se ne fa portavoce e materiale editor del
suo testo (la Coscienza appunto). Da un lato, dunque, Zeno scrive quello che
immagina che "S." voglia leggere. Ma dallaltro "S." (iniziale dietro alla quale
impossibile a questo punto non immaginare, oltre magari che al deludente dottor
Steckel, unallusione di Svevo a se stesso magari nellanagrafe di Schmitz) ci
trasmette, della parola del suo paziente, solo quello che vuole che noi leggiamo (e
del resto nellaPrefazione ci avverte che pubblica queste memorie "per
vendetta"). una costruzione a scatole cinesi, insomma, che moltiplica sino a
renderla labirintica la condizione propria di tutte le narrazioni in prima persona:
quella che lo studioso Wayne Booth (nel suo saggio Retorica della narrativa del
1961) ha definito del "narratore inattendibile". In questo senso
suggestiva lipotesi che il nome del protagonista sia stato scelto pensando
alletimo greco, Xnos, straniero: intanto alludendo alla condizione
linguisticamente e anagraficamente scissa che accomuna autore e personaggio;
ma poi anche al suo statuto narrativo di agente doppio, simulatore e traditore,
costantemente sul chi va l. Come sempre in stato di attenzione sospettosa,
appunto, dobbiamo restare noi suoi lettori.

Aldo Palazzeschi - Sorelle Materassi


Le Sorelle Materassi un romanzo di Aldo Palazzeschi (1885-1974), pubblicato nel
1934. Lopera, attraverso le vicende di due sorelle della piccola borghesia toscana
del tempo, ripresenta i temi caratteristici della sua opera: la parodia dello stile di
vita e della visione del mondo borghese, il fascino per il nonsense e i giochi di
parole, il gusto per lirrisione dei formalismi, la combinazione di drammatico e
comico.

Trama
La storia, che si distende 1918 al 1928 segue le vicende delle vicende delle
sorelle Teresa e Carolina Materassi, due sarte cinquantenni molto abili che, nella
loro casa di Santa Maria a Coverciano, ricamano corredi da sposa per la nobile
clientela fiorentina. Le due sorelle hanno passato una vita di rinunce, nel culto
ossessivo del loro lavoro, cui hanno sacrificato soddisfazioni ed amori; grazie a
questa vita austera, Teresa e Carolina hanno acquisito una posizione di prestigio e
sono riuscite a recuperare il patrimonio che il padre aveva precedentemente
dissipato. Con loro, oltre alla vecchia serva Niobe, vive la sorella minore Giselda,
riaccolta in casa dopo un fallito matrimonio ad appena ventanni con un giovane
nobile dissoluto. I rapporti con la sorella non sono idillici: Teresa e Carolina non
hanno mai compreso ed accettato la decisione di Giselda di sacrificare il dovere
alla passione.
Lequilibrio familiare viene sconvolto dallarrivo di Remo, il figlio quattordicenne
della quarta sorella,Augusta, orfano di entrambi i genitori. Bellissimo e dai modi
affabili,Remo riesce a conquistarsi laffetto e la venerazione di Teresa e Carolina,
mentre Giselda, che reduce dalla sua ferita amorosa odia tutto il genere maschile,
lo tratta con freddezza e scarsa simpatia. Remo al suo arrivo praticamente semianalfabeta, ma le zie riescono a fargli prendere in pochi mesi la licenza
elementare. In seguito per il ragazzo si rifiuta di continuare gli studi.
Cresciuto, Remo vive come un dandy di provincia, un viveurdispirazione
dannunziana. Crudele con le zie, che chiama scimmie ammaestrate, e alla
continua ricerca di divertimenti, Remo dissipa velocemente tutti gli averi delle zie,
comprando persino una motocicletta e, poco dopo, unautomobile. Le zie infatti,
prima scrupolose amministratrici del loro patrimonio faticosamente accumulato a
costo di sacrifici, sono ora succubi del nipote, che ha portato una ventata di
freschezza nella loro esistenza grigia ed austera. Teresa e Carolina arrivano al

punto di firmare una ingente cambiale al nipote, che, dopo un viaggio, torna a casa
con Peggy, una ricca ereditiera americana.
Dopo il matrimonio, alla presenza delle zie agghindate a festa, e poi Remo e Peggy
ripartono. Teresa e Carolina sono ormai povere: la casa non pi di loro propriet,
tutti i loro averi sono stati venduti e sono cos costrette a cucire la biancheria per
le contadine. Non viene meno per la loro venerazione per Remo, di cui
conservano in casa una grande fotografia, come una specie di reliquia sacra.

Analisi e commento
Con le Sorelle Materassi Palazzeschi maschera un dramma familiare dipingendolo
con tinte ironiche e svelandone lintrinseca assurdit. Nella prospettiva dellautore,
infatti, lingenuit caricaturale e la repressione delle passioni delle due
protagoniste sono la vera causa della loro rovina; Remo, privo di qualsiasi scrupolo
morale, approfitta di una situazione che lo vede come privilegiato, sfruttando le
debolezze caratteriali delle zie. Cos Palazzeschi pu mischiare pathos e ironia,
grottesco e piet per la situazione delle Materassi: il quadro della asfittica vita
provinciale, movimentata dallarrivo del superuomo Remo, diventa il terreno su cui
si esercita il gusto irridente dellautore, che mette in ridicolo, con tocco leggero, sia
il vuoto etico del giovane Remo sia la cieca devozione al dovere di Teresa e
Carolina.
Questo gusto caricaturale, gi notato in Chi sono? o in Lasciatemi divertire, diventa
anche un sottile gioco intertestuale con i classici della letteratura e con la
tradizione della beffa toscana: Palazzeschi ricalca in certi tratti il gusto satirico
del Pinocchio di Collodi, cos come la descrizione dapertura delle colline toscane
richiama la settima giornata del Decameron (guarda caso, quella sotto il
reggimento del lussurioso Dioneo) di Boccaccio, che viene ripreso proprio per la
sua carica narrativa, che celebra ivalori terreni dellAmore, del Caso, della Natura.
Dopo un periodo di intenso fermento sperimentale, Aldo Palazzeschi negli anni
Trenta abbraccia una nuova fase artistica orientata verso un deciso ritorno alle
forme letterarie pi tradizionali seppur riviste e proposte in chiave decisamente pi
giocosa e leggera.
In questo specifico periodo, e pi precisamente nel 1934, lo scrittore propone al
pubblico di lettori il romanzo "Sorelle Materassi", opera dalla forma senz'altro
conforme alla tradizione letteraria canonica che tanto si discosta dalla fase
artistica nettamente pi audace e anticonvenzionale che Palazzeschi aveva
abbracciato solo pochi anni prima.
La storia ambientata nel 1918 in Toscana, nel borgo di Santa Maria a Coverciano
e ha per protagoniste due sorelle, Carolina e Teresa Materassi, ormai cinquantenni
zitelle dedite esclusivamente al loro lavoro in qualit di ricamatrici. Figlie di una
madre insipida e succube del marito e di un padre sconsiderato che prima di
morire ha dilapidato l'intero patrimonio familiare, le due vivono la loro esistenza
con l'unico obiettivo di riparare al danno causato dal genitore e risollevare le sorti
economiche della famiglia.

Una volta per recuperato interamente il maltolto e ristabilita con successo la


prospettiva di una serena stabilit economica, le due non esitano a perseverare
nella loro dedizione al lavoro, rinunciando definitivamente al loro ruolo di donne,
alla loro femminilit, alla possibilit di aprirsi all'universo maschile.
Insieme con loro, vive una sorella minore, reduce da un sonoro insuccesso
matrimoniale e una serva, Niobe, che invece dimostra di non voler rinunciare al
fascino che su di lei esercitano ancora gli uomini.
La vita di questo sparuto nucleo di donne per destinata presto a subire una
scossa non da poco e l'occasione si presenta in seguito alla morte di una quinta
sorella, Augusta, con la quale i rapporti si erano limitati negli anni allo stretto
indispensabile.
A seguito di questa dipartita, le sorelle Materassi decidono di prendersi cura
dell'unico figlio di Augusta, Remo, un giovane quindicenne bello come il sole e fin
troppo sveglio che scuote nel profondo l'equilibrio della noiosa e monotona
esistenza delle 4 donne.
Ben consapevole dell'ascendente esercitato sulle zie materne, che si scoprono
assalite improvvisamente dal desiderio represso in tutti quegli anni, Remo non
esita ad approfittare della loro disponibilit, rendendosi protagonisti di scandali e
comportamenti decisamente poco ortodossi che porteranno nuovamente alla
rovina la famiglia Materassi.
Dopo ben 10 anni di convivenza con le zie, Remo infine parte per l'America con la
sua ricca sposa, lasciando le parenti completamente sul lastrico e costringendole a
riprendere con fermento e dedizione il loro lavoro pur di riassestare il patrimonio di
famiglia.

Giorgio Bassani Il Giardino dei Finzi-Contini


Il giardino dei Finzi-Contini un romanzo di Giorgio Bassani del 1962.
La prima stesura avvenne a Santa Marinella (Roma), all'Hotel Le Najadi. Il romanzo
fu pubblicato nel 1962 dalla Giulio Einaudi Editore: presentava in copertina la
pittura a olio su tela Nu couch bleu, del 1955, di Nicolas De Stal e, a pagina 88 a
fronte, la riproduzione dell'acquaforte Campo di tennis di Giorgio Morandi, del
1923. Il romanzo vinse il premio Viareggio nello stesso anno. Nel 1974 Il giardino
dei Finzi-Contini conflu, con numerose varianti, ne Il romanzo di Ferrara - come
terza parte della raccolta, nella quale l'autore accolse romanzi e racconti l
ambientati. Nuove modifiche furono operate da Bassani per l'edizione del 1976;
altre ingenti variazioni apparvero pure nell'edizione definitiva del 1980.

Trama
L'inizio del romanzo ambientato nel 1957 presso la necropoli etrusca di
Cerveteri, vicino a Roma, dove il protagonista - narratore interno - si trova in gita
assieme ad un gruppo di amici. Il suo pensiero, osservando le tombe etrusche,
corre, per associazione d'idee, al cimitero ebraico di Ferrara in via Montebello e,
pi precisamente, alla tomba monumentale dei Finzi-Contini, che si trova in una

parte abbastanza remota ma comunque visibile, riportandogli cos alla memoria il


tragico destino che ha travolto i membri di questa famiglia, oramai dimenticata.
Infatti, solo Alberto, che egli conosceva, giace nel loculo.
I
I Finzi-Contini sono una famiglia ricchissima appartenente all'alta borghesia, che
vive nella fiorente comunit israelitica di Ferrara: possiedono una grande villa, con
un enorme giardino e un campo da tennis, circondata da muraglioni e cancelli.
composta dal professor Ermanno, sua moglie Olga, i figli Alberto e Micl (il
primogenito, Guido, era morto all'et di sei anni in seguito ad un attacco di paralisi
infantile) e l'anziana nonna Regina; la famiglia ha alle sue dipendenze molti
domestici che lavorano nel loro grande giardino, tra cui il vecchio e fedele
contadino veneto Perotti, che il tuttofare della casa.
Da bambino, il protagonista - anche lui ebreo, ma appartenente alla media
borghesia - riesce a frequentare poco i due giovani Finzi-Contini, Alberto e Micl
(pressoch suoi coetanei), a causa dell'atteggiamento iperprotettivo da parte dei
loro genitori, vivendo in una sorta di isolamento sociale (ad esempio i due non
frequentavano la scuola pubblica ma studiavano in casa, perch la mamma ha
sempre avuto l'ossessione dei microbi. Diceva che le scuole sono fatte apposta per
spargere le malattie pi orrende [...] Dopo la disgrazia di Guido [...] si pu dire che
non abbia pi messo il naso fuori di casa). Le poche occasioni di incontro sono le
festivit ebraiche e le riunioni al Tempio, ovvero la sinagoga. Nel giugno 1929,
tuttavia, avverr un primo significativo incontro tra il protagonista e Micl. In
occasione dell'uscita dei tabelloni delle promozioni (l'io narrante frequenta il
ginnasio), il protagonista scopre di essere stato rimandato in matematica;
disperato, scappa e inizia a vagabondare per la citt, finendo per giungere sfinito
davanti al muro di cinta che delimita il giardino dei Finzi-Contini. Qui incontra
Micl, ormai tredicenne, che riesce a consolarlo e lo invita a scavalcare il muro per
entrare nel giardino. Per la prima volta, il protagonista sente di provare per la
giovinetta un sentimento pi forte dell'amicizia e sogna, e allo stesso tempo
dispera, di riuscire a darle un bacio, ma poi la ragazza viene richiamata da Perotti
e l'occasione sfuma.
II
A questo punto la narrazione fa un salto temporale in avanti di una decina d'anni,
ovvero al 1938, anno dell'emanazione delle leggi razziali e della conseguente
discriminazione degli ebrei. A causa di queste, il protagonista viene cacciato dal
club di tennis che era solito frequentare, l'Eleonora d'Este. Ma viene subito accolto
nel campo da tennis della magna domus- cos chiamata dai membri di casa
Finzi-Contini - di Alberto e Micl, i quali invitano a giocare un gruppo di ragazzi, per
lo pi ebrei e loro coetanei. Frequenta il gruppo anche Giampiero Malnate, amico
milanese per il quale Alberto prova una grande ammirazione (a tratti equivoca),
che lavora come chimico in una fabbrica della zona industriale di Ferrara. Tutti
questi ragazzi passano stupendi pomeriggi nell'atmosfera incantata ed idilliaca del

giardino, disputando lunghe partite a tennis e dilettati dalla signorile ospitalit dei
padroni di casa.
Durante queste divertenti giornate il protagonista e la giovane Micl hanno
l'occasione di passare molto tempo assieme, (spesso dimenticandosi persino della
partita a tennis); fanno lunghe escursioni in giardino, parlano e rafforzano sempre
pi la loro intesa, ma la timidezza e il timore di un rifiuto della ragazza fanno
sfumare l'ennesima occasione che il protagonista ha per dichiarare apertamente il
suo amore, quella in cui i due si trovano chiusi in una vecchia carrozza all'interno
della rimessa.
III
Il rimorso per il mancato coraggio dimostrato in quell'occasione viene subito
aggravato dalla decisione fulminea di Micl di andare a Venezia per completare la
tesi e laurearsi. Atterrito dall'improvvisa partenza dell'amata (avvenuta il giorno
dopo l'episodio della carrozza), il protagonista continua per a frequentare casa
Finzi-Contini: da una parte per completare anche lui la tesi di laurea (il professore
Ermanno gli aveva messo a disposizione l'intera biblioteca) e dall'altra per non
perdere il contatto con Micl (anche solo attraverso gli oggetti e i luoghi da lei
frequentati in quella casa). Durante questo periodo il protagonista approfondisce la
sua conoscenza con il Malnate, partecipando attivamente ai salotti organizzati in
casa da Alberto.
In occasione di Pesach (la Pasqua ebraica), Micl torna a casa e, subito avvertito
da Alberto di una grande sorpresa, il protagonista abbandona la cena di famiglia
per raggiungere casa Finzi-Contini. Micl con la consueta familiarit lo accoglie
all'ingresso: egli prende coraggio e si precipita ad abbracciarla e, travolto dalla
gioia, finalmente la bacia sulle labbra. Micl per lo respinge, ma senza
colpevolizzarlo.
IV
Il protagonista capisce di avere incrinato il suo rapporto con Micl, la quale da
questo momento assume nei suoi confronti un atteggiamento del tutto freddo e
distaccato. Tuttavia egli non rinuncia al suo amore e perci continua a frequentare
il giardino e la compagnia, tormentando Micl con continui tentativi di toccarla,
tenerla tra le braccia e baciarla (dando vita a quelle che lei chiama scene
coniugali), cercando persino di indurla a concedersi, ma Micl lo respinge ancora
e, a questo punto, gli chiarisce il motivo del suo comportamento, lo stesso che
tempo prima l'aveva indotta a fuggire a Venezia senza dirgli nulla: gli spiega che il
giorno in cui erano rimasti chiusi nella carrozza aveva capito che il loro rapporto di
amicizia si stava trasformando in qualcos'altro, e che questo l'aveva spaventata
tanto da indurla a scappare sperando che la situazione si risolvesse da s e tutto
tornasse come prima. Gli spiega anche che, malgrado lei da bambina avesse avuto
una cotta (uno striscio) per lui, tra di loro non sarebbe potuto esserci altro che
amicizia poich sono due persone molto simili, quasi come fratello e sorella,
stupidamente onesti entrambi, uguali in tutto e per tutto come due gocce
d'acqua ed entrambi con il "vizio" di vagheggiare il passato. Il protagonista non

vuole per credere alla verit appena udita, e anzi preferisce darsi una spiegazione
pi facile da accettare: l'esistenza di un altro uomo. Glielo dice francamente e
Micl reagisce pregandolo di diradare le sue visite fino a non presentarsi pi.
Questo segna la rottura definitiva del loro rapporto.
Lontano da casa Finzi-Contini, il protagonista inizia a frequentare Giampiero
Malnate, diventando suo amico (nonostante i due, durante i salotti da Alberto, si
dimostrassero acerrimi rivali, almeno in materia politica). Durante uno dei loro
incontri, Malnate lo porta in un postribolo e questo segna il culmine del processo di
degradazione in cui il protagonista sprofondato dopo la rottura del rapporto con
Micl.
Rientrato a casa il protagonista ha una conversazione franca con il padre, al quale
spiega tutto, compreso il tormentato rapporto con Micl. L'anziano genitore,
dimostrandosi innanzitutto amorevole e comprensivo, gli consiglia di porre fine ad
ogni legame con i Finzi-Contini, troppo diversi da lui, e anche con Malnate,
spingendolo invece a pensare al suo futuro. Nonostante la ferma decisione di non
recarsi pi dai Finzi-Contini e di tornare a dedicarsi ai suoi doveri e alla sua
vocazione di letterato e scrittore, il protagonista, durante uno dei suoi
vagabondaggi notturni, si ritrova inconsciamente davanti al muro di cinta della
magna domus, quasi a rievocare l'episodio di dieci anni prima, quando una
giovanissima Micl a cavalcioni del muro lo invitava ad arrampicarsi per entrare
nel giardino. A differenza di allora, questa volta decide di scavalcare per fare
un'ultima visita al luogo. Qui pervaso da uno strano senso di pace e, arrivato di
fronte alla rimessa, viene subito colpito dalla convinzione che Micl ricevesse di
notte, in segreto, Malnate, spiegando cos di fatto la presenza di una scala
appoggiata al muro di cinta (come per agevolarne la valicata), il suo improvviso
atteggiamento confidenziale e complice nei confronti del milanese e l'altrettanto
repentino atteggiamento ostile di Alberto (lui che lo aveva sempre ammirato), ma
finisce per accettare questo pensiero con distacco, quasi con serenit:
Il romanzo si chiude con l'amaro ricordo della Seconda guerra mondiale. Alberto,
gi da tempo malato di linfogranuloma maligno, morir nel 1942 e sar l'unico a
riposare nella tomba di famiglia progettata dall'antenato Mois Finzi-Contini, un
architetto. Giampiero Malnate, arruolatosi nel 1941 nel corpo di spedizione italiano
inviato in Russia (CSIR), non torner mai pi. L'intera famiglia Finzi-Contini verr
catturata nell'autunno del 1943 dai repubblichini e, dopo un breve periodo
trascorso nel carcere ferrarese di via Piangipane, deportata nei campi di
concentramento prima di Fossoli (Carpi), poi della Germania, destinati a morire nei
lager nazisti.

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