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Comune di Roma
Turismo
Roma per te
Collana di informazioni del Comune di Roma
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C. De Santis: pag. 3, 13 in basso, 23 in alto, 26, 27, 28, 29, 30 in alto, 32, 33, 36; L.
Mozzano: pag. 9; P. Soriani: pag. 12, 13 in alto, 14, 15, 24; Spazio Visivo: pag. 30 in
basso, 31; A. Vagni: pag. 35, 38; Archivio Cosmofilm: copertina, pag. 2, 10, 11, 16, 17,
18, 19, 20, 21, 23 in basso.
Itinerari romani
Comune di Roma
Turismo
LAventino
1. Passeggiando, passeggiando...
2. Santa Sabina
3. I Santi Bonifacio e Alessio
4. Il Priorato di Malta
5. Passeggiando, passeggiando...
6. Santa Prisca
7. San Saba
8. Passeggiando, passeggiando...
9. La Piramide di Caio Cestio
10. Passeggiando, passeggiando...
11. Monte Testaccio
12. Passeggiando, passeggiando...
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Lingresso alla basilica di S. Sabina, con la chiesa dei Ss. Bonifacio e Alessio sullo sfondo,
in una incisione settecentesca di G. Vasi
Linterno della Porta Ostiense e la Piramide di Caio Cestio in una incisione di inizio Ottocento di L. Rossini
Presentazione
tinerari romani costituiscono una serie di percorsi per chi desideri approfondire la conoscenza della Citt.
Agli itinerari del grande Rinascimento romano gi realizzati - Caravaggio, Raffaello, Michelangelo e a quelli dellarte barocca delle architetture di Bernini e Borromini si aggiungono, ora, altri percorsi appositamente studiati per accompagnare e agevolare il visitatore alla scoperta
metro per metro di una Citt darte cos sintetizzata.
In tal modo in un unicum - distinto rappresentata e letta la citt in
un mosaico che si ricompone e si scompone secondo le esigenze del visitatore, che potr scegliere tra La Roma Monumentale (via dei Fori Imperiali e Colosseo), Il Colle della poesia (lAventino e dintorni), Tra boschi e
acquedotti (il Celio), Agli albori della Roma Cristiana (San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme), da La Suburra (Rione Monti e
Santa Maria Maggiore) a Quasi un set cinematografico (via Veneto e dintorni), ecc.
Unimpresa difficile, pur tuttavia felicemente riuscita, anche sul piano
dellimmagine della tradizione e dellidentit culturale della nostra Citt
e che, con semplicit rispetta i contenuti scientifici del patrimonio storicizzato, con una narrazione che unisce limpostazione grafica con la linea editoriale dei contenuti.
Un sistema di comunicazione efficace per la comprensione del pi vasto e incredibile patrimonio storico-artistico di Roma, che permette al
turista di individuare, immediatamente, il significato principale dellitinerario prescelto permettendogli, nel contempo, limmediata collocazione della propria posizione logistica in rapporto allarea che si desidera visitare.
I percorsi cos condensati e raccolti possono ben rappresentare un
simbolico taccuino dartista e apparire agli occhi del visitatore come
una grande vetrata - a pi specchi - sul cui sfondo vi un orizzonte culturale che non potrebbe essere pi romano, suggestivo e ricco di valori
mai tramontati.
Roma ti aspetta!
LUfficio Turismo
del Comune di Roma
La pianta
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La pianta
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Legenda
1. Passeggiando, passeggiando...
2. Santa Sabina
3. I Santi Bonifacio e Alessio
4. Il Priorato di Malta
5. Passeggiando, passeggiando...
6. Santa Prisca
7. San Saba
8. Passeggiando, passeggiando...
9. La Piramide di Caio Cestio
10. Passeggiando, passeggiando...
11. Monte Testaccio
12. Passeggiando, passeggiando...
4 Itinerario
Inizia la
passeggiata...
LAventino
ra i sette colli di Roma, lAventino pu essere considerato il colle della poesia. Suggestionati dalla sua serena bellezza,
grandi poeti come DAnnunzio e
Carducci ne hanno cantato lo splendore nei loro versi; lo stesso Mazzini,
al quale dedicato il monumento
nella piazza oggi intitolata a Ugo La
Malfa, affacciandosi da quello stesso
punto verso la citt, abbass lo
sguardo attonito, senza sorridere di
fronte a tanta magnificenza.
Numerose sono le interpretazioni
del nome Aventino: qualcuno lo fa
derivare da aves, gli uccelli scorti da
questo colle da Remo durante la gara con il fratello Romolo per decidere in quale luogo dovesse sorgere
Roma, altri dal termine adventus, raduno, per le riunioni che vi tenevano i plebei in occasione delle celebrazioni di Diana. Unantica leggenda, inoltre, narra che vi sarebbe
stato sepolto il re di Albalonga,
Aventinus, dopo che un fulmine lo
aveva ucciso. Durante la Monarchia
e la Repubblica lAventino fu il
quartiere della plebe di Roma, che
lo abit densamente e che qui si ritir durante le storiche secessioni
che segnarono le sue lotte per lottenimento dei diritti politici e giuridici. Sebbene le antiche mura serviane avessero incluso il colle nella
loro cerchia, esso, fino al tempo di
Claudio, venne mantenuto al di
Capitolini. Trasformatosi tra la Repubblica e lImpero in luogo di dimore lussuose, sullAventino sorsero le Terme Surane, quelle Deciane
e quelle di Varo e Stilicone. Vi ebbero casa Lucio Licinio Sura, costruttore delle suddette terme e amico
stretto di Traiano, questo stesso imperatore, i poeti Nevio ed Ennio e
limperatore Vitellio. Per il suo lusso fu la zona di Roma che pi delle
altre soffr il saccheggio dei Goti di
Alarico nel 410 d.C. Dopo il sacco
lAventino si spopol e divenne cos
deserto da essere preferito da monaci e religiosi come sede di cenobi
o eremitaggi. Nel 537 fu il rifugio di
papa Silverio, accusato da Giustiniano di tramare con i Goti di Vitige, e
intorno allanno Mille vi edific la
4 Itinerario
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1.
Passeggiando,
passeggiando...
l grande piazzale
che troviamo ai
piedi del colle,
allinizio del nostro itinerario, era un tempo dedicato ai due gemelli della leggenda romana, Romolo e Remo, ma
cambi intitolazione per ricordare
luomo politico Ugo La Malfa, uno
dei padri della Repubblica italiana.
Al centro del piazzale campeggia il
monumento a Giuseppe Mazzini,
opera realizzata nel 1929 da Ettore
Ferrari, che presenta unara al centro di una scalinata e quindi degli
altorilievi che circondano su tre lati
lalto podio sul quale posta la statua bronzea del patriota.
Sulla destra del piazzale, percorsa
una breve salitella si arriva al Roseto Comunale, con ingresso ai numeri 6-7 di via di Valle Murcia, dove
vengono coltivate varie specie di rose di maggiore o minore rarit .
interessante ricordare che il terreno sul quale ora sorge il roseto ospitava un tempo uno dei cimiteri riservati ai romani di religione ebraica. Il terreno era stato acquistato
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4 Itinerario
2. Santa Sabina
S.
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nuovo altare maggiore con baldacchino, la muratura di alcune finestre, lasportazione dei marmi dellabside e
quella del soffitto a lacunari. I restauri
condotti nella prima met del Novecento da A. Muoz eliminarono le sovrastrutture barocche della chiesa e la
riportarono alle supposte forme origi-
narie. Gli scavi archeologici ottocenteschi nellarea individuarono due piccoli templi dellet arcaica, tratti delle
mura serviane, edifici det repubblicana e imperiale trasformati nel II secolo d.C. in un santuario di Iside, resti
di un impianto termale e quelli di una
domus del III-IV secolo che qualcuno
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4 Itinerario
La porta lignea
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necessario raggiungere il portico a pilastri in laterizio sulla sinistra, dove sono conservati numerosi resti della basilica medievale. Si giunge cos allatrio ad arcate sorrette da otto colonne
di et romana, quattro di marmo giallo e quattro di granito. Qui sono visibili due fronti di sarcofagi romani rilavorati, nella parte anticamente liscia, come lapidi cristiane. In fondo allatrio si
pu vedere una statua secentesca di
S. Rosa da Lima. Gli ingressi della
chiesa sono ora due, perch il terzo
venne chiuso nel XIII secolo per consentire la costruzione del campanile.
Gli stipiti dei portali sono ricavati da
cornici di et romana e lelemento di
maggiore interesse costituito dal
portale maggiore, che conserva i
preziosi battenti di legno ornati da 18
formelle a rilievo; esse costituiscono
una delle pi importanti testimonianze di scultura del V secolo. Le formelle,
che originariamente erano 28, sono
incorniciate da racemi e girali, con
animali simbolici, e mostrano scene
della vita di Ges, di Mos, di Elia
e Daniele; esse furono restaurate nel
1836 e in quelloccasione il restauratore rifece il volto del faraone, nella
scena del Passaggio del Mar Rosso, ricavandovi il ritratto di Napoleone.
Linterno della chiesa, solenne e lumi-
stano scarse tracce, mentre sulle pareti laterali un ornato floreale ad affresco del V secolo. Degna di attenzione la grande decorazione a mosaico policromo sulla controfacciata,
che riporta una iscrizione metrica a
lettere doro, della quale ritenuto
autore s. Paolino da Nola, con la
menzione di papa Celestino I e di Pietro dIlliria. Ai lati delliscrizione stan-
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4 Itinerario
Lastra funeraria di Muoz de Zamora
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no due grandi figure femminili simboleggianti lEcclesia ex circumcisione (di origine ebraica), che ha in
mano lAntico Testamento, e lEcclesia ex gentibus (di origine pagana),
che reca il Nuovo Testamento. Il mosaico era completato, in origine, lungo le pareti della navata, da figure di
apostoli ed evangelisti, mentre sullarco trionfale si trovavano le figure,
ricostruite con affreschi moderni, della Gerusalemme terrena e celeste
e del Cristo con gli Apostoli e i
quattro evangelisti. Nella navata di
destra, incassata nella parete, una
colonna romana appartenente alle
fasi pi antiche della chiesa. Quindi si
arriva alla cappella dedicata a S. Giacinto, apostolo della Polonia, affrescata da F. Zuccari con Scene della
vita del santo. Sullaltare una tela
con la Madonna e S. Giacinto, opera della cinquecentesca pittrice bolognese Lavinia Fontana. Incontriamo
quindi il quattrocentesco monumento funebre del cardinale
Auxia, della scuola di Andrea Bregno. Nel 1936 nel presbiterio stata
ricostruita, usando frammenti origi-
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4 Itinerario
La navata centrale
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Il campanile
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4 Itinerario
Particolare della piazza dei Cavalieri di Malta con le stele e gli emblemi dellOrdine
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santo sotto la scala nella quale, secondo la leggenda, aveva il suo giaciglio. La leggendaria vicenda peraltro
narrata nei famosi affreschi della basilica inferiore di S. Clemente.
Usciti dalla chiesa, e ripresa a destra
via di S. Sabina, si oltrepassa lingresso al convento di S. Alessio, fondato
nel X secolo e ricostruito nel Settecento, oggi sede dellIstituto di Studi Romani, con una biblioteca di circa
21.000 volumi. Si raggiunge cos
piazza dei Cavalieri di Malta, racchiusa su un lato dal muro di cinta
delle propriet dellordine e da mura
ornate da specchiature neoclassiche e
da piccoli obelischi, edicole e stele con
emblemi navali e religiosi dellordine.
Questo arredo urbano venne realizzato tra il 1764-65 da Giovanni Battista
Piranesi, su incarico del nipote di papa
Clemente XIII, il patrizio veneto Giovanni Battista Rezzonico priore dei
Cavalieri di Malta. Sulla piazza si affaccia il portone che immette al Priorato, su cui si trova il famoso buco
della serratura dal quale possibile
vedere la cupola di S. Pietro incorniciata dalle siepi del parco.
4. Il Priorato di Malta
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4 Itinerario
cultura, mentre dietro di lui sta Minerva, simbolo della sapienza. La cappella
seguente ospita il cenotafio di Giovanni Battista Piranesi, raffigurato
in una statua con la toga romana,
opera del 1780 di G. Angelini. Per ricordare che loriginaria sede dellordine di Malta si trovava nella chiesa di S.
Basilio al Foro di Augusto, presso laltare maggiore la Gloria di S.
Basilio, gruppo ideato da Piranesi e
realizzato da T. Righi. A destra del presbiterio il quattrocentesco sepolcro
del priore Bartolomeo Carafa. Sulla
sinistra la tomba di Riccardo Caracciolo, altro gran maestro, in un
sarcofago romano scanalato con protomi leonine. Nella parete di sinistra
un altare medievale in cui, durante i
restauri del 1765, fu rinvenuta unurna dargento con sacre reliquie. visi-
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5.
Passeggiando,
passeggiando...
rendendo per
via di Porta
Lavernale si risale ora fino a piazza S.
Anselmo passando accanto al muro di cinta del giardino della chiesa. questo il proseguimento dellantico vicus Armilustri, che
conduceva allArmilustrium, il luogo
dove lesercito romano, rientrato
dalle campagne militari, provvedeva alla purificazione delle armi. Si
giunge cos alla chiesa di S. Anselmo, dove ha sede il collegio benedettino internazionale e che residenza dellabate primate dellordine. Il complesso sorge su unarea
donata nel 1892 dal Sovrano Militare Ordine di Malta, su esplicita richiesta di papa Leone XIII. Un vialetto, che conduce a un quadriportico, al centro del quale una moderna statua di S. Anselmo, porta
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4 Itinerario
6. Santa Prisca
a chiesa ricorda la giovane romana, figlia di Aquila e Priscilla, decapitata sotto limperatore Claudio (41-54 d.C.). Nella casa di Aquila e
Priscilla, che secondo la tradizione
sorgeva nello stesso luogo della chiesa attuale, fu ospitato S. Pietro, il quale vi fece opera di conversione. Vi fu
ospitato anche S. Paolo che, nella Epistola ai Romani, dice come nella casa
di Aquila esistesse una ecclesia domestica, cio un luogo di preghiera privato, tipico del periodo in cui i cristiani
non erano autorizzati a praticare pubblicamente. I resti della santa furono
rinvenuti nel III secolo da papa Eutichio e trasferiti nella chiesa che da lei
prese nome. Si vuole addirittura che la
chiesa fosse, prima che a Prisca, dedicata ai suoi genitori, Aquila e Priscilla.
In verit la chiesa di S. Prisca fu titulus
fin dal V secolo e dal 499 al 595 i suoi
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La facciata di S. Prisca
della chiesa originaria che, pur avendo subito gravi danni nellincendio
dei primi del Quattrocento, ancora
conservano frammenti di affreschi
dellVIII secolo. Da ammirare, inoltre,
un settecentesco affresco di G. Odazzi raffigurante La Madonna con Angeli. Nella cappella battesimale il
fonte ricavato da un capitello composito della fine del II secolo d.C., ornato da foglie lanceolate, ovoli, rosette e foglie dacanto. Nonostante levidente contrasto cronologico, la tradizione vuole che in questo fonte S. Pietro abbia battezzato sia S. Prisca che i
suoi genitori Aquila e Priscilla. Gli affreschi del presbiterio, raffiguranti il
Martirio di S. Prisca, sono opera del
Fontebuoni (1580-1626). Nellabside
sono degli angeli sostenenti medaglioni e la pala daltare con S. Pietro
che battezza S. Prisca dipinta, nel
1600, dal Passignano. Sullarco trionfale lo stemma di papa Clemente XII.
Nella navata sinistra abbiamo i resti di
un affresco con lAnnunciazione, ritenuto opera di scuola di Benozzo
Gozzoli.
Dalla navata destra della chiesa si pu
accedere alla zona degli scavi archeologici condotti vicino ad un tratto dellantico Clivus Publicius nel periodo
1934-66. Si ipotizza che parte delle
emergenze riguardi i resti della casa di
Licinio Sura, del I secolo d.C., costituiti
da un quadriportico trasformato in
abitazione nel secolo successivo e da
un grande ninfeo absidato depoca
traianea, nel quale conservato interessante materiale di scavo. Sono stati
anche recuperati i resti di un edificio a
due navate del II secolo, identificato
come lantico titulus di S. Prisca, sorto
sullecclesia domestica di Aquila e Priscilla. Il rinvenimento pi interessante
quello di un mitreo, che conserva le
tracce di una distruzione subita ai pri-
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4 Itinerario
7. San Saba
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risalire al VII secolo, quando alcuni monaci della comunit fondata da s. Saba presso Gerusalemme, fuggiti dalle
invasioni arabe, giunsero a Roma e vi
fondarono alcuni monasteri orientali.
La prima notizia certa riguardo al cenobio paleocristiano risale al 768,
quando vi fu imprigionato il falso papa Costantino. Durante lVIII secolo S.
Saba viene ancora menzionato, poich gli abati del monastero tenevano
contatti diplomatici fra il papa e lOriente e nel IX secolo viene ricordato
come il pi importante convento di
Roma. Nel X secolo probabile che il
monastero fosse tenuto dai benedettini di Montecassino, i quali avrebbero
infine costruito la prima chiesa al di
sopra delloratorio. Il complesso pass ai cluniacensi nel XIII secolo, poi ai
canonici regolari, quindi ai cistercensi.
Infine, nel 1573, papa Gregorio XIII
(1572-85) lo affid al Collegio Germanico Ungarico, retto dai gesuiti.
Il portico
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4 Itinerario
Particolare del portico in cui sono affissi frammenti scultorei altomedievali
28
8.
Passeggiando,
passeggiando...
i ridiscenda di
nuovo da via S.
Saba per ritornare in piazza Albania, dominata dal monumento equestre in bronzo dedicato
al personaggio pi celebre di questa nazione, Giorgio Castriota detto
Scanderbeg, cio Alessandro il
Grande, opera del 1940 di R. Romanelli.
Dietro il monumento si estende un
giardino dalla forma triangolare,
racchiuso tra via della Piramide Cestia, via Marmorata e viale Manlio
Gelsomini. Questo giardino, un
tempo detto Cestio per la vicinanza
della celebre piramide, a memoria
degli eroici episodi resistenziali che
si verificarono a Porta S. Paolo dopo l8 settembre 1943, venne denominato Parco della Resistenza
dell8 settembre.
Nel lato del parco che affaccia su
via Marmorata ha sede lUfficio postale, una delle pi significative realizzazioni dellarchitettura razionalista, costruito fra il 1933 e il 1935
dai progettisti Adalberto Libera e
Mario De Renzi. Arretrato di poco
rispetto al marciapiede e con ampi
gradoni fra i prati, ledificio formato da tre piani pi un interrato e
presenta tre corpi di fabbrica disposti ad U, in cui luso di elementi in
vetrocemento ha ottimizzato la luminosit degli ambienti. Di fronte
alledificio, sul lato opposto di via
Marmorata, un piccolo settore del
giardino ha conservato la denominazione di Parco Cestio.
Da via Marmorata portiamoci a
piazza di Porta S. Paolo, dove sorge
la porta omonima, in antico denominata Porta Ostiense, isolata dalle
restanti mura per necessit di traffi-
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4 Itinerario
La Porta Ostiense
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a Piramide Cestia appare ora isolata, ma anticamente era stata inclusa, quasi una sorta di baluardo,
nel percorso della cinta difensiva voluta dallimperatore Aureliano e costruita tra il 272 e il 275 d.C. La piramide, il
cui livello antico a quattro metri di
profondit rispetto al piano delle mura, fu costruita per volere di C. Cestio
Epulone, pretore, tribuno della plebe
e, secondo quanto dice liscrizione che
si legge su uno dei lati della piramide,
membro del Collegio dei septemviri
epulones. Questo singolare monumento funerario, sintomatico dello
spirito egittizzante succeduto alla vittoria di Azio del 31 a.C., fu innalzato
intorno al 20 a.C. in 330 giorni, come
viene indicato nelliscrizione, secondo le disposizioni testamentarie di Caio Cestio. in opera cementizia con rivestimento in
lastre di marmo lunense e,
con una base di 29,50
metri, si erge per unaltezza di 36,40 metri.
Allinterno situata
31
4 Itinerario
10.
Passeggiando,
passeggiando...
ornati su via
Marmorata,
prendiamo a
sinistra per via Caio
Cestio e ci dirigiamo verso lingresso al Cimitero acattolico
per stranieri, tradizionalmente conosciuto come Cimitero degli Inglesi. Un alto muro chiuso inferiormente e aperto a intervalli nella
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33
4 Itinerario
34
Un altro mutamento il monte Testaccio lo sub negli anni 1938-42, allorquando si cominci lo scavo del Circo Massimo. Si pens infatti in quella
occasione di accumulare la terra di riporto sulla collinetta, con il risultato
che oggi vediamo i lati ovest e sud ricoperti di vegetazione. degli anni
Trenta del Novecento un progetto di
sistemazione a verde della zona con
viali alberati e linserimento della
Fontana del Boccale, che possiamo
ancora vedere in via Zabaglia. Dopo
il 1942 vennero sistemate anche le
grotte, con eliminazione di gran parte degli edifici che vi erano cresciuti
attorno.
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4 Itinerario
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12.
Passeggiando,
passeggiando...
pontificio contribu
alla realizzazione di
un complesso notevolissimo, soprattutto
nella creazione dei servizi
relativi al suo funzionamento, formato da una serie di edifici perimetrali che racchiudono vaste aree dove avveniva la vendita del bestiame,
la macellazione e tutti i processi della lavorazione e conservazione della
carne. In corrispondenza del fornice che costituisce lingresso principale, su piazza Giustiniani, un attico ornato da un gruppo raffigurante un genio alato che, afferrato un
toro per le corna, lo sta per atterrare. Allinterno di questo vasto recinto era ospitato il Foro Boario, in cui
avveniva il mercato del bestiame,
che aveva un proprio ingresso su viale di Campo Boario, analogo a quello su piazza Giustiniani e con la vicina casa del custode. Tra il 1912 e il
1918 venne impiantato ledificio dei
frigoriferi sul fianco del mattatoio,
nellarea compresa fra via B. Franklin e via Volpicelli. La struttura, su
due piani, ha circa dieci metri di altezza da un lato mentre da un altro
ha un piano soltanto. Questo moderno complesso, che era illuminato da lampade a gas e che era uno
dei pi moderni in Italia e in
Europa, rest
in funzione fino al 1975.
Larea destinata ad accogliere le nuove
strutture della
facolt di Architettura, dellAccademia di Belle Arti e del
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4 Itinerario
38
a dado in blocchi di tufo con cornice in travertino e iscrizione dedicatoria fiancheggiata da fasci littori.
Gli Horrea Lolliana furono invece
costruiti probabilmente nel 71 a.C.
da M. Lollius Palicanus; alla morte
di Lollia Paolina, seconda consorte
dellimperatore Caligola, tutti i beni della nobildonna, compresi i magazzini, furono confiscati da Claudio e passarono sotto lamministrazione imperiale. Questo grande
complesso, di cui non restano tracce visibili, era situato nella zona sullattuale area dellex Mattatoio; attraversato da strade che lo dividevano in varie zone, esso era dotato di
tabernae e attrezzato con un molo
fluviale per il carico e lo scarico delle merci. Alle pendici dellAventino
era probabilmente il sito di un altro
complesso di horrea privati, quelli
Aniciana o Anicetiana, mentre a ovest della Porticus Aemilia si trovavano
gli Horrea Seiana, che entrarono a
far parte del demanio imperiale
sotto il principato di Traiano. I resti
della Porticus Aemilia e dellEmporium sono visitabili inoltrando richiesta alla Soprintendenza Archeologica di Roma.
Come arrivare a
Legenda:
I numeri in neretto indicano i capolinea (es. 70)
quelli sottolineati indicano i tram (es. 3)
quelli in verde le linee solo feriali (es. 30)
quelli in rosso le linee solo festive (es. 130)
Comune di Roma
Turismo
Via Leopardi 24
00185 Roma