Sei sulla pagina 1di 5

Facolt di Lettere e Filosofia di Zagabria

Il Teatro Italiano del Settecento

Melchiore Cesarotti:
Per base luso, per consigliere lesempio e per direttrice la ragione
La relazione scritta

Dott.ssa: Katja Rado Perkovi

Studentessa: Martina Antonini

Zagabria, 05 luglio 2013

Gi dalla infanzia Cesarotti aveva una grande passione per gli studi e la cultura italiana.
Dopo liscrizione alluniversit di Padova, cominciano svolgersi i suoi interessi per discutere
delle teorie linguistiche, estetiche e culturali. Cos nel 1788 scrive Saggio sulla filosofia delle
lingue, un trattato che gli legittima una grande fama, dove vengono realizzate tutte le intuizioni
del suo pensiero.

Uno dei problemi dItalia settecentesca anche la questione della lingua, legata allo stato
di Francia. Il compito degli scrittori di rompere con i vecchi modelli linguistici e rinnovare la
lingua. Cesarotti scrive il Saggio in un periodo di contatti linguistici con la Francia ed afferma l
esistenza di uno legame tra lo sviluppo storico dei popoli e levoluzione delle lingue.
(http://www.parodos.it/filosofia/lilluminismo_italiano.htm; 05.07.2013.)

Nel testo Per base luso, per consigliere lesempio e per direttrice la ragione, inserito
nel Saggio, Cesarotti menziona alcuni punti importanti relativi alla lingua scritta:
Prima di tutto, indica che la lingua non deve confondersi con il dialetto. La linguistica moderna
distingue questi due termini - lingua una caratteristica della nazione mentre il dialetto
appartiene alla provincia. (Grosser e Guglielmino, 1993) Il dialetto ha male influenza alla lingua
parlata, soprattutto quando usata nella scritta.
In secondo luogo si trova la constatazione che la lingua scritta deve considerarsi come il
compimento e la perfezione della parlata. La lingua scritta deve far proprie le caratteristiche di
spontaneit (franchezza) e di creativit (fecondit) che sono distintive della lingua parlata, senza
rinunciare alla sua struttura grammaticale, alle regole, e alla sua natura pi riflessiva e
controllata. (Grosser e Guglielmino, 1993: 993).
Cesarotti poi constata che il popolo non bisogna sistemare la lingua scritta perch ha uso
diverso dalla norma e che questo uso solo pu reggere la lingua parlata. Se questo diventasse la
regola, i linguistici dovrebbero permettere tutte le irregolarit e le stravaganze della pronunzia.
Lautore considera che la scelta delle parole proprie non deve essere attaccata alluso degli
scrittori, neanche degli riconosciuti, perch non tutti erano eruditi nello stesso modo, molti

parlavano in dialetto e consideravano questo la loro lingua, con tutte le imperfezioni desso e
cos via. Se si vuole che gli scrittori avessero la possibilit di coniare nuove parole, per prima
cosa avrebbero la opportunit di esporci tutte le ragioni per farlo. E se verr detto che questo
diritto hanno perch vivevano nella provincia dove il toscano il dialetto dominatore,
dovrebbero prendere in considerazione la nostra opinione. Per concludere questa constatazione,
Cesarotti menziona: il popolo sar il dittatore e l despota della lingua e dogni sua partema
tutto dipende dalluso fondato sullapprovazione della parte di popolazione che abita nella
regione favorita della natura. (Grosser e Guglielmino, 1993: 995)
Per Cesarotti importante notare che la nostra vita, cio la vita dogni nazione,
corrisponde alla vita di una lingua. Quindi in una nazione colta, ricca, scienziata, fornita darti e
di commercio, tanto pi la lingua si accosta alla perfezione quanto pi si discosta dalle prime
epoche. (Grosser e Guglielmino, 1993: 996). Per quanto riguarda queste prime epoche,
Cesarotti per esempio prende la lingua latina ed afferma che essa era a miglior condizione nel II
secolo (secolo degli Antonini) che in I secolo (secolo dAugusto).
La lingua e lo stile non devono mescolarsi perch sono le due cose differenti. Il pregio di
essa consiste nellesser ad un tempo ricca, precisa, abbondante di colori e datteggiamenti,
adattabile ad ogni argomento e ad ogni genere di scritture. (Grosser e Guglielmino, 1993: 996)
Il compito principale della lingua di mostrare materiali allo stile, e lo stile larte di farne uso.
Per uno scrittore il prestigio sapere ottimamente la lingua e lo stile, sapere esprimersi con le
parole opportune ed avere il suo stilo riconoscibile.
In sesto luogo, Cesarotti dice che meno adesso, dopo aver menzionato ed commentato
tutto, la lingua scritta deve dipendere dal giudizio dei linguistici e dei grammatici. Alla fine, gli
scrittori si contentino di fare parte di esperti che possono essere consultati per risolvere
questioni lessicali. (Grosser e Guglielmino, 1993: 996)
Per concludere, la lingua scritta deve avere per base luso (perch se non si tiene conto di
esso, la lingua non sarebbe pi intesa dalla nazione), per consigliere lesempio (perch se lo stile
e la coniatura delle nuove parole dalla parte degli scrittori non possono essere autorizzati,
possono per facilitare il lavoro per essi, proponendogli un modello linguistico), e per direttrice

la ragione (la scrittura, cio le idee dovranno venire agli scrittori spontaneamente e non essere il
risultato della qualche regola). (Grosser e Guglielmino, 1993)

Guglielmino e Grosser (1993: 996) hanno fatto una celeberrima conclusione del titolo:
Chi scrive si baser sulluso, prendendo esempio dai buoni scrittori, ma guidato sempre dalla
ragione. La lingua, con tutte le sue complessit, la fondazione dogni nazione. Nessuno deve
pensare che proprio lui pu cambiare la lingua, essendo lui uno scrittore, un professore oppure
un operaio.
Non facile avere senso per combinare la lingua proposta dalla norma con il dialetto,
mettere tutte queste parole in un testo significativo e forte, ma se uno ha questa possibilit,
questo omaggio di farlo, non deve avere paura desprimersi in un modo particolare. Alla fine,
tutti lo ricorderanno per questo.

Bibliografia
Grosser Hermann, Guglielmino Salvatore, Il sistema letterario: guida alla storia
letteraria e allanalisi testuale.Vol.3, Cinquecento e Seicento; Settecento, Principato, Milano
1993

Sito web:
Treccani.it:

Cesarotti,

Melchiorre,

http://www.treccani.it/enciclopedia/melchiorre-

cesarotti_(Dizionario-Biografico)/, preso: 5.7.2013.


Parodos.it:L'illuminismo italiano,
http://www.parodos.it/filosofia/lilluminismo_italiano.htm, preso: 5.7.2013.

Potrebbero piacerti anche