NERONE Duemila Anni di Calunnie uno spettacolo di Edoardo Sylos Labini
liberamente tratto dallomonimo saggio di Massimo Fini
unidea di Pietrangelo Buttafuoco - drammaturgia Angelo Crespi
al Teatro Quirino di Roma
con Edoardo Sylos Labini Sebastiano Tringali Dajana Roncione Giancarlo Cond Gualtiero Scola Paul Vallery e con la partecipazione di Fiorella Rubino nel ruolo di Agrippina e gli attori della Fonderia delle Arti regia Edoardo Sylos Labini scene e costumi Marta Crisolini Malatesta disegno luci Pietro Sperduti musiche originali Paul Vallery LO SPETTACOLO Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio, di cui Nerone verr accusato ingiustamente di essere il mandante, lincubo dellImperatore la notte prima della sua morte. La possibilit di fuggire dalla congiura dei suoi senatori, o la scelta di uccidersi per mano propria. Tra i marmi della Domus Aurea, il suo palazzo imperiale, Nerone, attorniato da uneccentrica corte di mimi, musicisti e ballerine, tormentato dal fantasma della madre. Rivive in quellincubo le presenze pi ingombranti della sua vita: lossessiva madre Agrippina, assetata di potere che, grazie ad una serie di delitti, gli
apre le porte dellImpero a soli 17 anni; lillustre filosofo Seneca,
moralizzatore dei costumi di Roma e scaltro opportunista che, diventato suo maestro, cerca di influenzarne ogni scelta; la bellissima seconda moglie, la giovane e civetta Poppea con la quale condivide lamore per larte e la passione per la Grecia; lamico di bagordi Otone, governatore della Lusitania ed ex marito di Poppea che congiura alle sue spalle per gelosia; ed infine il viscido Fenio Rufo, ruvido Prefetto del Pretorio, vero capo della rivolta di quella lite economica ed intellettuale contro la quale Nerone combatt durante i 14 anni del suo regno. NOTE DAUTORE Nerone Duemila anni di calunnie, tratto dall'omonimo saggio di Massimo Fini, un testo che, alla luce delle pi recenti interpretazioni storiografiche, si pone l'obiettivo di rivedere una vulgata secolare il cui esito la persistente leggenda nera dell'imperatore romano. Un personaggio che ha dovuto subire, per mano degli storici antichi e di tutti quelli che hanno scritto su quella falsariga, una damnatio memoriae solo per certi versi comprensibile. Nerone fu un uomo s spregiudicato, si macchi di delitti efferati, ma non in misura maggiore degli imperatori che lo precedettero o seguirono. Stretto tra il destino di comandare e il desiderio di essere semplicemente un artista, nei brevi anni di impero si contraddistinse per unire alle doti dello statista, la visionariet del tiranno illuminato: non si preoccup di espandere i confini dell'impero, non si impegn in guerre di conquista, ma cerc di imporre lo stile greco a Roma, di dare una forma moderna all'amministrazione dell'impero, di gestire le finanze dello Stato con lungimiranza. Per questo motivo l'oligarchia del Senato gli fu ostile, ma anche per la sua tenace politica riformatrice, per la sua volont di comandare "per il popolo" e non solo "in nome del popolo" come voleva il trito rito della Repubblica. Amato dalla plebe, odiato dalla aristocrazia, Nerone crebbe sotto l'influenza nefasta della madre Agrippina e badando ai consigli del suo maestro, Seneca; entrambi seppur in maniera diversa, invischiati nei giochi di una corte in costante lotta per il potere. Ed per questo che la vita dell'imperatore, condannato dalla macchina del fango della storia, assume i contorni della metafora sul potere, che da sempre irretisce le menti migliori, fuorvia la ragione e i cuori. Angelo Crespi - Edoardo Sylos Labini
Teatro Quirino 19- 31 gennaio
Dal marted al sabato ore 21, gioved 21 e mercoled 27 ore 17,
sabato 30 ore 17 e 21, domenica ore 17
Prezzi da 34 a 15 Mercoled 27 dopo la pomeridiana alle ore 19,00 ci sar
un incontro con Massimo Fini autore dellomonimo saggio e