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Corso di Laurea

in Filosofia

Tesi di Laurea

Robert M. Pirsig: Lo
Zen e larte della
manutenzione
dellindividuo

Relatore
Ch. Prof. Luigi Vero Tarca

Laureando
Francesco Lanzetta
Matricola 839451

Anno Accademico
2012/2013

Robert M. Pirsig: Lo Ze e larte della


delli dividuo

a ute zio e

Sommario
Introduzione: lautore ..................................................................................................... 4
La vita .................................................................................................................................. 4
L approdo alla filosofia........................................................................................................ 6
Le sue opere ........................................................................................................................ 6

Lo Ze e larte della

a ute zio e della

otocicletta ............................................. 7

Chautauqua ......................................................................................................................... 8
Tecnologia ........................................................................................................................... 8
Intelligenza classica e intelligenza romantica ..................................................................... 9
Fedro ................................................................................................................................. 10
Conoscenza: la metafora dei mucchi di sabbia ................................................................. 12
Filosofia: crisi della razionalit e apertura a nuovi orizzonti............................................. 13
L I dia, Boze a e la Chiesa della agio e ...................................................................... 15
Qualit............................................................................................................................... 17
Le due fasi di esplorazione della Qualit ........................................................................... 19
La fase metafisica: il mondo diviso ................................................................................... 22
La Qualit come monismo................................................................................................. 25
La Qualit nella vita di tutti i giorni .................................................................................. 28
La Qualit nel pensiero greco............................................................................................ 31
Riconciliazione ................................................................................................................... 35

Lila: u i dagi e sulla

orale ..................................................................................... 36

U li ro sugli i dia i d A eri a ........................................................................................ 37


Reintroduzione dei valori in antropologia ......................................................................... 38
Lila, Rigel e lo spirito vittoriano ......................................................................................... 39
Metafisica della Qualit .................................................................................................... 41
Il fe o e o or itori o ................................................................................................. 41
Il brujo di u i: qualit statica e Qualit dinamica ........................................................... 43
Le configurazioni statiche di valore ................................................................................... 45

Evoluzione ......................................................................................................................... 45
Moralit ............................................................................................................................ 46
La moralit di Rigel se o do l eti a evoluzio isti a .......................................................... 48
Zeitgeist (parte prima) ...................................................................................................... 48
Zeitgeist (parte seconda)................................................................................................... 50
Filosofia della follia ........................................................................................................... 51
Dhy a e ritualit ............................................................................................................. 54
Conclusione ....................................................................................................................... 55

Metafisica della Qualit: la proposta filosofica di Pirsig......................................... 56


I tratti principali del metodo filosofico di Pirsig ................................................................ 57
Qualit e scienza ............................................................................................................... 58
MOQ e prati a ze : ko e

o d ................................................................................... 60

MOQ nei termini di una comparazione filosofica.............................................................. 61


Qualit, Tao, Dharma........................................................................................................ 62

Pirsig e la filosofia americana ...................................................................................... 62


Emerson e Thoreau ........................................................................................................... 63
James................................................................................................................................. 65

Conclusioni ...................................................................................................................... 67
Bibliografia ...................................................................................................................... 69

Robert M. Pirsig: Lo Ze e larte della


delli dividuo

a ute zio e

Introduzione: lautore
Chi R. M. Pirsig? Defi i lo filosofo sa e e giusto, a atte e dosi a u i
agi e o e zio ale
del filosofo uesta defi izio e appa e idutti a e fo se a he fuo i luogo. pesso hi ie e
considerato tale lavora in ambito accademico o di ricerca, scrive saggi, pubblicazioni, e materiale
che serva per la divulgazione/costruzione di una propria filosofia, di un proprio pensiero, e che
quindi sia sottoposto alla critica e al confronto con il lavoro di altri autori, di alt i addetti ai
la o i . vero che Pirsig lavor all u i e sit a si o up di eto i a e o di filosofia. I olt e
non scrisse mai saggi o opere che potessero essere rigorosamente filosofiche. Nella sua vita
o pose due g a di la o i, he so o pe delle ope e a ati e, all i te o delle uali egli
deline i suoi pensieri e le sue idee, ma accompagnate dalle sue esperienze, dalle sue emozioni,
dai suoi sentimenti. Lo e e l arte della a ute zio e della oto i letta e Lila sono i racconti di
due iaggi, u o i
oto e u o i a a, du a te i uali l autore fa delle riflessioni. Non sono certo
dei saggi in cui sia possibile individuare un vero e proprio sistema filosofico. Forse qualcosa che
pi gli si avvicina si pu trovare nella sua ultima opera. Fatto sta che la figura di Robert Maynard
Pirsig dimostra o e la filosofia sia u atti it he a o pag a la ita di tutti a he hi o ha
una laurea in filosofia), he a a a etto o l espe ie za uotidia a, he o pu esse e s issa
dalla vita di ognuno intesa come reale e concreta esistenza nel mondo. pesso i fatti l auto e
sottolinea come anche le pi (in apparenza) banali azioni che compiamo ogni giorno siano in
stretta correlazione con riflessioni che forse inizialmente avremmo potuto considerare astruse o
fuori dal mondo reale (metafisiche).
cele e o e da se p e la figu a del filosofo sia a ostata all i
agi e di Talete he, t oppo
intento a osservare il cielo sopra di lui, non si accorge di ci che gli sta davanti e cade in un pozzo.
L a ti o filosofo g e o e a a he u o studioso di ast o o ia e per questo osservava gli astri, ma
non difficile intuire l a alogia di uesti o uelle idee imperiture che a partire dal pensiero
greco arcaico costituiranno il cuore della filosofia occidentale. Il filosofo colui che ricerca i
fondamenti di ci che esiste (e di ci che non esiste), anche nel caso in cui non ce ne fossero;
importantissimo capire la fondamentale natura euristica dell atti it filosofi a, he o e uella di
un archeologo scava negli strati che compongono la realt alla ricerca di ci che possa rendere
conto di ogni determinazione. Ma anche importante capire che la ricerca parte dai dubbi, dalle
curiosit, dalle domande. Ed per questo che la filosofia accompagna ogni tipo di azione umana:
mette tutto in discussione a he l idea stessa che ci sia un fondamento). Niente sta fuori dal suo
aggio d azio e. No i si o po ta olto di e sa e te ua do si pa la di p i ipi p i i della
realt rispetto a quando si parla del funzionamento di una motocicletta.

La vita
La iog afia dell auto e i po ta te o ta to pe u se pli e s opo i fo ati o, ua to
perch strettamente legata oltre che alle sue due opere anche alla formazione del suo
pensiero. Robert M. Pirsig nacque il 6 settembre 1928 a Minneapolis, negli USA. Consegu
p e o e e te il diplo a supe io e all et di
a i alla Blake hool di Mi eapolis. i is isse
poi all U i e sit del Minnesota per studiare biochimica, e aveva gi in mente di specializzarsi in

iologia ole ola e, il pu to d i o t o t a il o do o ga i o e uello i o ga i o . Ne Lo Zen e


l arte della a ute zio e della oto i letta Pi sig spiega la disposizio e d a i o he lo spi se a
intraprendere la strada della scienza servendosi di un discorso pronunciato dal giovane Albert
Einstein nel 1918:
Nel te pio della s ie za i so o olte di o e e di e si da e o so o olo o he le abitano e i
motivi che ve li ha o o dotti. Molti e a o ella s ie za l esalta te se sazio e di supe io e
capacit intellettuale: la scienza lo sport da cui t a e u espe ie za i ida e il soddisfa i e to
delle ambizioni; nel tempio ci saranno anche i molti che hanno immolato i prodotti del loro cervello
a fini puramente utilitaristici. Se venisse un angelo del Signore a cacciare tutta la gente che
appartiene a queste due categorie, il tempio si svuoterebbe di molti fedeli, ma qualcuno rimarrebbe:
uo i i sia dell epo a p ese te sia di uella passata Se le categorie che abbiamo appena espulso
fossero le sole a popolare quel luogo, il tempio non sarebbe mai esistito, cos come non pu esistere
u os o fatto di soli a pi a ti. Colo o he t o e a o fa o e p esso l a gelo [] so o tipi i soliti,
poco comunicativi, solitari, in realt molto meno simili tra loro degli appartenenti alla schiera dei
cacciati. Quel he li ha po tati al te pio [] o
u u i a isposta pe spiega lo, [] l e asio e
dalla vita quotidiana, dalla sua penosa crudezza, da una disperata monotonia, la fuga dalla schiavit
dei propri desideri. Una natura nobile desidera con tutte le sue forze di sfuggire al suo ambiente
affollato e rumoroso per rifugiarsi nel silenzio delle vette pi alte o si o io , do e l o hio spazia
li e a e te ell a ia a o a pu a e segue o sgua do amorevole i placidi contorni che paiono
2
ost uiti pe l ete it.

Questo passo illustra in modo chiaro la prospettiva che Pirsig aveva del mondo scientifico e, pi
in generale, della conoscenza: non dei semplici mezzi per conseguire altri scopi (come la fama o la
ricchezza), n se pli i palest e del pe sie o do e cimentarsi a sviluppare le proprie abilit, ma
al contrario delle vere e proprie vette spirituali da raggiungere per elevare la propria anima, quasi
l i peg o ella s ie za fosse u a issio e isti a. Nello e e l arte della a ute zio e della
motocicletta l auto e des i e spesso o e i
uel pe iodo della sua ita egli a esse u a
fo tissi a fede ella razionalit, che dava senso alla scienza, al suo infallibile metodo, e al
verificarsi di ogni cosa conce e te la ealt. Il oltello a aliti o della azio alit e a l a a he
Pirsig usava per tagliare il mondo e analizzarlo, fino a conoscerne ogni parte, ogni
dete i azio e. Ma si i el u a a a doppio taglio, he e p esto fin per accanirsi contro il
suo utilizzato e. La azio alit di e e pe l auto e o pi u a fida alleata o addi ittu a u a dea
a cui votarsi, ma un fantasma che egli insegu per larga parte della sua vita, non tanto per capirne
la atu a o pe i o uista la, ua to pe vendicarsi di lui, tanto se ne sentiva, lui per primo,
3
plas ato. Le perplessit e i dubbi relativi al metodo scientifico e alla razionalit sorsero quando
egli si accorse di un problema ad essi intrinseco, che faceva capo alla scelta delle ipotesi possibili
nell appli azio e di tale (presunto) infallibile metodo. Di questo si parler pi approfonditamente
nella parte relativa alla sua prima opera, tuttavia importante vedere come questo avvenimento
lo spinse a non dedicarsi pi con impegno e abnegazione agli studi s ie tifi i e lo po t, all et di
soli
a i, ad esse e espulso dall u i e sit, uffi ial e te pe i
atu it e s a sa
4
appli azio e . F ust ato e o fuso si las i spi ge e dalla o e te degli e e ti , e fi pe
a uola si ell ese ito, he lo sped in Corea. Ma fu proprio grazie a questo avvenimento radicale
he e e odo di t o a e la ia da pe o e e pe a i a e alle isposte he e a a. L espe ie za
della gue a gli pe ise di e t a e i o tatto o ealt di ui ig o a a l esiste za, e si avvicin
1

21

R. M. Pirsig, Lo e e l arte della manutenzione della motocicletta, (1974), trad. it., Adelphi, Milano 2008 ,
p. 115.
2
Ivi, p. 115.
3
Ivi, p. 91.
4
Ivi, p. 121.

alla cultura e al modo di pensare orientali. Si sentiva come se fosse scappato da delle gabbie
intellettuali che lo tenevano prigioniero. Ma non si ferm qui. Una volta congedato e tornato
negli USA, Pirsig intraprese finalmente la strada della filosofia. Cap che i suoi dubbi relativi alla
scelta delle ipotesi nel metodo scientifico non interessavano alla scienza perch non erano dubbi
scientifici ma filosofici. Erano dilemmi situati a un livello superiore rispetto a quelli scientifici.
Vide cos ella filosofia il pu to pi alto ella ge a hia del sape e, e i s o se il p osegui e to
atu ale della do a da he l a e a a i i ato i izial e te alla ie za, o e o: Cosa sig ifi a
5
tutto ua to? Qual il suo fi e?

L approdo alla filosofia


Termin quindi gli studi accademici laureandosi in Filosofia orientale nel maggio del 1950.
Dopodi h de ise di app ofo di e le sue o os e ze i
e ito, e f e ue t l U i e sit di
Benares in India. Tuttavia gli anni che trascorse qui non incisero particolarmente su di lui, pur
avendo egli assorbito molto tra lezioni di filosofia orientale, visite da religiosi ed esperienze varie.
6
A i i I dia da s ie ziato e pi ista, e e pa t s ie ziato e pi ista . Cos torn negli USA,
mise su famiglia (si spos nel 1954 ed ebbe due figli, Chris nel 1956 e Theodore due anni dopo),
visse tra Messico e Nevada, la o o e gio alista s ie tifi o pe u po di te po (dopo aver
preso un diploma in giornalismo) e, almeno per il momento, smise di inseguire ossessivamente il
fantasma della ragione. Fi o a ua do, alla fi e degli a i
, non decise di cominciare a
i seg a e all U i e sit del Mo ta a. Nel 1958 quindi divenne professore di composizione
inglese (retorica) a Boze a , la itt i ui e a situata l u i e sit. Nei due anni che trascorse qui
e e odo di i seg a e s ittu a eati a e eto i a, e la p ati a dell i seg a e to gli pe ise di
formulare un concetto che sarebbe poi diventato centrale nella sua filosofia: il concetto di
Qualit. Lo studio e la ricerca he o a a do ai i sie e all i seg a e to se i o o da
campi di applicazione di questa sua nuova idea che lo cattur fortemente al punto da portarlo
sull o lo e i seguito a he olt e della pazzia. Ce a e di api e la atu a della Qualit,
confronta dosi o gli alt i p ofesso i dell u i e sit e o i suoi stude ti, di e e la sua
ossessione, poich in essa egli vedeva il risolversi di tutti i suoi perenni dubbi sulla razionalit,
sulla logica, sulla conoscenza e sulle fondamenta della realt. Il riflettere cos intensamente lo
spinse presto a diventare solitario, schivo, instabile; in questo periodo si avventurava spesso tra
le montagne da solo per poter pensare meglio a ci che riempiva la sua mente e che gli impediva
di svolgere ogni tipo di attivit sociale. Insegn a Bozeman per due anni, e per un periodo
f e ue t a he l U i e sit di Chi ago pe o segui e u dotto ato he gli sa e e se ito a
insegnare e approfondire i he ole a la Qualit , a te e dosi fa e do lezio e all U i e sit
dell Illi ois, se p e a Chi ago, ella pa te assa della itt il Na Pie ; fino a quando, u po di
tempo dopo, non ebbe un crollo nervoso e fu ricoverato in una clinica psichiatrica dove, dal 1961
al 9
fu sottoposto a a ie u e t a ui a he l elettroshock. Ufficialmente gli era stata
diagnosticata una forma di schizofrenia e depressione. Fu un momento della sua vita che lo
a i adi al e te, e u a olta te i ati i t atta e ti psi hiat i i e a o pleta e te u alt a
persona.

Le sue opere
La composizione della sua prima opera gli occup quattro anni della sua vita. Lo e e l arte della
manutenzione della motocicletta venne pubblicato nel 1974, e i protagonisti principali sono
5
6

Ivi, p. 127.
Ivi, p. 143.

l auto e e suo figlio Ch is. A testi o ia za degli effetti delle u e psi hiat i he e dell elett osho k,
l io a ato e di uesto p i o la o o di Pi sig pa la di se stesso p i a dell espe ie za i li i a
riferendosi in terza persona, come se raccontasse gli eventi relativi a un altro individuo, cui egli
d il nome di Fedro. Dopo la pu li azio e e il su esso u po ta di o he segui o o il suo li o,
Pi sig t as o se olti a i iaggia do solita io i gi o pe l A e i a e l Eu opa, sol a do spesso
l Atla ti o i a a. Ed p op io u iaggio i a a il o testo della sua seconda opera, Lila:
u i dagi e sulla orale, che scriver molti anni pi tardi in seguito a molte sollecitazioni
derivate dai punti lasciati in sospeso nella prima. In questo libro Pirsig delinea in modo pi
sistematico e rigoroso le caratteristiche del suo sistema filosofico, la Metafisica della Qualit, e
tratta con pi attenzione anche temi di carattere sociopolitico, tentando di individuare lo
Zeitgeist a atte isti o del 9 , in una rilettura alla luce di questa sua innovativa concezione. Nel
frattempo si era divorziato nel 1978 dalla sua prima moglie Nancy Ann James, e nello stesso anno
aveva sposato Wendy Kimball. Nella sua vita dopo la stesura delle sue due opere visse in molti
paesi diversi, in Europa e negli USA, evitando spesso le apparizioni in pubblico. C da aggiungere
che nel 1979 accadde un episodio molto doloroso nella vita di Pirsig: suo figlio Chris, protagonista
insieme a lui dello e e l arte della a ute zio e della oto i letta, rimase coinvolto in un
tentativo di rapina a San Francisco, vicino al centro Zen dove studiava, e mor ancor prima di
o pie e
a i. Di uesto l auto e pa la i u a postfazio e alla sua p i a ope a, ella uale
aggiu ge a he l e e to, pe o e so, st ao di a ia e te lieto he segu due anni pi tardi: la
nascita completamente inaspettata di una bambina, Nell, con la sua seconda moglie Wendy.
Pirsig interpret questo fatto come se Nell fosse venuta per riempire il terribile squarcio che la
morte di Chris aveva lasciato nella sua vita. Nella suddetta postfazione egli esprime come avesse
pe epito la dipa tita di suo figlio: Ch is app ese ta a u a so ta di diseg o a o a pi g a de
di lui o e pe so a fisi a, e la sua o te e a ui di o e u u o i uesto diseg o , il uale
tuttavia era rimasto. E l a i o os inatteso di Nell era davvero una prova in pi che il disegno
esisteva davvero, e che non poteva rimanere a lungo privo della sua parte centrale. Robert M.
Pi sig tutt o a i ita, e isiede ello stato del Maine, nel nord-est degli Stati Uniti. Nel 2012
l U i e sit del Mo ta a lo a e a i itato pe o fe i gli u dotto ato ad honorem in Filosofia,
a i uell o asio e lo scrittore non pot esser presente a causa di motivi di salute.

Lo Ze e larte della manutenzione della motocicletta


Pirsig cominci a scrivere la sua prima opera intorno al 1970. Impieg quattro anni per comporla
o pleta e te e la pu li el 9 . Co e ie e spe ifi ato i u a ota dell auto e i he
narrato corrisponde al vero, e si basa su un viaggio che Pirsig intraprese con suo figlio Chris e, per
una parte del tragitto, con una coppia di suoi amici, John e Sylvia. Nella stessa nota si precisa che
il o te uto dell ope a o a assi ilato al asto o po delle dott i e e delle p ati he del
Buddhismo Zen, n tantomeno a quello della manutenzione della motocicletta in tutti i suoi
a iti e i tutte le sue sfu atu e. E i po ta te api e uesto pe o o fo de e l utilizzo he
l auto e fa di uesti ele e ti, he o so o oggetti di iflessio e, a piuttosto ezzi
7
interpretativi. Come si detto quindi Lo Zen il racconto di un viaggio in moto che dura 17
gio i, dal Mi esota fi o i Califo ia. E a atte izzato da due pia i di a azio e di e si: u o
des itti o, he il eso o to del iaggio e o e p op io, e l alt o d i dagi e filosofi o-spirituale,
che il cosiddetto Chautauqua. E o e se, du a te la lettu a, i si spostasse o ti ua e te
dalla sella della oto i letta da ui si ede il paesaggio e la st ada, alla e te dell auto e, pie a
di pensieri, riflessioni, ricordi, sensazioni e considerazioni che egli fa durante il viaggio.
7

Per abbreviare user semplicemente Lo Zen al posto del titolo completo.

No osta te o e ga ai spe ifi ato l a o i ui sia a e uto uesto iaggio, lo si pu


o u ue po e e so la fi e degli a i
: Ch is de e a e e
o
a i, e l auto e
completa e te u alt a pe so a ispetto alla stessa he e e il ollo e oso all i izio di uel
de e io. I fatti egli pa la di se stesso p i a di uell e e to o e se a o tasse di u alt a
persona, uno sconosciuto di cui sa poche e vaghe cose, che tuttavia desidera fortemente
conoscere (o meglio ri- o os e e a di ui ello stesso te po ha pau a. Qua do Ch is, all i izio
del viaggio, chiede a suo padre se avesse mai visto un fantasma, egli risponde di s, e quel
fantasma era appunto Fedro, il suo alter-ego, se stesso p i a di i pazzi e e di e i e esettato
come un computer che non funziona pi ormai saturo di dati. Fedro era diventato un fantasma
inseguendo a sua volta un altro fantasma, che era quello della razionalit. Quasi tutto il
Chautauqua si basa proprio sul ripercorrere i sentieri che egli ha intrapreso nella sua ricerca
ossessiva di questo fantasma. Mentre il viaggio, toccando spesso luoghi in cui Fedro ha vissuto o
stato, i o di flash a k, di i o di, di f a
e ti, he l auto e te ta di imettere insieme pezzo
dopo pezzo nel tentativo di ricongiungersi con il suo Io originario.

Chautauqua
Pirsig esprime fin da subito la volont di condurre una sorta di conversazione con se stesso.
Durante il tragitto, in sella alla sua moto, comincia cos a delinearsi quello che lui stesso chiama
Chautauqua: Quello he ho i
e te u a spe ie di Chautau ua non riesco a definirlo
altrimenti -, come i Chautauqua ambulanti che si rappresentavano sotto un tendone e si
sposta a o da u apo all alt o dell A e i a, l A e i a i ui sia o oi adesso, u a se ie di
o e sazio i popola i i tese a edifi a e e di e ti e, a iglio a e l i telletto e a po ta e ultu a e
8
illu i azio e alle o e hie e ai pe sie i degli as oltato i. Storicamente il Chautauqua stato un
movimento popolare di educazione degli adulti diffusosi negli Stati Uniti tra il diciannovesimo e il
ventesimo secolo, e si basava su una sorta di spettacolo itinerante che si svolgeva in dei tendoni
simili a quelli circensi. A tali manifestazioni parte ipa a o saggi di og i tipo, o e p ofessori,
musicisti, oratori, predicatori, intrattenitori, che si prefiggevano di diffondere cultura e sapienza
con spettacoli basati su letture, dialoghi, lezioni e conversazioni. Il nome di questo movimento
proviene dal lago Chautauqua nello stato di New York, dove si svolse il primo Chautauqua della
sto ia. Lo stesso Pi sig, i u edizio e i edita i italia o de Lo Zen, affe a he l e p eside te
9
a e i a o Theodo e oose elt ite esse il Chautau ua the ost A e i a thi g i A e i a.
L o ietti o dell auto e
ui di uello di ole o du e u dialogo, u a o e sazio e, o ta to
per trovare qualcosa di nuovo e per aprire nuovi canali di coscienza verso cui addentrarsi, ma per
10
s a a e pi a fo do i
uelli e hi . All ete o uesito he
di uo o? su e t a la
do a da he
di eglio? .

Tecnologia
Il p i o a go e to he l auto e t atta el suo Chautau ua
uello della te ologia, e i
particolare del rapporto che John e Sylvia hanno con essa. Per fare ci Pirsig si serve della
oto i letta o f o ta do l app o io he ha lui ei o f o ti del suo ezzo o uello di Joh .
Quest ulti o i fatti di ost a u o spi ato disi te esse ei o f o ti della u a e della
manutenzione della sua moto, delegandoli praticamente sempre a un meccanico. Al contrario

Ivi, p. 18.
R. M. Pirsig, Zen and the Art of Motorcycle Maintenance: an Inquiry into Values, Quill edition, New York
1999.
10
R. M. Pirsig, Lo e e l arte della a ute zio e della oto i letta, cit., p. 18.

Pirsig si dedica ai lavori di manutenzione con grande attenzione e dedizione. La moto per lui
quasi una amica a cui spesso dedica tempo e affetto. Per John invece essa rimane un mero mezzo
meccanico di cui si serve per raggiungere i suoi obiettivi, che sono per lui ben altra cosa
dall aggiustare le componenti del motore o riparare la carrozzeria. Ora si pu obiettare che
se pli e e te la diffe e za sta ell i te esse he e t a i ipo go o ella oto i letta, oppure
nelle rispettive abilit e capacit, che in qualche modo devono essere di diverso valore. Ma la
diversit tra i due si basa su un terzo elemento di ben altra importanza. Quando John si infuria
nel non capire cosa non va alla sua moto e come sistemarla, egli non se la sta prendendo
solamente con il suo mezzo ma con la tecnologia intera. In essa vede il male che affligge la
societ e il mondo. Tutto ci che tecnologico, nonostante gli renda la vita migliore e lo faccia
vivere nel benessere, ai suoi occhi brutto esteticamente, senza vita, senza senso, intriso di
negativit. Essendo cos qualitativamente negativa la tecnologia per John non merita attenzione,
dedizio e, poi h
olpa sua se la ge te al gio o d oggi dep essa, sola, agg essi a, ed
sempre per colpa sua che le persone oggi si sono ridotte a prototipi di macchine senza emozioni e
sentimenti, che rispondono a ordini he e go o dall este o, da u a so ta di siste a del uale
nessuno ha un effettivo controllo, ma che tuttavia dirige le azioni di tutti gli esseri umani. Infatti
spesso e so tale siste a che John e Sylvia indirizzano i loro malumori e le loro preoccupazioni.
Le persone come loro sono solite preferire un ipotetico tempo storico in cui la tecnologia non
fosse os p ese te el o do i
odo tale da e de e l u a it dipe de te da essa, un tempo
in cui fosse pi importante qualitativamente ci che possedeva un valore estetico e spirituale
piuttosto he u alo e asato sull utilit pratica e tecnica. Ed cos che si giunge alla distinzione
fondamentale che oppone l auto e al suo a i o: la qualit che essi rivolgono alla propria moto.
Questa si t adu e poi ell affetto he se to o ua do ha o a he fa e o le ispetti e
motociclette, e nella cura che adottano nel mantenerle. Tutto ci di fondamentale importanza
per due motivi: il primo il fatto che si ha subito una piccola e molto sommaria introduzione al
concetto di Qualit (che semplice e immediato ma allo stesso tempo complesso e ineffabile), e
il secondo che capiamo una distinzione fondamentale nel considerare gli individui e la loro
intelligenza sia personale che collettiva: la distinzione tra intelligenza romantica e intelligenza
classica. La prima quella di John e Sylvia ed solitamente la mentalit degli artisti e dei
usi isti, he affe is e aggio e te alla sfe a dell i
ediato e del superficiale (inteso non in
senso negativo); la se o da
uella di Fed o ui di o dell auto e el pe iodo del iaggio i
moto), e afferisce alla sfera di ci che soggiacente, ossia di ci che sta al di l della mera
apparenza superficiale e che ha a che fare con il tecnologico, con il logico, e con lo scientifico.

Intelligenza classica e intelligenza romantica


Essenzialmente classico e romantico sono due modi di comprendere la realt. Nonostante non si
possa o t o a e pu ti d i o t o f a ueste due mentalit, le persone prese singolarmente non
possiedo o u i a e te l u a o l alt a. Ma se o side ia o la olletti it utile effettua e tale
di oto ia poi h essa ha a uto e ha tutt o a g a di ipe ussio i sulla so iet e sulle
conseguenze delle nostre azio i. Il o do o e lo edia o realt, indipendentemente da
11
uello he di o o gli s ie ziati. Questo ci che pensano John e Sylvia. Ma a he il o do
come ci viene rivelato dalle verit scientifiche realt, indipendentemente dalla sua apparenza
12
[].
Ed
os he la pe sa u i tellige za lassi a. E t a e queste visioni del mondo
(Weltanschauungen) sono corrette. Lo scienziato capir che considerare il mondo secondo

11
12

Ivi, p.63.
Ibidem.

l appa e za i
ediata o
s agliato ua do o t o e ause s ientifiche e rigorose alla
felicit che prova nel correre in moto insieme a suo figlio e anche quando non ne trover nel
defi i e il dolo e he lo a olge el o e to i ui pe sa a sua oglie he o
pi; Joh , e in
ge e ale hiu ue sia u o a ti o , capir che le leggi scientifiche delle forme soggiacenti
sono importanti nel momento in cui si trover di fronte a un guasto meccanico della sua moto: in
questo caso non avr sicuramente alcun valore la bellezza che, per esempio, hanno le puntine del
motore una volta bruciate, ed egli dovr ricorrere a regole ben precise per far fronte a questo
p o le a. Og u a di ueste due i tellige ze ipudia l alt a e o soppo ta intrusioni nel proprio
mondo.
stato detto he il o a ti o affe is e al ello , all immediato, allo spirituale, a ci che
affe a ile t a ite l i tuito i al u i asi si pa la di sesto se so . L i tellige za lassi a itie e il
suo e i o supe fi iale i se so egati o uesta olta , i espo sa ile, i apa e di ette e
ordine, come un parassita della societ che va eliminato. Da queste considerazioni capiamo
anche come abbiano luogo concetti e pensieri propri del mondo politico e sociale, che in base alla
visione del mondo adottata producono giudizi sulle persone e indirizzano le li ee d azio e. Molte
volte essendo esse inconciliabili e unilaterali hanno conseguenze negative e disastrose. Tuttavia
l auto e deside a o e t a si aggio e te sull a alisi dell i tellige za lassi a, e i pa ti ola e
13
della fo a soggia e te del o do delle fo e soggia e ti. Insomma quello che vuole fare
Pi sig u a alisi dell a alisi. Per fare ci ricorrer al suo alter-ego Fedro, che rappresenta un
degno esempio di mentalit classica (a livelli che si dimostreranno addirittura distruttivi).

Fedro
Fed o app ese ta l alte -ego dell auto e. La pe so a he sta o pie do uesto iaggio i
oto
o
pi la stessa he a i p i a i seg a a all u i e sit o he si st ugge a alla i e a di u a
sorta di fantasma, cio la razionalit. Lungo la strada subentrano spesso improvvisi ricordi
frammentari, che il protagonista mette insieme chilometro dopo chilometro, e che ricostruiscono
una figura particolare, unica nel suo genere. Fedro era certamente un personaggio come pochi,
u a i a solita ia, aga o da, se p e alla i e a di ual osa he l ossessio a a; u a i e a
affannosa e disperata: mise in gioco tutto se stesso per rispondere ai suoi quesiti, per trovare una
pace che gli mancava, per colmare un vuoto che trovava insopportabile. Quando Pirsig si
appresta a iflette e a p oposito dell i tellige za lassi a, e a o di pi ua do sposta il pu to
dell osse azio e a u li ello pi ele ato a alizza do la fo a soggia e te delle stesse fo e
soggiacenti che caratterizzano il mondo classico, ha certamente in mente Fedro. Egli la
pe so ifi azio e dell i tellige za lassi a; o a etta le e it s ie tifi he, il etodo s ie tifi o e
la logica soltanto su basi di evidenza empirica o per conseguire secondi fini, ma si attacca a esse
quasi fossero di da idolatra e e da ado a e. Nell i t oduzio e si pa lato dello spi ito o ui
l auto e si a ost al o do della s ie za, e dell o ietti o he lo guid lungo il percorso:
raggiungere le vette della mente. Pe fa e i ui di egli ipo e a ell a alisi s ie tifi a una fede
i o t astata, he si espli a a ell uso della sua a a p efe ita: il coltello analitico. Come se
fosse u a so ta di e oluzio e del asoio di O kha , Fed o si se i a del suo oltello pe
taglia e la ealt e a alizza la, pe api e i lega i e le relazioni che a essa facevano riferimento,
pe t o a e le isposte a tutti i uesiti he la ealt fa e a affio a e. L i tellige za lassi a ede il
mondo e tutto ci che reale come un caos in cui portare ordine attraverso leggi e regole ben
precise, leggi e regole che soggiacciono a ele e ti sottoposti all azio e della atu a. otto di
essa e sotto i suoi ele e ti
possi ile t o a e gli i g a aggi he fa o fu zio a e la
13

Ivi, p. 75.

10

macchina, che la fanno esistere, ed cos possibile anche acquisire il controllo e la padronanza di
ci che un tempo incuteva timore e reverenza, e per il quale anticamente sono state date
risposte e soluzioni di tipo religioso, rivolgendosi ad altri mondi e ad altre realt. Effettivamente
a he l i tellige za lassi a sposta la spiegazione fuori da questo mondo (che possiamo
giusta e te ide tifi a e o l ipe u a io plato i o: le fo e soggia e ti dell i tellige za lassi a
non sono altro che le idee platoniche) , ma ci torna con una sicurezza e una forza mai vista prima,
14
proclamando la sua sovranit . Lo stile lassi o di etto, disado o, o -emotivo, economico e
accuratamente proporzionato. Il suo scopo non quello di ispirare emozioni, ma di creare
l o di e dal aos e s ela e l ig oto. Esteti a e te o
li e o
naturale, ma contenuto.
15
Tutto sotto o t ollo. Ci si pu forse chiedere da cosa derivi lo stile del mondo classico. E la
risposta a questo quesito si colloca i te pi a ti hi, i ui pe sfuggi e al tedio e all a ili e to
del mondo circostante, e per o soff i e la pau a dell i p e edi ile, si t o il odo di pote
16
sapere in anticipo ci che sarebbe accaduto u a e a e p op ia e a ipazio e dell u a o dal
17
di i o ). Ora invece tutto questo precisamente ci da cui i romantici vogliono sfuggire, come
John nei confronti della manutenzione della sua moto. Fedro conosceva il metodo analitico in
modo eccellente; in parte questa conoscenza ri asta ell auto e, ed egli e d prova quando
pe illust a e l a alisi in s divide la moto in componenti e funzioni: l i te to , da u a pa te,
mostrare come la manutenzione della motocicletta sia una valido esempio di intelligenza classica
essa i p ati a, e dall alt a, di o e sia possi ile creare una gerarchia che, organizzata in livelli
inferiori e superiori, riesca a rendere nota ogni parte di ci che ci si appresta a indagare
a aliti a e te. La ge a hia
la fo a pi e oluta della isposta alla do a da os
ual osa , e fotog afa pe fetta e te i di ui si uol sape e l essenza con una modalit
prettamente classica.

figura 1.1

Nella figu a . si pu ede e o e Pi sig di ide o eglio taglia la oto i letta i fu zio i e
o po e ti, e uest ulti i a sua olta i appa ato propulsore (power assembly) e apparato di
marcia (running assembly). Ora quindi non esiste pi un insieme indefinito di pezzi di metallo e
altri materiali, ma esiste una vera e propria motocicletta; non pi possibile parlare di quello che
i nostri sensi percepiscono, perch la realt in questo caso solamente comprensibile in forma
14

Emblematiche a tal proposito le pa ole di Nietzs he: Co e si pot e e ost i ge e la atu a ad


a a do a e i suoi seg eti se o o t asta dola itto iosa e te, ossia edia te i he i atu ale? F.
Nietzsche, La nascita della tragedia, (1872), trad. it., Adelphi, Milano 1977, p. 66.
15
R. M. Pirsig, Lo e e l arte della a ute zio e della oto i letta, cit., p. 76.
16
Infatti pro-mtis, da cui deriva etimologicamente il nome del titano Prometeo che don agli uomini il
fuoco (simbolo della capacit tecnica , uol di e sape e p i a, a ti ipata e te .
17
7
U. Galimberti, Psiche e Techne, (1999), Feltrinelli, Milano 2009 , p. 64.

11

soggia e te. Ci he si pu ede e i figu a


un lavoro di precisione e rigore.

la o segue za dell uso del oltello a aliti o, ed

Conoscenza: la metafora dei mucchi di sabbia


Pi sig si se e di u effi a e etafo a pe des i e e la o os e za e il p o esso episte ologi o
i ge e ale. La si pu de o i a e
etafo a dei u hi di sa ia : og i o e to oi o e
individui percepiamo milione di cose, e abbiamo svariate sensazioni ed emozioni; tuttavia non
affe ia o tutto i di ui a ia o espe ie za, a uella he ie e e i e te e te hia ata
coscienza si basa sulla divisione di i he pe epia o i a i
u hi , p op io o e se
afferrassimo di volta in volta dei mucchi di sabbia diversi. Ci avviene seguendo regole e modalit
che spesso ignoriamo (a volte invece sono pienamente consapevoli), con il fine di rendere la
nostra conoscenza del mondo chiara, esaustiva, giusta per i nostri scopi e non stracolma di
dettagli che non ci servirebbero o che ci sarebbero nocivi per una qualche ragione. La coscienza
quindi divisione, opposizione, differenza, proveniente dalla nostra ignoranza nei confronti della
realt fuori da noi stessi, e dal dubbio che ci assale nel rapportarci a essa. A questo proposito
U e to Gali e ti, pa la do dell origine della coscienza, dice che:
No
ale el p i ipio di ide tit, el eg o del Pad e, pe h do e la ealt o appa e el suo
doppio, o so ge l i te ogazio e e il dubbio. Doppio e du io ha o la stessa adi e, o e
nella lingua tedesca Zweifel (dubbio) e zwei (due). Il dubbio, che generandosi spezza il regno del
Pad e, l u it o igi a ia o i te ogata, as e dal doppio di og i ealt, dalla s ope ta
dell opposizio e. Questa s ope ta, o e o igi e del du io e dell i te ogazio e, seg a la as ita
della coscienza, che con-scienza, he di atte si t a l u o e l alt o.
Ma qui non si fraintenda: non la coscienza che ha dubbi, ma il dubbio, come scoperta del duplice
aspetto del reale, che dischiude la coscienza. [] Co e esp essio e della di a i azio e, la os ie za
18
sempre coscienza lacerata [].

La coscienza, in quanto divaricazione (il doppio di cui parla Galimberti), ha cos origine dal dubbio
e dall ig o a za. Nella t adizio e uddhista l ig o a za
hia ata avijj, e gioca un ruolo
fo da e tale; os la defi is e Gia gio gio Pas ualotto: L aspetto o os iti o
tal e te
centrale nel Buddhismo che, se si volesse a tutti i costi trovarvi qualcosa che si avvicini alla nostra
o ezio e di pe ato o di olpa, uesto sa e e l ig o a za avijj), intesa non come assenza di
e udizio e e di ultu a, a o e i apa it di ede e
i hditthi), ossia come incapacit di
19
o os e e la ealt se za i o e e a idee p e ostituite o a s he i p efo ati. Si pu notare
come il concetto di coscienza come divisione ricordi lo strumento prediletto di Fedro, il coltello
analitico, che effettua una vera e propria azione di discriminazione nei confronti del suo oggetto,
la realt, e che distingue quindi la sabbia in vari mucchi. Tale processo si pu basare su criteri
o sape oli o i o sape oli: esso o u ue ile a le so iglia ze e le di e sit t a i a i g a elli
di sa ia he ompongono il mondo e li divide cos in mucchi che seguano determinati criteri.
Nonostante si creda (e alcuni lo desiderano fortemente) che questa azione giunga infine a una
conclusione, non assolutamente vero, e al contrario essa percorre un tragitto infinito. La
suddivisione e la classificazione procedono senza freni, e caratterizzano un procedimento che
pe ulia e dell u a o: la generalizzazione.
Questa metafora, inoltre, chiarifica anche la grande differenza tra classico e romantico:
All i tellige za lassi a i te essa o i p i ipi he dete i a o la sepa azio e e l i te elazio e
20
dei u hi. L i tellige za o a ti a si i olge alla a iata di sa ia a o a i tatta. Ci che
18

Ivi, p. 69.
G. Pasqualotto, Dieci lezioni sul Buddhismo, Marsilio Editori, Venezia 2008, p. 17.
20
R. M. Pirsig, Lo e e l arte della a ute zio e della oto i letta, cit., p. 85.
19

12

Fedro intendeva fare (questo dopo aver cominciato a considerare i limiti della razionalit) era
trovare un modo di unificare le due prospettive senza far loro violenza; un modo per
o te pla e o la selezio e dei g a elli,
i u hi di sa ia i te i, a il paesaggio i fi ito
21
dal uale stata p esa la sa ia. Dal canto suo tuttavia, cio dal punto di vista di una mente
analitica e classica, egli aveva la possibilit di esplorare un lato inedito della contemplazione del
tutto; ossia quello di chi divide la sabbia in mucchi: non il Buddha che esiste indipendentemente
dal pensie o a aliti o, a uello he esiste all i te o di esso. No osta te il oltello di Fed o, el
22
o e to i
ui ie e appli ato all espe ie za, u ide ual osa
(poich la divide e la
differenzia), ello stesso te po
ea ual os alt o, i u i lo he si ipete all i fi ito. La
apa it di Fed o ell usa e uesta sua effi a issi a a a lo po t a esse e u p ofo do
o os ito e della logi a e della agio e. Nel o e to i ui l auto e si a i ge a des i e e la
motocicletta, a scomporla in funzioni e componenti, e anche nel momento in cui si appresta a
metterci mano, per occuparsi della manutenzione, egli sta lavorando su un fenomeno mentale.
Un complesso apparato di idee che sottendono a una precisa e rigorosa gerarchia, un vero e
proprio sistema. Non s aglia o ui di Joh e l ia ua do pa la o di siste a , ife e dosi a i
da ui e a o di fuggi e. Ma s a tella e u a fa i a, o i ella si o t o u go e o, o ifiuta si
di riparare una motocicletta solo perch essa un sistema, attaccare gli effetti invece delle
cause. Il sistema vero la nostra costruzione del pensiero sistematico, la razionalit stessa, e se si
s a tella u a fa i a las ia do i piedi il siste a di pe sie o he l ha p odotta, uesto o fa
23
he da e o igi e a u alt a fa i a.
Le considerazioni che fin qui sono state fatte su Fedro lo dipingono come un individuo
a i ale te: da u a pa te egli u i tellige za lassi a tout court, e oltre ad avere una grande
competenza di logica e matematica, dimostra anche una radicata fede nelle regole che dirigono il
pe sie o a aliti o, e uesto se z alt o o
da s i ui e alla lu e di i he a ia o detto
sull i po ta za del Buddha he esiste ell a alisi stessa, uello he di o a el i uito di u
calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una
24
o tag a o ei petali di u fio e ; dall alt a i e e i Fed o o i ia a e i e o la fidu ia
verso ci che lo ha da sempre caratterizzato, verso quel sistema che egli adorava come un dio.

Filosofia: crisi della razionalit e apertura a nuovi orizzonti


Per Fedro la crisi nei confronti della razionalit ebbe inizio quando egli cominci a considerare
l ipotesi come ente a s stante. Le ipotesi sono una componente fondamentale del metodo
scientifico, sono il punto di partenza da cui poi si giunge alla verifica tramite un esperimento che
ne dimostri la validit. Questo metodo, che Fedro paragona a un grosso bulldozer che, seppur
lento e macchinoso, non pu essere fermato da niente sulla sua strada, appariva davvero
incontrastato e invincibile. Tuttavia a un certo punto qualcosa cominci a diventare
problematico: la scienza si basa sulla formulazione di ipotesi relative a un fenomeno per
spiega e il fu zio a e to, l o igi e e le ause; a da dove vengono queste ipotesi? Il punto
cruciale che port Fedro a un radicale ripensamento dei suoi presupposti fu proprio questo: il
reperimento delle ipotesi. No
ea u
etodo azio ale pe epe i e le ipotesi. La pa te
razionale consisteva nella loro verifica di validit attraverso un esperimento. Ma effettivamente,
una volta che ci poniamo quali osservatori di fronte a un fenomeno, il modo in cui traiamo le
21

Ibidem.
Il gesto della agio e
iole to, pe h di e he uesto questo e non alt o []
u a e it. U. Gali e ti, Psiche e Techne, cit., p. 63.
23
R. M. Pirsig, Lo e e l arte della a ute zio e della oto i letta, cit., p. 104.
24
Ivi, p. 28.
22

13

u a de isio e, o

nostre ipotesi del tutto estraneo alla scienza e alle sue regole. Inoltre secondo Fedro un altro
elemento contribuiva a rendere la situazione problematica: le ipotesi che possiamo formulare di
un fenomeno sono infinite. Logicamente parlando si potrebbero davvero trovare infinite vie per
spiegare un fenomeno, nonostante in conclusione, secondo la scienza, ce ne sia una e una
solta to o etta. Ma a o o o a e l idea di Fed o e a tutta la sto ia della s ie za, i ui ol
passare degli anni e dei secoli, si procedeva verso una sempre pi veloce rivalutazione dei
paradigmi che avevano dominato un ambito teorico. Insomma pi aumenta lo sforzo, lo studio e
l appli azio e ei o f o ti della s ie za, pi diminuisce la longevit delle verit che essa ha
instaurato. Se a questo si pu ribattere che tuttavia la scienza rimane scienza e non viene
confutata in quanto tale da questi fattori, poich essa sempre capace di far fronte ai suoi errori
(gli errori sono una componente fondamentale della scienza), tuttavia bisogna considerare il fatto
che allora la ragione, come fondamento dell atti it s ie tifi a, ha fallito el suo s opo o igi a io,
quello cio di da e delle e it i
uta ili a u u a it i paurita e bisognosa di ordine,
sicurezza e stabilit. La condizione odierna quella di una serie di verit relative che cambiano
col passare del tempo e degli anni, e che non possono proclamarsi universali e infinite. Come
possono quindi la razionalit e la scienza far fronte alla crisi odierna di una societ che ha perso di
vista i valori da seguire, che non riconosce i confini tra il Bene e il Male, tra il Vero e il Falso?
Questa crisi forse effettivamente una prova del fatto che la ragione ha fallito miseramente, che
se poteva un tempo dare risposte ai problemi degli individui e delle societ, ora che ci sono
bisogni da soddisfare diversi dal mero sostentamento materiale essa si manifesta per quello che
eal e te , ossia emotivamente superficiale, esteticamente insensata e spiritualmente
25
uota. Per Fedro questo fu un duro colpo, e giunse cos ad aprirsi ad altri orizzonti.
Pirsig spiega come Fedro in quel tempo cominciasse a gettare lo sguardo a delle verit
ollate ali , i cerca di qualcosa che gli indicasse la direzione verso cui proseguire. Per verit
collaterali si intende quel tipo di verit che non si presenta direttamente di fonte a noi, ma ai lati;
tali verit si possono cogliere non con lo sguardo diretto, ma con la oda dell o hio. Fedro
paragonava le verit collaterali a una freccia in volo che, invece di proseguire dritta nello spazio,
si allargasse in ampiezza, per colpire una porzione pi vasta. Le verit collaterali prediligevano
due elementi: la spontaneit nel ricercarle, e la rivalutazione quasi totale dei vecchi paradigmi
una volta trovate. In accordo col primo elemento Fedro, lasciandosi trasportare dalla corrente
degli e e ti, si a uol ell ese ito e pa t pe la Co ea, ed e e odo di o os e e os u
pe sie o total e te di e so dal o testo da ui p o e i a. Me t e segue do l i seg a e to del
secondo elemento, modific profondamente le sue convinzioni, che e a o gi state fe ite
dall espe ie za i la o ato io e dalle i e he sul epe i e to delle ipotesi. i a o se he le
risposte alle sue domande non potevano essere trovate nella scienza, poich le sue non erano
domande scientifiche, ma filosofiche; esse o a e e o fatto alt o he lo a e l atti it
scientifica. Trov quindi nella filosofia un nuovo mondo in cui condurre le sue ricerche, una
nuova via da percorrere. Si rese conto che le domande filosofiche erano a un livello pi alto
rispetto alla scienza, la quale appariva ai suoi occhi come una branca del sapere filosofico. Una
olta to ato egli UA, si is isse all u i e sit e o i i a studia e assidua e te filosofia.
Lesse i classici e si interess molto in particolare a Kant, e, sulla scorta del pensatore tedesco, a
Hume. Ammirava Kant per la sua costruzione di un sistema logicamente fortissimo relativo alla
conoscenza e alla struttura della mente umana, e studi molto anche Hume per capire come e
perch Kant era arrivato a quelle considerazio i. L e pi is o di Hu e soste e a la totale
dipe de za della o os e za u a a dall espe ie za, dai dati se so iali. Gli u i e sali e a o
assolutamente post rem secondo lui. Kant per cercare di far fronte ai rischi di solipsismo che la
25

Ivi, p. 120.

14

posizione di Hume presentava, formul la teoria delle forme a priori della conoscenza. Queste
consistevano in strutture preesistenti nella mente umana, senza le quali non sarebbe possibile
pe l i di iduo o p e de e i dati se so iali. Ka t pa tiva da presupposti empiristi, dicendo che
la o os e za o i ia o l espe ie za, a successivamente se ne distacca e concepisce un
pe sie o uo o ua do sostie e l esiste za di ele e ti a priori, i quali non sono generati
dall espe ie za, dai dati se so iali o dalle pe ezio i esterne, ma dalla natura umana. Le
riflessioni di Kant influenzarono molto Fedro sia per quanto riguarda la natura (mediata) della
conoscenza, sia per quanto riguarda la rivoluzione copernicana che il filosofo tedesco effettu
nei confronti del contesto culturale e filosofico della sua epoca. Le sue idee applicate al discorso
da ui l auto e pa tito pe etto o di fa api e o e u a se ie di pezzi di etallo disposti i u
certo modo possano dar vita a una motocicletta, cio come a un oggetto materiale
corrispo desse u idea a priori he e pe ettesse l esiste za. Tuttavia Fedro ebbe presto la
se sazio e di esse e to ato ella p igio e i tellettuale dalla uale e a s appato o
l espe ie za i Co ea. A e a a uto odo di studia e i lassi i e gli auto i he cercavano risposte a
do a de he a he lui si e a posto, a si se ti a o e se fosse di uo o diet o le s a e di u
paradigma conoscitivo che egli non poteva condividere, a cui non poteva sottostare. L O ie te lo
aveva influenzato profondamente, e cos l e itazio e ei o f o ti di Ka t e della sua etafisi a
o i i p esto a di i ui e. Il olpo di g azia gli fu dato dall esteti a ka tia a, he t o
utta
e i se sata. Questa
uttezza la is o t a he i tutti gli alt i auto i he sta a leggendo, e
a he ell u i e sit stessa. In Corea aveva letto un libro di filosofia orientale che sosteneva che
l esiste za u a a o siste in un fattore teorico (occidentale) e in uno estetico (orientale), una
posizione molto simile a quella di Fedro riguardo all i tellige za lassi a e o a ti a. O a, dopo
aver studiato intensamente gli autori principali del pensiero occidentale e influenzato da quella
o po e te esteti a he gli p o e i a i pa ti ola e dall espe ie za i Co ea, Fed o de ise di
studiare e app ofo di e la filosofia o ie tale a da do i I dia all u i e sit di Be a es.

L I dia, Boze a e la Chiesa della agio e


Prima di proseguire necessario precisare che Fedro, nonostante avesse perso fiducia nei
confronti del pensiero razionale, manteneva sempre un atteggiamento da scienziato da
laboratorio piuttosto che da filosofo, e nella ricerca stessa del cosiddetto fantasma della
razionalit egli mirava a trovare risposte che mantenessero una certa coerenza logica. La grave
lacuna che aveva riscontrato nel reperimento delle ipotesi non lo aveva portato ad abbandonare
totalmente la logica e le sue regole a favore di forme di sapere che prediligessero un approccio
etico o estetico (quella componente tipicamente orientale a proposito di cui si accennato
prima), ma piuttosto aveva stimolato in lui una sorta di desiderio di vendetta nei confronti della
ragione che sembrava averlo tradito. Il fattore estetico con cui era entrato in contatto in Corea lo
aveva indotto ad aprire i suoi orizzonti di pensiero e a cercare il fantasma anche al di fuori dei
suoi abituali schemi concettuali. La filosofia gli pa e l a ito ideale i ui t o a e le isposte he
e a a, ed effetti a e te e a os. Ma uella o ui si o f o t all u i e sit e a a o a
troppo intrisa della stessa sostanza con cui erano state costruite le sbarre della prigione della
razionalit da cui era scappato.
In India ebbe modo di studiare forme di sapere che si distaccavano totalmente dal contesto
occidentale da cui Fedro proveniva. La dottrina del tat tvam asi (tu sei ci) era comune a tutte le
filosofie e eligio i o ie tali e si asa a sull u ifi azio e o ettuale di ci che si pensa di essere e
ci che si pensa di percepire. La logica invece presupponeva una fondamentale separazione tra
soggetto e oggetto, a gli i seg a e ti dell u i e sit di Be a es ite e a o he uesta fosse
u illusio e da ui li e a si att a e so la editazione. In effetti tutta la realt materiale, tutto ci

15

che si manifestava, era ritenuto dagli insegnanti indiani di Fedro pura illusione, e questo lui non
riusciva ad accettarlo. A una lezione chiese se anche le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki
fossero state solo illusione, e, alla risposta affermativa del docente, Fedro decise di terminare la
sua esperienza in Oriente e tornare negli USA.
A questo punto della sua vita, come stato gi specificato ell i t oduzio e, la sua esiste za
di e e
o ale , e appa e te e te s ise di i segui e il fa tas a he ta to lo a e a
ossessio ato. I seguito o i i a la o a e ell U i e sit del Mo ta a, e i due a i he
trascorse qui furono i pi importanti per la formazione del suo pensiero. A quel tempo
l u i e sit i ui la o a a o e i seg a te di o posizio e i glese, ossia retorica, era poco
interessata alla vera e propria promozione delle capacit razionali e spirituali degli studenti.
Ve i a p o ossa u i a e te u istruzione nozionistica molto lontana dalla consapevolezza di
i he al o t a io u u i e sit a e e do uto pe segui e. I i o di dell auto e du a te il suo
viaggio in moto diventano molto intensi quando lui, Chris e i suoi amici raggiungono Bozeman, la
sede dell U i e sit del Montana. Pirsig ricorda con precisione la tenacia con cui il suo alter-ego si
i peg pe esp i e e ai suoi stude ti l i po ta za dell u i e sit, o o e luogo fisi o e
materiale, ma come sede spirituale in cui perseguire gli obiettivi della ragione, in cui elevare il
proprio animo verso la conoscenza razionale e verso il progresso. Fedro espresse il suo concetto
p op io di ide do l u i e sit i due pa ti: u a ate iale, he o ispo de all edifi io, al
personale didattico e amministrativo, e che per ovvie ragioni si interessa del mantenimento di se
stessa i te i i e o o i i e u o ati i; e t e u alt a pa te
uella he o si pu to a e
26
o
a o, e he egli hia a la Chiesa della agio e : essa l a i a dell u i e sit, e ui di le
d vita e significato. Per usare le parole di Pirsig:
La e a U i e sit o ha u u i azio e spe ifi a. No ha possedi e ti, o paga stipe di e o
riceve contributi materiali. La vera Universit una condizione mentale. quella grande eredit del
pensiero razionale che ci stata tramandata attraverso i secoli e che non esiste in alcun luogo
specifico; viene rinnovata attraverso i secoli da un corpo di adepti tradizionalmente insigniti del
titolo di professori, ma nemmeno questo titolo fa parte della vera Universit. Essa il corpo della
agio e stessa he si pe petua. Olt e a uesta o dizio e e tale, la agio e ,
u e tit legale
he disg aziata e te po ta lo stesso o e a tutt alt a osa. i t atta di u a so iet he o ha
scopi di lucro, di un ente statale con un indirizzo specifico che ha dei possedimenti, paga stipendi,
i e e o t i uti ate iali e di o segue za pu su i e p essio i dall este o. Ma uesta U i e sit,
27
l e te legale, o pu i seg a e, o p odu e uo o sape e e o aglia le idee.

Pirsig ricorda che Fedro disse queste cose a una sua lezione, in un periodo in cui la politica aveva
u a fo te i ge e za a he egli affa i dell U i e sit. A Boze a si e a fo ata u a lasse
politica di estrema destra che mirava a condizionare fo te e te l atti it u i e sita ia e so u a
forma a essa congeniale. anche per questo che Fedro fece questo discorso. Ma erano
comunque affermazioni che trasudavano un intenso attaccamento alla causa, e non avevano
quindi unicamente un intento politico. Tuttavia pu apparire contraddittorio che egli, dopo aver
per lungo tempo inseguito il fantasma della razionalit, ora ergesse addirittura un tempio in suo
onore, una Chiesa della Ragione. E per di pi la lodava con tutte le sue forze e si sforzava di
difenderla, proclamando le sue ragioni agli studenti del suo corso. Ma in verit la sua sfrenata
apologia di questa Chiesa era la manifestazione della sua stessa mancanza di fede verso di essa.
Era proprio perch non riusciva a sentire egli stesso la fede nella Chiesa della Ragione che cercava
di o i e e i suoi stude ti ad a e e, poi h se da e o l a esse a uta, di uesta p o o pe te
apologia e di ueste pa ole os fa ati he o a e e a uto isog o. No i si o sa a ai a
26
27

Ivi, p. 148.
Ivi, pp. 149-150.

16

una causa in cui si ha piena fiducia. Nessuno si mette a gridare fanaticamente che domani
28
so ge il sole.

Qualit
O a sia o giu ti a u pu to u iale: le iflessio i dell auto e sulla s ia dei i o di las iatigli da
Fedro conducono a un concetto fondamentale nella filosofia di Pirsig: la Qualit. Ma per capire
o e i sia a i ato, isog a pe os di e
ette e i sie e i pezzi he fi
ui so o stati
analizzati, e riuscire a comprendere i presupposti mentali che Fedro aveva nel periodo in cui
incominci a insegnare a Bozeman. Inoltre anche la materia che egli fu chiamato a trattare, ossia
la reto i a, gli fu di g a de aiuto pe o epi e e pe t as ette e ai suoi stude ti l idea di osa
fosse quella che lui chiamava Qualit. Ma, procedendo con ordine, torniamo alla questione
rigua da te la te ologia, di ui l auto e si o upa elle p i e pagi e de Lo Zen. L app o io ei
confronti della tecnologia da parte di Pirsig e del suo amico John profondamente diverso,
poi h Joh s o ge i essa u a i soppo ta ile
uttezza esteti a, e prova sensazioni negative
nei momenti in cui chiamato ad avere un rapporto di qualsivoglia natura con un oggetto
te i o, pe ese pio la oto i letta el ost o aso. Tutta ia a he l auto e i di idua uesta
uttezza i i he fa ife i e to alla tecnologia e soprattutto, ancor pi radicalmente, egli la
ritrova nel sistema che sovraintende a tutto ci che esiste di tecnico, ossia la razionalit, ed
esorta il suo amico a non confondere nella sua critica le conseguenze (la motocicletta) con le
cause (la razionalit). Questa sensazione negativa ha origine nel suo alter-ego Fedro, che pass
da fanatico adoratore della ragione classica e del pensiero analitico a spietato denigratore di essa
che lo aveva cos profondamente ferito e illuso. Dopodich Fedro trascorse la maggior parte del
suo tempo a inseguire quello che sembrava cos palesemente un fantasma, non tanto per dar
pace alle sue ossessioni e per trovare risposte che finalmente risultassero in favore della
razionalit, ma per vendicarsi di lei. In u dis o so o Joh e o u suo e ollega dell u i e sit
l auto e spiega hia a e te il senso delle sue riflessioni sulla tecnologia, e le premesse che lo
po ta o o fi al e te alla Qualit. Il suo e ollega, he si hia a DeWeese, ha all i i a la
stessa disposizio e d a i o di Joh ei o f o ti della te ologia. E ost a do all auto e u
libretto di istruzioni per montare un barbecue che lui non riusciva assolutamente a capire,
esprime il suo punto di vista secondo cui il problema consiste fondamentalmente nelle istruzioni,
che sono assolutamente incomprensibili a suo modo di vedere. A quel punto il dibattito si delinea
in questo modo: Pirsig si appresta a far notare che le istruzioni non hanno assolutamente nulla di
sbagliato, poich sono tecnicamente e logicamente corrette. La mentalit che fa capo alla
modalit con cui sono scritte per sua natura difficile da comprendere, quasi oscura, per il fatto
he si dis osta etta e te dalla sfe a dell u a o pe pote esse e pi i i a alla a hi a,
all oggetto. Ed proprio questo il punto: avendo la necessit di essere il pi oggettivo possibile,
pur tentando di adoperare un linguaggio che possa venir capito da tutti, il libretto di istruzioni
risulta comunque difficile da intendere dal momento che uno spirito pi artistico e, per usare la
terminologia di Pirsig, pi romantico lo sente come molto lontano da se stesso, cio da s in
quanto soggetto ed essere umano. Ma tutto ci da un punto di vista classico assolutamente
positivo e favorevole, e le istruzio i isulta o o ette ed esatte. Quello he l auto e o testa a
queste istruzioni non un elemento che il pensiero analitico considera un errore. Questo
elemento consiste nel fatto che spesso testi di tal genere (quindi non solo semplici istruzioni ma
anche manuali, guide, etc.) hanno la presunzione che la maniera di procedere che loro
espongono sia assolutamente l unica e la pi corretta. In questo modo essi escludono in toto la
28

Ivi, p. 152.

17

dimensione creativa dell ope a e te i o. E la di e sio e eati a o siste i u a isio e he


o p e da o solta to l oggetto, a a he e i dissolu il e te il soggetto he sta age do su di
esso. Le istruzioni del barbecue che DeWeese fatica a comprendere vedono la questione in modo
unilaterale, ma questo giusto e plausibile poich esse rispondono a esigenze oggettive. Tuttavia
quando ci si appresta a metter mano su questo oggetto, come anche per quanto riguarda la
manutenzione della motocicletta, importante e fondamentale essere ben disposti nei confronti
di ci che si ha di fronte. Pirsig denomina questo fattore con il nome di pace mentale, rifacendosi
a u pa ti ola e e atipi o li etto d ist uzio i he possede a u te po e he o i ia a os: Il
29
montaggio della bicicletta giappo ese i hiede u a g a de pa e e tale.
Il termine
a it a io, el se so he lo stesso o etto he l auto e hia a i uesto odo usato da olte
altre persone e molte altre culture con riferimenti diversi, ciononostante il contenuto
assolutamente identico, oltre che semplice da intendere: con il barbecue o con la motocicletta ci
deve essere un rapporto, in cui il soggetto non si debba sentire nettamente separato da ci che
ha di f o te, poi h i esso e ell o ietti o he si p eposto egli trasmette se stesso e le sue
sensazioni. Possedere questa cosiddetta pace mentale necessario alla buona riuscita del lavoro
oltre che alla condizione del proprio umore; e uest ulti o a sua olta o dizio a allo stesso
modo il risultato finale. Il rapporto tra la persona e la macchina, per quanto possa apparire
astruso e forzato, non un concetto falso e fuori dal concreto, poich basta gettare uno sguardo
all espe ie za uotidia a pe e de si o to della sua alidit: spesso i t o ia o ella situazione
in cui ci sembra di aver fatto correttamente una cosa ma allo stesso tempo abbiamo quella strana
se sazio e di a e di e ti ato ual osa o di a e a ato dei passaggi; i uesti asi il te po
pu confermare che effettivamente stato saltato un punto importante di ci a cui ci stiamo
dedicando, o una persona che ne sa pi di noi ce lo pu far intuire. A proposito di persone pi
competenti di noi, basta confrontare il lavoro di una persona esperta e quello di un principiante,
per esempio se consideriamo dei meccanici, per comprendere meglio ci che Pirsig intende: i pi
espe ti la o a o se za ist uzio i este e, o seguo o ie t alt o he il lo o i tuito e si
accorgono dello stato di una macchina o di una moto come una madre si accorge quando suo
figlio triste ma cerca di nascondere le sue emozioni. Queste cose il meccanico esperto le sente.
Ora, to a do alla dis ussio e o DeWeese, l auto e e a di spiega e p op io uesta a ata
considerazione del soggetto nel linguaggio del libretto di istruzioni del barbecue, che consegue
o ia e te u dis o os i e to del appo to t a hi lo o ta e l oggetto da o ta e. Questo
porta alla presunzione che non ci siano altre vie da percorrere per chi volesse cimentarsi in tale
opera. E si torna cos al discorso sulla eati it dell azio e te i a, poi h el o e to i ui i
si rende conto che presupposto di ogni attivit da una parte la pace mentale e dall alt a il fatto
he o l oggetto oi sia o i
o ti ua elazio e, si comprende anche che si possono
intraprendere altre vie per montare un barbecue o per sistemare un problema della moto. Il
lavoro meccanico, che prima sembrava appannaggio soltanto di tecnici specializzati, in questi
termini appare invece pi vicino a u atti it artistica e creativa. Si soliti credere che nel creare
u ope a d a te sia i po ta te il se ti e to, e t e el siste a e u
a u ato e o in
qualunque altra azione meccanica siano necessarie soltanto competenze e abilit materiali. Ma
uesto o
o etto alla lu e dell espe ienza quotidiana. E tutto ci consente anche di
inquadrare ancor pi ampiamente il problema della tecnologia e della razionalit. Pirsig
o i to he uest ulti a o sia da a a do a e. a e e s agliato i ega e total e te le
regole della logica, della scienza e del pensiero analitico. In questa sede ci che viene messo in
discussione non la correttezza o la validit della ragione, ma il suo modo di rappresentare la
realt. All i te o del gio o li guisti o della agio e o esiste e o e he lo hi l atti it
29

Ivi, p. 163.

18

azio ale o he e ada a i a e le fo da e ta, poi h l e o e u ele e to di p i a ia


importanza nel metodo scientifico, ci che fa progredire il sapere. Ma se si esce da questo gioco
linguistico e si tenta di porsi su un livello superiore, ci si accorge che la maniera con cui la
razionalit ha dipinto il mondo e il nostro rapporto con esso non stato del tutto efficace. La crisi
di alo i he ha a atte izzato la so iet del 9 e le i i e testi o ia ze dei o-protagonisti de
Lo Zen John e Sylvia fanno intuire che la razionalit ha fallito nei suoi obiettivi, e molte persone
rivolgono a elementi extra-razionali la propria attenzione per trovare percorsi e vie atti a dar loro
se e it e feli it asti pe sa e all al ol e alle d oghe . Ci che Pirsig intende fare consiste quindi
in una sorta di superamento della dicotomia classico-romantico, che non elimini la razionalit ma
ne espanda, ne amplifichi la sua natura, in modo che essa possa far fronte alle contraddizioni e
agli esiti negativi che di per s produce.
Tutto questo fu in qualche modo incentivato dalla materia che Fedro fu chiamato a insegnare, la
retorica, poich essa era di gran lunga lontana dai suoi paradigmi concettuali classici da scienziato
da laboratorio, ed era qualcosa che da ogni punto di vista sfuggiva a regole chiare, fisse, rigorose,
e per questi motivi risultava inoltre difficile da trasmettere a una classe di studenti. Pi egli
approfondiva la retorica pi si trovava a dover constatare tra s e s che le regole che
ostella a o i li i di testo ife iti all a te dello scrivere venivano formulate soltanto dopo aver
o posto u testo. Ci he guida a il giudizio e il ello s i e e e a ual osa di eal e te
30
difficile da insegnare, oltre che da esprimere a parole. Il osiddetto ge e di istallizzazio e ,
pe ua to igua da l i izio delle iflessio i sulla Qualit, ebbe origine da una frase che una
seg eta ia dell u i e sit, Sarah, disse u gio o a Fed o: pe o he ai suoi stude ti insegni la
31
Qualit. Questa frase apparentemente innocua produsse nella sua mente svariate domande e
uesiti. Cos la Qualit? Co e si pu des i e e? I effetti lui pe sa a di i seg a e da e o la
Qualit ai suoi studenti, come del resto tutti i suoi colleghi e tutte le scuole del mondo. Ma
fermarsi a pensare a cosa sia fa emergere come il concetto non sia facile da spiegare. Tuttavia
intuitivamente facilissimo da comprendere ed fondamentale in tutte le cose che facciamo,
poich ovviamente tutti noi tendiamo a fare bene ci che facciamo, il che presume un giudizio
qualitativo. Anche nella retorica che Fedro stava cercando di insegnare ai suoi studenti era
proprio questo il tassello fondamentale: la Qualit. Da questo punto di partenza si dipanarono le
successive vie di riflessione che occuparono la mente di Fedro e lo condussero verso una filosofia
che rispondesse alle sue domande sulla realt pi chiaramente e meglio rispetto a quelle con cui
era entrato in contatto.

Le due fasi di esplorazione della Qualit


L esplo azione di questa nuova idea da parte di Fedro non fu semplice e priva di ostacoli. Se si
pu considerare la prima fase di esplorazione come un periodo positivo e prolifico per quanto
riguarda una comprensione sempre pi approfondita della Qualit, la seconda fase si dimostr
invece molto complicata, soprattutto poich vide Fedro in veste di difensore della sua idea contro
hi all u i e sit lo iti a a e o a etta a le sue affe azio i. Questa se o da fase
30

Co ge e di istallizzazio e Pi sig i te de ife i si a u fe o e o he ha luogo in un laboratorio di


hi i a o ga i a ua do i si a i ge a la o a e su u a soluzio e sop assatu a: U a soluzio e sop assatu a
una soluzione in cui il punto di saturazione raggiunto il quale non si scioglie altra sostanza stato
supe ato. [] Qua do si scioglie una sostanza ad alta temperatura e poi si raffredda la soluzione, il liquido a
volte non cristallizza perch le molecole non sanno come fare. Hanno bisogno di qualcosa che dia loro
l a io, u ge e, u g a ello di pol e e o pe si o u g affio o u olpetto sul et o della p o etta. I i, p.
180. Questo germe quindi paragonabile a una scintilla che fa esplodere un luogo gi pieno di gas
i fia
a ile, u i put he dia l a io a tutto.
31
Ivi, p. 179.

19

de o i ata dall auto e etafisi a poi h essa onsistette nella costruzione concettuale di una
defi izio e igo osa di Qualit. L ope a Guidebook to Zen and the Art of Motorcycle Maintenance
disti gue ulte io e te u a te za fase olt e alla p i a good fi st phase exploration of
32
33
Qualit
) e alla se o da
ad se o d phase ), che corrisponde a un momento in cui Fedro
considera la Qualit come monismo metafisico (in opposizione a unit mistica . L ope a aluta
uest ulti a fase o e o se , io peggio e ispetto alle alt e due. Pe ua to o si possa
negare che ci sia un momento ne Lo Zen in cui effettivamente Pirsig definisce la Qualit come
monismo metafisico in contrapposizione a unit mistica, egli lo ingloba nella seconda fase, e
l idea di o is o i se so assoluto he pu esse e pa ago ata allo Spirito Assoluto di Hegel)
viene presto accantonata per far spazio a un concetto di Qualit che includa caratteristiche di
entrambi le entit messe a confronto.
Nel primo periodo di esplorazione furono molto utili a Fedro i suoi studenti, poich
fo da e tal e te uesta fase si o e t su u idea di Qualit i tesa o e o etto
34
ope ati o ell i seg a e to della eto i a . Tutto cominci quando Fedro entr in contatto
o u a stude tessa he soff i a del osiddetto lo o , io o sape a osa scrivere quando
le veniva commissionata una relazione. Egli tent di far fronte a questi problemi facendole
i os i e e l a go e to della elazio e il uale e a gli tati U iti d A e i a alla propria citt,
Bozeman. Tuttavia questo non risolse la questione, cos Fedro incoraggi la studentessa a
i os i e e a o a di pi l a go e to fi o ad a i a e a u esito ta to assu do ua to ge iale:
u
atto e della fa iata dell Ope a House di Boze a . La agazza fi al e te ius a s i e e la
relazione e usc dal blocco che tanto la angosciava. Questo accadde perch la giovane
stude tessa e a lo ata pe il fatto he l a go e to su ui do e a la o a e e a gi stato t attato,
analizzato e sviscerato sotto ogni punto di vista. Ci che lei avrebbe scritto non sarebbe stato che
una pura ripetizione di qualcosa di gi sentito. Era cos incapace di liberare la sua originalit fino a
che non gli fu commissionato un argomento che nessuno aveva mai trattato: un mattone di un
edificio. Partendo da qualcosa di completamente inesplorato e nuovo, giunse a scrivere decine e
decine di pagine che finalmente rappresentavano un lavoro creativo e originale, oltre che in
maniera efficace le sue idee e i suoi pensieri. Aveva scritto qualcosa di suo. Questo avvenimento
fa ife i e to a due ele e ti di p i a ia i po ta za ell i te a filosofia di Pi sig: u o
uello
dell i fi it delle ipotesi fo ula ili, he si i ollega al fatto he u a pe so a pu di e qualsiasi
cosa a proposito di ci che intende spiegare (infatti in campo artistico si pu a ragione dar libero
sfogo a questa infinita possibilit di reperimento di fatti, cose, oggetti, e cos via - quindi anche
ipotesi el o e to della eazio e di u ope a); un altro quello del carattere originale e
i di iduale del ost o pe sie o he, lu gi dall esse e u i itazio e o u a ipetizio e di ual osa
che gi stato affermato, rappresenta un tratto importantissimo che secondo Pirsig, soprattutto
35
nella sua opera successiva Lila, contraddistingue l attivit filosofica. Tutto ci condusse Fedro a
riflettere a proposito del sistema sui cui poggiava l i te a educazione convenzionale e ufficiale:
essa si asa a esse zial e te su u ipo isia, poi h hi studia a o al e o la aggio pa te
non lo faceva realmente per imparare, per ricevere una vera e propria istruzione e un

32

R. L. DiSanto, T. J. Steele, Guidebook to Zen and the Art of Motorcycle Maintenance, William Morrow &
co., New York 1990, p. 16.
33
Ibidem.
34
35

R. M. Pirsig, Lo e e l arte della

a ute zio e della

oto i letta, cit., p. 190.

Nell ope a Lila (che verr citata in seguito) l auto e disti gue i filosofi da quelli che lui chiama
filosofologhi : i p i i so o olo o he s iluppa o u proprio pensiero, e fanno riflessioni che provengono
dalla propria attivit speculativa e dalla propria esperienza personale; i secondi sono coloro che trascorrono
la vita a studiare altri pensatori o altri filosofi, e che si limitano a impostare di conseguenza il proprio
pensiero sulla scorta di quello degli altri, astenendosi dal formularne uno proprio, personale e privato.

20

a i hi e to i tellettuale, a pe otte e e u diplo a e u i o os i e to utile a ual os alt o


ritenuto pi importante (la carriera, il successo, la ricchezza, etc.). Il sistema dei voti e dei diplomi
o siste a i
uesto, a o p i a di u ist uzio e ge ui a a p es i de e dai isultati fi ali.
Insomma andava avanti chi faceva bene ci che gli veniva ordinato di fare, e gli studenti
assimilavano ci che ascoltavano a lezione e lo ripete a o all esa e pe soddisfa e il p ofesso e,
ottenere un buon voto e ricevere infine il diploma. Pochi erano interessati come fine ultimo ai
o te uti i ua to tali. Questo siste a asato sull i itazio e e a pe Fed o o solo i giusto
ma anche infruttuoso. Fo ul u ipotesi se o do ui l u i e sit do esse eli i a e il siste a
dei oti e dei diplo i, a fa o e di u ist uzio e he s iluppasse le apa it eati e degli studenti,
che li rendesse abili a conseguire gli obiettivi prefissati con la propria testa e non con quella di
qualcun altro, e che in conclusione li qualificasse come individui liberi, in quanto padroni di se
stessi. pe i e t uest ipotesi du a te u t i est e i ui i seg eto i a o e u ia do
rigide e complicate regole di composizione ma mostrando come effettivamente uno scrittore
svolgeva il suo lavoro, e quindi decise di far redigere una relazione collettiva che avesse come tesi
principale p op io l eli i azio e del siste a dei oti e dei diplo i. I olt e du a te l ese uzio e di
questa prova sospese temporaneamente (per la durata di un trimestre) qualsiasi votazione. Tutto
ci suscit inizialmente opinioni negative, poich faceva emergere tra gli studenti l ipo isia di ui
si parlava precedentemente. Tuttavia col passare del tempo la cosa ottenne sempre maggiori
consensi, soprattutto tra gli allievi che avevano di solito risultati pi brillanti, risvegliando in loro
una crescente autodeterminazione in ci he fa e a o. L e tusias o el fa e ual osa o i
funzione di un voto finale ma di un risultato che fosse positivo per se stessi e per chi condivideva
questa sfera di attivit si rivel indice di qualcosa di molto importante: gli studenti riuscivano
sempre meglio a capire da soli quando qualcosa andava bene oppure no. Il confronto con i
compagni e con Fedro era a questo punto molto partecipato e fruttuoso. Si diffondevano a
a hia d olio idee, pe sie i, iflessio i, he p i a e a o uasi del tutto asse ti poich
soppiantate da nozioni inutili, da ricordare a memoria e ripetere. Alla fine per Fedro questa fu
u espe ie za olto positi a, he o osta te o fosse igo osa e te s ie tifi a, di ost a a
he e a ual osa egli stude ti he li i du e a a api e osa e a eglio di ual os alt o, e
uesto iste ioso ele e to o e a i ual he li o di eto i a del p ofesso e, a de t o lo o
stessi. Avevano imparato a usare la propria testa e questo apriva finalmente loro gli occhi sul
futuro a cui ambivano e sui fini che si erano prefissati.
Ciononostante in Fedro sorse un sentimento negativo, originato da una domanda che si pose
dopo questa esperienza: a cosa serviva ora lui, dato che aveva insegnato ai suoi studenti a
gua da e de t o se stessi ? I olt e gli studenti stessi, seppur padroni ora di una maggior libert
e competenza derivata da u atti it he i e ti a a la loro creativit e originalit, una volta che
osservavano dentro se stessi non riuscivano ad afferrare quel qualcosa che li faceva progredire
nella valutazione del proprio lavoro. In altre parole non coglievano quella che Fedro aveva
cominciato a denominare Qualit, poich appariva in ogni istante sfuggente ed effimera. Se
erano a chiamati a descriverla fallivano miseramente. Era lo stesso problema di Fedro. Eppure sia
lui he gli stude ti sape a o os e a, la usa a o og i gio o, tutto uello he fa e a o si fo da a
su di essa. Fed o p o lo o uesto fatto hiede do di o f o ta e due te i, l u o ag ifi o,
emozionante, lineare e scorrevole, l alt o i p e iso, oioso, supe fi iale e po o o igi ale.
Ovviamente la maggioranza di loro vot a favore del primo, e questo, disse Fedro, accadeva
poich lo consideravano migliore. Ogni giudizio che emettevano portava inevitabilmente a una
minore o maggio e ualit da pa te dell u o sull alt o. Ma allo a os e a uesta Qualit? Essa
consiste nel fine individuale che gli studenti, consapevoli o no, avevano in cuor loro nel momento
in cui scrivevano. A maggior ragione quando lo dovevano fare senza il bisogno di voti e senza

21

ui di he la e it gli e isse i posta dall este o, seguita dalla lo o ie a o edie za e


successiva imitazione. Tutta ia sus ita a pau a l i apa it di da e u a spiegazio e hia a e
razionale a questo motore che spingeva ogni cosa. Ma ora semmai avevano ben chiaro, come
anche Fedro, il fine, e ben presto di conseguenza divenne evidente anche cosa poteva servire loro
come mezzo, cio gli insegnamenti dei manuali di retorica. Le regole che essi enunciavano a
questo punto non erano pi tali, cio non rappresentavano pi norme fisse e imprescindibili, ma
rivestivano pi coerentemente la funzione di trucchi, consigli, utili a conseguire uno scopo che era
indipendente da qualsiasi espediente tecnico di sorta, ossia la Qualit.
La sensazione negativa di Fedro era cos placata dalla certezza di aver identificato finalmente i fini
e i mezzi, e di aver messo ordine nella successione degli uni con gli altri in una gerarchia di
importanza. I manuali che aveva un tempo rinnegato erano tornati alla ribalta sotto spoglie a loro
pi congeniali. E anche gli studenti erano molto pi autonomi e sicuri in ci che facevano. Alla
fi e del t i est e si to al solito siste a dei oti a uesta espe ie za se z alt o sus it agli
allievi molte domande e molte risposte in relazione a ci che facevano e a ci che desideravano.
Ma Fedro non capiva ancora come poteva un elemento cos irrazionale come la Qualit dare
risultati cos soddisfacenti. In pi egli non riusciva nemmeno a definirla, e non riuscire a definire
qualcosa, da un punto di vista razionale, equivale a dire che non esiste. Tent, a dir la verit, di
fo ula e u a defi izio e, la uale pe se
a a pi u a
issio e di i apa it: La Qualit
u a a atte isti a del pe sie o e dell esp essio e he iene individuata mediante un processo
non intellettuale, e dato che le definizioni sono il risultato di un processo intellettuale rigido e
36
fo ale, la Qualit o pu esse e defi ita. Col passare del tempo il bisogno di dare per una
definizione chiara di questo nuovo concetto crebbe di intensit. Poich presto Fedro si rese conto
che essa non era un semplice trucco, un espediente che aveva trovato e che risultava efficace in
a ito s olasti o; e a u idea he da e o funzionava, che rispondeva alle domande che si era
sempre posto, che gli indicava la direzione da seguire verso il percorso che stava da sempre
intraprendendo. Se agli occhi di una altra persona la Qualit sembrava un concetto come un
altro, per Fedro esso assumeva sempre pi importanza e rilievo nella sua vita. Cominci cos la
seconda fase di esplorazione, quella he egli defi etafisi a .

La fase metafisica: il mondo diviso


A uesto pu to le iflessio i di Fed o o i ia o o ad assu e e il uolo di a i eto i he ei
confronti di chi iniziava a criticare o problematizzare il suo concetto di Qualit. Il Dipartimento di
Inglese era formato da professori pi anziani e pi esperti di Fedro, il quale fu quindi visto in un
primo momento come un individuo presuntuoso e fuori dai normali schemi convenzionali che ci
si aspetta i a ito a ade i o. La do a da a ui pi spesso egli e i a sottoposto e a: Cos
uesta Qualit di ui tu pa li o i tuoi stude ti? Co e gi stato detto a p oposito della p i a
fase di esplorazione di Fedro, egli fin da principio rifiut di formulare definizioni rigide e razionali
riguardo al suo concetto, affermando che ci era del tutto improprio in relazione alla natura della
Qualit. Tuttavia tent ugualmente di darne una definizione che in un certo senso fungesse da
risposta chiara ed efficace alle domande e alle provocazioni dei suoi antagonisti dialettici. Si
affid al realismo filosofico: se togliendo la Qualit dal mondo si dimostra che questo non pu
funzionare, allora bisogner affermare che essa esiste. Il realismo faceva riferimento alle
conseguenze, agli effetti di ci che si tenta di spiegare, piuttosto che soffermarsi sulla sua
osservabilit scientifica o materiale. Effettivamente togliendo tutto quello che inerisce alla sfera
del qualitativo molto di ci che siamo soliti ritenere normale e parte integrante del mondo
36

Ivi, p. 205.

22

scompare, come ad esempio l a te, la usi a, la pittura. Anche la vita degli esseri umani cambia
radicalmente: diventa importante solo ci che fa riferimento al sostentamento e alla
sopravvivenza degli esseri umani; non esisterebbe nemmeno la cucina come la si intende oggi,
cio essa sarebbe funzionale unicamente ai bisogni nutritivi delle persone, senza in alcun modo
prestare attenzione al gusto e alla piacevolezza. Insomma da queste premesse il mondo risulta un
luogo spoglio, arido, senza valore e senza senso. Sopravvivono certamente la razionalit, la logica
e la s ie za, seppu uest ulti a i oluzio ata. U
o do di tal ge e e, se za essu o scopo e
senza valori, era dipinto da Fedro o l appellati o i glese square. Rimaneva solo squareness. Il
termine, difficilmente traducibile con un equivalente italiano, un aggettivo che in slang se
ife ito a u i di iduo lo de ota o e oioso, o e zio ale, se ioso . to i a e te opposto
all aggetti o hip, che richiama subito alla mente il movimento hippy. Infatti proprio con la
parola square che gli hippy descrivevano i loro genitori, i loro professori e la societ in generale,
vista come vecchia, noiosa, incapace di cambiamento e concentrata unicamente sul mantenere le
solite antiquate tradizioni e lo status quo. La squareness ui di e a si o i o di asse za di
Qualit , ed e a app ese tata dall i tellige za lassi a. Il o do appa i a ui di di iso i due
entit: hip e square, romantico e classico, mente e materia, umanistico e tecnologico.
A questo proposito i denigratori della Qualit, quei professori del Dipartimento che Fedro aveva
additato come square perch incapaci di cogliere la Qualit, gli sottoposero la seguente
domanda: La Qualit, da cui tu affermi che il mondo sia imprescindibile e che noi non siamo
apa i di oglie e, i i he osse ia o o
elati a solta to all osse ato e? possi ile
coglierla con strumenti scientifici oppure non
ie t alt o he i he pia e al soggetto? o se
cos un dilemma, che in greco significa, se o do l i te p etazio e he e d Pi sig, due
37
p e esse : la prima premessa era che la Qualit oggettiva, quindi osservabile
scientificamente; la seconda era che essa risiede nella mente del soggetto, rappresenta soltanto
ci che piace a lui. La mossa pi appropriata da fare sarebbe stata quella di astenersi
dall i t aprendere questa sfida dialettica, poich si svolgeva in un campo in cui la Qualit, come
la intendeva Fedro, era assolutame te desti ata a so o e e. Tutta ia egli, u po pe
rispondere coerentemente al suo ruolo di appartenente alla Chiesa della agio e e u po pe
una sua caratteristica vena narcisistica in riferimento alle sue abilit logiche e dialettiche, decise
di co t atta a e all affo do del Dipa ti e to. E a hia o he la sfida si i el a dua, dal
o e to he all u i e sit i si pu esp i e e u i a e te o te i i dialetti i e azio ali, e
non con argomentazioni mistiche o irrazionali. Tuttavia Fedro, partendo dall a alisi della p i a
premessa del dilemma, cerc di evitare che si potesse considerare la Qualit come qualcosa di
misurabile scientificamente, ossia oggettivo e materiale. Se cos fosse stato egli sarebbe
se
ato u a so ta di
ago he ede ual osa che gli altri al contrario non percepiscono in
alcun modo. E ci era nettamente opposto alle sue considerazioni secondo cui la Qualit doveva
essere qualcosa che tutti coglievano, di cui tutti avevano coscienza, compresi i suoi colleghi. Si
confuse inizialmente con quelle qualit, come grandezza, calore, energia, che sono indissolubili
dall oggetto e e ga a tis o o la pe ezio e. Ma ueste o e a o le stesse di ui pa la a lui o
i suoi studenti e che voleva realmente intendere, come eccellenza, bont, valore. Le prime si
possono misurare scientificamente, le seconde assolutamente no.
La situazione sembrava quella di un individuo che si trova di fronte a un toro: le premesse del
dilemma sono le corna del toro, e quindi se ne accoglier una verr trafitto dall alt a e i e e sa.
Aveva affrontato il primo corno ma non consegu alcun risultato, e di conseguenza si rivolse al
secondo nel tentativo di trovare argomentazioni che rispondessero meglio agli attacchi dei suoi
antagonisti. Analizzando la premessa secondo cui la Qualit qualcosa di solamente soggettivo,
37

Ivi, p. 225.

23

colse un particolare a cui prima non prest attenzione, ma che si rivel fondamentale. La
domanda che gli posero i suoi colleghi era se la Qualit fosse presente solo nel soggetto, in altre
parole se non fosse ie t altro he i he pia e. L esp essio e ie t alt o he
odifi a a
radicalmente il senso della frase, poich era chiaramente peggiorativa. Una volta rimossa, tutto
appariva pi chiaro e ovvio nella sua banalit: la Qualit ovviamente ci che piace.
L esp essio e ie t alt o he o fa e a alt o he sotti te de e u atteggia e to p op io del
pensiero classico, che solito svalutare ci che piace, ossia ci che faccia riferimento a interessi
soggettivi, a gusti, a emozioni, a configurazioni di valore. Era un atteggiamento caratteristico
della squareness. I due atteggiamenti che Fedro estrapol da queste premesse sono materialismo
scientifico e formalismo classico. Il primo tendeva a considerare soltanto ci che rispondeva a
criteri di tipo oggettivo e materiale, escludendo totalmente la sfera del soggettivo. reale
dunque solo quello che formato da materia ed energia, il resto (emozioni, sensazioni, etc.)
irreale. Fedro confut queste affermazioni sostenendo che, stando alle premesse del
materialismo scientifico, anche il numero zero non sarebbe dovuto esistere. Non facendo
riferimento ad alcunch di quantitativo o di materiale esso non pu essere addotto come reale.
Tuttavia, come ben sappiamo, la matematica intera non pu assolutamente prescinderne.
Dopodich il formalismo classico postulava che esiste solo ci che intellettualmente
comprensibile, eliminando la sfera del soggettivo con una potenza addirittura maggiore rispetto
al materialismo scientifico, dal momento che la riteneva come relativa a una comprensione
superficiale, emotiva e temporanea della realt, priva delle forme soggiacenti che completano la
conoscenza. Questo atteggia e to se
a a po e la segue te do a da: e tutti sa o os
la Qualit, o e ai se e dis ute ta to? Il fo alis o evidenziava la possibilit che la Qualit
fosse comprensibile superficialmente e non completamente, perch rappresentava una visione
superficiale e illusoria della realt. A questo punto Fedro tent di controbattere affermando che
essa unica per tutti, ma gli oggetti ai uali i e is e a ia o a se o da degli i di idui. La ge te
non concordava sul concetto di Qualit perch alcuni si basavano unicamente sulle loro
38
e ozio i, e t e alt i usa a o la totalit della lo o o os e za. In questo modo cos non si
di ide a solta to il o do i due odalit, a a he la Qualit. O a e a u a Qualit o a ti a,
hip, e una Qualit classica, square. La prima si basava su una conoscenza superficiale, la seconda
su una conoscenza completa. A questo punto squareness no e a pi si o i o di asse za di
Qualit
a si o figu a a o
uella pa ti ola e odalit in cui si presenta la Qualit nel
momento in cui la conoscenza della realt comprende le sue forme soggiacenti.
Ma questo non era ci a cui mirava Fedro. Nel suo tentativo di risposta alla sfida dialettica a
p oposito della atu a della Qualit egli e a giu to a suddi ide e uest ulti a e tutto il o do i
due e tit, i due o figu azio i. A e a s a sato, seppu fati osa e te, gli atta hi lassi i del
dilemma che nascondevano (ma neanche molto apertamente) atteggiamenti propri del pensiero
analitico. Ma nonostante ci non ne consegu una definizione del suo concetto che rispettasse
chiaramente le sue idee. La Qualit come lui la intendeva non n classica n romantica, un
terzo rispetto a queste modalit. Non n mente n materia, n soggetto n oggetto, la si
39
is o t a solo nel rapporto reciproco . Si pu oglie e a he i asse za dell oggetto, ma nello
stesso tempo non identificabile al soggetto perch spinge a uscire fuori da se stessi, a prendere
coscienza degli oggetti e dei soggetti fuori da s. Non una cosa ma un evento, in cui:
soggetto e oggetto si i o t a o [] e dato he se za oggetto o
oggetti che creano nel soggetto la coscienza di s la Qualit
38
39

Ivi, p. 232.
Ivi, p. 235.

24

i pu esse e soggetto sono gli


l e e to he e de possi ile la

os ie za sia dell u o he degli alt i. [] Questo uol di e he la Qualit o


solo conseguenza di
u a ollisio e t a soggetto e oggetto. L esiste za stessa di soggetto e oggetto dedotta dall e e to
Qualit. L e e to Qualit causa del soggetto e dell oggetto, e o ea e te o side ati ausa della
40
Qualit.

La Qualit come monismo


Le riflessioni di Fedro potranno apparire strane e astruse, ma non lo sono assolutamente.
Co epi e la Qualit o e e e to fo da e tale. L e e to di ui egli pa la
uello he a ie e
nel momento stesso in cui entriamo in contatto col mondo, prima che giu ga l azio e
dell i telletto a o i a e, lassifi a e, ge e alizza e, o ettualizza e gli oggetti. u e e to preintellettuale situato nel presente. Il futuro nei nostri progetti, il passato nella nostra memoria,
a il p ese te, il ui e o a , tutto ci che veramente corrisponde a realt. La questione del
tempo molto importante nel concetto di Qualit come evento delineata da Fedro, e ha origine
el pe sie o o ie tale. Ed p op io uest ulti o he sottoli ea, ello stesso o e to i ui
evide zia l i po ta za del p ese te, la necessit di non dimenticarsi del passato e del futuro
come se esse fossero slegate dal tempo che adesso sta trascorrendo. Questa necessit
fa il e te o p e si ile el o e to i ui si i te de la spa atu a t a Qualit classica e
romantica come basata fondamentalmente sul tempo: la Qualit romantica fa riferimento alle
sensazioni immediate, al presente come dimensione temporale in cui esperire tali percezioni,
e t e uella lassi a l i te elazio e del p ese te on il passato e il futuro, poich non si
fe a a o side a e u i a e te la sfe a dell i
ediato, a e a di esp i e e a he le elazio i
he si sta ilis o o t a ueste di e sio i te po ali. Pi sig fa l ese pio della oto i letta: se
riteniamo che passato e futu o sia o o te uti el p ese te, he fa ia o pa te di u u i a
realt in movimento e in continuo divenire, allora non dobbiamo avere preoccupazioni quando
vediamo che la moto funziona. Ma se noi ci concentriamo esclusivamente sul presente,
considerandolo come un momento di transizione tra passato e futuro slegati da esso, allora ne
risulter una Qualit egati a, poi h , pe ese pio, o a ia o o t ollato il li ello dell olio e
rischiamo cos di compromettere il funzionamento della nostra moto. molto importante capire
osa si i te de pe i e e il p ese te per quanto riguarda la Qualit, poich no u asse za di
considerazione del passato e del futuro, e non quindi una mancanza di responsabilit nei
confronti delle conseguenze delle azioni che abbiamo compiuto o che compieremo. Anzi
u assu zio e di espo sa ilit o pleta ed effi a e. Appa e hia o o e ueste iflessio i di
Pirsig siano molto influenzate dal Buddhismo Zen. A questo proposito Pasqualotto offre un
quadro molto limpido della concezione del tempo nella dottrina Zen:
41

i a zitutto da i o da e he, ta to ella t adizio e della s uola t che in quella Rinzai , si ha


una particolare attenzione alla dimensione del presente. [] Questa alo izzazio e del p ese te o
appartiene in esclusiva al Buddhismo zen, ma presente, ben prima, nelle radici pi antiche del
Buddhis o o igi a io. [] Lo zen d alt a pa te o sape ole he il p ese te o pu esse e
o side ato i s , o e u a ealt auto o a, assoluta, a he a h esso, ome qualsiasi altra
osa e situazio e, impermanente. [] L i pe a e za, ossia la o siste za p o iso ia del
presente, pu apparire come incongruente solo rimanendo prigionieri del senso comune che ci ha
abituati a considerare ogni elemento del mondo e ogni evento della vita come se fossero dotati di
autosuffi ie za, o e stati fi iti e defi iti, i
u i dal flusso del di e i e. Ma se il p ese te ie e
olto o
o e stato del di e i e, e s o e sua a ti olazio e, o e o e to del suo
movimento, come suo modo necessario, allora evidente che lo stesso contrasto t a stato e
40
41

Ivi, pp. 235-236.


Due grandi scuole del Buddhismo Zen in Giappone.

25

uta e to, t a esse e e di e i e, si s ioglie e si dilegua. [] Colti a e l atte zio e al p ese te


significa allora, da un lato, focalizzare la mente e il corpo su un particolare; ma, poich tale
fo alizzazio e a ie e ella o sape olezza dell i pe a e za del pa ti ola e, sig ifi a a he
o se a e il o tatto di uesto pa ti ola e o lo sfo do ostituito dall i sie e i fi ito di alt i
particolari da cui esso emerge. Allora cogliere la precariet del presente non significa affatto
oglie e la de olezza [] a, al o t a io, sig ifi a i ela e la potenza intrinseca, ossia la sua
42
apa it, ostituti a, di elazio a si agli i fi iti o e ti del di e i e.

Sempre a proposito della dimensione temporale, ma anche del concetto di Qualit e realt nel
complesso, sono molto affini alle riflessioni di Fedro quelle del p otago ista dell ope a di Hesse
Siddharta, che egli enuncia in un dialogo con il suo amico Govinda:
Ho t o ato u pe sie o, Go i da, he tu ite ai di uo o u o s he zo o u a s io hezza, a he
il iglio e di tutti i iei pe sie i. Ed
uesto: d og i e it a he il o t a io e o! I alt i te i i:
una verit si lascia enunciare e tradurre in parole soltanto quando unilaterale. E unilaterale tutto
ci che pu essere concepito in pensieri ed espresso parole, tutto unilaterale, tutto dimidiato, tutto
privo di totalit, di sfericit, di unit. Quando il sublime Gotama nel suo insegnamento parlava del
mondo, era costretto a dividerlo in samsara e nirvana, in illusione e verit, sofferenza e liberazione.
No si pu fa di e sa e te, o
alt a ia pe hi uol i seg a e. Ma il o do i s , i he
esiste intorno a noi e in noi, non unilaterale. Mai un uomo, o un atto, tutto samsara o tutto
nirvana, mai un uomo interamente santo o interamente peccatore. Sembra cos, perch noi siamo
soggetti alla illusio e he il te po sia ual osa di eale. Il te po o
eale, Go i da; uesto l ho
appreso ipetuta e te, i pi di u o asio e. E se il te po o
eale, allo a a he la
dis o ti uit he se
a esse i t a il o do e l ete it, t a il ale e il e e, u illusio e. [] Il
pe ato e h io so o e he sei pe ato e s, a u gio o sa di nuovo Brahma, un giorno
aggiu ge il i a a, sa Buddha. E o a edi: uesto u gio o illusio e, solta to u
odo di
43
dire!

La o ezio e dell asse za di te po i Hesse a aloga al o etto di p ese te o e u i a


dimensione in cui concentrare la propria azione e in cui sia presente la realt che enuncia Fedro,
e si ricollega anche alla necessit di non slegare il passato e il futuro dalla totalit del reale. Come
detto sopra nel riferimento a Pasqualotto a proposito del Buddhismo Zen, il tempo
preferibilmente da intendere come un movimento indifferenziato, dinamico, continuamente
mutevole e in divenire.
U alt a iflessio e he a o u a il p otago ista dell ope a di Hesse e Fed o l i possi ilit, o
comunque la radicale difficolt, di esprimere questioni riguardanti la realt con parole o
app ese tazio i o ettuali. di o ti uo p o la ata l i apa it delle parole e del pensiero, i
quali appaiono come contorni e recinti di un qualcosa che indivisibile, unitario, indistinto. Lo
stesso Pi sig affe a he ua do i o i i a udi e il suo o della Qualit [] ti ie e oglia di
piantarla con tutte quelle parole, perch cominci finalmente ad accorgerti che le parole sono
44
se p e alt o e. Il linguaggio rappresenta quindi un elemento di limite del reale.
L e e to Qualit dunque esiste el p ese te, he l u i a ealt el se so in cui stato appena
spiegato, ed un evento pre-intellettuale. Esso l e e to i ui si p e de o sape olezza di i
45
he edia o, e he Pi sig hia a o sape olezza della Qualit . il momento in cui siamo
veramente in contatto con la realt, poich nel momento in cui abbiamo una consapevolezza
i tellettuale di ual osa, uesto se p e el passato, ella e o ia, a ausa dell i te allo di

42

G. Pasqualotto, Dieci lezioni sul Buddhismo, cit., pp. 136-138.


H. Hesse, Siddharta, (1922), trad. it., Adelphi, Milano 1974, pp. 119-120.
44
R. M. Pirsig, Lo Zen e l arte della a ute zio e della oto i letta, cit., p. 243.
45
Ivi, p. 242.

43

26

tempo che intercorre tra il momento della visione di esso e quello della sua costruzione
o ettuale. Quell i te allo di te po l e e to pre-i tellettuale della Qualit, l u i a ealt,
che produce gli oggetti e i soggetti, li genera, li causa, ne la fonte. Gli square come i suoi
olleghi del Dipa ti e to all u i e sit e a o olo o he pi fati a a o a ede e la Qualit,
proprio per il fatto che tendevano continuamente a circoscrivere tutto in forme intellettuali.
Quasi fosse un ossimoro, essi non comprendevano la Qualit a causa della sua estrema semplicit
e immediatezza. Concettualizzare la realt significa porre dei confini, dei contorni, ed per
questo che la Qualit risulta impossibile da definire.
A questo punto quella di Fedro si delineava come una trinit: mente, materia e Qualit. Le prime
due, che da sempre avevano costituito il dualismo dominante nel pensiero occidentale,
corrispondevano a due diverse modalit di Qualit, ossia classica e romantica. Queste ora non
spaccavano in due la Qualit tout court, ma ne costituivano al contrario due aspetti diversi di
a atte e te po ale, fa e do ife i e to l u a alla o os e za i
ediata p ese te , l alt a a
una conoscenza connotata dal rapporto tra le diverse dimensioni temporali (passato, presente e
futuro), il tutto nel contesto della Qualit intesa come unica realt generatrice. Con queste
premesse Fedro si accingeva a rispondere alla questione postagli, secondo cui le persone vedono
la Qualit in modo diverso. Ci, secondo lui, non dimostrava che a differire la Qualit, quanto
piuttosto le persone, in base al bagaglio di esperienze e di analogie con cui ciascuna si accosta al
mondo. Ogni individuo, nella sua costruzione della realt, si serve di analogie tramite cui
46
nominare, generalizzare, concettualizzare le cose e i fatti che lo circondano . Tutto ci conduce a
un insieme di esperienze diverse che a loro volta conducono a diverse opinioni a proposito della
Qualit. Queste analogie di cui egli parla costituiscono il background culturale e sociale degli
indi idui, il lo o li guaggio, i lo o o po ta e ti a ituali e ituali. L i flue za della ultu a ella
ost uzio e del o do da pa te dell i di iduo sa pi app ofo dita e te t attata i Lila. Un
passo di Fed o, he l auto e i o da olto hia a e te e he iporta ne Lo Zen, illustra in modo
effi a e sia la p o le ati a elati a all i possi ilit di defi i e la Qualit, sia il p o esso a alogi o
att a e so ui l i di iduo apis e il o do pe ezzo del suo agaglio di espe ie ze :
Qualsiasi spiegazio e filosofi a della Qualit fi i o l esse e al te po stesso e a e falsa p op io
perch una spiegazione filosofica. La spiegazione filosofica un processo analitico, un processo
che scinde una cosa in soggetti e predicati. Quello che io intendo (e che chiunque altro intende) con
la parola Qualit non pu essere suddiviso in soggetti e predicati. E questo non perch la Qualit sia
tanto astrusa, ma perch cos semplice, immediata e diretta.
Il pi immediato equivalente intellettuale della Qualit pura, quello che la gente del nostro
47
ambiente pu api e, la eazio e di u o ga is o al p op io a ie te. [] U a e a he si t o i
i u piatto pie o d a ua, i i o a u a go ia di a ido solfo i o diluito, si allo ta e dall a ido
(almeno credo). Se potesse pa la e, l a e a, se za sape e ie te dell a ido solfo i o, di e e:
Questo a ie te ha u a Qualit s ade te. e a esse u siste a e oso si o po te e e i u
modo pi complesso. Cercherebbe nella sua esperienza fatti e immagini che definiscano la natura
sg ade ole del uo o a ie te e la aiuti o a api lo .
Nella nostra condizione organica altamente complessa, noi organismi avanzati reagiamo
all a ie te i e ta do olte a alogie e a igliose. I e tia o ielo e te a, al e i, piet e e
oceani, di, musica, arti, linguaggio, filosofia, tecnica, civilt e scienza. Chiamiamo queste analogie
realt. E sono la realt. In nome della verit, con un processo ipnotico abituiamo i nostri bambini a
sapere che esse sono la realt. Chiudiamo in manicomio chiunque non le accetti. Ma ci che ci

46

L uo o u a alogista e studia le elazio i i og i oggetto. . W. E e so , Natura, (1836), trad. it.,


Donzelli editore, Roma 2010, p. 35.
47
i ife is e all a ie te a ademico.

27

induce a inventare queste analogie la Qualit. La Qualit lo stimolo continuo con cui il nostro
ambiente ci spinge a creare il mondo in cui viviamo. Tutto il o do, fi o all ulti a ole ola.
Ora chiaramente impossibile prendere ci che ci ha indotto a creare il mondo e includerlo nel
mondo da noi creato. Ecco perch la Qualit non pu essere definita. E se lo facciamo egualmente,
48
uello he defi ia o ual osa di e o della Qualit stessa.

Da questo passo emerge come quella che inizialmente si presentava come una trinit metafisica,
ora aveva preso le sembianze di un monismo assoluto. Tale struttura si articolava in una
dialettica tra monismo metafisico (come lo Spirito Assoluto) e unit mistica, poich presentava
u a o ettualizzazio e e egole filosofi he p op ie i
odo tale da o ota la o e
metafisica, ma allo stesso tempo non veniva definita la Qualit in termini analitici e precisi, il che
la rendeva mistica. L ope a Guidebook to Zen and the Art of Motorcycle Maintenance valuta
questa fase come ancor pi negativa rispetto alla seconda, per il motivo che la deriva metafisica,
iniziata col tentativo di definire filosoficamente la Qualit per rispondere alle provocazioni dei
suoi antagonisti, a questo punto raggiunge il suo culmine, portando Fedro alla pazzia.
La terza deriva metafisica della Qualit sancisce anche il punto in cui il pensiero di Fedro e quello
dell auto e si sepa a o, pe p o ede e e so di ezio i diffe e ti. Il p i o, come stato detto,
proseguir sul piano della riflessione astratta, che lo porter a perdere definitivamente contatto
con il mondo di tutti i giorni, e terminer con il ricovero presso un ospedale psichiatrico. Pirsig, al
contrario, trasporta la discussione a proposito della Qualit su un piano diametralmente opposto
a quello del suo alter-ego, che , come si pu evincere dalle precedenti riflessioni riguardo alla
motocicletta, la vita quotidiana.

La Qualit nella vita di tutti i giorni


Se fin qui il Chautauqua ha avuto come argomento preminente Fedro, le sue riflessioni, e i ricordi
a proposito delle sue esperienze, ora, da questo momento in poi, occupa un ruolo centrale il
pe sie o p op io dell auto e al o e to del iaggio, he
olto di e so e utato rispetto a
uello he lo a atte izza a el pe iodo he p e ede il i o e o e la u a t a ite l elett osho k,
he seg adi al e te la fi e di u i di iduo Fed o e l i izio di u alt o. da p e isa e he la
concezione della Qualit descritta sopra e originata dalle esperienze di Fedro, non solo
i o data e a o tata dall auto e, a pie a e te o di isa. Ci he egli i e e o o di ide, e
a ui te ta di po e i edio t a ite uesto Chautau ua, l esito a ui essa po t. Chia o
obiettivo di Pirsig operare una trasposizione della metafisica concernente la Qualit nel mondo
quotidiano, nella vita che ognuno di noi trascorre. Insomma un concetto astratto come quello
descritto non reale e valido se non ha un ruolo preciso nelle nostre azioni e nella ita e a he
tutti vivono giorno per giorno. L auto e, pe aggiu ge e il suo o ietti o, si se e della
motocicletta (in particolare della sua manutenzione), ma il suo discorso pu benissimo essere
fatto anche a proposito di qualsiasi altra cosa noi intendiamo fare, come il nostro lavoro, i nostri
hobby, le relazioni sociali che intratteniamo.
Ci che d inizio alla discussione il blocco. Esso corrisponde al momento in cui qualcosa non va,
e non siamo pi in grado di procedere. Per esempio, per quanto riguarda la moto, esso potrebbe
avvenire nel momento in cui ci sia una vite bloccata in una qualunque parte della carrozzeria. A
questo punto chiaro che non sappiamo come risolvere la questione, dal momento che il libretto
di istruzioni non utile a tale s opo. A e
o isog o di u idea, u ipotesi pe pote a da e
a a ti, a la azio alit ella sua fo a lassi a o i di e do e possia o t o a e ueste
48

R. M. Pirsig, Lo e e l arte della

a ute zio e della

28

oto i letta, cit., pp. 246-247.

ipotesi, poi h uesto esula dalla sua atu a. L o igi alit, l i e ti a, la eati it, on fanno
parte della ragione formale. La soluzione di questo blocco sta in un ampliamento di questa
razionalit, in un potenziamento delle sue capacit, piuttosto che in un suo abbandono. La
soluzione risiede nella Qualit, dal momento che essa, come stato detto sopra, rappresenta
l i o t o del soggetto o l oggetto, e la ge e at i e. O a, ui di, fo da e tale api e he
per rapportarsi alla motocicletta che si vuole sistemare, essa non va considerata come un oggetto
completamente distinto da me come soggetto, e lo stesso vale, in questo caso, per la vite. gi
stato spiegato che fondamentalmente il rapporto autentico con la Qualit il momento in cui
non sussiste questa divisione, questa prospettiva dualistica, che elimina ogni via percorribile per
aff o ta e il lo o. Ma se, al o t a io, e t ia o i o tatto o l oggetto he sia o soliti
ritenere eminentemente fuori di noi, siamo in grado finalmente di cogliere quelle ipotesi, quelle
idee, quei fatti, di cui necessitiamo per procedere. La selezione dei fatti, che occup un ruolo
centrale nel pensiero di Jules-Henri Poincar a p oposito dell atti it s ie tifi a, un processo
che non fa parte del discorso razionale, ma che riveste tuttavia un fondamentale compito. Del
rapporto tra Poincar e Pirsig si discuter successivamente. Ora, durante questa selezione, noi
scegliamo i fatti migliori, quelli che hanno per noi e per ci che stiamo facendo pi valore (che
hanno quindi maggior Qualit). Il fatto che essi siano migliori non dipende n da noi in quanto
soggetti operanti tale scelta, n da essi in quanto oggetti di scelta, ma dal rapporto, dalla
relazione che si instaura tra queste due componenti. E dipende inoltre dal rapporto che noi,
insieme a tutto quanto concerne questo momento (la moto, la vite, i fatti), abbiamo con il blocco
i s . Quest ulti o, i fatti, o
da o epi e total e te i te i i egati i. A dir la verit, il
blocco vero e proprio consiste nel ritenerlo negativo, insuperabile, anomalo. Invece esso da
considerare come un elemento positivo, come un punto di partenza, come un vuoto da riempire.
Il vuoto la dimensione che meglio permette di conseguire un rapporto vero ed efficace con la
Qualit. Esso anche estremamente importante nel pensiero orientale (in particolare nel
Taois o e el Buddhis o )e , dal o e to he si a a [] he Bodhidha a, all i pe ato e
Wu he gli hiede a uale fosse il pi i po ta te p i ipio del Buddhis o, a ia isposto: il aso
49
uoto , riferendosi alla vacuit che caratterizza ogni aspetto della realt. In questo senso
ui di il lo o o assu e pi i o to i di ual osa he o ie t a el giusto o so degli
eventi, ma permette anzi un ripensamento degli schemi preconcetti che fino a quel momento
impedivano una chiara e aperta visione delle cose. Esso dunque conduce a rivalutare ci che si
era sempre preso per assodato e irrefutabile, apre nuove strade e nuove prospettive. Detto ci,
risulta importante affrontare il blocco, piuttosto che evitarlo. Per esempio, per quanto riguarda la
vite della moto che non riusciamo a sbloccare, si pu operare un significativo cambiamento
considerandola non pi come un oggetto, ma piuttosto come un insieme di funzioni (serve a
fissare, a unire, etc.). Non si guarda pi os ma cosa fa. Tutto ci pu suggerire, di conseguenza,
molteplici vie per risolvere il problema, e ci che importa non quali esse siano, quanto piuttosto
se esse hanno Qualit rispetto ai fini che ci prefiggiamo. L i po ta te uindi che la soluzione a
cui si giunge sia efficace, che funzioni. Tutto ci in forte contrasto con la pretesa del pensiero
lassi o he i sia u u i a ia, u u i o etodo pe giu ge e alla isoluzio e del lo o, e
dis hiude u i fi it di possi ili soluzioni creative e originali.
Il superamento del blocco, quindi, risiede in ci che stato definito un rapporto o l oggetto in
questione. A tal proposito, per quanto concerne la sfera individuale, la relazione consente di
raggiungere una pace interiore che funge da premessa fondamentale per potersi mettere al
lavoro su qualcosa. In una dualistica prospettiva soggetto/oggetto essa vista come un elemento
contingente, accessorio, che accade quasi per caso, e che non rientra direttamente nel campo di
49

G. Pasqualotto, Dieci lezioni sul Buddhismo, cit., p. 141.

29

risoluzione del blocco. Nella prospettiva della Qualit, al contrario, essa estremamente
importante e funzionale alla riuscita di quello che si fa, e Pirsig, che gi ne aveva parlato nella
discussione con DeWeese a proposito del montaggio del barbecue, la suddivide in tre tipi: pace
del o po, pa e della e te e pa e dei alo i. Quest ulti a la pi ile a te el dis o so he egli
intraprende, nonch la pi ardua da conseguire. Essa consiste in una completa assenza di desideri
e di pensieri superflui, che sgo
a il a po da og i i te fe e za he possa o pe e l e uili io
che consente la vera percezione del reale, e la conseguente possibilit di operare su esso.
chiaro quindi come abbia fortemente a che fare con il concetto di vacuit descritto sopra.
Un altro fattore, che il pensiero dualistico vede (al pari della pace interiore) come casuale e
accessorio, quello che Pirsig denomina enthousiasmos, e che corrisponde al momento in cui si
in totale rapporto con la Qualit. Non difficile confrontarlo con parecchie esperienze che tutti
noi abbiamo vissuto e viviamo (basti pensare al sostantivo italiano che ci viene subito in mente e
che ha origine da esso: entusiasmo), e la sua etimologia ci permette di coglierne ancor pi
intensamente il significato: infatti enthousiasmos de i a dal g e o e sig ifi a pie o di theos
ossia pie o di Dio i uesto aso si pu sostituire Dio a Qualit . Molto i te essa ti ella
50
dis ussio e di Pi sig so o uelle he lui hia a t appole pe l enthousiasmos , e che
o sisto o i ele e ti he posso o osta ola lo. L auto e le di ide i due g uppi: t appole esterne
51
o t atte pi ), che dipendono da fattori, per cos dire, circostanziali; e trappole interne
52
i pedi e ti ), che fanno riferimento a fattori individuali. Sempre facendo riferimento alla
oto i letta, le p i e so o, pe ese pio, l o di e s agliato el o ta e i pezzi, oppu e il
osiddetto guasto i te itte te
ua do quello che stiamo cercando di sistemare ricomincia
all i p o iso a fu zio a e senza spiegazioni), o ancora la qualit e la reperibilit dei pezzi di
ricambio. Per quanto riguarda invece le trappole interne, esse sono ulteriormente divise in tre
gruppi: trappole del valore, che rappresentano un blocco della comprensione affettiva; trappole
della verit, che corrispondono a un blocco della comprensione conoscitiva; e trappole
psicomotorie, che fanno riferimento a un blocco della comprensione psicomotoria. Le trappole
del valore sono molto importanti, perch permettono di concepire meglio la questione del blocco
da cui siamo partiti. Infatti la prima trappola del valore enunciata la rigidit, che consiste nella
difficolt ad abbandonare schemi e pensieri preconcetti a cui la nostra abitudine ci ha fortemente
ancorati, e impedisce cos la s ope ta o la eazio e di uo i fatti, di uo e idee; oppu e l ego,che
spesso causa della trappola enunciata poco fa, poich consiste i u e essi a sti a di se stessi.
Un enthousiasmos asato sull ego, i ealt, o
tale, ed fo te e te p e a io rispetto a
uello asato sulla Qualit he a he l enthousiasmos reale); altre trappole del valore sono poi
l ansiet opposta all ego , la noia e, olto affi e a uest ulti a, l impazienza. Per quanto
igua da le t appole i te e della e it, l auto e sottoli ea la te de za, ell a ito della logi a,
a bloccarsi su risposte di tipo negativo o positivo, escludendo un terzo logico tanto inusuale
quanto importante: descritto da Pirsig con la parola giapponese mu. Questa risposta
frequente nei koan del Buddhismo Zen, che sono racconti che hanno come fine quello di
o du e all illu i azio e. Del appo to t a etafisi a della Qualit, koan e mu si tratter in
modo pi approfondito successivamente. Tuttavia si pu considerare mu come una risposta che
sposta il punto di osservazione, che spinge ad andare al di l rispetto alla dimensione in cui si
circoscritti. Rispondere mu e ui ale a di e: La do a da he tu po i o pu esse e posta , o
eglio, Gua da al di l rispetto a dove stai e a do . Pi sig, ife e dosi al pe iodo i ui la o
come autore di manuali per calcolatori, riferisce che la dimensione del mu, al contrario di quel
50

R. M. Pirsig, Lo e e l arte della


Ivi, p. 294.
52
Ibidem.

51

a ute zio e della

30

oto i letta, cit., p. 293.

che si pu pensare, esiste anche nella logica di queste macchine: se il loro funzionamento si basa
fondamentalmente su una logica binaria 0/1, ossia negativo/positivo, il mu equivale al momento
in cui il calcolatore privo di alimentazione. Tutto i si if fo te e te all i po ta za di
abbandonare i propri abituali schemi di pensiero per ampliare la conoscenza, un insegnamento
he pe ade l i te a filosofia di Pi sig. I fi e, pe
ua to igua da le t appole i te e
psi o oto ie dell enthousiasmos, Pirsig enuncia la scomodit (per esempio la scarsa
illu i azio e , e l insensibilit muscolare, che fa rife i e to al osiddetto to o del e a i o .
A uesto pu to
e ide te he le t appole di ui pa la l auto e o igua da o solo la
oto i letta. O eglio la oto i letta a ui fa ife i e to , i ealt, l individuo, il punto di
partenza di ogni cambiamento. Pirsig intende far capire che il cambiamento pi importante che si
pu operare non ha che un solo punto di partenza, noi stessi. Dopodich possibile giungere a
risolvere i problemi che affliggono la societ e il mondo, ma non si pu non considerare noi stessi
come componente fondamentale del tutto in cui poter operare e in cui poter indirizzare le nostre
azioni. Ovviamente tutto ci in un rapporto continuo con gli altri e con ci che stiamo facendo,
lungi dal considerare noi stessi, in quanto individui, come entit autonome, separate da tutto il
resto, e indipendenti. infatti da ricondurre alla questione del rapporto (assente) il problema
esse ziale della
uttezza della te ologia, e della isi dei alo i del ost o te po. Queste o
dipendono da noi che usufruiamo della tecnologia, n dipendono da chi la crea; e non dipende,
del resto, neanche dai materiali, dagli oggetti tecnici in s. Il problema che ha afflitto Fedro, e che
affligge John e Sylvia, riconducibile a u e ata o ezione della realt, che porta a evitare il
rapporto fondamentale tra noi soggetti e la tecnologia in quanto oggetto. E che porta a operare
una dicotomia tra tecnica e arte, tra classico e romantico. proprio in questa direzione che
procedeva Fedro, nel tentativo, non di decidere tra Qualit classica e Qualit romantica, ma di
instaurare una relazione t a ueste due disti te odalit di u u i a ealt.

La Qualit nel pensiero greco


A questo punto il Chautauqua dell auto e si dista a uo a e te da iflessio i pi o ete, uali
quelle appena citate, per riprenderne alcune di Fedro, poich esse sono molto importanti per
cogliere con ancora maggior efficacia la natura della Qualit. In particolare i ricordi di Pirsig sono
in questo momento riconducibili al periodo successivo alla permanenza a Bozeman, in cui Fedro
si is isse all U i e sit di Chi ago pe app ofo di e gli studi a p oposito della Qualit. E t os
in contatto con un ambiente in cui predominava u ispi azio e a ade i a asata sul e upe o di
valori appartenenti al pensiero antico, soprattutto a quello greco in generale, e a quello
aristotelico in particolare. Questo fattore spinse Fedro ad approfondire la filosofia greca e, ancor
pi intensamente, a confrontarla con le sue concezioni riguardanti la realt. Un evento curioso
aveva gi precedentemente sus itato i lui l idea di o side a e il posto della Qualit el
pensiero greco antico: in un dialogo con Sarah, la quale a Bozeman lo aveva incoraggiato a
insegnare la Qualit ai suoi studenti, Fedro le aveva domandato quale fosse secondo lei il posto
della Qualit nel campo della composizione inglese. Lei, che aveva una formazione classica, gli
disse che a questo proposito non sapeva rispondergli, ma tutto ci di cui semmai fosse certa era
che la Qualit occupava di sicuro tutti i posti nel pensiero greco che lei aveva studiato molto
e e. All i te esse di p osegui e o uesto o f o to si aggiu se l i te to da pa te di Fed o di
contrastare i principi o ettuali he eg a a o ege o i i all U i e sit di Chi ago: quelli basati
sul pensiero aristotelico, che fungeva da serbatoio di valori al quale attingere per costruire
l ide tit a ade i a dell u i e sit; esso era ritenuto da Fedro come il responsabile del
dualis o soggetto/oggetto al uale a e a, o ai da te po, di hia ato gue a . La dualit forma
e sostanza dello stagirita corroborava le sue idee a riguardo. Il rappresentante principale delle

31

idee che Fedro contrastava, oltre che un fervente aristotelico, era il direttore del programma
i te dis ipli a e di A alisi delle idee e studio dei etodi , al uale egli ole a is i e si pe da
continuit ai suoi studi filosofici sulla Qualit.
L a alisi del pe sie o g e o anti o e e i izio o u i portante considerazione preliminare: era
necessario comprendere la distinzione tra due componenti fondamentali della cultura greca,
ossia quella tra mythos e logos. Il primo consiste nei miti antichi, storici e preistorici, da cui ebbe
origine il logos, ment e uest ulti o fa ife i e to alla o p e sio e azio ale del o do he i
circonda. Il mythos dischiude un corpus primitivo di conoscenze sul mondo, basato sul tentativo
di dare risposte alle domande suscitate dai fenomeni della realt circostante. Esso ha una
fortissima connotazione formativa in quanto, molto prima del logos, plasma la mente degli
individui entro cui esso domina. Subentra successivamente la comprensione razionale, che tende
a escludere quel tipo di conoscenze che si rifanno a concetti extraterreni come di, spiriti o
demoni. Il mythos g e o all o igi e della fo da e tale dualit soggetto/oggetto p ese te el
pensiero occidentale, al contrario di altre culture che non operano affatto tale dicotomia, come
per esempio quella cinese. Chi si pone fuori dal mythos, e rinuncia quindi ad accettare le
credenze assimilate culturalmente e storicamente dalla societ di appartenenza, considerato
o e zio al e te u pazzo . La follia non altro che una rottura radicale di ci che si
conside a solita e te o e o fo e alla o alit, app ese tata dall o edie za al mythos, e
rappresenta una sorta di fuga oltre i confini che esso determina. molto importante capire la
funzione e il ruolo dominante del mythos in una cultura o in una societ, in questo caso quella
greca. In tal senso possibile comprendere come ci che tenta di esprimere Fedro con le sue
idee sia un concetto che esce totalmente dalla dimensione del mythos, che non solo ribalta
radicalmente le convinzioni su cui esso si fonda, ma addirittura ne rivendica il ruolo di
generatore, di causa originante. La Qualit infatti la fonte da cui ogni conoscenza sul mondo ha
origine, da cui il mythos trae forma e consistenza; essa lo stimolo che spinge ogni individuo a
creare il mondo fuori di s, a denominare, a generalizzare, a simbolizzare. In questi termini
possibile dunque comprendere la natura della Qualit come evento generatore del mythos,
o p eso o ia e te uello g e o. La o i zio e di Fed o sta a el o side a e uest ultimo
come responsabile della divisione tra Qualit e ragione (epistme), e della itto ia di
uest ulti a ella ultu a o ide tale, ai danni della prima, subordinata cos al rango di elemento
secondario e soggettivo. Una ragione essenzialmente neutrale dai valori, che regn egemone per
se oli fi o al gio o d oggi.
Fed o pu ta a il dito i pa ti ola e o t o A istotele, he ite e a l e le a di uesta
elevazione della razionalit ai danni della Qualit, testimoniata dalla tendenza del filosofo greco a
dividere e generalizzare ogni cosa, compresa la retorica che Fedro riteneva cos profondamente
i t isa di alo i e, all opposto, eut ale a og i tipo di o ettualizzazio e. Pe A istotele la
eto i a da o side a e u a te pe h i onducibile a un ordine razionale, cosa che Fedro non
riusciva assolutamente ad accettare. Inoltre, in quanto ramo della Scienza Pratica aristotelica, era
subordinata a tutto ci che concerne la Scienza Teoretica, e quindi esclusa da qualsiasi discorso
sulla Verit, sul Bene e sul Bello (in una parola, Qualit). Fedro quindi si rivolse alla dialettica, che
da Aristotele considerata agli antipodi rispetto alla retorica. Per il filosofo, nonostante con
modalit profondamente diverse e con obiettivi differenti, la dialettica e la retorica tuttavia
possiedono un contenuto comune, cio gli ndoxa, ossia le credenze degli individui. Mentre in
Platone, invece, la dialetti a o siste ell u i o etodo pe o os e e o ta to le credenze e le
opinioni individuali, quanto piuttosto, e in maniera molto pi importante, la Verit sotto forma di
Idee fisse e immutabili. Accanto alla dialettica e alla retorica, per A istotele,
a he il
osiddetto
etodo fisi o , affi e al etodo s ie tifi o, o il uale si giu ge alla o os e za

32

delle verit relative dei fenomeni della realt. In questo modo Aristotele mette sullo stesso livello
retorica e dialettica, sottolineando piuttosto l i po ta za di studia e e omprendere le leggi alla
base del succedersi dei fenomeni della natura. Ci che indignava Fedro non era il fatto che la
dialettica era stata posta dallo stagi ita sullo stesso pia o della eto i a, a a zi l opposto, poich
egli non era assolutamente di temperamento platonico.
A questo punto quindi il suo sguardo si spost su Platone, che aveva manifestato con tanto
a do e l o ietti o di de ig a e la eto i a, i alza do la dialetti a al a go di st u e to filosofico
principe di indagine sulla Verit, e aveva in questo modo criticato aspramente i sofisti, cio coloro
che facevano propria la retorica nei loro discorsi. Nel Gorgia il coltello analitico platonico, per
ezzo di o ate, taglia la eto i a e la di ide in tante parti per poterla cos oggettivare e fare
e saglio dei suoi atta hi st u e tali alla itto ia della dialetti a, della Ve it. Poi h all o igi e
di tutto stava infatti una feroce disputa, quella tra Bene (i sofisti) e Verit (i dialettici).
A sua volta questa disputa era nata in seno alla formazione del mythos greco, con la nascita del
pe sie o filosofi o o e te tati o di t o a e spiegazio e al p i ipio i pe itu o dell esiste za
fuo i dall Oli po degli D i . e uest ulti i a e a o da se p e rappresentato il principio
fondamentale di permanenza nella concezione del reale (infatti gli dei sono immortali,
permangono a qualsiasi modificazione, a qualsiasi divenire), ora questo lo si tentava di spiegare
tramite altri elementi, come per esempio il fuo o, l a ua, l a ia (vedi a questo proposito i primi
filosofi come Talete, Anassimene, Anassimandro, Eraclito, e cos via). Questa emancipazione dal
divino conobbe una tappa fondamentale in Parmenide, che per primo divise la realt
contrapponendo la Verit immutabile, immobile e fissa da una parte alle sue molteplici
manifestazioni fenomeniche dall alt a. Il Ve o si ollo a ell U o he o dipe de dal di e i e,
che non soggetto al cambiamento, e che anzi d origine a ogni cosa. Il divenire, sottoforma di
fenomeni soggetti alla modificazione, soltanto illusione. Le opinioni dei mortali (comprese
quindi quelle relative al Bene) sono cos altro dalla Verit. Da qui ebbe origine il dualismo
Bene/Verit che caratterizz il mythos greco, e che Socrate ripropose continuamente nei suoi
dialoghi riportati da Platone. Ma fondamentale capire che prima di tutto questo la realt non
era divisa in Bene (illusione) e Verit (realt), e nemmeno in mente e materia, o soggetto e
oggetto. Questa separazione il fondamento del mythos che da l in poi avrebbe dominato il
pensiero occidentale, escludendo qualsiasi lettura del reale che non ne rispettasse i criteri. Ma
non la realt. un nuovo mythos subentrato a quello precedente, che si riconosce come logos
universale dimenticandosi della sua origine culturale e concettuale. Certamente ai filosofi greci si
deve il merito di aver dato per primi una caratterizzazione razionale al tentativo di spiegare i
principi he egola o e go e a o il o do e l esiste za, se za far riferimento a eventi di tipo
mitico o religioso. Ma tuttavia se da una parte hanno introdotto il logos come comprensione
azio ale della atu a, dall alt o ha o dato o igi e a u alt o tipo di mythos come chiave di
lettura dominante ed esclusiva della realt.
A questo punto Fedro studi meglio la figura dei sofisti, che tanto erano invisi a Platone: erano
individui che non insegnavano principi, come i dialettici, ma credenze umane, opinioni; avevano
come obiettivo non la Verit (intesa come verit fissa, immutabile, unica) ma il miglioramento
dell i di iduo; p edi a a o la relativit delle e it e dei p i ipi, e soste e a o he l uo o
misura di tutte le cose, non perch ne la fonte (come pensavano gli idealisti soggettivi) n
perch ne osservatore esterno (come per gli idealisti e i materialisti), ma perch ne partecipe,
dal o e to he la ealt del o do sta ell e e to Qualit he appo to dell uo o o la sua
espe ie za. A uesto pu to isulta a, dei sofisti, u i
agi e olto di e sa da quella fornita da
Platone e dai dialettici. Essi non erano bugiardi che insegnavano come ingannare e mentire e che
predicavano la pluralit e relativit della verit con il fine di negare qualsiasi possibilit esplicativa

33

di validazione delle nostre inferenze, ma erano al contrario dei veri e propri saggi aventi come
o ietti o il aggiu gi e to dell aret, dell eccellenza (a questo appunto corrisponde il
iglio a e to dell i di iduo , e la conoscenza di una verit completa, che non escludesse i valori
dalla sua sfera di competenza. Ed cos che Fedro si rese conto che questo concetto, l aret, cos
a o agli a ti hi g e i e fo da e tale att i uto dell e oe o e i o, si so appo e a
perfettamente a quello di Qualit che egli cercava di spiegare. La Qualit era appunto, nel
pe sie o dei g e i, l aret, e Pi sig e ipo ta, ell ope a, u a defi izio e t atta dal li o The
Greeks di H. D. F. Kitto:
Ci he spi ge il gue ie o g e o a o pie e i p ese e oi he [..] o
u se so del do e e o e
noi lo intendiamo oggi, dovere cio nei confronti degli altri: piuttosto un dovere nei confronti di se
stesso. L e oe g e o o aspi a a i he oi t adu ia o o la pa ola i t a a i he i G e ia si
chiama aret, e elle za [] Qua do i Plato e t o ia o la parola aret [] la t adu ia o o
i t , e di o segue za e ia o a pe de e tutto il sapo e. Vi t , al e o ai ost i te pi, ha u
senso quasi esclusivamente morale; aret, invece, viene utilizzata indifferentemente in ogni ambito
e significa semplice e te e elle za. [] L aret i pli a il ispetto pe la totalit e l u i it della ita
e, di o segue za, il ifiuto della spe ializzazio e. I pli a il disp ezzo pe l effi ie za O, piuttosto,
u a o ezio e olto ele ata dell effi ie za, he esiste on in un solo settore della vita, ma nella
53
ita stessa.

E fu cos che divenne chiaro qual era il posto della Qualit nel pensiero greco. Tuttavia
i po ta te api e he Plato e o e , att a e so la sua iti a ai sofisti, di eli i a e l aret.
Quello che fece fu, invece, chiuderla, incapsularla, e de dola u Idea i
uta ile e
pe a e te, l Idea di Be e. A essa diede u posto d o o e ella sua ge a hia, e la su o di
soltanto alla Verit e alla dialettica. Ma, cos facendo, si allontan radicalmente dalla Qualit dei
sofisti, he o e a u Idea i
uta ile,
u a fo a, a la ealt tutta, se p e ute ole, e
o i o du i ile a igidi s he i. Plato e giu se all Idea di Be e ol te tati o di isol e e u
conflitto interno ai dialettici: il problema tra Verit immobile e divenire. Divise cos il mondo in
Idee, fisse e immutabili, e apparenza terrena, sede delle manifestazioni fenomeniche delle Idee.
A uesto pu to l aret fu t asfo ata i u Idea l Idea di Be e . Ora palesemente chiara
l o igi e del mythos dei greci e, da l in poi, proprio di tutto il pensiero occidentale. Ed chiaro il
risentimento di Fedro per il fatto che la Qualit, originariamente indistinta dalla ragione, dalla
Verit, fu subordinata alla conoscenza razionale e resa un elemento contingente e soggettivo.
Aristotele, dopodich, o fe e alt o he sposta e l atte zio e a uelle appa e ze he Plato e
considerava mera illusione, dando origine alla scienza come studio dei fenomeni mutevoli della
realt, senza per abbandonare la concezione di un principio di permanenza a loro correlato e al
quale essi ineriscono, la sostanza.
Ora Fedro aveva le idee chiare su tutto, e arriv cos a confrontarsi con il direttore del corso che
frequentava, che incarnava profondamente il pensiero a cui lui si opponeva. Nello scenario di una
lezione sul Fedro di Platone, emersero i ruoli he il di etto e, l i te o siste a dell u i e sit e
Fed o stesso, i op i a o. La osiddetta Chiesa della agio e da se oli a e a i pe so ato la
figura di un pastore che guidava delle pecore (gli studenti) che obbedivano senza discutere alle
delle verit che erano tali non per se stesse, ma per il dominio di un mythos basato su un
fondamentale dualismo che escludeva la Qualit e i valori, e che condannava chiunque non ne
ispettasse i p e etti a esse e eti hettato o e pazzo . Lo stesso Socrate, nel momento in cui
des i e l U o, la Ve it, si se e di u a alogia, uella del a o t ai ato da due a alli, l u o
affigu a te la azio alit, l alt o affigu a te le passio i, l u o do ile e p ope so a o du e
53

Ivi, pp. 359-361.

34

e so la Ve it, l alt o apa io e d osta olo al aggiu gi e to della o p e sio e del p i ipio
fo da e tale dell esiste za. U a alogia pe es lude e il Be e dalla sfe a del eale, pe idu lo
ad appa e za, opi io e, illusio e, pe eli i a e la Qualit. Ma pu se p e u a alogia. E i tutto
questo Fedro ricopriva il ruolo del lupo Fed o i g e o sig ifi a appu to lupo , he sia i pasto i
he le pe o e te o o e ifuggo o, e he o soppo ta l auto it di u a e it i posta
arbitrariamente. Il lupo, quale Fedro, non aspira a diventare pastore, e non mira di
conseguenza a imporre le sue idee a delle pecore. N tantomeno si lascia sottomettere
dall auto it del pasto e. e pli e e te ifugge da e t a i, e o e effetti a e te fe e Fed o
nel suo percorso che lo port alla pazzia, esce dal mythos, ne rompe i confini e abbraccia la
Qualit pura, lontana da ogni schema, da ogni prigione intellettuale.
Nella filosofia di Pi sig, a p es i de e dalla sua pe so ale espe ie za t au ati a dell ospedale
psichiatrico, viva e forte una tendenza a sottolineare continuamente la libert del pensiero
fuori da ogni schema preesistente, fuori da ogni autorit, fuori da ogni verit che venga imposta,
a a he solo i seg ata, da alt i. L auto e esorta intensamente a vedere il mondo con i propri
occhi, pensandolo con la propria testa vivendolo con il proprio corpo e il proprio cuore. A questo
proposito sono emblematiche le parole, tratte dal Fedro platonico, che egli usa per esprimere
ueste sue oti azio i: E ci che bene, Fedro, e ci che non bene dobbiamo chiedere ad
54
altri di dirci queste cose?

Riconciliazione
ia o giu ti os alla fi e del Chautau ua dell auto e, he oi ide o la o lusio e del suo
iaggio. Dopo Boze a l iti e a io e a p oseguito se za la o pag ia di Joh e l ia, e il
rapporto tra Pirsig e suo figlio Chris diventa molto chiaro ed evidente nelle sue trame interne e
nei problemi che lo caratterizzano. Chris, ormai da molto tempo, non riesce a rapportarsi con suo
pad e i
odo li e o e positi o. soggetto a o ti ui s alzi d u o e, s e ate iste i he o di
tristezza, che hanno tutte un comune denominatore: il bisogno di attenzione e comprensione da
parte di suo padre. Gli eventi che hanno caratterizzato questa relazione padre/figlio non sono
stati trattati esaustivamente in questa sede, poich ci si concentrati su riflessioni concernenti
primariamente il Chautauqua e la filosofia dell auto e. Tutta ia, olt e he ell esiste za di Pi sig e
di Ch is, uesti e e ti i op o o u uolo i po ta te ell i te a ope a, e ul i a o o u a
duplice riconciliazione finale: da u a pa te dell auto e o Fed o, il suo alte -ego; e dall alt a di
Pirsig/Fedro con suo figlio Chris. Nella conclusione Pirsig si rende conto che il problema di suo
figlio sta nel fatto che egli non lo vede come suo padre, poich avverte che gli avvenimenti che
ha o olpito la ita dell auto e lo ha o a iato p ofo da e te, da do o igi e a u alt a
persona. A Chris sempre mancato il suo vero padre, Fedro, che lo stesso Pirsig si rende conto di
aver tenuto lontano quasi per paura, per timore di ci che rappresentava, ossia il suo passato. Ma
l ope a te i a o la p esa di os ie za he Fed o o
o to, e o p ese te solo ei i o di
frammentari di cui Lo Zen
ostellato. Fed o
i o ella os ie za dell auto e, as osto da
cumuli di macerie intellettive, ma vivo e desideroso di tornare a far parte di ci a cui appartiene
di di itto. La i o iliazio e fi ale u e upe o dell ide tit originaria di Pirsig con se stesso, con
la sua vera natura, con il suo passato, e un ricongiungimento con suo figlio che ne sentiva
fortemente la mancanza, e che voleva pi di ogni altra cosa tornare a riabbracciare suo padre.

54

Ivi, p. 376.

35

Lila: u i dagi e sulla

orale

La seconda, e ultima, opera scritta da R. Pirsig Lila: u i dagi e sulla orale, che lo scrittore
compose in seguito alle pressioni esterne che lo esortavano a chiarire la filosofia che aveva
te tato di deli ea e o il suo p i o li o, olt e he sull o da del su esso he uest ulti o,
seppur con un sensibile ritardo rispetto alla sua pubblicazione, aveva riscosso. L ope a e e
pubblicata nel 1991, quindi dopo molto tempo rispetto a Lo Zen. Come questo tuttavia la trama si
a ti ola su u doppio egist o, u o a ati o e l alt o iflessi o. Cio o osta te o
possi ile
parlare di un ve o e p op io Chautau ua pe so ale, poi h i pe sie i e le iflessio i dell auto e
ell ope a isulta o fu zio ali alla stesu a del li o stesso he il letto e ha da a ti. I so
a
come se la narrazione consistesse nel racconto di come stato scritto il libro, sia da un punto di
vista della descrizione del contesto spaziale e temporale (comprendente quindi anche i vari
e e ti he si susseguo o du a te la stesu a sia da u pu to di ista i te o all auto e, he
riporta le sue varie riflessioni, le sue concettualizzazioni, i suoi chiarimenti a proposito del sistema
filosofi o he i uest ope a de o i a o piuta e te Metaphysics of Quality (MOQ).
importante notare che Lila scritto in terza persona (non in prima come Lo Zen), e il
protagonista (Pirsig) denominato Fedro (facendo riferimento alla riconciliazione narrata alla
55
fi e dell ope a p e ede te, i ui ui di Fed o to a i ita . Questo volta il viaggio si svolge
i
a a, lu go il fiu e Hudso , i di ezio e dell O ea o Atla ti o. A fa o pagnia al
p otago ista
u a agazza di o e Lila, he Fed o i o t a i u a all i izio del suo iaggio, e
che svolger nella narrazione un ruolo molto importante. Lila inoltre la parola che in sanscrito
sta a sig ifi a e gio o del o do , e la sua pertinenza con il nome della co-protagonista
dell ope a appa i hia a su essi a e te. Pe di pi Lila ell ope a a u espe ie za a aloga
a quella di Fedro della follia, come un excursus sempre pi fuori dai confini di una realt in cui lei
viveva, e culminante con la pazzia e la totale perdita della propria, precedente, identit.
Le due p i ipali azio i o piute da Pi sig t a ite uest ope a so o: fo i e u a spiegazio e
della realt maggiormente accurata attraverso la sua MOQ, di cui espliciter pi
approfonditamente le caratteristiche salienti nel corso della narrazione; e affermare la tesi
secondo cui Qualit sinonimo di Moralit, sostenendo quindi la necessit che ogni atto, in
quanto atto reale, anche un atto morale (compresi gli atti sia pratici che teorici della
scienza). A questo proposito divide la spiegazione del mondo attraverso quattro chiavi di lettura
o figu azio i p i ipali: configurazione Inorganica, Biologica, Sociale, e Intellettuale della
56
realt . Secondo Pirsig, in questo modo, possibile perci superare le difficolt che sottendono
all i di iduazio e di u a e a e p op ia o ale, spesso do ute a u a o fusio e t a ueste
diverse configurazioni nelle nostre asserzioni riguardo al mondo.
Nel frattempo la figura di Lila funge da campo applicativo delle sue teorie, fornendo le prove di
come la MOQ sia maggiormente utile ai fini di una pi chiara comprensione della realt, della
storia, e a he dell i di iduo, rispetto alla metafisica che da sempre ha dominato il pensiero
occidentale: la metafisica dualistica soggetto/oggetto. La narrazione inoltre prosegue alternando
capitoli in cui il protagonista Fedro, riportando quindi i suoi pensieri e le sue considerazioni, e
altri in cui invece la protagonista Lila, cosicch gli eventi sono descritti attraverso il suo punto di
ista, le sue iflessio i, e le sue e ozio i. A tal fi e ei apitoli appa te e ti a uest ulti a
tipologia Pi sig desig ato o il o e Capita o , e t e egli alt i de o i ato Fed o.

55

A tal p oposito i te do p e ette e he ho usato i o i Fed o e Pi sig i disti ta e te ella s ittu a


di questo capitolo.
56
Tali configurazioni fanno riferimento, come si vedr in seguito, a un determinato tipo di Qualit, ossia la
qualit statica.

36

Un libro sugli i dia i d A eri a


Da p i ipio uello he Fed o ole a fa e ella sua a a, pe o e do i flutti dell Hudso , o
era scrivere un libro sulla sua filosofia. Al contrario non voleva neanche occuparsi di filosofia, ma
di antropologia. Voleva scrive e u li o he pa lasse degli i dia i d A e i a, soste e do u a tesi
che mai nessuno aveva espresso: che la cultura americana traesse origine dalla fusione di valori
eu opei e alo i appa te e ti ai ati i d A e i a.
L i te esse pe gli i dia i p o e i a dall espe ie za di Fed o a Boze a , i ui o o e u
curioso professore di antropologia, Dusenberry. Questo particolare individuo era molto simile a
Fedro per alcuni tratti, come la propensione a essere chiuso e schivo, oltre che solitario. Per altri
versi invece divergeva molto da lui, poich non aveva neanche lontanamente una mentalit
a aliti a o e uella di Fed o. L u i o o testo i ui Duse e si se ti a a suo agio e a t a gli
indiani, in particolare i Chippewa-Cree del confine canadese, con cui riusciva a esplicitare le sue
grandi capacit comunicative, molto distanti dalle difficolt di Fedro a parlare in pubblico. Tra i
due professori si stabil una forte amicizia, che port Dusenberry a condividere con Fedro le sue
esperienze con i nativi. In particolare egli si comportava nei loro confronti non come un
professore di antropologia, ma come un vero e proprio amico, e da parte loro gli indiani
i a ia a o l affetto, osa assai a a nei loro rapporti con i bianchi. Dusenberry aveva un
atteggiamento che contrastava totalmente i valori dominanti dell a t opologia ultu ale
a e i a a: ipudia a adi al e te l oggettivit come principio primario di questa disciplina, e
soste e a he l a t opologia e a e p op ia de e o p e de e u espe ie za totale on la
cultura che si studia, senza creare una distanza tra l osse ato e e gli osse ati. Fedro,
inizialmente scettico nei confronti delle convinzioni del collega, ebbe modo di sperimentare il
contatto con i nativi e conoscerne le usanze e i rituali. A questo proposito ebbe la possibilit di
partecipare a u a e i o ia i ui e a usa za fo da e tale l assu zio e di peyote, una pianta
o pote ti p op iet allu i oge e. L espe ie za del pe ote fu pe lui u o spa tia ue: da ui
che ha origine la tesi secondo cui la cultura americana consiste in una fusione tra valori europei e
alo i ati i. Nessu o, he lui sapesse, a e a a uto l idea he gli a e i a i ia hi possedesse o
el lo o odi e ge eti o ultu ale u a o po e te os fo te e os e t ale di influenza
indiana. A uesto p oposito l auto e ipo ta u a des izio e di u i dia o he e e t atta
dall a t opologo E. A. Hoe el:
ise ato e pie o di dig it [] si uo e o t a uilla si u ezza. Pa la o s ioltezza, a ai
sconsideratamente. attento ai sentimenti altrui, mite e generoso. Lento a montare in collera, se
qualcosa o qualcuno lo irrita, cerca di reprimere i propri sentimenti. Ama la caccia, la guerra, la vita
atti a. Ve so i e i i o p o a piet i utili i o si, l agg essi it u alo e. olto e sato el
sapere rituale. Non n troppo incostante n troppo ostinato. Nel suo modo tranquillo, dimostra
spesso u sottile se so dell u o is o. sessual e te ep esso e aso hista, a il suo aso his o
trova espressione in situazioni rituali socialmente approvate. Se non dimostra particolare creativit
ell esp essio e a tisti a, possiede tutta ia u a salda p esa sulla realt. Affronta i problemi della vita
secondo schemi precostituiti, ma dimostra anche, nello stesso tempo, una notevole capacit di
adattamento a situazioni nuove. Il suo pensiero fortemente razionalistico e tuttavia intriso di
misticismo. Possiede un Io forte, che non facile scalfire, e un Super-io potente e dominatore, come
di ost a o la sua spi ata os ie za so iale e la pad o a za degli i pulsi ele e ta i. atu o ,
sereno, composto, privo di ambizione sociale, capace di rapporti pieni di calore con gli altri. Le sue
angosce, pur intense, sono incanalate in modo soddisfacente in modalit istituzionalizzate di
57
esp essio e olletti a, si h o si is o t a o te de ze e oti he deg e di ota.

57

R. M. Pirsig, Lila: u i dagi e sulla

orale, (1991), trad. it., Adelphi, Milano 2012 , p. 61.

37

Questo ritratto , per molti aspetti (tranne l a e o al isti is o , analogo a quello di un


individuo americano, in particolare di quei cowboys protagonisti dei film western. Una
caratteristica, inoltre, che Pirsig mette in risalto della tipica personalit dei nativi il silenzio. Gli
indiani non parlano molto, e quello che dicono non mai accessorio o privo di importanza, ma
attinente a quello che intendono esprimere, niente di pi e niente di meno.
In seguito a suffragare la tesi di Pirsig concorrer una scoperta quanto mai inaspettata: agli inizi
del 9 u pe so aggio olto pa ti ola e ie p le p i e pagi e dei gio ali; si t atta a di u
ragazzo prodigio, William James Sidis, che nella storia ricordato per essere il pi giovane
studente mai laureatosi ad Harvard. In seguito la sua vicenda venne definita come il pi grande
pes e d ap ile
ai a aduto, poi h le sue p e o i apa it e a ilit o diede o i futu o i
su essi he la aggio pa te dell opi io e pu li a si aspetta a, a al o t a io il agazzo dopo i
e t a i di et si chiuse in se stesso, facendo lavori saltuari e abbandonando del tutto, almeno
i appa e za, og i a ito di studio el uale si e a disti to i gio e t e e defi ito pes e
d ap ile gio a do sul fatto he idis a ue il p i o ap ile . Tutta ia, olti a i dopo la sua
morte, un giornalista interessato alla sua storia scopr un numero impressionante di manoscritti e
saggi scritti da Sidis e mai pubblicati. Erano lavori che riguardavano molteplici campi di studio,
dalla filosofia alla cosmologia, dalla storia alla geografia, e cos via. Ma ci che impression Fedro
fu uno scritto che parlava del rapporto tra il sistema politico del New England e quello
democratico degli indiani Penacook, e della st etta i flue za di uest ulti o sull o igi e del
primo. Insomma olti a i p i a di lui u alt a pe so a a e a te tato di soste e e u a tesi he
sottoli easse l i flue za fo da e tale degli indiani sugli americani bianchi, e ci incoraggi
Fedro a continuare su questa strada.

Reintroduzione dei valori in antropologia


Nel sostenere questa insolita tesi, Fedro si vide coinvolto a contrastare due tendenze tipiche
dell a t opologia ultu ale a e i a a: u a he ipudia a og i tipo di generalizzazione che non
fosse e pi i a e te fo data sui fatti; e u alt a he ite e a alide solamente teorie basate sul
igido ite io dell oggettivit. Quella di Fedro era una teoria che non si basava su osservazioni
s ie tifi he, su espe i e ti sul a po , a su u espe ie za uella del pe ote pe so ale, e
che quindi era in contrasto con entrambi le tendenze dominanti in antropologia. La prima cosa
che Fedro fece fu quindi una serrata critica alla pretesa di oggettivit come unico criterio di
app o io alle ealt u a e da pa te degli studiosi, iti a he e e i izio o l a alisi di come
l oggetti it sia divenuta il principio pi importante in questa disciplina durante la sua storia. Uno
dei pi illustri e influenti antropologi del secolo scorso fu Franz Boas, che fu anche il primo ad
introdurre in antropologia un metodo che si ispirava prevalentemente alle scienze esatte. Il suo
la o o las i u e edit olto consistente su tutta la storia futura di questa materia,
influenzando anche una moltitudine di studiosi che nel tempo si sono cimentati nello studio delle
culture. Il metodo di Boas si ispirava fortemente a uello delle s ie ze du e , e os fa e do
postulava la validit di una teoria solamente se fondata su criteri rigorosamente scientifici. Le
generalizzazioni, spesso tratte da interpretazioni, intuizioni, e aneddoti degli studiosi, non
potevano essere considerate scientificamente valide. Quel che risultava era una serie di dati, di
testimonianze empiriche che, lungi dal portare a generalizzazioni astratte, se da una parte
isulta a o s ie tifi a e te i e epi ili, dall alt a o fornivano nessun ampliamento
informativo e non avevano nessuna utilit concreta.
Ci a cui in particolare erano insofferenti i seguaci di Boas erano i valori. Emblema del
soggetti o e dell a ti-scientifico, i valori costituivano, per questa corrente antropologica
dominante, un ostacolo alla comprensione reale dei fatti, ed erano vulnerabili da un punto di

38

ista espli ati o pe h pote a o o du e a disto sio i pi o e o e ide ti. All opposto pe
Pirsig i valori erano la questione pi importante di tutte le culture, erano il DNA delle realt
sociali e degli individui, oltre che rappresentare un elemento principale del suo pensiero (basti
pensare che valore sinonimo di Qualit). Co side a e di o i lude e i alo i ell a alisi delle
culture e delle so iet e ui ale a a ite e e uest ulti e, e gli individui che le compongono,
come entit fisse e immobili, soggette alle stesse leggi degli oggetti fisici studiati dalle scienze
esatte.
Tutta ia ella sto ia dell a t opologia o tutti gli studiosi si e ano opposti alla considerazione
dei alo i. Due auto i i pa ti ola e, Alf ed K oe e e Cl de Klu khoh dell U i e sit di Ha a d,
a e a o te tato di soste e e, i li ea o l idea di Fed o, he i alo i e a o o etti
fondamentali per studiare le culture, per individuarne i caratteri principali e le norme, per capirne
la ge ealogia e le possi ili situazio i futu e. Att a e so l ope a Culture: a Critical Review of
Concepts and Definition, K oe e e Klu khoh i di idua o o l ostilit degli alt i a t opologi verso
i alo i ella alutazio e di uest ulti i o e soggetti i, e ui di o i i a u a o os e za he
ispettasse ite i s ie tifi i e oggetti i. I alo i e l i te a sfe a del soggetti o era ritenuta di
o pete za delle osiddette s ie ze dello spi ito , io la filosofia e la teologia. Le s ie ze
umane, in quanto scienze, dovevano necessariamente escludere qualsiasi discussione che non
rispettasse criteri oggettivi e razionali, utili a dare una conoscenza empiricamente verificabile.
L e o e he fe e o i due a t opologi, e he tutta ia e a i e ita ile, o siste ell a e te tato di
dare una definizione e una classificazione rigida e schematica ai valori, in un progetto
denominato Values Project. L utilit e l i po ta za dei alo i, da u pu to di ista p ati o, so o
hia a e te e ide ti ell a alisi a t opologi a. Tutta ia o appe a si te ta di des i e li o
pa ole, o etti, e alt i etodi pi oggetti i , il isultato
egati o e o corre a suffragare le
argomentazioni dei critici dei valori.
Ci a cui Fedro si stava opponendo era un vero e proprio muro di pregiudizi e schemi
p e ostituiti. Pe e a e di fa e
e ia i
uesto u o a e a isog o di olpi e le sue
fondamenta, le basi su cui esso poggiava. Decise cos, per fare questo, di sviluppare un pensiero
organico che, appunto, mirasse alle basi concettuali del muro, che non erano di tipo
antropologico, ma metafisico. Opponendosi a questo muro, stava entrando in conflitto con una
pi grande prospettiva, un vero e proprio paradigma conoscitivo, che aveva gi analizzato in
precedenza ne Lo Zen du a te l esplo azio e della Qualit: la etafisica dualistica. Il suo
contrattacco consistette nella formazione di una sua metafisica, che meglio si approcciasse ai
fenomeni del mondo, ai suoi problemi, alle sue necessit sia pratiche che epistemologiche. Fu in
uesto odo he a ue l esige za della Metafisi a della Qualit MOQ Metaphysics of
Quality).

Lila, Rigel e lo spirito vittoriano


Pe ua to igua da la pa te a ati a dell ope a, il iaggio p o ede lu go il fiu e Hudso e, i u
a i i o alle sue spo de, l auto e i o t a Lila, he di e ta os la sua o pag a di iaggio. Lila
una donna molto particolare, con una tendenza a lasciarsi andare e a non considerare le
conseguenze delle sue azioni. La stessa decisione di viaggiare con un uomo che conosce da cos
poco tempo ne testimone. impulsiva, passionale, aggressiva nei modi di comunicare e
comportarsi. Ha una vita caratterizzata da delusioni amorose e familiari, da rifiuti ed esperienze
fallite. Ci che interessa a questa sede comprendere come Fedro prenda Lila come contesto
appli ati o della sua MOQ, te ta do di o os e e la pe so alit, il a atte e e l o igi e della sua
individualit, cercando di cogliere le trame culturali, personali, biologiche che hanno concorso a
definire ci che lei rappresenta in questo momento della sua vita.

39

Nel f atte po l auto e ie e a o os e za di u a i o di Lila, igel, o ui i t ap e de un


dialogo molto significativo. Rigel fondamentalmente critica Fedro per ci che lui ai suoi occhi e
soprattutto per il fatto di aver deciso di entrare in confidenza con Lila, a suo dire una persona
o adatta a lui e pe i olosa . Egli conosce Fedro, ha letto il suo precedente libro, e quindi
conosce per linee generali le sue idee, e ritiene che ci che ha fatto con Lila sia immorale. Da una
pa te pe h o side a uest ulti a u a do a he o i a le fa iglie e gli uo i i fa e do
ife i e to all esperienza di un amico che ha perso moglie, lavoro e rispettabilit per una
elazio e e t a o iugale o Lila , dall alt a pe h o side a l auto e stesso o e u tipico
esempio di intellettuale che, nelle sue astrazioni filosofiche, trova basi concettuali e motivazioni
per avere il diritto di infrangere le regole e i valori della societ. Andare a letto con una donna del
ge e e, appe a o os iuta i u a , i p eda e t a i ai fu i dell al ool, , per Rigel, un atto
profondamente immorale. Ad un certo punto egli chiede a Fedro se, per lui, Lila avesse questa
cosiddetta Qualit di cui aveva parlato nel suo libro, e, alla risposta affermativa dello scrittore,
comincia cos a delineare la sua critica generale al pensiero del suo interlocutore, e nel frattempo
fa emergere la tesi che lui ritiene pi giusta, ossia una tesi fondata su dei valori che sono ben
identificabili e rinvenibili negli insegnamenti della famiglia, della societ e della legge. Un passo,
in particolare, esemplificativo delle idee di Rigel a proposito della sua qualit:
La ualit se p e legata all espe ie za di ose pa ti ola i, a se i hiedi uali ose a ia o
qualit e quali no, mi riuscirebbe difficile rispondere senza farti un elenco. In generale, per, e con
molti distinguo, direi che la si trova nei valori che mi sono stati insegnati da bambino, con i quali
sono cresciuto e che ho usato tutta la vita senza mai trovarci niente di sbagliato. Sono valori
condivisi dalla mia famiglia, dai miei amici, dai miei colleghi e da quanti mi circondano. Appunto
perch crediamo in questi valori comuni, possiamo comportarci in modo morale gli uni verso gli altri.
58
[] Nella ost a p ofessio e [] e ia o i o tatto o pa e hia ge te he o o di ide i
valori morali tradizionali, gente co i ta he il e e e il ale dipe do o dal giudizio pe so ale. []
59
E e e,
u o e pe uesta ge te [] ella ost a p ofessio e li hia ia o deli ue ti.

Il dis o so di igel l e le a dello spirito vittoriano, o meglio del moralismo vittoriano. Questo
codice morale costituiva la componente europea che, insieme a quella indiana, concorreva a
formare la cultura americana bianca. Era uno stile di pensiero che esaltava un certo tipo di
Qualit, asato sulla osiddetta i t , e su u ossessio e a t asmettere questa virt ai fini
dell edu azio e di olo o he, pe ualsiasi oti o, e a o
e o fo tu ati . Ma olt e a i il
o alis o itto ia o u a e talit he fa dell ego u suo t atto disti ti o. La o azio e
educativa non ha funzione esclusivamente formativa, ma rappresenta un modo di dimostrare la
propria superiorit, nel momento in cui qualsiasi individuo pretenda di emanciparsi o di
rivendicare i propri diritti individuali. Infatti questi ultimi andavano sempre subordinati
all i te esse della societ, e gli insegnamenti derivanti dalle tradizioni e dalla famiglia erano la
legge universale. Lo spirito vittoriano storicamente ha terminato il suo dominio con la prima
guerra mondiale. Dopo questo evento varie generazioni hanno smesso di obbedire docilmente
alle egole itto ia e, da do o igi e a o i e ti di pe sie o a atte izzati da u e fasi
particolare sulla libert individuale, includendo a volte eccessi tipici ed emblematici di questa
libert oltre ogni autorit. Rigel, forte di questo suo moralismo, ha dimostrato la sua pretesa
supe io it su Fed o e sulle sue idee, a ello stesso te po ha dato all auto e lo spu to pe

58
59

Rigel un avvocato.
Ivi, pp. 105-106.

40

o i ia e a dis ute e a p oposito della o ale. I fatti Qualit o alit [] a lo i u


60
senso che Rigel e i vittoriani o pote a o ea he lo ta a e te i
agi a e o api e.

Metafisica della Qualit


ito a do alla pa te iflessi a dell ope a, e a a o i asti al te tati o da pa te di Fed o di
i f a ge e il u o dell oggetti it o t o ui a da a s o t a dosi e a do di soste e e la sua
tesi a p oposito degli i dia i d A e i a. Per fare ci cap che aveva bisogno di un sostegno
concettuale, di una base propria per attaccare la base avversaria, rappresentata dalla metafisica
dualistica. Decise cos di delineare la sua cosiddetta Metafisica della Qualit, analizzando
dapp i a la uestio e elati a a he osa sia u a etafisi a .
Pirsig evidenzia come la metafisica venga criticata da entrambi gli schieramenti di cui aveva
parlato ne Lo Zen. Ossia la metafisica ostile sia alla scienza (intelligenza classica) sia alla mistica
(intelligenza romantica). La prima, attraverso la filosofia della scienza e i positivisti logici, ritiene
che la realt possa essere indagata soltanto attraverso gli strumenti delle scienze naturali, e la
etafisi a os isulta esse e t oppo lo ta a dalla atu a , t oppo ast atta e priva di criteri di
verificabilit accettabili scientificamente. La seconda ritiene, invece, che la realt ultima non sia
definibile e descrivibile attraverso il linguaggio, n quindi attraverso qualsivoglia operazione
intellettiva, e quindi la metafisica, da questo punto di vista, ite uta t oppo s ie tifi a .
Costruire quindi una Metafisica avente come principale concetto la Qualit (un concetto che,
come riferito ne Lo Zen, non pu essere definito) si pu considerare a ragione una sorta di
61
assu do logi o . Tuttavia, confutando sia gli argomenti mistici che quelli neopositivisti, Fedro
decise di intraprendere questa strada. Rivolgendosi a questi ultimi sostenne che anch essi, da
parte loro, nelle asserzioni circa la riducibilit logica di tutti i fatti del mondo, stavano comunque
facendo metafisica. Per quanto riguarda invece le argomentazioni mistiche, sostenne che la
p etesa di pu ezza pe ua to igua da la spiegazio e o eglio la non spiegazione) della
Qualit produceva altrettanta degenerazione del concreto tentativo di discuterne. Anche in
uesto aso, l affe a e he u a ealt isti a o pu esse e des itta att a e so il li guaggio
una forma, seppur lieve, di corruzione della pu ezza di tale ealt.
C da sottoli ea e il fatto he Pirsig, con la sua MOQ, non intende andare contro le prospettive
che a essa si oppongono. Come per quanto riguarda la razionalit ne Lo Zen, la MOQ pe l auto e
un tentativo di ampliare tutte le prospettive, o meglio per fornire un punto di vista che risulti
pi adatto e funzionale alla lettu a della ealt, alla sua spiegazio e. Come si vedr tra poco, le
conseguenze di tutto ci emergono non appena si considerino i problemi e le ambiguit che
costellano il pensiero filosofico dominato dalla metafisica dualistica.

Il fe o e o or itori o
La MOQ non cerca di bollare la metafisica dualistica come falsa, e o ha ui di l i te to di
eli i a la. Vede e la ealt pe soggetti e oggetti o
s agliato, a
da o p e de e he
uesto odo di legge e la ealt solta to uno dei odi possi ili, o l u i o es lusi o. Come
per quanto riguarda la scienza e la tecnica, esse non sono da ritenere negative, e quello che Pirsig
fa non un attacco alla loro validit ma al contrario un ampliamento del loro aggio d azio e.
Infatti sono sotto gli occhi di tutti la prosperit e i vantaggi che la scienza e la tecnologia hanno
apportato agli individui, ma nello stesso tempo sono evidenti anche le contraddizioni, le
ambiguit, i problemi irrisolti. fondamentale capire ci per non rischiare di fraintendere il
60
61

Ivi, p. 128.
Ivi, p. 88.

41

la o o dell auto e ite e dola es lusi a e te una pars destruens olta all eli i azio e della
s ie za, della te ologia e della etafisi a he fi ui ha do i ato l atti it spe ulati a. Gi e Lo
Zen l auto e hia i a uesto pu to soste e do he il suo pe o so si s olge a o
ea do uo e
strade da intraprendere, a a plia do uelle e hie, o ai o pi adatte all i po si della
realt circostante.
Detto i Fed o ell ope a ui t attata si app esta a ost a e o e la MOQ possa fa f o te ai
dilemmi che da sempre caratterizzano il pensiero occidentale. Ne propone soltanto alcuni,
tuttavia teoricamente si pu diffondere la discussione a tutte le questioni aperte e mai chiuse
della s ie za, della filosofia, dell a t opologia, e os ia. Queste la u e del pe sie o
soggetto/oggetto, egli le denomina fe o e i or itori o . L o ito i o i fatti, ua do fu
s ope to i Aust alia alla fi e del
, sus it o po hi p o le i pe ua to igua da la sua
classificazione. Sembrava proprio una provocazione della natura, che raggruppava in un solo
animale caratteristiche tipiche e solitamente distintive di vari e completamente diversi ordini di
animali fin l conosciuti: ha u e o o e u a at a, depo e le uo a o e i ettili, a u a olta
che queste si sono schiuse allatta i piccoli come i mammiferi. Per far fronte a questa apparente
contraddizione biologica, gli scienziati si videro costretti a creare un nuovo ordine di animali, i
Monotremi. Insomma questo evento dimostra come la scienza e, con essa, la metafisica
dualistica non siano la realt, ma uno schema conoscitivo della realt. Esse non sono physis, ma
mythos.
Il primo ornitorinco della metafisica dualistica il valore, la Qualit. Non potendone dare una
definizione unilaterale, una collocazione stabile come oggetto conoscibile e osservabile della
realt, la si eti hetta o e soggetti a e la si elega ella e te dell uo o, o e ele e to he
des i e solta to i he pia e . La MOQ al o t a io la ollo a al e t o del o do, e la
descrive come la causa prima di ogni soggetto e ogni oggetto, come evento generatore della
conoscenza e della realt.
Dopodi h Fed o si i olge e so u alt o o ito i o : la ealt s ie tifi a. Essa
ite uta da
sempre come una realt accessibile a pochi, a causa della sua complessit. Ma come possibile
che la realt vera (o meglio presunta tale) sia conoscibile da un ristretto numero di specialisti?
Questo o e e di e he i he pe sa o di o os e e gli i di idui o ali sia u i itazio e
della realt, oppure una versione accessibile, semplificata, ma quindi non completa. Le persone
non specialiste sarebbero a conoscenza di una realt non completamente vera dunque. Ma tutto
ci assurdo perch la realt a cui facciamo riferimento ogni giorno nella nostra vita
perfettamente accessibile, gi nel momento in cui la nostra azione si rivolge a essa. La scienza
non la realt tutta, ma un insieme di schemi intellettuali statici a lei afferenti. La MOQ rende il
mondo perfettamente conoscibile da tutti nella sua immediata semplicit.
u essi a e te u alt o fa oso o ito i o
la causalit. Da un punto di vista empirico
stato detto per molto tempo che essa non esiste, non si pu vedere n osservare. Fedro, a questo
p oposito, sugge is e di sostitui e la pa ola ausalit o la parola alo e : Di e he A la
62
causa di B e di e he B att i uis e valore alla o dizio e p eli i a e A la stessa osa. Tale
espressione pu apparire ambigua per due motivi: da una parte perch non siamo abituati a
usa e u li guaggio del ge e e, e dall alt a pe h
ausa t as ette ertezza assoluta, mentre
alo e fa ife i e to piuttosto a una preferenza. Tuttavia il concetto di preferenza risulta
addirittura pi utile nello studio delle particelle elementari e nella fisica quantistica, poich
queste particelle spesso non si comportano seguendo una causa certa, ma al contrario
p efe is o o o po ta si i u e to odo piuttosto he i u alt o. La pa ola alo e , e le

62

Ivi, p. 136.

42

o segue ze a ui essa po ta, so o ui di pi adatte all osse azio e eale dei fatti, pu
rimanendo concettualmente valide anche per quanto riguarda il discorso scientifico.
L ulti o o ito i o he l auto e p e de i
o side azio e
il o etto a istoteli o di
sosta za . A he i uesto aso, o e a p oposito della ausalit, l oggetto d i dagi e o
esperibile direttamente, non osservabile. La sostanza non un oggetto, ci a cui gli oggetti
ineriscono, e che conferisce loro un ordine, una costanza, rendendoli passibili di essere analizzati
s ie tifi a e te. Tutta ia u illusio e etafisi a, poi h effettivamente non esiste. Non
tanto la sostanza che rende gli oggetti stabili, osservabili e aventi propriet definite e costanti,
poich essa viene dopo tali oggetti. A he pe ua to igua da uesto o ito i o la o ezio e
da apportare di natura li guisti a: se sostituia o la pa ola sosta za o
o figu azio e
63
sta ile di alo i i o ga i i la questione diventa pi semplice, poich non si cerca pi altrove ci
a ui gli ele e ti del o do i e is o o. Il alo e pe ette di o epi e o pi efficacia
ispetto all osse azio e e pi i a il o po ta e to degli oggetti e i fatti della ealt. Esso i olt e
u utile agga io t a la spiegazio e s ie tifi a e alt i a iti dell espe ie za t adizio ale he
siamo soliti ritenere separati. Tuttavia il valore che afferisce a configurazioni inorganiche non
certamente lo stesso che caratterizza configurazioni intellettuali, ma, per usare la terminologia di
64
Pi sig, so o ugi i, legati da u appo to he pu esse e defi ito o est e a p e isio e.
Successi a e te l auto e spe ifi he eglio la uestio e delle o figu azio i di alo e,
delineandone le caratteristiche principali utili alla comprensione della Qualit che definir in
seguito statica. Per adesso tuttavia utile notare come la MOQ, risolvendo l o ito i o
sostanza, riesca a dar conto anche della cosiddetta teoria antropologica. La cultura, concetto
p i ipale dell a t opologia, slegato dall idea di sosta za he lo desig a a o e i o siste te,
inesistente, inconoscibile, ora perfettamente individuabile, sottoforma di configurazione di
valore, in questo caso sociale. La metafisica che Fedro sta costruendo si dimostra quindi, con
aggio i te sit, apa e di ap i e u a o el u o dell oggetti it i alzato dalla etafisi a
dualistica, e ,lu go uesta li ea d azio e, l auto e si app esta o a a i o side a e l idea e t ale di
tutto il suo pensiero, ossia la Qualit, per renderla pi funzionale alla discussione antropologica
che ha intrapreso.

Il brujo di Zu i: qualit statica e Qualit dinamica


Ne Lo Zen Pirsig aveva distinto la Qualit in classica e romantica, come del resto tutta la realt.
Ora nella sua riflessione si imponeva un nuovo tipo di distinzione, suscitato dalla lettura di un
a eddoto t atto dall ope a di uth Be edi t Modelli di cultura. Be edi t e a u a t opologa he
era stata allieva di Boas, e con la sua opera, nonch con questo aneddoto, intendeva sottolineare
o e ultu e di e se plas i o pe so alit i di iduali di e se. Tuttavia ci che emerge da esso
un importantissi o o i o. La sto ia della studiosa a a di u e e to a aduto a )u i, nel
Nuo o Messi o, ell Otto e to. I
uesta itt i e a u a popolazio e di ati i i ui u
individuo in particolare si discostava totalmente e radicalmente dai principi fondamentali della
societ a cui apparteneva. Fu per questo motivo ritenuto uno stregone, e si cerc in tutti i modi
di condannarlo. Diversi episodi favorirono le autorit del luogo nel loro intento di frenare
l atti it, a lo o di e, egati a di uesto pe so aggio, e cos lo imprigionarono e lo condannarono
per st ego e ia. Tu a ia egli ius a e e si i o ta o o le auto it della zo a, io gli
a e i a i ia hi, he ista la situazio e a esta o o i sa e do di )u i (che rappresentavano le
autorit del luogo) poich compivano torture e altre attivit punitive nei confronti del presunto

63
64

Ivi, p. 138.
Ivi, p. 139.

43

stregone adducendo motivazioni irrazionali e assurde per la cultura americana bianca. I sacerdoti
vennero cos condannati e, in particolare, il pi importante e illustre tra loro su u u iliazio e
tale che non torn mai pi a esercitare le funzioni che ricopriva in precedenza. Al contrario si
assistette a un roves ia e to ella so iet di )u i: l i di iduo he p i a e i a da tutti eputato
uno stregone, sfruttando di e se sue apa it
a gi ali (quali abilit comunicative e
persuasive) arriv a intraprendere egli stesso le mansioni sacerdotali che prima appartenevano a
coloro che avevano tentato di condannarlo, diventando cos ben presto il governatore della citt.
Insomma si era assistito a un radicale sconvolgimento della cultura e dei costumi di quella
societ, per mezzo di un individuo dapprima disadattato che, tramite lo sfruttamento di alcune
sue capacit, stato abile nel ridefinire e rimettere in discussione i valori dominanti.
La lettura che Pirsig d di questo aneddoto molto particolare, e non riguarda esclusivamente
l i di iduazio e dei uo i e dei atti i . Egli si if a u a disti zio e deli eata dall a t opologo
E. A. Hoebel, che evidenzia la fondamentale separazione tra sacerdoti e sciamani con il
p og essi o passa e del te po all i te o delle ultu e. e dapp i a, elle ultu e p i iti e,
entrambi riconoscevano le reciproche sfere di attivit e competenza e non si intralciavano, col
tempo i rispettivi ambiti di influenza sono entrati in contatto e, soprattutto, in conflitto. I
sacerdoti hanno formato la cosiddetta autorit della cultura, fondando un sistema gerarchico ben
definito e rigidamente ordinato, mentre gli sciamani sono stati ritenuti sempre pi individui liberi,
ostili a ogni tipo di autorit e restrizione, portatori di valori antisociali e contrari alla tradizione e
al odi e uffi ial e te o di iso. Pe ua to igua da l a eddoto di uth Be edi t, lo s ia a o
app ese tato dall i dividuo he a da a o t o i alo i do i a ti della itt, e he l auto e
chiama brujo, usando un espressione spagnola diffusa in quelle regioni; invece i sacerdoti erano
la Chiesa (intesa come insieme di sacerdoti), ossia l auto it, l esp essio e dei alori statici e
condivisi da quella cultura. Queste due rispettive entit rappresentavano per Fedro la
suddivisione ideale della Qualit: il brujo e a l esp essio e di u a Qualit dinamica, mentre i
sacerdoti quella di una qualit statica. La prima definita da Pi sig o e la pu ta di dia a te
65
p ei tellettuale della ealt , e o siste ella Qualit a ui l auto e si ife is e sop attutto e Lo
Zen. A. N. Whitehead, iflette do sull e oluzio e dell u a it e sulla atu a del suo p og esso,
esp i e uesta o side azio e, ipo tata ell ope a di Pi sig: L u a it spi ta a p og edi e da
66
aghe i p essio i di ose t oppo os u e pe il li guaggio he essa possiede.
Ci a cui si
riferisce Whitehead proprio la Qualit dinamica, ci che spinge a progredire, che esorta al
a ia e to, i a ui te de l e oluzio e dell i di iduo. u essi a e te Fed o si o upe pi
precisamente della costruzione di una sua teoria evolutiva basata sulla Qualit, tuttavia per
adesso molto importante capire la distinzione fondamentale su cui si fonda la MOQ di Pirsig, e
che permette di identificare le culture come configurazioni di qualit (o valore) statiche, che
tentano quindi di salvaguardare ci che appartiene alle loro tradizioni, e che le fa rimanere
ferme, fisse, immobili, ma che nello stesso tempo non possono del tutto sott a si all azio e
di a i a dell alt o polo della Qualit he, att a e so si goli i di idui dapp i a, e g uppi pi
numerosi in seguito, concorre a modificare e a riproporre nuovi modelli, nuovi valori, nuove idee.
Se comunque Pirsig nella sua prima opera si era dedicato prevalentemente alla Qualit dinamica,
ora in questo suo ultimo lavoro si appresta con pi atte zio e a defi i e e a studia e l alt a
componente fondamentale della MOQ, ossia la qualit statica, che ricopre un ruolo
fo da e tale e e essa io: i fatti se la ealt fosse soggetta es lusi a e te all azio e della
Qualit dinamica, sarebbe esposta al rischio della totale degenerazione e del caos incontrollato.
La qualit statica subentra quindi nello stabilizzare la tendenza dinamica, nel darle una forma
65
66

Ivi, p. 152.
Ivi, p. 152.

44

p e isa e ell e ita e tale dist utti a dege e azio e. La ealt si a ti ola ui di i u atti it
congiunta di Qualit statica e dinamica, di progressione verso il nuovo e lo sconosciuto, e di
conseguente stabilizzazione e controllo. Entrambi dunque sono imprescindibili e fondamentali.
Tuttavia la Qualit dinamica, come si vedr, esprime pi di qualsiasi altra cosa i a ui l i di iduo
aspira, ed esemplificata dal concetto di libert, come assenza di costrizioni, di vincoli, di ostacoli
67
he f e i o la pu a atti it dell i di iduo . Ciononostante, a partire da qui, Pirsig si occuper
prevalentemente di individuare le configurazioni che caratterizzano la qualit statica, e il modo in
cui esse si rapportano (o non si rapportano), oltre che gli errori e le ambiguit sorte a causa della
confusione tra di loro da parte della metafisica dualistica occidentale.

Le configurazioni statiche di valore


Riprendendo alcune riflessioni di Alfred Kroeber nella sua opera Superorganico, Fedro giunge a
suddividere la realt tutta, intesa come rappresentazione della Qualit statica, sottoforma di
68
quattro configurazioni fondamentali: configurazione inorganica, biologica (organica) , sociale e
intellettuale (individuale). Anche Kroeber aveva distinto la realt in questo modo e, per definire
la ultu a, a e a o iato il te i e supe o ga i o pe situa e tale e tit olt e i o fi i della
iologia e del o do i o ga i o, ispi a dosi al la o o di pe e sull e oluzio e. A he
uest ulti o studioso si era servito dello stesso termine per definire un ordine di fenomeni
distinti da quelli organici, tuttavia se per Spencer sussiste una qualsivoglia forma di legame tra i
due o di i, pe K oe e o
assoluta e te al u a elazio e t a le o figurazioni organiche e
quelle socio- ultu ali. I olt e, pe uest ulti o,
dis o da za sop attutto pe ua to igua da i
rispettivi processi evolutivi, laddove nei fenomeni biologici essi avvengono per sostituzione,
mentre in quelli socio-culturali avvengono per accumulazione.
Secondo Fedro tutti i fatti e i fenomeni della realt possono essere individuati tramite questa
classificazione, tutti tranne la Qualit dinamica. Riprendendo la domanda che Rigel gli aveva
posto (se Lila avesse Qualit), egli nota come la sua risposta fosse stata fondamentalmente
sbagliata. Non era Lila ad avere Qualit, ma il contrario. E Lila, come del resto tutti gli individui,
sono, consapevolmente o meno, impegnati in una evoluzione verso la Qualit dinamica. Come
per quanto igua da le ultu e, tutti gli i di idui su is o o l i te fe e za e ip o a dei due poli
qualitativi, ma procedono sostanzialmente verso quello dinamico. Osservando dunque Lila,
possibile per Fedro identificare una serie di schemi di valore statici volti al cambiamento , alla
modificazione, verso il raggiungimento di libert e soddisfazione. da questa considerazione che
p e de o po sia l idea he Lila possa fu ge e da a po appli ati o della MOQ, sia he gli
individui e la realt con essi seguano un processo evolutivo determinato, basato sulla distinzione
fo da e tale appo tata dall auto e.

Evoluzione
A uesto pu to Pi sig esp i e le sue idee usa do l esp essio e etica evoluzionistica, che ben
iassu e il suo pu to di ista. La p i a pa ola, eti a , fa riferimento alla moralit intrinseca in
ogni atto reale. Il valore, la Qualit, al centro di ogni discussione, nonch di qualsiasi fatto
esiste te. Me t e pe ua to igua da la se o da pa ola, e oluzio isti a , l auto e i te de
sostenere che la vita, il mondo, non procedono casualmente senza avere una direzione precisa.
La metafisica sostanzialistica ha da sempre mostrato come sia impossibile, a suo dire, individuare
una finalit verso cui si dirige la realt. La teoria evoluzionistica darwiniana, nonostante abbia
67
68

Un concetto, tuttavia, di libert positiva.


Tra parentesi le denominazioni di Kroeber analoghe a quelle di Pirsig.

45

i t odotto il o etto di selezio e atu ale o mai stata capace di esprimere con chiarezza
osa si i te desse pe sop a i e za . Quest ulti a pe epita solita e te o e u oppo si
alle forze della natura, ma nello stesso tempo la vita definita come un effetto di tali forze.
Insomma la teoria della selezione naturale esprime come p o eda l e oluzio e, a o si p esta
a chiarire verso dove essa sia diretta. Dal canto loro le varie teorie teleologiche che hanno tentato
di dare una isposta a uest ulti o uesito o so o state apa i di i di idua e p i ipi he o
fossero attinenti a fattori sovrannaturali. Si crea cos una situazione confusa, in cui si sa che esiste
u e oluzio e, he si asa sulla sop a i e za del pi adatto , tuttavia non si riesce a capirne i
fi i e le agio i, i alt e pa ole o si ies e a attu a e l e oluzio e i s he i hia i e e
defi iti. Il oti o se pli e, se o do la MOQ, e o siste el fatto he l e oluzio e p o ede
proprio verso l e a ipazio e da ogni tipo di schema rigido, da ogni legge statica che ne ostacoli
il cammino. Come possibile che da una configurazione inorganica,si chiede Pirsig, possa avere
origine, per esempio, un professore di chimica? olta to att a e so l a a do o p og essivo di
leggi fisse e statiche, verso configurazioni di valori sempre pi evolute, ossia pi dinamiche. La
tesi p i ipale he ui di si e i e da ueste iflessio i
he l e oluzio e sia u p o esso i ui
schemi statici di valore perseguono la dinamicit e il cambiamento, in un progresso basato sul
dirigersi verso quella che Pirsig chiama Qualit dinamica.
69
Qua do La a k soste e a he la ita e ol e e so la pe fezio e aveva in mente la Qualit,
nonostante non usasse lo stesso nome che adopera Fedro. La sop a i e za del pi adatto la
sopravvivenza del migliore, di i he ha pi alo e di a i o. La fi alit dell e oluzio e il
superamento di schemi statici verso altri pi dinamici di valore. Cos facendo si d una risposta sia
ai teo i i dell e oluzio e sia a olo o he ha o fo ulato teo ie teleologi he. Tutta ia l eti a
e oluzio isti a he deli ea l auto e o pu p es i de e da u alt o ele e to he a atte izza la
MOQ, il quale costituisce un fondamento basilare attraverso cui comprendere la realt che tale
metafisica auspica di rappresentare: necessario tenere ben presente la distinzione, l autonomia,
e il contemporaneo antagonismo delle configurazioni di valore statiche.

Moralit
L eti a e oluzio isti a dis hiude di e se uestio i, he possono essere chiarite presupponendo
ci che stato appena detto sopra. La confusione tra i vari livelli statici di valore ha dato origine
storicamente a dilemmi apparentemente insormontabili, poich si basavano sulla prospettiva
della metafisica dualistica. Fedro si riferisce fin da subito a proposito degli schemi statici
70
soste e do he essi o so o o ti ui, e s dis eti. Il livello inferiore in questa gerarchia
costituisce senza dubbio la base su ui si fo da il su essi o, tutta ia uest ulti o o da
o side a si u este sio e ispetto al p i o, e a zi i a i s he i si t o a o t a lo o i o ti uo
antagonismo. Il ealizza si dell u o p esuppo e u a lotta, e u a o segue te itto ia , sull alt o
livello inferiore. La vita, intesa come configurazione di valori organici/biologici, la vincitrice di
una lotta contro le fo ze i o ga i he he e osta ola a o la fo azio e. L e oluzio e, i tesa
come migrazione verso schemi di valore sempre pi dinamici, una continua lotta tra
configurazioni statiche. Successivamente sar ulteriormente sottolineato come, nonostante
l e oluzio e segua u pe o so he p o ede e a do di allo ta a si da s he i fissi e stati i,
questi risultano comunque importantissimi per la formazione e, soprattutto, per il mantenimento
delle varie configurazioni. La forza dinamica, se agisce isolatamente e incondizionatamente, porta
alla degenerazione, al caos, alla confusione totale. Le forze statiche subentrano in fase di

69
70

Ivi, p. 182.
Ivi, p. 193.

46

controllo pe sta ilizza e la ealt. I so


a el o testo di u eti a e oluzio isti a appa e
evidente come abbia luogo una sorta di polmone che segue due movimenti imprescindibili: uno
che volge al cambiamento, alla modificazione, al progresso (e che costituisce il motore centrale),
l alt o he po e sta ilit, o t ollo, e ita do os la dege e azio e. e pe il fo a si della ita
quindi sono state necessarie forze emancipatrici capaci di spingere configurazioni statiche
inorganiche verso la Qualit dinamica al fine di creare entit biologiche, per il mantenimento di
queste risultato necessario il contributo della qualit statica.
Riprendendo il discorso iniziale, la metafisica dualistica dal canto suo ha suddiviso la realt in
mente e materia, soggetti e oggetti, e, analogamente alla MOQ, ha considerato schemi di tipo
inorganico, biologico, sociale e intellettuale, ma li ha racchiusi entro una diade principale in
questo modo: schemi inorganici-biologi i e t o il do i io ate ia e schemi sociali-intellettuali
ent o il do i io
e te . I olt e tale etafisi a ha da se p e o e uto ell idea he i a i
li elli sia o u estensione rispetto a quello precedente, cosa che Fedro fin da subito ha voluto
escludere nella sua formulazione della MOQ. A causa di ci stato da sempre impossibile
individuare il valore entro concetti ben definiti e non vaghi, poich del tutto naturale che il
alo e he tie e i sie e u i hie e d a ua e il alo e he tie e i sie e u a azio e o
71
so o la stessa osa.
Un altro dilemma a cui d una risposta l eti a e oluzio isti a il appo to t a e te e ate ia. La
metafisica sostanzialistica, suddividendo la realt nei due domini di cui si parlato prima, ha dato
origine a u p o le a appa e te e te i so o ta ile: l uo o, i
iferimento alle sue
o figu azio i, he os ? e o do al u i filosofi ate ialisti egli
ate ia , se o do alt i
filosofi idealisti egli
e te , a alla fi e o i a e al u uo o, poi h taglia dolo i
questo modo lo si eliminato. Infatti il nostro linguaggio, mediato dalla cultura di riferimento, ha
creato un qualcosa che, a prescindere dalle sue configurazioni, non esiste affatto (cio
72
l uo o ) . La etafisi a dualisti a o ha te uto o to dell esiste za di alt e due o figu azio i
importanti ua to la
ate ia
o figu azio e i o ga i a e l i di iduo
o figu azio e
73
i tellettuale , he fo a o gli a elli di o giu zio e dei due li elli , ossia quelle biologiche e
so iali. Le se o de, a tal p oposito, ost a o o e sia etta l i flue za della cultura nei confronti
dell uo o he so e te ite uto u e tit a s sta te. L i di iduo il isulta te di u e oluzio e
che ha seguito un percorso ben preciso, che va ancora procedendo, e che, a seconda dei diversi
livelli di qualit statica, possiede valori, e quindi moralit, propri e differenti.
U 'alt a uestio e a ui si i olge l eti a e oluzio isti a la o t o e sia t a li e o a it io e
determinismo. L u o se
a es lude e l alt o secondo una metafisica tradizionale, tuttavia,
se o do Fed o, nella misura in cui condizionata da schemi statici, la nostra condotta
determinata. Mentre, nella misura in cui seguiamo la Qualit dinamica, che indefinibile, la
74
ost a o dotta li e a. Non si pone pi il problema quindi che ritiene il rapporto tra libero
arbitrio e determinismo inammissibile, poich entrambi ora rappresentano due movimenti
di e si della Qualit. e p i a il dete i is o si o figu a a se o do l idea he il ost o
comportamento segua una causalit ben definita scientificamente secondo leggi fisse, ora esso
o siste i e e i u a o dotta asata sull atte e si a s he i stati i, e o e t a i o t asto
totale con quella relativa a schemi dinamici, la quale rivoluziona il concetto di libero arbitrio
connotandolo come un momento di quella i
agi a ia espi azio e p ati ata dalla Qualit.

71

Ivi, p. 196.
A uesto aspetto
73
Ivi, p. 199.
74
Ivi, p. 201.
72

essa la i e a di ite i pe sta ili e l essenza di ci che reale.

47

Pe o lude e, l eti a e oluzio isti a si asa su t e fo da e tali p esupposti: le o figu azio i


statiche sono livelli di evoluzione tra loro indipendenti; nello stesso tempo tuttavia il livello
precedente la base su ui si ost uito il su essi o, a o l este sio e; il o i e to he d
fo za all e oluzio e, la fi alit he essa segue,
ostituita dalla Qualit dinamica, cosicch il
processo evolutivo si definisce come un progressivo emanciparsi da schemi statici e rigidi verso il
cambiamento e la modificazione. Lungo questa direzione ciononostante fondamentale il
contributo della qualit statica, che subentra come forza di mantenimento di ci che la Qualit
dinamica ha prodotto.

La moralit di igel se o do l eti a evoluzio isti a


Ora che Fedro ha ben delineato le configurazioni statiche in cui si articola la realt, emerge la
possi ilit di o p e de e o
aggio effi a ia i alo i he ha o p odotto la p edi a he
Rigel gli aveva fatto a proposito di Lila. Come stato detto sopra, le parole di Rigel sono il
o olla io del osiddetto spi ito itto ia o. La o alit he i o da uest ulti o ha do i ato la
cultura occidentale, soprattutto americana, per gran parte del diciannovesimo secolo fino
all i izio del e tesi o. Essa si asa a fo da e tal e te su u ege o ia delle o figu azio i di
alo e di tipo so iale su uelle di tipo i tellettuale. L idea p i ipale i fatti di uesta o alit
che la societ possiede e trasmette le norme e i principi che convengono a un individuo
i tuoso , e i
hia o dai dis o si di igel a p oposito degli i seg a e ti he ha i pa ato
dalla sua fa iglia e dall edu azio e he ha a uto. La sua do a da a p oposito di Lila se a esse o
meno Qualit), alla lu e di u eti a e oluzio isti a, appa i a o a pi o p e si ile: Lila
biologicamente ha Qualit, una bella donna e perfino Rigel attratto da lei in questo senso,
nonostante i suoi discorsi; tuttavia socialmente non ha Qualit, il suo comportamento va contro
ogni buon valore sociale, contro ogni norma e autorit. Rigel, nel momento in cui raccomandava
Fed o di sta e alla la ga da Lila, esp i e a il suo disappu to pe la totale a a za di ispetto
verso le regole sociali da parte della donna e dello scrittore.
Storicamente quindi la moralit vittoriana ha costituito un predominio della societ
sull i telletto, he ha te i ato la sua ege o ia o u e e to fo da e tale del 9 , ossia la
p i a gue a o diale. I seguito l i telletto, att a e so tutti gli ambiti della conoscenza e della
p oduzio e ultu ale e i tellettuale, ha po tato a a ti u e a ipazio e ei o f o ti della
societ e ha introdotto idee e valori basati fondamentalmente sulla libert. Ne sono
testimonianza la beat generation nella lette atu a, la dode afo ia ella usi a, l a te ast atta
nella pittura, tutte manifestazioni culturali che sancivano la vittoria della moralit individuale e
i tellettuale su uella igotta e t adizio alista itto ia a. Lo stesso Pi sig, segue do la sua etica
e oluzio isti a, sostie e la supe io it dell i telletto sulla so iet se o do il p o esso e oluti o, e
ui di po e o e o al e te giusto he u idea dist ugga u a so iet, piuttosto he a ada
l i e so. Tutta ia o isog a di e ti a si he u altro assunto importante della prospettiva
dell auto e sostie e he il li ello i fe io e di schemi di valore rappresenta anche la base di quello
supe io e. Att a e so uesta p ospetti a possi ile api e osa sia a aduto alla so iet del 9 ,
in una lotta serrata tra configurazioni di valore sociali e configurazioni intellettuali.

Zeitgeist (parte prima)


La parola tedesca Zeitgeist fa riferimento alla tendenza culturale dominante in un certo periodo
storico. Pirsig attraverso la sua MOQ ha voluto proprio inquadrare lo Zeitgeist del ventesimo
secolo, la tendenza culturale che lo ha caratterizzato: lo ha individuato nella lotta feroce tra
configurazioni di valore sociali e intellettuali. stato detto sopra che la moralit vittoriana, solida

48

portatrice di valori sociali, ha terminato la sua egemonia con la prima guerra mondiale, evento in
cui gli individui si sono resi conto di come la guerra, convenzionalmente ritenuta dai vittoriani
positi a se o do u idealisti a app ese tazio e a t atti
a alle es a , possa po ta e
dist uzio e e o te se za al u
a lu e di positi it . i so to os l i telletto, he ha
manifestato la sua superiorit e ha portato alla ribalta altri valori, diversi rispetto a quelli che
contornavano la moralit sociale dei vittoriani. Il socialismo ha rappresentato certamente una
delle o segue ze di uesta e a ipazio e, e i egi i eazio a i d alt o a to so o stati la
isposta delle o figu azio i so iali all i so ge za di uelle i tellettuali.
Tutta ia e p esto la itto ia dell i telletto fo u a uo a asta ege o e , dete t i e dei
valori dominanti, portatrice delle risposte alle domande delle persone a proposito della realt. Gli
intellettuali si sono trovati a questo punto i padroni della societ, e i valori-guida che essi hanno
seguito so o stati uelli della azio alit, della s ie za, dell oggetti it, e os ia. L a t opologia
americana che Fedro aveva analizzato forniva un esempio chiaro ed efficace di questa nuova
tendenza domi a te: o t o u a t opologia itto ia a asata sul o etto hia e di o iet ,
inteso come elemento discriminante per giudicare le varie culture e caratterizzato quindi da una
ge a hia sulla uale desig a e le so iet
iglio i e pi e olute i opposizione a quelle
p i iti e e du ue i fe io i, F a z Boas e i suoi segua i a e a o fo ulato u a t opologia
relativista, asata sul ite io fo da e tale dell oggetti it o e ele e to u iale dell a alisi
antropologica delle culture. Ogni cultura ha caratteristiche proprie, scientificamente individuabili,
che non possiedono valore e quindi non portano a gerarchie e a considerazioni diverse di
i po ta za, di p og esso o di supe io it. Il elati is o ultu ale dell a t opologia ultu ale e a la
rappresentazio e della itto ia dell i telletto sulla so iet.
Se prima, per sapere cosa bene e cosa male, ci si rivolgeva alla societ, ora quindi queste
risposte si potevano avere dagli intellettuali, poich essi seguivano le regole oggettive della
scienza e non erano quindi condizionati da alcunch. Anche la MOQ, da parte sua, postula la
supe io it e oluti a dell i telletto sulla so iet, a sostie e allo stesso odo he u ele e to
fondamentale, p op io della s ie za i ua to fo da e to dell atti it azio ale dell i telletto,
ha ostituito el f atte po u difetto o ge ito espo sa ile della isi he la o alit
o e e tes a ha t as o so e he, a io di e, si p ot ae tutt o a. Questo ele e to la di isio e
fondamentale tra soggetti e oggetti, che ha os elegato l etica, la morale, ad ambiti secondari,
soggetti i e ui di p i i di esiste za o eta. Es lude do i alo i dal suo dis o so l i telletto ha
prodotto regole e schemi che, al pari di quelli propri della morale vittoriana, sono stati posti
arbitrariamente sulla realt, senza dare punti di riferimento chiari e coerenti con la vita
quotidiana, producendo conseguentemente disagio e alienazione.
Per capire meglio il processo che ha portato a questa situazione importante tenere a mente che
il distaccarsi da valori sociali tipici dei vittoriani (e quindi di derivazione europea) non ha portato
gli individui (Pirsig si riferisce ora alla societ americana) ad abbracciare unicamente la
razionalit. I valori che hanno suscitato maggiormente attrazione sono stati quelli degli indiani
d A e i a i dulge za e te e ezza e so i a i i, li e t, f a hezza el pa la e, a o e pe la
75
se pli it, affi it o la atu a ). Seppur inconsapevolmente, gli americani si sono rivolti a
questi valori, che hanno percepito come pi affini alle nuove, dominanti, configurazioni
intellettuali. A testimoniare questo processo ci sono la letteratura americana, con una maggior
o e t azio e sulla se pli it e l i
ediatezza dello stile edi He i g a , Dos Passos,
Sherwood Anderson, e cos via), ma anche il cinema, facendo riferimento ai film western e ai

75

Ivi, p. 349.

49

76

o o s p otago isti a e ati all i izio del apitolo . A he l a t opologia elati ista a e a
riscoperto questa cultura, e gli studi a proposito si moltiplicavano.
Tuttavia i valori indiani, in una societ complessa e tecnologica come quella americana, e quella
occidentale in generale, risultano del tutto incompatibili. La generazione di Fedro stata quella
he pe p i a ha a e tito he
a a a ual osa , he la itto ia dell i telletto o a e a
portato i risultati sperati. Quello che si pe epi a e a u a assa ualit , u a se sazio e di
i feli it, di disagio. I a i o geg i te ologi i
eati dall i telletto a e a o po tato olte
soddisfazioni a necessit biologiche e sociali, ma a livello di soddisfazione personale non se ne
coglieva la stessa ualit. L oggetti it s ie tifi a a e a di iso gli esse i u a i, li a e a elegati in
p igio i de o i ate o po , io , oi , e a e a postulato l effetti a i possibilit di comunicare
tra loro, invertendo cos il ele e e so di Joh Do e da No a is a Isla d i Every man is
a Isla d . E la felicit sembrava essere sempre altrove, ben rappresentata da u i
agi e
tratta dallo spettacolo teatrale Lo Zoo di vetro di Tennessee Williams che Pirsig riporta nella sua
ope a, i ui, a lato della s e a, u i seg a al eo a fo a di f e ia [] si a e de a e si
speg e a a i te itte za, o sotto, pu e a lu e i te itte te, la pa ola PAADIO . Il pa adiso,
ripete a l i seg a, do e i di a la f e ia:
PARADISO => PARADISO => PARADISO =>
Il paradiso era sempre altrove, mai qui. Era sempre alla fine di qualche viaggio intellettuale,
77
te ologi o. La stessa sensazione qui descritta Fedro la provava con Lila, come se un muro
culturale, intellettuale, fosse stato eretto tra loro. E lei era la risultante evolutiva di tutta una
serie di schemi di valore, influenzati a loro volta dallo Zeitgeist intellettuale, il quale impediva a
molti (come Rigel) di percepire la Qualit che le era propria, una Qualit che trascendeva la
morale vittoriana, e che trascendeva anche quella intellettuale. Una Qualit impregnata di forza
dinamica, che sembrava continuamente in procinto di esplodere improvvisamente.

Zeitgeist (parte seconda)


La itto ia dell i telletto o ha ui di a uto o e o segue za i he tutti si aspetta a o.
Tuttavia negli anni Sessanta si impose un movimento di gigantesche dimensioni culturali,
portatore di rinnovamento e di nuovi valori, che trascendevano sia le configurazioni sociali sia
quelle intellettuali. Era il movimento hippy, che rappresentava una netta e decisa risposta sia ai
valori vittoriani sociali, che a quelli intellettuali da poco in auge, una vera e propria spinta
di a i a e so u a uo a e a li e a da og i dege e azio e, o eglio a o a u
o i e to
78
olto alla dege e azio e totale o t o uella pa alizza te del iste a so ial-i tellettuale.
Tuttavia questa vera e propria rivoluzione culturale, senza rendersene conto, arriv a un bivio, e
scelse la strada sbagliata: una volta sbarazzatosi degli schemi sociali e intellettuali la via da
percorrere poteva essere o la Qualit dinamica (scelta corretta, ma non intrapresa), o gli schemi
biologici (scelta errata, ma intrapresa) di una vita condotta con la pi naturale sregolatezza. Il
problema fu che di questa possibilit di scelta nessuno se ne rese conto, e anzi gli hippy
confusero la Qualit dinamica con le configurazioni biologiche, ritenendo giusto e corretto
76

A prima vista pu apparire un ossimoro il fatto che i personaggi dei film western americani (cowboys e
indiani), nonostante il loro radicale antagonismo, abbiano caratteristiche comuni (secondo le considerazioni
di Pi sig ; tutta ia p o ede do o u a alisi pi app ofo dita appaio o olto hia e sia le affi it t a
americani bianchi e americani nativi, sia le cause che hanno portato a tutto ci (come si evince dal discorso
di Pirsig).
77
Ivi, p. 351.
78
Ivi,p. 376.

50

abbandonare uno stile di vita che avevano con tanto ardore criticato per un altro che non si
impegnava nella creazione di regole, autorit e schemi concettuali. Il risultato fu che negli anni
Settanta il movimento si sfald, e la situazione sociale si caratterizz per un aumento della
i i alit, del deg ado, della po e t, dell a uso di d oghe, i u li a di totale pe dita dei
valori. A uest ulti a si e di fa f o te o u e upe o degli u i i alo i he pote a o da e
una parvenza di stabilit, di qualit statica, e cio i valori vittoriani. Gli anni Settanta cos
sa i o o u
uo o itto ia esi o el te tati o di da e u a isposta al adi ale e i po e te
scadimento sociale e intellettuale che si era venuto a verificare. Questa fu l u i a soluzio e
adottata poi h app ese ta a effetti a e te l u i a o ale e a e p op ia dispo i ile o t o
l azio e egati a di s he i e o figu azio i iologi he o i idi, a uso di sosta ze, api e, fu ti ,
avendo la metafisica sostanzialistica eli i ato og i te tati o di ost ui e u eti a asata su
o figu azio i i tellettuali, poi h l a e a o fi ata ella sfe a di se o do o di e del soggetti o.
A questo punto Pirsig delinea una nuova interpretazione delle configurazioni evolutive di valore
statiche, seguendo una modalit basata sul loro antagonismo: i codici morali che ne conseguono
o so o pi uatt o i o ga i o, iologi o, so iale, i tellettuale , a i ue, e edo o la
contrapposizione, rispettivamente, di: inorganico e caos, biologico e inorganico, sociale e
iologi o, i tellettuale e so iale, di a i o e stati o. Quest ulti o odi e o ale affe a he il
e e o
defi ito
dalla so iet e dall i telletto
dalla iologia. Il e e la li e t dal
dominio di qualsiasi schema statico, senza per che questo comporti la distruzione degli schemi
79
stati i i ua to tali.
fo da e tale o p e de e uest ulti a o side azio e, poi h la
uo a i te p etazio e p oposta dall auto e pe ette di oglie e i
odo pi effi a e due
riflessioni, gi accennate in precedenza, cruciali per il suo discorso: la prima la constatazione
dell i po ta za della ualit stati a el p o esso e oluti o e so la Qualit di a i a, o la
conseguente idea che i livelli inferiori di tale processo costituiscano quindi una base
i p es i di ile pe uelli supe io i; la se o da la ip oposizio e dell i dipe de za di uesti
schemi di valore poich basati su esigenze evolutive diverse, nonostante li accomuni il medesimo
processo evolutivo (verso la Qualit dinamica). In base al diverso codice morale/scontro
possibile dunque evidenziare i diversi ruoli che le configurazioni di valore ricoprono,
e ide zia do e di olta i olta l i po ta za e il o t i uto he po ta o al mantenimento del
livello successivo.
La tesi che Pirsig propone intende sottolineare questa valutazione ambivalente del rapporto tra i
diversi livelli evolutivi, di modo che si tenga conto sia del ruolo basilare di quelli inferiori nei
o f o ti di uelli supe io i, sia dell i dipe de za e relativa autonomia che essi possiedono in
ife i e to ai lo o di e si odi i o ali e alle lo o diffe e ti o figu azio i di alo e. L eti a
evoluzionistica in Lila s olge a he la fu zio e di o fa di e ti a e l i po ta za della ualit
statica nel processo evoluti o di og i o figu azio e di alo e , osi h l auto e si diffe e zia
dalla sua precedente opera, nella quale la discussione verteva unicamente sulla Qualit dinamica,
nonostante non venisse denominata in questo modo.

Filosofia della follia


Il viaggio di Fedro e Lila giunge a New York, dove i due si fermano per prendere provviste e
pia ifi a e il p osegui e to dell iti e a io. De ido o di p o ede e e so la Flo ida, e Lila si
dimostra molto felice di continuare il tragitto con questo nuovo compagno di viaggio. Tuttavia
ella G a de Mela i due litiga o, poi h Lila uole po ta e o lo o u suo a i o he li possa
aiutare durante la navigazione, mentre a Fedro non piace questa idea. Le loro strade cos si
79

Ivi, p. 374.

51

di ido o o e ta ea e te e, e t e l autore si reca dal suo editore per discutere di alcune


uestio i igua da ti l ope a he sta o po e do, Lila si pe de pe le st ade di Ne Yo k, e pe
tornare verso la barca ormeggiata, unico luogo in cui sa di poter trovar rifugio in quel momento,
compie u a so ta di Odissea o solta to spaziale, a a he i te io e. I se ti e ti he p o a
sono la conseguenza di mille esperienze, di persone conosciute che se ne sono andate, di lavori
finiti male, di delusioni di ogni tipo, e durante il suo ritorno verso la barca diventano sempre pi
i te si e p essa ti. La solitudi e, l e a gi azio e, l odio degli alt i ei suoi o f o ti, i i o di
della sua infanzia, si concentrano per portare Lila verso la stessa destinazione che Fedro aveva
raggiunto anni prima, la follia. U a olta giu ta alla a a, o pote do e t a e poi h il
Capita o do e a a o a to a e, i a e ad aspetta e el po to, o te pla do il uoto e
ulla do u a a ola he a e a t o ato ell a ua della da se a, probabilmente nel ricordo del
figlio che molti anni prima aveva avuto e che si era vista costretta ad abbandonare. Nel frattempo
i o da i o e ti feli i di ua do e a a i a, ell isola i ui i e a suo o o o Lu k , il suo
fedele cane, e di sua madre che la rimproverava sempre di non segui e la etta ia , e degli
uo i i he l ha o usata e poi las iata, e degli sgua di ostili delle pe so e lu go i a iapiedi o
nei bar. Non appena Fedro torna alla barca si rende subito conto della situazione che Lila sta
passando, vede nei suoi occhi una strana luce, e nelle sue parole avverte come un deja vu, poich
le stesse le aveva pronunciate lui nel periodo in cui aveva sperimentato la follia.
A questo punto dunque la dis ussio e dell auto e o i ia a o upa si della follia, in una chiave
del tutto nuova rispetto al pregiudizio generale delle persone, nonch rispetto a quello del
mythos in cui situata la cultura occidentale. Tale argomento nella MOQ riveste un ruolo molto
i po ta te, al pu to he Fed o stesso affe a ell ope a di ole i titolare una branca della sua
metafisica filosofia della follia . Tutta ia la dis ussio e o i ia o u alt a iflessio e, he poi
si ricollega nuovamente al tema della follia: la riflessione a proposito della filosofologia .
Secondo Fedro per filosofologia si intende la tendenza da parte di molti studiosi di filosofia,
soprattutto in ambito accademico, a costruire il proprio pensiero basandosi esclusivamente sullo
studio, sulla discussione, sulla critica, relativa a un filosofo o a un argomento della storia della
filosofia, senza in alcun modo provare a edificare un proprio sistema filosofico, o ad argomentare
tramite riflessioni proprie. Pe l auto e fa e filosofologia o e ette e il a o da a ti al a allo
della filosofia. Egli al contrario esprime co e sia fo da e tale pa ti e dal p op io a allo
filosofi o pe poi, i u se o do o e to, a da e a ede e uali auto i si o fo a o o si
differenziano rispetto alle idee che abbiamo proposto. Una vera e propria sollecitazione a un uso
personale, individuale e creativo della filosofia e del proprio pensiero.
Un autore di cui molti filosofologi americani si sono occupati e che tuttavia stato un grande
filosofo William James. Egli fu non solo filosofo, ma anche psicologo, e diede contributi
importantissi i sia all u a he all alt a dis ipli a. I seg pe olti a i ad Ha a d, e l i te esse
di Pirsig nei suoi confronti sta nel fatto che, tra tutti i paragoni della sua filosofia con quella di
grandi autori del passato espressi dalla critica, quello con il pensiero di James sicuramente il pi
app op iato se o do l auto e. Il riferimento al famoso studioso americano si ricollega al lavoro
he, se o do Fed o, si addi e oe e te e te all atti it del e o filosofo, he o siste el
considerare problemi he i o -filosofi o i filosofologi ite e e o i utili o se za al u a
importanza, mettendo in discussione ci che si prende per assodato, criticando gli assunti che
stanno alla base dei nostri pensieri e delle nostre azioni. In particolare un aneddoto riguardante
James narra come egli si sia trovato un giorno a dibattere su una questione apparentemente
banale: durante una gita con dei suoi amici James vide uno scoiattolo, e uno dei suoi amici si mise
a i o e lo; lo s oiattolo sal su u al e o e l uomo continu a rincorrerlo girando intorno
all al e o, a l a i ale pu tual e te si t o a a se p e dalla pa te opposta ispetto al suo

52

i seguito e. La uestio e e a ui di se fosse o etto di e he l uo o a e a gi ato i to o allo


scoiattolo, oppure no. Verr ripreso in seguito questo aneddoto, tuttavia per il momento
i po ta te api e o e si espli iti l atti it filosofi a su p o le i he alt i o a e e o ai
preso in considerazione.
Allo stesso odo dell espe ie za di Ja es o lo s oiattolo, la follia se o do l auto e u
argomento di cui la filosofia si dovrebbe necessariamente occupare, ma che storicamente la
metafisica tradizionale basata su soggetti e oggetti non ha mai trattato, ritenendola un semplice
e o e dell osse ato e ella o os enza degli oggetti. La psichiatria, in particolare, vede la
pazzia come una configurazione biologica da curare, al pari di una polmonite o di qualsiasi altra
malattia. Tuttavia, seguendo Pirsig, la follia non consiste in uno schema biologico, poich non
diagnosticabile allo stesso modo delle altre malattie del corpo. Gli psichiatri la individuano
secondo schemi interpretativi basati sui comportamenti delle persone, e ci testimonia e
corrobora il fatto che la follia sia una configurazione intellettuale. Pirsig la definisce come
80
u alterazione del p o esso di osse azio e , poich il pazzo usa schemi intellettuali diversi da
oi he i o side ia o o ali , e di e si i ge e ale dalla ost a ultu a di ife i e to. A
questo proposito la pazzia si configu a o e u ede e la ealt o o hiali di e si da uelli
che ci ha fornito la nostra cultura, o addirittura senza alcun occhiale (schema intellettuale
statico). Dunque la follia, come anche la salute mentale, hanno radici culturali, ritrovabili nel
linguaggio, e nella diversa percezione che della follia hanno le varie societ del mondo.
I te p eta e la follia o e u a alattia fa pa te di uello he l auto e de o i a filtro stati o
della nostra cultura, fornitoci dalla metafisica su cui essa si basa, che consente soltanto il
passaggio e la conoscenza di quelle informazioni che si conformano alla nostra visione del
mondo, escludendo nel frattempo ci che risulta discordante, estraneo. Il filtro statico una
componente fondamentale di tutte le culture, poich permette loro di esplicitare il ruolo
primario che rivestono, ossia quello di mantenere le a uisizio i otte ute du a te l e oluzio e.
La cultura, in quanto configurazione sociale statica, ha questa funzione imprescindibile, che le
propria; tuttavia siamo noi a do e t o a e la hia e di a i a affi h essa o side i
accettabile ci che nuovo. Pirsig ritrova questa chiave nella sua MOQ, che permette di
espa de e la o os e za o e u a lu e he illu i a i he p i a e a os u o e ig oto.
La follia di Lila non una malattia, ma anzi per lei una soluzione: ha trovato un modo di vedere
la realt che per ora ha pi valore rispetto agli schemi statici della sua cultura, e ha creato una
so ta di ultu a pe so ale , o ultu a o ade , ella uale i he itie e e it o
la stessa
osa pe i osiddetti o ali i
e si el lo o mythos di riferimento. Per condurla fuori dalla
follia quindi sarebbe pi opportuno discutere con lei come se si parlasse in riferimento a una
diversa verit, al fine di mostrarle una configurazione che secondo noi ha pi valore rispetto a
quella nella quale lei o a
situata, se za du ue l i te to di u a la da u a alattia.
Pa ago a do la follia all espe ie za di ede e u fil al i e a, Fed o ell ope a adope a ueste
parole:
Nel aso della follia [..]
o e se le us ite dalla sala fosse o state lo ate, di solito per la
consapevolezza che lo spettacolo in corso fuori di gran lunga peggiore. Il pazzo si proietta un suo
fil p i ato, he o ha i e uto l app o azio e uffi iale a he a lui piace di pi di quello in
programmazione ufficiale. Se si vuole che accetti di vedere il film che tutti gli altri stanno guardando
, bisogna trovare il modo di dimostrargli che farlo vale di pi. Alt i e ti, pe h
iglio a e ? Lui sta

80

Ivi, p. 409.

53

gi eglio. o o gli s he i he defi is o o il o etto di


81
dal di de t o, la follia o il p o le a. la soluzio e.

eglio il o iolo della questione. Vista

L auto e os i di idua t e possi ilit pe Lila: la p i a o siste ell affida si a u manicomio e


alla psichiatria, trattando quindi la sua follia come una malattia; la seconda consiste nel
conformarsi alla ultu a do i a te, asse o da do uei e uisiti di o alit he la so iet
richiede, ed ci che fece Fedro negli anni successivi al ricovero; la terza possibilit (la migliore)
si basa invece sul proseguire verso la Qualit dinamica. La follia di Lila infatti una fuga dagli
schemi statici della sua vita, un tentativo di scappare da ci che la rendeva cos depressa, sola,
infelice, ossia da ci che le faceva percepire bassa qualit (proprio come quando Fedro provava
una netta sensazione di bassa qualit nei confronti della realt circostante dopo aver raggiunto le
intuizioni relative alla Qualit come aret, il che lo condusse in seguito alla follia). La fuga sarebbe
stata completata soltanto con la liberazione da tutti gli schemi statici verso il raggiungimento
pieno della Qualit dinamica, ma per fare ci non bastava solamente escludere in toto la qualit
stati a. I ual he odo uest ulti a se i a a o a, pi di ua to si possa pe sa e.

Dhy a e ritualit
La Qualit dinamica per Pirsig coincide perfettamente con il misticismo. Esso, come la follia,
o siste ell a a do a e og i filt o stati o d osse azio e, og i s he a p e o etto fo ito i
dalla cultura. A differenza del misticismo per la follia costruisce a sua volta un altro schema
stati o, u alt a ultu a o ade . A uesto p oposito Pi sig affia a la follia alla eligio e, o
pe s i ui e uest ulti a, a pe getta pi lu e sulla p i a. La eligio e o siste i u a so ta di
istituzionalizzazione di ci che, se fosse detto da una persona sola, sarebbe ritenuto il discorso di
u folle. Il ife i e to a ose he o si edo o , a e tit di i e e etafisi he, e la
testimonianza. Il misticismo, come espressione di rifiuto di schemi statici preconcetti, non
se p e positi a e te a olto dalle eligio i uffi iali . Infatti i discorsi dei mistici spesso sono
considerati eretici. Il rapporto tra misticismo e religione rimanda a quello tra sacerdoti e sciamani
descritto da Hoebel, e alla conflittualit a loro intrinseca, asata sull uffi ialit della p ati a
svolta dai primi in contrasto con la pretesa validit di quella svolta dai secondi. La funzione
dinamica del mistico poi ben rappresentata dal brujo )u i di uth Be edi t, che dalla sua
cultura di ife i e to isto o e u o st ego e , ossia un folle, un emarginato dalla societ.
A o o o a e il pa ago e t a isti is o e follia
i olt e il o etto i duista di dhy a,
tradotta con il te i e
editazio e , io quella pratica che consente la pura esperienza
dinamica (in cinese chn, in giapponese zen). A nostro modo tutti noi pratichiamo il dhy a
ogniqualvolta ci distacchiamo dai nostri impegni statici (come andare al lavoro) per fare attivit
he i li e i o la e te e lo spi ito, o e per esempio andare a pesca, giocare a calcio, o
andare al cinema. Queste azioni rappresentano la forza dinamica che diamo alla nostra vita
ua do se tia o he ie e lo ata e i p igio ata da u e essi a ualit stati a.
La pratica meditativa come metodo per raggiungere la Qualit dinamica consente, sia in
uest ulti a sia el isti is o, di us i e dal mythos di cui Fedro aveva parlato nella precedente
opera riferendosi alla Qualit nel pensiero greco. Interessato alle radici non solo storiche, ma
anche linguistiche del suo concetto di Qualit, si mise cos a cercare un riferimento alla parola
greca aret nella lingua protoindoeuropea, da cui il greco, oltre al sanscrito e alle altre lingue
o ide tali, a e a o o igi e. i a o se dell a alogia t a il te mine aret e il suffisso rt , il uale
veniva usato per connotare un tipo di qualit prettamente statico, diverso sia da quello che egli
aveva colto nella propria esperienza filosofica sia da quello individuato nella virt greca. La
81

Ivi, p. 444.

54

qualit che se ne ricavava era simile piuttosto alla virt vittoriana. Il suffisso rt si poteva trovare
nelle parole aritmetica, aristocrazia, rito, rituale, dritto, e cos via. Insomma ci che si evinceva
e a u a ualit asata sull o di e, sulla ettitudi e, sul ispetto della ritualit. Dopodich,
tuttavia, gli venne in mente che aret era analogo anche a un alt a pa ola, che aveva imparato
du a te la sua espe ie za ell U i e sit di Be a es: ta , un termine sanscrito che significa
o di e os i o delle ose . L auto e ipo ta ell ope a u passo t atto da un lavoro del filosofo
indiano M. Hiriyanna, che esprime con estrema chiarezza il senso di ta:
ta, he eti ologi a e te sig ifi a o so , i di a a i o igi e l o di e os i o , la ui
o se azio e e a o pito di tutti gli d i; pi ta di assu se a he il sig ifi ato di giusto , si h il
compito degli di divenne quello di preservare il mondo non solo dal disordine fisico ma anche dal
aos o ale. Le due idee so o i pli ite l u a ell alt a e ell u i e so eg a o di e pe h esso
82
etto da e tit he oglio o i he giusto

A he Hi i a a ui di, ife e dosi alla itologia i dia a, sostie e l equivalenza di ordine


os i o e o di e o ale dell u i e so, p op io o e fa la MOQ. La itualit esp essa dal te i e
indiano ta esp i e ui di u o igi a ia unicit delle due forme in cui si presenta la Qualit, ossia
statica e dinamica. Tuttavia in seguito il senso del rituale come forma di relazione con il divino
assu se u i po ta za so asti ata, he fi o l asso i e il suo e o alo e a e a ese uzio e
materiale, trasformandolo in una serie di riti da osservare pedissequamente senza, nel
frattempo, coglierne il significato profondo e reale. Un altro passo di Hiriyanna riportato da Pirsig
descrive efficacemente questo processo:
Il odo di o epi e il sa ifi io e a p ofo da e te utato e di o segue za e a utato il odo
stesso di concepire il appo to t a gli d i e l uo o. La osa pi i po ta te di e e o a la s upolosa
esecuzione del rituale in tutte le sue minuzie, alla quale sarebbero automaticamente seguiti i
isultati deside ati, su uesta te a o alt o e La eti olosit ituale fi i tal modo per assurgere
83
al a go di legge atu ale e pe ide tifi a si o la ettitudi e o ale.

La qualit statica, a questo punto, aveva preso il sopravvento su quella dinamica. Ciononostante
successivamente, nel periodo delle Upaniad, avvenne una grande fioritura della filosofia, che
port a una rivalutazione del senso vero del rituale come elemento accessorio al rapporto tra
umano e divino. Il termine che ben rappresenta questa riconciliazione tra qualit statica e Qualit
dinamica dharma, che la MOQ pu a ragione tradurre Qualit, intesa come moralit intrinseca
della realt e come insieme di configurazioni di valore.

Conclusione
Riprendendo il discorso relativo alla pazzia di Lila, ci di cui lei avrebbe bisogno ora proprio un
recupero della ritualit. Una ritualit, tuttavia, in cui gli schemi statici siano parte integrante della
Qualit dinamica. Questa considerazione, a mio avviso, rappresenta il profondo intento delle
riflessioni di Pirsig i uest ope a: un chiarimento importante riguardo all i po ta za, alla atu a
e al ruolo della qualit statica nel rapporto con la Qualit dinamica, ossia la Qualit pura. E la vita
nella sua ritualit, in questa nuova prospettiva fin qui delineata, non trasmette bassa qualit, ma
al contrario suscita una vera e propria esplosione di Qualit dinamica.
Tuttavia, alla fine del racconto, Lila decide di tornare a casa con Rigel, dopo una forte persuasione
di uest ulti o. Fed o, o ostante sia profondamente deluso per questa decisione poich aveva
acconsentito dentro si s a dedicarsi a lei per evitare che finisse in qualche manicomio, non pu
82
83

Ivi, p. 475
Ivi, p. 476.

55

fare altro che assecondare la volont della donna. Si sente triste e preoccupato per la sorte della
sua temporanea compagna di viaggio, ma poi si convince del fatto che Lila dalla sua pu contare
o a di a e e i pug o igel . Questo dovuto al fatto che Rigel, prendendosi la responsabilit
della cura di Lila, trasmette a lei la sua soddisfazione nel rispettare i suoi obblighi morali. Lila cos
ha la possibilit di far dipendere da se stessa la moralit di Rigel, che egoisticamente la tratta
come un oggetto che gli dia la sensazione di ave e la os ie za pulita . Co s io di i, l auto e si
sente moralmente sollevato per ci che ha fatto con Lila, dal momento che fino alla fine ha
cercato di salvarla dalle conseguenze che la sua follia le avrebbe provocato nella societ dei
o ali .
Questa seconda opera di Pirsig, oltre a rappresentare una sistematizzazione della filosofia
introdotta ne Lo Zen, una chiarificazione importante di come si presenti la natura della Qualit,
nella distinzione tra qualit statica e Qualit dinamica. Inoltre dischiude il tema della moralit
come elemento fondamentale della realt e di ogni suo fatto, nonch di qualsiasi nostra azione
sul mondo e su noi stessi.

Metafisica della Qualit: la proposta filosofica di Pirsig


Alcuni anni fa ebbi la sensazione che qualsiasi cosa potesse ridursi inevitabilmente a quantit. In
altre parole pensai fermamente che ogni cosa, di qualsiasi tipo fosse, potesse essere misurata
accuratamente, e che nello stesso tempo fosse distinguibile dalle altre secondo criteri
esclusivamente quantitativi. Devo ammettere che tutto ci non mi suscit felicit o
soddisfazio e, a zi etta e te il o t a io. L idea he tutto possa esse e idotto a ua tit pu
fo se fa pia e e a u i tellige za lassi a, he ede el o do le fo me soggiacenti che si
manifestano sotto forma di entit misurabili con estrema precisione. Se devo descrivere la mia
intelligenza attraverso le parole di Pirsig, ammetto che io tendo pi a essere un romantico, e
tutto quello che si pu misurare con certezza analitica e rigorosa non mi d sensazioni molto
positive, o se non altro non produce in me una completa soddisfazione. Seguendo questa linea di
pensiero, ogni cosa che fa riferimento alla sfera del qualitativo sembra illusione, o meglio sembra
u a so ta di pla e o pe chi non si accontenta di vedere la realt come dovrebbe essere, ossia
una serie di fenomeni e oggetti governati da leggi e regole precise, razionali, individuabili tramite
metodi quantitativi. Foscolo, in preda a un pessimismo simile, cre la sua eligione delle
illusio i defi e do appu to illusio i i alo i he, o osta te tale appellati o, egli ite e a
fo da e tali pe l esse e u a o a he, pe la lo o qualit, non rientravano nel dominio della
agio e, dell a alisi azio ale.
A uesto pu to il pe sie o di Pi sig i o pe o u a fo za e o u i te sit pode ose a
apo olge e total e te l idea se o do ui la ua tit ealt e la ualit illusio e. O eglio
non effettua tale capovolgimento in modo tale da descrivere la quantit come illusione, ma d un
contributo fondamentale nel ri-portare la qualit nel posto che le competeva sin da principio. Un
posto che non la vede antagonista della quantit, e che anzi non pone affatto antagonismi, n
pe ette l i t usio e della sepa azione, del negativo. ito a do all espe ie za pu a di u a
realt non- ediata egli i o ilia l i di iduo o il o do este o, he el f atte po ella
cultura occidentale si era trasformato in una chimera. E d in questo modo alla Qualit il ruolo di
evento o igi a te della ealt e dell esiste za.
Nel contempo la filosofia di Pirsig, tramite la Metafisica della Qualit, non si perde in astrazioni
inutili e lontane dal mondo concreto, ma al contrario essa si concentra precisamente sul terreno
poco esplorato della ita uotidia a, o u a se pli it e u effi a ia he e sottoli ea o il
valore pratico, piuttosto che esclusivamente speculativo.

56

A mio avviso, la proposta di Pirsig si configura come un recupero del rapporto originario tra
84
epistme e sopha che Luigi Ve o Ta a auspi a ife e dosi al do i io es lusi o dell epistme
ella ge ealogia del pe sie o filosofi o e s ie tifi o. I fatti l epistme, rappresentando la
quantit come fondamento esplicativo del sapere razionale e scientifico, ha escluso storicamente
il alo e, la ualit, la o alit dal suo dis o so. A uesto p oposito Ta a affe a he il valore
della s ie za per l uo o risiede el suo ri egare proprio le o po e ti valoriali ed esiste ziali.
Le leggi episte i he so o sal ifi he i uanto sono in-contrastabili, ma esse sono tali in quanto
liberamente riconosciute da tutti, e questo a sua volta dipende dal fatto che esse sono neutre []
quindi impersonali e anche, in un certo senso del termine, amorali (nel senso, almeno, che sono
prive di ogni pre-giudizio o ale he p ete da di a tepo si al alo e assoluto della e it
85
oggetti a . La sopha, nel discorso di Pirsig, corrisponde a una saggezza che non esclude il
sapere razionale, ma al contrario lo amplia, in una filosofia che crea cos una moralit totale,
positiva. Come il concetto di Tarca di pura differenza espande la necessit epistemica ed elenctica
evitando che essa sia itti a del suo stesso difetto o ge ito o siste te i u i t i se a
negativit l i -negabile , proprio in quanto in-negabile, negabile; e il negativo , proprio in
86
quanto in- ega ile, egati o del egati o. ) allo stesso modo il concetto di Qualit amplia la
o os e za azio ale, itti a a h essa di u difetto o ge ito he Pi sig i di idua ella
fondamentale separazione tra soggetti e oggetti, tra conoscenti e conosciuti. possibile cogliere
a he ella Qualit u ope azio e olta a escludere qualsiasi negativit dal discorso epistemico,
con il conseguente tentativo di formulare una moralit totalmente positiva, che riesca a rendere
conto di ogni determinazione. Tutto questo si ripercuote poi nella vita di tutti i giorni e
ell i di iduo che, come nei confronti di una motocicletta, si accinge a occuparsi della propria
manutenzione.

I tratti principali del metodo filosofico di Pirsig


A p oposito di i he stato detto sop a, l individuo quindi il campo di applicazione primario
dell atti it filosofi a. La a ute zio e della oto i letta di ui Pi sig si se e el suo p i o li o
u ese plifi azio e dell azio e terapeutica he la filosofia ope a sull i di iduo he la utilizza
nei termini corretti di una pratica positiva. In questo se so ui di l i di iduo de e filosofa e
positivamente concependo se stesso non nei termini di una metafisica dualistica, che lo
rappresenta come un essere isolato e separato dalla realt e dagli altri individui, ma in quelli di un
87
io filosofi o he si configuri, pe usa e le pa ole di Ta a, o e u pu o s
, e che quindi
assuma una posizione autobiografica e nello stesso tempo universale (caratteristiche che
appa e te e te so o o t additto ie , apa e di ope a e u dista o dall io posto come
88
orizzonte in- ega ile dell espe ie za aute ti a.
Inoltre, in questa dialettica tra filosofia
89
personale e universale , l i di iduo si po e o e e ato e p i ipale di o alit, el se so he
non deve assumere un determinato comportamento in base a regole e leggi estrinseche,
84

Per rapporto tra epistme e sopha non si intende una relazione in cui la prima assimili la seconda. Al
contrario si intende una sapienza totale che quindi risponda a esigenze positive se za su i e l i flue za del
negativo propria della necessit epistemica. Un rapporto totale tra epistme e sopha si configura
completamente come vera e propria filosofia, in cui si dia una conoscenza onnicomprensiva e positiva.
85
L. V. Tarca, Filosofia ed esistenza oggi. La pratica filosofica tra epistme e sopha in R. Madera, L. V. Tarca,
La filosofia come stile di vita. Introduzione alle pratiche filosofiche, Bruno Mondadori, Milano 2003, pp. 111220, p.128.
86
Ivi, p. 140.
87
Ivi, p. 190.
88
Ibidem.
89
Il compimento del discorso filosofico autobiografico e nello stesso tempo universale denominato da
Ta a ito iografia .

57

imposte, ma anzi deve ricercare il valore delle azioni che compie dentro se stesso e nel suo
rapporto con la realt, poich nella MOQ ogni atto reale anche un atto morale. Il bene e il male,
sostiene Pirsig, non sono concetti arbitrariamente formulati da qualcun altro, ma sono
componenti fondamentali di tutta la realt, e quindi anche di se stessi in quanto individui morali.
Il luogo p i ilegiato i ui si po e la etafisi a p oposta dall auto e la vita quotidiana, ambito in
cui tutti noi abbiamo modo di mettere in pratica e di godere dei benefici che un tale pensiero pu
offrire. Come Pirsig stesso mostra nella sua prima opera, la MOQ permette di agire direttamente
sulla realt, partendo dalle pi (apparentemente) banali attivit di ogni giorno. La manutenzione
della motocicletta, in questo caso, un esempio tra i tanti che possono presentarsi nella nostra
esistenza, e nei confronti dei quali ci troviamo a dover prendere decisioni, effettuare scelte, e
cos via. Emblematico a questo proposito il discorso relativo al blocco di cui si parlato sopra.
Con la seconda opera, Lila, Pirsig riprende anche il ruolo della ritualit nel nostro percorso
esiste ziale o otato ei te i i di u eti a e oluzio isti a he p ote de e so la Qualit
dinamica, in cui quindi la routi e non si configuri come una sterile manifestazione della qualit
stati a, a o e u a ip esa ge ui a e positi a dell ide tit o igi a ia dei due tipi di Qualit.
A questo punto chiaro come la proposta filosofica di Pirsig incoraggi un impegno personale sia
ell atti it filosofi a sia i ualsiasi alt a atti it. Pe ua to igua da la p i a, i fortemente
percepibile nel momento in cui egli si accinge a criti a e i filosofologi , dal o e to he uesti
o du o o u i dagi e filosofi a asata sul pe sie o di alt i auto i, se za sfo za si di fo ula e
uno proprio. Per quanto riguarda la seconda, ci intuibile poich la MOQ denota ogni atto reale
come un atto morale, e di conseguenza ogni nostra azione possiede un contenuto valutativo, che
influisce sulla nostra vita, su quella degli altri, e sulla realt in generale. Ritengo dunque che il
pe sie o dell auto e sia fo te e te p ope so a i o aggia e u de iso e cosciente impegno
pe so ale da pa te dell i di iduo i og i atti it, sia he igua di la ita di tutti i gio i sia he
fa ia ife i e to a de isio i i po ta ti he si possa o e ifi a e du a te l esiste za di ias u o.

Qualit e scienza
Come stato detto pi volte, la filosofia di Pirsig non intende eliminare o criticare la validit del
discorso razionale e scientifico, ma al contrario mira a espanderlo in maniera determinante. Il
rapporto tra Qualit e scienza quindi molto forte, nei termini in cui il progresso scientifico,
se o do l auto e, u esp essio e i a e i te sa della Qualit. La azio alit ie e os espa sa
in modo tale da poter comprendere pi fenomeni, di poter dare quindi una conoscenza della
realt pi comprensiva.
La relazione tra Qualit e scienza ben rappresentata dalle riflessioni che Pirisg fa, ne Lo Zen, a
proposito del famoso filosofo della scienza, nonch celebre scienziato, Jules-Henri Poincar. Ci
he a i i a Pi sig al pe sato e f a ese l affi it della dis ussio e di uest ulti o a p oposito
dell ipotesi o uella he sus it i lui i p i i du i elati i all assoluta e tezza del etodo
s ie tifi o. Nell ope a di Poi a La s ie za e l ipotesi vengono espresse le sue idee a riguardo
partendo da un noto evento che sconvolse la scienza: la scoperta di geometrie non euclidee.
Poincar si accinge quindi a interrogarsi sulla natura degli assiomi geometrici che le teorie di
Bol ai e Lo ae skij p i a e di ie a poi a e a o esso i dis ussio e. A i a os all idea he
tali assiomi, cos come qualsiasi altra teoria scientifica, non corrispondano n a giudizi a priori,
per usare una terminologia kantiana, n a giudizi a posteriori. Ci poich se fossero giudizi del
primo tipo non si sarebbe assolutamente verificato ci che effettivamente si verificato, ossia la
scoperta di geometrie non euclidee valide; mentre se fossero del secondo tipo la geometria, e
allo stesso modo le altre scienze, perderebbero la loro definizione fondamentale di portatrici di
una conoscenza stabile e universale. Poincar sostiene quindi che gli assiomi geometrici e le

58

teorie scientifiche siano convenzioni, e he la ost a s elta t a tutte le o e zio i possi ili
guidata da fatti sperimentali ma rimane libera ed limitata soltanto dalla necessit di evitare
90
og i fo a di o t addizio e . Chiedersi a questo punto quale tra le diverse geometrie sia la pi
vera non ha assolutamente senso. Semmai ha pi senso chiedersi quale tra esse sia la pi utile. La
definizione delle teorie scientifiche come convenzioni apparentemente nega la condizione
principale delle verit scientifiche quali verit oggettive, tuttavia al contrario la riflessione di
Poincar concorre grandemente a configurare la realt che pi si addice alle verit scientifiche e
alla realt empirica.
Allo stesso modo quindi il filosofo francese si occupa di valutare la natura dei fatti scientifici, in
odo tale da da lo o u a ollo azio e he o ispo da aggio e te all espe ie za o eta.
Poincar nota che convenzionalmente gli scienziati cercano di trovare i fatti secondo una
gerarchia che d maggior importanza a quelli generali rispetto a quelli particolari, e a quelli
semplici rispetto a quelli complessi. Tuttavia proprio la definizione di semplicit che rende la
situazione ambigua, dal momento che non esiste in pratica una sua definizione univoca. Gi qui
dunque si pu notare come la scelta dei fatti da analizzare scientificamente non segua un
percorso razionale basato su leggi e regole ben precise, e cos Poincar cerca di individuare il
metodo attraverso cui avviene il loro reperimento. A questo punto evidente come il discorso
intorno alla scelta dei fatti scientifici sia estremamente affine a quello a proposito delle ipotesi
che tanto aveva occupato le riflessioni di Fedro ai tempi dei suoi studi di biochimica. Infatti lo
stesso Poincar si rende conto di come la scelta dei fatti da analizzare, cos come quindi quella
delle ipotesi da formulare, non segua assolutamente regole ben precise o leggi ben definite. Il
reperimento di tali entit, se fosse disponibile un tempo infinito, continuerebbe
91
conseguentemente in eterno , e la scelta di un singolo fatto o di un singolo insieme di fatti
risponde a una logica diversa. Quella che Fedro aveva descritto come consapevolezza preintellettuale Poincar la denomina io subliminale, cos da fare riferimento a un metodo che segua
l i tuizio e, l isti to, piuttosto che la deduzione o metodi ben stabiliti:
La ate ati a, [] p op io o e la s ie za, o o siste se pli e e te ell appli a e egole. No
si limita a dare il maggior numero possibile di combinazioni secondo determinate leggi fisse: esse
sa e e o di g a lu ga t oppo u e ose, i utili e i go
a ti. Il e o la o o dell i e to e uello
di scegliere, in modo da scartare quelle inutili o addirittura risparmiarsi la noia di ottenerle. I criteri
che devono guidare la scelta sono estremamente sottili e delicati. quasi impossibile stabilirli con
92
precisione; pi che formularli bisogna sentirli . [] L io su li i ale, disse Poi a , aluta u
numero enorme di possibili soluzioni, ma soltanto quelle interessanti irrompono nel dominio della
os ie za. Le soluzio i ate ati he e go o selezio ate dall io su li i ale sulla ase della
ellezza ate ati a , dell a o ia di u e i e fo e, dell elega za geo et i a. i t atta disse di
u e o e p op io se so esteti o, oto a tutti i ate ati i, a di ui il p ofa o
os all os u o da
esse spesso te tato di so ide e. Quest a o ia, uesta ellezza, invece, sono al centro di
93
tutto.

L io su li i ale di Poi a
oglie ui di la bellezza insita nelle forme e nei numeri, e in ci che
suscita armonia e equilibrio tra le parti. Questa bellezza, nonostante la terminologia possa
suggerirlo, non romantica, bens classica. Il concetto di armonia, inoltre, rimanda alla
fondamentale relazione che intercorre tra i fatti del mondo, cos come quella che intercorre tra
90

R. M. Pirsig, Lo e e l arte della a ute zio e della oto i letta, cit., p. 258.
il u e o dei fatti he a ia o isog o di p e ede e i
e so; ispetto a uesta i iade, il u e o
delle e ifi azio i di ette he possia o o pie e isulte se p e t as u a ile. J. H. Poi a , La scienza e
l ipotesi, (1902), trad. it., ed. Bompiani, Milano 2012, p. 219.
92
Corsivo mio.
93
R. M. Pirsig, Lo e e l arte della a ute zio e della oto i letta, cit., pp. 262-263.
91

59

gli individui. La verit oggettiva, se vuole essere coerente con la realt empirica, deve tenere in
considerazione tutto ci.

MOQ e prati a ze : ko e

o d

Si gi parlato sopra della risposta mu, consistente in un vero e proprio terzo logico rispetto al
s e al o . Mu, coerentemente con la sua natura, corrisponde a un metodo molto efficace di
ampliare il contesto in cui si pone una domanda e la sua conseguente risposta, ossia si tratta di
un modo per sostenere che la risposta va cercata altrove rispetto a dove si sta ponendo
l atte zio e. I uesto odo mu, secondo Pirsig, ha una funzione fondamentale nella ricerca
s ie tifi a, el o e to i ui d la possi ilit di espa de e il a po d i dagi e, di t o a e
risposte che esulino dai nostri schemi preconcetti che ci impediscono una reale comprensione.
Questa risposta solitamente utilizzata nei ko e nei o d, due componenti fondamentali
della pratica zen. Un ko o o d un breve racconto, oppure un aneddoto, che solitamente il
aest o ipo ta all allie o i
odo tale da ea e i lui u a o dizio e di crisi, u espe ie za
paradossale. Sono infatti figure linguistiche paradossali di esperienze critiche, che quindi portano
necessariamente a un ampliamento del contesto conoscitivo. I ko non danno pi conoscenza
(in termini quantitativi, quindi pi teorie), ma anzi servono se
ai a fa e il vuoto , a toglie e
cio pensieri e schemi preconcetti che impediscono di scorgere i caratteri in cui si presenta la
realt. Pasqualotto descrive queste figure linguistiche nei seguenti termini:
Esso [ko ] non un tema di meditazione, n tantomeno, un argomento di discussione: un
ezzo a ile [] he aiuta il dis epolo a disfa si di s he i o ettuali e di o dizio a e ti
se ti e tali he gli i pedis o o di o os e e di etta e te i a atte i di soffe e za [], di
insosta zialit [] e di i pe a e za [] he ualifi a o la p op ia ita e la ealt tutta. Esso ,
i so
a, u o dei ta ti ezzi pe o segui e il is eglio [] si pot e e di e he il i o so al ko e
ai o d se e a fa e il uoto de t o di s , [] o i se so egati o, i hilisti o, [] a el se so
positi o di u fa e pulizia , i
odo tale he la se si ilit e la os ie za di e ti o hia e e lu ide
94
o e u o spe hio se za pol e e sul uale la ealt si a ifesta itida e di etta.

Seguendo quindi queste considerazioni i ko spia a o la strada per ci che successivamente


affe is e al o segui e to del is eglio giappo ese: satori), ne costituiscono una condizione
preliminare e necessaria. Ci che segue tuttavia il recepimento dei o d di solito non viene
descritto dallo zen, poich, da una parte, la via verso il Risveglio personale e non identica per
tutti, e t e, dal alt a, se lo fa esse si o figu e e e o e u a delle ta te teorie che
pretendono di affermare la Verit assoluta, ossia sarebbe proprio ci che cerca di evitare.
Queste figure tipiche della pratica zen rimandano a un altro concetto fondamentale della MOQ,
he o siste el sottoli ea e l i po ta za di o esse e schiavi di schemi preconcetti e di verit
che si sono imposte a noi come uniche e assolute. Facendo riferimento al blocco nella sua prima
opera, Pirsig sostiene come solitamente il principale ostacolo al suo superamento sia proprio
l assu zio e di posizio i teo i he he e go o ite ute assodate, e ui di he o su is o o
alcuna verificazione. Tale assunzione non consiste in una semplice presa di posizione relativa a un
determinato ambito, quanto piuttosto in un paradigma generale e assoluto che coinvolge
qualsiasi schema di riferimento riguardante se stessi e la ealt i osta te. L ape tu a e la
dinamicit a questo proposito risultano importantissimi presupposti per affiancarsi ai problemi e
alle questioni che bloccano le nostre attivit o il raggiungimento dei nostri obiettivi. La MOQ e la
pratica zen dunque sono affini per ci che concerne la tendenza a sottolineare la necessit di
essere aperti e dinamici nei confronti di una realt che si caratterizza come impermanente e
94

G. Pasqualotto, Dieci lezioni sul Buddhismo, cit., pp. 130-131.

60

insostanziale, e perci non si presentano come nuove teorie o nuovi paradigmi conoscitivi, ma al
o t a io si p opo go o di fa e i
odo he uest ulti i o sia o osta olo a u a o p e sio e
totale della realt.

MOQ nei termini di una comparazione filosofica


La filosofia di Pirsig, come evidente, non si limita a enunciare i suoi temi basandosi
es lusi a e te su u a p ospetti a ultu ale. Il dis o so dell auto e t ae spu ti e iflessio i
rifacendosi sia alla cultura occidentale che a quella orientale. Ho riscontrato che la discussione di
Pirsig verte soprattutto sulla distinzione tra pensiero razionale e pensiero mistico, senza
identificare unilateralmente il primo con la cultura occidentale e il secondo con quella orientale,
a i o e do a u dis o so he segua li ee ge e ali. I fatti ell ope a Lila viene affrontato il
misticis o degli i dia i d A e i a, he so o u a ultu a o ide tale. Ciononostante ritengo che
la sua filosofia riesca a delinearsi correttamente nei termini di una comparazione filosofica tra le
due istanze culturali citate sopra (occidentali e orientali) senza caratterizzarsi in quelli di una
filosofia comparata. Tale disti zio e aff o tata app ofo dita e te ell ope a di Pas ualotto
Simplgadi, nella quale il filosofo esprime la preferenza ad adottare la prima come metodo
dialettico privilegiato per affiancarsi allo studio dei pensieri occidentali e orientali. Il nome
95
Simplgadi fa ife i e to a olti iti di s a iate ultu e he a a o l espe ie za di do e
oltrepassare due scogli senza rimanere schiacciati dalla forza di tali planktai petrai.
u ese plifi azio e dell espe ie za di hi i te de passa e att a e so i due s ogli ultu ali
dell O ie te e dell O ide te, assu e dosi il is hio di pe i e dialetti a e te pa la do
ell i o t o-scontro di queste imponenti e cos diverse prospettive del mondo. Pasqualotto in
uest ope a i te de effettua e u a comparazione filosofica che non cada nei pericoli di una
filosofia comparata, e he ui di o o
etta i segue ti e o i: ell att a e sa e uesti due
scogli non bisogna limitarsi a osservarli acriticamente; n tantomeno si deve fonderli, escludendo
dal dis o so le lo o di e sit sosta ziali; allo stesso odo o si pu assoluta e te idu e l u o
all alt o, eli i a do os u a delle due p ospetti e. U a o parazione filosofica compiuta deve
passare in mezzo ai due scogli, senza eliminare n le differenze n le somiglianze, assumendosi i
is hi he o seguo o u a tale azio e. L ope azio e he des i e Pa ualotto si a atte izza pe
un impegno comprensivo ell aff o ta e l ide tit delle due ultu e a o f o to e il lo o
mantenimento, un vero e proprio metodo dialettico che, dal passaggio attraverso i due grandi
assi, e es a a i hito, se za pe de e ie te he appa te ga all u a o all alt a.
La MOQ rappresenta il compimento di una comparazione filosofica che riesce quindi a cogliere
totalmente le caratteristiche delle culture che vengono studiate, e nello stesso tempo, a mio
avviso, se ne distacca profondamente una volta che il discorso risulti libero dalla loro influenza.
Pe o p e de e eglio il se so di uest ulti a o side azio e ite go he o sia fuo i luogo
o side a e l ope azio e di Pi sig affi e a uella he si auspi a a Wittge stei el Tractatus
96
logico-philosophicus , ossia la MOQ, una volta completata, si s a azza delle s ale ultu ali (sia
le scale occidentali che quelle orientali) usate per salire (ossia passare in mezzo agli scogli) per
abbracciare solamente la realt immediata.

95

Dal g e o sympleko, he i di a l azio e dell i t e ia e, del connettere, del congiungere, ma anche quella
di s o t a si o ual u o o ual osa. G. Pas ualotto a u a di , Simplgadi, Esedra editrice, Padova 2002,
p. 7-8.
96
Le ie p oposizio i illu i a o os: Colui he i o p e de, i fi e le i o os e i se sate, se asceso
per esse su esse oltre esse. (Egli deve, per cos dire, gettar via la scala dopo essere asceso su essa.) Egli
de e t as e de e ueste p oposizio i;
allo a he egli ede etta e te il o do. L. Wittgenstein,
Tractatus logico-philosophicus, (1922), trad. it., ed. Einaudi, Torino 2012, prop. 6.54.

61

Qualit, Tao, Dharma


A questo punto ci che intendo esprimere con questo paragrafo che, nonostante il concetto di
Qualit possa apparire affine alle grandi unit mistiche (come il Tao o il Dharma), esso affonda le
sue radici direttamente nella realt immediata e nella vita quotidiana, e non si propone di
affermare u a Ve it assoluta e ast atta, a al o t a io i te de ipo ta e l atte zio e sul o do
che tutti noi viviamo ogni giorno nelle nostre decisioni, nelle nostre emozioni, nei dubbi, nelle
espe ie ze he ostella o i a i o e ti dell esiste za. Il se so di ci che sto scrivendo si ritrova
quindi non nelle somiglianze tra la Qualit e le altre unit mistiche, quanto piuttosto nelle
differenze. E la differenza fondamentale consiste nel fatto che la Qualit non elimina la
razionalit, non distrugge il discorso epistemico, ma lo espande e lo rende pi comprensivo e
totale. U alt a diffe e za he tutta ia tale solta to i appa e za il uolo e t ale ella MOQ
della realt immediata. Affermo che essa solo apparente poich anche il Tao e il Dharma
affondano le proprie radici nella realt non- ediata, li e a da ualsi oglia o hiale ultu ale .
Tuttavia la ricezione dei loro insegnamenti spesso ha costituito a sua volta la formazione di
ulte io i o hiali ultu ali .
A questo proposito lecito sottolineare che, coerentemente con gli insegnamenti del
Buddhismo, colui che desidera affrancarsi dalla sofferenza del mondo e che quindi coglie
l i pe a e za e l i sosta zialit del eale, spe i e ta il non-attaccamento non soltanto da
qualsiasi oggetto o fenomeno del mondo, ma anche da questi stessi insegnamenti. Questa
considerazione deve portare a evitare che si cada nel rischio di trasformare la MOQ in un
ulteriore o hiale ultu ale , i u filtro statico. L idea he sotte de l i te o dis o so dell auto e
quella di una vera e reale libert da ualsiasi sfe a d i flue za del egati o. U a li e t a he
dal negativo che caratterizza il positivo inteso come negativo del negativo.

Pirsig e la filosofia americana


Nonostante il discorso di Pirsig si svolga traendo spunto da molteplici prospettive culturali, il suo
pensiero si pu benissimo includere nella tradizione filosofica americana dal diciannovesimo
secolo a oggi. lo stesso autore a sostenerlo quando dice che:
la Metafisica della Qualit si inserisce nel filone principale della filosofia americana del ventesimo
secolo e lo porta avanti. una forma di pragmatismo, di strumentalismo che afferma che il bene la
verifica del vero, e inoltre che il bene non un assoluto hegeliano. qualcosa che tutti esperiamo
di etta e te, og i gio o. Ide tifi a do il alo e pu o o l espe ie za pu a, la Metafisi a della
Qualit apre la strada a una visione della realt capace di risolvere tutte le contraddizioni che
l e pi is o t adizio ale o i g ado di aff o ta e.

Da buon filosofo (e quindi non filosofologo) Pirsig non mette il carro filosofologico davanti al
cavallo filosofico. Nel momento in cui si accinge a parlare di un altro autore, William James, non
lo fa per analizzare il suo pensiero in modo che sia da ausilio per la formazione di una filosofia
propria. Al contrario lo fa per verificare alcune considerazioni del celebre filosofo in rapporto con
la sua, gi esistente, Metafisica della Qualit.
Tuttavia, a mio avviso, James, come altri autori fondamentali del pensiero americano, hanno
sicuramente operato una grande influenza nella formazione del sistema filosofico di Pirsig. Quindi
ritengo che, oltre a James, altri due filosofi siano stati molto importanti per la sua crescita
filosofica: Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. Essi rappresentano le radici
trascendentaliste della MOQ, come del resto rappresentano le radici di tutta la filosofia
americana successiva.

62

Pe ua to igua da E e so , il appo to t a l i di iduo e la ealt el pe sie o di Pi sig


olto
simile a quello con la natura che il celebre pensatore americano descrive nel suo saggio Nature.
A he pe ua to igua da Tho eau e ide te l influenza del concetto riguardante la relazione
he l i di iduo i t attie e o la atu a e o l a ie te i osta te, o e si e i e dalla sua
opera Walden, or life in the woods, ma nello stesso tempo risulta determinante anche la
o ezio e dell i peg o pe so ale da pa te dell esse e u a o e la sua i soffe e za ei o f o ti
di ualsiasi auto it a it a ia e te i posta dall este o. A uesto p oposito fo da e tale
l alt a ope a di Tho eau, Civil Disobedience, che nei suoi temi principali esprime la forza
dell i telletto e dell i di iduo ui di el ole si aff a a e dalle p igio i ost uite dalla so iet
(regole, ingiustizia, violenza, e cos via).

Emerson e Thoreau
Emerson non fu solo filosofo ma anche poeta, e il linguaggio in cui composto il suo saggio
Nature ne testimone. La natura che egli descrive non corrisponde solamente al mondo esterno
i ui l uo o o ha appo tato la sua a o odifi at i e, io o
es lusi a e te la atu a
i o ta i ata. L arte, o e a he le alt e a ifestazio i dell esse e umano a lui esterne,
concorrono egualmente a definire la natura nei termini in cui si vuole esprimere il filosofo
americano. Insomma la natura emersoniana la realt esterna all i di iduo. Tutta ia uesta
defi izio e o de e t a e i i ga o, poi h l uomo a sua volta parte integrante della natura
stessa. In questo senso possibile comprendere che tale natura non altro che la realt preintellettuale di cui parla Pirsig, una realt che si configura nei termini di una realt-comerelazione. Tale relazio e u a o po e te i dissolu ile della atu a o e a he dell i di iduo,
ed E e so la is o t a fi dall i izio ella ozio e di utilit che d il nome al secondo dei capitoli
del suo saggio. Gli alt i apitoli, olt e al p i o de o i ato Natu a , so o Bellezza ,
Li guaggio , Dis ipli a , Idealis o , pi ito e P ospetti e .
La realt-come-relazione in cui si presenta la natura riscontrabile inoltre nella sua bellezza: la
bellezza della natura si estrinseca nel suo rapporto con le azioni umane e o l i telletto, i u
processo circolare. La bellezza relativa al rapporto con le azioni umane corrisponde alla virt, e
ci ben visibile dalle azioni celebri di individui altrettanto celebri, che dimostrano tale qualit
rapportando la propria volont al bene e al ello della atu a. U a ozio e di ello che si
riscontra anche nel concetto di utilit presente nel capitolo precedente, in cui si afferma che il
appo to o la atu a o a i u a sola di ezio e , a segue invece un duplice percorso
asato sull interazione. A uesto p oposito E e so affe a he l uo o
ut ito, o solo
97
pe h possa esse e ut ito, a pe h possa la o a e. La i ola it della ellezza do uta
al fatto che le azioni virtuose si ripercuotono su uelle dell i telletto. Il pe sie o, o e
espressione del rapporto tra natura e intelletto umano, solitamente stato ritenuto in
a tago is o o l azio e p ati a. Tutta ia le due atti it o o o o egual e te a espli ita e la
realt-come-relazione di ui si pa lato sop a. I fatti la fa olt dell i telletto e la fa olt
dell azio e se
a o da si il a io [] La ellezza della atu a si ifo a ella e te, e o pe
98
u a ste ile o te plazio e, a pe u a uo a eazio e. Tale bellezza quindi la Qualit che
o siste ell e e to dell incontro t a l i di iduo e la ealt, e ell i o t o t a l i telletto e la
atu a, he si ifo a poi ell azio e e ella cre-azione umana.
Nella concezione emersoniana si percepisce fortemente una tendenza, da buon poeta, a voler
cogliere la natura nella sua unit Qua do pa lia o di atu a i uesto odo, a ia o i
e te

97
98

R. W. Emerson, Natura, cit., p. 26.


Ivi, pp. 31-32.

63

u se ti e to p e iso, e h est e a e te poeti o. I te dia o l u it dell i p essio e


99
p odotta dai oltepli i oggetti atu ali. ). In questo modo Emerson non effettua distinzioni tra
100
e it, e e e ello, o epe doli o e olti di e si dello stesso Assoluto.
A questo
p oposito egli sottoli ea il fatto he, solita e te, il ello i dagato dal poeta, e t e il e o
dal filosofo, cos o e all i tellige za o a ti a i te essa la ealt ella sua fo a supe fi iale e
all i tellige za lassi a ella sua fo a soggia e te. Tutta ia, o e lo stesso Pi sig i di idua
l o igi a ia ide tit di Be e e Ve o poi sepa ati dalla etafisi a dualistica, allo stesso modo
E e so sostie e he il e o filosofo e il e o poeta so o la stessa osa, osi h la ellezza, he
101
e it, e la e it, he
ellezza, so o lo s opo di e t a i.
Nella sua natura non esiste
separazione tra questi suoi elementi, o
isog o di o epi e la Qualit o e ostile alla
Ve it. Quest ulti a, i tesa o e o figu azio e di alo i i tellettuali stati i ella te i ologia
della MOQ), pie a e te i a o do o la Qualit di a i a, i u i teg azio e he i a da al
discorso relativo al dharma presente nella parte finale di Lila, i ui le due di e se fa e della
stessa Qualit sono in perfetta armonia anche nella loro rappresentazione statica riguardante le
diverse forme rituali. Filosofia e poesia coincidono cos come, secondo Emerson, Etica e
102
Religione .
Un altro punto in cui il pensiero di Emerson influenza fortemente quello di Pirsig quello relativo
al uolo della ultu a ella fo azio e della o os e za u a a. Nel apitolo Idealis o
E e so
ost a o e la s ie za spe ulati a a ia po tato al apo olgi e to del odo
atu ale di gua da e la atu a stessa: se p i a essa e a itenuta la realt concreta, esperibile
direttamente e su cui poter operare, ora viene pi volte espresso il dubbio relativo alla sua
esistenza o meno. La metafisica (dualistica) mette in dubbio il fatto che il mondo esterno (in
quanto esterno) possa esistere, e se analizzassimo questa considerazione alla luce delle riflessioni
di Pirsig se ne potrebbero capire chiaramente le cause: sepa a do l oggetto dal soggetto, e
da do p io it al se o do, o si pu he esse si u i sola e te della ealt dell i di iduo come
soggetto pensante (vedi a questo proposito il razionalismo di Cartesio); dando priorit al secondo
si pe de i e e tutto i he o e e l i di iduo e i suoi alo i giustizia, li e t, o alit, e os
via) ritenendoli soggettivi e, quindi, irreali.
La cultura e la metafisica di cui parla Emerson corrispondono pe fetta e te all i postazio e
della metafisica sostanzialistica esaminata da Pirsig. La natura emersoniana, nella sua originaria
caratterizzazione, , al contrario di quanto hanno espresso i sostenitori della tesi che il filosofo
hia a
idealisti a , assolutamente non-mediata, totale e comprendente qualsiasi
o figu azio e, o p eso l i di iduo o os e te.
Nei o f o ti della atu a l uo o ha u i peg o p ofo do, he lo app ese ta sia o e
indissolubilmente legato a essa in una relazione pienamente interattiva, sia come padrone e
a tefi e del p op io desti o e delle p op ie s elte. Tho eau, ell ope a Walden, intende proprio
e ide zia e o e l i di iduo, el appo to o il o do atu ale, sia pienamente capace di
vivere, e non solo sopravvivere. La natura che i due filosofi americani dipingono non n
u e tit egati a olta a eli i a e l individuo, in cui vige il principio di una sopravvivenza che si
ottiene solo mediante la violenza, come la vedeva Hobbes, n un serbatoio a cui attingere
indiscriminatamente secondo scopi tecnici e produttivi, e che quindi, come un imputato in
tribunale, risponde alle interrogazioni della ragione umana a cui subordinata, come la descrive
99

Ivi, p. 22.
Ivi, p. 33.
101
Ivi, p. 56.
102
L eti a e la eligio e diffe is o o i uesto: il siste a dei do e i u a i ell u a t ae o igi e dall uo o,
ell alt a da Dio. [] Ma ai fi i del ost o dis o so esse so o u a osa sola. E t a e alpesta o la atu a.
Ivi, p. 58.
100

64

Kant nella Critica della ragion pura. Essa invece corrisponde al luogo privilegiato del rapporto con
l uo o, e della possi ilit, da pa te di uest ulti o, di espli ita e la p op ia olo t e la p op ia
virt.
Ma l i peg o e la li e t dell i di iduo, i Tho eau, so o iscontrabili non solo nella relazione
con la natura, ma anche in quella con gli altri individui e con la societ. In Civil Disobedience si
fa o olto hia e ed e ide ti le agio i pe ui l uo o de e se p e p ete de e la p op ia
libert e la giustizia contro le configurazioni sociali che tentano di ostacolarlo. palese quindi
come tale idea sia ripresa in maniera simile da Pirsig nella sua formulazione della MOQ per
quanto riguarda lo scontro tra configurazioni sociali e configurazioni intellettuali. Nella sua etica
evoluzionistica le configurazioni intellettuali costituiscono un livello evolutivamente superiore
rispetto a quelle sociali, nel processo che si dirige verso la Qualit dinamica. Tuttavia in Pirsig
altres presente una considerazione nei confronti del valore basilare dei codici morali inferiori,
come per quanto riguarda appunto quelli sociali. Il fatto di non aver tenuto presente questo ha
ostituito l e o e fo da e tale della g a de i oluzio e di a i a sia del o i e to degli
intellettuali degli anni Venti, sia di quello hippy degli anni Sessanta, a cui seguito un nuovo
itto ia esi o egli a i etta ta el te tati o di ipo ta e in auge una moralit sociale che
contenesse o comunque riducesse la degradazione portata dalla loro totale assenza durante il
ventesimo secolo.
Ma l opposizio e all auto it i Pi sig p ese te a he pe ua to igua da il pe sie o filosofi o.
La critica ai filosofologi la testimonianza del suo intento a incoraggiare una ricerca personale dei
p i ipi p i i , e o
ediata dalle iflessio i delle g a di auto it i tellettuali del passato.
Allo stesso odo la i e a di osa
e e e osa
ale de e segui e u pe corso individuale,
poich la realt valore ed quindi un atto morale e naturale comportarsi secondo Qualit. La
o alit, ella MOQ, o
assoluta e te est a ea all i di iduo, a e pa te i teg a te e
fondamentale, e comportarsi in modo affine alla realt come essa davvero un
comportamento pienamente giusto e morale.

James
Il filosofo che tuttavia pi affine al pensiero di Pirsig William James. ip e de do l a eddoto
riguardante lo scoiattolo che stato citato sopra, ci che appare importante agli occhi di un vero
filosofo la atu a del o etto di i to o he si e i e da esso. e pe il se so o u e tale
nozione sembra fissa e ben definita, priva di ambiguit, con il racconto che riporta James tali
convinzioni risultano vacilla ti, poi h a uesto pu to pe i to o o si i te de pi u idea
assoluta, ma relativa e funzionale a ci che ci interessa nel discorso. In altre parole, ritornando
all a eddoto, l uo o i o e do lo s oiattolo ha si u a e te gi ato i to o all al e o, o
comunque intorno a un punto fisso stabilito arbitrariamente, ma non ha girato intorno allo
scoiattolo, poich questo nel frattempo ha girato in modo tale da trovarsi sempre nella posizione
opposta ispetto al suo i seguito e. La ozio e di i to o , se ci addentrassimo ancor pi
approfonditamente nel problema, risulterebbe maggiormente ambigua, o meglio risulterebbe
diversa rispetto a ci che ci interessa di una determinata situazione. Una tale verit quindi che
prima appariva non problematica si rivela ora un concetto che non pu essere definito con
assoluta certezza. Questa la verit come si dovrebbe intendere secondo James, ed analizzata
nel filone filosofico noto come pragmatismo. Ma per il filosofo il concetto di verit inteso in
questo modo non deve soltanto accordarsi con quella determinata realt (facendo riferimento
alla situazione) , deve anche possedere la nozione di funzionamento. Con queste parole James
descrive il significato della verit in una prospettiva pragmatista:

65

Ma o si pu giu ge e al ife i e to o all adatta e to se za i piega e la ozio e di


funzionamento. Che la cosa sia, che cosa essa sia, e quale sia tra tutti i possibili che cosa, sono
uestio i alle uali solo il etodo p ag ati o pu ispo de e: uale sig ifi a la possibilit di
i di a e o di selezio a e u oggetto pa ti ola e; he osa sig ifi a s eglie e u aspetto esse ziale
t a ite il uale o epi e uell oggetto elati a e te a i he De e itie e la ost a spe ifi a
situazio e ; he , i e e, sig ifi a l assu zio e da pa te ost a di u a pa ti ola e attitudi e alla
ede za, l attitudi e io a i o os e e la ealt. Pe o p e de e osa sig ifi hi la pa ola e o
quando la applichiamo a una proposizione, quindi indispensabile fare riferimento a questi
fu zio a e ti. e li t as u assi o, i fatti, il soggetto e l oggetto della elazio e og iti a
fluttuerebbero certo, nello stesso universo confusamente, senza conoscersi e senza un contatto
103
o u a ediazio e.

L ulti a o side azio e he fa Ja es rimanda al secondo filone filosofico da lui affrontato (e


fo dato , ossia l empirismo radicale. Esso ha o e tesi fo da e tale u idea he sta olto a
uo e a Pi sig, ossia uella pe ui il o os e te e il o os iuto il soggetto e l oggetto di u a
relazione cognitiva si presentano come non-sepa ati; lo stesso Ja es affe a he i tutta la
sto ia della filosofia il soggetto e l oggetto so o t attati o e due e tit assoluta e te
dis o ti ue: la p ese za del se o do al p i o, o l app e sio e del se o do da parte del primo,
ha assunto di conseguenza un carattere paradossale per la cui risoluzione si dovuta inventare
104
og i so ta di teo ia.
Il carattere paradossale del rapporto tra soggetto e oggetto ha costituito
la critica fondamentale alla metafisica sostanzialistica da parte di Pirsig in tutta la MOQ.
Quest ulti a ui di si i olge all espe ie za i
ediata pe pote t o a e le giustifi azio i
empiriche che rendono la convinzione principale del dualismo occidentale infondata, e questa
l ope azio e he anche James effettua portando la discussione relativa a tale relazione
ell a ito della ealt di etta: [] p op io el uo e dell espe ie za fi ita si d ella sua
105
pie ezza og i o giu zio e e essa ia pe h
uella elazio e sia i tellegi ile.
A questo
p oposito il filosofo a e i a o fa ife i e to a u a ealt he o ha a o a su ito l azio e del
oltello a aliti o della razionalit, una realt pre-intellettuale. I soggetti e gli oggetti in questo
modo risultano entit derivate e non gi date sin da principio, e sono quindi concetti statici e
discontinui, e t e l espe ie za i
ediata, la ealt p e-intellettuale (Qualit) dinamica e
fluida, in una continuit che si configura come totale e positiva:
La ost a espe ie za, inter alia, u esperienza di cambi di passo e variazioni di direzione, e vive
pi in queste tendenze che nella fine del viaggio. [..] Da empirista radicale questa la mia risposta
all a usa he il ife i e to oggetti o, he u a a atte isti a os e ide te della ost a esperienza,
implichi un abisso e un salto mortale. Una transizione effettivamente congiuntiva, infatti, non
i pli a
lu o
l alt o. Costitue do l aute ti o o igi ale di i he i te dia o pe o ti uit,
essa crea un continuo ovunque compaia. Il riferimento oggettivo un accidente del fatto che molta
della nostra esperienza giunge a noi in maniera insufficiente e consiste di processo e transizione. I
campi della nostra esperienza non hanno confini pi definiti di quanto non ne abbiano i nostri campi
visivi: entrambi hanno sempre delle frange formate da un pi che si sviluppa continuamente e
106
continuamente li supe a a
a o he la ita p o ede.

La o ti uit dell espe ie za o otata da fluidit e di a i it i opposizio e alla stati it dei


concetti (come soggetto e oggetto) non viene esplicitata e affrontata pi approfonditamente da

103

W. James, Il significato della verit, (1911), trad. it., Nino Aragno Editore, Torino 2010, p. 136.
Ivi, p. 71.
105
Ibidem.
106
Ivi, p. 79.
104

66

James, ma nella filosofia di Pirsig essa ha un nome e un ruolo privilegiato: la Qualit, ossia il
Valore.
Se James definisce questo filone della sua filosofia empirismo radicale, io ritengo che sia
opportuno denominare la proposta filosofica di Pirsig come un empirismo ampliato, poich riesce
ad aumentare la portata epistemologica del processo razionale da dogli u a pote za aggio e
e una capacit onnicomprensiva. La Qualit non risiede in luoghi astratti della mente o dello
spirito, o in qualche iperuranio lontano dalle determinazioni della realt quotidiana e immediata.
Il suo posto in qualsiasi fatto del mondo, o meglio ne costituisce la forza generatrice. La nostra
vita, le persone che ci stanno accanto, le nostre esperienze, le nostre emozioni, costituiscono
diverse configurazioni di valore, diverse ma non separate, caratterizzate da una differenza
positiva. Le parole possono esprimere molteplici concetti, suscitare migliaia di immagini nella
e te di hi as olta, a l u i o odo possi ile pe o p e de e la atu a fo da e tale della
Qualit trascende qualsiasi discorso intorno a essa, e si basa, come stato detto pi volte, sulla
nostra esperienza diretta. Pi olte Pi sig, pe esp i e e uesta sua idea, si se e dell i
agine
di un individuo che si siede su una stufa rovente: il fatto che abbia provato dolore, oppure la
consapevolezza della sua pelle che brucia a contatto con la temperatura eccessivamente alta
della stufa, oppure ancora le imprecazioni che accompagnano tutto ci, costituiranno sempre un
seguito all espe ie za p i a ia he ie e o otata o e egati a, ossia dotata di u a assa
qualit. Ci che precede qualsiasi cosa, ci che non ancora tagliato dall i telletto, la assa
qualit di tale esperienza. Ma il valore non si limita alla sfera sensoriale. Esso percorre e genera
qualsiasi altra esperienza, qualsiasi altro fatto della realt.

Conclusioni
La filosofia di Pirsig non ha riscontrato un grande successo negli ambienti accademici. Ci
dovuto, a mio parere, a due motivi: il primo corrisponde alla tendenza da parte di Pirsig stesso ad
a e e u atteggia e to ostile ei o f o ti della Chiesa della agio e , ista o e la
rappresentazio e dell auto it i tellettuale he osta ola il p og esso di a i o; il se o do
consiste nel fatto che le sue opere (e specialmente la prima), oltre a essere composizioni
narrative, sono state recepite dal pubblico e dalla critica come libri cult. Tuttavia questo termine
estremamente limitante per Lo Zen e per Lila, poich con esso solitamente si fa riferimento a
opere artistiche che con lo stesso entusiasmo e con la stessa forza con cui si sono imposte alla
societ tendono anche a scomparire nel giro di poco tempo. Un libro cult affascina perch in un
dato momento culturale porta alla ribalta valori che con esso contrastano, e che in una certa
isu a i di idua o u a ia d us ita da i he egati o elati a e te a uella data situazio e
sociale e culturale. Mentre i lavori di Pirsig possono essere descritti con un nome che lui stesso
cita nella postfazione a Lo Zen: essi si configurano come kulturbrer, che una parola svedese
t adu i ile o po tato i di ultu a . Ma la t aslitte azio e i italia o o de e t a e i i ga o,
poi h a u a p i a i p essio e se
a he il sig ifi ato sia a alogo al te i e ult . I li i
portatori di cultura, per usare le parole di Pirsig:
Po ta o la ultu a o e u
ulo po ta la sua so a. No so o li i da s i e si o i te zio e. []
Appaiono quasi per caso, come le alterazioni improvvise del mercato azionario. Ci sono libri di
grande qualit che sono parte integrante della cultura, ma non la stessa cosa: questi libri sono s
pa te della ultu a, a o la po ta o i essu posto. [] I li i po tato i di ultu a etto o i
discussione i valori culturali comunemente accettati, e spesso lo fanno in un momento in cui la
cultura si sta muovendo in quella stessa direzione. Non sono necessariamente libri di grande qualit:
La capanna dello zio Tom non certo un capolavoro, dal punto di vista letterario, ma fu un libro

67

portatore di cultura. Giunse in un momento in cui la cultura era vicina al rifiuto della schiavit. La
107
ge te i ide u it atto dei suoi uo i alo i, lo fe e suo, ed e o il la o oso su esso.

Nello stesso tempo la filosofia di Pirsig non pu che esplicitarsi in tal senso. Il modo migliore
affinch essa possa esse e o p esa la a azio e, il a o to delle espe ie ze dell auto e e dei
suoi pensieri. Una filosofia autobiografica, che consenta la ricezione dei suoi concetti sulla base
del contesto esistenziale, nei vari intrecci che legano il protagonista con le altre persone e con gli
avvenimenti che caratterizzano i momenti della sua vita. Ma nella filosofia che auspica Pirsig il
protagonista pu essere chiunque, cos come chiunque ha la possibilit di provvedere
attivamente alla manutenzione della propria motocicletta filosofica, ossia alla manutenzione di se
stessi.

107

R. M. Pirsig, Lo e e l arte della

a ute zio e della

68

oto i letta, cit., pp. 396-397.

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