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20/10/2015

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Home / Dati-adn / Tutti i lavoratori potenziali smart worker ma Ict e acquisti le funzioni pilota

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Tutti i lavoratori potenziali smart worker ma Ict e


acquisti le funzioni pilota

Posted on 20 ottobre 2015 by Adnkronos in Dati-adn, Nazionali

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Milano, 20 ott. (Labitalia) Ogni lavoratore pu diventare potenzialmente uno smart worker, ma
quali addetti mostrano oggi un livello di predisposizione maggiore? Sicuramente, le funzioni aziendali
oggi pi predisposte a fare da piloti nelladozione di logiche di smart working sono la direzione Ict,
gli Acquisti e lAmministrazione controllo e finanza. In questi casi, infatti, la prevalenza di attivit
facilmente programmabili, spesso individuali, e per le quali possibile prevedere uninterazione
anche da remoto, consente di adottare efficacemente molte delle leve dello smart working. A
rivelarlo la ricerca dellOsservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di
Milano.
Lanalisi estensiva condotta questanno dallOsservatorio in collaborazione con Doxa, infatti, consente
di identificare un numero limitato di profili per cui definire un livello di prontezza e beneficio
potenziale nonch, in prospettiva, una configurazione adeguata delle leve da utilizzare.
Il profilo pi promettente da cui iniziare appare quello dei knowledge worker: si tratta di coloro che,
dedicando una parte significativa del proprio tempo ad attivit che richiedono concentrazione,
possono godere maggiormente della flessibilit e autonomia introdotta dallo smart working.
Seguono i multitasker, coloro che alternano alle attivit di concentrazione quelle di collaborazione e
comunicazione in presenza, che, grazie alla maggiore flessibilit e alluso di strumenti e spazi pi
adeguati possono migliorare produttivit ed efficacia del loro lavoro. In terzo luogo, i collaborator
(quelli per cui predominano attivit collaborative in presenza o attraverso tecnologie digitali).
I meno pronti sono communicator e contemplator, il cui lavoro prevede in misura preponderante
attivit di comunicazione diretta o creativit: bench anche per loro si possano identificare
configurazione pi smart di lavoro, il livello di benefici ottenibili risulta nel breve pi contenuto.
Se si considera, invece, il promotore dei progetti di smart working, analizzando quelli gi avviati nelle
grandi aziende italiane, si scopre che nella quasi totalit dei casi (il 91%) il top management. Mentre
i project leader delle iniziative si trovano solitamente allinterno delle funzioni Hr e It
(rispettivamente nel 71% e nel 37% dei casi). Ma ad essere coinvolte nella gestione del progetto (oltre
allIt stesso) sono spesso anche il Facility management e le rappresentanze sindacali.
I progetti di smart working hanno connotazioni molto diverse a seconda del contesto aziendale e
delle esigenze, ma in generale solo il 48% delle aziende che dichiarano di fare smart working porta
avanti iniziative sistematiche su tutte le diverse leve (policy di flessibilit oraria o di luogo di lavoro,
strumenti digitali, layout fisici e programmi di formazione tesi a modificare comportamenti e stili di
leadership).
Quasi in tutte le aziende sono previsti strumenti digitali (98%) o policy sulla essibilit di orario (96%),
nell83% dei casi stata introdotta essibilit di luogo di lavoro. Minore attenzione, viceversa, viene
data oggi alla formazione suicomportamenti e sugli stili manageriali, avviata in modo strutturato

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soltanto nel 55% del campione. Questultima, tuttavia, si dimostra a posteriori la leva pi
critica per il
successo delliniziativa.
Le iniziative meno diffuse, infine, riguardano la revisione del layout fisico degli spazi che, pur
richiedendo investimenti spesso rilevanti, rappresenta spesso un fattore chiave sia in termini di
impatto sui comportamenti che di riduzione dei costi.

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