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LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE


SOTTOSEZIONE T
[...]
FATTO E DIRITTO
La Corte, ritenuto che, ai sensi dell'art. 380 bis c.p.c., stata depositata in cancelleria la
seguente relazione: Il relatore Cons. Dott. Giuseppe Caracciolo, letti gli atti depositati,
osserva:
La Regione Lombardia propone ricorso per cassazione avverso la sentenza della
Commissione tributaria regionale di Milano con la quale - in controversia concernente
impugnazione di cartelle di pagamento per tassa automobilistica relativa agli anni 20002002 e notificata il 11.12.2009 - stato respinto l'appello proposto dall'ente Regione
avverso la sentenza della CTP di Milano n. 42/05/2011 che aveva accolto il ricorso della
parte contribuente T.V..
La sentenza impugnata - dato atto che la contribuente aveva eccepito la tardivit della
cartella medesima perch emessa dopo il decorso del termine prescrizionale triennale
previsto dal D.L. n. 953 del 1982, art. 5 - ha ritenuto che nella specie di causa la
notificazione dell'avviso di pagamento (avvenuta il 22.11.2005) aveva interrotto il decorso
del termine prescrizionale per la sola annualit del 2002, dovendosi ritenere prescritte le
altre annualit.Quanto al 2002, peraltro, la prescrizione non poteva considerarsi impedita
dalla notifica della cartella l'11.12.2009, atteso il decorso del nuovo termine prescrizionale
dal momento della definitivit dell'avviso di accertamento di cui prima si detto.
L'ente regione ha proposto ricorso affidandolo a unico motivo.
La contribuente non si difesa.
Il ricorso - ai sensi dell'art. 380 bis c.p.c., assegnato allo scrivente relatore - pu essere
definito ai sensi dell'art. 375 c.p.c..
Il motivo unico di ricorso (centrato contempo sulla violazione del D.L. n. 269 del 2003, art.
37 e sulla violazione della L.R. n. 10 del 2003 , art. 94) appare infondato e da
disattendersi.
Assorbente di ogni altro aspetto la manifesta infondatezza del profilo di censura
concernente la falsa applicazione della L.R. Lombardia n. 10 del 2003, menzionato art. 94,
a mente della quale, secondo la parte ricorrente, "il diritto alla riscossione delle somme
dovute alla regione in base ad atto di accertamento tributario si prescrive entro il 31
dicembre del quinto anno successivo a quello in cui l'atto divenuto definitivo". Secondo

parte ricorrente, facendo applicazione di detta norma, il giudice del merito avrebbe dovuto
ritenere che il termine di prescrizione non era spirato.
Senonch (anche a tacere dei profili di correlazione tra la disciplina applicata dal giudice
del merito e quella invocata dalla parte qui ricorrente, a proposito dei quali non si potrebbe
prescindere dall'applicazione dei principi richiamati dalla sentenza n. 288/2012 che ha
rammentato che "La tassa automobilistica tributo istituito e regolato da legge
statale",dacch poi le ulteriori conseguenze in tema di natura del predetto tributo siccome
"tributo proprio derivato" delle regioni, sia pure solo a seguito e per effetto della
emanazione della L. 5 maggio 2009, n. 42, in tema di "federalismo fiscale"; in termini si
veda anche Corte Cost. n. 296/2003) risulta dal testo dell'art. 100 della menzionata legge
regionale (cos come pubblicata sul sito internet ufficiale della regione Lombardia) che: "Le
disposizioni della presente legge si applicano con decorrenza dal periodo di imposta
successivo alla data della sua entrata in vigore".
La disciplina prescrizionale invocata dalla parte ricorrente non potrebbe dunque in nessun
caso essere applicata alle annualit dei tributi di cui qui si discute, da che consegue che indipendentemente dalla maturata prescrizione di parte di dette annualit gi in data
antecedente alla notifica dell'avviso di accertamento - la pretesa dell'ente regione avrebbe
dovuto essere dichiarata comunque prescritta anche per il decorso del termine fissato
dalla legge statale, di cui ha fatto applicazione il giudice del merito, nel periodo
intercorrente successivamente alla notifica dell'avviso di accertamento e prima della
notifica della cartella di pagamento.
Non mette conto soffermarsi dunque sulla questione (subordinata in senso logico e perci
assorbita) dell'applicazione alla presente fattispecie del D.L. n. 269 del 2003, art. 37, che
ha differito al 31.12.2005 il termine per il recupero della tasse qui in questione e
concernenti i periodi di imposta di cui si tratta.
Pertanto, si ritiene che il ricorso possa essere deciso in Camera di consiglio per manifesta
infondatezza.
Roma, 15 febbraio 2014.
ritenuto inoltre:
che la relazione stata notificata agli avvocati delle parti;
che non sono state depositate conclusioni scritte, n memorie;
che il Collegio, a seguito della discussione in Camera di consiglio, condivide i motivi in
fatto e in diritto esposti nella relazione e, pertanto, il ricorso va rigettato;
che le spese di lite non necessitano di regolazione, atteso che la parte vittoriosa non si
costituita.

P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso. Nulla sulle spese.
Cos deciso in Roma, il 18 febbraio 2015.
Depositato in Cancelleria il 24 marzo 2015

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