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LA RIFORMA IN 10 PUNTI
1.
LA PI GRANDE REVISIONE DELLA MAPPA AMMINISTRATIVA
DEL FVG DALLA NASCITA DELLA REGIONE
Una riforma di grande impatto (nel solco della Legge 1/2006 ma assai
pi ambiziosa) che ridisegna il sistema amministrativo regionale
intervenendo sia sulle istituzioni (chi fa) che sulle funzioni (cosa fa).
Una riforma che conseguenza diretta della scelta, ampiamente condivisa,
di superare le Province (Progetto di legge nazionale 1/2014 di modifica
dello Statuto in materia di enti locali e di elettorato e Legge regionale
14 febbraio 2014, n. 2 che disciplina le elezioni provinciali).
Una riforma che si muove in coerenza con il quadro nazionale (Delrio) e
rispetta i principi costituzionali, in particolare quelli di sussidiariet,
adeguatezza ed efficienza.
2.
CAMBIARE PER COSTARE MENO E FUNZIONARE MEGLIO
Una riforma necessaria che trova nella crisi economica un motore potentissimo
e un prezioso alleato nel superare resistenze, campanilismi e nicchie conservatrici
di potere locale.
Una riforma che guarda allefficienza complessiva del sistema, al miglioramento dei
servizi erogati ai cittadini sullintero territorio regionale e al risparmio.
Esperienze a noi vicine (Camposampierese e Bassa Romagna) dimostrano che gi la
sola gestione associata delle funzioni comunali comporta significativi risparmi di spesa
(- 40% sulla spesa corrente) e una conseguente notevole riduzione della fiscalit locale.
3.
RICERCA DI EQUILIBRIO FRA ISTANZE DIVERSE
4.
5.
UNA NUOVA MAPPA DEL TERRITORIO
La Giunta regionale propone uno
schema di aggregazione dei Comuni
dellintero territorio regionale.
Segue una fase di ascolto, durante la
quale il singolo Comune,
nel rispetto dei criteri di
dimensionamento stabiliti in legge,
pu chiedere di aderire a unaltra
Unione o decidere di non aderire affatto.
Valutate le richieste dei Comuni la
Giunta approva definitivamente il
Piano di riordino territoriale che
traccia i confini definitivi delle
Unioni territoriali intercomunali
e dei Comuni singoli che non hanno
aderito ad alcuna Unione.
6.
UN NUOVO GOVERNO DEL TERRITORIO
7.
GRADUALIT NEL TRASFERIMENTO DELLE FUNZIONI
Le Unioni gestiranno funzioni esercitate attualmente dai Comuni,
dalle Province e dalla Regione, oltre che dalle Comunit montane
(che con questo provvedimento vengono definitivamente superate).
In tre allegati al provvedimento vengono dettagliate le funzioni
provinciali trasferite dal 1 gennaio 2016 alle Unioni, quelle che
andranno alla Regione e quelle che rimarranno alle Province
fintanto che non saranno definitivamente superate.
Come detto, in unottica graduale, prevista unoperazione su
ampia scala di cessione delle funzioni regionali alle Unioni
di Comuni, non appena queste avranno raggiunto un buon
grado di consolidamento.
8.
PROGRAMMA ANNUALE DELLE FUSIONI
9.
PIANO TRIENNALE DI PROGRAMMAZIONE DELLUNIONE
Uno strumento essenziale e partecipativo di programmazione e pianificazione
delle politiche amministrative dellUnione che traccia il percorso di sviluppo del
territorio di area vasta, bilancia le esigenze locali, razionalizzando gli interventi sul
territorio, ottimizza limpiego delle risorse economiche e strumentali e armonizza le
politiche tributarie.
10.
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Approvazione preliminare del DDL da
parte della Giunta regionale:
22 settembre 2014