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17 ottobre 2014

avv. Paolo Panontin

Riordino del sistema


Regione-autonomie locali
nel Friuli Venezia Giulia

LA RIFORMA IN 10 PUNTI

1.
LA PI GRANDE REVISIONE DELLA MAPPA AMMINISTRATIVA
DEL FVG DALLA NASCITA DELLA REGIONE

Una riforma di grande impatto (nel solco della Legge 1/2006 ma assai
pi ambiziosa) che ridisegna il sistema amministrativo regionale
intervenendo sia sulle istituzioni (chi fa) che sulle funzioni (cosa fa).
Una riforma che conseguenza diretta della scelta, ampiamente condivisa,
di superare le Province (Progetto di legge nazionale 1/2014 di modifica
dello Statuto in materia di enti locali e di elettorato e Legge regionale
14 febbraio 2014, n. 2 che disciplina le elezioni provinciali).
Una riforma che si muove in coerenza con il quadro nazionale (Delrio) e
rispetta i principi costituzionali, in particolare quelli di sussidiariet,
adeguatezza ed efficienza.

2.
CAMBIARE PER COSTARE MENO E FUNZIONARE MEGLIO

Una riforma necessaria che trova nella crisi economica un motore potentissimo
e un prezioso alleato nel superare resistenze, campanilismi e nicchie conservatrici
di potere locale.
Una riforma che guarda allefficienza complessiva del sistema, al miglioramento dei
servizi erogati ai cittadini sullintero territorio regionale e al risparmio.
Esperienze a noi vicine (Camposampierese e Bassa Romagna) dimostrano che gi la
sola gestione associata delle funzioni comunali comporta significativi risparmi di spesa
(- 40% sulla spesa corrente) e una conseguente notevole riduzione della fiscalit locale.

3.
RICERCA DI EQUILIBRIO FRA ISTANZE DIVERSE

La cifra del provvedimento la ricerca di un equilibrio tra grande e piccolo,


tra obbligo e volont, tra un sistema di governo asciutto e diritto di rappresentanza,
tra vicinanza con il cittadino (sussidiariet) e capacit di essere efficienti (adeguatezza).
Un esempio: il sistema di governo delle Unioni per essere snello assegna un
forte protagonismo ai Sindaci. Questo potere dei Sindaci viene bilanciato dal
coinvolgimento dei Consigli comunali su determinate materie e dal loro voto su
atti fondamentali dellUnione.
Secondo esempio: lobbligo di aderire allUnione vale solo per i Comuni sotto i 5.000
abitanti (3.000 per la montagna). I Comuni adeguati che non possono essere obbligati,
vengono fortemente disincentivati (taglio trasferimenti).

4.

UNIONI DI COMUNI COME NUOVA MODALIT DI FARE INSIEME


Siamo consapevoli di innescare un processo complesso, di lungo periodo, che
coinvolge tutte le municipalit (sindaci, amministratori, funzionari, dipendenti).
La meta finale quella di un sistema integrato basato su due pilastri:
la Regione e i Comuni (cfr. programma di governo e linee guida).
La Regione sar al fianco dei Comuni, pronta a supportarli soprattutto nella prima
difficile fase di riorganizzazione dei servizi e di messa a fattor comune degli uffici,
delle competenze e delle professionalit.
Va in questo senso la previsione di effettuare solo in una seconda fase, quando le
unioni associative saranno sufficientemente consolidate e pronte, unoperazione
su ampia scala (art. 25 del DDL) di trasferimento delle funzioni regionali ai Comuni.

5.
UNA NUOVA MAPPA DEL TERRITORIO
La Giunta regionale propone uno
schema di aggregazione dei Comuni
dellintero territorio regionale.
Segue una fase di ascolto, durante la
quale il singolo Comune,
nel rispetto dei criteri di
dimensionamento stabiliti in legge,
pu chiedere di aderire a unaltra
Unione o decidere di non aderire affatto.
Valutate le richieste dei Comuni la
Giunta approva definitivamente il
Piano di riordino territoriale che
traccia i confini definitivi delle
Unioni territoriali intercomunali
e dei Comuni singoli che non hanno
aderito ad alcuna Unione.

6.
UN NUOVO GOVERNO DEL TERRITORIO

Le Unioni sono enti aventi natura giuridica capaci


di esercitare in forma associata funzioni comunali
e di area vasta, sia provinciali che regionali.
Sono inoltre in grado di gestire la programmazione
e le strategie di sviluppo territoriale, economico e sociale.
Le Unioni predispongono un proprio statuto e un
regolamento e si dotano di un sistema di governo
affidato a unAssemblea composta da tutti i Sindaci
dei Comuni dellUnione (con un peso diverso a seconda
del numero di abitanti del Comune) e da un Presidente
eletto tra i componenti lAssemblea.

7.
GRADUALIT NEL TRASFERIMENTO DELLE FUNZIONI
Le Unioni gestiranno funzioni esercitate attualmente dai Comuni,
dalle Province e dalla Regione, oltre che dalle Comunit montane
(che con questo provvedimento vengono definitivamente superate).
In tre allegati al provvedimento vengono dettagliate le funzioni
provinciali trasferite dal 1 gennaio 2016 alle Unioni, quelle che
andranno alla Regione e quelle che rimarranno alle Province
fintanto che non saranno definitivamente superate.
Come detto, in unottica graduale, prevista unoperazione su
ampia scala di cessione delle funzioni regionali alle Unioni
di Comuni, non appena queste avranno raggiunto un buon
grado di consolidamento.

8.
PROGRAMMA ANNUALE DELLE FUSIONI

Le fusioni dei Comuni rappresentano un tassello fondamentale di questa


riforma e contribuiscono, al pari delle Unioni, a realizzare il riordino del
sistema integrato Regione-Autonomie locali.
La Giunta regionale, utilizzando una sua prerogativa legislativa, si fa carico di
proporre direttamente, con cadenza annuale, un piano delle fusioni di Comuni
che tiene conto non solo delle istanze provenienti dagli stessi territori, ma anche
dei limiti di adeguatezza oggettivi di quei Comuni che non sono in grado di
garantire lo sviluppo socio-economico e culturale del loro territorio.
La Giunta assume liniziativa legislativa sui singoli progetti di fusione che, anno dopo
anno, andranno a comporre gradualmente il nuovo quadro istituzionale del FVG.

9.
PIANO TRIENNALE DI PROGRAMMAZIONE DELLUNIONE
Uno strumento essenziale e partecipativo di programmazione e pianificazione
delle politiche amministrative dellUnione che traccia il percorso di sviluppo del
territorio di area vasta, bilancia le esigenze locali, razionalizzando gli interventi sul
territorio, ottimizza limpiego delle risorse economiche e strumentali e armonizza le
politiche tributarie.

10.
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Approvazione preliminare del DDL da
parte della Giunta regionale:
22 settembre 2014

Discussione e approvazione del DDL da


parte del Consiglio Regionale:
20 novembre 2014
Entrata in vigore della Legge:
met dicembre 2014
Approvazione definitiva del Piano di
riordino territoriale:
met marzo 2015
Costituzione delle Unioni:
1 agosto 2015

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