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2€
anno III
n° 6
feb.—mar.
2010
Editoriale
I n diversi articoli di questo numero
si sottolinea che il significato di sport
dei centri, dai punti attribuiti dai giu-
dici, dai gol segnati...
La competizione è dominata dal princi-
dell'ex Germania dell'Est e della Ro-
mania sono stati alimentati da stru-
menti repressivi, che non si sono fer-
è, semplicemente, quello di divertirsi, pio della misurazione dell'uomo, quel mati neanche davanti alla sommini-
cioè avere la possibilità di fare qualco- principio che, nell’antica morale ebrai- strazione di farmaci assolutamente
sa di diverso da quanto si è quotidiana- ca, era tanto aborrito da rappresentare proibiti e nocivi. Chi ha curiosità vada
mente obbligati a fare. L'immagine che un tabù. Lo potevano infrangere, in- a leggersi le vicende delle ginnaste ru-
accompagna questo editoriale suggeri- fatti, solo i costruttori di bare. Lo mene, costrette con cocktail di ormoni
sce una delle idee che originariamente sport è un fenomeno penetrante, coin- a rimanere agili e leggere come bambi-
potevano essere associate allo sport: volgente, totalizzante. Guardiamo un ne. Su questo punto non si può tacere il
starsene, ad esempio, ad aspettare che palinsesto televisivo e scopriremo che mostruoso intreccio tra attività fisica e
abbocchi un pesce, con i piedi a mollo le trasmissioni che ne trattano rappre- ricerca medica. Non ha molta impor-
in un letto di un fiume, all'ombra di sentano una percentuale incomparabil- tanza distinguere il fenomeno dei cam-
frondosi alberi, in un pomeriggio di mente più elevata di qualsiasi altro pioni a tutti i costi dai palestrati di
una calda estate... Lo sport/diporto argomento. Le pay tv sono nate e si quartiere, oppure se si tratta di sostan-
era, dovrebbe esserlo ancora, la ricerca reggono sui diritti di sfruttamento tele- ze ammesse o vietate dalle attuali liste
di una dimensione, non importa se in- visivo delle partite di calcio. Ma il fe- di farmaci. Ciò che fa orrore è che le
dividuale o sociale, in grado di soddi- nomeno non è certo solo nostrano. Fo- prestazioni diventano il fine e il corpo è
sfare l'intima esigenza di un riequili- otball e baseball negli USA non hanno solo un mezzo. Ciò che è disperante è
brio fisico e psichico, di trovare una nulla da invidiare al calcio europeo e che anche i genitori, lusingati dalla
propria giusta dimensione, luoghi ed sudamericano per giro d'affari e livello speranza di facili guadagni per i loro
esercizi adatti, scelti a propria misura. dei profitti. Sport uguale business? figli, li accompagnano più volentieri
Lo sport dovrebbe essere un ambito in Non solo. Sport è politica. Lo dimostra alle scuole di calcio che alla scuola pub-
cui realizzare il detto del filosofo Pro- l'accanimento con cui è stato organiz- blica; li seguono più attentamente per i
tagora secondo cui “l'uomo è la misura zato, finanziato e coccolato dai regimi provini di qualche becero programma
di tutte le cose”. Ma, da soggetto e mez- totalitari. Pensiamo alle Olimpiadi di televisivo che per le più decisive prove
zo di misura, lo sport ha progressiva- Berlino del 1936, ai mondiali di calcio di un esame di Stato. E allora il proble-
mente ridotto l'uomo ad oggetto di vinti dal regime fascista italiano nel ma non è più sportivo, ma sociale. Alle
misurazione. Prendiamo un'Olimpiade, 1934 e 1938, ma anche al ruolo oppres- solide e splendide fattezze di un corpo
un campionato, una rassegna di una sivo che ha avuto lo sport nell'Unione sempre più desiderato e curato si sacri-
qualunque attività sportiva, professio- sovietica e nei paesi del cosiddetto so- fica una mente deprivata dell’unico
nistica o dilettantistica. Il nostro valo- cialismo reale. Ricordiamo il boicottag- alimento di cui necessita, un orizzonte
re, il nostro essere sportivi, è espresso gio americano alle olimpiadi di Mosca di valori che indichi il perché si compie
dai decimi o dai centesimi della veloci- del 1980 e il boicottaggio di risposta un’azione.
tà, dai metri e dai centimetri dei lanci, sovietico a quelle di Los Angeles del Oggi si può dire, si spera non per sem-
dai chilogrammi dei pesi, dal numero 1984. I “gloriosi” medaglieri olimpici pre, “Corpus sanum in mente insana”.
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In questo numero:
Editoriale, p. 2
Indice, p. 3
Simona Nicolosi, L'attività fisica e lo sport non agonistico, pp. 4-6
Giuseppe Strazzulla, Pugni in sala, pp. 7-9
Pietra Pomice, Pasolini e il calcio come letteratura, pp. 10-2
Dario D'Angelo, Annunziato Allegra, p. 13
Lorenzo Catania, Quando la poesia indossa la maglia nerazzurra dell'Inter, pp. 14-5
Antonio Squeo, Una foto, una storia, p. 15
Aldo Migliorisi, Un giorno perfetto (per non ascoltare gli inni delle squadre di calcio), pp. 16-7
Guglielmo Manenti, Tavola di illustrazione, p. 17
A.L.D., No, non posso capire. E non ci provo neanche, pp. 18-9
Antonio Squeo, Cultura non è culturismo, pp. 20-1
Carlos Caszely, Mi chiamo Carlos Caszely, e nonostante il cognome sono cileno, pp. 22-4
Francesco Mancini, Lo sport, il divertimento, la distrazione, pp. 25-7
Stefania Lucia Zammataro, Motivi interpretativi dello sport nell'arte, pp. 28-9
Giovanni Abbagnato, Quando gli interessi economici e i modelli sociali drogano lo sport, pp. 30-1
Vincenza Iannelli, Lo sport nell'antica Roma? Gare - spettacolo per tutti i gusti, pp. 32-3
Simona Nicolosi, Lo sport come strumento di intervento sociale dopo un disastro ambientale e civile, pp. 34-5
Supplemento a Sicilia Libertaria n°292 - febbraio 2010. Direttore responsabile: Giuseppe Gurrieri.
Registrazione Tribunale di Ragusa n° 1 del 1987. Fotocopiato presso Fast Service Digital Photo,
via Antonino Longo n. 36/a – Catania. La Redazione, composta da volontari, si riunisce periodicamente in un Comitato di re-
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me collaboratore o può inviare contributi all’indirizzo di posta elettronica: rivistalarcobaleno@gmail.com.
Sul sito htpp://rivistalarcobaleno.blogspot.com è possibile leggere e scaricare i numeri arretrati e gli approfondimenti tematici.
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L’attivita’ fisica
e lo sport
non agonistico
I benefici dell’attività fisica fisica consente uno sviluppo armonico o nostro scopo adottiamo delle strategie. Il
un rafforzamento della visione di Sé termine strategia induce però ad una
L’attività fisica ha degli effetti benefici (l’autostima, l’autoefficacia, il concetto duplice considerazione:
attività fisica e qualità della vita
sullo stato generale di un individuo. È di Sé generale e fisico); ha effetti positivi - la strategia costituisce quell’insieme di
stato ormai dimostrato da diverse ricer- sul tono dell’umore e nelle relazioni so- azioni che ci consente di raggiungere in
che scientifiche che un’attività fisica ciali; inoltre, consente di contrastare le maniera più efficace e in minor tempo un
prolungata nel tempo – ovvero la parteci- conseguenze negative legate alla seden- determinato obiettivo. Un tipico esempio
pazione a programmi regolari di allena- tarietà e ad un stile di vita poco sano in sono le strategie metacognitive (vedi
mento – e di media intensità migliora i generale, derivante anche ad una dieta glossario) nello studio, costituite dalla
tempi di reazione e la performance nelle alimentare irregolare. scelta degli strumenti da utilizzare, dalla
prove di abilità matematica, la rapidità di Le strategie per contrastare visione complessiva dei contenuti preli-
lettura e di comprensione dei testi scritti, minare allo studio, dalla costruzione di
la sedentarietà mappe cognitive, dalla reiterazione ad
i processi metacognitivi (vedi glossario), Per ottenere dei risultati bisogna però
l’uso di strategie di apprendimento e di applicarsi con regolarità, resistendo alle Per ottenere dei risultati bisogna però
autoregolazione nello studio, la stessa distrazioni e alle pratiche che spesso applicarsi con regolarità, resistendo
motivazione allo studio, la pianificazione vengono proposte come rilassanti o poco anche alle distrazioni e alle pratiche
del lavoro e la capacità di soluzione dei dannose (divertimenti sedentari o cibo che spesso vengono proposte come
problemi motori e sportivi. L’attività spazzatura). In genere, per raggiungere il rilassanti o poco dannose .
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voler raggiungere standard di bellezza
astratti -, che non presuppongono neces-
sariamente un’attività fisica equilibrata,
ma possono condurre anche a pratiche
dannose. Tuttavia, una corretta dieta
alimentare e un’attività fisica, svolte la
prima sotto il controllo medico e la se-
conda con la supervisione di una guida
esperta, costituiscono un percorso saluta-
re che, anche se più lento e faticoso, con-
sente di raggiungere obiettivi psicofisici
(anche estetici) apprezzabili e a lungo
termine. In entrambi gli esempi citati, le
motivazioni possono essere “agganciate”
a strategie che consentano di collegare
l’attività fisica ad interessi personali, ad
esperienze positive, divertenti e non ec-
cessivamente intense. Le abitudini pos-
sono essere cambiate se la motivazione è
interna, ma è anche stabilizzata attraver-
so la concordanza tra gli interessi perso-
nali e le azioni che si intraprenderanno di
Western High School, Washington, D.C. , 1899? conseguenza.
alta voce dei contenuti e così via. mento sbagliato. Anche se la migliore
-la strategia rappresenta una modalità strategia dovrebbe risiedere nella preven- Tuttavia, una corretta dieta
efficace per deviare da una routine, da zione di un comportamento sedentario alimentare e un’attività fisica, svolte
uno schema comportamentale (vedi glos- attraverso l’educazione ad uno stile atti- la prima sotto il controllo medico e la
sario) acquisito e divenuto ormai auto- vo e sano, spesso i contesti di vita non seconda con la supervisione di una
matico. facilitano l’acquisizione di abitudini sa- guida esperta, costituiscono un per-
Ogni azione differente dall’abitudine ne. Dover “trovare strategie” per dedica- corso salutare che, anche se più lento
diventa difficile da realizzare, perché i re tre ore a settimana all’attività fisica o e faticoso, consente di raggiungere
pensieri automatici in qualche modo per mangiare in maniera equilibrata, si obiettivi psicofisici (anche estetici)
prevalgono su quelli intenzionali, con- associa molto più spesso al cambiamento apprezzabili e a lungo termine.
trollati. Per poter minimizzare questa di pratiche poco o per niente salutari. E
forma di irrigidimento cognitivo, posso- poi, soprattutto, perché cambiare uno
no essere realizzate delle strategie nella stile di vita inattivo se non sembra esiste-
vita quotidiana. Si tratta di strategie fina- re nessuna ragione evidente connessa Il modello estetico
lizzate ad un dis-apprendimento parziale alla salute o all’ aspetto fisico? proposto dai media
o complessivo (cioè imparare a non com- Cambiare uno stile Un discorso a parte dovrebbe essere fatto
piere più un’azione o una parte di un sul rapporto con il proprio corpo e
comportamento complesso) di uno sche- di vita poco sano l’alimentazione, che coinvolge la sfera
ma acquisito. Facciamo un esempio. Se si deve intra- della costruzione identitaria e del delica-
prendere un’attività fisica o una dieta to equilibrio tra l’immagine percepita del
In generale si può dire che una alimentare in seguito ad una prescrizione proprio Sé corporeo, l’autovalutazione
strategia prevede la costituzione di medica o si vuole fare sport per “piacersi dei significati che la società attribuisce al
schemi di comportamento che di più”, pensare ad una pratica sedentaria corpo - legati all’aspetto, alla forma fisi-
conducono a determinati obiettivi abituale o ad un particolare cibo, rappre- ca e alla pratica sportiva - e la pressione
– virtuosi, come nel primo esempio – sentano certamente delle distrazioni ri- che questi significati esercitano attraver-
o che possono risultare fastidiosi spetto ai nostri propositi. Pensare al dol- so il contesto più vicino alla persona
(i lapsus) o in alcuni casi dannosi, ce che ci piace di più, quindi, può com- stessa. I modelli estetici e di comporta-
come la perseveranza in promettere la nostra serenità o la forza mento proposti dai mass media sono
comportamenti non salutari. della nostra motivazione! La motivazio- sostanzialmente malati, propongono cioè
ne, nel primo caso, è esterna, dipende da caratteristiche irrealistiche e pratiche
In generale si può dire che una strategia qualcun altro, ovviamente il medico che alimentari e fisiche che comportano pa-
prevede la costituzione di schemi di ha prescritto la cura, ma le nostre abitu- tologie. È inutile nutrirsi di barrette ener-
comportamento che conducono a deter- dini non ci aiutano a cambiare comporta- getiche e integratori se si segue una cor-
minati obiettivi – virtuosi, come nel pri- mento e virare seriamente verso uno stile retta alimentazione, basata su un apporto
mo esempio – o che possono risultare di vita più sano. Nel secondo caso, la energetico equilibrato rispetto al proprio
fastidiosi (i lapsus) o in alcuni casi dan- motivazione è interna, dipende da noi, fabbisogno, che è sempre individuale,
nosi, come la perseveranza in comporta- dal fatto che spesso non ci piace il nostro varia da persona a persona. Non si può
menti non salutari. Inoltre, mentre nel corpo. È però una motivazione instabile nemmeno pensare di ottenere risultati
primo caso si parla più di prevenzione di se si basa su elementi transitori - come stabili indipendentemente dalla prepara-
comportamenti, nel secondo caso ci si ad esempio, l’umore del momento - op- zione fisica, iniziare cioè un allenamento
riferisce al cambiamento di un comporta- pure esclusivamente estetici - come il eccessivo conduce a danni fisici e psico-
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logici. Un danno alla salute può essere insito all’attività in sé.
causato anche dall’attività fisica, non è Per potenziare i benefi-
vero che lo sport fa sempre bene. È im- ci, come suggerito in
portante infine capire ciò che vogliamo Psicologia dello sport
ottenere veramente, perché spesso si e del movimento uma-
tratta di decidere tra un’immagine sosti- no, a cura di D. Spinel-
tutiva, pronto uso, come gli avatar digi- li: l’esercizio dovrebbe
tali e la costruzione graduale della pro- essere di tipo aerobico
pria identità. Il Sé fisico – l’insieme e non essere competiti-
delle caratteristiche che ciascuno attri- vo, essere temporanea-
buisce al proprio corpo – esercita un mente e spazialmente
ruolo critico nei processi di adattamento certo, e includere mo-
psicologico che, se non correttamente vimenti ritmici e ripeti-
gestiti dall’individuo, possono degene- tivi. L’esercizio do-
rare in comportamenti patologici che vrebbe inoltre essere a
coinvolgono anche la sfera della alimen- basso impatto: l’ eser-
tazione. La nostra immagine dovrebbe cizio di elevato impatto
dipendere da un processo di costruzione produce benefici su
graduale che non può prescindere dalle quel piano che gli spe- La partenza, circa 1897
nostre caratteristiche, che sono sempre cialisti chiamano della
uniche. fitness relativa alla performance, ma giocare alla playstation, iscriversi e fre-
non induce uno stato psicologico desi- quentare un corso di danza caraibica
derabile. Un altro aspetto è quello della sono esempi di attività fisica strutturata.
Proporre attività motivanti regolarità, anche perché, come è noto, il Tutti questi sono alcuni degli esempi di
primo risultato di un’attività intensa ma attività possibili e hanno l’effetto di
Anche se può apparire scontato, il primo irregolare è quello di generare stati di migliorare l’umore nel breve termine, e
requisito per motivare ad iniziare affaticamento e dolori muscolari. Fare la salute e l’immagine corporea nel me-
un’attività fisica è il divertimento. Ele- cinque minuti di passeggiata, prendere dio e lungo termine. Fitness e wellness
mento che massimizza anche i benefici le scale anziché l’ascensore, utilizzare possono essere accostati nella stessa
psicologici dell’attività svolta. Se si mezzi di trasporto attivi (andare a piedi frase senza essere in contraddizione tra
pratica una disciplina o un allenamento o in bicicletta) e non motorizzati loro; sono praticabili se la prima si col-
spiacevole è improbabile che la persona (motorino, moto, auto) sono esempi di lega alla salute, cioè se contiene gli ele-
si senta meglio e quindi che sia motivata attività fisica non strutturata che posso- menti che abbiamo citato (divertimento,
a continuare. Il divertimento può deriva- no essere svolti quotidianamente. Tra- media intensità, non competitività, rego-
re anche dall’aspetto della socialità con- scorrere il proprio tempo libero larità).
nesso alla pratica dell’allenamento fisi- all’aperto facendo mezz’ora di marcia o
co o sportivo, ma deve senz’altro essere di corsa anziché navigare su internet o Simona Nicolosi
Glossario
Processi cognitivi
Cognizione significa conoscenza, i processi cognitivi sono quindi tutte le funzioni psichiche che ci consentono di conoscere
se stessi, gli altri e il mondo circostante. Sono processi cognitivi l’attenzione, la percezione, la memoria, il linguaggio,
l’apprendimento, il ragionamento, il giudizio e la scelta, ecc.
Metacognizione
La metacognizione è un processo di riflessione sui propri processi cognitivi. Secondo Cornoldi, la metacognizione si distin-
gue in tre aree:
- le conoscenze specifiche sui propri processi cognitivi ed emotivi. Quindi non sui processi cognitivi o emotivi in generale,
che possono essere appresi da un qualsiasi testo di psicologia, ma sui personali modi di memorizzare una serie di notizie, di
apprendere da un testo, di ragionare sulle cose, di gestire l’ansia durante un’esame;
- i processi metacognitivi di controllo, riguardano il monitoraggio e la valutazione del proprio funzionamento mentale;
- infine, l’atteggiamento metacognitivo è l’attitudine a riflettere sui propri processi mentali.
La metacognizione consente di regolare il proprio funzionamento mentale per renderlo efficiente (risparmiare tempo e fatica)
ed efficace (raggungere gli obiettivi desiderati).
Ad esempio: se avete riflettuto sulle vostre capacità di memorizzazione o sulla quantità di tempo in cui riuscite a stare attenti
durante una lezione o lo studio stabilendo anche dei limiti personali, allora avete delle conoscenze metacognitive specifiche.
Se, prima di una interrogazione o un compito in classe, avete testato la vostra preparazione pensando alle possibili domande
dell’esame e a come rispondere allora avete applicato dei processi di controllo al vostro apprendimento.
se ritenete che sia utile stabilire se un compito è facile o difficile, oppure decidere prima di iniziare a studiare come sia me-
glio organizzare lo studio, allora avete avuto un atteggiamento metacognitivo.
Se, infine, non vi siete mai chiesti nulla del genere… forse è il caso di iniziare a farlo, soprattutto perché può migliorare la
qualità, oltre che il risultato dei vostri sforzi di apprendimento. Lo schema comportamentale è una sequenza di azioni che
fanno parte di un’azione complessa e che generalmente è divenuta automatica.
Schemi comportamentali sono, per esempio, allacciarsi le scarpe, andare in bicicletta o guidare la macchina.
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Darle e prenderle sul ring: la boxe come metafora della vita
e m a rg i n a t i d a l l a s o c i e t à , c a m p i o n i s u l r i n g
L a boxe è sport di amore e di odio, di
abbracci e di pugni, di trionfi e di dram-
occasionalmente al cinema), proviamo a
fare una parziale, certamente lacunosa
carrellata cronologica sui principali film
e amante di Shakespeare, considerato il
primo “campione del mondo” (ossia
degli Stati Uniti d’America) a partire dal
mi. Si combatte su una pedana (il ring), ispirati a quella che nel XVIII secolo in 7 settembre 1892, quando sconfisse
possibilmente sopraelevata, con lato da Inghilterra James Figg, titolare di una John Sullivan, imbattuto per dieci anni,
4,35 m. a 6,10, recintata da tre ordini di scuola di scherma, volendo insegnare ai l’ultimo a combattere a pugni nudi. Nar-
corde, del diametro di 3-5 cm., sistemate suoi allievi anche la difesa a pugni nu- rativamente molto raffinato è un film
all’altezza di 40, 80 e 130 cm. Pratica- di ,chiamò noble art of self defense. tratto da un poema del giornalista ameri-
mente, un’inquadratura già pronta. Lì, in
quello spazio delimitato in combinazio-
ne reciproca col mondo ma per la durata
G ià il grande cinema muto aveva
intuito le potenzialità espressive del
cano degli anni Venti, Joseph Moncure
March: Stasera ho vinto anch’io (The
Set-Up, 1949) di Robert Wise, girato in
del match isolato in una dimensione pugilato. Nel film conosciuto in Italia tempo reale dalle 21.05 alle 22.17 di una
altra, la violenza accumulata fuori va col titolo Io e la boxe (Battling Butler, maledetta serata per il pugile a fine car-
regolata, finalizzata alla scherma, rego- 1926) di Buster Keaton, il nostro mera- riera interpretato da Robert Ryan.
lata dall’autocontrollo e dalla presenza viglioso “comico triste” è costretto a
di un arbitro che non ti permetterà di sfidare il terribile Alabama Killer al
partire a testa bassa come vorresti per posto del vero pugile… La leggenda del Il cinema degli anni Cinquanta scopre
avventarti sull’avversario. pugilato “di strada”, con esibizioni in la funzione della boxe come parafrasi
piazza o nelle fiere di paese, la ritrovia- della lotta per la vita: è un ex pugile il
La boxe è sport di sangue e di sputi, mo in Vinci per me! (The Ring, 1927) protagonista di Fronte del porto (On
di amicizie fraterne e di Alfred Hitchcock. Anche il sommo the Waterfront, 1954) di Elia Kazan,
di offese mortali, Charlie Chaplin ci dà un “saggio” irre- l’immortale Malloy di Marlon Brando.
persino di morsi sistibile di pugilato in Luci della città
che staccano un pezzo di orecchio. (City Lights, 1931). Il sentiero della
gloria (Gentleman Jim, 1942) di Raoul I l cinema degli anni Cinquanta scopre
La boxe è sport di sangue e di sputi, di Walsh è la biografia di James Corbett la funzione della boxe come parafrasi
amicizie fraterne e di offese mortali, (il fascinoso Errol Flynn), uomo di stile della lotta per la vita: è un ex pugile il
persino di morsi che staccano un pezzo protagonista di Fronte del porto (On
di orecchio. La boxe ha una storia nobi- the Waterfront, 1954) di Elia Kazan,
lissima, che si confonde con i miti anti- l’immortale Malloy di Marlon Brando; e
chi: combatterono Teseo, Polluce, Erco- Humphrey Bogart, ne Il colosso d’ ar-
le, Ares, Apollo; ci sono magnifiche gilla (The Harder They Fall, 1956) di
scene pugilistiche nell’Iliade (libro Mark Robson, è un giornalista mezzo
XXIII, tra Epeo ed Eurialo) e nell’ Enei- fallito che aiuta l’ingenuo pugile invi-
de (libro V, fra Entello e Darete). schiato in affari loschi. Ma la rabbia
La boxe, insomma, contiene già in sé i dell’ “animale da ring”, in tutta la sen-
topoi della narrazione cinematografica. sualità del giovane Paul Newman, esplo-
Le dimensioni del campo di sfida per- de nel melodramma Lassù qualcuno mi
mettono di “inquadrare” l’azione nella ama (Somebody Up There Likes Me,
sua interezza con un solo sguardo, ed il 1956 di Robert Wise, biografia non del
dramma è già lì, pronto sin dall’inizio: tutto fedele di Rocco Barbella, l’ italoa-
due tipi se le danno di santa ragione, e ci mericano diventato campione del mondo
sarà un perché che scopriremo più avan- dei pesi medi col nome d’arte di Rocky
ti nel corso del racconto. E’ naturale che Graziano. In Italia, Paese approssimati-
il cinema vi abbia attinto più che in vo e cialtrone, il grande attore teatrale
qualsiasi altro sport. La filmografia pu- Vittorio Gassman si dedica alla comicità
gilistica contiene migliaia di titoli ed e inventa il personaggio di Peppe, il
alcuni capolavori. In attesa di un auspi- pugile “suonato” e balbuziente de I soli-
cabile studio analitico sulle capacità ti ignoti (1958) di Mario Monicelli,
tecniche dei pugili cinematografici che promette agli amici di far trovare il
(esclusi, s’intende, i pugili veri prestati Pugilatore in riposo, scultura greca del I sec. a.C. suo avversario nella pagina dei necrolo-
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gi del quotidiano e invece, dopo averle Un fotogramma dal film “Toro scatenato” con Robert De Niro
prese sonoramente, si trova costretto ad
aggregarsi agli altri nel tentativo di scas-
sinare un appartamento; lo stesso perso-
naggio viene ripreso nell’episodio La
nobile arte, l’ultimo del film I mostri
(1963) di Dino Risi, dove il suo collega
(Ugo Tognazzi) lo convince a tornare
sul ring con risultati, per l’appunto,
“mostruosi”.
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l’anziano allenatore si lascia convincere mio Oscar meritato. Il 30 ottobre 1974, inventare un copione migliore.
dalla ragazza che vuole a tutti i costi
salire sul ring, instaurando un rapporto
padre-figlia con inevitabili conseguenze
a Kinshasa, Zaire, il campione del mon-
do dei pesi massimi George Foreman
sfida Cassius Clay-Mohammed Alì.
I primi round sono favorevoli a Fore-
man, che colpisce ripetutamente, anche
emozionali sugli spettatori e un finale Due caratteri diversi (chiuso e un po’ se mai in modo devastante, un Alì chiu-
commovente, che affronta con delicatez- antipatico il campione, estroverso fino so a difesa, che sembra incapace di met-
za il tema dell’eutanasia. Non solo boxe, alla follia lo sfidante), due stili diversi tere il naso fuori dal suo angolo, schiac-
come si vede, ma la vita che si sporca e (George potente e distruttivo, Cassius ciato. Tutti i suoi tifosi sono perplessi:
si riscatta col sangue della boxe. Ancora leggero e pungente), due simboli diversi non è più lui, si pensa crudelmente. Ma
una citazione merita Cinderella man – (il nero integrato Foreman, il nero rivo- lui continua a provocare l’avversario
Una ragione per lottare (2005) di Ron luzionario Alì): il film gioca inizialmen- (“Mi hanno detto che sai dare pugni,
Howard, abilissimo costruttore di emo- te sul contrasto, ma finisce ben presto George…”), fin quando, all’ottavo
zioni e di suspence: ancora una storia col diventare un’apologia dell’uomo più round, con il campione all’attacco stre-
vera, quella di James Braddock, il pugile amato dal popolo zairese, che lo incita al mato, Alì gli assesta un gancio sinistro,
irlandese ritornato dall’anonimato alla grido di Alì, boma ye! (Alì, uccidilo). seguito da un diretto al volto che fa va-
sfida per il titolo contro il campione Intorno all’avvenimento sportivo, si crea cillare Foreman e lo atterra.
Max Baer negli anni della Grande De- un vero e proprio “evento antropologi- La farfalla ha ripreso a volare, e con lei
pressione. co” con l’organizzazione di un concerto volano tutti i neri del mondo. Il riscatto
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Pasolini e il calcio come letteratura
Il pallone giocato, tra prosa e poesia
P ier Paolo Pasolini è un autore com-
plesso: sofisticato, plebeo, iconoclasta,
Meridiani Mondadori, Pasolini trova il
modo di chiarire e di approfondire la sua
analisi sul significato del calcio, che non
linguaggio scritto-parlato. Ora, come si
formano queste ultime? Esse si formano
attraverso la cosiddetta "doppia artico-
contestatore persino dei nuovi contesta- solo interpreta come un ordinato sistema lazione" ossia attraverso le infinite com-
tori che si profilano all'orizzonte del '68. di segni, ma che provocatoriamente ac- binazioni dei "fonemi": che sono, in ita-
Giornalista, scrittore, poeta, regista, è costa e confronta con il sistema di segni liano, le 21 lettere dell'alfabeto. I
stato anche, certamente con minor fortu- più importante, il linguaggio. Eccone la "fonemi" sono dunque le "unità minime"
na, un calciatore dilettante. descrizione: della lingua scritto-parlata. Vogliamo
La diretta conoscenza del calcio e di divertirci a definire l'unità minima della
tutto l'ambiente che attorno vi fioriva, gli Il football è lingua del calcio? Ecco: "Un uomo che
permette di elaborare un'interpretazione un sistema di segni, usa i piedi per calciare un pallone è tale
originale e ardita di questo sport, assimi- cioè unità minima: tale "podema" [...]. Le
lato in modo volutamente sacrilego alla infinite possibilità di combinazione dei
un linguaggio
sfera religiosa:
letteratura e calcio
Pier Paolo Pasolini, 1961. Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini / Archivio Fotografico Cineteca del Comune di Bologna
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Pasolini, il secondo in basso a destra, con la Nazionale dello Spettacolo, anni '70.
Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini / Archivio Fotografico - Cineteca del Comune di Bologna
sintassi si esprime nella "partita", che è Pasolini scrive questa semiologia del calcio in poesia: egli è un "poeta reali-
un vero e proprio discorso drammatico. calcio in anni in cui lo status della lette- sta". Corso gioca un calcio in poesia, ma
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non "sempre" come l'azione del goal). poetico). Insomma, il momento poetico
Ogni goal è sempre
Infatti il sogno di ogni giocatore del calcio sembra essere (come sempre)
un'invenzione, (condiviso da ogni spettatore) è partire il momento individualistico (dribbling e
è sempre una sovversione da metà campo, dribblare tutti e segna- goal; o passaggio ispirato). Il calcio in
del codice: ogni goal è re. Se, entro i limiti consentiti, si può prosa è quello del cosiddetto sistema (il
ineluttabilità, folgorazione, immaginare nel calcio una cosa sublime, calcio europeo): il suo schema è il se-
è proprio questa. […]. guente:
A
stupore, irreversibilità
gali e ostici, c'è un terreno comune: che questo punto Pasolini, a sostegno
è la "cultura" di quel Paese: la sua at- della sua tesi e un po' per ostentare la catenaccio
tualità storica. Così, proprio per ragioni serietà del suo intento, ricorre addirittura
di cultura e di storia, il calcio di alcuni agli schemi grafici, tanto cari ai semiolo- triangolazioni
popoli è fondamentalmente in prosa: gi: “Chi sono i migliori "dribblatori" del
prosa realistica o prosa estetizzante mondo e i migliori facitori di goals? I conclusioni
(quest'ultimo è il caso dell'Italia): men- brasiliani. Dunque il loro calcio è un
tre il calcio di altri popoli è fondamen- calcio di poesia: ed esso è infatti tutto il "goal", in questo schema, è affidato
talmente in poesia. Ci sono nel calcio dei impostato sul dribbling e sul goal. Il alla "conclusione", possibilmente di un
"poeta realistico" come Riva, ma deve
derivare da una organizzazione di gioco
collettivo, fondato da una serie di pas-
saggi "geometrici" eseguiti secondo le
regole del codice (Rivera in questo è
perfetto: a Brera non piace perché si
tratta di una perfezione un po' estetiz-
zante, e non realistica, come nei centro-
campisti inglesi o tedeschi). Il calcio in
poesia è quello del calcio latino-
americano: il suo schema è il seguente:
schema che per essere realizzato deve
discese
concentriche
conclusioni
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Annunziato
Allegra
I pensieri di un tifoso tra i dubbi della vita e le certezze della squadra
i l racconto - un tifo so
hai chiesto vulissi scrivere qualche cosa di me. Di quello che da per festeggiare. Io la matina cerco di vendere qualche cosa
sono e che faccio. Ma non lo so se ci riuscirò bene ché ho alla fera. Al mercato insomma. No non cè lho il permesso.
finito le scuole alle medie quando già diciamo accussì i pru- Ma non cè bisogno che tutti lo sanno che non è necessario per
fissuri erano stanchi di mia e di quello che combinavo. Eppoi quelli come a mia e poi non è ca iu sugnu cinisi o niuru. A
può essere ca scrivennu allimprovviso mi veni a mancari la chimmi sevvi? I vigili ogni tanto ci tentano di scassarici la
vogghia macari e allora di certo non ciarriniscerò a iri avanti. minchia ma è solo quando al comune qualcuno decide che
Io sono del cleb rossazzurro che cè sotto a me casa. Semu deve farsi vedere che lavora. E se capita questa sfortuna io lo
tutti carusi che ci canusciemu da sempre. A stissa scola. A so a chi mi devo rivolgere per risolvere ogni cosa.
stissa chiesa. U stissu campu per giocare. E qualcuno macari
u stissu patri anche se non si può dire. Quà nel cleb semu tutti A noi catanisi veri
pò fasciu che il Catania è una fede ma anche Benito merita e comunque a noi fedeli
nella stanza dove ni viremu i pattiti ci sono le foto della squa-
cinteressa solo la squadra e
dra e del Duce. A volte ci sono delle grandi soddisfazioni a
arrivare davanti a tutti a fine campionato
chè importante è la guerra e non la battaglia.
13
Quando la poesia indossa
la maglia nerazzurra
dell’ Inter
A
calcio e poesia
alla partita “fra la potentissima Ambro- che decreta la fine della partita, il diverti-
siana - così è ribattezzata l’Inter pochi differenza di Saba, che a mento cede al malumore della festa finita
anni dopo l’avvento del fascismo, perché cinquant’anni diventa tifoso un po’ per e “un senso amaro di vacuità e quasi di
la parola Internazionale non piace al caso, il poeta Vittorio Sereni fin da gio- rimorso” - chiosa il poeta nello scritto
regime - e la vacillante Triestina”, che si vane è un assiduo frequentatore dello “Il fantasma nerazzurro” - invade
conclude con uno zero a zero. stadio milanese di San Siro, oggi intito- l’animo degli spettatori che svuotano le
lato al grande calciatore Giuseppe Meaz- gradinate. Allora lo stadio, come nella
za. Un interista “perso” al punto da stare poesia “Altro compleanno”, che chiude
fisicamente male per la propria squadra la raccolta “Stella variabile”, quarto e
ed essere costretto “per viltà” a disertare ultimo libro di poesie di Sereni, diventa
il derby, dopo un micidiale 4 a 4 del “un gran catino vuoto”, una costruzione
marzo 1949. di pietre nel deserto che riflette, come
Sereni, che si definisce “un tifoso come uno specchio, il tempo passato inutil-
tanti, spesso portato a chiedersi se l’Inter mente.
non occupi una parte troppo grande dei
suoi pensieri”, come il poeta triestino
però è affascinato dal gioco del calcio Un simbolo dell’attesa
inteso come festa popolare, dotata di un del futuro che non si conosce,
senso che va oltre il suo significato pura- dell’impossibilità dell’uomo
mente sportivo. Infatti, nel testo “Il fan- di formulare programmi
tasma nerazzurro”, che rievoca la parti-
ta serale di Coppa dei campioni, nel ’64, o affermare certezze
fra l’Inter e il Borussia, Sereni ci parla
Umberto Saba, dello spettacolo “sbalorditivo della folla
pseudonimo di Umberto Poli compatta attorno a una squadra, sbalordi- Un simbolo dell’attesa del futuro che
(Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957)
tivo perché in quanti altri casi è dato non si conosce, dell’impossibilità
trovare tanta gente unanime attorno a dell’uomo di formulare programmi o
Quel giorno Saba, appena vede i giocato- qualcosa in uno spazio relativamente affermare certezze:
ri della sua città uscire di corsa nel cam- ristretto, tanto da illuderti che lì si riveli “A fine luglio quando/ da sotto le pergo-
po, accolti dall’entusiasmo delirante del- e ti si apra il cuore autentico di un’intera, le di un bar di San Siro/ tra cancellate e
la folla, si lascia contagiare subito dalla sterminata città […]?” fornici si intravede/ un qualche spicchio
passione sportiva, che gli offre Spettacolo vibrante, carico di colori e di dello stadio assolato/ quando trasecola il
l’occasione di accostarsi a una realtà suoni, come quello che lo spinge a rac- gran catino vuoto/ a specchio del tempo
semplice e vitale, di cui sa riprodurre contare nella poesia “Domenica sporti- sperperato e pare/ che proprio lì venga a
figure e gesti, che lo aiuta a uscire fuori, va”, compresa nella terza edizione della morire un anno/ e non si sa che altro un
anche se per poco, dalla condizione esi- raccolta di versi “Frontiera”, una sfida a altro anno prepari/ passiamola questa
stenziale dell’ escluso. A essere una vol- San Siro tra l’Inter e la Juventus: “Il ver- soglia una volta di più/ sol che regga a
ta tanto “come tutti/gli uomini di tutti/ i de è sommerso in neroazzurri./ Ma le quei marosi di città il tuo cuore/ e
giorni”: “Anch’io tra i molti vi saluto, zebre venute di Piemonte/ sormontano un’ardesia propaghi il colore dell’estate.”
rosso/ alabardati, /sputati/ dalla terra riscosse a un hallalì/ squillato dietro bar- Spesso, nel “gruppetto di interisti scelti”
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guidato da Sereni, che nelle domeniche
degli anni Settanta si reca allo stadio, ci
sono il musicista Gino Negri e i poeti
Giovanni Raboni e Maurizio Cucchi.
Q uest’ultimo, ispirato dalla squadra
del cuore, scrive i versi della poesia
intitolata “’53”, dove l’inizio della pas-
sione calcistica, vissuta dall’autore-
bambino come un apprendistato alla
vita, e il ricordo degli idoli che hanno
contribuito a fare grande la storia del
club nerazzurro (il portiere Giorgio
Ghezzi e gli attaccanti Lennart Sko-
glund, Stefano Nyers e Benito Lorenzi),
si mescolano all’amore-nostalgia per il
padre:
L’uomo era ancora giovane e indossava
un soprabito grigio molto fine.
Teneva la mano di un bambino
silenzioso e felice.
Il campo era la quiete e l’avventura,
c’erano il kamikaze,
il Nacka, l’apolide e Veleno.
Era la primavera del ’53,
l’inizio della mia memoria.
Luigi Cucchi
era l’immenso orgoglio del mio cuore,
ma forse lui non lo sapeva.
Vittorio Sereni, (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983)
Lorenzo Catania
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Un giorno perfetto
come profanare la musica: gli inni sacri al calcio
Al terzino nella grappa (1919‐2010)
“Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate,
finisce che sentite la mancanza di tutti”.
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Orchestra Spettacolo Casadei, con un cantante che sembrava scappato da un disco dell’EIAR.
Ma la botta che mi ha steso proprio è arrivata con quello del Campobasso, in stretto dialetto molisano con base tamarro‐
folk. Testo pazzesco: il Molise tale e quale Disneyworld, la gente che pensa solo al Campobasso e la domenica diventa tutta
amica. Elogi verso la dirigenza, elogi verso i giocatori: autori il duo Gino e Gina. Ma non è che ci fossero solo loro, i vecchi
Gino e Gina.
L’elenco dei musicisti che avevano inciso un inno ti lasciava proprio senza fiato: Venditti, Luca Carboni, metà dei Pooh, New
Trolls, Timoria, Banda Bassotti, Sud Sound System e compagnia bella.
Poi c’era l’inno del Milan, parole di quel marpione sfessato di Berlusconi: “Milan Milan sempre con teeeee”. Allo stadio
sembra non se lo fili nessuno e la curva ci canti sopra, ma lo suonano lo stesso. Tanto la gente non si accorge mai di nulla.
Le orecchie, alla fine, si sono ribellate: “E a ragione”, dice l’otorino. “Si rilassi”, fa lui mentre mi sta infilando uno sturala‐
vandini nell’orecchio.
Allora ho pensato alla musica, che negli stadi c’entra sempre troppo stretta, con casacche che non le stanno bene. Le stes‐
se casacche che deve indossare durante i megaconcerti. Quelli dove ci sono centomila persone che vanno là per sentire
quattro tipi suonare, che poi dalla curva sembrano alti cinque centimetri e che senza maxi schermi neanche li vedresti. Cen‐
tomila persone tutte in fila, ordinate, felici, ubbidienti. Come le bestie al macello.
La musica non c’entra tanto, con queste cose. E neanche gli stadi c’entrano tanto con la musica, ho pensato. Con i campi di
concentramento invece sì. Ad esempio come lo stadio di Santiago del Cile, che durante il golpe lo avevano fatto diventare
un lager.
O come in Cina, dove ci fanno le esecuzioni di massa e le famiglie ci portano i bambini a vedere lo spettacolo.
Poi l’otorino ha finito. “Le orecchie rimarranno verdi e a spirale minimo per altri dieci giorni. Certo che lei ha davvero esa‐
gerato. Ma che musica ascolta?” ha detto lavandosi le mani piene di striscioni, fumogeni e bombe carta che aveva tirato
fuori dalle mie orecchie. “Ci vediamo tra una settimana. Trecento euro, grazie”. Meglio l’esorcista, ho pensato uscendo
dallo studio. Almeno lui ti rilascia la ricevuta fiscale.
Inni di squadre di calcio, avete presente? Roba da girone degli orrori. Vorrei vedere voi. Che ve ne state tranquilli a casa e il
vostro pezzo preferito è “4: 33” di John Cage. Quello che è solo silenzio. Vorrei proprio vedervi, a voi. Avete mai ascoltato
l’inno del Catanzaro? Ecco, provate a farlo e a uscirne vivi. O perlomeno con le orecchie a posto. Senza squame e compa‐
gnia bella, voglio dire. Io articoli così non ne scriverò più. Piuttosto mi leggo il libro che ho trovato dall’otorino, quello con la
copertina bianca. Giuro.
Aldo Migliorisi (http://aldomigliorisi.blogspot.com)
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NO, NON POSSO CAPIRE.
E NON CI PROVO NEANCHE.
Riflessioni intime e pubbliche sui guardoni dello sport e sulle loro irrazionali e violente pulsioni
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Si picchiano per soddisfare gli spettato-
ri. E’ vero, NON sono sportiva.
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Una lezione che viene dal Cinquecento, non ancora imparata
umanistica del tardo Rinascimento, es- peccaminoso, di più elevati valori spiri- pugilato ed al pancrazio.
sendo capace di sintetizzare le cono- tuali: vi è, invece, l'aperto riconosci- Questa disciplina, che deriva il suo no-
scenze dei testi scientifici e filosofici del mento della sua dignità e dei suoi meriti. me dal greco pankràtion, (con tutte le
passato con la passione verso l’arte clas- Mercuriale dice apertamente che la gin- forze) veniva praticata, a mani nude,
sica. Come molti suoi contemporanei, nastica può e deve essere praticata da utilizzando tutte le tecniche possibili. E'
ebbe vaste frequentazioni, tra le quali tutti, avendo riguardo alle modalità di un antenato del wrestling, ma oltre a
intellettuali del livello di Galileo Galilei, adattamento sia nella scelta degli eserci- sgambetti, proiezioni, leve articolari, ed
Torquato Tasso, Latino Latini, Aldo zi che nella loro quantità. Entro questi all'uso di pugni, calci, gomiti e ginocchi,
Manuzio, Pietro Vettori, Ulisse Aldro- limiti la ginnastica costituisce una tera- gli atleti potevano dispensare morsi e
vandi. Mentre illustra i significati che pia, fisica ed anche psichica. unghiate, spezzare le dita e addirittura,
aveva la cultura della fisicità nella civil- Nel primo libro, dopo aver illustrato i strozzare l'avversario.
tà greca e romana, al di là della stretta diversi luoghi dell'attività fisica Nell'antica Grecia il combattimento
connessione tra esercizio fisico e prepa- (palestre, ginnasi, bagni, stadi), distin- poteva spingersi fino alla morte di uno
razione militare, egli cerca di far risalta- gue la pratica della ginnastica bellica, dei due contendenti. Nel terzo libro
re il valore della corporeità sia nei ter- finalizzata ad una preparazione di tipo Mercuriale affronta le tecniche della
mini fisici di sanità e di forza, sia in militare, quella athletica, chiamata an- respirazione, del controllo della cassa
quelli estetici di bellezza ed armonia. che vitiosa, corrispondente a ciò che toracica e dell'emissione della voce;
Ma, alle soglie del Seicento, questo sin- oggi chiamiamo sport, e quella legittima illustra in che modo il corpo venga sol-
golare medico mostra già una particola- ossia medica, utilizzata per scopi preva- lecitato quando si sposta un carro o una
re attenzione verso l'osservazione della lentemente salutistici. Nel secondo libro lettiga e passa poi a parlare di naviga-
realtà empirica, con un approccio che quest'ultima, a sua volta, viene suddivi- zione, equitazione, pesca, nuoto e cac-
anticipa di qualche decennio quel meto- sa in alcune specialità, come quella sal- cia. La compresenza di così tanti ele-
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De arte gymnastica
non è un libro di
medicina della ginnastica
ma un libro sulla
ginnastica come medicina
G eronimo Mercuriale, nato a Forlì nel 1530, studiò a Bologna, Padova e Venezia,
dove si laureò nel 1555. Ritornato nella sua città, fu mandato a Roma, presso papa Paolo
IV, per una missione diplomatica. Qui, avendo accesso alle più grandi biblioteche, stu-
diò i classici della letteratura medica greca e romana. Questi studi, riguardanti soprattut-
to i regimi alimentari, gli esercizi fisici, l'igiene e le terapie naturali, si condensarono poi
nel volume De Arte Gymnastica, pubblicato a Venezia nel 1569.
La fama che ne conseguì gli fece guadagnare la cattedra di medicina a Padova e la no-
mina di medico alla corte viennese dell'imperatore Massimiliano II. Fu uno scrittore
prolifico, che scrisse con successo di dermatologia, ginecologia, oculistica, otoiatria,
pediatria. Si occupò anche, ma con scarsi risultati, della grande peste veneziana del
1576-77. Da Padova passò poi ad insegnare nelle università più prestigiose dell'epoca,
come Bologna e Pisa. Ritornò a Forlì nel 1606, dove morì poco tempo dopo.
I suoi studi sono i primi a proporre il valore terapeutico della ginnastica ed in generale
dello sport per la cura di malattie e disabilità. I suoi principi vengono considerati quindi
come i fondamenti della moderna medicina dello sport.
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La storia di Carlos Humberto Caszely Garrido
attaccante del Colo-Colo e della nazionale del Cile
1973, e che si dispersero ancora di più il gliaia furono gli arrestati. Arrestarono
22
Il 21 novembre, giorno fissato quel coraggio. E così, il 21 novembre, demmo in campo, e naturalmente il regi-
per la partita di ritorno, fummo convocati ed istruiti su quello me aveva fatto le cose per bene. Tutto il
la nostra nazionale sarebbe che avremmo dovuto fare. Io avevo mondo lo condannava, condannava la
ugualmente scesa in campo, un’altra paura, in quel momento: che sua violenza, e quella era la sua risposta.
da sola come giocatore più rappresentativo di Io, Francisco, tutti gli altri giocatori,
quella squadra, e magari per punirmi per eravamo ingranaggi di un gioco più
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P oi mi resi conto che anch’io ero lì,
che se quella gente urlava era perché ‘io’
ero lì, e mi venne da vomitare. Pensai:
‘Adesso, quando la palla arriva a me, la
butto in fallo laterale. Voglio proprio
vedere a chi la fanno battere, la rimes-
sa!’. Già. Io ero un ingranaggio piccolis-
simo nel loro grande gioco, ma un gra-
nellino di sabbia per bloccare quel mec-
canismo ce l’avevo. L’arbitro era pronto.
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sportivi, seduti, distratti, controllati
È talora possibile capire qualcosa del l’animo dalla cura; la poesia ci diverti- a fini di profitto, di attività industriali,
sce da molti delitti (Torquato Tasso). commerciali e finanziarie. Nello stesso
significato delle cose, andando a ricerca- Nell’uso comune, il termine indica tempo, una quota imponente, senz’altro
re l’origine e la genesi delle parole che l’esercizio di attività fisiche e motorie a largamente maggioritaria, delle colletti-
le designano. Sport, dicono i vocabolari, carattere agonistico, ossia competitivo, vità umane, ha preso ad interpretare la
è un termine inglese entrato in uso nel in gare, confronti o incontri svolti alla sportività pressoché esclusivamente co-
1829, derivante dal francese antico de- presenza, reale e/o virtuale, di un pubbli- me tifo, spesso inteso nel senso più se-
sport, ossia divertimento o diporto, paro- co in genere direttamente o indiretta- dentario, ossia di rigorosa esclusione di
la, quest’ultima, assai più antica, risalen- mente pagante. Ma l’aliquota degli spor- qualsiasi attività fisica. Infatti, i tifosi e
te a prima del 1250, che sta ad indicare tivi in senso stretto, di coloro cioè che sedicenti sportivi che almeno si prendo-
lo spostarsi o portarsi, per sollazzo, da praticano per puro diletto, ossia in ma- no il disturbo di recarsi nei luoghi in cui
un posto all’altro. Le parole richiamate niera realmente dilettantesca, un'attività gli eventi agonistici si svolgono, rappre-
hanno, quindi, in comune il riferimento agonistica, ha scarso rilievo sociale e sentano una quota certamente del tutto
ad un allontanamento, un volgere altro- numerico rispetto a quanti la esercitano minoritaria del totale.
ve, in direzione opposta (dal latino di- a fini di guadagno, trasformandola, in
Insomma, l’origine della parola sport
vertere) o comunque altra, diversa, ter- pratica, in una attività produttiva.
e di quelle ad essa connesse sta ad
mine la cui nascita viene collocata Anche le forme giuridiche con cui le
indicare il volgere altrove,
nell’anno 1224. Insomma, l’origine della attività agonistiche professionistiche,
l’allontanamento, il distogliere,
parola sport e di quelle ad essa connesse semiprofessionistiche ed anche dilettan-
il distrarre: divertire la disputa;
sta ad indicare il volgere altrove, tesche sono organizzate, programmate,
divertire l’animo dalla cura; la poesia
l’allontanamento, il distogliere, il di- svolte e finanziate sono ora perlopiù
ci divertisce da molti delitti
strarre: divertire la disputa; divertire quelle in passato riservate all’esercizio,
(Torquato Tasso).
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non possono fare a meno di crearsi un dello sport coincida nei fatti largamente
nemico giurato in qualche altra squadra o con la sua origine lessicale. Del resto,
in un qualunque soggetto appartenente al quanto osservato a proposito delle giova-
mondo dello sport. Peraltro, i motivi ni generazioni non rappresenta affatto
reali e immaginari per il formarsi di odi una loro prerogativa esclusiva.
ed avversioni insanabili non mancano e,
perlopiù, si assiste ad una loro tendenza Marciare in ranghi serrati, inquadrati
a perpetuarsi nell’arco di decenni o addi- e compatti, allineati e coperti, cantare
rittura di secoli. Vittime di queste sindro- insieme i propri inni, schierati sotto le
mi sono soprattutto, anche se non esclu- stesse bandiere, ha effetti gratificanti,
sivamente, le giovani generazioni, che dà una impressione di forza,
sembrano particolarmente portate a ricer- di sicurezza, conferisce un indirizzo ed
carvi compensazione e reazione a proble- un senso ad esistenze altrimenti vuote
mi e sofferenze di ordine psichico, eco- e prive di significato e prospettive.
nomico e sociale, spesso assolutamente
reali. Marciare in ranghi serrati, inqua- In epoca abbastanza recente, il tifo spor-
drati e compatti, allineati e coperti, can- tivo ha coinvolto un po’ tutte le classi
tare insieme i propri inni, schierati sotto d’età, compresi gli anziani ed i pensiona-
le stesse bandiere, ha effetti gratificanti, ti, un tempo, più che indifferenti, critici
Campionesse di nuoto ca 1910-30 dà una impressione di forza, di sicurezza, fino al dileggio per ciò che appariva loro
conferisce un indirizzo ed un senso ad un inutile spreco di energie, per giunta
meno scontato che a vincere siano sem- esistenze altrimenti vuote e prive di si- associato ad un rischio fisico spesso non
pre i giocatori più forti e che più si pre- gnificato e prospettive. Soprattutto, que- trascurabile. Non vi può essere dubbio
stano e danno impulso a polemiche e sto genere di attività consente di rimuo- che la televisione abbia avuto un ruolo
conflitti, peraltro, non tanto di rado, an- vere, allontanare, distogliere, distrarre, decisivo nel rimuovere e ribaltare l’ at-
che cruenti. È appena il caso di rammen- divertire pensieri e riflessioni sulla pro- teggiamento di distacco ed ironia che un
tare, al riguardo, i gruppi organizzati di pria condizione e sul futuro, magari tanto tempo si associava al giudizio delle vec-
tifosi dalle denominazioni più o meno sgradevoli da poter ispirare gesti incon- chie generazioni su cose che venivano
minacciose, che infestano gli stadi ed i sulti e disperati, fino al pericolo per la giudicate senza appello insulse perdite di
loro dintorni, al fine di scaricare tramite propria integrità fisica e psichica. tempo, frivolezze o stupidaggini. Ormai
una violenza anche non solo verbale le
proprie carenze affettive, sociali ed intel-
lettuali, con il pretesto del tifo. Infatti, i
I n fondo, può dirsi che i comportamen-
ti richiamati riproducano le motivazioni
da tanti anni è divenuto tutt’altro che
infrequente assistere per strada, specie
nelle immediate adiacenze di bar, allo
gruppi organizzati di ultras e simili, ben originariamente individuate per lo svol- spettacolo di violenti e chiassosi alterchi
lungi dal limitarsi ad esprimere la pro- gimento delle attività sportive e che fra anziani, aventi ad oggetto le presta-
pria passione per la squadra del cuore, nell’età contemporanea il significato zioni della propria squadra del cuore e di
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foto Antonio Squeo
quelle avversarie. Resta, tuttavia, un biarli con altri da sempre oggetto di ani- denza e della mancanza di altro senso
fondo di equilibrio non scevro da autoi- moso disprezzo. della vita se non nella sua stessa fine.
ronia, che fa sì che tali assemblee urlan-
ti, per quanto accese o infuocate, si
sciolgano d’improvviso, come per in-
S Segno del successo di una tale strategia
emmai, può ritenersi pressoché diversiva, nei tempi antichi come in
scontato che un caso del genere descritto quelli attuali, è riuscire a suscitare e
canto, allo scoccare dell’ora dei pasti. A non farebbe che suscitare ed esacerbare diffondere uno spirito acritico eroico o
chi è abituato all’antica saggezza e pon- giudizi e sentimenti di avversione verso patriottico o comunque identitario, nei
deratezza dei nonni di una volta, che in i transfughi, che, ancorché professioni- confronti di un nemico, se non proprio
ogni caso avrebbero evitato pubbliche sti, verrebbero bollati come traditori, per del tutto immaginario e fittizio, quanto-
esibizioni di quel tipo, suscita ancora il fatto di aver cambiato casacca per meno creato o gonfiato ad arte.
sorpresa ed imbarazzo vedere i loro epi- motivi venali. Certo, è fin troppo facile e E sarà tanto di guadagnato, se a tale sco-
goni accapigliarsi su materie invero del non certo errato richiamare, anche a po sarà servito, o perfino bastato, il tifo
tutto insulse e prive di contenuto reale. proposito del tifo sportivo dell’età con- sportivo.
temporanea, l’antico riferimento alla
prassi di manipolare l’opinione pubblica Francesco Mancini
Ormai da tanti anni è divenuto con il sistema già allora definito panem
tutt’altro che infrequente assistere et circenses. Il fatto - o guaio - è che,
per strada, specie nelle immediate nell’antichità come nell’età odierna, il
adiacenze di bar, allo spettacolo di ricorso ai metodi e strumenti della socie-
violenti e chiassosi alterchi fra anziani, tà dello spettacolo, al fine di modellare
aventi ad oggetto le prestazioni della ed orientare le coscienze e vanificarne le
propria squadra del cuore spinte critiche, eversive, eretiche, ribelli
e di quelle avversarie. o rivoluzionarie, ha un solido fondamen-
to nell’animo umano. In ogni epoca è
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Il corpo, la bellezza, la macchina, la guerra:
motivi interpretativi dello sport nell’arte
di una precisa ideologia. Nell’antica Gre- “naos” del tempio. Nella ceramica greca egizi circa 6000 anni fa; per altri furono
cia l’attività fisica aveva un ruolo deter- più antica, a forme geometriche stilizzate le gare ippiche, presso gli Assiri; per altri
minante per la formazione del cittadino (VII sec. a.C.), compaiono le prime figu- ancora quello delle bocce, amato da As-
perfetto, modello di una società che po- re di atleti, tra allenamenti e competizio- siri, Babilonesi, Romani e Greci. Quello
neva l’uomo e non dio come valore asso- ni. Oltre alle competizioni proprie dell’ che è certo, è che lo sport è sempre esi-
L’atleta, muscoloso e proporzionato, atletica (le corse, il salto in lungo, il gia- stito, forse perché nasce dall’istinto della
vittorioso, espressione massima della vellotto, il pentathlon), trovano ampio competizione connaturato nell’uomo. Ma
bellezza maschile, orgoglio di tutta la spazio competizioni come il pugilato, il non sempre è stato codificato, come
collettività, veniva eletto a vanto della pancrazio, le gare ippiche, tutte classiche nell’antica Grecia o ai nostri giorni, in
comunità d’appartenenza, discipline olimpiche, documentate da canoni di comportamento da seguire.
ne era il campione capolavori come l’Anfora coi lottatori, di Nell’antica Roma il carattere sacro dello
Exekias (540-535 a.C.), o l’Anfora con sport lascia il posto agli istinti più brutali
luto. L’atleta, muscoloso e proporziona- l’effigie del vincitore, opera del Pittore dell’uomo, assumendo la funzione di
to, vittorioso, espressione massima della di Hearst (425-400 a.C.). Sono rappre- valvola sociale di sfogo attraverso i gio-
bellezza maschile, orgoglio di tutta la sentazioni, realistiche e mitologiche, che chi dei gladiatori. L’anfiteatro Flavio, il
collettività, veniva eletto a vanto della ritroviamo anche in altre antiche civiltà. Colosseo, assunse valore simbolico e
comunità d’appartenenza, ne era il cam- Danzatori e acrobati fanno parte dell’ ideologico: gladiatori, lottatori e belve,
a
pione. Il campione, figura di perfezione iconografia artistica dell’antico Egitto, esibiti nell’arena, venivano da tutte le
fisica e morale al tempo stesso, simbolo specie nella fase più sciolta e realistica parti del mondo conquistato da Roma.
sport
Mosaico dalla Villa del Casale -
Piazza Armerina (320-370 ca.)
e
dell’uomo che con il coraggio e la perse- del Nuovo Regno, mentre scene di tauro- Lo spettacolo del circo era una grande
veranza nell’agire supera i propri limiti machia, giochi di acrobati con il toro, le parata di trionfo, rinnovata continuamen-
oggettivi, rappresenta l’oggetto di mag- ritroviamo negli affreschi della civiltà te sotto gli occhi del popolo romano, per
giore interesse e rappresentazione cretese. Tra i mosaici della Villa del ca- celebrare la potenza di Roma. Tutti do-
dell’arte greca del periodo classico; basti sale a Piazza Armerina, risaltano quelli vevano partecipare, senza distinzione di
pensare alla celeberrima scultura in mar- del corridoio della Grande caccia, intesa classe sociale, e per questo il Colosseo
mo il discobolo, realizzata da Mirone come attività sportiva, e quello delle era capace di ospitare quarantacinquemi-
nel 460 a.C.. L’atleta vi è rappresentato Fanciulle in bikini, in cui su due registri la persone. Agli spettacoli di lotte e di
nell’istante che precede il lancio, quando si dispongono dieci fanciulle impegnate caccia si alternavano, in occasioni spe-
tutti i muscoli, in perfetta armonia, sono in esercizi atletici. Pagine di Omero sono ciali, strettamente legate alle celebrazioni
preparati all’evento. Lo sport per i greci state dedicate agli allenamenti sportivi imperiali, gli spettacoli di naumachia. Le
ha origini divine. Fu Eracle, figlio di degli Eroi, alle gare, alle vittorie ed ai naumachie erano battaglie navali ancora
Zeus, che per primo tracciò le linee di un giochi della collettività, come i giochi più micidiali delle lotte dei gladiatori,
sacro campo, dedicandolo a suo padre e funebri di Patroclo, pretesto per rinsal- dal momento che i combattenti erano
consacrandolo allo sport e al culto. Le dare l’unione della collettività e celebra- quasi sempre dei condannati, senza uno
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specifico allenamento. Con le nauma-
chie si inscenavano temi storici o
pseudo/storici: ogni flotta che veniva
affrontata rappresentava un popolo cele-
bre per la sua potenza marittima. Per
effettuarle era necessaria un’enorme
quantità di acqua, raccolta nella fossa
centrale dell’anfiteatro.
ben lontani gli insegnamenti di Pierre de va che spesso, purtroppo, prima ancora ministrati dai medici delle società, alcu-
Coubertin ed in particolare il suo motto: che da dirigenti spregiudicati, è imposta ne già condannate in Aule Giudiziarie.
L’importante non è vincere, ma parte- dagli stessi genitori. Per non parlare delle numerose discipli-
cipare. E non sembra trovare particolare ne dell’atletica leggera, della lotta o il
ascolto l’affermazione di qualcuno che Ma anche altri sport, cosiddetti sollevamento pesi. Ma siccome i gravi
sosteneva che il campione non è chi va minori, ormai sembrano invasi, non problemi hanno l’abitudine a disporsi a
forte! Non importa di cosa lo sia, ognu- solo ai massimi livelli agonistici, dallo grappoli, ecco che la questione appare
no è grande per qualcosa. La verità è strapotere degli sponsor. ulteriormente complicata dalla presenza
che, sul piano generale, lo sport è ormai della criminalità mafiosa, come denun-
attraversato da tali e tanti interessi eco- Ma anche altri sport, cosiddetti minori, ciato dall’Associazione Libera già dal
nomici che, forse, non rappresentano un ormai sembrano invasi, non solo ai mas- 2003 con un rapporto sul fenomeno del
semplice aggiornamento di un mondo simi livelli agonistici, dallo strapotere doping e successivamente, nel 2005, con
che ha cambiato radicalmente i suoi degli sponsor e, conseguentemente, svi- un Convegno dal titolo emblematico La
connotati sociali. luppano dinamiche che determinano un mafia del doping. Il legame tra doping e
approccio molto preoccupante alle disci- mafia si è manifestato tanto evidente da
Non ci sono solo gli interessi
pline. Perfino il controllo, ancora larga- indurre l’allora Procuratore nazionale
economici, ma si è determinata la
mente insufficiente, di attività prevalen- antimafia, Pier Luigi Vigna, a costituire
diffusione di modelli culturali che
temente definibili di tipo ludico ed este- un gruppo di lavoro specializzato per
antepongono ad ogni altra
tico hanno fatto emergere scenari più monitorare il fenomeno su tutto il terri-
motivazione e valutazione,
che allarmanti. Infatti, le farmacie di torio nazionale. Un maestro dello sport e
la vittoria a tutti i costi come
molte palestre, anche quelle in cui il dirigente del CONI come Sandro Donati
fine unico e irrinunciabile
principale target di avventori richiede – irriducibile nemico del doping, nono-
di ogni impegno sportivo.
solo cure di tipo estetico, risultano fin stante le tante vessazioni subite – denun-
Non ci sono solo gli interessi economici, troppo fornite da prodotti chimici di ciava già dal 2005 la presenza egemo-
ma si è determinata la diffusione di mo- sintesi che, nella gran parte dei casi, si nizzante delle mafie nella gestione di
delli culturali che antepongono ad ogni configurano come autentiche sostanze farmaci e sostanze proibite in Europa,
altra motivazione e valutazione, la vitto- dopanti. Ma cos’è il doping? Semplice- dove indagini specifiche rivelavano che,
ria a tutti i costi come fine unico e irri- mente l’uso, talvolta l’abuso, di farmaci, nel solo 2004, circolavano circa tre ton-
nunciabile di ogni impegno sportivo. o di particolari sostanze, per ottenere di nellate di sostanze dopanti. Dati, quelli
Non si tratta solo di considerare i pesanti aumentare artificialmente il rendimento evidenziati da Donati, aggiornati da
condizionamenti su di uno sport miliar- dell’atleta. Ci sono norme precise che stime che, però, non ridimensionano
dario come il calcio, che risulta ormai considerano il doping una violazione certo la gravità della situazione, in ter-
intriso da una sorta d’inevitabile combi- grave all’etica dello sport e della pratica mini di quantità di sostanze illegali mo-
nato-disposto tra successo mediatico e medica, ma c’è anche da considerare vimentate e di aumento dell’ingerenza
profitto economico. Questa sorta di re- l’estrema pericolosità che esso assume mafiosa nella gestione di questo partico-
gola di riferimento viene metabolizzata nei confronti della salute degli atleti, sul lare traffico. Ovviamente, la Sicilia non
già a partire dalla fase adolescenziale piano fisico e psicologico. è fuori da questo fenomeno, che si pre-
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che, ormai da molto tempo, non è più reati connessi ad attività mafiose dell’
possibile definire ipocritamente gioco. Avvocato e Procuratore sportivo Marcel-
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lo sport nella società e nella letteratura latina
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immaginati, un vocìo, un gridare in tutti
i toni che ti fa desiderare d’esser sordo;
sento il mugolio di coloro che si eserci-
tano coi manubri; emettono sibili e re-
spirano affannosamente. Se qualcuno se
ne sta buono buono a farsi fare il mas-
saggio, sento il picchio della mano sulla
spalla, e un suono diverso a seconda
che il colpo è dato con la mano piatta o
incavata. Quando poi viene uno di quel-
li che non può giocare a palla, se non
grida e incomincia a contare i colpi ad
alta voce, è finita. C’è anche
l’attaccabrighe, il ladro colto sul fat-
to…; e quelli che fanno il tuffo nella
vasca per nuotare, mentre l’acqua
spruzza rumorosamente da tutte le parti.
Fotogramma dal film “Ben Hur”, 1959 Ma per lo meno questi metton fuori la
voce che è la loro. Pensa al depilatore
c’erano le gare dei cocchi: gli aurighi oppure mentre un magnifico animale è che ogni poco fa un verso in falsetto per
guidavano le quadrighe stando in piedi passato da parte a parte da uno spiedo?” offrirti i suoi servigi; e non sta zitto che
sul carro. La sfida consisteva Un’altra forma di sport, non a livello quando strappa i peli a qualcuno; ma
nell’arrivare per primi al traguardo dopo agonistico, era quella esercitata nelle allora strilla chi gli sta sotto”. Molti
aver fatto un certo numero di giri. La palestre annesse alle terme. La palestra giovani, alle terme, preferivano l’attività
maggiore difficoltà era nel girare intor- era solitamente circondata da portici, sportiva nel Campus Martius: chi caval-
no alla meta (un cono di pietra dalla aveva stanze adibite a bagni, spogliatoi, cava, chi faceva evoluzioni, chi guidava
esedre con sedili. In seguito, la sua fun- velocissimi cocchi, chi si addestrava a
Si giocava a palla in locali appositi zione si ampliò e divenne sede di con- tutti i giochi della palestra. Uno sport
(sphaeristeria) per favorire la versazioni e di scuola. Nelle terme, i che era molto diffuso era il nuoto. I più
traspirazione e apprezzare poi ancor Romani erano soliti fare anche giochi forti attraversavano il Tevere, anche più
più gli effetti ristoratori del bagno. con la palla che impegnavano il corpo in volte, vincendone la forte corrente. Po-
La palla era fatta con pelli di animali un salutare sforzo fisico. Si giocava a trei scrivere di altri tipi di sport che si
disseccate e riempite di lana palla in locali appositi (sphaeristeria) praticavano a Roma… Preferisco con-
o piume e anche, ma in modo assai per favorire la traspirazione e apprezza- cludere con un acrostico sull’ argomen-
rudimentale, d'aria. re poi ancor più gli effetti ristoratori del to, valido nell’antica Roma come oggi.
bagno. La palla era fatta con pelli di
base larga con la punta arrotondata), animali disseccate e riempite di lana o S PORT (è):
cercando di rasentarla, senza cadere, in piume e anche, ma in modo assai rudi- P ENSARE
modo da fare una curva quanto più stret- mentale, d'aria. Seneca, nelle Epistulae O SARE
ta possibile, nel minor tempo. morales ad Lucilium 56,1-2, ci ha la- R ILASSARSI
Un’avvincente ed indimenticabile gara sciato un’umoristica testimonianza di T EMPRARSI
di cocchi è quella di un vecchio, intra- quello che avveniva nelle terme princi-
montabile film: “Ben Hur”. I ludi cir- pali: “Abito proprio sopra un bagno; Vincenza Iannelli
censes si svolgevano nel Circo Massimo
o nel Circo Flaminio; in seguito anche Sir Lawrence Alma-Tadema,
nell’Anfiteatro Flavio, riservato agli Le terme di Caracalla, 1899,
spettacoli più imponenti. Significativa particolare, olio su tela,
del grande consenso popolare che ave- collezione privata
vano questi ludi era l’espressione panem
et circenses che il poeta Giovenale
scrisse all’inizio del II secolo d.C. in
Satire, 77-78. Egli, con tono critico e
snobistico, voleva sottolineare la facilità
con cui il popolo poteva essere conqui-
stato, facendo leva su due suoi punti
deboli: il cibo e gli spettacoli. Che dire
di Cicerone il quale, in Ad familiares
VII,1, arriccia il naso di fronte a tanta
crudeltà gratuita e definisce sarcastica-
mente questi spettacoli: communis mi-
mos “dozzinali spettacoli di mimo”e al
paragrafo 3 dice: “Quale piacere può
mai provare un uomo di buon gusto,
mentre un uomo inerme viene fatto a
pezzi da una belva troppo più forte di lui
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lo sport ricostruisce le collettività distrutte dalle calamità
L e persone che sperimentano eventi
stressanti e sopravvivono a disastri -
duate alcune principali fasi di intervento:
il soccorso, l’analisi dei bisogni primari,
la stabilizzazione e la ricostruzione. Le
relativamente variabile perché dipende
dal tipo di disastro e dalle condizioni
preesistenti di sviluppo socio-economico
naturali o provocati dall’uomo (vedi prime due fasi consistono nel far conver- della comunità colpita.
glossario) - subiscono perdite di diversa gere ogni energia nel soccorso della po-
natura: di persone care, di salute fisica, polazione interessata e nella rilevazione Interventi educativi, sociali e animativi
di equilibrio psichico, di proprietà mate- delle necessità essenziali alla sopravvi- Accanto ai professionisti della “cura” e
riali, di sicurezza all’interno della pro- venza dei superstiti. del “soccorso” (medici, paramedici, in-
pria comunità. La “reazione” all’ emer- La fase “acuta” comprende le cure medi- fermieri e psicologi clinici dell’ emer-
genza dipende da molteplici fattori indi- che di emergenza, la riunificazione dei genza) che si attivano immediatamente
viduali sia psichici (aspetti della perso- familiari, il censimento della popolazio- dopo il disastro, si configurano anche
nalità, capacità di affrontare le difficoltà ne, l’approvvigionamento di cibo, vestiti altre figure professionali che affiancano i
e gli eventi stressanti, meccanismi di e alloggi temporanei, oltre che il recupe- percorsi di riabilitazione psico-fisica con
difesa e capacità di elaborare la situazio- ro di beni materiali e di strutture ancora interventi di natura educativa e sociopsi-
ne, flessibilità, ecc.), sia fisici (patologie utilizzabili. Trascorso questo periodo di cologica. Insegnanti, educatori, psicologi
o disabilità precedenti o derivate primo soccorso, che può durare anche dell’educazione, esperti in animazione,
fino a 4 mesi dopo il disastro, subentra la esperti in attività fisiche e sportive, se
Dopo un disastro, possono essere fase di stabilizzazione in cui si prende specializzati in questo tipo di intervento,
individuate alcune principali fasi di consapevolezza – anche psicologica – rappresentano una preziosa risorsa anco-
intervento: il soccorso, l’analisi dei della distruzione e delle perdite e richie- ra prima della fine della fase di soccorso.
bisogni primari, la stabilizzazione de un considerevole lavoro di accettazio- Anzitutto, per garantire un ritorno alla
e la ricostruzione... ne e di assestamento dell’esistente. Infi- “normalità” rappresentato dai servizi
ne, nella ricostruzione le comunità rie- scolastici per i minori, ma anche per
dall’evento catastrofico, ecc.). scono ad emergere dalla disperazione ritagliare degli spazi psicologici dedicati
Le difese psicologiche (negazione, rimo- verso la guarigione. Il percorso di stabi- alla condivisione e al rilassamento per
zione, congelamento affettivo) attivate lizzazione può durare fino a 2 anni, men- tutti gli appartenenti della comunità, per
da chi subisce una catastrofe ambientale tre la fase di ricostruzione diversi anni. inserire programmi educativi rivolti a
o civile, possono rivelarsi forti e insidio- Tuttavia, la durata delle fasi descritte è fasce specifiche della popolazione per
se, traducono l’angoscia e la difficoltà di
tollerare un evento totalizzante come una
guerra o un terremoto devastante e impe-
discono di fronteggiare l’emergenza.
Anche i fattori di natura sociale (reti di
supporto parentali o amicali e servizi
della comunità) possono contribuire ad
affrontare un’emergenza, ma possono
anche essere fortemente indeboliti dal
disastro. Infine, il tipo di evento speri-
mentato e aspetti quali il preavviso che
l’individuo ha avuto per prepararsi,
l’impatto sulla comunità e le dimensioni
che questo ha avuto sul coinvolgimento
della popolazione determinano la rispo-
sta che la comunità stessa può dare
all’emergenza.
Glossario
1. Disastri naturali o provocati dall’uomo
I disastri sono generalmente classificati in relazione alle cause determinate. Pertanto, per disastri naturali si intendono eventi
come terremoti, uragani, tsunami, valanghe, alluvioni, ecc. caratterizzati da perdite materiali o ambientali che superano la
capacità della comunità colpita di fronteggiare le difficoltà utilizzando esclusivamente le proprie risorse; per disastri provoca-
ti dall’uomo (man-made disaster) si includono invece tutti gli eventi causati in forma diretta dall’uomo come le guerre, i con-
flitti di diversa natura, gli attentati terroristici, ecc. (AA.VV., Sport and physical activity in post-disaster intervention. I-
CSSPE eds., Berlin, 2008, p.23).
Alcuni disastri naturali potrebbero essere inclusi tra le responsabilità umane - individuali e collettive - ma in questi casi si
parla generalmente di effetti indiretti dell’azione dell’uomo sulla natura. Questa distinzione comporta, chiaramente, una serie
di differenze nell’impatto sulla popolazione coinvolta e nel tipo di intervento da operare. La distinzione fondamentale tra
disastri naturali e causati dall’uomo, come sottolineato da Ordner e Schnyder, riguarda la questione che “[…] le comunità
che hanno sperimentato disastri naturali tendono a rimanere insieme, invece le comunità che hanno vissuto un conflitto belli-
co tendono ad andare a pezzi” (Ordner & Schnyder, Reconstructing early intervention after trauma, Oxford University Press,
2003, pp.82-92).
2. Coping
La parola inglese coping deriva dal verbo to cope che significa ‘far fronte a’. Nella spiegazione dei processi psicologici, si
utilizza il termine coping per indicare gli sforzi comportamentali, cogniviti ed emotivi di un individuo per affrontare gli even-
ti stressanti, dalla soluzione dei problemi più semplici ai più traumatici e tragici.
3. Resilienza
Resilienza deriva dal latino resalio, iterativo di salio, che significa saltare, rimbalzare.
Il termine inglese resilience o resiliency significa anche elasticità ed è utilizzata per indicare anche la capacità di recupero del
corpo umano. La resilienza, sul piano psicologico, è “la capacità o il processo di […] costruire e riuscire a riorganizzare posi-
tivamente la propria vita nonostante l’aver vissuto situazioni difficili che facevano pensare ad un esito negativo” (Malaguti E.
e Cyrulnik, B., Introduzione. In E. Malaguti, Educarsi alla resilienza. Erickson, Trento, 2005, pp. 9-14). È la capacità di
“rimanere in piedi”.
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Locandina della pièce teatrale “Sporting Life” scritta da Cecil Raleigh e Seymour Hicks. Litografia Strobridge Co., New York, c.1898.