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Inganno Crocetta: Non vado prima delle riforme


Scritto da Aurora Pullara il 27 luglio 2015
Categoria Politica, Primo Piano
Tag: ars, Crocetta, regione, riforme, Sicilia

Rosario Crocetta

Basta gossip, pensiamo alle cose serie lo dice Crocetta, lo sperano tutti i siciliani. E lultimo appello fatto dal
governatore per mettere una pietra sulla vicenda Tutino Borsellino e spostare lattenzione su ci che veramente
importante: le riforme.
Ma se servono riforme reali ed efficaci per salvare la Sicilia dal deficit e non sicuro che queste riforme riescano
a salvare Rosario. Ci vuole una vera sterzata, un cambio di rotta e anche un miracolo per recuperare in parte i
debiti regressi ( circa 3 miliardi), una sorta di morte annunciata. Intanto, Crocetta, per temporeggiare, dice
che lavorer su dei punti chiave: Nei prossimi giorni spiega illustrer i punti in una sorta di
manifesto democratico e riformista, un piano di azioni concrete basate su tre elementi: le riforme da fare;
il rapporto con lo Stato e lEuropa; il riconoscimento di entrate fiscali da parte dello Stato.
Le prime entrate da parte dello Stato arriveranno per pagare gli stipendi dei dipendenti regionali, e sono circa 300
milioni di euro. Poi si passa alle riforme da attuare che da anni sono in sospeso, in primis il ddl sulle Province
che dovr essere attuato entro il 31 luglio, segue la riforma che deve rivedere lassetto del sistema idrico della
Regione, ferma anche questa da mesi. Cos ferma, da aver spinto il governo Renzi a parlare di un incombente
commissariamento, visto che la Sicilia, dopo avere messo in liquidazione i vecchi Ato, non stata capace di
creare i nuovi soggetti che dovranno sostituirli. E lo stesso si pu dire per il sistema dei ririfuti.
Una scusa, quella delle riforme, che Crocetta si porta dietro da anni per temporeggiare. Perch se
realmente si attuassero non ci sarebbe pi nulla da fare.
Lui continua a chiedere di poter agire:Parliamo delle cose concrete da fare, partendo dalle cose fatte, dalle
difficolt che abbiamo e dalle cose necessarie per dare slancio alleconomia siciliana e aiutare i poveri.
Continuare a discutere di nulla, sarebbe il peggiore delitto nei confronti del popolo siciliano. Nei prossimi giorni,
dopo averne parlato con le forze di coalizione, illustrer i punti in una sorta di manifesto democratico e riformista,
un piano di azioni concrete basate sostanzialmente su tre elementi: Le riforme da fare in Sicilia, inclusa la
programmazione europea; il rapporto con lo Stato e lEuropa; la necessit di quel riconoscimento degli articoli 36
e 37 dello Statuto, in materia di entrate fiscali, che dal 1946 in poi lo Stato non ha mai riconosciuto e che potrebbe
far divenire lIsola una delle regioni pi ricche dEuropa.

Chi vuole deviare il dibattito su pettegolezzi inesistenti, non mi avr sodale compagno. Voglio parlare solo della
Sicilia e dei problemi del popolo siciliano, perch venuto il momento di agire e non delle inutili chiacchiere.
Ma si sa, che dopo le riforme, nellAgenda crocettiana ci saranno le cose da fare, il cos detto Sblocca
Sicilia, la legge sulla sburocratizzazione, quella sul reddito minimo garantito. E poi una norma che consenta ai 24
mila precari dei Comuni di approdare a una sacrosanta stabilizzazione, una nuova finanziaria e un nuovo bilancio
che non potr pi contare sui Fondi per lo sviluppo e coesione, la legge sul reddito minimo garantito , poi la
legge di riforma della Formazione o quella che dovrebbe bloccare lEolico in Sicilia. Cos Crocetta rimarr al suo
posto.
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