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Afferma che "le anime sono purificate dopo la morte con pene che lavano".
PIO IX
AMATISSIMI REDEMPTORIS
[...]Il Signore stesso, per mezzo di Malachia, divinamente ispirato, predisse che questo
sacrificio sarebbe stato grande fra le genti e avrebbe dovuto essere offerto puro in ogni parte
del mondo, dal sorgere al tramontare del sole (Ml 1,11). un sacrificio talmente ricolmo di
frutti da abbracciare la vita presente e quella futura.
Dio, riconciliato da questo sacrificio, elargendo la sua grazia e il dono del perdono,
cancella anche le colpe pi gravi e, pur gravemente offeso dai nostri peccati,
trascorre dallira alla misericordia e dalla severit della giusta punizione alla
clemenza. Tramite questo dono vengono annullati il reato e la soddisfazione delle
pene temporali; per mezzo suo pu essere portato sollievo alle anime dei morti in
Cristo non pienamente purificate, e possono essere conseguiti anche beni temporali purch
non in contrasto con quelli spirituali. Sempre per suo tramite vengono debitamente esaltati
lonore e il culto resi ai Santi e, in primo luogo, alla santissima Madre di Dio, la Vergine Maria.
Secondo la tradizione ricevuta dagli Apostoli, offriamo il divino sacrificio della Messa"per la
pace di tutte le Chiese, per la doverosa armonia del mondo; per i regnanti, per i soldati, per gli
alleati, per gli ammalati, per gli afflitti, per tutti coloro che versano nellindigenza, per i
defunti ancora trattenuti in purgatorio, sorretti dalla ferma speranza che potr tornare di
grande giovamento la preghiera elevata in loro favore mentre presente la Vittima santa e
tremenda".[...]
non si tralasci la Messa corrispondente allufficio del giorno, ovunque ne corra lobbligo.
Esortiamo poi calorosamente gli altri fedeli che, premessa la sacramentale confessione, si
accostino devotamente alla mensa eucaristica a suffragio delle anime purganti. A costoro, con
la Nostra autorit Apostolica concediamo indulgenza plenaria a pro dei defunti: ai singoli
celebranti, come detto sopra, il privilegio dellAltare.
In tal modo, senza dubbio, le pie anime, che fra terribili e grandi tormenti stanno
espiando i rimanenti peccati, avranno opportunissimo e singolare sollievo dallOstia
salutare che tutta la Chiesa, congiunta al suo Capo visibile ed infiammata dallo
stesso spirito di carit, offrir a Dio, affinch voglia concedere ad essi il soggiorno
del refrigerio, della luce e della pace sempiterna.
Frattanto, come pegno dei doni celesti, con tanto affetto nel Signore, impartiamo a voi,
Venerabili Fratelli, e a tutto il Clero e al popolo affidato alle vostre cure, lApostolica
Benedizione. [...]
1. Come abbiamo visto nelle due precedenti catechesi, in base all'opzione definitiva per Dio o
contro Dio, l'uomo si trova dinanzi a una delle alternative: o vive con il Signore nella
beatitudine eterna, oppure resta lontano dalla sua presenza. Per quanti si trovano in
Domanda 1 In una risposta su Famiglia Cristiana il teologo sostiene che linferno non ha esistenza
oggettiva (evidentemente non crede alle visioni di Fatima e di Medjugorie, n alla Geenna e al fuoco
eterno neotestamentari). Mette poi in contraddizione, strumentale a mio avviso, autodannazione e
condanna, facendo credere che la convinzione popolare di condanna sia stata malamente attribuita a
Dio e non che sia stata una convenienza della Chiesa daltri tempi. Il Nuovo Testamento, infatti, non
parla mai di condanna (tranne alcune affermazioni ambigue di san Paolo), semmai di divisione tra capri
e pecore al momento del giudizio. Se, invece, si comincia a dire che linferno creazione della
creatura si evince non solo che la creatura sia capace di creare, ma che la giustizia divina
sia sottomessa alla giustizia umana. Luigi C.
RISPOSTA 1
Linferno "una reale possibilit", come afferma testualmente il Catechismo dei vescovi tedeschi;
esiste nella misura in cui esistono dei dannati. Non un luogo prefabbricato, come stato normalmente
immaginato nel passato e come stato descritto dal nostro Dante Alighieri.
proprio per questo che il grande teologo Y. Congar ha detto che, se vogliamo avere qualche idea
possibile sullinferno (e sugli altri stati dellaldil), dobbiamo chiudere la Divina Commedia, la quale
peraltro conserva tanti altri valori.
Linferno sostanzialmente (e questo da sempre) la perdita di Dio, che gli antichi chiamavano pena del
danno. E il distacco da Dio, il rifiuto della sua offerta di salvezza, semplicemente opera
delluomo. Per questo si parla oggi di autocondanna e non di condanna da parte di Dio, che vuole la
salvezza di tutti.
Questo rifiuto, come in genere il peccato, non una creazione, ma piuttosto il suo
contrario, lannullamento dellopera di Dio, lunica cosa che luomo pu fare.