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a cura di
Roberta Lucente, Ida Recchia
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ARACNE editrice int.le S.r.l.
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via Quarto Negroni,
Ariccia (RM)
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Suono e architettura:
isomorfismi e nuove aperture disciplinari
di Roberta Lucente
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Embodied Sound.
Il corpo e le architetture aurali
di Gascia Ouzounian
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EDITORIALE
Temi ed esperienze
Editoriale
lizzata, nella sala da concerto, in un quartiere dove il suono fonte di conflitto, nei giardini darte: nei giardini di suono. Sono visioni disomogenee,
esperienze sul campo e riletture al tavolo che offrono un quadro ricco e diversificato, perch proposto secondo diverse prospettive e variabili punti di
vista. Il suono indagato sur place, oppure scoperto come nuova fonte di
identit architettoniche e urbane, ma anche inteso come strumento operativo nel progetto di nuove architetture, come mezzo per la costruzione di
uno spazio da abitare. Possiamo ascoltare il suono immergendoci negli
spazi che lo contengono, lo articolano, lo limitano e possiamo leggerlo attraverso le intenzioni di progettisti, artisti, musicisti messe in atto, dichiarate
o talvolta perfino inespresse. Possiamo pensare di agire su un territorio
conteso, su un ambiente sonoro che i suoi abitanti interpretano in maniera
contrastante, possiamo tentare di operare col suono la costruzione di
una identit e di una consapevolezza comune. I testi degli autori qui invitati
introducono a queste diverse possibilit, sperimentate in prima persona
con esplorazioni e ricerche che verificano ipotesi originali; sono riscontri sul
campo che si concretizzano in azioni narrate.
Roberta Lucente
Ida Recchia
Nota
Agli scritti raccolti dalle curatrici di questo numero di Le Arti del Suono - che
ringraziamo per la pregevole collaborazione - la redazione accosta due ulteriori contributi, ad ampliare il panorama di esperienze presentato. Lampliamento avviene in due direzioni, per cos dire: verso linterno, vale a
dire nel corpo stesso dellascoltatore, che nel lavoro degli artisti su cui verte
la riflessione di Gascia Ouzounian diventa spazio di risonanza, luogo in
cui abita il suono; e verso lesterno, vale a dire verso lo spazio illimitato
cosmico, come nel progetto utopico di Iannis Xenakis, analizzato con precisione storica e acume critico da Sven Sterken (due modi opposti dellabitare, due mondi diversi di stare nello spazio e nel suono).
Agostino Di Scipio
ROBERTA LUCENTE
SUONO E ARCHITETTURA:
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tura oltre che come categoria fisica, contiene al suo interno il Paesaggio
sonoro definito da Murray Schafer in chiave ecologica, e in parte lo genera.
Possiamo infatti parlare, per luna come per laltra locuzione, di paesaggi
rurali, urbani, metropolitani, marittimi, domestici, adoperando le classificazioni proposte dallo studioso canadese, e constatare che larchitettura
appare sia come parte attiva che come parte passiva in tutte le declinazioni
individuate dalle categorie suoni e societ, ma accoglie e restituisce anche
suoni della natura, suoni delluomo, suoni meccanici [cio suoni
delle macchine, dei sistemi tecnologici]; essa inoltre manifesta anche la presenza di indicatori sonori, la cui descrizione pu giovarsi tanto di rappresentazioni grafiche (o fotografiche o video) quanto di descrizioni acustiche.
Una simile traslazione di significati, non direttamente contemplata dagli
studi canadesi7, conferma lesistenza di numerosi margini di sovrapposizione tra architettura e ricerca sonora, ascrivendo la prima tra le discipline
maggiormente legittimate a interfacciarsi con la seconda. Il dato banale che
determina tale sovrapponibilit il riferimento, potremmo dire imprescindibile, alla condizione dellabitare, che trova nellarchitettura lo strumento
pi consono ad essere soddisfatta al meglio delle possibilit umane.
LArchitettura, per parte sua, pu riscoprire attraverso cortocircuiti di
questo tipo la propria attitudine a essere fruita soprattutto per via percettiva,
e cos facendo riconsiderare la consueta predilezione delle chiavi sensoriali
visive e tattili rispetto a quella uditiva. E quindi guadagnare posizioni utili
verso alcune tematiche peraltro care alla ricerca contemporanea, nellambito
della quale oggi infatti si registra una amplificazione del ruolo della dimensione sensibile, elevata sempre pi di frequente al rango di materiale progettuale (e simbolico) prediletto8. Cos facendo, lobiettivo pi significativo
che essa pu quindi raggiungere la conquista di modalit di percezione
delle sue componenti di tipo sinestetico, utili a rivelare aspetti della sua natura ancora non adeguatamente sviscerati.
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Com noto, tali studi sono inquadrati in una ricerca di carattere musicologico
e mirati soprattutto a promuovere e conquistare una maggiore sensibilit e consapevolezza verso lambiente acustico, in unottica ecologica. Cfr. Raymond Murray
Schafer, The Tuning of the World, Toronto, 1977 (trad. it., Il paesaggio sonoro, Ricordi
e LIM Editrice, 1985).
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Si vedano, tra gli altri, S. Holl, Parallax. Architettura e percezione, Postmedia, Milano 2004 e Paul Zumthor, Atmospheres, Birkhauser, Basel 2006.
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Continuando in questo gioco di specchi, si riscontrano ulteriori possibilit per larchitettura di ridefinire le potenzialit dei propri portati
attraverso le rappresentazioni di essa fornite dalla ricerca musicale. Se
ad esempio focalizziamo lattenzione sulla componente sociale, certamente centrale nelle applicazioni dellarchitettura, possiamo rilevare
che in non poche esplorazioni artistiche di tipo musicologico essa
viene assurta al ruolo di carattere identitario dei luoghi oggetto di interpretazione artistico-musicale. E infatti si pone come tema centrale
nei ritratti sonori di citt, ambienti, localizzazioni oggetto di rilevamento e rielaborazione artistica in chiave acustica, a partire dalle sperimentazioni di Hctor Berlioz (fin dal 1852) e Luigi Russolo (1913),
fino a Llorenc Barber (dal 1988) per arrivare agli allestimenti di O+A
[cio degli artisti Bruce Odland e Sam Auinger, cfr. Reflections on
the Sonic Commons, Leonardo Music Journal, n.19, pp.63-68, 2009] o
alle sculture sonore di Bill Fontana9.
Nellarchitettura in quanto prassi, nelle sue singole realizzazioni, la
funzione sociale interviene come premessa programmatica e fine ultimo; nellarchitettura in quanto pratica disciplinare, si esplica attraverso la selezione e la definizione, spesso allinterno di processi
secolari, di quelli che poi si definiscono caratteri tipologici delle varie
specializzazioni funzionali degli edifici, espressioni della utilitas vitruviana e, nellinterpretazione proposta da Gianfranco Caniggia, custodi
dei meccanismi evolutivi degli ambienti abitati dalluomo. Per questa
via quindi, attraverso lintersezione con le rappresentazioni sonore di
paesaggi colti nel vivo della propria socialit, larchitettura pu tornare
al significato profondo del proprio mandato civile, e trovare nuove ragioni di sperimentazione e nuove chiavi per interpretare la contemporaneit, forte delle forme di rilevamento delle sue dinamiche sociali
attingibili a tutti gli approcci utilizzati nelle esplorazioni sonore: fenomenologici, ecologici, antropologici, artistici.
Al di l di simili proficue contaminazioni, nelle singole applicazioni
intervengono naturalmente questioni di rappresentazione, codificazione e metodo a descrivere e anche circoscrivere lo specifico dei
mondi dellarchitettura e dei suoni. Nondimeno, la comune attitudine
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semantica coglie a pi riprese i rispettivi linguaggi nellatto di sovrapporsi, soprattutto nellambito dei rapporti di reciprocit intessuti dallarchitettura con larte musicale. A partire dai riferimenti pitagorici al
concetto di armonia, che introduce, attraverso la matematica, la nozione
di misura di ci che percepiamo come ben composto nellequilibrio delle
parti, sia visivamente che acusticamente; per arrivare alla nozione stessa di
composizione, adottata nella disciplina architettonica come in quella
musicale.
Nello specifico della pratica artistica, Musica e Architettura si pongono, a seconda dei casi e con ritmi pi o meno cadenzati, come termini omologhi o antitetici, come protagonisti di un isomorfismo che
pu apparire al tempo stesso forte o debole. In campo filosofico si
pongono come forme artistiche affini o opposte ma comunque ugualmente distinguibili per primato dalle altre forme artistiche.
Se per un verso il fondamento epistemologico che inquadra la questione del rapporto tra scienze umane e scienze naturali pu trovare
nellarchitettura in quanto arte che si serve della tecnica un significativo punto di contatto, per altro verso la stessa componente tettonica
dellarchitettura diviene infatti il fattore che sul piano filosofico, secondo Hegel, la oppone alla musica, essendo la prima compromessa
nel raggiungimento della piena artisticit da una sorta di eccedenza di materia sensibile 10 e affermandosi la seconda come la pi
pura delle arti in ragione dellassoluta rarefazione della sua materia.
Anche nella visione di Goethe, poi ribadita da Schelling, che ritrae larchitettura come musica congelata , si allude a una entit inerte e persino immota, accomunata allarte musicale unicamente dal sistema di
misura e di proporzione rivelato da Pitagora. Ma qui la cristallizzazione
dellarmonia in spazio costruito, e dunque la sua rappresentazione in
forma perenne, sembra potersi interpretare anche come condizione
privilegiata, che sottrae la bellezza alla dimensione effimera della percezione per via uditiva.
Loscillazione tra le diverse accezioni filosofiche di musica e architettura non si esaurisce nel ricorrere in forma alterna della polarit tra le
due arti, poich si avvale anche di altri registri comunicativi. Si esprime
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Luigi Nono, Studi per Prometeo, in Nono L., Verso Prometeo, a cura
di Cacciari M., Ricordi, Milano, 1984
[di Iannis Xenakis si veda il libro Musica. Architettura, Spirali Edizioni, Milano,
1982, e vari passaggi di Universi del suono. Scritti e interventi 1955-1994 (a cura di A.
Di Scipio) Ricordi-LIM, 2003].
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Space, time and architecture di Sigfried Gideon, LArchitettura della citt di Aldo
Rossi), lassenza di un riferimento mirato alla componente sonora nella descrizione dei fenomeni architettonici e urbani14.
Proprio nel solco tracciato dalla ricerca nel campo della musica spazializzata e dellascolto pluridirezionale, si collocano ulteriori e specifiche intersezioni tra Suono e Architettura, che innescano nuovi meccanismi di
attenzione dedicata, investendo direttamente la ricerca architettonica e tipologica nel campo degli spazi specializzati per la musica. Qui, edifici sempre pi capienti e numerosi si dispongono a rispondere alle esigenze della
musica di ricerca, come fossero personaggi in cerca di autore, dotati di caratteri riconoscibili ma disponibili a plasmarsi a seconda del testo, in virt
dei segreti assetti variabili delle loro sale, custodi dellintrinseca attitudine
macchinistica del genere15. Si manifestano quindi anche inclinazioni, da
parte degli autori, a porsi come specialisti del genere stesso. Renzo Piano
parte dalla famosa sala dellIRCAM di Parigi [Espace de projection] per arrivare
allAuditorium [del Parco della Musica] di Roma; Christian de Portzamparc
esordisce con la Cit de la Musique, sempre a Parigi, per giungere allAuditorium di Lussemburgo e alla Cidade da Musica di Rio de Janeiro; Henning Larsen opera in direzione simile a Copenaghen e ad Uppsala
Queste tipologie di specialismi investono persino lo specifico dei codici
univocamente chiamati a significare le due forme espressive, cio la notazione musicale e il disegno, in cui si possono verificare delle insospettabili
simmetrie. In alcune ricerche di musica spazializzata le partiture assumono i connotati di piante architettoniche in cui rappresentare la disposiAltri capisaldi come Limmagine della citt di Kevin Lynch pongono marcatamente laccento sulla dimensione percettiva come chiave privilegiata di interpretazione delle forme della citt. Il libro di Rossi invece, richiamandosi alla forza
analogica dellarchitettura, sembra prediligere la potenza evocativa, la quale tuttavia si esaurisce, anche nella lezione rossiana, nella restituzione meramente iconica
dellarchitettura stessa - nuovamente svilita, dunque, del valore aggiunto dalle sonorit da essa evocabili.
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Sul rapporto tra musica spazializzata e sale modulabili, con riferimento allevoluzione tipologica di tali sale in rapporto alla corrispondente ricerca musicale
e nel quadro della produzione architettonica, si veda il contributo di Roberta Lucente e Ida Recchia al numero tematico di Metamorfosi. Quaderni di architettura, nn.
68-69, 2007, intitolato Macchine sonore.
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