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HAMANN
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BIBLIOPOLIS
Serie Testi
I
NAPOLI 1977
JOHANN G. HAMANN
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BIBLIOPOLIS
Copyright 1977
by Bibliopolis, edizioni di losoa e scienze spa
Napoli, via Arangio Ruiz 83
INDICE
pag.
Introduzione del traduttore:
1) Saggio attorno ad una questione accademica
2) Miscellanea di
lingua francese
annotazioni
sulla
struttura
13
della
3) Aertbetica in nuce
4) La critica a Herder e la polemica contro la nuova
cultura no al 1774
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Testi hamanniani:
1) Saggio attorno ad una questione accademica di Aristobulo
2) Miscellanea di annotazioni sulla struttura della
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lingua francese messa insieme con patriottica libert da un illustre dotto franco-tedesco
3) Aertbetica in nuce. Una rapsodia in prosa cabba-
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listica
4) Due recensioni con un'aggiunta, circa l'origine del
linguaggio
5) Ultime volont del Cavaliere di Rosacroce attorno al-
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moria accademica
7) Al Salomone di Prussia
8) Alla Giunta segreta della Loggia Massonica di
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Knigsberg
9) Soliloquio di un autore
10) Alla Strega di Kadmonbor
11) Apologia della lettera I-I
20.3
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225
245
Nota bibliografica
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Indici
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ABBREVIAZIONI
(1) Cfr. ZH, II, 22-23. Cfr. anche la lettera del 13 giugno 1760 a
I. G. Lindner, ib. 26-27.
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tenzione del Re .
Lo scritto apparve in edizione denitiva in lingua francese a Brema
(presso G. L. Frster) nel 1762 arricchito (pp. 68-78) di due Supplement;
volti a soddisfare una richiesta di sviluppo avanzata dal Merian nella
relazione data dell'opera del Michaelis all'Accademia, che gura in
appendice al volumetto (pp. 177-208): Extrait de l'ouvrage qui precde, lu dan: l'./lrremble publique de l'Acade'mie royale de Berlin le
31 Mai 1759 par Mr. Merian.
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(4) Cfr. lappendice alla citata edizione francese (Brema 1762) del
saggio del Michaelis in esame, pp. 179-180.
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leur Influences dans la Langue. C'est qu'alors le peuple s'approprie plusieurs expressions que les Savans ont inventes;
comme ceux-ci adoptent souvent leur tour, des expressions
populaires > (pp. 8 e 9).
I filosofi, gli scienziati, i poeti nonch il bel sesso sono
gli artefici dell'arricchimento e della purificazione del linguaggio popolare come fonti e canali di una cultura pi
elevata.
La prima sezione dello scritto si svolge attraverso piacevoli esempi dello scambio vitale tra cultura e linguaggio da
Dio e i demoni in Grecia, in Roma, nel mondo alessandrino,
alle dispute teologiche e losoche sul concetto di essenza,
dal mito di psiche, alla lebbra, al sesso dei vegetali e di
tutte le cose secondo il Corano.
I benefici influssi del linguaggio sulla cultura sono - nella
seconda edizione - fatti risalire principalmente alla abbondanza del numero dei termini di una lingua e alla ricchezza
concettuale del contenuto dei termini stessi disvelato dall'etimologia e dall'espressione.
On ne sauroit croire - scrive il Michaelis a p. 27 combien de bonnes choses sont contenues dans l'Etymologie.
Elle est une trsor de bon-sens: elle renferme des vrits qui
chappent la plpart des philosophes, et qui illustreront
un jour le philosophe qui en fera la dcouverte sans que lui
mme souponne que depuis un temps immmorial elles sont
dans la bouche de tout le monde. Cela n'est point du tout
surprenant. Les langues sont l'amas de la sagesse et du gnie
des nations, o chacun a mis du sien . Non tanto i pochi
dotti o i rigidi tutori dell'ortodossia quanto piuttosto lo
spontaneo spirito dell'uomo di buon senso, lo slancio di libert dell'eretico, l'innocenza infantile, il buon umore incoraggiato magari dal vino contribuiscono ad adunare il vivo
tesoro del linguaggio, che l'etimologia riscopre. Certamente
il linguaggio serba come una biblioteca nei suoi termini una
cultura in cui la verit commista all'errore e l'indagine
etimologica non di per s sola sorgente certa di verit. Particolarmente utile letimologia risulta nel ritrovamento del
signicato originario di istituzioni morali e sociali, che nel
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di meno le figure retoriche in questione risultano al Michaelis responsabili, unitamente all'ignoranza della storia dei
linguaggi, di errori terribili e di pregiudizi secolari. Che dire
di un Maometto che prescrisse ai suoi fedeli di non uccidere
le cavallette perch designate in arabo con il nome di armata
di Dio o che volle fosse inteso alla lettera che il ladro nell'altra vita dovr portarsi sulle spalle l'intero fardello degli
oggetti rubati? E: ici il chappe - per dirla con il Merian (6) - notre Auteur une petite comparaison de Mahomet
avec St. Augustin, quil regarde comme les deux patriarches
de la prdestination absolue; et quelque difference quil y
ait d'ailleurs entre eux l'gard de la doctrine et des moeurs,
il croit pourtant que leurs erreurs (car il ainsi les nomme),
partent du mme principe .
L'ignoranza del parlare metaforico - tipico ad esempio
dell'ebraico - avrebbe indotto a prendere alla lettera le immagini gurate, in particolare attribuendo all'azione diretta
di Dio ci che in realt avviene per opera di cause seconde.
Ou simagine que Dieu est la cause immediate de toutes les
actions qui lui son attribues: qu'il produit miraculeusement
le bien et le mal moral qui est dans l'homme, ou du moins
le dernier par le refus d'une grace miraculeuse sans laquelle
nous ne pouvons pas nous empcher de le commtre... C'est
ce qui arriva Mahomed, trop ignorant pour faire de sa
langue un examen philosophique et pour discerner le propre
du gur. La langue arabe, qui a beaucoup d'anit avec
lI-Ibreu, et qui parle avec la mme emphase des oeuvres de
la providence, porta le prophete qui avait Pimagination vive
et mlancolique, et dont la personne tait une singulier mlange de fourbe et d'enthousiaste, elle le porta, dis-je, enseigner le dcret le plus rigouresement absolu, et convertir
les hommes en pures machines (7).
L'ignoranza dell'ebraico gioc lo stesso tiro a S. Agostino,
con la non piccola conseguenza che la dottrina della pre-
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<< Il s'est rpandue dans le Christianisme une doctrine semblable touchant un dcret absolu et ses effets immdiats, sur
la conversion ou sur Pendurcissement des hommes; doctrine,
qui, dans toutes les trois Religions Chrtiennes, a trouv des
patrons et des adversaires, et je ne sais si elle ne vient pas
de la mme source. Ce qu'il y a de sur, cest quelle s'est
terne par lexplication fausse et perverse de certains phrases
de la Bible, et parceque l'on a pris les figures orientales
dans la proprit de signication la plus rigoureuse. Mais
ce n'est pas encore ce que je veux dire. St. Augustin est
sens contredit, parmi les Chrtiens, le patriarche de cette
doctrine: avec un savoir fort mediocre, il avoit l'imagination
trs chaude: il toit Africain, et pour le nommer daprs sa
langue, il toit Carthaginois. Dans les villes d'Afrique on
parloit latin la verit, mais ce n'toit pas le Latin de Rome:
l'on y remarque un coloris Afriquain: le Latin faisoit le corps
de cette langue; le Punique en faisoit l'me: et ce fut la
langue maternelle de St. Augustin, qui Pentendoit trs bien,
et qui s'en sert quelquefois pour claircir des dictions hbraiques... Ainsi le bon Eveque parloit Hbreu sans le savoir:
s'il avoit connu l'alphabet hbreu, et s'il s'etoit donn quelque
peine pour tudier la difference qui est entre cette langue et
la langue punique d'alors, au lieu de la grossiere ignorance
des deux langues originales de l'Ecriture Sainte qui on lui
reproche; il auroit merit Phonneur de passer pour le pere
de la Philologie orientale ().
A completare il poco lusinghiero quadro del Padre della
Chiesa si aggiunse un paragone, inteso a rinvenire in Agostino
tratti psicologici e spirituali caratteristici di Maometto, che
lo stesso Merian trova << qu'il serait injuste de pousser trop
loin . facile immaginare lo sdegno hamanniano!
Se un linguaggio indotto e povero occasione di fraintendimento nella tradizione del sapere, non minore pregiudizio
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<<
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appellativo; per i verbi un nome qualsiasi o un pronome. Gli aggettivi e i verbi sono subordinati: spetta
a loro concordarsi.
La loro dipendenza si fonda su un rapporto di identit.
L'identit che fonda la concordanza l'identit del soggetto nei due aspetti differenti nei due termini correlativi
messi in concordanza. Questo soggetto presentato in maniera vaga e indenita negli aggettivi e nei verbi, in
maniera invece precisa e determinata nei nomi e nei
pronomi.
Ma se la e della prima persona del presente stata
mutata in i nella seconda persona, la i diventa
nella
seconda persona singolare dell'imperativo ed elimina la e
nale: ad es. Icb gebe, du gibst. Imperativo: gib (non
n geb n gibe). Le vocali ii, della seconda persona
del presente ridiventano all'imperativo a e o; ad es.:
Ich alle, du llst. Imperativo: alle!
La terza persona singolare e tutte le persone plurali
dell'imperativo sono regolari, perch derivano dal presente
indenito del congiuntivo, che non irregolare.
I termini supplettivi servono a supplire le idee ac-
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rapporti generali con totale indeterminazione di ogni termine antecedente e conseguente. Il termine antecedente
non pu essere che un nome appellativo, un aggettivo
sico, un verbo O un avverbio. Il termine conseguente
si chiama complemento della preposizione e non pu essere che un nome O un pronome, a cui si riferiscono pure
gli infiniti dei verbi.
In francese si contano 35 preposizioni che reggono
il dativo (il tedesco ne ha invece circa 13):
WIDER, contre.
9 che reggono il dativo quando si tratta di quiete o
di situazione ssa e l'accusativo quando si tratta di un
moto O di una tendenza a qualche oggetto .
Altri motivi Oltre al tema della lingua francese e del linguaggio in generale operavano tuttavia nell'animo di Hamann.
L annunzio del 22 ottobre 1760 a I. G. Lindner della nascita
di un nuovo piccolo saggio apre uno spiraglio in mezzo a
molte incertezze: La scorsa settimana sotto il pergolato ho
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di Coelestin Kowalewski (1700-1771), cancelliere dell'Universit di Knigsberg. Circa il mio trattato sulla disposizione dei termini nella
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una crisi di coscienza che lo port a rinnegare gli ideali illuministici e a schierarsi per una linea spirituale cristiana.
Trascorsi alcuni mesi presso i Berens a Riga, Hamann ripar definitivamente a Knigsberg all'inizio del '59, riutando
di collaborare ulteriormente all'impresa economico-culturale.
Nell'estate Hamann, assunte le vesti ironiche di un Socrate
cristiano, rifiut pubblicamente nei Memorabili socratici Ogni
partecipazione all'Opera della Aukliirung, rispondendo ad un
ultimo tentativo compiuto dal Berens con l'aiuto di Kant.
Negli ultimi mesi trascorsi a Riga Hamann, investito da
un ruolo profetico, aveva chiesto in moglie la << glia della
casa Katharina Berens: la domanda non aveva avuto esito.
Si era ritirato solitario allora nella casa paterna immergendosi in letture di greco e di ebraico, rimeditando la sua
vicenda: in una situazione materiale e psicologica sempre
pi precaria.
In queste meditazioni e fantasticherie fu certo dominante
l'immagine della vita di Riga e della doviziosa Katharina, che
fu probabilmente interessata al denso canovaccio di avide letture delle novit della repubblica letteraria. Non qui il luogo
di avventurarsi in analisi ed ipotesi psicologiche; un fatto
che, decidendo di dare alla stampa un fastello di osservazioni sulla lingua francese, Hamann pens a Katharina Berens
e non pot trattenersi dal rivolgersi a lei prima in maniera
indiretta, poi addirittura pubblica.
Nel raccogliere le sparse osservazioni sulla lingua francese in un piccolo saggio - che apparve in tre puntate il 6,
13 e 20 dicembre 1760 sui numeri 49, 50, 51 delle << Wchentliche Knigsbergische Frag- und Anzeignungsnachrichten (') - Hamann pens a Katharina Berens in connessione con un giudizio sulla musica da chiesa e la musica
francese espresso da Friedrich Carl von Moser. Questo pensiero si concret in un'appendice al saggio sulla struttura grammaticale del francese e diede luogo subito dopo al piccolo
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vero verso la fanciulla del gran mondo... in ogni modo l'occasione offerta dal nobile diplomatico Friedrich Carl von Moser.
Questi lamenti poetici - spiega infatti Hamann - traggono occasione da una Miscellanea di annotazioni sulla struttura della lingua francese messe insieme con patriottica libert... seguendo il passo di un celebre giovin signore, che
con una caricatura della magia nera del governare e della
donazione eroica del servire mena per il naso la balorda
plebe. Permettetemi di citare qui un solo passo che ho consacrato a fondamento della mia lettera.
1 Rousseau, il filosofo di Ginevra, ha cercato di conquistare
alla nazione francese ogni diritto circa certi meriti in campo
musicale, in forza delle qualit proprie del suo linguaggio.
Partita gi vinta per lui! Qualora si voglia assumere la musica di chiesa dei nostri colonizzatori a modello di paragone
oppure l'indenito timbro di voce di latinardi eunuchi a
criterio di giudizio dell'armonia ' (2).
Il Lamento poetico protesta contro la posizione di chi
voglia mettere sullo stesso piano il sacro e il profano: sembra
piuttosto che si tratti di valori distinti, non lo spirito della
lingua quanto la genialit del compositore che fa la musica.
Che razza di lente iperbolica occorre per ingrandire una
puntura di zanzara no a farne i lombi di uno scrittore profano, che si arroga il diritto non solo di citare la musica di
chiesa di una nostra pacifica comunit ad esemplare negativo di paragone nell'ambito di un'arte bella, ma lega ad un
unico giogo cose sacre e volgari e (secondo il dissennato
modo di esprimersi abituale dei nostri zelatori della circoncisione del Cristianesimo) cerca di mettere d'accordo Cristo
con Baal!
Mi guardi la Musa dall'ammettere l'accusa di sconosciuti avversari e dal difendermene dicendo che non di
pregiudizio alla santit di un servizio religioso il fatto che
la sua musica sia da considerarsi ovunque misera, giacch
l'intento di questa musica non di piacere agli uomini.
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Il suo libro non merita l'ammirazione che riesce a strappare - continua Hamann commentando il giudizio dell'amico
Lindner sul libro del Moser -. Se qualcuno rompe qualcosa
deve non solo restituire ma essere punito. Voi emettete una
sentenza sul suo libro e lo incriminate per rapina senza
prove. Io porto le prove non a sostegno di una sentenza ma
di una licentia poetica; e poi mi si accusa di essermi preso
la briga di garantire la condanna operata da altri... succede
che 'il mondo galante ami pi le bagatelles che i geroglici.
Anche i Farisei non volevano fare parte del mondo galante e
tuttavia amavano menta, aneto e comino pi che i segni della
giustizia nel giudicare e dell'amore nel condonare.
Il fatto di andare troppo oltre implicito nel concetto
stesso di licentia poetica: altrimenti non sarebbe una licentia
n tanto meno poetica. Se poi la libert patriottica non vada
troppo in l O troppo oltre, cosa a cui non si pensa o non
si ha piacere di stabilire un paragone tra i due fatti. Se
un lunatico servo del sole vuole predicare i misteri della
morale, deve attaccare fuori l'insegna, come ho dovuto fare
io; un patriota invece deve sapere governare la sua penna
con tremore e molta saggezza, con l'accortezza del serpente
e la semplicit della colomba.
Il mondo galante detesta le bagatelles non meno di quanto
le ama. Stima assai anche i geroglifici anche se fa mostra di
non conoscerne. Il mio mondo galante, se stesse a me, vorrei
che fosse la posterit: di cui i gli di questo secolo non
sanno gustare il vigore.
Se depongo la maschera dello scoliaste giudico ben altrimenti il lavoro del Signor von Moser e trovo in esso non solo
bagatelles ma una quantit di geroglici, che i suoi ammiratori
con tutta probabilit non comprendono, del che io ho prove,
che il mio giudice potrebbe mostrare al mondo per compensare riccamente lo scandalo della nudit delle bagatelles con
la bellezza della nudit dei geroglici, e rimettere tutto a
posto con sovrabbondanza ecc... (25).
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anno Kanter aveva edito una critica a M. Mendelssohn avanzata sotto il nome di Abelardus Virbius a proposito di Rousseau: Cbimriscbe Einfiille. Il settimo scritto fu composto
proprio per i Kreuzziige: Kleeblatt bellenistiscber Briefe. In
tre lettere si riprende il tema della cultura mondana, della
rivelazione divina e dei linguaggi a cui la Parola si affidata nel tempo storico. Le Gbiottonerie del salotto di un ecclesiastico fanno eco alle Nscbereyen di S. F. Trescho (1761)
e sono una critica del saggio De la nature (Amsterdam, 1761)
di Iean-B. Ren Robinet. La critica era stata pubblicata nel
1762 gi da Kanter come pezzo a s stante. Il contributo
pi esteso, composto appositamente per i Kreuzzuge, Una
rapsodia in prosa cabbalistica: Aestbetica in nuce. La raccolta si conclude con alcuni contributi giovanili: l'Exercitium
latinum, legato alla dissertazione dell'amico Lindner all'Albertina nell'aprile del '51, una manciata di versi d'occasione
e il discorso in morte della madre: Den/emal.
Abbiamo un accenno in una lettera a I. G. Lindner del
19 dicembre 1761: I miei lavori procedono - grazie a
Dio! - bene, anche se lentamente. Il nocciolo sar costituito
da una Rapsodia in prosa cabbalistica di circa tre sedicesimi (28).
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Appena ventenne Herder lasciava Knigsberg per la Ospitale Riga, dove il Lindner gli aveva messo a disposizione un
posto alla Domscbule. A Knigsberg il giovane aveva potuto
aprirsi una strada nella teologia e nelle lettere: aveva seguito
le lezioni di Kant e frequentato la libreria di Kanter, dove
Hamann oltre ad avviarlo all'inglese e all'italiano lo arricch
di geniali spunti, che la facile vena dell'allievo non manc
di diluire in sovrabbondanti esposizioni per anni. Il fitto carteggio con Hamann aliment in seguito ancora la fantasia
herderiana. A Riga Herder trov una sistemazione oltre che
nella scuola nell'amministrazione ecclesiastica: ebbe successo
come predicatore e avvi una notevole attivit letteraria, collaborando alle Konigsbergische Zeitungen guidate da Hamann e ai << Gelehrte Beitrge che afiiancavano la Gazzetta
di Riga.
Tra il '67 e il '68 I-Ierder si rivolse al grande pubblico
con tre raccolte anonime di Fragmente iiber die neuere deutscbe
Literatur: Anche il profilo di quest'Opera e i primi tratti
- scrive R. Haym (33) - erano stati abbozzati gi a Knigsberg
e Hamann ne era al corrente. Sappiamo dalle testimonianze
del suo compagno di Knigsberg, Bock, che gi durante il
periodo degli studi Herder rimuginava il proposito di aggiunte frammentarie ai Literaturbriefe che andava stralciando e riassumendo con cura .
I << Briefe die neueste Litteratur betreffend (1759-1765)
erano stati fondati da Lessing con l'intentO di promuovere
una letteratura nazionale originale, erano stati portati avanti
dal Nicolai (che dal '64 prosegu da solo la sua lunga campagna
critica con la Allgemeine deutsche Bibliothek ) e soprattutto dal Mendelssohn, che aveva saputo accaparrarsi la collaborazione efficace del giovane Th. Abbt, che nel '61 aveva
animato lo spirito patriottico dei Tedeschi in una perigliosa
fase della guerra fridericiana dei 7 anni con il sermone Vom
Tode fiirs Vaterland.
Dialogando con i << Literaturbriefe aveva sviluppato la sua
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e Herder si adegu (31). Parimenti Herder si ritrasse dall'atteggiamento laudativo assunto nei Fragmente (II e III Raccolta) nei confronti del celebrato filologo di Halle Christian
Adolf Klotz (1738-1771), editore dal 1764 degli Acta
literaria e dal '66 delle Neue hallische gelehrte Zeitungen ,
che andava esercitando una azione di potere crescente nel
mondo dotto finita con uno scontro frontale con Lessing.
All'inizio del '68 Klotz aveva varato la << Deutsche Bibliothek der schnen Wissenschaften con palesi intenzioni
di attacco in pi direzioni: in particolare non era risparmiata
la setta di Knigsberg . Tra il giugno e l'agosto del '68
Lessing contrattacc con una serie di Briefe antiquariscben
Inbalts, Herder scese in campo soltanto l'anno seguente con
il II e III dei Kritiscbe ll'/lder, oder Betracbtungen die
Wissenscbaft und Kunst des Scbnen betreffend, nacb Massgabe
neuerer Scbriften: pi rapido Hamann aveva gi il 15 gennaio del '68 recensito il primo numero della Deutsche Bibliothek der schnen Wissenschaften sulla Gazzetta di Knigsberg; il 22 luglio recensiva il saggio del Klotz: Ueber
das Nutzen und Gebraucb der alteren gescbnittenen Steine und
ibrer Abdriic/ee (Altenburg, 1768), il 2 dicembre i numeri
II-VI della << Bibliothek klotziana e il 9 dicembre il saggio
Ueber das Publicum (Iena, 1768) di Fr. I. Riedel, braccio
destro del Klotz. Recensendo il 30 gennaio 1769 una Italieniscbe Biograpbie di cui appariva allora il I volume con prefazione del Klotz, Hamann denunci l'azione commerciale che
mirava a impossessarsi del mercato librario: accenni al Klotz
compaiono ancora nella recensione (6 febbraio 1769) dei Kritiscbe Wlder herderiani, in cui il nome dell'anonimo autore
fatto trasparire al fianco del Winckelmann e di Lessing.
L'atto di guerra cos per il momento concluso: nei restanti contributi dell'anno Hamann si diverte con il perso(34) Nel novembre del '68 Herder scriveva a Hamann (ZH, II,
427): Abbt non fu certo il miglior giudice di cenci alla moda latina
estetico-filosofico-oraziana. Sono gi stato punito -- e con me anche i
Litteraturbriefe _ a sufficienza per l'indulgenza, tanto che avr
presto -- credo -- Occasione nel secondo volume su Abbt di mettere
con buona grazia i puntini sugli i... .
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der Knigl. Academic der Wissenscbaften fiir das Iabr 1770 gesetzten
Preis erbalten bat. Von Herrn HERDER. Auf Befebl der Academic beraus-
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tuttavia i succhi che danno vita alle radici del linguaggio ().
Le interiezioni, rimaste vive soprattutto nei linguaggi dell'Oriente o dei popoli selvaggi - espressioni di gioia, di lutto,
di guerra ecc. - sono le testimonianze del collegamento del
linguaggio umano con il grembo della Natura profonda.
Il prologo largamente gurato impone il tema fondamentale: l'ancestrale legame del linguaggio umano con la Natura;
il controsoggetto fornito dalla tesi dell'origine divina del
linguaggio, avanzata dal Sssmilch in una memoria letta gi
nel '56 davanti allAccademia e pubblicata dieci anni pi tardi
a Berlino: Beweis, dass der Ursprug der mense/lic/nen Sprac/ve
gttlic/J sei.
Il Sssmilch aveva sostenuto che la riducibilit di tutti i
suoni presenti nelle diverse lingue ad una ventina di tipi
caratterizzati dalle lettere dell'alfabeto starebbe a significare
che il linguaggio stato fornito all'uomo da un insegnamento
diretto di Dio, autore del linguaggio stesso.
Chiamando in causa il Lambert e alcuni studiosi del linguaggio di popoli selvaggi viventi, Herder nega la riducibilit
delle lingue alla combinazione di una ventina di suoni: il
linguaggio un essere vivente che non si lascia scomporre
meccanicamente: i segni furono sempre inadeguati a rendere
la creativa novit della parola e sarebbe curioso che 1'alfabeto
usato dagli uomini - con tutta la sua insufficienza - fosse
proprio opera di Dio! Herder insiste piuttosto sullo stretto
legame vitale che unisce suono e sentire e conclude: Se vogliamo chiamare linguaggio i suoni immediati che accompagnano il sentire, trovo che la sua origine affatto naturale in
ogni caso. Non solo non sovrumana, ma chiaramente
animale: la legge naturale di una macchina senziente! (41).
Il linguaggio umano tuttavia di altra specie.
Tutti gli animali no al pesce pi ottuso danno suono
al loro sentire: per questo per nessun animale, neppure il
pi perfetto, ha dato il minimo inizio autentico ad un linguaggio umano. Si elabori, si raflini, si organizzi questo insieme
(40) ib. p. 10.
(41) ib. p. 23.
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di suoni come si vuole, se non sopravviene una determinazione [Verstand] di usare questo suono con intenzione, non
vedo come secondo la legge di natura esistente questo suono
possa diventare un linguaggio umano, un linguaggio deliberato. I bambini producono manifestazioni sonore del sentire:
come gli animali; ma il linguaggio che essi apprendono dagli
uomini non forse tutt'altra cosa? (42).
Herder condanna Condillac quanto Rousseau: l'uno per
avere ridotto l'uomo al livello dell'animale, l'altro per avere
innalzato l'animale indebitamente alla dimensione umana:
occorre dichiarare con precisione la differenza specifica delluomo rispetto agli altri viventi. Negli animali la sensibilit,
le disposizioni e le capacit operative sono in funzione dell'ampiezza e molteplicit della sfera d'azione: l'uomo non ha
una sfera determinata, le sue capacit sono disperse sull'intera
superficie terrestre: sul piano dell'istinto l'ultimo degli animali, manca anche di quei meccanismi di segnalazione operativa che sembrano costituire il linguaggio degli animali.
L'ape ronza mentre succhia, l'uccello canta mentre fa il
nido: come parla invece naturalmente l'uomo? Non parla
affatto! proprio come poco o nulla fa in forza del solo istinto
alla maniera dell'animale. Un neonato umano - se si prescinde dal pianto che viene dal suo sensibile organismo muto: non esterna con i suoni n rappresentazioni n impulsi (cosa che fa invece ogni animale a seconda della specie
a cui appartiene): posto semplicemente in mezzo agli animali,
l'ultimo orfanello della Natura. Nudo ed inerme, debole e
senza mezzi, timido e senza difesa e - somma di tutta la sua
miseria - privo di ogni guida nella vita. Nato con una sensibilit distratta e indebolita, con capacit indenite e sonnacchiose, con inclinazioni molteplici e acche, palesemente
volto a mille esigenze, destinato ad una larga sfera, eppure
tanto diseredato e abbandonato da non essere dotato neppure
di un linguaggio per esprimere la sua insuicienza... No! una
siffatta contraddizione non compatibile con leconomia della
Natura. In luogo degli istinti altre segrete forze devono dor(42) ib. p. 24.
53
mire in lui! Nato muto, ma... ('). Sulla base della bont
e logicit della Natura si deve arguire che c' nell'uomo una
forza ulteriore, capace di situarlo adeguatamente nell'ordine
universale: proprio la mancanza di una destinazione e di una
attrezzatura precisa fa tralucere la libert e l'intelligenza.
Si chiami come si vuole questa disposizione complessiva
delle sue forze: intelletto, ragione, intenzione ecc. Purch
non si intenda con questo nome forze isolate o meri gradi
della scala delle forze animali, per me lo stesso. l'impianto complessivo di tutte le forze umane, l'intera economia della sua natura sensitiva e conoscitiva, cognitiva e
volitiva, o meglio lum'ca forza positiva del pensiero che
unita ad un certo organismo corporeo assume nell'uomo il
nome di ragione, laddove negli animali diventa capacit tecnica: nell'uomo si chiama libert, negli animali si fa istinto.
La differenza non per di grado, n consiste in un incremento di forze, bens il volgersi e svilupparsi di tutte le
forze in una direzione affatto diversa (44). Pur essendo identiche le forze naturali in gioco, opposto il loro convogliamento: ci fa s che non ci sia possibilit di sviluppo n di
passaggio dall'animale all'uomo, anche se comune il grembo
materiale della Natura. Herder preoccupato di serbare l'unit
della Natura: rifugge palesemente da una separazione essenziale tra materia e spirito, sottolinea tuttavia che lo sviluppo
in senso materiale o spirituale della Natura d luogo a fenomeni distinti e irriducibili. Cos, pure procedendo con l'animale dalla stessa fonte, l'uomo assume no dalle prime manifestazioni vitali caratteri essenzialmente diversi e singolari.
<< l'um`ca forza positiva dell'anima che opera in questa
disposizione: un essere se pi sensibile sar meno razionale,
se pi razionale sar meno vitale, se pi illuminato meno
mosso da impulsi oscuri: evidente! Tuttavia lo stato di
massima sensibilit dell'uomo fu pur sempre umano e operava
in lui pur sempre un'intenzione consapevole [Beson/1enbeit],
anche se in grado meno notevole: parimenti lo stadio di
(43)
p. 37.
(44) ib. pp. 42-43.
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sentire che violentemente lo attragga o respinga nei confronti del suo oggetto: la pecora sta li completamente quale
si palesa ai suoi sensi. Bianca, morbida, lanosa; la sua anima,
che opera in piena consapevolezza, cerca un segno distintivo: 'la pecora bela! . Ha trovato il carattere. Opera ora
il senso interno. Il belare - che ha impressionato massimamente l'anima, che si distaccato da tutti gli altri dati dell'osservazione visiva e tattile, che balzato in evidenza, che
si imposto nella maniera pi incisiva - rimane presente
all'anima. La pecora ritorna: bianca, morbida, lanosa; la
vede, la tocca, si ricorda, cerca il segno: la pecora bela ed
ecco, l'anima ora la riconosce! Ah! sei la cosa che bela! '
sente dentro di s: la ha riconosciuta a livello umano proprio
perch la riconosce e le d un nome in maniera distinta,
ossia in base ad un carattere... In base ad un carattere dunque!
e che cosa un carattere se non una parola interiore? Il
suono del belato, percepito da un'anima umana quale segno
distintivo della pecora, diventato - in forza di questa
intentio - nome della pecora: e ci anche se mai la sua lingua
avesse tentato di pronunciarlo. L'uomo ha riconosciuto la
pecora al belato: un segno ben compreso in grazia del quale
l'anima giungeva a ricordare con precisione un'idea. Che
cosa questo se non parola? e che cosa complessivamente
il linguaggio umano se non una raccolta di parole siffatte?
Quindi, anche se non capitasse mai all'uomo di rendere quest'idea ad un'altra creatura e di volere e potere manifestare ad
essa questo carattere della sua intenzione producendo con le
labbra un belato, la sua anima avrebbe tuttavia belato nel suo
intimo, per il fatto di avere scelto questo suono a segno
rammentativo, e avrebbe belato una seconda volta per avercelo riconosciuto... il linguaggio inventato! stato scoperto
con la stessa naturalezza e necessit per luomo con cui l'uomo
uomo... (47). Cos - con pecore e belati - Herder ha
esposto la sostanza della sua teoria.
Si inserisce ora un attacco a Sssmilch, che ha sottolineato
un nesso essenziale tra ragione e linguaggio a sostegno della
(47) ib. pp. 54-56.
56
57
58
60
61
62
(55)
(59)
(50)
(51)
(62)
ib.
ib.
ib.
ib.
ib.
p.
p.
p.
p.
p.
108.
110.
177.
112.
129.
() ib. p. 144.
(6^) ib. p. 170.
(65) ib. p. 187.
64
Il 12 settembre del 70 - scrivendo ancora al Nicolai commenta: Il Sig. Herder pare avermi totalmente dimenticato: ho avuto unultima sua lettera ancora prima che
salisse a bordo a Riga. Mi viene voglia di pronunciare su
Hume e anche su di lui il Tam* mieax! e tant pis! del Marquir (8). Hamann comunque informato del successo nel
concorso berlinese, come appare dalla lettera al Nicolai del
22 settembre 1771, alla conclusione della quale scrive:
ancora vivo il nostro Herder? Il suo scritto di concorso
non sarebbe dovuto uscire per lo scorso S. Michele? ().
Non abbiamo notizia pi ricca dello stato d'animo, non
(55)
(57)
(55)
(59)
ib. p. 203.
Cfr. ZH. III, 2.
Cfr. ZH. III, 3.
Cfr. ZH. III, 6.
65
certo soddisfatto, di Hamann nei confronti del saggio accademico del giovane amico: certo il silenzio eloquente!
L'attacco a Herder preparato da un'azione di accostamento al tema, consistente nella recensione sul num. 104
delle Knigsbergsche gelehrte und politische Zeitungen
del venerd 27 dicembre 1771 del Versucb einer Erklrung
der Ursprungs der Sprache di Dietrich Tiedemann (edito a
Riga presso Hartknoch con la data 1772).
Il Tiedemann (1748-1803) entrava allora nel mondo dei
dotti e Hamann lo qualica candidatus juris ed ex-precettore
in Livonia (7). La breve recensione di Hamann si conclude con l'annuncio del saggio di Herder.
La recensione al saggio herderiano sull'origine del linguaggio fu pubblicata nel num. 26 di luned 30 marzo 1772
sulle Knigsbergsche gelehrte und politische Zeitungen e
completato da una /lbertigung nella Beylage al num. 37
dello stesso giornale, in cui Hamann prende la parola in
veste di Aristobulo maestro del re Tolomeo, appartenente
alla stirpe dei sacerdoti consacrati con lunzione (2 Maccabei I, 10).
La recensione al Tiedemann e le due parti della recensione a Herder apparvero riunite in un volumetto, edito
nel 1772 da Kanter a Knigsberg.
Herder ricevette la prima parte della recensione al suo
saggio attraverso Hartknoch che si era recato alla fiera di
Lipsia. La seconda parte gli fu inviata da Hamann stesso
insieme ad una lettera del 14 giugno 1772.
Vecchio e caro amico! - scriveva Hamann - dopo tanto
Vi abbraccio e Vi scrivo con molta confusione. Da quanto ho
potuto tirare fuori dai miei amici di Curlandia e Livonia di
ritorno dalla fiera di Lipsia Voi non mi capite proprio pi
burgo con una storia della flosoa in 6 voll. (Marburgo, 1790-97): Geist
der :pe/eulativen Pbilosopbie von Tbale: bis Berkeley. Si ricorda ancora
il Syrtem der Stoisc/Jen Pbilosopbie (Lipsia, 1776 3 voll.), i tre volumi
di Unterrucbungen ber den Menscben (Lipsia, 1777-8), il Tbetet oder
ber da: menrcblicbe Wisse. Ein Beitrag zur Vernunft/eriti/e (Franco
forte s. M., 1794), usato come base dogmatica nella polemica antikantiana.
66
67
68
Hamann. E questo
nome '! (72).
sar
il
mio
primo
scritto
'senza
69
70
(75) Cfr. ZH, III, 22-25. Abbiamo inserito la lettera tra i testi
seguendo l'esempio del Nadler di cui abbiamo seguito anche l'edizione:
N. III, 61-65.
71
72
73
74
75
(04) Cfr. abbozzo di Hamann del 25 marzo 1773: ZH, III, 42.
76
77
78
fratello dovrebbe ricevere questa reliquia cosi come , aggiungere su un foglietto quella parola o due che ancora
manca, farmelo avere a volta di corriere oppure consegnarlo
di persona al suo Mago in occasione di un'altra missione di
pace nel Nord con un giudizio en general o en detail: esclusivamente a beneficio dei miei futuri lavori ed elucubrazioni,
se Iddio mi dar vita. Gli altri miei motivi per sopprimere
questo libriccino, dolce al palato ma duro per la digestione
per me e per gli altri, risulteranno forse al primo sguardo,
se non ho perduto del tutto il discernimento, il che pur
sempre il vero problema.
Ripeto: non che un brouillon che non posso pi vedere,
n tanto meno mettere in bella copia, perch il mio povero
fratello ammalato non prende ormai pi la penna per me,
ma passa la maggiore parte del tempo a letto o nella sua cella.
Basta cos per l'intento e il metodo della mia attivit letteraria! perch mi interessano di pi di tutte le contingenze
della medesima... (35).
La lettera del 27 febbraio 1774 ci informa che Hamann
ha affidato l'unica copia del manoscritto franco-tedesco in
questione al signore di Moser.
Per quanto riguarda il manoscritto tutto si riduce forse
ad un ingenuo errore, che non mi vergognerei mai di ammettere. Mi sono gurato in buona fede che l'abbozzo, per
quanto sia rozzo e debba in parte risultare tale, non sarebbe
risultato indifferente n al beneco uomo di Stato n al fedele
fratello laico, dal momento che tratta lo stesso argomento da
due punti di vista assai opposti, tra i quali non ho saputo
trovare migliore termine medio che il detto profetico: ' Nabucodonosor, il mio servo ': in ci risiede anche il punctum
saliens di questo parto prematuro.
Nel caso che V. E., avendone mai tempo e voglia, dovesse
trovare in questi fogli qualcosa di prammatico e magico di
Suo gusto, chiedo come unica grazia di buttare gi in fretta
e senza preoccuparsi ci che la lettura le abbia suggerito e
79
(07) Cfr. lettera di Hamann a Friedrich Carl von Moser del 27 febbraio 1774: ZH, III, 71.
80
TESTI HAMANNIANI
Saggio
Orazio.
nosproelia virginum
WD
FORTUNAM PRIAMI CANTABO ET NOBILE BELLUM
(1) Hsp! iravc, IB -mv., pia px-h, 10; |I.).).oua'i. xat ou7zu[a']a|.,
|.8v<1.L Sat -:capi oil v -E -h oulti), ' itav-ro; |J.a.p-rwatv vdtyxw 'ro S itokka
Mnsv 51|. ox !Ia'aa'I. 1:-hv oalav uowou, che ov :E5611-:g 01') Btauooyovsai
v px 'r exrliew, itposlv-rs; -r slx .-::o8I.8ow'w, oiire 'yp auro
o-re )~.k[f|}]oI. o|.x.o}o-yoiv. 'E-ycb ov mzl. o p -it.0u|,1.v 5 otot e*n:L:|.|J.I|.Lev uokoyi i)|.i:vo|. pov, sl; 10610 nonovre xal. vaqzpows -rv
ouxlitv icoizbuaia
Socrate nel Fedro di Platone 3.
(2) AOEOZOKDOI 'fzyov-:se vrl. eop'v, Ibidem 4,
88
UNA
QUESTIONE
ACCADEMICA
89
poli, delle societ, delle sette e degli uomini, una comparazione di pi linguaggi e di un unico linguaggio in diverse connessioni di luogo, di tempo e di oggetto favoriscono un mare
di osservazioni, che un dotto filosofo saprebbe ridurre a
principii semplici e a classi generali. Se le nostre rappresentazioni si orientano secondo la prospettiva dell'anima, che
alla sua volta secondo l'opinione di molti determinata dallo
stato del corpo, un'applicazione analoga si pu fare per il
corpo di un intero popolo. I lineamenti del loro linguaggio
corrisponderanno dunque all'orientamento della loro mentalit
ed ogni popolo lo manifester attraverso la natura, la forma,
le leggi e le norme del suo parlare altrettanto bene che con
la sua cultura esteriore e lo spettacolo di azioni pubbliche.
Si raffrontato il dialetto ionico con lo stile che gli
proprio; d'altro canto la puntigliosit legale, che rese tanto
cieco il popolo ebraico al tempo della divina tentazione, salta
agli occhi dallo stesso suo linguaggio. Da questo orientamento della mentalit si origina la relativa ricchezza di uno
stesso linguaggio in certi campi e la corrispondente povert
in altri fenomeni derivanti dalla medesima sproporzione che
vengono calcolati vuoi come perfezione vuoi come imperfezione: il capriccio rivelato dagli idiotismi e tutto ci che si
intende per genio di una lingua. Questo tratto naturale non
deve essere confuso n con la grammatica n con l'eloquenza,
n pi n meno come la somiglianza di un dipinto non della
stessa specie della simmetria del disegno e della commistione
delle tinte O della luce e delle ombre, bens indipendente
da questi fattori.
Lettori che abbiano familiarit almeno con un buon periodico o una biblioteca si ricorderanno facilmente il nome
di due dotti7 che posseggono intelligenza e meriti di prim'orordine, il pi vecchio nella grammatica e filologia germanica,
il pi giovane nella grammatica e filologia orientale, che tuttavia hanno assunto a metro del loro giudizio e vogliono stabilire pubblicamente parecchi pregiudizi di miopia losoca
e di ciarlataneria lologica nei confronti del genio di queste
lingue. L'onorifico titolo di maestro di linguaggio e di polistore non indispensabile a chi abbia la fortuna di azzeccare
90
91
(5) 'H vn-rh cpat Cnre xaer : uvovrv si 're elvai. xal ivaro,
varai S :w.':n uvov 'r ysvdsi., u si. x:a`).i-:first rspov vov div-rl. -'ro
92
ewo -map! vouoeaiav, yuuvaairvai 5' \'-:v v Kpfrrn Aoxpv vsa :cai mnuovsa xovr 'rxv-nv p.av:v.x-hv- 'rosou S yevaiou. Om-:zz ratpov, Odctnro
93
LECTORI MALEVOLO S.
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MISCELLANEA DI ANNOTAZIONI
Plutarhus de
Pytbiae oraculis metrcis. Lo stesso nella vita di Focione: che -fp 1') -ro
vouiciiarog ia 'nkzl'-r'nv v yxip paxu-r'rq, Svotisiv
xer.,
oi)-rq
M700
100
Giulio Cesare(5) altrettanto utile forse essere un eccezionale esperto di moneta quanto gli risult a suo tempo di
vanto l'essere un ranato grammatico. I suoi libri de analogia sono andati perduti 27 e non erano presumibilmente del
livello della storia delle sue imprese eroiche, come potr
facilmente giudicare ogni lettore critico.
Tanto meno deve meravigliarci che un Varrone per le sue
opere sull'economia agraria e l'etimologia goda del titolo di
dottissimo tra i Romani(), se una astronomica descrizione
di viaggio della via lattea, l'apologia di qualche esoterico
termine metafisico, la raccomandazione di nuove concinnitates
et ingeniosae ineptiae (come dice Bacone da qualche parte)
in sica e in etica danno sovente al nome dei nostri pi recenti
scrittori ali, almeno incerate.
L'indifferenza dei negozianti, specialmente di quelli fortunati, un benecio per lo stato, che in mancanza di virt
patriottiche correrebbe assai maggiori pericoli se ci fossero
visioni pi chiare che non soffra danni ora per l'indebita sottrazione delle foglie di fico che le coprono.
Law, il celebre trafficante di azioni, aveva studiato il denaro da filosofo e da uomo di Stato; conosceva il commercio
meglio del gioco in borsa, per compiacere il quale si fece
cavaliere errante. Il suo cuore non era per pari al suo
intelletto: mand a rompicollo i suoi progetti e ha reso spregiato il suo ricordo, per la cui riabilitazione io mi limito
agli scritti suoi rimastici. 29.
L'ignoranza da parte del dotto delle profondit (7) del
qui ce cache et ne appare que par des yeux assez perans. L'esprit
d'ordre, de clart, de precision necessaire dans ces richerches delicates
est celui qui sera la clef de plus hautes sciences, pourvu qu'on l'y
101
102
La cagione per cui questa sostituzione di posto dei vocaboli pi o meno consentita alla sintassi di alcune lingue
dipende prevalentemente dalla natura della loro etimologia
grammaticale. Quanto pi questa caratteristica, tante pi
inversioni trovano luogo nella disposizione dei vocaboli.
Quanto pi le mutazioni delle parti mobili del discorso,
sostantivi e verbi, sono indicate come molteplici e sensibili
dall'etimologia grammaticale tanto pi sciolta pu essere la
loro disposizione sintattica. L'etimologia della grammatica
francese non ha caratteri n tanto numerosi n tanto notevoli,
perci di per s si nega l'uso delle inversioni nella sua
sintassi.
Mancano del tutto al francese le desinanze e quindi le
declinazioni(9). Per indicare la dipendenza dei sostantivi ci
si serve il pi frequentemente delle preposizioni de (di)
e (a), come l'inglese o (da) e to (verso), che si potrebbero
paragonare al + e _ (ai segni cio delle due principali operazioni aritmetiche).
Un sostantivo, se retto immediatamente (ossia senza
preposizione) dal verbo, deve quindi prendere ordinatamente
posizione dietro quest'ultimo, se si vuole tutelarne la dipendenza.
<< Le eune Hbreu tua le gant
Le gant tua le /'eune Hbreu .
Memes articles: memes mots: et deux sens contradctoires , disse lo scrittore dal quale prendo a prestito questo
esempio(1). Il tedesco invece ammette qui un mutamento
di posizione senza rovesciamento del significato.
Der /Jebriscbe Iiingling erlegte den Riesen.
oppure:
Den Riesen erlegte der bebriscbe Iiingling.
(9)
tone 52.
103
adspiciat 55.
(13) Questa pensata gi stata accolta come verit storica da molti
dotti. Anche di recente ho letto nella Storia di Napoli del Giannone
(lib. IV, cap. X), che i Siciliani avrebbero appreso la rima dagli Arabi
e da qui si sarebbe estesa a tutti gli Italiani. Tomaso Campanella
sapeva a memoria un canto Slavo in cui era detto che gli Arabi avrebbero introdotto la rima in Spagna. L'editore.
(14) Les Basques designent le meme sens par une particule enclitique qu'ils mettent la fin des noms. Beauze dans la Grammaire
104
cap. 36 .
105
106
disposizione dei vocaboli che un'analoga monotonia inevitabile anche in latino per le udibili finali e i loro troppo frequenti incontri.
Rousseau, il losofo di Ginevra, ha cercato in una lettera
aperta sulla musica francese di contestare a questa nazione
ogni presunto merito nel campo dell'armonia a cagione delle
caratteristiche del suo linguaggio 45. Partita vinta la sua! se
si vuole assumere a campione di paragone la musica da chiesa
dei nostri coloni oppure fare giudice di armonia la trasognata
voce di evirati di mala razza latina. Tuttavia i difetti che si
addossano alle lingue procedono sempre dall'imperizia di un
autore O compositore nello scegliere la sua materia e nella
maniera di trattarla.
Suam quique culpazn actores ad negotia trasferunt(2)
. . _ _ .cui lecta potenter erit res,
nec facundia deseret hunc, nec lucidus ordo(21).
Che la lingua francese sia di per s disposta alla poesia
epica pu risultare a prima vista pi da qualche vaudeville
che dalla Henriade. Il concludere da una lastrocca da trivio
all'esistenza futura di un'epica eroica non risulter ad alcuno
un'avventura dopo la scoperta di una mano maestra all'origine di un'opera pi importante di un'epopea e da ricavare,
sempre in Francia, da un vaudeville da nulla 411.
Les Bourbons - ammette un'attendibile storiografa della
loro schiatta (22) 5 - sont gens ort appliqus aux baEatelles...
peut-tre moi-meme aussi bien que les autres...
107
Sulla
sua conoscenza dei libri e del mondo non si deve contare, undusque
mendax 52, di cui si pu applicare quanto Orazio dice dei rapporti
con le matrone:
unde laboris
Plus baurire mali est, quam et re decerpere ructus 55.
Una rivista del buon gusto non pu tenere il luogo della documentazione dottrinale. L'occhio instabile di un curioso (che non ha lo
sguardo sso di un osservatore che scruta) stanca senza saziare (sia nei
viaggi sia soprattutto nelle corti), fornisce pi distrazione che ammaestramento, abitua all'a.mmirazione non per al giudizio, che deve essere
L'indigeribilit dei
del Signore di Moser del resto troppo nobile perch possa preferire
i baci di un chiacchierone ai colpi, del resto bene intenzionati, di chi
gli vuole bene.
AESTHETICA IN NUCE
Una
rapsodia
in
prosa
cabbalistica 5
HORATIUS
'r Urra. Ktvuvssi ov vouoiv o uvov 'c Jxr uou uirl-cai 're 'ctiiiovia
ooqiiot, k md. 'r Lliux nrikoat. Aoxs ov pot Xpvau orwol u
1toI.cratt 's pv 'rf'||J.spov elvat )(p^f|a'awi}au. ou':
ailpiovS, v mzl. uv Euvox, noionouirnusdt 're ar-hv miti. xaapousla supvrs crri -r 'roiotu-1:11
8:-:w xaaipeiv, si-rs 'rv iepwv 'rie sita -:GW croqsto'-r'v 52.
114
AESTHETICA IN NUCE
115
male aveva insegnato la vergogna... Se la necessit un'inventrice di comodit e di arti, si ha motivo di meravigliarci
con Goguet75 due volte di come abbia potuto nascere in
Oriente la moda di vestirsi e per di pi con pelli di animali.
Posso fare un'ipotesi, che non ritengo affatto sensata? ...Io
pongo l'origine di questo costume nella generale costanza dei
caratteri animali conosciuta da Adamo grazie al commercio con
l'antico poeta (che nella lingua di Cana ha nome Abaddon, in
greco invece Apollione)74, la quale spinse il primo uomo a
trasmettere alla posterit sotto la pelle presa a prestito una
conoscenza intuitiva di accadimenti passati e futuri...
Parla, s che ti veda! 75. Questo desiderio fu adempiuto
dalla creazione che un parlare alla creatura mediante la
creatura; giacch un giorno dice all'altro ed una notte d notizia all'altra. La loro parola risolutiva trascorre per ogni
clima fino alla ne del mondo ed in ogni dialetto se ne ode
la voce... 7. La colpa pu essere comunque dove vuole (dentro
o fuori di noi): noi non disponiamo per nostro uso nella
natura che di versi confusi e disiecti membra poetae 77. Raccoglierli compito dell'erudito, interpretarli del losofo; imitarli(5) - O ancora pi audacemente! - metterli in sesto la
parte assegnata al poeta.
Parlare tradurre: da un linguaggio di angeli in un linguaggio di uomini, ossia pensieri in parole, fatti in nomi,
immagini in segni, che possono essere poetici O kyriologici (5),
storici, o simbolici o geroglifici... e losoci o caratteristici (1).
(5) Rescisso discas componere nomine versum;
Lucili vatis sic imitator eris.
116
AESTHETICA IN NUCE
117
(15) Cfr. D. Young, Lettera all'Autore del Grandison attorno all'originalit delle opere darte 311.
118
AESTHETICA IN NUCE
119
120
dei Vostri scritti pi recenti, se prendo un esempio dallabbecedario senza dubbio pi vecchio della Bibbia. Le lettere
A, B, C, perdono forse il loro signicato naturale se nell'innito comporsi di segni arbitrarii ci ricordano idee che esistono, se non in cielo, almeno nel cervello?... Nel caso in
cui per l'intera meritevole giustizia di un dotto della Scrittura si riduce al cadavere della lettera: che cosa ne dice lo
spirito? Non si ridurr ad essere nulla pi che un cameriere della lettera morta o addirittura un semplice scudiero
di una lettera che uccide? Non sia mail... Grazie alla Vostra
lunga penetrazione del signicato dei fatti sici Voi sapete
meglio di quanto io non possa ricordarVi, che il vento spira
dove vuole 1115. Indipendentemente dal fatto che se ne ode il
sussurro, tuttavia si arguisce dal pi instabile galletto-segnatempo donde viene o meglio dove si dirige... .
Ah scelus indignum! solvetur litera dives?
Frangatur potius legum veneranda potestas.
Liber et alma Ceres succurrite!...()1.
mancare i frequenti passi dove il D. Benson con la trave del Papato nel
suo occhio si affanna attorno alle schegge della Chiesa romana e imita
i nostri teologi di corte che fragorosamente applaudono ogni affrettata
cieca trovata in grazia di cui al Creatore venga reso minore onore che
AESTHETICA IN NUCE
121
122
lologo tanto meno il suo lettore. Si pu intendere per religione di Voltaire la libert della Chiesa gallicana oppure i ori sulfurei del pi
nukduova :Ivan l>a.\!q5\ vpa.. Socrate nello Ioe (li Platone 117.
Fozio si immagina Erode un Ianus bironr che per stirpe rappresentava i pagani, per carica i Giudei1111.
Moltissime battute maligne e inutili (di cui si pavoneggiano Servi
AESTHETICA IN NUCE
125
124
et
notho
lumine
(33)
125.
Catull. Carm. Sec. ad Dian.
micat
inter omnes
Iulium sidus, velut inter ignes
Luna minores.
Horat. Lib. I. Od. XII 127.
(34) 2 Cor. IV, 6113.
(35) Apoc. XVI, 15129.
(36) slxtbv -:o Gso 'co oprou
Coloss. I, 15131.
AESTHETICA IN NUCE
125
(31)
della natura dovrebbero servire non solo come beneeia vitae ma anche
come veritatir pignora 135.
126
(41)
(42) Socrate a Fedro: Oi Y', 6'; qD.z-:, v 113 'ro An 'so Awwvaiou
ispq pu kyou qmaav p.av:I.xo\` 1:pd:ou yevcai.. 'ro p.v ov 'r-rs, rs
oz om. docpo 'aa'1tap usg oi vov., nxpn pu xml -nzrpa xostv \'-n:'\msia, sl. uvov n yotav' Gol 8"ao Statppel. 'tig 7.Iv xtz. ttoait.
o 'yp xt-:ivo uovov axorte, 140 si-ri-: oil-:mg E11: kw xet;
Aiasri-IETIGA IN NUCE
127
128
(43) Cfr. l'intera XI parte dei Briefe die neueste Litteratur betreend qua o l, ma propriamente a p. 131.
(49) Ovid. Metamorph. Lib. III.
bibit visae correptus imagine formae.
Spem sine corpore amat, corpus putat esse, quod umbra est.
Adstupet ipse sibi, vultuque immotus eodem
Haeret ut a Pario formatum marmore Signum.
AESTHETICA IN NUCE
129
dei Ma i a Bethlehem
130
Aasri-IETIGA IN NUcI-:
131
and this being convey'd by the Animal Spirits into the Muscles of the
Face raises the cocklcs of the Heart. Secondo la casistica invece a
parlava senza saperlo in prosa e allo stesso modo in cui ancora al giorno
d'oggi attraverso questioni dotte e relativa risposta si pu senza saperlo
rivelare la barbaria dei propri tempi e la perfidia del proprio cuore,
a costo della profonda verit che tutti sono peccatori, che tutti sono
peccatori e mancano della gloria che si nge loro di attribuire: tanto
l'arabico profeta di menzogne quanto il buon pastore africano e il capo
arguto (di cui avrei dovuto innanzi tutto fare il nome) al quale
accenno un compimento.
1}2
133(33).
esprimere il SIGNORE delle schiere) soprafar con il suo fragore allora l'arzillo trombettiere:
la gioia di Abramo toccher la vetta suprema, il suo calice traboccher. Di sua mano
IDDIO terger dagli occhi di Abramo, padre dei credenti, l'ultimissima lacrima! incomparabilmente pi preziosa di tutte
AESTHETICA IN NUCE
133
PERs.171
Il genetliaco di un genio viene di solito accompagnato a
mo' di festa dal martirio di innocenti bambini. Mi sia concesso
paragonare rima e metro a bambini innocenti, che nella nostra
pi recente poetica paiono esposti alla minaccia di un pericolo mortale.
Se la rima appartiene al genere della paronomasia(33),
la sua origine deve essere pressappoco coetanea della natura
dei linguaggi e delle nostre rappresentazioni sensibili
Chi trova troppo greve il giogo della rima non ancora
per questo autorizzato a perseguitarne il talento (33). Il verso
scapolo avrebbe altrimenti fornito a questa volubile penna
(57)
(511)
vol. III
(59)
134
AEsTI-IE'rIcA IN NUGE
135
HoRATIUs. 17
Apostilla
In qualit di primo lettore di questa rapsodia in prosa
cabbalistica mi ritengo in dovere, in forza del diritto di
primogenitura, di lasciare in eredit ai miei fratelli pi giovani che mi succederanno, ancora un esempio di giudizio misericordioso:
Questa noce estetica sa molto di vanit! proprio di vanit!
Il rapsodista(3) ha letto, osservato, pensato, cercato e
trovato parole gradevoli, citato fedelmente: simile ad un
naviglio mercantile andato a prendere a grande distanza
l.e proprie derrate e le ha trasportate da lontano. Ha compilato proposizione su proposizione, come si contano le frec-
(2)
tone 179.
01w~|'lI5l
136
ce (33) su un campo di battaglia; e ha tracciato con il compasso le sue gure come si martella i picchetti di una tenda.
Invece che picchetti e paletti egli ha in compagnia dei pettsmaitre: e dei pedanti del suo tempo e
piantato obelischi e
asterischi (31).
Ascoltiamo ora il risultato complessivo della sua nuova
estetica, che poi la pi antica:
Temete IDDIO e rendete a Lui onore, perch il tempo
del giudizio venuto, e adorate Colui che ha fatto
cielo e terre e mare e sorgenti d'acqua!
Due recensioni
con un'aggiunta,
circa l'origine del linguaggio.
IUvEN.IIL 611
140
dei pronomi, dei verbi, degli aggettivi e della costruzione sintattica. La conclusione riguarda il problema: donde vengono
le espressioni universali? .
L'Autore denisce il linguaggio un insieme, una raccolta
(perch non addirittura una macchina, come quell'amico di pag. 57?) di suoni, mediante la connessione e
la consecuzione reciproche dei quali possibile comunicarsi a vicenda i pensieri
Una parola - egli dice - un rumore o un suono al
quale chi lo emette collega una determina rappresentazione,
rappresentazione che egli in grado di evocare anche in colui
nei confronti del quale emette il suono . L'Autore ritiene
invero quest'ultima definizione alquanto prolissa e non adatta
ad essere imparata a memoria , sembra del resto piuttosto
soddisfatto della sua prolissa e inadatta fondatezza. L'origine
del linguaggio umano e l'invenzione delle partes orationis
sono comunque cose tanto diverse tra loro, quanto ragione,
logica e barbara celarent13'3.
Per la spiegazione della prima domanda il maggiore momento si concentrerebbe sul capitoletto che lAutore nel suo
idioma peculiare ha intitolato: Necessit del collegamento
dei suoni con le rappresentazioni. Lasciamo ai lettori, che
abbiano presumibilmente ultimato il ginnasio pur senza essere giornalisti navigati, di sperimentare da s quanto sia scipita
e superciale la filosofia dell'Autore
Che esempi sbadiglianti e strabici senza n spirito n
scelta! e la sua .tuppelex erudita?... quam curta!133. A prescindere dal fatto che non stato in grado di vedere il linguaggio altrimenti che dal punto di vista grammaticale, sembra
anche poco esperto della sua stessa lingua materna. La memoria herderiana, che attendiamo ansiosamente, ci offrir
maggiore materia e piacere per indagini di questo genere.
L'anonimo autore del presente saggio ha probabilmente scritto
soltanto per farsi conoscere - per dirla alla sua maniera per farsi vedere.
142
ep rw! xaptuxra-tt.
143
144
pacit proprie, potuto inventare da soli il linguaggio? La seconda costringe la strada, lungo la quale luomo avrebbe
meglio potuto e dovuto reperire il linguaggio, tra quattro
leggi fondamentali proprie della sua natura e della sua specie,
Noi speriamo che uno dei suoi concittadini, anche se il
Sig. Herder non vi rimasto a marcire, rinfocoler dal fuoco
del suo focolare domestico ancora una favilla, per accendere
i suoi oracoli e i suoi dubbi circa il senso di questa domanda
accademica e la sua soluzione. Quale Dulcinea pi degna di
un lologo cabbalistico133 che la rivendicazione dell'originalit,
autenticit, maest, sapienza, bellezza, fecondit e sovrabbondanza dell'ipotesi superiore dalla quale tutti i sistemi e
linguaggi dell'antica e nuova Babele devono trarre la loro
origine umana, bestiale e sotterranea, il loro fuoco (to'p.ov
'rg utia) ed attendere la loro soluzione o distruzione! 131
Aggiunta al numero 37
della Knigsbergsche gelehrte und politische Zeitung
1772
146
sulle corna la decisione di tutte queste difcolt, nessuno scrittore ragionevole pianterebbe l, per compiacere un unico
montone del deserto, le sue altre novantanove pecore che
secondo ogni probabilit avrebbero gi scelto il partito pi
prudente e sicuro di consentire con un chiaro si alla detta domanda ad occhi piamente chiusi.
Dopo aver noi quindi con opportuna brevit deciso: che
il primo linguaggio, il pi antico, l'originario stato parte
cipato all'uomo unicamente nella maniera che ancora oggi
effettiva e quotidianamente accessibile , si verrebbe non
di meno alla domanda: per quale via ha luogo oggi la partecipazione del linguaggio? . In base a tutte le informazioni
possibili, che sono riuscito ad ottenere attorno a questo
punto, si danno qui al massimo tre strade: la via dell'istinto,
la via dell'invenzione, la via dell'insegnamento.
Sia l'esperienza pi generale che la garanzia fornita dalle
eccezioni pi singolari sono dichiaratamente a favore, con la
testimonianza pi inconfutabile, dell'ultima via, s che sarebbe fatica del tutto sprecata soffermarsi sulle altre due.
Orecchio e lingua hanno una relazione reciproca cos immediata, che nei vari esempi dei sordi nati e nei casi ancora pi
straordinari di avventurati esseri umani che sono potuti crescere al di fuori del commercio sociale, la mancanza del linguaggio stata sempre una immancabile circostanza conseguente.
Quindi l'ingegnosa ipotesi che attribuisce ad invenzione
umana l'origine del linguaggio in sostanza una pensata balorda di alcuni Nevvtoniani di terra ferma; appartenenti tutti
- secondo l'opinione del Pope - alla bizzarra specie delle
scimmie 195 che paiono avere ultimamente perduto con il
principio di contraddizione completamente il giudizio. Invenzione e ragione presuppongono gi piuttosto un linguaggio e
non si possono concepire senza di esso cos come non concepibile l'aritmetica senza i numeri...(). Giacch posso ra(4) Certe prior anima quam littera et prior sermo quam liber et
prior sensus quam stylus et prior homo ipse quam philosophus et poeta.
Nunquam ergo credendum est ante literatutam et divulgationetn ejus
147
mutos absque huiusmodi pronunciationibus homines vixisse etc. Tertullianus de Testimonio animae adversus gentes. Cap. V 196.
(5) Epicurus bestias putat esse specula Naturae. Cic. de nibus
bonor. et malor. Lib. II.
32. Pour Dieu, s'il est ainsi, tenons doresenavant Escole de betise.
Cest l'extrme fruit, que les sciences nous promettent, auquel cette-cy
148
149
Ultime volont
del
Cavaliere di Rosacroce
attorno
allorigine divina e umana
del linguaggio.
SOCRATE
nel Filebo di Platone
Apologet. adv. gentex. Cap. IX; Id. de testimonia animae aduerrus gentes.
Cap. V.
numquamfuisse homines in terra, qui propter infantiam non loquerentur, intelliget, cui ratio non deest. Id. VI, 10 213.
156
157
Ferney en Bourgogne (4), di... in... hanno fatto uso della loro
starnazzante penna d'oca, questa memoria sarebbe diventata
una deduzione di prammatica con cui tutte le Accademie greche
del Sacro Romano Impero si sarebbero erudite in materia di
cadaveri e spettri, giacch avrei dimostrato con le fauci dei
loro cannibali e zingari, appaltatori e tagliaborse, ouaciers(5)
e avvelenatori che anche il mangiare e bere non una trovata
innata alla specie umana ma deve essere senz'altro un'usanza
ereditata ed artificiale.
Tutto, proprio tutto, a favore di questa prova: la natura dello stomaco umano (che inghiotte pelle e pelo, pietre
e vene di metallo come pillole, fiumi di sudore e di sangue
carichi interi di sospiri e di imprecazioni come acqua distillata), il carattere della fame e della sete (la cui cupidigia o
piuttosto attrattivit ai principeschi palati dei nostri nanzieri e innovatori, Cretesi ed Arabi, rende tutto, tutto, tutto
appetibile e nutriente - perfino quello sterco che d frutto e interesse, che in parte sdegn in parte gust con amarezza l'Ebreo
nella terra dei Caldei presso l'acqua di Chebar, durante un suo
(4)
(5)
(6)
(7)
158
(11) Rabelais.
(9) ...que lon prie Dieu dans mon Royaume comme l'On veut et
que l'on y f... comme lion peut. Matines Royales ou Entretiens :ur
l'Art de regncr. 1766.
(10) Bayle. Prefazione dell'Extrait.
159
160
Ione 23.
(15) Cfr. Thom. Brown: Pseudodoxia Epidemica, Lib. V. Cap. 5 239.
161
Leibnitz sufroient peine pour crer la premiere langue. De la Philosopbie de la Nature. Amst. [1]770. Tom. II. p. 298.
Philonis Opp. Edit. Franc. 691. p. 17, 32, 34, p. 178, 148 24.
162
163
(22) Scritto nella notte della Domenica delle Palme 1772, un paio
dore prima della nascita della mia glia maggiore Lisette Reinette.
(21) Rabelais.
Ghiribizzi e dubbi
lologici
attorno
ad una memoria accademica
Salm. CXX. 4.
come frecce appuntite di un forte,
come fuoco in un ginepraio.
nouvw,
pri] tpuot Icpotg, xovir'
'cs X<z}xo-rcopouov, pcrou.
Oov Y}63o'o'av
Pindar. Nem. VII
Con altri passi di quest'ode,
ciascuno al suo posto.
Messi per iscritto
dal
Aristotele con il suo acume abituale ha cercato di distinguere tra voce e linguaggio. In conseguenza delle sue denizioni (1) gli
A
. . . . . . . . . . . _ rcomo
del celebre eroe dorcomot Itomot nana Itama. omot
se del parassita
c-I
lente, insieme al fischio nasale <F!
QC-I C-I Cr! C-
nel Pluto, sono nel senso pi proprio suono della voce, che
d'altra parte senz'altro radice e tronco, linfa nutritiva e
spirito di vita del linguaggio, soprattutto della sua onomatopoesia.
Il concetto di gradi e di maniera si rif a similitudini assai
arbitrarie e l'opposto di queste relazioni ha meno inuenza
532:
N)
St
nal. 'ro toi npxsi. Xqot p.s')pL 'yp 'ro\''tou 'E1 cpow arv ).)}.u17Ev, GSUTE
oticrweowat -:o kuvmpo nati o noti -ta~3-tut anuotivsw .)t7.'r'17cL;, S AOl"O2`.
ni. 'rip nkov o"ti. 't ZYMIDEPON noti T5 BAABEPON, zfe xai. 't AIKAION
mz. 't AAIKON, 1:00-to -yp p -r 7.7.oc Z_(;a 'co vpdmot itov, 't uvov
Al"A@OY noti. KAKOY mz. AIKAIOY nati 'IGN }).<.Ov ao'co'W xsw. De Republ
I 9 2,
Sci uxhuxv -ts eIvatL 'r Trtrov noti ucf oo'.v1<zo'z'.a; tw' ZIIMANTIKOE
Aristot.
170
bens pure simile sia al loro organismo che al loro meccanismo pi O meno, ossia secondo gradi. Il carattere distintivo
capitale dell'uomo deve quindi riguardare la maniera di vita.
Nei riguardi della socialit il saggio Stagirita considera
l'uomo neutrale. Io sospetto pertanto che il vero carattere
della nostra natura consista nella dignit di giudice e di autorit(2) di un animale politico (4) e che quindi l'uomo stia
all'animale come il principe al suddito.
Questa dignit per, come ogni ruolo onorifico, non suppone ancora alcuna dignit interiore n merito precedente della
nostra natura, bens piuttosto - come anche quest'ultima un dono grazioso del sommo Datore di tutto.
Non mancano a nessun eroe e poeta, possa egli essere una
prefigurazione del Messia o un profeta dell'Anticristo, periodi
di vita, nei quali ha ben motivo di confessare con David:
Sono un verme e non un uomo 252.
Senza la libert di essere cattivo non c merito e senza
la libert di essere buono non c' addebito di colpa, anzi
neppure cognizione del bene e del male. La libert il massimo e il minimo di tutte le nostre forze di natura e addirittura sia l'impulsO fondamentale che il ne ultimo di ogni loro
indirizzo, sviluppo e conversione. N istinto n sensu: communis condizionano quindi l'uomo; n diritto naturale n
diritto delle genti il principe. Ciascuno legislatore di s
stesso ma nello stesso tempo il primogenito e il prossimo
dei suoi sudditi.
Senza la legge perfetta della libert(5) l'uomo non sarebbe capace di quell'imitazione, su cui tuttavia poggia ogni
educazione e scoperta, giacch l'uomo tra tutti gli animali
per natura il massimo pantomimo().
(3) 'n:oM-:ng 8':M''; oevi 'cv 'i}7O.v plrran ulov -F1 -:Gs p.s:)(e|.v
foro] IIOIHTHZ
(6) 'r -rs 'yp utuezrat rrucpurov -role vpw-:tone x -n:a.f.'6o.w a-ti xai :o'rq
uxcppouow. 'c'v .}Gv Ctpwv 8-:L I.u.un:I.m':oI:v o'1:L xal. -: |J.a.iH)o'eL; vtotetou
171
La coscienza, l'attenzione, l'astrazione e perfino la coscienza morale sembrano essere per la maggior parte energie
della nostra libert.
Poetica 4 26.
(7) 'o':e 11) Ilauxh Gia'-:tap Xsip ':w nat Yp xsip pyavv a'1:I pydtvwv,
nati. vo elo |.8'v mi - alnat rlo aiae?~q1z7w. Aristot, De anima
III, 8261.
172
noscenza anagogica delleconomia spirituale (2), che assai probabilmente solo in grado di sciogliere e completare i fenomeni e le qualitates occultae di questa parte visibile e
mutila.
Ammesso quindi anche che l'uomo venga al mondo simile
ad un Otre vuoto, proprio questa mancanza lo rende tanto
pi capace di godere della Natura attraverso esperienze e atto
alla comunit del suo genere grazie a tradizioni. La nostra
ragione almeno scaturisce da questo duplice insegnamento fatto
di rivelazioni sensibili e di testimonianza umana, le quali
sono partecipate sia attraverso mezzi, ossia caratteri, analoghi che secondo leggi analoghe(9).
Da sempre i filosofi hanno detto addio alla verit per il
fatto che separano ci che la natura ha congiunto e viceversa: ed per questo motivo che tra gli altri eretici la losofia ha visto nascere anche i suoi Ariani, Maomettani e Sociniani, che hanno voluto spiegare tutto in base ad ununica
forza positiva o entelechia(1) dell'anima21.
Poich il mistero del connubio tra nature cos opposte
quali l'uomo interiore e l'uomo esteriore - corpo ed anima grande, senz'altro necessario per giungere ad un concetto comprensivo della molteplicit nell'unit del nostro essere umano un riconoscimento di parecchi caratteri distintivi
terreni.
L'uomo non dunque soltanto un vivente campo ma anche
il Figlio del campo; e non soltanto campo e seme (secondo il
que personne le st? il faut bien qu'il ait un etre, qui soit au fait.
Questions sur l'Encyclopedie. Part. VI. Art. Facult p. 13, 15 262.
(9) Cfr. Rechercher sur l'Entendernent humain d'aprs les Principes
du sens commun par Thomas Reid. Ouvrage traduit de l'anglois
Amsterdam. [1] 768 265.
(10) Eau 'yzp E vrtksxsqt [v-toe] Itvra 't yuyvpxva. A1-istot, De
Anima, III, 7.
173
174
(1211)
contendere durum
Cum victore
Hor. I, Serm. 9261.
(15)
curriculo
pulverem olympicum
Collegisse juvat, metaque ervidis
175
176
177
178
179
180
! (11).
Ho dato il nome di platonica a questa prova soprannaturale dell'origine umana del linguaggio perch coincide con il
termine tecnico neologico di consapevolezza intenzionale ,
quale punto singolo e scintilla illuminante dell'intero sistema >, e ritorna inne ad una sinonimia greca e perch i
Platonici hanno ruminato, ah intra et ad extra fino alla nausea
come lo svedese contemplatore di arcani, il Ayoc, vntlsto
o vuunuarix e il Ayo rtpocpoput, la parola interiore
ed esteriore 277.
Filone annoverava a sesto senso una 'yvtuo cpwvi (17) e
pare proprio che parli della genesi del linguaggio come del
<< nisus dell'embrione a parlare al momento della sua maturazione (p. 148) > (111), considera per un grosso azzardo << accen(16) Voici ce que j'ai trouve c'est que Dieu cre l'homme juste;
mais ils ont cherch beaucoup de discours. Eccles. VII, 30 275.
(17) To uv yfp toyov Ilrux upo ax netv 6 nutoupyog, EE uoipot
sipydcaaso, pourw, ysdtv, xov, i$'qp'no'w, qrhv, Yvtuov qu.v'f)v. Filone,
vilet, 'ro kyou -:tp -r; ttz owv vrpyuz, -rv ou.a'iH1a'swv Itp -t;
dur 'vv ftousurvwv yywouvot qravfowlot, -vo 8:1: a'tp.a.'to -nzp 'tt oinaiou
a-to a')(crsv. -t xat xtv-haute, dtpot-:og xa d'n:epp.ct-:tx xtzi. -taxvut xotl Orio.:
"- 7~6'Y. Ibid. p. 497 279.
181
(19) Tknuot o\' pmtpv 61.6: o't|.t''.v p.ov. adiuotta, 81.6: bn|J.a't:ov rtptyuara, nap
(20) Come dice della scrittura cinese il Boulanger nei suoi Essays
sur la population d'Amerique. Amsterdam, 767. Tom. IV, p. 278. Les
caracteres chinois n'tant pas des lettres, mais des mots, des termes,
ou des phrases.
182
il
ny a point d'exorde plus beau que celui-cy: mes trs
GHIRIBIZZI E DUBBI
FILOLOGICI
183
(211) Sentimental.
184
(29) C'est aux Arahes, qu'on doit l'usage des Theses puhliques, que
l'on pourroit nommer les Tournois et les /'outes de la Philosophie.
Oeuvres du Comte Algarotti.
<< Dulces ante omnia Musae. Traduit de l'Italien. Berlin 772. Vol.
V, p. 464.
(50) Les Academies fondes par les Princes recueillent pour ainsi
dire les Sonnets des Sciences _ et jamais un livre. Ibid. 369.
(51) Le solecisme de vouloir la n sans employer les moyens, qui
y conduissent. Id. Vol. VII, p. 385.
(32)
ov
-:o:t\ 111: Fattitovt usksv. Atti, XVIII, 17, La citt di
Susa era impazzita, frattanto il re e il suo consigliere, che presumibilmente era un appaltatore d1esprit e di bon ton, sedevano e bevevano.
Ester III, 15 29.
(55) Di C. T. D. *** Berlino 1772. A spese dell'autore292.
(54) Toutes les actions de la vie se reduissent autant de problemes
de Maximis et Minimis, ha gi predetto Algarotti Vol. V, p. 291.
185
Novembre, p. 41.
(56) Luca XII, 20 296.
186
Ut MAGUs
Al
Salomone di Prussia
SIRE,
sono un povero diavolo, pazzo per i suoi bastardi, che
ho appena affidati alla tutela di un giovane perduto alla sua
patria, ma degno di essere il Presidente dell'Accademia delle
Scienze, dalla quale stato coronato vincitore per un discorso cattivo quanto il secolo, che lascia morire di fame i
Maghi invece di gettarli in una fornace di fuoco ardente.
V. M. ci che i Sapienti del Secolo chiamano un Essere
Supremo sulla terra, e Voi, Sire, avete fatto balenare la superiorit del Vostro genio al di sopra di tutti gli altri re per
tante meraviglie, quanto il DIO degli Ebrei ha reso glorioso
il suo nome al di sopra di tutti gli idoli delle genti.
Il Mago del Nord Vi adora, Sire! con una devozione che
rivaleggia con quella che gi ispir i Saggi d'Oriente. Sia
benedetto l'Eterno che ha giudicato i fini della Prussia, che
ha dato forza al suo re, innalzato il capo del suo Consacrato
e adempiuto le promesse fatte ai Vostri padri 500 anni or sono.
Poich l'Eterno ha amato il Suo popolo, SALOMONE stato
costituito RE su tutti i Prussiani!
192
alla sua luce mirabile? 211. Dove sono questi magi, che offrono
i loro corpi in sacrificio vivente, santo e accettabile a V.M.,
la quale non vuole in tutti i suoi stati che un ragionevole ossequio? 212.
AL sAI.OMONE DI IRUssIA
193
194
AL SALOMONE DI PIIUssIA
195
Horat 552.
di
Knigsberg in Prussia
a garanzia
per la stampa segreta di un piccolo manoscritto,
dopo 1esame da parte
di una Commissione straordinaria
13 Ottobre 772
'
H
200
201
202
Soliloquio di un autore.
Con 45 scolii
Tibi obtempera.
M. Tullius Cicero ad Curionem. Epist. II. 7 Z
MDCCLXXII
Insisti ancora nella tua debolezza, caro cuore ('), di diventare un pubblico autore in 4 grande e di impersonare
quel
Iustum et temzcem propositi virum (2)
che cant il tuo Orazio, il grande codardo?
Non ti spaventa l'enormit della vanit pi ridicola e
della pi notoria usura che marchier a fuoco ogni lettera
del tuo nome, cognome e soprannome fino al numero della
porta della tua casa? Abbisogna proprio il romanzetto della
tua attivit di autore di speciosa miraculam e non sei stato
abbastanza avvisato da tre o quattro editori del tuo paese
dell'inutilit della fatica di scrivere al tuo amico M. Coelius? (3).
Per ottenere a forza una sua risposta magari con una
leva 0 per sciogliere in maniera netta e decisa il nodo del-
206
soLn.oQU1o DI UN AUTORE
207
notare che per il ritorno di uno spilorcio in Prussia 50 federici d'oro bastano, ma per un Mandarino... e a Pechino!
Se il mio nome cinese rimane ancora un segreto, forse
per il mio carattere non sconosciuto in Europa o per lo
meno nel Nord al punto che, alla guisa dei loro geografi, che
stanno all'ancora in Asia, debbo sprecare il Vento del Nord
in disonorevoli lettere di supplica, anzich affrettarmi a Pechino, dove attendono messi da parte tante migliaia di pezzi
d'oro per brouillons di classe.
Io ho lavorato alla mia operina, caro Signore, nove anni
interi (3) se non dodici, e giace pronta gi dall'ultimo splendido Ottobre, dei frutti della cui vendemmia io certo qui non
berr pi...
Sia nella scelta della materia che nella composizione ho
avuto cura di accostarmi il pi possibile alla letteratura
tedesca no al nostro character universalis che deve essere
piaciuto gi al dotto Catius (9)
aventi
Ponere signa novis praeeeptis, qualia vincant
Pythagoram, Anytique reum, doctumque Platonem 354;
per ci il suo nome non solo fu eternato nell'et d'oro di Roma
dai pi saggi poeti, ma annunziato addirittura a Pechino dai
Gesuiti come un apostolo(1) del santo F03.
La parte tedesca del mio manoscritto non si estender per
pi di tre fogli in 4 grande alla Winkelmann e contiene tre
sezioni delle quali la prima un embrione di Enciclopedia,
conformemente ai viventi dettami dell'umana natura, la quale
tuttavia degenerer presto in Europa dai petits-maitre: ai
pigmei. Questo embrione non assomiglia d'aspetto al Roland
(3)
208
Horat. I Serm. 2.
soLn.oQU1o D1 UN AUTORE
209
(17)
210
soLILoQU1o DI UN AUTORE
211
Cfr. Lode al Sig. Noel nel francese del Re della Cina. Berlino, 1772 367.
(71) Chiesa [Kirche] non pu significare casa del Signore, perch la
parola greca Kuria/ee non si trova negli antichi scritti latini. La deri-
vazione da arca, barca, harga, haruga, da una cassa come ventre di Dio
pi verosimile. Cfr. Dizionario tedesco-latino del Frisch.
sche Bibl. vol. XXII, num. 1, pag. 128 circa il Saggio di traduzione
dei Salmi del Teller 369.
(13) Quid causae est, merito quia illis Iuppiter anzbas
212
SOLILOQUIO DI UN AUTORE
213
miei Padri e la loro rma universale come una Fenice dall'anima d'oro(28), che non selvaggina per piatto di contorno e di pollame dei vostri eremiti...
Ecco! sono nelle vostre mani nel vostro campo e sul vostro
terreno! Il mio zelo per lonore della mia Patria un peccato
troppo splendido, perch possa sperare il vostro perdono;
sappiate comunque che l'Imperatore di Pechino vendicher
il mio sangue...
per gli editori europei. L'organo generatore (29) sorpassa tuttavia lombelico e la testa, potrei dire addirittura, l'attesa di
tutta la letteratura tedesca, perch un'apolOgia - del pitico (3) vincitore in persona - piena di unzione e di fuoco,
d'audacia e di magnanimit: pari a tutti i capolavori della
Vostra Casa editrice!
Il Polymetis di Spence preferisce i sermoni e le epistole dell'alticciO Flacco (71) ai suoi carmi, perci l'ombra,
QUUM TOT SUSTINEAS ET TANTA NEGOTIA SOLUS 3,
un pindarico (37) modello per predicatori politici e critici
che non hanno voglia di fare un maggiore viaggio no a
Pechino chapeau bas e pas de balet, come Giovanni il
lavandaio morale del deserto 3.
(23) Cfr. Platonis Opera.
Persius 331.
(32) Immensusque ruit profundo
Pindarus ore.
Horat. IV. Od. 2333.
214
SOLILOQUIO DI UN AUTORE
215
Angulus ridet392.
(311) ...ibi tu calentem
Debita sparges lacryma avillam
Vatis amici
Horat. II Od. 6393.
(39) 2 Sam. XIV 395.
216
contra Haereses. Cap. XX. ex edit. Io. Eon. Grabii Oxon. 1702, p. 305.
DIS Te minorem quod geris imperas.
Horat. III Od. 6401.
(44) Latius regnes
quam si
UTERQUE POENUS
Serviat UNI
Horat. II. Od. 2402.
Vates
Horat. II. Od. 20 403.
Alla Strega
di
Kadmonbor 733
XIV
Aliquis mihi ab inferis excitandus est, barbatis illis, non hac barbula, qua ISTA delectatur, sed illa horrida, quam in statuis an-
Saggia Signora!
Salvo errori siete Voi l'arzilla met che fa da portavoce
nella << polemica di cui sono venuto in possesso attraverso
uno dei Vostri Mestofeli (1). Fino dal primo erompere della
Vostra arringa, Signora, mi sono sentito come se mi vedessi
davanti in carne ed ossa la consorte dellEmiro felicemente
vivente ed illustre della leggiadra Valle di Gutz. Tuttavia la
diplomazia e l'influenza delle Vostre ispirazioni su quellepistolista o destinatario, che tanto spesso chiamate il Vostro
caro cuore, mi si fece via via tanto palese, che, saggia Signora,
fui indotto a renderVi mediatrice della nostra faccenduola,
nella fondata ducia di poterla concludere grazie alla Vostra
mediazione nel modo pi felice, tanto pi che da una parte
in mancanza di un Museum Sinicum non sono in grado di
impegnarmi in un carteggio formale con i Mandarini della
Mezzanotte, dall'altra non si pu assolutamente trarre lumi
dal Lessico commerciale del Ludovici circa l'etichetta che
regola i rapporti con gli scrittori cinesi 4.
Il mio universalmente noto zelo per rimettere in piedi la
letteratura moderna e in particolare il commercio librario
tedesco unitamente a casuali prospettive di un entusiasta di
una delle pi remote province di Russia di procurare uno
sbocco a Pechino ad alcuni pezzi della qui presente Casa editrice, che vengono incontro non soltanto in lungo e in largo
220
221
222
'
223
Nuova apologia
della
lettera H
Ossia:
Considerazioni straordinarie
attorno all'o1-tograa
dei Tedeschi
del maestro di scuola
H. S.
et nobili: et decens,
Et pro solicitis non tacita: reis,
Et centum puer artium
Late signa eret militiae TUAE.
Mi d occasione alle presenti considerazioni sull'ortograa uno straordinario maestro di religione con le iniziali
C.T.D., il quale dice di s di essere autorizzato dalla ragione
umana universale, pratica e sana a spiegare una buona volta
a noi Tedeschi come la lettera H, che non viene mai pronunciata, sia stata inserita tra le sillabe da certi scrivani e
cos detti cancellieri di mestiere e che questa graa della lettera H deve essere abolita come abitudine inutile, infondata,
che appare barbarica agli occhi di tutti gli stranieri e ingiuriosa alla nostra Nazione 43.
Nonostante tutta la mitezza della sua genuina religione,
nonostante tutta la fondatezza con cui cerca di confutare
l'accusa di una fantasia esaltata, egli dichiara schiavi tutti
i Tedeschi che scrivono nel mezzo o alla ne di una parola
un' H mai pronunciata! Anzi conclude i suoi pensieri casuali
pertinenti alla questione principale con la sentenza oracolare:
Chi non fedele nell'ortograa della piccola lettera H,
facilmente infedele e fuori sesto anche circa le grandi rivelazioni e i grandi misteri della religione universale, sana e
pratica degli uomini 431.
L'Autore si rende da s gloriosa testimonianza << che mira
sempre pi alla precisa determinatezza dei pensieri, spiega
nella maniera pi esatta ogni parola, non si attiene a nessuna
regola di cui non si veda il fondamento, non vuole sapere di
postulati impossibili ed esagerati e via dicendo . Tutta questa
autogloricazione tanto pi sfacciata in quanto non tocca
neppure con un dito l'intero peso del suo metodo 432 nella
questione capitale della lettera H. Una cos tangibile infedelt
e urlante ingiustizia in una pedanteria ortograca e pressoch
228
229
230
231
regole non solo rispetto alle altre lettere ma nei riguardi della
stessa H? perch non scrive in invece di ibn e inn in luogo di
in, o ir invece di i/Jr e tun in luogo di tbun, per soddisfare
almeno ad un'apparenza di analogia? Ma quale motivo si pu
supporre per la sua parzialit nei confronti di tutte le altre
lettere e del suo ingiustificato rigore nei confronti di un'aspirazione che non un suono articolato?
Se la pronuncia delle lettere fosse stata elevata a tribunale
supremo universale al di sopra dell'ortografia quale quello che
rivendica a s, sotto il manto della libert, la cos detta ragione
degli uomini nei confronti della religione, facile prevedere
quale sarebbe il destino della nostra lingua materna. Quali
divisioni! quale babilonica confusione, quale miscuglio di lettere! Tutta la molteplicit dei dialetti e delle parlate e dei
loro Sibbolet 43" si rovescerebbe nei libri di ogni provincia e
quale diga [Damm] potrebbe opporsi a questo diluvio ortografico? L H cacciata dalla cruda mezzanotte della Germania
prolicherebbe negli scritti di nazioni maggiori e pi temperate del Sacro Romano Impero con un tale rigoglio che non
si intonerebbe affatto alla saggia liberalit di un celebrato
traduttore di rotoli di sacre pergamene in casi assai particolari.
A farla breve: nel giro di pochi anni sarebbe spezzato ogni
vincolo sociale tra le nazioni di Germania in campo letterario,
con il massimo pregiudizio dell'autentica religione pratica
universale, della sua diffusione e della pace da essa promessa...
Ma con quale coscienza pu un uomo, che tanto si d
da fare per la precisione e chiarezza dei pensieri ed una diligente fedelt nelle piccolezze, fare piazza pulita dei piccoli
sussidi di ortograa per la chiarificazione e la migliore determinazione dei concetti?
Una testa di Tedesco 435, alle spese del quale Wol si
232
(1)
Sic
Jovis.
Interest epulis impiger Hercules 436.
233
(2) AEE 'yp nLo"re:W -rv p.owo'wc*.rrc,z. Hsph o'o<pw-rin. 7Y7_uv, II, 1437,
234
esempio una sillaba fatta dalle tre lettere i-e-/:Ia come un unico
i. Si comincia dunque qui ad insegnare ad adorare ciecamente
e ad instillare negli scolari i precetti pi incomprensibili
infruttuosi e ripugnanti insieme ad ogni ragione infantile.
In seguito l'anima di un bambino riceve con il lusso delle
lettere le primissime impressioni della dannosa sovrabbondanza e superfluit nei modi della diligenza e genialit artistica, che se la ridono - ahim! - della universale, sana e
pratica ragione umana, religione ed ortograa.
Una siffatta nuova edizione delle Considerazioni, elaborata nello spirito pi rigoroso del canone ortograco delPespressione, con accurata attenzione all*ortograa, metterebbe d'accordo tosto le nazioni di Germania circa il vero nome
e carattere del Docente straordinario di religione. Sarebbero
d'un solo tratto superate tutte le divisioni e aboliti gli scismi
fino ad oggi vigenti attorno al problema se l'uomo sia un
credente o incredulo -oxe -aner -iste oppure un mero quid
dicere nolo 4. La Germania intera riconoscerebbe unanime
il segnale della sana ragione pratica ed universale nella semplice ortografia dei suoi profeti, lo benedirebbe a gran voce,
e ne eternerebbe lo straordinario merito ad opera di un caritatevole pritaneo a beneficio suo e dei suoi devoti fratelli
spirituali che non si stancano con romanzi, dizionari, lettere
provinciali e piccoli saggi di circoincidere, smoccolare, ltrare, edificare il sistema della ragione universale degli uomini
per rendere largo e comodo lo scarso sentiero e la porta stretta
che introducono alla vita 4 anzi di rendere di pubblica utilit per tutti i pagani e gli stolti delle nazioni di Germania
un ministero sacro, in contrasto totale con la nalit della sua
natura...
Tuttavia preferisco dieci volte parlare a perdiato al vento
con un nato cieco della prima e della quarta giornata della
storia mosaica della creazione"4 o con un nato sordo all'armonia di un minuscolo usignolo o di un eunuco latinardo
piuttosto che gettarmi via ancora con un avversario che non
neppure capace di vedere che una lingua, una ragione, una
rivelazione sana, universale, pratica delluomo senza principii
arbitrarii sarebbe un forno di ghiaccio 4.
235
Benevolo Lettore! Io conosco un uomo: se sia un malvagio o un semplice vanesio meglio di me e di te lo sa l'onnisciente Conoscitore dei cuori... Quest'uomo ha prestato servizio senza risultato in due cancellerie rispettivamente per
uno e sei mesi. Non pot raggiungere il modesto bene di
diventare nella sua patria un onesto gabelliere per la schiacciante concorrenza di invalidi lustrascarpe e guastamestieri.
Egli attualmente uno di quei maestri di scuola che cercano
il vero meglio della giovent, cosa in fondo pi rispettabile
che essere un ben sistemato angariatore, mediatore di mercato, un Jourdan Mamamuschi con tre berrette da notte, senz'altra testa che la brama di denaro... "42.
Celebriamo pure le nostre teste Tedesche: per un fatto
che anche gli impiegati di cancelleria dell'universale ragione
e religione dell'uomo rimangono fino ad oggi fedeli alla consuetudine nella graa della piccola lettera H e si vergognano
pi della libert ortografica che di tutte le altre e straordinarie opinioni del loro zoppicante Mastro Martino (3)...
Se invece secondo la sua propria dichiarazione di fede il
linguaggio e la sua ortograa si fonda sull'uso delle persone
pi ragionevoli dell'intera Nazione , come pu essere riu(3) Cfr. p. Gerundio 443.
236
237
238
Nuova apologia
della
lettera H
242
APOLOGIA DELLA
LETTERA
I-I
243
244
co della posterit e che la maggioranza delle voci e dei quattrini per voi il cuore e il sommo bene. Voi dite: i nostri
padri insegnavano le costumanze del loro tempo, ai nostri
tempi prudono le orecchie e noi dobbiamo grattare 467.
Ipocriti! non testimoniate voi stessi di essere gli dei
vostri padri e vi scagliate contro di loro e contro voi
stessi?... 4.
Un personaggio centrale del suo secolo come Saul ed una
platea del suo livello possono sempre trarre alimento dalla
burattinata di un profeta defunto e di una vecchia , ma
ispirare ad una piccola lettera come me un'apologia tanto
nuova come la mia non certo cosa da voi, o grandi Profeti
di Bmisch-Breda!
Qualem ministrum fulminis alitem
Cui REX DEORUM regnum in aves vagas
Permisit, expertus delern
Juppiter in Ganymede flavo
. . . . . mox in ovilia
Demisit hostem vividus impetus
Nunc in reluctantes dracones
Egit amor dapis atque pugnae! 47.
dell'epica guerresca, dice: Noi cantiarno (conviti e) attacchi di aggressive vergini dalle tagliate unghie a giovanotti; distaccati o, se qualche
volta presi da fuoco, non meno del solito scherzosi.
Z Al termine ebraico che signica massima fa seguito la cifra rica-
vata da una parte dei versi 136-139 dell'Epistola III del libro II
(ad Pisones, sive da arte poetica) di Orazio che integralmente dicono:
verit.
Sotto il nome quasi mitico del medico Ippocrate nato a Cos nel
460 a. C. sono raccolti 53 scritti. Hamann cita la conclusione di un
brevissimo scritto, la Legge: ...sono dunque due: la scienza e l'opi-
248
dell'aniI-na del pari abitudini, opinioni, desideri, piaceri, dolori, timori: nulla di tutto ci rimane identico in ciascuno, ma talune cose
249
altre vengono meno rispetto a noi e che neppure noi permaniamo identici nei loro riguardi, ciascuna delle scienze singolarmente presa sottost
alla medesima vicenda .
14 Natalis Anton Pluche (1688-1761), grammatico e linguista, autore
tra la1tro di La Mcbanique des langues et l'art de les enseigner, Parigi, 1751.
Denis Diderot (1713-1784) enciclopedista ed estroso scrittore suscit scandalo con le tesi sostanzialmente atee avanzate nel 1749 nella
Lettres sur les aveugles l'usage de ceux qui voient. In lettre sur les
Locri ed essendosi trasferito col per via della mantica: Talete sarebbe
diventato suo compagno e suo discepolo Licutgo nonch Zaleuco: Caronda sarebbe stato a sua volta discepolo di Zaleuco.
19 Iohann Bernard Merian (1723-1807), di Basilea, membro dell'Accademia delle scienze di Berlino nel 1749, fu nel 1770 nominato
direttore della sezione delle Scbne Wissenscbaten, e nel 1797 alla
morte di Formey eletto segretario dell'Accademia. Autore di scritti vari
di losoa e di scienza, fu relatore tra l'altro dello scritto di I. D. Michaelis sul rapporto tra linguaggio e opinioni del 1759.
2 I Corinti XIII, 8-9: La carit non viene mai meno: le pro-
fezie si esauriranno, le lingue cesseranno, la scienza sar distrutta. Conosciamo parzialmente e parzialmente profetiamo . . . .
21 Non potendo rimanere indifferente all'attacco di Encolpio contro
la vanit diseducativa di una oratoria enfatica fattasi moda, il retore
Agamennone interviene con le parole che, togliendo a prestito da Petronio, Hamann fa sue dopo il Salve al malevolo lettore! . PETRONII
250
logen, nei quali si poteva vedere non solo sotto il titolo il profilo di
un cornuto Pan ma su una delle prime pagine un grosso gallo in incisione lignea, che segnava il tempo a delle gallinelle che stavano innanzi
a lui con musica tra gli artigli, con il che si intendeva prendere
da Hamann secondo la Illustris viri G. G. Leihnitii Collectanea Etymologca, illustrationi linguarum, veteris Celticae, Germanicae, Gallicae, alia-
mercio.
15 Si assomigliano infatti lo scambio della moneta e l'uso della
251
sue opere furono raccolte in un'edizione in 8 volumi apparsa a Livorno nel 1764. Una edizione francese fu curata da D. Michelessi nel
1772 a Berlino (7 voll.): Oeuvres du cornte Algarotti. Traduit de
l'italien [par Belletier].
252
noscritto di una biblioteca pubblica, di detti nei quali risalta egregiamente il genio della lingua arabica ed possibile vedere quel suo ca-
rattere nativo che irradia genuino acume attraverso i ritmi e le allitterazioni... Elnawabig O Ennawawig il nome di questo florilegio
bellissimo: il termine designa vuoi le scaturigini poetiche vuoi ritmi o
253
quo pleraeque loquutiones Graecorum deectivae supplentur et ad integram structurarn reeruntur, Frankerae, 1702. Lopera godette di molte
edizioni arricchite dal contributo di diversi studiosi; fu tradotta in
greco (1803) e in inglese (1830).
44 ORAZIO, Epistula III libri II ad Pisones seu De arte poetica
Muses galantes. In piena polemica pubblic nel 1753 (sine loco) una
Lettre sur la musique ranoise (II + 92 pp. in 8).
Nel Berliner Notizbuch (fogli 20-22 r. del Nachlass herderiano) Hamann annot alcuni titoli in pamphlets contro Rousseau e stese un
riassunto della Lettre in discussione (cfr. N. V, 143).
46 Sallustio (De Bello Iugurthino, 1, 4) ammonisce coloro che vorrebbero scaricare sulla debolezza dell'umana natura le responsabilit dei
guai derivanti dai loro vizi: ...ciascuno dei responsabili trasfetisca
alle faccende le sue proprie colpe .
47 ...A chi avr saputo scegliere il tema secondo le forze non
verr meno Fespressione n la chiara disposizione assicura Orazio nell'Ars poetica (Epist. II, 3, vv. 40-41).
43 La Henriade di Voltaire spogliata delle sue ambizioni epiche
e ridotta al rango di filastrocca.
49 FRIEDRICH KARL voN MosER, Der Herr und der Diener geschildert mit Patriotischer Freyheit. Frankfurt (J. A. Raspe) 1759.
5 Anne Marie Louise Henriette d'Orlans duchessa di Montpensier,
glia di Gastone d'Orlans e di Maria di Borgogna, detta la Grande
254
42) possedeva pure uno scritto dallo stesso titolo del Gesuita Hermann
Hugo (1588-1639) del 1657.
52 ORAZIO, Carmina, III, I v. 30: chi si accontenta del poco non
si preoccupa n delle tempeste marine n della grandine sulla vigna n
riportato sui Giganti, che tutto governa con un aggrottar del ciglio .
ORAZIO, Carmina III, 1, vv. 1-8.
6 Mander a Babilonia vagliatori che la vaglieranno e spazzeranno
il suo territorio: l'assaliranno da ogni parte nel giorno della tribola-
255
scherzo in vista di un ne serio '. PLATONE, Repubblica (non Hept SI.uaiou) (IX 589 a): dire che conviene essere giusti signica che bisogna
che capisce ed uno spirito alato? In quale altro essere discende ed abita
Iddio e ricerca se stesso? Non considero altre capacit, delle quali non
gli concesso il potere: capacit dubbie e doveri al di l della nostra
256
condizione. Non considero il fatto che nulla dato con eguale criterio.
Da ci risulta che l'Universo opera di un Autore e non della materia.
Non bado al destino certo ed inevitabile: alla materia stata data
la facolt di essere costretta, al mondo invece di costringere. Chi potrebbe conoscere il cielo, se non per un dono celeste? E chi potrebbe trovare Dio se non chi parte di dei a sua volta? Chi potrebbe
contemplare e richiudere nel suo angusto petto lo spazio ricurvo e innito del cielo e le processioni degli astri e i ammanti fastigi dell'Universo e la guerra eterna delle costellazioni contro gli astri, che si fonda
257
burton.
72 Genesi III, 21: E il Signore Iddio fece per Adamo e la sua
donna tuniche di pelliccia e li rivest .
73 Antoine-Yves Goguet (1716-1758) parigino, dotto in giurisprudenza e storia, dedic alcuni scritti ad antichit classiche ebraiche ed
orientali e leg il suo nome all'opera documentata redatta con la collabo-
te lo manda, Socrate, perch tu lo veda', Socrate disse rivolto al ragazzo: ' Parla dunque, s che ti veda! '. Signicando che l'ingegno dell'uomo non riverbera tanto nel volto quanto nel dire, giacch quest'ultimo lo specchio pi certo e veridico dell'ar1imo . /lpopbtegmata
1967, p. 237.
libro I.
73 Ausonio alla ne dell'Epistula V a Teone (vv. 37-38): impara
258
a mettere insieme il verso con il nome diviso in due ed avrai fatto come
il vate Lucilio! . L'uso della tmesi era frequente nella poesia arcaica
qui tipizzata da Lucilio.
79 Johann Georg Wachter (1663-1757) signicativo per l'accostamento proposto tra la losoa dello Spinoza e la Cabbala (Der Spinozismus im Iudemfum... 1699; Elucidarius cabbalisticus... 1706; Die
degli Egiziani ebbe inventato un compendio di quell'arte grande. PETxomo, Satiricon, II, 7-9.
81 O Socrate, con che facilit inventi storie dellEgitto o del paese
che ti aggradi! (PLATONE, Fedro, 275 b), esclama Fedro alla ne del
racconto socratico dell'origine della scrittura in cui si descrive la discussione tra il dio Theut inventore dell'aritmetica, della geometria e della
scrittura e Thamous re di Tebe attorno ai vantaggi e agli svantaggi
33 Wentworth Dillion, conte di Roscommon (1633?-1685), protestante, studi a Caen, comp un viaggio in Francia, Germania e a Roma,
fu reintegrato nei suoi possessi dopo la restaurazione di Carlo II. Tent
259
sections: partly historicall, politicall, philosophicall, upon emergent occasions. 5pt., London, 1645, accresciutesi quantitativamente nelle successive edizioni del 1650 e del 1655.
Dalla VII edizione londinese del 1705 Nadler riporta il passo che
interessa Hamann (cfr. N. II, 409): Some bold translations not
unlike to he, The wrong side of a Tur/ey Tapistry. (Or Wine drawn
of the lees, Which ll'd in ask, Lose sornewhat of their Strenght they
had in Cas/e) (sez. VI, p. 249).
Chi cerchi?' Quella, credendo che fosse l'ortolano, gli dice: 'Signore,
se tu lo hai portato via, dimmi dove lo hai messo e io lo prender '. Le
dice Ges: Maria. Voltandosi ella gli dice in ebraico: Rabbunil ',
che vuol dire Maestro. Le dice Ges: Non mi trattenere pi oltre,
perch non sono salito al Padre. Va' invece dai miei fratelli e di' loro:
Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro ' .
3 Romani, IX, 21: Il vasaio non egli padrone della propria argilla in modo da modellare dalla stessa pasta un vaso di pregio e
uno ordinario? .
37 Endimione, amato da Selene e avvolto in un profondo sonno,
immagine che si fonda con quella del sonno di Adamo e la creazione
della donna. Il Signore Iddio fece scendere su Adamo un sonno profondo: si addorment. E mentre dormiva Dio trasse da lui una costola. . .. Genesi II, 21.
83 Edward Young (1683-1765) fu reso famoso dal Complaint, or
tutti i quadrupedi e i rettili della terra e gli uccelli del cielo. Atti
degli Apostoli, X, 11-12.
92 Risposero i Giudei e dissero: Non avevamo forse ragione di
dire che sei un Samaritano e hai un demonio? Giovanni, VIII, 48.
260
95 Nel gi citato cap. XIII del libro II del De dignitate et augmentis scientiarum F. Bacone, parlando dei diversi generi di poesia parabolica, esemplica, concludendo circa i signicati losoci di detta
espressione, con il mito di Bacco raligurante la passione. Penteo ed
Orfeo fatti a brani dalle baccanti rappresentano la curiosit e l*ammonizione morale, che la passione scatenata non sopporta: le orge non
tollerano n Penteo n Orfeo .
postiglione con le gote gonfie che sofla nel corno era l`irnmagine che
ornava la testata della Oberpostamtzeitung (cfr. N. VI, 306).
99 Giudici, V, 28. Affacciata alla finestra la madre di Sisara sospirava tra le persiane: Perch tarda a venire il suo carro? Perch sono
tanto lente le sue quadrighe? '.
giunto alla conclusione del suo discorso, accenna alla forma di scienza
propria della teologia e, distinguendo una maniera metodica da una
maniera libera di interpretare la Scrittura, denuncia due eccessi della
libera interpretazione.
<< Nella maniera di interpretare si incontrano due eccessi. L'uno
presuppone nelle Scritture una perfezione di tale natura per cui si
debba pretendere dalle loro fonti anche ogni genere di losoa, quasi
che la losoa
peranza prese
presso di noi:
listi. In verit
fosse una qualsiasi cosa profana e pagana. Questa intempiede principalmente nella scuola di Paracelso e pure
le sue sorgenti furono tuttavia i Rabbini ed i Cabbacostoro sono ben lungi dal conseguire ci che vogliono
261
teologia nella losoa equivale a cercare i vivi tra i morti, del pari
cercare la losoa nella teologia altro non che cercare i morti tra i
vivi. L'a_ltra maniera di interpretazione (che denunciamo come un ec-
l'intento principale di ci che detto, ma in maniera tale che giungiamo a capire che esse raccolgono in s, non solo complessivamente o
collettivamente ma distributivamente no nelle frasi e nelle parole
singole, innumeri ruscelli e vene di dottrina destinati ad
singole parti della Chiesa e le anime dei fedeli. A ragione si
che le risposte del nostro Salvatore a non poche questioni
non sembrano a fuoco bens quasi non pertinenti. Il motivo
irrigare le
osservato
propostegli
duplice:
262
sulta anche troppo dall'esempio stesso becheriano. Sono d'accordo piuttosto con il Comenio sul fatto che la Ianua linguarum e la Encyclopae-
105 Giovanni, III, 8: Spiritus ubi vult spirat; et vocem eius audis
263
sed nescis unde veniat aut quo vadat; sic est omnis qui natus est ex
Spiritu .
106 << Oh delitto indegno! Si distrugger il prezioso scritto? Si
infranga piuttosto la venera.nda potest delle leggi. Bacco e Cesare, accorrete in aiuto! .... Veteris scholastici poetae versus, sub nomine
Augusti Caesaris Vers. 4, 17, 8. P. Virgilii Opera Ed. Chr. Gottl. Heyne.
Edilio altera Lipsiae 1788. 1. CCXX (N. II, 410). Nel codice (mss. can.
lat. 51) del secolo XV della Bodleiana (Oxford) della Vita Vergili di
Donato gura un'interpolazione a proposito del testamento con cui
Virgilio condannava alle amme la non perfetta Eneide: restano sull'argomento anche molti bellissimi versi di Augusto... ma si deve
serbare fedelt alle leggi, necessit obbedire a ci che comanda ed
ordina che si faccia l'ultima volont. Si infranga la veneranda potest
delle leggi, piuttosto che tante fatiche riunite di notti e di giorni siano
inghiottite da un solo giorno! ' .
Augusto stesso _ scrive poco oltre Donato _ si assunse la responsabilit dell'edizione dell'Eneide che fu operata da Vario (edidit autem
auctore Augusto Varius. . .). La breve nota biograca virgiliana di
Probo si conclude cos: L'Eneide fu salvata da Augusto, quantunque
Virgilio l'avesse condannata nel suo testamento affinch non rimanesse
nulla di quanto non aveva egli di persona pubblicato. Il fatto confermato anche da Servio, con questo epigramma: Virgilio aveva comandato che fossero distrutti da rapido fuoco i canti che aveva narrato del duce frigio. Si opposero Tucca e Vario e insieme tu, sommo
Cesare, ti preoccupasti non di te ma della storia latina . Cfr. I. BRUMMER, Vitae Vergilianae. Divus Augustus carmina Vergili cremari contra
testamenti eius verecundiam vetuit, maiusque ita vati testimonium
contigit quam si ipse sua probavisset .
Christian Religion: ta/een from the Acts o the Apostles, and their
Epistles. Together with the remar/eable acts o the Iewish and Roman
History, which aected the Christians, within this period... With an
appendix: to prove, that St. Luke wrote the Acts of the Apostles etc.
2 vol., London, 1735 (II ed. ampliata in 3 voll., London, 1756). Nel
1743 pubblic The Reasonahleness of the Christian Religion as delivered
in the Scriptures (II ed. 1746, III ed. 1759, London).
103 Antoine Houdart de La Motte (1672-1731) autore di testi di
fortunati balletti e di meno apprezzate tragedie fu reso famoso da una
traduzione francese in versi dell'Iliade condotta sulla traduzione latina
di M.me Anne Lefebure Dacier del 1699: L'Iliade en vers franais et
264
1119 Cafarnao il luogo dove inizi la predicazione Ges: ...lasciata Nazareth venne a Cafarnao marittima e vi abit, sulle terre di
Zabulon e di Neftalim, affinch si adempisse il detto del profeta Isaia:
111 In parabola.
112 Johann Albrecht Bengel (1687-1752), Magister di losoa nel
1704, predicatore a Denkendorf nel 1713, preposto del chiostro di Hertbrechtingen nel 1741, dottore in teologia nel 1751. Autore di molti
scritti sulla versione greca del Nuovo Testamento. Gnomon Novi Testamenti, in quo ex nativa verborum vi simplicitas, prounditas, concinnitas,
salubritas sensuurn coelestium indicatur, Tubingae 1742 (II ed. 1759).
Pi pollice che indice denisce l'opera Hamann [cfr. CICERONE,
Epist. ad. Atticum XIII, 46 (Wiener 131)]. Cfr. N. II, 410: L'astrattczza si addice agli inizi nascosti, la concretezza allet matura .
113 Far apparire prodigi su nel cielo e segni gi in terra, sangue
e fuoco e vapore di fumo : dal primo discorso di Pietro ai Giudei.
Atti degli Apostoli, II, 19.
114 Quando si esasperava la mia mente e il mio cuore era tratto,
ero uno stolto e non capivo: fui davanti a Te come una bestia.
Salmo, LXXIII, 21-22.
115 In quale metro si possano descrivere imprese di re e di condottieri e luttuose guerre mostr Omero. In versi uniti di diverso
metro fu racchiuso dapprima il lamento, in seguito anche il sentimento
della speranza compiuta: circa l'autore per che per primo mise in uso
265
113 Fozio (820c-891), imparentato con la famiglia imperiale, attraverso la lunga contesa con Ignazio per il possesso della cattedra patriarcale di Bisanzio occasion anche una frattura con Roma (la questione del
Cur praecipit Herodes Magis, qui Salvatorem nostrum Christum adoraturi veniebant: Inquirite diligenter', inquiens, 'in puerum; ubi vero
nvenertis, renuntiate mihi, ut et ego veniens adorem eum'? Fozio
sospetta che Erode abbia senza volerlo profetato l'adorazione che sarebbe
stata tributata a Ges dai pagani e dai Giudei, essendo egli rappresentante per nascita e per ruolo di entrambi. Nulla vieta _ spiega
Fozio - che si pensi che abbia agito profeticamente. Anche Caifa non
sapeva cosa dicesse: mentre furente la sua mente correva al delitto,
le sue labbra profetavano dicendo: meglio che uno muoia piuttosto
che perisca un popolo intero'. Infatti se Cristo Dio non fosse soggiaciuto alla morte, mai il genere umano si sarebbe salvato. Quantunque
entrambi fossero indegni del loro dono profetico, da una parte la dignit sacerdotale dall'altra la dignit regale godettero di una grazia,
quando non erano ancora giunti all'uccisione del Signore nostro. Potresti
vedere che allo stesso modo anche altre cose proerite con animo malvagio e con furia omicida ebbero la sorte di profezie . Cfr. MIGNE, P. G.
T. CI, 1151 D.
266
dalle partorient in affanno, tu sei detta Signora dei trivii e Luna per
la luce bastarda .
127 ORAZIO, Ode XII del libro I, vv. 46-48: . _ _ sfolgora su tutte
la stella Giulia, come tra gli astri pi piccoli la luna .
128 2 Corinti IV, 6: _ . .perch il medesimo Dio che disse: 'Dalle
125 Apocalisse XVI, 15: Ecco io vengo come un ladro! Beato chi
267
veglia e custodisce le sue vesti per non dovere andare nudo e mostrare
le sue vergogne! .
13 Dopo avere formato dalla terra tutti gli animali terrestri e
i volatili del cielo, il Signore Iddio li condusse ad Adamo per vedere
che nome avrebbe dato loro: qualunque nome avesse imposto ad ogni
vivente infatti quello sarebbe rimasto. Ed Adamo diede il nome a tutti
gli animali, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le ere della terra.
Per Adamo non si trov per un aiuto adatto a lui .
131 Colossesi I, 15-17: Che immagine di Dio invisibile, primo-
genito di ogni creatura, giacch in lui sono state fondate tutte le cose
nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili, sia i troni, sia le dominazioni, sia i principati, sia le potest: tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in lui ed egli prima di tutte le cose e tutte
131 Malachia III, 2: Chi potr sopportare il giorno della sua venuta? Chi potr reggere la sua vista? come il fuoco del fonditore
e la potassa dei lavandai .
135 F. BACONE, Novum Organum, parte II; Aphorismi de Interpretatione Naturae et Regno Hominis; Aphorisma CXXIV: Proclamiamo che devono essere dissolte le immagini balorde del mondo, imi-
aliquot_ Editio nova /'uxta Parisinarn anni 1636 (di F. Sylburgius) 2 pt.
Coloniae, 1686.
268
137 Il principio dell'intelligibilit della Natura Dio: cfr. Apocalisse I, 8: IO sono l'alfa e l'Omega, dice il Signore Iddio, colui che
, che era e che viene: lOnnipotente.
133 Restaurando a e w riappare il verso iniziale dell'Iliade L'ira
canta o diva, del Pelide Achile . _ _ : Mvl-V GLE, 17E HHN-w 'AX'-751; - - 139 PLATONE, Cratilo, 406 c: ...anche gli dei amano lo scherzo .
14 PLATONE, Fedro, 275 b: Ma quelli, mio caro, dicevano che
(di una ediz. non precisata) del Pedagogo di Clemente Alessandrino (cfr.
N. II, 411).
143 Nel Brutus (LI, 191) Cicerone osserva: Neppure Demostene in
269
Ad Antimaco per parte sua Hamann mette in bocca il verso 476 del-
un amante.
E ci che pi mi angoscia: non c' tra noi Pimmenso mare,
n ci separa la distanza, o la montagna, o mura dalle porte
serrate.
Siamo impediti da poca acqua...
Sembra che si giunga a contatto. Piccolissima cosa ci che
ostacola gli amanti.
Chiunque tu sia, esci fuori qui!
270
[477]
feretro,
ma il corpo non c'era pi. In luogo del corpo trovano un ore
croceo all'interno, ricnto di petali bianchi .
* Hamann ha modicato Finizio del verso 463: Isle ego sum. (Costui sono io).
152 Giacomo II, 7: Non sono essi che oltraggiano il bel nome che
portate? .
153 Nel cap. XIII del libro II del De dignitate et augmentis scientiarum all'inizio del I esempio di losoa secondo le parabole antiche
circa la scienza della Natura Bacone discute il mito della nascita di
iperbole .
157 Geremia XXXI, 15: Un grido si ode in Rama, un lamento e
lacrime amare: Rachele che piange il suo popolo e non pu essere
271
consolata dai suoi gli, perch non sono pi. Il passo ritorna alla
lettera in Matteo Il, 18 quale profezia della strage degli innocenti in
Betleem decretata da Erode.
153 Essendoci carestia un servo di Eliseo aggiunse alla minestra
certi vegetali dei quali ignorava la natura benefica: Quindi serv i
compagni perch mangiassero; ma appena assaggiata quella minestra
gridarono: Uomo di Dio, c' la morte nella caldaia! . E non poterono
mangiarne. 2 Re IV, 40. Eliseo annull ogni influenza del veleno
aggiungendo farina alla minestra. Cos Nadler (N. VI, 381) inserisce
vita: una nuova nascita del Bambino di Betleem, una nuova venuta
dei Re Magi, una nuova discesa dello Spirito, una nuova nominazione,
una nuova ispirazione per poter parlare e scrivere secondo Iddio. ...
159 Salmo L, 12-13: Se avr fame non lo dir a te, giacch mia
la terra e ci che la ricolma. Manger io forse la carne dei tori o
berr il sangue dei capri? .
16 2 Timoteo IV, 2: predica la parola, insisti a tempo e fuori
tempo, riprendi, minaccia, esorta _ _ . .
161 Filippesi I, 9-11: . _ .e Dio lo ha esaltato e gli ha donato un
nome che al di sopra di ogni nome, s che nel nome di Ges ogni
ginocchio si pieghi dei celesti, dei terrestri e degli inferi ed ogni lingua
272
G. E. Mueller apparve presso G. C. Walther a Dresda nel 1745, preceduto da un preannuncio in tedesco legato al nome di Hagedorn, per il
quale Nadler richiama i Smtlicben poetiscben Werke di Friedrich
Hagedorn (Hamburg, 1756, 3 voll.) (cfr. N. VI, 163).
Hamann, passando acrobaticamente dallaggettivo punico al termine
sorto in Inghilterra nella seconda met del secolo XVII pun, punning
di incerta origine (cfr. T/ve Oxord English Dictionary VIII, 1594 e
S. Agostino -_ che cosa potresti trovare di altrettanto insipido e scipito? Capisci Cristo e ci che leggi non solo ha sapore, ma addirittura
inebria .
167 Ebrei I, 1-4: Multifariam multisque modis olim Deus loquens
patribus in prophetis, novissime, diebus istis locutus est nobis in Filio,
quem constituit heredem universorum, per quem fecit et saecula; qui
cum sit splendor gloriae et gura substantiae ejus portansque omnia
273
169 ORAZIO, De arte poetica (Ep. III, lib. II) vv. 148-150: _ _ .viene
subito al nocciolo e trascina l'ascoltatore nel cuore della vicenda come
se gi ne fosse al corrente e lascia perdere ci che dubiti che nella
a tutti gli empi futuri, e liber il giusto Lot, rattristato dalla condotta di quegli uomini senza freno nella loro dissolutezza: poich
quest'uomo, pur abitando in mezzo a loro, si manteneva giusto di fronte
a tutto quello che vedeva e ascoltava, nonostante che tormentassero ogni
giorno la sua anima con opere nefande_ Il Signore sa liberare dalla
prova gli uomini pii e riserbare gli empi per essere puniti nel giorno
del giudizio, specialmente quelli che seguono la carne nei suoi desideri
immondi e disprezzano l'autorit. Audaci ed arroganti essi non temono
di logica, ricopr varie cariche in Russia no a diventare nel '98 direttore dell'Accademia russa delle scienze, scrisse nella scia cavalleresca del
274
177 CICERONE, Brutus lib. II. 262: Sono davvero degni di lode,
dissi; sono nudi, diritti e belli, quasi spogliati da ogni rivestimento ora-
dei primi otto libri delle sue Storie ai quali si aggiunse un nono libro
di Historia arcana sui retroscena della politica giustinianea.
Nel libro I della prima tetrade (18 C) nel corso della narrazione
della guerra persiana riferito l'uso persiano di contare i caduti di
una campagna.
usanza in Persia che in occasione di una spedizione di guerra
il re segga sul trono, essendo molti cesti situati vicino a lui, alla presenza del comandante a cui condata la guida dell`esercito contro il
nemico: l'intero esercito, soldato dopo soldato, si presenta al re e
ciascuno getta una freccia nelle ceste, che poi vengono conservate sigillate con il marchio regio. Quando l'esercito fa ritorno in Persia, ciascuno dei soldati estrae dalle ceste una freccia. Fatto il calcolo delle
275
frecce non ritirate rispetto agli uomini, coloro che hanno questo compito annunciano al re il numero dei soldati che non sono ritornati e
risulta cos chiaro quanti siano morti nella guerra .
181 S. Eusebi Hieronymi Stridonensis presbyteri Divina bibliotbeca:
Praeatio in Pentateucbum ad Desiderium (Migne PL. XXVIII, 179 A):
[Origene] _ ._ mischi all'edizione antica la traduzione di Teodozione
servendosi dell'asterisco 9% e dellobelisco -:- ossia della stella e della
freccia [veru, obelos] per distinguere nel corso dell'intera opera: cosi
o evidenzia cose prima meno perspicue o riduce e affossa cose superue .
Nel libro terzo (dedicato a Platone) delle Vite dei loso di Diogene
Laerzio (39). Dal momento che ai libri di Platone sono apposte anche
delle note, diciamo qualcosa in proposito. La lettera X usata per
133 Riportiamo la nota esplicativa del Nadler (N. VI, 98: Robert
Dodsley (1703-1764) scrittore ed editore inglese. Citato qui in riferi-
276
1119 Riportiamo l'illustrazione del Nadler: cfr. N. III, 417. FABRICIUS ]_ A., Codex pseudepigrapbus veteris Testamenti. I vol., Ham-
burgii, 1772, Nr. XI. Adami vita. Ex hoc Georgius Syncellus p. 5, chronici refert dierum numerum, quibus nomen animalia sortita sunt _ . . .
19 Esodo VIII, 15: Allora i maghi dissero al Faraone: ' Qui c'
il dito di Dio . (Dopo la terza piaga caduta sull'Egitto: le zanzare).
191 Per protestare contro il decreto del Senato che proclamava il
defunto Claudio assunto tra gli dei (apoteosi), Seneca compose la sarcastica Divi Claudii Apocolocyntbosis. Giocando sui termini deicazione
cabbalistico .
194 Lettera di S. Giacomo III, 5-8: Cos anche la lingua; un
membro piccolo, ma pu vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo
fuoco quale grande foresta pu incendiare. Anche la lingua un fuoco,
rola che il libro, prima il senso che la penna, prima l'uomo in quanto
tale che il losofo e il poeta. Ci si deve pertanto guardare dal credere
che prima delle lettere e dei mezzi di comunicazione scritta gli uomini
loro effetti sullo stato dei viventi si parla nel Politico platonico (272, b., 8)
di tpcptuot 'to Kpvou.
1911 2 Tim. 3, 5-9 _ __Guardati da costoro! Tra loro ci sono certuni che vanno per le case ad accalappiare donnette piene di peccati e
277
parso postumo nel 1772 con il titolo De l'homme, de ses facults intellectuelles et de son ducation. Appartenne alla quipe novatrice di Federico II. Achitofel il Ghilonita, consigliere perverso di Davide e di
Assalonne, fin suicida: ...in quei giorni un consiglio dato da Achi-
tofel era come una parola data da Dio a chi lo consulta. Cos era di
tutti i consigli di Achitofel per David e per Assalonne . 2 Sam. XVI, 23.
199 Il Nadler (III, 418) segnala una glossa al testo secondo cui: Il
popolo francese non fedele n a Dio n agli uomini . citato il principe Leopoldo di Dessau (1676-1747), una colonna dell'esercito prussiano.
211 Giambattista Della Porta (1535-1615), gentiluomo napoletano,
fu famoso per le sue ricerche naturali e fu tenuto in sospetto di magia.
A anco dei famosi Magiae naturalis sive de miraculis rerum naturalium
libri IV (1558) ricordiamo anche i 4 libri De humana physiognomonia
1569 e Deux dialogues du nouveau langage ranois italieniz et autrement designiz, principalernent entre les courtisans de ce temps. De
plusieurs nouveautez qui ont accompagn ceste nouveaut de langage.
278
Berlino nel 1745 da Federico II, alla carica gi occupata un tempo dal
Leibniz. Sono del 1748 le sue R/lxions philosopbiques sur l'origine des
langues et la signication des mots. A1 suo anco Hamann evoca l'ombra
di un altro protetto di Federico II: il veneziano Francesco Algarotti
2119 Is. XXVIII, 16: Ecce pono in Sion lapidem summum angularem, electum, pretiosum; et qui crediderit in eum, non confundetur .
211 Senofonte, autore della Ciropedia (Kpou ww-ela), fu apologeta devoto quanto modesto della persona e del pensiero di Socrate ne1l'Apologia
di Socrate, nei Detti memorabili di Socrate, nel Simposio.
Nel cap. IX della prima parte del Don Qui/'ate Cervantes racconta
di avere semplicemente tradotto da certe carte acquistate alla ventura
279
Wolf-io interprete. Londini 1670. Lib. III. cap. XXI, p. 306: Quid aliud,
homo, nisi Cereris initia divulgas? Domicilium, inquis, est Eleusine:
Ecce et hic. Illic sacrorum antistes: Et ego faciam antistitem_ Illic praeco:
Et ego praeconem instituam .
Un dono degli dei a mio parere disceso per opera di un tale Prometeo
agli uomini in unione ad un fuoco luminosissimo. Ci hanno tramandato
280
Al tema dei capelli contati del citato passo di Luca una glossa
d'autore (cfr. Nadler III, 420) riconduce un commento di Clemente
Alessandrino tratto dal cap. III del libro III del Pedagogo (P. G. VIII,
581 BC): un commento analogo si ritrova nel cap. XXVI, 2 del libro II
dell'Adversus haereses di Ireneo (P. G. VII, 800 C) a cui sembra
alludere l'impreciso rimando di Hamann.
213 Tertulliano contestando la tesi secondo cui la Divinit sarebbe
frutto di una divinizzazione umana, mostra che nulla di quanto
necessario alla vita degli uomini pot essere opera di produzione umana:
gli uomini trovarono ci che era stato gi per loro creato e predisposto
da Dio: si dice che gli uomini hanno trovato gli elementi indispensabili alla vita terrena, non che li hanno creati; ci che stato trovato
della bont e volont di lui e della sorte propria del nemico. Cos
naturale che, donata da Dio, l'anima canti quanto Dio le ha concesso
conoscere di S. Ma chi non crede che queste espressioni spontanee dell'anima sono un insegnamento della Natura e doti segrete aidate ad
281
sono sempre presenti, tanto prossimi, quasi nascenti sulle labbra stesse.
E donde venuta alle lettere stesse la legge che ha consentito di conoscere e disseminate nelluso linguistico ci che mai mente prima
aveva concepito, n lingua pronunziato, n orecchio udito? .
Con profetica polemica Hamann inserisce la voce di Lattanzio:
...certi letterati accostandosi alla religione di Dio hanno difficolt
a credere, giacch, abituati ad una prosa o ad una poesia curata e
rafnata, spregiano come rozzo il parlare semplice e comune della
Scrittura divina e cercano piuttosto ci che accarezza i sensi, si lasciano
fosse privo di splendore ci che divino, perch ciascuno potesse comprendere ci che gli diceva . Lattanzio, Divinae institutiones, lib. VI,
cap. 21, 4-6.
Nel cap. 10 del libro VI (12-14) delle sue Divinae institutiones
Lattanzio aveva gi denunciata la falsit della tesi di coloro che a
spiegazione dellumana societ avevano favoleggiato un primigenio stato
in cui gli uomini, sgorgati dalla terra, sarebbero vissuti in boschi e
caverne, vittime degli assalti delle ere no a che, spaventati dalla violenza, si sarebbero riuniti in una mutua associazione di difesa. In
vista di questa alleanza difensiva questi ominidi da prima avrebbero
manifestato a cenni la loro volont e poi avrebbero saggiato i primordi
di un linguaggio e in seguito, assegnando ad ogni cosa un nome, sarebbero
riusciti a poco a poco a mettere a punto uno strumento linguistico.
A costoro Lattanzio replica che gliuomini non sono nati qua
e l su tutta la superficie terrestre come dalla semenza di un drago,
come raccontano certi poeti, bens che Iddio plasm un unico uomo
e che a partire da quello tutta quanta la terra fu popolata di uomini:
proprio come successe dopo il Diluvio: fatto questo che nessuno si
282
tobre 1777 nel quaderno di appunti (G. II, 29) mostra Hamann in
traccia del vero autore del Systme (Cfr. N. V. 334, 29 ss.).
222 Pietro Moscati (1739-1824) professore a Pavia e dal '72 medico
a Milano intrecci la professione con varie avventure politiche nellet
napoleonica. Petr. Moscati, Von dem krperlichen wesentlichen Unter-
scbeide zwischen der Struktur der Thiere und der Menschen, Goettingen,
1771. (Cfr. Biga bibl. 109/202).
283
vate! ' cui si mischia la poco nobile immagine del principe indicato
con un Vespasiano aneddotico.
Stupidit rispetto ai valori e avidit di beni materiali: Arabi e
284
il passo di Ra-
239 Thomas Brown (1605-1682) fu medico ricco di interessi archeologici e losoci, in cui si prola l'interesse baconiano per la ricerca
285
fu il tema delle Nscbereyen hamanniane del 1762 (N. II, 188 ss.).
Hamann recens il II volume del De la Nature (1763, pp. 443 in 8,
Amsterdam) nel num. 4 del 13 febbraio 1764 delle Knigsbergsche
Zeitungen (cfr. N. IV, 271-272). L'opera del Robinet raggiunse nel
1766 il 4 vol.
Nel Knigsberger Notizbucb (56) registrato uno schema per capitoli del saggio De la pbiloxopbie de la Nature. (Nunquam aliud Natura, aliud Sapientia dicit. Iuven. XIV.), Tom. I Amsterdam, 1770.
Riportiamo i passi di Filone Ebreo suggeriti dalla nota hamanniana (che si riferiscono alla creazione dell'uorno e alla sua natura nella
Gelenii, et aliorum interpretatione, partim ex Adriano Turnebo, professore regio, e christianissimi regis bibliotheca, partim
a Davide
Hoescheli ex Augustana, edita et illustrata Francofurti. Apud ]eremiam Schrey et Heinrichi ]oh. Meyeri Haeredes. Anno MDCXCI.
p. 17 B-C: De mundi opico: Come chi fa un invito a un convito
o a uno spettacolo si preoccupa che prima dellarrivo dell'ospite tutto sia
preparato cos anche il Signore dell'Universo intero, come fosse il direttore di mensa o dei giochi, al momento di chiamare luomo al convito e
allo spettacolo prepar tutto ci che era relativo ai due avvenimenti, affinch l'uomo, entrato nel mondo, trovasse un convito e uno spettacolo davvero divino .
p. 32 E: De mundi opicioz Se definiamo il nostro capostipite
non solo primo uomo, ma solo cittadino del mondo, diciamo la verit;
il mondo era per lui infatti casa e citt .
286
obbedisce alla mente cos come Iddio volle che Aronne fosse lo strumento della manifestazione sensibile dei pensieri che Egli rivelava a
Mos: << Fece infatti strumento di tutto ci di cui siamo composti la
voce articolata
2*" Alle tesi rousseauiane ed enciclopedistiche attorno al fondamento della societ umana, di cui il linguaggio fattore primario,
I-Iamann contrappone la Bibbia, quale alteste Ur/eunde de: Menrcbenge_tc/vlecbts per usare il termine reso noto da Herder di l a poco:
287
sphaeres de la Christiant, et par la gyrognonomonique circumbilivagination desquels, comme par deux lopendoles coelivages, tout l'automatic metagrabolisme de lEclise romaine, soy sentente emburelucoquue
Il termine articioso e burlesco nasce dall'unione dei termini ud-mu-o ( = vano, sciocco), Ypoiv (= scrivere), MEw (= gettare): quindi
qualcosa come buttar fuori per iscritto stupidaggini, cicalare per
iscritto
245 Yvetot in Normandia, presso Caux, fu no al 1681 un principato
indipendente, Reame proverbialmente sonnacchioso a detta di J. Simon
(J. G. Hamanns Sclvri/ten zur Sprache, Frankfurt a. M. 1967, p. 245).
244 Allusione al mausoleo fatto erigere da Federico II nel cimitero
di Pisa all'Algarotti.
247 Maximilien de Bthune duca di Sully (1560-1641) impression
Hamann per i suoi progetti amministrativi aflidati ai Mmoirr des rage:
et royalle: Oeconomies d'E:tat de Henry le Grand, Amsterdam 1634-33,
3 voll.
Dal II taccuino di Knigsberg (cfr. N. IV 307/29-38 e 308/23-27)
risulta che in data 11, 17 e 20 luglio 1772 Hamann redasse uno schema
riassuntivo per capitoli rispettivamente dei tre volumi dell'opera del
Sully di cui il II vol. risulta edito a Parigi nel 1662.
Il titolo del I tomo riportato : Memoires des :age: et royales
Oeconomier d'Ertat domertiquer, politique: et militaires de Henry etc.
cedente.
288
Nella X Satira del I libro (vv. 48-49) Orazio torna sulle critiche
gi espresse sulla poesia di Lucilio nella IV Satira dello stesso libro
e assicura
comunque non oserei strappargli quella corona che con
tanta lode porta piantata in capo .
Nel frontespizio sono pure tracce della composizione e della mancata
edizione dello scritto. La data di completamento del saggio mese
del vino 1772 > confortata dalla lettera a Herder del 6/7 ottobre 1772.
Il luogo di stampa sopperito da un'allusione al Nicolai, editore
Una Nota del Nadler (III, 425) ci fornisce una glossa d'autore
alla frase del frontespizio Messo per iscritto dal Mago del Nord
289
mali l'avere in esclusiva il senso del bene e del male, del giusto e
dell'ingiusto e di cose del genere Aristotele, Politica, lib. I, cap. I,
11 (1253a). Il linguaggio secondo Aristotele genera la famiglia e lo stato.
<<
257 Sono viventi civili quelli per cui c' un unico lavoro comune
di tutti che non fanno tutti gli animali del gregge. A questa specie
appartiene l'uomo, nonch l'ape, la vespa, la formica, la gru . Aristotele, De historia animaliurn I, 1 (11).
la legge della libert, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi trover la sua
felicit nel praticarla. Dal testo di Giacomo qui riportato Hamann
ha tratto la frase: << chi invece ssa lo sguardo sulla legge perfetta, la
legge della libert questi poeta questi sar beato nell'attuazione
di essa .
26 la mimica innata negli uomini no dall'infanzia e si distinguono dagli altri animali proprio per il fatto che c' questa estrema
mimeticit e i primi apprendimenti vengono fatti appunto per mimesi,
senza dire che tutti gli uomini traggono soddisfazione dalla mimesi. Ne
testimonianza ci che di fatto avviene: se infatti osservando anche
cose spiacevoli, traiamo piacere dalla considerazione delle immagini pi
fedeli di esse: magari gure di animali orrendi e di cadaveri. Il motivo ancora che llapprendere gradito assai non solo agli amanti
del sapere ma ugualmente a tutti gli altri uomini, anche se ne partecipiamo per un tempo breve. Godiamo alla vista delle immagini infatti
290
Abbiamo corretto l'errata indicazione di Hamann alla ne della citazione (Ibid. 8) che rimanderebbe ad un passo inesistente della Poetica.
262 L'Encyclopdie, ou Dictionnaire raisonn des sciences, des arts
et des mtiers, par une societ de gens de lettres apparve in 28 volumi
a Parigi dal 1751 al 1772. Le Questions sur l'Encyclopdie, par des
amateurs furono edite a Ginevra attorno al 1770-71 e vengono connesse
tura, che non sia separata e semplice ma unita e connessa con le altre,
abbia in s un principio direttivo: come la mente nell'uomo e qualcosa
di simile alla mente nelle bestie Chiamo principio direttivo ci che
i Greci chiamano nrw-Ovwz nulla in questo campo pu n deve essergli superiore.
291
.
ho piantato, Apollo ha irrigato, ma
chi pianta, n chi irriga qualche
Non c' differenza tra chi pianta e
la sua mercede secondo il proprio
272 Histoire des douze Csars de Sveton, traduite par Henry Ophelot
de la Pause: avec des Melanges philosophiques et des Notes. Paris
[1] 771 gr. 8 en 4 tomes. Nel Knigsherger Notizhuch II. (38) Hamann
annota dopo il titolo: Preface. Les langues sont peut-etre comme
les signes de l'Algebre, qui etendent les Vues du Geometre qui s'etudie
ces interpretes. A p. XI-XII definisce il francese cette langue
herise
celui de Bolingbroke et de Shaftesbury p. XII. I Melanges
philosophiques ne costituiscono 29 capp. dei quali l'ultimo si intitola:
Des hommes de Lettres qui ont euri sous le regne des douze Cesars.
Vol. IV: Aper Orateur celebre le Fontanelle de son siecle.
Charmins
des bains froids, Demosthene
ami de la verit . Riprende
la polemica del patriottismo tedesco contro lesotismo di un imperatore cinese ecc. fautore di nuove lingue e credenze all'ultima moda:
implicita una reazione all'Ellenismo avanzato quasi a surrogato del
Cristianesimo.
273 Il ciarlatano (WEPUOMYOQ: Atti XVII, 18), che la tolleranza imperiale pare avere protetto dalla collera del cielo, non Voltaire,
292
fesso di non capire per il senso del periodo n il senso del periodo
immediatamente seguente dove si parla di un'azione di mutilazione com-
piuta nei confronti del padre da un glio che segue la linea gallica di
dubbia forza geniale. Il calvo capo potrebbe essere quello di Hamann,
che la tolleranza della corte berlinese non ha ancora punito, e che
imperversa ai danni del Secolo dei Lumi. Questo Hamann geniale
ha visto la propria teoria del linguaggio mutilata dal glio Herder
per compiacere il gusto dell'Accademia. L'invettiva per troncata e
si passa ad un'ironica celebrazione del coronato Herder e della sua
293
mezzo di ombre e per mezzo di parole fatti; cose che non si possono
fare . Filone, Opera, ed. Francoforte 1691, n. 491 A. Quis rerum divinarum haeres.
284 In analogia forse ai Fragmente iiher die neue deutsche Literatur
pubblicati da Herder nel 1767.
282 Al capitolo XIV (227 V) del suo HEPI- punvsia Demetrio Falereo
fa l'osservazione seguente: L'espressione antica ha qualcosa di succinto e di agile, proprio come le statue antiche la cui tecnica sembrava
essere sobriet e concisione .
Circa il termine engastrimiti cfr. Rabelais lib. 4, cap. 58.
Gottlieb Siegfried Bayer (1694-1738) dopo avere insegnato orientalistica
nella natia Knigsberg fu nel 1762 chiamato a fare parte dell'Accademia
di Pietroburgo, dove pubblic nel 1730 i due volumi del Museum Sinicum.
243 Johann Georg Wachter (1663-1757) fu autore tra l'altro di un
Glossarium Germanicum (1727-1737) e di una Concordia Naturae et
Scripturae (Lipsia, 1752).
nuire il falso, il male, il brutto.* Car les Romains, qui tout fut
soumis, domptoient lEurope au milieu des miracles. Le ciel pour eux
prodigua les oracles. Voy La Pucelle, Chant III . Passo e nota furono
294
inseriti da Hamann nel suo Selhstgespriich eines Autors del 1773 (cfr.
N. III, 72/9-17).
235 Christian Adolf Klotz (1738-1771) illustre classicista e professore
a Halle pubblic dal 1767 al 71 la Deutsche Bibliothek der schnen
Wissenschaften da cui vennero pesanti attacchi a Herder e alla cerchia
di Knigsberg. Karl Renatus Hausen (1740-1805) professore a Halle e
autore tra l'altro di una Pragmatische Geschichte der Protestanten in
237 Daniele III, 4-7: Un banditore grid a voce spiegata: ' Popoli,
nazioni e lingue, a Voi rivolto questo proclama: Quando udirete il
suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio,
della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete
ed adorerete la statua doro che il re Nabucodonosor ha fatto innalzare.
Chiunque non si sar prostrato alla statua sar subito gettato dentro
una fornace di fuoco .
Perci tutti i popoli di ogni nazione e lingua alludire il suono del
corno, del auto, dell'arpicordo, del salterio e di ogni specie di strumenti muiscali, si prostrarono ed adorarono la statua d'oro, che aveva
fatto innalzare Nabuconodosor il re .
295
non ho letto che il Canon, che mi ha attristato e irritato per la erudizione grezza e maldigerita .
296
29 Luca XII 20: Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa
ti sar richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sar? .
297 La Pucelle d'Orleans, avec une preface de Dom Apuleius Risorius. Londres, 1764.
293 Economia politica, rendimi i miei cinque scudi! Piange il
Mago del Nord contro la riduzione di stipendio operata dall'amministrazione imperiale echeggiando il Varo, rendimi le mie legioni! di
Augusto (cfr. Svetonio, Augusti vita, cap. 23).
299 Jean Franois Marmontel (1723-1799), collaboratore dell'Encyclopdie, fu autore del romanzo Blisaire (1767) a cui allude Hamann
a compimento del quadro in cui raigura se stesso con la piccola Reinette
Lisette di pochi mesi in braccio e il treenne Johann Michael per mano:
l'allusione secondo J. Simon (op. cit. p. 250) al fatto che il protagonista del romanzo si presenta in veste di mendicante.
3 Johann Friedrich Zllner (1753-1804) predicatore e prevosto
in Berlino fu uno dei principali organizzatori dell'istituzione scolastica
in Prussia.
331 <<
[il poeta] che senza causa reale strazia il cuore, lo esaspera,
lo intenerisce, lo riempie di vani terrori, come un mago . Orazio,
del tempo, Non morir tutto intero, grande parte di me eviter Libitina> (vv. 1-7).
303 Atti I, 17: <<Et hic quidem possedit agrum de mercede iniquitatis et suspensus crepuit medius, et diusa sunt omnia viscera
eius .
304 Filippesi IV, 1: << Perci, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore cos come
avete imparato, carissimi! .
305 Lamentazioni di Geremia II, 12: Alle loro madri dicevano:
' Dove il grano e il vino?' Intanto venivano meno come feriti nelle
piazze della citt; esalavano il loro respiro in grembo alle loro madri .
297
303 ORAZIO, Ode XXX del libro III verso 5, cfr. nota 302.
307 Dall'Epitre au Sieur Noel par l'Empereur de la Chine,
Pekin 1772.
Dei, ut exhibeatis corpora vestra hostiam viventem, sanctam, Deo placentem, rationabile obsequium vestrum.
313 Salmo LXXIX, 1: O Dio, nella tua eredit sono entrate le
nazioni, hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto in cenere
Gerusalemme .
Salmo LXXXIX, 52:
i passi del tuo consacrato .
317 Salmo L, 13: Manger forse la carne dei tori, berr forse il
sangue dei capri? .
298
zione scritta della sua condanna: ' Questi Ges, il re dei Giudei '
Luca XI, 13: << Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose
buone ai vostri gli, quanto pi il Padre vostro celeste dar lo Spirito
Santo a coloro che glielo chiedono! .
321 Nella satira Les systemes il Creatore differisce l'assegnazione del
premio messo in palio in un concorso accademico tra gli uomini per la
redazione del migliore sistema losoco.
299
Hamann, u-iciale, celebrato buon amicone, dalla vena facile e licenziosa, attraverso il richiamo a Johann Baptista Villart de Grcourt
(1683-1743) e con il ricordo della denizione data da Augusto di Orazio.
326 2 Cronache IX, 10: gli uomini di Horam e di Salomone
caricavano oro da Or ; ib. 21: ognitre anni tornavano le navi
di Tarsis cariche di oro, d'argento, d'avorio, di scimmie e di babbuini .
327 Orazio, Satira IV del libro I, versi 139-143: Questo uno
di quei mediocri vizi; se non vorrai starci anche tu, verr una gran
schiera di poeti in mio aiuto: perch siamo tanti e alla maniera degli
Ebrei vi costringeremo a entrare nel nostro gruppo .
323 Ecclesiaste X, 20:
pensiero e nella tua stanza da letto non dire male del potente, perch
un uccello del cielo trasporta la voce e un alato riferisce la parola.
329 2 Cronache IX, 8: Sia benedetto il Signore tuo Dio, perch
si compiaciuto di te e ti ha costituito, sul suo trono, re per il Signore
Dio tuo. Poich il tuo Dio ama Israele e intende renderlo stabile per
sempre, ti ha costituito suo re, perch tu eserciti il diritto e la giustizia . Lallusione all'Asia pu essere alla Russia di Caterina II.
330 Matteo VI, 28-29: Osservatecome crescono i gigli del
campo; non lavorano e non lano. Eppure io vi dico che neppure
Salomone con tutta la sua gloria vesti come uno di loro .
Matteo XXVII, 35: Dopo averlo crocesso si spartirono le sue
vesti tirandole a sorte. I 'gigli' sono l'emblema di Francia, donde
l'allusione alla vita sine cura dei francesi protetti di Federico II a
300
agello per tutto il popolo e per i vostri capi. Fate dunque immagini
dei vostri bubboni e immagini dei vostri topi che infestano la terra
e datele in omaggio al Dio d'Israele, sperando che sia tolto il peso
della sua mano da voi, dal vostro dio e dal vostro paese .
337 L'allusione va allo scritto riutato costituito dai Philologische
301
343 Proverbi XX, 5: Come acque profonde sono i consigli nel cuore
umano, l'uomo accorto le sa attingere.
344 La porca Beozia designa proverbialmente la rozza ignoranza.
Cos nella V strofa dell'Olimpica VI Pindaro si rivolge al maestro del
labor in Literaturbriefe, fu prosatore di stile e di spirito illuminato. Fu famoso per i saggi patriottici Vom Tode fr das Vaterland
302
lo si torch
303
stinato dunque a ssare i nova praecepta, che sono poi ricette culinariel).
Un Marcus Catius Insuber del I sec. a. C. ricordato da Cicerone
(ad Familiare: XV, 16) e da Quintiliano (X, 1, 24).
O dotto Catius, ti prego per l'amicia e gli di, non ti scordare,
esaudendo la unica richiesta, di condurmi con te dovunque tu vada!
(IV Sat. del II lib. vv. 88-89).
355 Maestro dell'arte ed elargitore di ingegno il ventre proclama Persio nei coliambi 10 e 11 considerati il Prologo delle sue
Satirae.
Da qui l'estensione
353 Orazio, III Satira del I libro, vv. 55-56: Ma noi rivoltiamo il
senso della stessa virt e facciamo di tutto per trovare sporco un reci-
piente pulito. Se tra noi vive una persona onesta, molto alla buona,
le diamo il soprannome di tonda o di pigra. Se uno riesce a schivare
tutte le trappole e non scopre il anco a malignit alcuna _ quando
viviamo in un ambiente dove lussureggiano invidia e delitti _ anzi
che dirlo equilibrato e prudente lo chiamiamo falso e astuto. Se un
altro malaccorto (come tante volte sono stato io con te, Mecenate),
tanto da importunare chi sta leggendo o se ne sta quieto con un
discorso qualsiasi, 'Manca di elementare buon senso! ' diciamo.
359 Bayer, Museum Sinicum, I, 3: C' una lingua cinese del popolo e una lingua colta propria dei dotti; la prima costituita dai dialetti delle province, la seconda detta dai Cinesi Qvon-Hoa e da
304
stato afferrato. Chi abbia imparato quale sia il dovere verso la patria
e quale il dovere verso gli amici, quale diverso amore sia dovuto al
305
p. 33 ss.
331 Auli Persi Flacci xatnrarum liber, Sat. I, vv. 116-119: Flacco
maliziosamente mentre l'amico ride gli fa toccare con mano ogni difetto
e trovato accesso al suo cuore si diverte a beffare il pubblico con naso
sdegnoso. E io non avrei il diritto di bisbigliare? Mai? neppure in
306
337 Nadler cita una glossa d'autore (N III, 433): Cfr. Epitre a
Sr. Noel: Oeuvres de Frd. II, Tome VII., Berlin, 1788, p. 50 . Momo
il dio del riso e dello scherzo.
3133 Alfonso X el Sabio re di Castiglia e di Len (1221-1284) vanta
meriti insigni nel campo delle lettere, del diritto e specialmente dell`astronomia.
Fece tradurre scritti astronomici dall'arabo e redigere le tavole
che vanno sotto il suo nome.
339 Orazio, IV Satira del I libro, vv. 17-18: Gli dei hanno fatto
bene a farmi di animo modesto e timido poco propenso a parlare e
di poche parole .
39 Allusione ai titoli di noti scritti di Thomas Abbt: cfr. nota 347.
391 Michele duca dei mendicanti. Il campo del sangue in Borgogna il possedimento di Ferney en Bourgogne, residenza di Voltaire:
307
scrive:
massimo .
30 Salmo CX, 1-4: Ha detto il Signore al mio Signore: ' Siedi alla
mia destra, finch io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi'.
Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: ' Domina in mezzo
ai tuoi nemici. A te il principato: nel giorno della tua potenza tra
4112 Orazio, II Ode del II libro, vv. 9-12: Sarai pi grande come
re domando lo spirito di avarizia che non se tu partito da Cadice
conquistassi la Libia e entrambi i popoli punici servissero ad un
unico re.
493 Orazio, XX Ode del II libro, vv. 1-4: Io poeta dalla duplice
forma sar innalzato per il limpido etere da ali inusitate e forti ...
4* Orazio, VI Ode del IV libro, vv. 41-44: Nella festa secolare
io cantai il carme caro agli di, obbediente ai metri del poeta Orazio .
403 Il nome Kadmonbor una libera invenzione di Hamann: at-
308
torno a possibili contiguit occasionali e allusive riportiamo le considerazioni del Nadler (N III, 434):
c' un re di Chedorlaomer e (XV, 19) un popolo di Kadmoniti: c' inoltre - una localit di conne Kades-Barnea (Numeri XXXIV,
una localit Kamon (Giudici X, 5) e una localit Bor-Asan (1
muele XXX 30). Nella Biga sono registrati a p. 151 con il num.
Gtter und Heldengerprcbe (Hamburg, 1758) e con il num. 364
4),
Sa363
Re-
ligire Gerpriicbe der Todten (Frankfurt 1763). presupposto principalmente il libro del Nicolai: Dar Leben und die Meinungen der Herr
xis).
309
419 Dietro il nome del classico Strabone (65 a. Chr. - 20 p. Chr.) sta
Anton Friederich Bsching (1724-1793) che nelle sue Wchentliche
310
aner, Encyclopdiste (cfr. Nadler VI, 280); possono anche dare unendo
tedesco, greco e latino: Ochse vp iste : un bue quest'uomo!
oppure - Giovenale, VIII Satira del III libro v. 275 _ non voglio
dire che cosa .
439 Matteo VII, 13-14: Entrate per la porta stretta, perch larga
311
312
Tutte le tavole sono piene di fetido vomito, non c' un posto pulito .
449 I Timoteo IV, 7: Riuta le favole profane, roba da vecchiette. Isaia XXXII, 11: Temete, o spensierate; tremate, o baldanzose, deponete le vesti, spogliatevi, cingetevi i anchi di sacco .
45 Apocalisse III, 5: Il vincitore sar vestito di bianche vesti;
non canceller il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscer davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli .
451 Geremia XLVIII,
12:
Si-
313
mio nome, Signore, davanti a te. Far grazia a chi vorr fare grazia
e avr misericordia di chi vorr avere misericordia'. Soggiunse: 'Ma
tu non potrai vedere il mio volto, perch nessun uomo pu vedermi e
restare vivo '. Aggiunse il Signore: 'Ecco un luogo vicino a me.
457 1 Corinti II, 9: Quelle cose che occhio non vide, n orecchio
ud, n mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Iddio
per coloro che lo amano.
453 Romani I, 18-23: In realt l'ira di Dio si manifesta dal cielo
contro ogni empiet e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verit
nell'ingiustizia, poich ci che di Dio si pu conoscere loro manifesto;
Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti dalla creazione del mondo
in poi le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con
314
punisce la colpa dei padri nei gli fino alla terza e quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore no
Salmo XXXVII, 1-2: Non adirarti contro gli empi, non invidiare
i malfattori:
del prato .
Salmo XC, 5-6: Li annienti, li sommergi nel sonno; sono come
l'erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce, germoglia, alla
sera falciata ed inaridisce.
NOTA BIBLIOGRAFICA
l'Autore.
Siamo pertanto dell'opinione che Hamann debba essere affrontato
sempre tutto intero.
La strada costituita dalla linea biograca, per cui vale sempre
il prolo _ anche se talora di faticoso impiego _ di ]. NADLER,
I. G. Hamann. Der Zeuge des Corpus mysticurn. Salisburgo, 1949.
Le informazioni vengono dal ricco Briewecbsel, che ora abbiamo
a disposizione ordinato e completo nei cinque volumi dell'edizione di
W. Ziesemer e A. Henkel (Wiesbaden, 1955-1965).
hamanniani, alla quale rimandiamo unitamente al bollettino hamanniano edito da J. O' Flaherty in complessivi 3 voll. no al 1963:
The Hamann News-Letter.
Nel 1967 I. Simon ha raccolto in un volume edito da Suhrkamp a
Frankfurt a. M. (Iobann Georg Hamann, Scbriten zur Spracbe) i testi
hamanniani relativi al linguaggio. In appendice il Simon fornisce un
INDICI
Deuteronomio:
Genesi:
I,
3
3-5
14-19
27
II, 21
23
III, 15-16
21
24
XIV, 1
XX, 16
XLI, _
XLIX, 9
12
255
311
311
255
259
259
286
257
284
308
223, 309
266
182
182
Esodo:
VII, 11
VIII, 15
XX, 5-6
XXXIII, 18-23
277
276
314
312
28-31
XXXIV, 4
Giosu:
VI, 20
294
Giudici:
28
113, 255
221, sos
260
30
VIII, 2
IX, 2
15
X, 5
XII, 5-6
XV, 15
110, 254
193, 298
114
256
308
310
299
V, 10
24
VI, 4-5
XIV, 24
XXVIII, 3-25
XXX, so
2%
299
126, 268
314
308
2 Samuele:
Numeri:
XXII, 21-28
286
1 Samuele:
Levitico:
XI, 3
XXX, 14
313
282,
sos
312
XIII-XIX, _
XIV, _
2-21
297
215
307
s CRITTI
322
XVI, 23
SUL
Proverbi:
277
I, 7
XX, 5
XXX, 12-13
1 Re:
XVII, 6
LINGUAGGIO
273
278
205, 301
311
2 Re:
IV, 40
Ecclesiaste [Qolet]
271
VII, 29
30
2 Cronacbe:
IX,
8
10
XXV, 18
299
299
114, 256
292
180
194, 299
294
X, 20
XII, 2-4
Cantico dei Cantici :
Ester:
III, 15
X, 19
13
65
111, 254
279
Salmi:
XIX, 2-5
XX, 1o
XXII, 7
XXXIII, 9
XXXVII, 1-2
L, 12.13
LIX, 13
LXXIII, 21-22
LXXIX, 1
LXXXIX, 52
Xc, s-6
CIV, 3
GX, 1
14
CXV, 10
CXX, _
4
CXXIX, 6
257
189,
289
116,
314
271,
127,
121,
297
250
Isaia:
Giobbe:
XIQIII, 19-22
XL, 19
314
Ecclesiastico [Siracb]:
2 Maccabei:
I, _
10
IV, 3
297
259
297
269
264
297
314
305
298
307
279
288
68 , 165
284
XXVIII, 7-8
16
XXXII, 11
LI, 17
LXVI, 24
312
278
312
312
314
Geremia:
II, 13
III, 24
XXXI, 15
22
XLVIII, 12
L, 2
269
284
215, 307
307
238, 312
255
Lamentazioni :
II, 12
1s6, 296
Ezechiele:
I, 3
IV, _
15-16
282
157
282
Daniele:
III, 4-7
19
XIV, 27
294
294
182, 294
283
Gioele:
II, 20-21
159
Sooniaz
I,
4
15
312
297
Luca:
IV, 31-43
X, 32
XI, 13
46
XII, 6-7
20
XVIII, 17
I,
1
18
Matteo:
II,
7-8
18
III, 12
V, 13-17
18
33
48
VI, 9-13
28-29
VII, 13-14
15
XIII, 24-30
31-33
37-39
XV, 26
XVI, 18
19
XVIII, 3
XIX, 12
23-25
XXIII, 29-31
XXVII, 8
35
37
265
271
255
264
312
278
298
298
299
310
312
290
286
290
298
309
308
262
268
290
314
306
299
298
Marco:
IV, 21-39
314
313
310
264
259
298
310
279
185, 296
283
Giovanni:
Malacbia:
III, 2
IX, 48
XII, 27
XV, 14
264
-^\
-(1-4 :V1-4lx)-
o- -*oo
16
Iv, 18
24
VI, 46
VIII, 48
XI, 49-so
XII, 32
XIV, 16-18
XVI, 28
XIX, 5
5-6
XX, 15-17
286
313
306
299
262
260
313
220,
297,
313
259
122,
299
262
313
276
275
1 16,
308
313
265
259
Atti:
I, 17
18-19
II, 19
VI, 8
V11, 62
X, 11
11-12
XVII, 18
22-24
27
296
306
121, 264
277
277
117
259
291
312
125
324
27-28
XVIII, 17
267
184, 295
Romani:
I, 18-23
VII, 18-19
VIII, 19-23
29
IX, 21
X, 8
XI, 4
XII, 1
12
255
313
313
291
173
270
298
277
249
314
124, 267
151, 279
Efesini:
V, 13
255
II, _
7
5-11
IV, 1
7
271
298
272
298
186, 296
278
Colaxxesi :
I, 15
15-17
II, 4
5
19
III, 5-9
IV, 2
3-4
183, 295
163, 288
276
271
314
1 Tito:
I, 12
283
Ebrei:
I, 1-4
272
Giacomo:
I, 25
II, 7
III, 5-8
170, 289
129, 270
276
1 Pietro:
297
2 Pietro
I, 4
II, 8
6-10
16
125, 267
133
273
282
1 Giovanni:
Filippesi:
I, 9-11
II,
II, 9
2 Corinti:
III, 6
IV, 6
13
312
2 Timoteo:
313
286
286
125, 267
116, 259
286
312
297
1 Corinti:
I, 23
II, 9
11-14
III, 6-9
9
XII, 31
XIII, 3
8-9
1 Timoteo:
IV, 7
124
267
92
I, 1
286
Apocalixse:
I, 8
II, 17
II-III, _
III, 5
14
V, 12
IX, 11
XVI, 15
XIX, 1o
267, 268
312
296
312
296
298
257
124, 267
130, 271
Abclenego, 294.
Abelardo Virbio (Hamann),
Abele, 286.
Abigail, 33.
Abimelech, 256.
Abramo, 132.
40.
Achille, 268.
Achitofel, 147, 277.
Agamennone, 249.
Agostino, Aurelio, 20, 21, 23-25,
131 n., 132 n., 251, 271, 272.
Agrippa, M. Vipsanio, 247.
Alcibiade, 77, 275.
214, 306.
Algarotti, F., 101n., 133 n., 148,
162 n., 182 n., 184, 184 n., 251,
273, 278, 287, 298, 306.
306.
Ausonio, Decimo Magno, 115 n.,
257.
326
Belisario, 274.
Belletier, 251.
302, 303.
Catone, M. Porcio, 25.
Catullo, G. Valerio, 124 n., 266.
1316.,
Bolingbroke, H.
Saint-]ohn
141,
14711., 1616.,
of,
261, 262.
Condillac, E. Bonnot de, 52.
Confucio, 177, 214 n.
Chrysostome), 295.
Courtan, Toussaint, S. M., 300.
327
252.
Esiodo, 90, 248.
Esopo, 57, 117, 156.
Estienne, H. (Stephanus), 185 n.,
277.
Eutifrone, 113, 114 n., 116 n., 123,
255.
Ezechiele, 282.
148,
277.
Demetrio Falereo, 181n., 293.
Demetrio Poliorcete, 158, 283,
284.
Demostene, 161, 268, 286, 291.
Desiderius, 275.
Diderot, D., 91, 249.
Didone, 268.
Diogene Laerzio, 136 n., 275.
Dodsley, R., 275.
Donato, Elio, 263.
Eber il Keniota, 308.
Eberhard, I. Aug., 69 n., 70, 295,
302.
Eccard, ]. G., 250, 253.
Elena, 303.
Elia, 273.
Eliseo, 271.
Eliu, 111, 254.
Elnawabig (o Ennawawig), 103 n.,
252.
Encolpio, 249, 251.
Enea, 301.
Ennio, Q., 93 n.
Enrico IV di Francia, 287.
Epicuro, 134, 147 n.
278,
294,
302,
Prus-
sia, 300.
Federico V di Danimarca e Norvegia, 15.
328
Geremia, 238.
Geroante (Starck J. Aug.), 151,
163.
Grnder, K 31-/_
1Pfid
11611- 258Ippocrate, 88 n., 247.
Guarini, G_ B 194 n_
GIi
'11 a,288.
K. G. (Quintus
'
I'1'
c11us) ,
Julianus, 264.
Marco
Aurelio
Antonino,
158,
329
100 n.,
303.
Laura, 60.
Laval,
Cl., 201, 300.
Lavater, I. C., 277, 309.
Melchisedek, 307.
Mendelssohn, M., 40, 46, 67, 259,
301.
249.
Mesach, 294.
Metzke, E., 317.
Meusel, I. G., 262.
Meynier, 104 n.
Michaelis, I. D., 13, 14, 16, 16 n.,
17, 17 n., 18, 20, 20 n., 22, 39,
41, 44, 44n., 114 n., 248, 249,
255, 257, 260, 263, 270, 271,
272, 273, 275.
Michelessi, D., 251.
Micol, 33.
Migne, I. P., 266, 275.
Milton, I., 134 n., 274.
Mirabaud, I. B. (v. d'I-Iolbach),
282.
Moab, 238.
330
Ovidio Nasone,
Publio,
128 n.,
136 n.,
173 n.,
Paolo di
Tar-so,
Nabucodonosor, 294.
Penelope, 270.
Penteo, 260.
Pergolesi, G. B., 35.
Persio Flacco, Aulo, 133, 207 n.,
Nadler,
J.,
9,
22,
39 n.,
70,
123, 266.
134,
135 n.,
13611.,
263.
Pluche, N. A., 91, 10211., 249.
Plutarco di Cheronea, 251, 292,
302.
Pontoppidan, E. (Entropius Philadelphus), 103, 252.
INDICE
Sara, 309.
Saul, 126, 268.
266.
Dillion
Roi, 222.
Sadrach, 294.
Salazar, Fr. Lobon de (v. Fr. Isla),
311.
331
311.
Roscommon,
mar Norvn
116n.,
135 n.,
149,
12211.,
153,
206,
l26n.,
247,
332
scRITTI sUL
LINGUAGGIO
Ulisse, 250.
Unzer, L. Aug., 304.
Suida, 285.
Sully, Maximilien de Bthune de,
107, 162n., 193, 254, 287.
Sssmilch, I. P., 49, 51, 55, 56.
Svetonio Tranquillo, Gaio, 100 n.,
177 n., 250, 291, 296.
Swedenborg, E., 292.
Swift, I., 131n., 272.
Sylburgius, F., 267.
Syncellus, G., 142 n., 276.
309.
Teodozione, 275.
Teone, 257.
Tertulliano, Quinto Settimio Florenzio, 147 n., 155 n., 276, 280.
Thamous, 258.
Thmmel, M. Aug., 308.
Tibullo, Albio, 118 n., 260.
Tiedemann, D., 65, 65 n., 139 n.
Timante, 104 n., 253.
Tiresia, 250.
Toab, 307.
Tolomeo, Claudio, 214 n.
Varo, 296.
Varrone, M. Terenzio, 100, 251.
Verney, 127 n.
Vespasiano, T. Flavio, 283.
303, 306.
Voss, Chr., 49, 49n.
Zamachsjar (az-Zamakhshar),
Zebedeo, 14.
Ziesemer W., 9, 295, 311, 317.
Zllner, I. Fr., 186, 296.
10311., 252.
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